Anime & Manga > Lupin III
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Autore: ThiefOfVoid    01/02/2017    3 recensioni
E' passato poco meno di un anno da quando Alexis ha lasciato l'Interpol e si è unita alla banda di Lupin III, cambiando per sempre la sua vita. Ma non immagina neanche che cosa sta per accadere. Siamo sicuri che i nemici che credono morti lo siano davvero? E come si evolverà il suo rapporto con Jigen?
Sequel di Interpol no more.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jigen Daisuke, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Riapro lentamente gli occhi, rimanendo accecata per un momento dalla luce artificiale delle lampadine. Vedo finalmente la stanza d'ospedale intorno a me, e sento anche il fastidio dei punti. Mi metto a sedere con cautela, e spostando lo sguardo alla mia destra mi ritrovo Jigen, addormentato su una sedia. Dev'essere crollato, perché non ha calato il cappello sugli occhi per non essere disturbato dalla luce. Decido di non svegliarlo, pensando che sia esausto, e notando con la coda dell'occhio il mio ciondolo e il mio cellulare decido di prendere entrambi. Tengo fra le dita il ciondolo per un po', osservandolo e ripensando a quella specie di trip mentale che mi sono fatta in coma. Non saprei dire se è stato un incontro vero e proprio o solo uno strano sogno. In realtà penso di credere a queste cose, ma sono qualcosa di talmente misterioso e complicato che non è facile esprimersi a loro riguardo


 

“Avrei dovuto salutarti prima, scusa papà” dico dal nulla all'improvviso, per poi rimettere il ciondolo sul comodino, visto che ora metterlo sarebbe un po' un problema. Dopo essermi ripresa un po', riaccendo il cellulare, che fortunatamente è ancora carico, e mentre aspetto che l'interfaccia di hackeraggio sia pronta cerco se c'è anche il caricatore, che trovo nel cassetto del comodino. Per tenermi distratta e tornare in attività dopo giorni decido di controllare il cellulare di Fujiko. I messaggi sono chiari, e controllando il suo conto in banca ho la conferma che ha venduto l'armatura. Faccio un rapido calcolo della parte che spetterebbe ad ognuno di noi, così lascio a lei il suo quinto di bottino, spostando il resto sui nostri conti. Forse non è carino tenendo conto che si è preoccupata per me, ma non è nemmeno carino tenersi tutto il bottino senza dividerlo con noi, no? Il cellulare di Jigen squilla quasi subito, e capisco che è la notifica del mio sistema di controllo per i nostri conti in banca. Il mio cellulare non ha notificato nulla perché la transizione l'ho fatta io.


 

Metto in carica il cellulare, e attivo la vibrazione per essere sicura che Jigen non venga svegliato dall'eventuale suoneria. Mi cade l'occhio sull'orologio: sono le sette di mattina, e controllando la data mi rendo conto che sono ufficialmente passati quattro giorni da quando sono stata ferita. La concezione del tempo è tutta teorica quando si è in coma. A me sembrano passati pochi istanti, invece credo che siano passate alcune ore da quando ho sentito la voce di Jigen al momento in cui mi sono svegliata.

Senza un motivo apparente mi metto a riguardare le foto dell'ultimo anno: che siano foto paesaggistiche o con i ragazzi non importa, ogni singola foto mi riporta alla mente uno splendido ricordo. Mi imbatto in un selfie di gruppo scattato da Lupin, con me e Jigen. E' di quattro mesi fa circa: come al solito eravamo riusciti a fregare Zazà in pieno. Era convinto che non avessimo ancora colpito, anche se era insospettito dal ritardo. Lupin ha avuto così la brillante idea di scattare quella foto dove mostriamo la refurtiva, e di inviarla a paparino. Dopo il colpo ho chiesto a Lupin di passarmela perché era memorabile. Per un po' l'ho tenuta come sfondo, e sto quasi pensando di rimetterla. Muovendomi leggermente trascino qualcosa sul comodino con il cavo USB, facendolo cadere. Sentendo un rumore metallico credo che si tratti del mio ciondolo, ma non faccio in tempo a controllare: nonostante Jigen si sia appena svegliato ha già i riflessi pronti, e il ciondolo non ha mai toccato terra a dire il vero, la collana ha sbattuto contro il cassetto quando l'ha afferrata al volo. Il tutto è accaduto in una frazione di secondo,e solo quando Jigen sposta lo sguardo incontrando il mio capisce bene cosa sia successo


 

