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Autore: _J2isreal_    31/01/2017    2 recensioni
Sam e Dean stanno seguendo l'ennesimo caso, quando il minore, senza accorgersene, crolla in un sonno profondo. Cosa succede, però, se il suo subconscio riproduce nella sua mente scene per nulla caste su se stesso e il fratellone? Ma cosa più interessante, come reagisce Dean quando sente il suo nome uscire in un gemito dalle sue labbra?
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DALLA STORIA:
Sam continuò a gemere sempre più forte, fino a quando dalla sua bocca non uscì un nome.
"Sì, Dean, proprio lì" Continuava a dire nel sonno, oppure "Ci sai proprio fare, fratellone" o peggio ancora "Non fermarti, Dean, ancora!"
Genere: Comico, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest | Contesto: Terza stagione
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Stavano seguendo l'ennesimo caso.  
Dean cercava indizi su giornali e libri, mentre Sam era l'addetto alle ricerche. Il maggiore era talmente concentrato nel suo lavoro che non si accorse che il fratello si era addormentato.
<< Guard..>> Comiciò a parlare, alzando il capo. Si fermò giusto in tempo per notare che il minore era nel mondo dei sogni.  Sorrise, trovandosi a pensare che fosse veramente molto bello quando dormiva. Non si lasciò scappare come il suo volto era visibilmente rilassato, le sue labbra curvate dolcemente all'insù. 
"Ma che diavolo pensi, Dean, è tuo fratello, riprenditi idiota" Si riprese, scuotendo il capo e tornando a leggere. 
La concentrazione, però, svanì praticamente subito. La parte 'proteggi/ prenditi cura di Sam' prese il sopravvento quasi immediatamente. Continuò a guardarlo da dietro, mordicchiando la sua penna nera. 'Forse dovrei metterlo a letto, così sta scomodo' pensò, alzandosi dalla poltrona. 
Si avvicinò a lui, stava quasi per scuoterlo per svegliarlo e consigliargli di mettersi più comodo, ma si bloccò quando sentì Sam mugugnare qualcosa di incomprensibile. 
Si staccò da lui, guardandolo attentamente. I mugolii del castano divennero presto veri e propri gemiti. Dean alzò un sopracciglio, ghignando sommessamente. Ritornò seduto, godendosi lo spettacolo.
Sam continuò a gemere sempre più forte, fino a quando dalla sua bocca non uscì un nome. 
<< Sì, Dean, proprio lì.>> Continuava a dire nel sonno, oppure << Ci sai proprio fare, fratellone.>> o peggio ancora << Non fermarti, Dean, ancora!>> 
Il ghigno prepotente che si era andato a formare sul viso del maggiore, svanì completamente. Sbarrò gli occhi, la bocca si aprì andando a formare una 'O' con le labbra. Il suo volto impallidì visibilmente, non poteva crederci. 
'E quindi il fratellino fa sogni erotici su di me," pensò scioccato.
Quello che però non capì, fu perché il suo corpo reagì in quel modo a quei gemiti. Non capiva perché la sua pelle si contornò di brividi. Perché il suo respiro si fece man mano più pesante e, cosa più importante, perché si stava eccitando da morire. 'Andiamo, dannazione, non puoi eccitarti per il tuo stupido fratello che sogna di far sesso con te. E' tuo fratello!' Si ripeteva, ma la situazione non cambiò.
Sam, però, sentendo i sintomi di un sogno così tanto erotico venire a galla, si svegliò di soprassalto. 'Porca puttana' Imprecò, rendendosi conto, effettivamente, di chi fosse il soggetto delle sue fantasie sessuali. 
Si girò velocemente in torno, sudato e confuso, cercando tracce del fratello. Qualche secondo dopo, lo vide uscire dal bagno. Nudo. Uno stupido asciugamano a coprirlo dalla vita in giù. 
'Oh, andiamo, che ho fatto di male.' Si ritrovò a pensare, non riuscendo a distogliere lo sguardo dal corpo scolpito del più grande. Dean appena notò che fosse sveglio, lo guardò con un velo d'imbarazzo, non se lo aspettava.
<< Sammy, se vuoi posso farti una foto, così puoi sbavarci meglio almeno. >> Gli fece l'occhiolino, ammiccando. Forse giocare un po' non avrebbe fatto male, pensò il bastardo. Ma quanto può durare un gioco, prima che finisca diversamente da quello che ti eri immaginato?
<< Cretino.>> Rispose imbarazzato Sam, distogliendo lo sguardo. 
<< Puttana.>> Sorrise sornione l'altro.
<< Perché ti sei fatto una doccia a quest'ora? Sono le cinque del mattino..>> Cambiò discorso, ritornando a leggere sul suo portatile.
