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Autore: RaidenCold    02/02/2017    2 recensioni
Ciao a tutti e benvenuti nel mio delirio! Questa storia fa parte di un progetto creato da me e Mfelewzi, che si chiama "Tel chi el Eva" , quindi sul suo profilo troverete l'altra metà del progetto - diviso comunque in 2 episodi indipendenti l'uno dall'altro.
La storia: Neo-Tokyo 3 è attaccata dai temibili angeli, e tre valorosi (ma anche no) giovanotti sono chiamati a difenderla!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gendo Ikari, Kaworu Nagisa, Misato Katsuragi, Nuovo personaggio, Ritsuko Akagi
Note: Nonsense, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Shiobani dormiva nel suo letto, ignaro di quel che stava per succedergli: Harudo entrò lentamente, e con gli occhi gonfi di lagrime. Chiuse la porta a chiave e senza farsi udire, si avvicinò al suo amico appisolato; dopodiché si sedette accanto a lui e…

“Porca di quella troja!” - urlò Shiobani si svegliò alzandosi in piedi di scatto alla vista dell’amico in mantellina nera:

“Sono il conte Giaaacula miiiinghia!”

Shiobani buttò l’amico fuori dalla porta:

“Ma vai a cagare… te i tuoi film horror.”

Harudo se la rideva intanto, aveva pianto dal ridere al solo pensiero di quel suo scherzo.

 

Yakomu intanto, era stato condotto dal comandante Ikari nel terminal Dogma:

“Comandante ma è sicuro?”

“Certamente.”

“Mi scusi… in effetti non dovrei dubitare dell’operato di un uomo tanto risoluto come lei!”

“Yakomu, niente lecchinaggio per favore.”

Giunsero dinnanzi a Lilith:

“E quindi ora?”

Con una spinta il comandante buttò il povero Yakomu addosso a Lilith, che lo risucchiò; le ultime struggenti parole del baldo giovine prima di scomparire furono: “Porca troiaaa…”

 

“Siamo sotto attacco!” - gridò Misato dalla console di comando, e tutta la base si mise in allerta.

Shiobani entrò di corsa nella stanza:

“Ma che succede? Pensavo che l’ultimo nemico fosse quel ragazzino che ho amorevolmente eliminato!”

“Harudo dov’è?”

“Non so Misato, si sarà perso…”

“Come si è perso?!”

Misato corse via e Shiobani fece spallucce, dopodiché si recò a bordo dello 00 per affrontare la nuova minaccia.

Harudo si aggirava spaesato tra i cunicoli della Nerv:

 

“Mi sono perso, morirò qui aiuto!”

Seguendo i suoi lamenti, Misato riuscì infine a trovarlo:

“Forza muoviti, siamo sotto attacco!”

Harudo rifiutò la mano di Misato scacciandola via e scoppiò a piangere (?):
“Perché mi tratti così, ti ho fatto qualcosa?! Ti ricordo qualche tuo compagno che ti ha picchiato da piccolo?!”

Misato si mise la mano sulla faccia guardando al cielo, dopodiché si preparò a calmare quel pianto inconsolabile…

 

Shiobani, a bordo dello 00, si trovava davanti i suoi nemici:

“Questa… è la serie Garpez!”

“La serie Garpez?” - domandò Ritsuko – che aveva assunto temporaneamente il comando – dalla radio.

“Sì proprio loro.”

“E quanti sono?”

“Nove?”

“Sì, nove: Sarrino, Futigaiu, Panella, Sicùrricun, Appino, Businilla, Parrignalala, FRANCO, e Fulmine…”

“Fulmine perché è il più veloce?”

“No è una merda, si chiama così perché una volta lo ha colpito un fulmine ed è rimasto storpio.”

“Pensi di farcela Shiobani, a batterli da solo?”

Shiobani sbuffò:

“Ho bevuto il mio famoso estratto di rape, nessuno può fermarmi!” - ed infine si gettò in mezzo alla mischia al grido di Cazzotti dietro le orecchie!

 

Intanto Gendo osservava sgomentato Lilith trasformarsi in un Yakomu gigante con il medesimo body nero del suo Garpez:

“Non è così che doveva andare, il potere di Tafazzi doveva catalizzare Lilith, non inglobarla!”