“Alexis...tesoro" vedo un bagliore di speranza nel suo modo di fare, e quando mi si avvicina anche nel suo sguardo commosso e sollevato. Non faccio in tempo a dire nulla che mi ritrovo le sue labbra sulle mie, unite da un bacio di unica ed esclusiva dolcezza, che esprime a pieno tutto i suoi sentimenti nei miei confronti. A volte è ancora strano pensare che io possa provocare un sentimento così grande e sincero "Da quanto sei sveglia?" chiede tenendo la fronte appoggiata alla mia


 

"Da un po' ormai" rispondo semplicemente con un sorriso, quasi consapevole di ciò che sta per dirmi


 

"Avresti dovuto-"


 

"Svegliarti? Quando dormivi più o meno pacificamente dopo non so quante ore di veglia? Mi avresti vista comunque, meglio riposare un po' di più, non credi?"


 

"Mi hai spaventato a morte, anzi, ci hai spaventato a morte"


 

"Lo so, ma non andrò da nessuna parte. Tu piuttosto, dovresti fare colazione, almeno prendi un caffè"


 

"Ora che sei sveglia dovrei andarmene?"


 

"Conoscendoti sarai stato in questa stanza quasi sempre tu, dando agli altri meno possibilità di starmi accanto. Non essere egoista" controbatto con un sorriso beffardo


 

"Bhe, quando si ha accanto una donna magnifica si diventa un po' egoisti" risponde prontamente, sempre cercando di flirtare con me come se fosse il primo giorno, per poi baciarmi di nuovo, mettendoci più passione che dolcezza


 

"Ora vai però, Don Giovanni" esordisco quando le nostre labbra si separano "E chiamami mia madre nel frattempo...ho bisogno di parlarle"


 

"Va tutto bene?" chiede, notando forse prima di me la mia inquietudine


 

"Sì...diciamo. Te ne parlo più tardi, ok?" rifletto per un istante, aggiungendo qualcosa "Fa venire anche paparino, non importa se i medici non vogliono più di una persona qui"


 

Soddisfa la mia richiesta dopo avermi fatto un cenno di comprensione, e pochi istanti me li ritrovo entrambi davanti. Mia madre è più veloce di mio zio, e mi abbraccia prima che lui possa solo pensare di farlo. Abbraccio entrambi con forza, preparandomi a parlargli della mia esperienza in coma. Racconto tutto ciò che ho visto, ciò che ci siamo detti io e mio padre. Sono entrambi scossi, e mia madre, stranamente, non riesce a nascondere la sua commozione


 

"Credi che fosse veramente lui? Che non fosse solo la mia immaginazione?" le chiedo speranzosa


 

"Sai che, come te, credo a questi fenomeni più o meno paranormali. A volte, anche se ero sola in casa, mi è capitato di sentire l'odore di fumo della sua pipa, e proprio nei momenti di maggior sconforto, quando mi mancava di più"


 

"Quindi per te era davvero lui?"


 

Inizialmente, riesce solo ad annuire "cose del genere sono proprio da lui"


 

Anche se cerca di nasconderlo, la noto mentre asciuga una lacrima con un gesto furtivo. Lo zio è abbastanza scosso, e non riesce a dire nulla


 

POV JIGEN


 

Dopo essere uscito dalla sua stanza e aver esaudito la sua richiesta, vado verso la caffetteria. Non so per quale ragione, ma mio padre mi segue senza dire una parola. Prendiamo entrambi un caffè e nulla più. Lo bevo senza nemmeno un cucchiaio di zucchero. In questi momenti l'amaro del caffè mi aiuta a riflettere, o a tranquillizzarmi.


 

"Sono lieto che si sia svegliata" dice all'improvviso


 

"Inutile dire che per me sia lo stesso, o addirittura di più...ora che so che sta bene, che è ancora qui con me, è come se non avessi più alcun peso sulle spalle, come se nulla potesse scalfirmi"


 

"È quello che mi è successo quando ci siamo ritrovati a Barcellona. Sfortunatamente però conosco anche la sensazione contraria" annuisco semplicemente, sapendo benissimo a cosa si riferisce "Immagino che vi servirà una casa tutta vostra prima o poi. Forse potrei procurarvela io, in una zona tranquilla, e usando delle identità false per intestare la proprietà, così non avrete problemi"


 

"Ti ringrazio. È da molto che vorrei poter realizzare questo progetto, ma non trovo mai la casa giusta, nella zona giusta"


 

“Non devi ringraziarmi, infondo sei pur sempre mio figlio, e non me ne farei molto, ma voi serve eccome. La mia casa ormai è a Barcellona, nel mio hotel” beve qualche sorso del suo caffè prima di continuare “A proposito di voi, c'è in ballo un possibile matrimonio?"


