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Autore: Mfelewzi    01/02/2017    1 recensioni
Fanfiction nata in contemporanea con quella di RaidenCold, Neon Genesis Garpez(se lo trovate, leggetela, merita molto più della mia. Detto questo, era un'idea che mi passava nella testa, dopo due anni di odio verso Evangelion(anche giustificato tra l'altro), ed era: e se Aldo, Giovanni e Giacomo fossero stati dei personaggi della serie? Se avessero saputo portare un poco di buon senso, fiducia e cultura accademica a Neo Tokyo 3 e fra i piloti? E così, è nata una mezza ciofega, senza un senso e una logica, tentando, attraverso citazioni e immaginandomi la situazione, di fare del nostro Trio Comico la salvezza per i children ed i vari personaggi, e magari anche una vendetta verso certi personaggi carogne meritevoli della fine di Ringhio(no, non vedrete Gendo venire trascinato vivo sull'asfalto magari da una Subaru, anche se...)? Credo di sì. O almeno lo spero. Che squillino le trombe, signori spettatori! Inizi la commedia, che parlino gli attori!
Genere: Commedia, Demenziale, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La Segreteria telefonica rispose per lui. Nessuno. Shinji mise giù la cornetta. Nessuno. Un ambiente deserto, squallido, come privo di vita. Neppure un’anima ad ascoltare. Trasse la foto dalla tasca. Mise solo uno sguardo. < Chissà se arriva in… > < Ma quella è tua madre? > Delle parole. Si voltò terrorizzato, osservando il primo volto umano della città. Un uomo alto quanto lui, pelato, e con degli occhiali. Portava un’assurda camicia a fiori. Si trovò confuso, spaesato. Un anima viva? Come era possibile? Nessuno… < Scusa, ma stai bene? > L’ometto gli si era avvicinato preoccupato. < Ah. Sì… Sì sto bene! > < Mii, meno male! Pensavo ti fosse venuto un colpo di sole! > Shinji annuì, confuso. Quello era la persona più bislacca che avesse visto. < Comunque, chi era quella? > < Quella chi? > < Quella della foto, la moracciona!? > Ma prima che potesse rispondere, la vide. L’uomo si voltò verso dove guardava, ed esclamò. < Ah, una ragazza! SIGNORIIINA, CHE MINCHIA SUCCEDE? QUI SEMBRA CHE SIANO TUTTI… > Poi un rumore. Tutti e due si girarono attorno. < Che minchia è? > E dal palazzo, uscì. Quel gigante. Shinji non riusciva nemmeno a muoversi. Fu il pelato a muoverlo per lui. < MINCHIA FAI, LA STATUINA? > Un esplosione li fermò. Un razzo aveva copto la strada davanti a loro. Si udì come il rumore di una macchina. Aprirono gli occhi.Era una macchina. Si aprì il cofano e spuntò una bella donna. < Shinji, Sali! >< Ah, ma sei quella della foto! >< E tu chi cazzo sei? Vabbè, Sali. >
 
Dallo schermo si vide la figura del mostro. Tutto il Terminal Dogma vide la figura del mostro gigante. < Diagramma d’Onda Blu. E’ UN ANGELO! >< HAI RAGIONE! Perché non ci abbiamo pensato? Ma vuoi pure i Sandwich, le birrette, portiamo pure la fanfara, SUONIAMO LE TROMBE, SPARIAMO PER ARIA! MA TU CREDI CHE SE NON SENTIVAMO CHE CAZZO DI DIAGRAMMA E’, NON SI CAPIVA CHE E’ UN ANGELO? A CHE SIAMO, DEI CRETINI? E’ ARRIVATO SHERLOCK HOLMES! >
 