<< Perché avevo bisogno di una doccia fredda.>> rispose evasivamente, decidendo che il gioco "metti in imbarazzo tuo fratello" non era ancora finito. << Cosa stavi sognando, Sammy? Dalla tua bocca uscivano suoni... poco confondibili.>> lo prese in giro, prendendo un paio di boxer dalla valigia. 
Si girò di spalle, facendo cadere l'oggetto a terra. Infilò l'indumento, per poi girarsi verso l'altra figura presente nella stanza. Trovò il minore a fissarlo con la bocca spalancata, un leggero rigonfiamento sul cavallo dei pantaloni. 
<< Chiudi la bocca, fratellino, che poi entrano le mosche.>> Lo derise, facendogli un occhiolino. Sam voleva seriamente dire qualcosa, ma voleva evitare di balbettare e di arrossire, anche se per quello aveva già fallito.
<< Comunque, quando riprendi la parola, mi dirai chi era il soggetto dei tuoi sogni erotici. Certo, ti sei lasciato sfuggire abbastanza, però..>> Cantilenò. Esattamente non capiva nemmeno lui perché lo stava facendo. Avrebbe dovuto fingere che niente fosse accaduto e andare avanti, invece lui voleva che Sam ammettesse di averlo sognato. Voleva che Sam ammettesse che ci fosse qualcosa di diverso nel loro rapporto. Voleva che Sam avesse più coraggio di lui nell'ammettere che i loro sentimenti erano più profondi e che la fraternanza non centrava assolutamente nulla. 
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Il problema era che da quando erano piccoli, Dean, aveva sempre preso molto seriamente il suo compito di proteggere il suo amato Sammy. Sam, contrariamente a lui, però, era molto più affettuoso e bisognoso di affetto. Loro padre, ovviamente, non glielo aveva mai permesso perché "Dovete essere guerrieri, non femminucce" e così Dean lo coccolava di nascosto. Aveva sempre pensato che nessun bambino dovesse crescere senza amore e lui era intenzionato a dargliene quanto più poteva. Crescendo, le cose non erano cambiate, assolutamente. Solo che lui ormai era grande e il suo corpo aveva esigenze.. differenti, da quelle del fratello, così aveva cominciato ad uscire con le ragazze. Il problema stava proprio qui, nessuna ragazza era come lui preferiva: troppo alta, troppo bassa, questa è pazza, troppo appiccicosa, troppo colta, troppo arrogante. Ogni volta ne aveva una, ma il fatto era che nessuna di loro, era Sam. Si accorse, forse troppo tardi, che ogni volta che usciva con una di loro cercava un qualcosa che le accumunava al castano. Cercava il tocco leggero delle mani di Sam, la sua dolcezza, voleva sentirsi amato come solo lui lo faceva sentire. Non ci mise molto ad accorgersi che i sentimenti verso Sam, erano ben diversi da quelli di normali fratelli. Lui sentiva di amarlo come si ama una fidanzata e aveva così tanta paura. Più di una volta si era sentito sbagliato, diverso. Si odiava per quello che provava e aveva giurato a se stesso che non lo avrebbe mai fatto uscire fuori, perché non poteva permettersi che lui lo allontanasse, non poteva permettersi che non lo volesse più.
E così aveva cominciato ad evitare di abbracciarlo. Aveva diminuito le dimostrazioni di affetto, ma si sentiva sempre più sopraffatto e sofferente. Solo che non aveva il coraggio di ammetterlo. Perché la verità era che lui era un codardo. 
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Sam ascoltò attentamente le parole del fratello e capì. Lui sapeva. Sapeva chi era il protagonista del suo sogno, perché ovviamente aveva parlato durante il sonno. E, ovviamente, aveva capito che stava giocando. Ora la domanda era una: giovaca anche lui? 
Il castano sorrise sornione, sorprendendo il fratello. Si alzò dalla sedia, avvicinandosi a lui, che intanto si era fermato davanti al letto con i pantaloni del piagiama in mano. 
<< Se vuoi, posso mostrarti direttamente il sogno, così evitiamo le parole. Non sei mai stato bravo con quelle.>> Ammiccò il più piccolo, sorprendendo vistosamente il maggiore. Dean non capì esattamente cosa stava succedendo, come non capì subito la frase detta da Sam. Stava quasi per replicare, quando sentì le labbra del suo fratellino, sulle proprie.
Dean era completamente spiazzato, ma non lo spostò. Ricambiò il bacio, sentendosi finalmente in pace con se stesso. Era come se quel bacio avesse cessato tutti i suoi sensi di colpa e avesse risanato la sua anima nera. Quel bacio lo aveva reso di nuovo vivo e non credeva che potesse mai accadere una cosa del genere.
<< Sammy?>> Cercò di spostarlo e prendere posizione, ma il suo nome uscì come un gemito. Sam si riavvicinò, riprendendo a baciarlo. 