 

"Sono giorni che giro cercando un anello per la proposta, senza trovare nulla di soddisfacente, e fra tre mesi sarà il nostro anniversario. Vorrei farle la proposta in quell'occasione"


 

"Se vi capita di andare in Italia per tempo prova a cercare lì”


 

Annuisco semplicemente, ringraziandolo silenziosamente per il consiglio, finendo il caffè il più velocemente possibile, per tornare da lei al piano di sopra.


 

POV ALEXIS

Poco dopo il ritorno di Jigen vengo a sapere che sarò dimessa domani mattina. Preferirebbero monitorarmi ancora per una notte per essere sicuri che tutto sia davvero stabile. Potrei essere dimessa già stasera in realtà: conosco i dottori che mi seguono, e hanno fiducia nelle mie abilità mediche, quindi, se auto monitorandomi in queste ore sarà tutto a posto, non avrò problemi a convincerli per farmi dimettere. E' già successo qualche anno fa, quando un mio ex paziente mi aveva sparato: sono stata io a decretare quando potessi essere dimessa. Passa ancora qualche ora tranquilla, in cui non si parla di affari, ma poi mi rendo conto che Lupin è tornato a fare ricerche per un nuovo colpo, e lo costringo a rendermi partecipe, nonostante le sua riluttanza e a quella di Jigen e Goemon. Lupin ha trovato qualcosa di interessante a Firenze, ad una mostra d'arte, è tutto abbastanza complicato però: quando starò meglio torneremo a Tokyo, così da stare più tranquilli mentre organizziamo il colpo. Dovremo però fare sopra luoghi e accertamenti, perché non ci sono schemi di protezione nei loro sistemi. Sappiamo solo quale sia il numero delle telecamere, ma nulla sulla disposizione, e sappiamo che c'è un allarme. Prima di tutto dovremo stabilirci lì per un po' fingendoci turisti, e cercare di capire un po' dove sono le telecamere, così da sapere come muoversi nel caso in cui io non riesca ad accedere al pannello di controllo per disattivare tutto. Su mia richiesta sarò io a travestirmi come un membro della sorveglianza per controllare eventuali piani di protezione e farne una copia. Con quelli sarà un gioco da ragazzi raffinare il piano.

Come mi aspettavo i valori sono rimasti stabili per tutto il giorno, e riesco a farmi dimettere già stasera. Non dovrò nemmeno tornare per i punti: mi hanno fatto quelli che si riassorbono.

Lupin stamattina ha convinto Jigen, con un piccolo inganno, ad occuparsi di rimpinguare il nascondiglio dei beni di prima necessità. Non so come ci sia riuscito, ma non è stato sicuramente facile, perché quando si parla della mia salute Jigen è un tantino apprensivo. Non sono riuscita a stare per molto tempo con le mani in mano, così mi sono messa a sistemare le mie cose per la partenza, ma non è facile con Jigen che continua a scrivermi.

Mi ritrovo a scuotere la testa, con un sorriso stampato sulle labbra. Una volta finito con le mie cose cambio canzone, mettendo Hyptnotic di Zella Day, nella versione remix di Vanic, a palla; nel frattempo inizio a preparare anche la valigia di Jigen, cercando di non fare macelli. Quando si tratta di stropicciare camicie e giacche sono una campionessa. Improvvisamente mi viene un dettaglio abbastanza divertente in mente: ancora non ho sentito Fujiko protestare per quel mio alleggerimento del conto in banca. Se ne sarà accorta? In realtà mi stupirebbe il contrario. Qualcosa mi dice che ce la ritroveremo davanti a Tokyo. Sorrido divertita all'idea, quasi immaginando già cos'avrebbe da dirmi. Una volta finito con il mio lavoro torno in soggiorno, stendendomi a pancia in su sul divano, immaginando già un possibile tour per Firenze, preferibilmente con Jigen. C'è così tanto da vedere, e per quanto ne so io potremmo avere così poco tempo...è un vero peccato. 

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Angolo dell'autrice 

Non aggiornavo da troppo tempo, mi mancava. Gennaio è stato un macello: una volta tornati ho passato un mese a studiare praticamente tutte le materie. Sì dai, fate tutti verifica nello stesso periodo. E fu così che la mia ispirazione si suicidò, insieme al mio tempo libero. Ma finalmente sono riuscita a finire il capitolo. E' stato frustrante avere le idee ma non riuscire a stenderle. Spero che apprezziate quei fake screen, quelli non erano previsti, ma credo proprio che siano un bel tocco di classe *^*

Speero che vi sia piaciuto anche questo capitolo
Alla prossima c: 

 

  
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