< MA CHE COSA VOGLIONO FARE? CHE CREDONO DI FARE? COS’E’ APOCALYPSE NOW? > < Ma stai zitto? Siamo ancora vivi! > Inutile dirlo. Quella palla da biliardo smilza non faceva che urlare dalla partenza. L’esplosione poi, l’aveva mandato in tilt. Urlava isterico come una donna ottocentesca. < Come minchia si esce da questa trappola? > < Aspetta, apro io! > Preme lei, ma preme anche lui. < NON SI APRE! > < ECCERTO! Se apri anche tu! Riapro, ok? > Di nuovo < MINCHIA, NON SI APRE! >< Senti, se continui ad aprire quando apro io, che pretendi! >< MINCHIA, NON SI APRE! SONO BLOCCATO IN UNA TRAPPOLA CINESE! MAMMA MI AVEVA SEMPRE DETTO DI NON ANDARE IN CINA! > < SMETTILA UNA BUONA VOLTA, E LASCIA CHE APRO QUESTA… > < Perché non la giriamo e basta? > Propose Shinji. Misato rimase sbigottita, ma le apparve un’idea buona. < VI PREGO, NO MI ABBANDONATE! SENTO SAN BARTOLOMEO E I SUOI ZOCCOLI ARRIVARE! > Rimessa a posto. < Meno male che ci siamo salvati, Signorina Katsuragi .>< Chiamami Misato. >
 
< Da questo momento, le operazioni sono affidate a voi. > Così disse il comandante. < Ikari, abbiamo provato di tutto. Nulla ha funzionato. Pensi di riuscirci? > < E’ per questo che esiste la Nerv. > < Veramente, esisterebbe per sostenere le ricerche scientifiche a livello mondiale. > Tutti si voltarono verso sinistra. C’era un ometto dai capelli grigi ed un baffo folto, chiaramente un occidentale. Avanzò con calma ed un sorriso professionale verso il comandante Ikari. < Comandante Gendo Rokobungi, Vicecomandante Fuyutsuki, è un Onore fare la vostra conoscenza. > E fece un inchino. < Mi scusi, ma lei chi è? > Esclamò il Vicecomandante. L’uomo perse il sorriso di punto in bianco. < Ma come? Non sapete? Ma sono l’Inviato dal CERN, l’Osservatore e il responsabile delle comunicazioni con l’ONU! > < Ah, già, non ve lo avevamo detto. > Il comandante Ikari si voltò, freddo ma anche, ad un occhi attento, molto seccato. < L’ONU ha deciso di porre al interno della NERV un soggetto esterno per curarsi del rispetto dei Trattati Internazionali. E, il suddetto signor… >< Storti. Professore Giovanni Storti. E’ un piacere, comandante Rokobungi! > L’ometto si inchinò, come costume giapponese. Ma l’ennesimo sorriso rimase insoddisfatto: nemmeno un saluto si udì, né un’espressione si poté leggere da quel volto di pietra. Il Comandante si sistemò gli occhiali e passò accanto al Professore Giovanni Storti, schivandolo manco fosse una merda. Lasciandolo lì, con un sorriso spento. Solo il vicecomandante si mostro più gentile. < Fossi stato in lei, avrei rifiutato la proposta di Osservatore alla NERV, Professor Storti. > Giovanni fece un gesto col braccio e rispose. < Ah, se mi dovessi preoccupare di tutti i capi stronzi con cui ho avuto a che fare, avrei mollato il lavoro! > Ridacchiò. Per poi accorgersi che aveva detto questo davanti ai Responsabili della Difesa Giapponese. < No, non mi riferisco a voi. >
 