<< Sammy, spostanti..>> Sospirò ancora, mettendo una mano sul torace dell'altro per mettere un po' di distanza. Sam lo guardò attentamente, senza dire una parola. << Che stai facendo.. ti ricordo che noi..>> Continuò a parlare, ma Sam con una mossa veloce spostò la sua sua mano e si riavvicinò. Baciò di nuovo il ragazzo dai capelli biondi, accarezzandogli una guancia.
<< Faccio quello che tu non hai il coraggio di fare.>> Disse, guardandolo negli occhi. Per la prima volta il più grande si sentì scoperto, nudo della sua maschera.
<< Stai vaneggiando, Sam. Da quando sei diventato così intraprendente da agire senza pensare, eh? Ti rendi conto di quello che hai fatto, vero? Io sono tuo fratello, sangue del tuo sangue, sai, quella cosa che ha gli stessi dannati genitori!>> Sbottò il più grande, facendosi sovrastare dalla paura. Gli era piaciuto, certo che gli era piaciuto, ma non era giusto. Doveva far capire a Sam che tutto quello era sbagliato, non potevano fare una cosa del genere. Dio, avrebbe dovuto fargli ribrezzo. A volte pensava seriamente di essere malato, che loro due lo erano, era l'unica spiegazione. 
Il volto di Sam tornò serio immediatamente, mentre si allontanava da lui. Incrociò le braccia al petto, guardandolo nel modo peggiore possibile. 
<< E' sbagliato, Dean? Sappiamo entrambi che lo volevi anche tu. Non hai aperto questo discorso solo per umiliarmi, ti conosco troppo bene. Se non avessi voluto che succedesse, avresti cambiato argomento, fingendo che niente fosse accaduto, ma non lo hai fatto. Mi sbaglio, "Fratellone"?>>
 Cominciò ad urlare il più piccolo, ridendo istericamente.
Apostrofò l'ultima parola, sentendo quanto riduttivo era per loro due. Non era stupido, aveva notato come il loro rapporto era cambiato da quando erano solo dei bambini. Non si era lasciato sfuggire come, quando pensava che era distratto, Dean si perdeva a guardarlo. Non gli era sfuggito come il maggiore avesse smesso di ordinare una camera con due matrimoniali, per prenderne una sola. Dean, per lui, era un libro aperto. Sotto quella facciata da cattivo, sarcastico ragazzo, lui poteva leggere chi era veramente e lui lo amava anche per questo. Lo amava anche per questo suo nascondersi dietro la paura e sentirsi in colpa anche per aver respirato. Lui lo amava perché quel ragazzo c'era sempre stato per lui. Lo aveva sempre protetto, lo aveva sempre fatto sentire come se fosse la cosa più importante del mondo, aveva sempre scelto lui. Sempre. E lui sapeva, anzi, ne era proprio certo, che quel sentimento che li legava era più puro, profondo e speciale del legame di sangue ed era sicuro che anche Dean lo sapeva. 
Dean lo guardò, la rabbia lentamente prendeva il posto della paura. Odiava sentirsi così esposto, odiava non riuscire ad avere la meglio su Sam. 'Dannazione, è anche il più piccolo.' pensò sbuffando
<< Sì, ti sbagli.>> Ringhiò, rivestendosi. Si avvicinò alla porta, aveva bisogno di aria. << Ah, e la prossima volta pensaci prima di fare queste cazzate con tuo fratello.>> Sbottò, girandosi a guardarlo negli occhi. 
Sam gli rivolse lo sguardo più disperato, spaventato e triste del mondo. Assunse la sua espressione da cucciolo bastonato e il biondo per un attimo pensò bene di tornare indietro ed abbracciarlo.      
<< Non andartene, Dean...>> Sussurrò, lottando contro le lacrime che premevano per uscire. Il fratello degludì, uscendo e sbattendosi la porta alle spalle. Entrò in macchina, partendo verso una meta non precisa. Aveva bisogno di dirlo a qualcuno e di ricevere un consiglio, ma si vergognava così tanto.
***
<< Pensavo che scappare dai problemi non era nel tuo stile di vita.>> Si materializzò Castiel al suo fianco. 
Il biondo sobbalzò, perdendo per un attimo il controllo della macchina. 'Maledetti Angeli', pensò irritato.
<< Che diavolo vuoi?>> Sbottò infastidito, continuando a guidare. La sua Baby lo rilassava sempre, almeno quando all'interno era solo. 
<< Farti ragionare, Dean>> Parlò melodico l'uomo con le ali, aprendosi in un sorriso enigmatico. 
<< Dovresti far ragionare il gigante buono, non me.>> Rispose a mezza bocca, aumentando la presa sul volante.
