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Autore: artemideluce    01/02/2017    4 recensioni
Abbiamo lasciato Monica e Chandler sposati, Rachel e Ross con una bimba, Joey e Phoebe in quel di New York.
Sono passati ventun'anni da quei momenti.
Emma si trasferisce di nuovo nella città di New York ma subito la situazione appare più familiare di quanto poteva immaginare.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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New York in autunno è calda come se lo ricordava Rachel, mentre se ne stava seduta sul sedile posteriore di un taxi giallo. Com'era bello ritrovarsi in quella città che l'aveva fatta ridere, piangere e innamorare.
"Ohh guarda guarda guarda, io abitavo in quel palazzo con Monica!" Disse, indicando un vecchio palazzo in mattoni tra la 42esima e la quinta.Monica, chissà che stava facendo in quel momento. Si era sposata con Chandler, era diventata la signora Bing e si era trasferita, come tutti del resto.
"Sai è in quel palazzo che ho.." la sua frase fu interrotta a metà da Emma che sbuffò e disse "che hai conosciuto papà, lo so mamma, me l'hai raccontato già mille volte".
"Ah.. scusami. Sei eccitata all'idea di andare a vivere da sola?" Rispose la madre, sempre con quel suo bellissimo sorriso e quella sua tipica risatina.
"Intanto non sarò da sola. E poi è normale, vado all'università ormai mamma!".
Scesero dal taxi e mentre Emma scaricava valigie e scatoloni con l'aiuto dell'autista Rachel fissava inebetita quel palazzone che le si parava davanti, sorriso stampato sul viso come sempre e aria trasognata. Un tonfo la fece saltare e, voltatasi, vide sua figlia caduta e sommersa da borse e bagagli.
"Oddio Emma scusami ero persa nei miei pensierii". "Grazie mamma" rispose lei con uno sbuffo, i capelli neri davanti al viso e uno strappo sul ginocchio destro.
Salirono insieme nell'ascensore, talmente stretto per loro e le valigie che quando le porte si riaprirono quella massa di donne e bagagli esplose, sparpagliando abiti, reggiseni, calze e libri per tutto il pianerottolo.
Le due si guardarono, ricoperte com'erano di indumenti e scoppiarono in una sonora risata.
"Mi ricordi tanto la me di quei tempi" disse la madre guardando Emma negli occhi.
"Ehi, ciao! Posso darvi una mano?"
Un ragazzo alto e muscoloso apparve da una delle due porte del pianerottolo, in jeans e maglione, bello come il sole con i suoi capelli corvini a caschetto.
"Eehhmmmm, sì, sì, grazie! Io sono Rachel". La madre si alzò e facendo slalom tra montagne di roba sparsa si affrettò a stringere la mano al ragazzo con un sorriso a trentaquattro denti stampato in volto.
"Ehm, ehm?!" Emma stava tentando di rialzarsi, ma una scarpa era rimasta incastrata tra le porte dell'ascensore che continuavano ad aprirsi e chiudersi.
"Oh, lei è Emma, mia figlia! Verrà ad abitare qui....-si guardò attorno- proprio in questo appartamento qui di fronte! Che coincidenza eh Emma?"
"Già, proprio una coincidenza".
Il ragazzo si avvicinò e tirò via gli indumenti, e la scarpa, incastrati nell'ascensore, "io sono Michael, comunque, piacere signora..."
"Geller! Rachel ed Emma Geller!" Si affrettò a rispondere la madre, mentre la figlia tentava di aprire la porta di casa e lanciare le sue cose all'interno.
"Molto piacere. A presto, allora!", Michael sorrise e sparì dietro la porta del suo appartamento, così come le due donne si fiondarono dentro il loro.
"Che ragazzo carino quel Michael. Meglio non farlo sapere a tuo padre per ora però!" Rachel strizzò un occhio alla figlia che, imbarazzata dall'accaduto sbuffò per togliersi una ciocca di capelli aggrovigliati con un paio di penne volate dal suo astuccio.
Finita di sistemare la camera le due si sedettero sul divano in cucina quando la porta si aprì e, ancor prima che la persona che l'aveva aperta entrasse un'ondata di profumo d'incenso invase la stanza. Le due si guardarono negli occhi e poi osservarono la strana ragazza apparsa nell'appartamento.
"Ciaaaooo, io sono Nirvana la tua compagna di casa hihi", si avvicinò con una mano piena di bracciali e anelli tesa una ragazza altissima e dai lunghi capelli biondi e lisci, vestita con un maglione con delle pecore ricamate e una lunga gonna dai colori più disparati.