< Quindi qui lavora mio padre? > < Sì, proprio così. > < Mii, finalmente rivedo lo zio! Bello eh, Shinjino mio? > < Ti prego, fai il favore di SMETTERLA? > < Mii, ma che hai? Non posso nemmeno gioire? > Misato trattenne le mani. Da quando erano ripartiti, alla domanda “chi sei” ha risposto di essere un cugino di Shinji, che era venuto per fare visita allo zio. “Eh, non lo vedevo da anni. Minchia quanto sei cresciuto! Ma ti sei fatto un’ometto! Sei una scheggia! A casa, facciamo qualche tiro, così vediamo se giochi ancora bene.” Aveva sbagliato il cognome, manco sapeva come si chiamava il Comandante Ikari, e peggio ancora se si provava a criticare, piangeva. “Ma cosa hai? Cos’è ti ricordo uno che ti picchiava da piccolo? Perché mi vuoi picchiare” Per non parlare di quando aveva pensato che lei fosse la madre di Shinji. QUESTO POI! “Ma quando arriviamo, lo ammazzo. SI’, L’AMMAZZO!”< Comunque, grazie per aver tenuto il gioco! E grazie per avermi salvato! > < G-grazie. > Disse confuso Shinji, sottovoce come il pelato. Aveva solo annuito imbarazzato alle boiate apocalittiche del pelato. Poi quello disse: < Ma scusa, come ti chiami, piccirill? > < Ehm.. Shinji. Shinji Ikari. > < Ah. Meglio che ti chiamo per nome. SHINJINO BELLO! > Questo lo disse per nome. < Mii, quanto sei diventato grande! > In quel momento, con la gioia di Misato, Aldo tacque. Per la prima volta videro il Terminal Dogma. Lo spettacolo lasciò senza parole tutti. Tranne il pelato. < Così, non lo avevo mai visto! >
 
Ritsuko stava dirigendosi verso l’ascensore. < SCUSI! > Quelle parole risuonarono. SI voltò verso il poveretto che aveva parlato. Si trovò un occidentale col camice e col fiatone, pure vecchio. Anche se aveva un certo fascino. Forse i baffi folti? < Mi scusi, sa dov’è l’ufficio della dottoressa Akagi Ritsuko? > < Ha sbagliato zona, è dall'altra parte. E comunque, sono IO la dottoressa. > A quelle parole, subito l’uomo si ricompose. < Ah. Bene. Professore Giovanni Storti. Piacere. > Ritsuko rimase sorpresa dal recupero veloce. Si era pure aggiustato il camice e ripettinato i capelli e il baffo. Si limitò a un semplice sorriso di formalità. Seguì un silenzio. Giovanni rimase col sorriso professionale. Lei con quello formale. < Beh? > Esclamò Giovanni. Rispose RItsuko. Giovanni si spazientì. < Senta, non cominciamo col gioco degli animali, per favore, che dopo il vostro “beh” sento “muu”! Già sono arrivato e una specie di alieno ha attaccato la città, faccio una figura di merda davanti al Comandante e alla Difesa del Giappone, questo perché quello stronzo maleducato del comandante ha cambiato il cognome proprio mettendosi quella della moglie, adesso manco sapete perché sono qui! Ma avete pensato che l’ONU mandasse un’Osservatore che “osservi” se rispettate i patti? Scusate, questa è la famosa Cortesia Giapponese? Mi inchino e nemmeno rispondete? Ma siete dei bastardi! Eppoi che cazzo sono questi angeli? Io Michele e Gabriele non li ho visti! > Alla parola “bastardi”, l’ascensore davanti a cui sostavano si aprì. < Ritsuko, che ci fai qui? > Solo dopo la discussione, Misato volle aprire bocca. Ritsuko si voltò. Seguita poi da Giovanni. < Ehi, siete l’agente inviato a prendere il pilota dell’Eva? > Misato rimase di sasso a vedere questo emerito sconosciuto, ma annuì. < Finalmente una buona notizia! Almeno il vicecomandante da informazioni. Entriamo dottoressa! > Disse, prendendo Ritsuko per il fianco. Entrarono insieme. Una a disagio. < Forza, partiamo per… Dove si preme? >
 