<< Ascolta, Dean.>> cominciò << Capisco che tu sia spaventato e che questo potrebbe portarvi problemi, ma guarda il tuo stile di vita. Secondo te, potresti mai avere una vita normale? Una bellissima donna, o uomo che sia, e vivere felice e contento, che ne so, dentro una bellissima casa con tanto di camino?>> Rise sarcastico, scuotendo il capo. Il volto del ragazzo s'incupì ancora di più, ma non rispose.
<< Be, ti svelo un segreto. Tu non vivrai così. Continuerai a stare sempre in viaggio e le uniche persone che avrai al tuo fianco siamo io e tuo fratello. Tu penserai "E' contro natura, è sbagliato", ma lasciati dire da un Angelo che non è così. Ricordati che conta l'amore, indipendentemente da chi sia la persona al tuo fianco, se ti rende felice, non è sbagliato.>> Concluse il suo discorso, scomparendo all'istante. 
<< Che devo fare...>> Si arrese il giovane, sospirando tutta la sua frustrazione. Quando non sentì risposta, si girò verso il posto che qualche secondo prima era occupato e lo trovò vuoto.
<< Stupidi Angeli>> Imprecò, colpendo lo sterso con tutta la violenza che aveva in corpo. 
***
Dopo un paio d'ore tornò al motel. Ci aveva pensato ininterrottamente per tutto il viaggio. Le parole di Castiel gli avevano allievato gran parte dei senti di colpa. 
Quando entrò, notò subito Sam addormentato sulla sua parte di letto. Era ancora vestito e sicuramente stava sentendo freddo. Si avvicinò a lui, accarezzandogli una guancia. La sentì umida sotto la sua mano e capì subito che aveva pianto. Si sentì immediatamente in colpa per come lo aveva fatto stare, così pensò bene di prendere una coperta e sdraiarsi dietro di lui. Coprì entrambi, per poi circondare la sua vita con il braccio.
Sam se ne accorse subito. Aprì gli occhi, voltandosi gentilmente verso il fratello. 
<< Era da quando ero piccolo che non mi abbracciavi così>> Gli fece notare, senza guardarlo negli occhi. L'altro non rispose, così lui continuò. << Mi dispiace di averti baciato, ma ti prego, non lasciarmi da solo..>> Sussurrò, vergognandosi di sè stesso per quanta fragilità stava mostrando. 
Dean, però, lo sorprese. Gli alzò il volto premendo sotto il suo mento con l'indice e sorrise guardandolo negli occhi. Appoggiò delicatamente le sue labbra su quelle dell'altro. Questa volta quello scioccato era Sam, insomma, che stava succedendo? 
Il bacio rimase casto, ma nonostante ciò molto dolce. 
<< Un amico mi ha fatto notare che l'amore è amore, indipendentemente da che persona hai al tuo fianco.>> Spiegò, guardandolo negli occhi. Sam aveva ancora le sue iridi gonfie e rosse per il pianto, ma non appena sentì queste parole, si illuminarono di gioia. 
<< Quindi.. stai dicendo...>> Belbettò contento, ma l'altro non lo fece finire. Si ributtò sulle sue labbra, riprendendo a baciarlo con quanto più amore poteva. 
<< Sto dicendo che ti amo, Sammy>> Rispose il maggiore, beandosi della felicità negli occhi del suo piccolo. 
Non lo avrebbe mai ammesso, ma non avebbre mai smesso di ringraziare mentalmente Castiel per averlo aiutato. Come non avrebbe mai smesso di amare incondizionatamente la sua dolce metà. Perché finalmente lo aveva capito: quando l'amore bussa alla tua porta, non puoi far a meno di aprire. E lui lo aveva fatto, lo aveva lasciato entrare e gli aveva permesso di rendere la sua vita un po' più bella, meno pesante e più facile da gestire. Perché quando hai qualcuno al tuo fianco, che ti ama con tutto se stesso, niente fa più paura.



SPAZIO D'AUTRICE
Ciao a tutti, bella gente!
Comincio con il ringraziare chiunque leggerà e lascerà un commento sotto questa storia. Il mio umore mi ha costretto a scrivere una cosina dolce e demenziale, giusto per strapparvi un piccolo sorriso. 
Che dire, questa coppia conquista ogni giorno di più no? Bando alle ciance:
sono in questo mondo da poco, e scrivere di questi cosini è il mio unico scopo di vita AHAHAH. Spero con tutta me stessa che questa storia vi piaccia. 
Un piccolo appunto: La storia è tratta da una puntata della terza stagione, ma amavo l'idea di Cass come consigliere e quindi l'ho aggiunto comunque. E, cosa più importante, volevo ringraziare la mia beta, nonchè ragazza e migliore amica, per avermi assistito anche in questa fanfiction leggendola e correggendola nonostante non segue la serie. (Ti amo)
Buona serata a tutti! 
Un bacio. <3
  
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