"Piacere, Nirvana, io sono Rachel, la madre di Emma" si affrettò a stringerle la mano vivacemente e aggiunse "che cosa magnifica, voi due mi ricordate tanto me alla vostra età che vivevo con.."
Nemmeno il tempo di finire la frase che un'altra altissima donna apparve sulla porta.
"Rachel?"
"Phoebe?"
"Rachel!"
"Cosa, cosa ci fai qui? Lei è...?"
"Oh sì solo mia figlia!" Rispose ridacchiando.
"Come come, non ci posso credere! Non ci vediamo da anni e ora le nostre figlie si ritrovano a vivere nella stessa casa! Come noi!"
"In realtà tu vivevi con Monica, aha"
Le due figlie si guardarono sbalordite, poi Emma chiese alla madre "voi due vi conoscete?"
E Rachel rispose:"certo! Eravamo migliori amiche quando abitavamo a New York! Assieme a tua zia Monica!"
"Incredibile eh! Questo dev'essere stato il karma, una volta ho investito un piccione" rispose Phoebe, poggiando un paio di borse sul tavolo della cucina.
Le quattro donne si sedettero attorno a quel tavolo e, mentre le madri si raccontavano degli anni passati, le due ragazze iniziarono a conoscersi.
"E quindi vai all'università! Cosa studierai?" Chiese Nirvana.
"Storia dell'arte, e tu, cosa farai?"
"Io studierò canto e farò volontariato per i procioni di central park!" Rispose, già eccitata all'idea.
La porta d'ingresso si spalancò tutto d'un tratto e si materializzarono due ragazzi a petto nudo, con delle scritte a pennarello sugli addominali e delle collane di fiori hawaiane, urlando "festa delle matricole sul tetto" e "alcool e bei ragazzi sul tetto"!
Un attimo di silenzio calò nella stanza.
"Zia Rachel?" Urlò il primo ragazzo.
"Jack? Rispose Emma.
"Emma?" Ripeté Michael.
"Nirvana e Phoebe, piacere!" Esclamarono le due bionde.
"No no no ma com'è possibile? Jack, tua madre non mi aveva detto che saresti venuto ad abitare a New York!" Disse Rachel alzandosi in piedi.
"Beh, dal momento che non vi parlate dalla gita a Disneyland lo immaginavo" rispose il nipote.
"Noo, non ci credo, sei davvero il figlio di Monica e Chandler? Effettivamente hai un po' l'accento di tuo padre." Disse Phoebe, facendo seguire la frase ad una risatina.
"Michael avevi dimenticato i prof... Uooooh!"
Un uomo arrestò la sua corsa sull'uscio della casa, nascondendo qualcosa nella tasca del cappotto.
"JOEY!?!?" Dissero in coro Rachel e Phoebe.
"Pro, pro, pro...fessori! Avevi dimenticato in auto la lista dei professori" riprese la frase lasciata a metà, mostrando un sorriso malizioso al figlio e passandogli una scatoletta, che palesemente non era una lista dei professori.
"Joey, che ci fai qui? E lui? È davvero tuo figlio?" Chiese Rachel, correndo ad abbracciare l'amico.
"Ti sei sposato!?" Disse Phoebe, sgomenta.
I quattro ragazzi si allontanarono, sparita l'aria di festa dal viso dei ragazzi era apparso un comune sbigottimento.
"Quindi i nostri genitori si conoscono." Disse Michael, sorseggiando la birra che teneva in una mano.
"I miei mi parlavano dei loro anni a New York, credevo fossero storie inventate" commentò Jack. Emma lo guardò storto e rispose:"allora secondo te come si sono conosciuti mio padre e mia madre? Sulla luna?"
"Erano astronauti? Che figata!" Rispose Nirvana, con una risatina identica a quella della madre.
I quattro tornarono a guardare i grandi che parevano spassarsela alla grande tra i ricordi.
"Ti ricordi quando sei entrata in casa mia e mi hai visto nudo eh?" Esclamò il padre di Michael.
"Bene, bene, bene, bene!! Bella riunione, ma potreste andare al bar! Esclamò Emma, incitando i genitori ad andarsene.
"Si, domani c'è il primo giorno di università" disse Michael, supportato da Jack che annuiva con aria seria.
"Che bella idea, andatevene al bar vecchiacci, hihi" concluse Nirvana.
Presi i bagagli i tre adulti se ne andarono mentre i quattro giovani, vicini di casa e coinquilini, si sedettero in contemporanea, finalmente in silenzio, su quel divano blu nel bel mezzo del salotto.
   
 
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