< Sono la dottoressa Ritsuko Akagi. > Si presentò lei. Ma si trovò ignorata. E confusa. < Mii, grazie. Grazie per avermi salvato la Vita! > < Dai, non stringere, mi… > Shinji si trovava abbracciato, o meglio stritolato, dal pelatino, che pure piangeva di commozione. Shinji era confuso davanti a quel uomo. Eppure si sentiva…Felice? Era la prima volta che uno lo ringraziava, e seppure fosse un idiota il tipo, era sincero. < Senti, pilota, molla il ragazzino! > A staccarli fu Giovanni, col tono professionale. Si rivolse a Shinji. < Come ti chiami, figliolo? > Shinji rispose: < Shinji, Shinji Ikari! > Rispose sorridendo. < Grande Uomo, il Comandante! E sì! Duro, ma con a cuore gli Interessi del Mondo! Ah, sapessi quanto lo stimo! > Poi si rivolse al pelato. < E ora facciamo i conti, tu e io. Ma ti sembra il modo? Nasconderti dietro un ragazzino? Ma sei un coniglio? > < Dottoressa, qua il pilota comincia male! Che poi, come li scegliete? Capisco che voi riflettete e comprendete meglio, ma qui dovete averci riflettuto troppo! Questo può solo… > < Il pilota è il ragazzo. > Rispose Ritsuko. Giovanni si voltò verso Shinji. Lo squadrò. Poi rise. < Cosa? Questa è nuova! Dottoressa, sapevo che avevate creato il Magi System, ma che eravate spiritosa… > Sguardo serio. Giovanni si rivoltò verso Shinji. Poi verso Akagi. Poi verso Shinji. Poi verso Akagi. Shinji era confuso come pochi. < Cosa? QUESTO TOPORAGNO? MA STIAMO SCHERZANDO? MA CHE SIAMO, IN CONGO? MA QUESTO NON SA UN CAZZO DI PILOTAGGIO! MA FACEVATE PRIMA A CHIEDERE A QUESTO EBETE QUI! QUESTO MARMOCCHIO AL MASSIMO SAPRÀ GIOCARE AL GAME BOY, E GLI FATE PILOTARE UN ROBOT? > < Scusa, ma sei pilota? > < E LA SMETTA LEI! CHE CI FA QUI? > < Vorrei saperlo anche io. >
 
Scesero. < Tu vieni con me e non ti staccare! E tu, coso, toporagno… >< Si chiama Shinji! > Dissero all’unisono Misato e il pelato. < Sì, Shinji, stammi attaccato anche tu! Qua il comandante deve una spiegazione! Viola la Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo, e nessuno dice niente? Sarete pure giapponesi e avrete i Gundam, ma quelli vanno bene nei manga, non… > < MII, MA TI STACCHI DA LUI? NON VEDI CHE E’ CONFUSO? > Giovanni si voltò verso Shinji. Eccome se era confuso. “Pilota? Come Pilota? Di cosa stanno parlando? COSA STA SUCCEDENDO?” < Shinji, > Disse Misato, con tono fermo e dolce allo stesso tempo. < Stai calmo. Va tutto bene. > < MA VA TUTTO BENE UN CAZZO! MA SCUSA, HA FIGLI LEI? QUEL RAGAZZO E’ SPAVENTATO, ALTRO CHE! E DEVE PILOTARE UN EVANGELION? MA SIAMO DEFICENTI? QUELLO AL MASSIMO PUO’ GUIDARE IL MOTO… > Si accesero le luci. Shinji fece un salto all’indietro. Giovanni rimase a bocca aperta. < Questa… Questa è… > < Sì, professore. E’ l’Unità Evangelion 01. > Si vedeva solo la testa. Immensa, maestosa. Un capolavoro di ingegneria, e secondo alcune voci anche di biologia. < E’… è… > Giovanni diede uno scappellotto alla nuca del pelato. < Ma sai cos’è questo? E’ un’Unità Evangelion, una delle più grandi invenzioni della storia! > < Shinji. > A quella voce, tutti alzarono la testa. Il Comandante Ikari era lì.
 
< Ah, Comandante. > Esclamò Giovanni. < La stavamo giusto cercando. Ci sarebbero alcune cose… > < Shinji, Sali sull’Eva. > Questo. Nulla di più. Parlò. Disse questo. E nulla di più. Shinji posò lo sguardo. Misato lo guardò addolorata, ma con un’espressione seria. Giovanni invece…< Ma come? Come sarebbe? E’ un ragazzino, questa è una violazione del codice della Dichiarazione… > < Signor Storti, stia zitto. > Esclamò Ritsuko. < E no eh, E NO EH! GUARDI CHE SONO UN UFFICIALE DEL CERN E DELL’ONU, NON SI PERMETTA DI… > < E’ l’unico capace di guidare lo 01. > Rispose gelida la donna. Giovanni rimase a bocca aperta. < Quindi lui è l’unico… > < Ma che state dicendo? Che vuol dire? > < Sei l'unico che può farlo. Pilota l'Eva. >< NO! > Le parole risuonarono per tutto il Dogma. < Mi hai chiamato solo per questo? Mi hai detto di venire solo per questo? Solo PER MORIRE? > < BRAVO! Ah, almeno qualcuno ha un pò di... > < Sì. Mi servi per guidare l’Eva. > < Ma questo è bastardo. Bastardo dentro. > < Shh, che cazzo dici? Anche se a pensarci… > < NO! NON LO FARO’! > < Allora non ho più bisogno di te. I codardi sono inutili in una battaglia in cui è in gioco il destino degli uomini. > Ultime parole. Shinji calò gli occhi. I due sconosciuti erano scandalizzati.”Ma Brutto pezzo di merda! Ma è suo figlio!” A modo proprio. < Scusi, comandante, > Esclamò Giovanni. < Per quanto sia contento di non vedere il vostro topo… figliolo pilotare l’EVA, credo che esistano metodi più consoni per… > Gendo non lo ascoltò. Accese lo schermo, per parlare con il suo vice. < Fuyutsuki, chiama Rei. > < Subito. > Lo schermo divenne grigio. < Signor Ikari? > Gendo aprì bocca. Ma non disse niente. Aveva ricevuto una scarpa in testa.
 
< VAFFANCUULO! > Ritsuko, Misato, Giovanni e Shinji erano a bocca aperta. Fossero stati dei manga, la mandibola avrebbe toccato terra. < Ma… Ma… > < Si rende conto di cosa ha fatto? > < Oddio! Che cazzo fai? Ma era il Comandante… > < Sì, il Comandante della Nave dei Bastoncini Findus! Sto pezzo di merda manco sa trattare bene suo figlio. Ah, per la cronaca, SEI UNO ZIO DI MERDA! NON SEI UN CAZZO, NON VALI UN CAZZO! STRONZO, SFRUTTATORE, POSSANO VENIRTI LE EMORROIDI!! > E lanciò l'altra scarpa. Che colpì di nuovo il comandante, che per la prima volta nellla storia lo si sentì imprecare. < PORCA PUTTANA, LA TESTA! CHI MI HA LANCIATO DELLE SCARPE? IO TI AMMAZZO! TI RIBUTTO NELLA FOGNA DA CUI VIENI, LURIDO STRONZO! E VOI IDIOTI, PORTATE REI QUI! > < Che cazzo è una Rei? > Detto tutto, Aldo si rivolse a Shinji, che era passato dal dolore e dalla chiusura allo stupore. Aveva visto suo padre ricevere una scarpa in testa? Anzi, due? Lo vedeva a terra, dolersi la testa, e pure con un po’ di sangue e urlare per il dolore. Cosa era, un sogno divenuto Realtà? Non poté ragionarci su. Si trovò quel uomo strano davanti e stringergli le spalle. Con gentilezza e allo stesso tempo forza. < Senti, Shinji, non dare retta a quello stronzo! Tu sei tutto tranne che inutile! > A quelle parole Shinji perse tutta la sorpresa. Solo un immenso grigio gli coprì il viso. < Non sono capace di fare niente. Non riesco a… > < MIII; MA SMETTILA DI FARE IL MINCHIAAA! > Sarà stato il tono della voce stridulo, sarà stato il fatto che lo strattonava per le spalle come fosse un bambino, fatto sta che per la prima volta si trovò a perdere la sua tristezza. < Non è veeeroo! Mi hai salvato il culo! M’hai fatto uscire da quella trappola cinese di quella donna lì! > Si permise un occhiolino. Misato trattenne il vomito. < E mi hai tenuto corda sempre davanti a quella bonazza! > Secondo occhiolino. Altri conati per la mora. < Eppoi guardati, piccirill’! Se esci da qui, ti faccio un corso su come essere fighi, e ti giuro che intingi il biscottino! > < Tu? Per favore! Senti, tosato, qua hai a che fare con un Casanova, dopo questo casino… Ma che cazzo! SCUSATE MA QUEL RAGAZZINO E’ MINORENNE, AL MASSIMO POTETE FARGLI PILOTARE IL MOTORINO! CIOÈ’, MONTALBANO DEFORME SAREBBE MILLE VOLTE PIÙ APPROPRIATO! > < Scusa che vorresti dire? > Tutti tacquero quando, da un’ascensore che manco sapevano fosse lì, uscirono degli infermieri con una barella. Dalla barella si alzò una ragazza, una ragazza dai capelli azzurrini e la tuta bianca, con delle fasciature. < Ma sono naturali? > < Ovvio che no! Sti ragazzi, con le loro… No. Ma quella è un Plug Suite! > < Un che? > < La divisa dei piloti… E No, EH! E NO, EH! MA QUI SIETE TUTTI SCEMI! > E così Giovanni corse dove c’era la ragazzina, stringendola e cercandola di rimettere sulla barella. < MA QUESTO CHE POSTO E’, IL CONGO? MA IO VI DENUNCIO TUTTI! ANCHE LEI BRUTTO STRONZO DI… > Una scossa smosse la terra. Giovanni perse l’equilibrio, ma riuscì ad impedire che la ragazza cadesse a terra e si facesse male. < Ma la ragazza sta male! Ma riportatela in infermeria! Ma chi ha scelto dei marmocchi per guidare degli EVA, Topo Gigio? > < L’Istituto Marduk. > Rispose Ritsuko. Giovanni rimase inmpietrito. < E comunque, Shinji, se non Sali sarà Rei a salire. > Shinji e il pelato stupefatti. Shinji la guardava con occhi stupefatti. Ma non Ritsuko. Ma quella ragazza. Rei, probabilmente. Le ricordava sua madre. Stranamente. < E’ carina, eh? > Disse il tipo. Shinji divenne rosso. < Eh, sei arrossito! Comunque, è meglio che sali. Altrimenti fanno salire lei. > Ed in quel momento, il faccione buffo del uomo divenne serio. E così anche quello di Shinji. “Non devo fuggire. Non devo Fuggire! Non…”< Perché parli da solo? > < Cosa? > < Guarda che se vuoi scappare, posso sempre…AAAH! AAAHH! MOLLA L’ORECCHIO, ME LO STRAPPI! > < Se accadesse sarebbe una bella notizia! Ah, Shinji, > Misato, tenendo l’orecchio del pelato.< Puoi farcela! Anche io credo in te. > < Visto? Mica sei solo, hai pure la bon… MIII, CHE DOLOREEE! > Shinji rise di gusto davanti a quella scena. Per la prima volta era rincuorato. SI voltò dove c’era il padre. Sarà stato il vederlo che si reggeva la testa con dolore, sarà stato il vederlo in ginocchio che cercava di alzarsi, saranno state le urla del Professore Giovanni che strepitava verso il Comandante, ma per la prima volta lo guardò con forza. No. Stavolta non sarebbe fuggito. < Guiderò l’EVA! > < SII’! > < MINCHIA SII?-AHIA! > < MA COSA DICI, PURE TU? MA DOVE CREDETE DI ESSERE, IN MAZINGA? > < Ha una visione molto stereotipata di noi giapponesi, dottore, sa? > < Bene… AHIA! NOO! > Tutto si concluse col tuffo nel LCL del Comandante, colpito di nuovo, stavolta da un cellulare. < Comunque, come ti chiami, pelatone? > Chiese Misato, tenendolo per le orecchie. < Se mi levi queste tenaglie, forse lo dico! > Era partito. Era a bordo dell'EVA. < Certo che essere immersi nell'aranciata... > Il pelato guardò fisso Giovanni. < E' come fosse nella pancia della mamma! > < Se lo uccido è un crimine? > < Le scimmie sono animali. Rari, ma non è grave ucciderle. > < Guarda te che sembri un gibbone! > < No ha tutti i torti, professore. > Mentre Giovanni apriva la bocca per criticare Ritsuko, Misato e Aldo guardarono preoccupati l'Eva. "Shinji, non morire!"
  
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