Infine l’angelo Tafazzi si alzò gigantesco a maestoso, e Gendo vedendolo penso al da farsi:

“Capisco… le lancette dell'orologio non possono tornare indietro. Però, è possibile forzarle in avanti con le proprie mani.”

“Ma che cazzo di proverbio è?!” - gli urlò la testa gigante di Yakomu in lontananza.

 

Convinto infine a salire a bordo del Garpez 01, Harudo si precipitò sul campo di battaglia, ma ciò che vide fu terribile: un gigantesco Yakomu che assorbiva lo 00 di Shiobani.

Così, Tafazzi cambiò ancora di forma raggiungendo un nuovo stadio, quello di divinità.

Imponente e maestoso, si ergeva con i suoi folti capelli a punta sopra il mondo intero:

“Io sono PDOR, figlio di Kner, delle tribù degli Ishtar!”

Harudo urlò, pensando che fosse davvero la fine del mondo, e sentendolo Pdor gli si avvicinò:

“Mortale, tu sarai l’arca della salvezza per l’umanità!”

Infine il dio inglobò lo 01, ed il Garpez Impact poté avere inizio.
“Dove sono?” - si domandò Harudo guardandosi attorno: tutte le anime delle persone sguazzavano in un mare rosso attorno alla terra, dopodiché riconobbe in mezzo ad esse un gruppo di napoletani intenti a ridere, danzare e cantare, ed attirato da un profumino di pasta con le sarde, si unì a loro, che in suo onore fecero un bacile di pasta nel quale egli poté buttarsi dentro…

Poco dopo, Harudo si sentì tirare fuori, e quando riaprì gli occhi vide Shiobani che lo guardava con sguardo austero:

“Ma cosa fai, è la fine del mondo e ti metti a nuotare nella pastasciutta?”

“Erano anni che non mi divertivo così…” - rispose sconsolato, quasi con le lacrime agli occhi.

Shiobani si voltò e vide Yakomu che guardava mogio mogio a terra:

“Yakomino, ma hai causato l’apocalisse?”

“Sì, ma niente di serio…”

Shiobani fece spallucce:

“Comunque ora la decisione spetta ad Harudo: che ne sarà delle persone? Rimarremo in questo mare infinito dove siamo ovunque e da nessuna parte allo stesso momento? Dove non esiste la sofferenza?”

“Dove quei napoletani non hanno un cazzo da fare tutto il giorno!”- aggiunse Yakomu.

Harudo chiuse gli occhi, prese un respiro ed infine guardò all’orizzonte con aria fiera e regale:

“Durante il Garpez Impact, la fine del mondo… SE quest’uomo…

e quando dico SE, intendo quest’uomo… e viceversa! Se quest’uomo, dovesse trovarsi nel mare delle anime…

e SE, queste anime, vane, figlie dell’inettitudine, incapaci di tagliare i peperoni e di grattuggiare il pane… SE esse ti condannano a vivere un’eternità ignobile senza peperonata…”

Harudo prese fiato e con stoico coraggio gridò:

“…E’ FINITA!”

 

I tre si risvegliarono in riva al brillante mare rosso, sotto un cielo stellato; in lontananza, i tre Garpez conficcati nella sabbia.

Shiobani si rialzò serio:

“Ecco, lo sapevo, abbiamo mandato tutto a puttane!”

“Ma non dire così, eravamo confusi…” - tentò di consolarlo Harudo.

“Dai oh succede, andiamo a cercare gli altri piuttosto.” - disse Yakomu mettendosi in mezzo ai due. Harudo orientò lo sguardo all’orizzonte:

“Sapete però? Una cosa l’ho imparata da tutta questa storia.”

Shiobani e Yakomu gli chiesero che intendesse:

“Ogni mattina, a Neo-Tokyo 3, un angelo si sveglia morto.”

“Morto?” - domandò Yakomu.

“Già morto, perché si vede che non stava molto bene il giorno prima. Comunque, sempre a Tokyo 3, quando sorge il sole, un Garpez si sveglia e si mette a correre, per evitare di fare la fine dell’angelo che è morto il giorno prima… poi correndo vede che c’è un angelo morto il giorno prima lì, e visto che «Cosa corro a fa’? Mi fermo e gli do’ due mozzicate così acquisisco il super solenoide.». Comunque, dove voglio arrivare? Non è importante che tu sei un Gundam o Mazinga, l’importante, è che se muori me lo dici prima.”

Udite queste toccanti parole – non dico dove toccassero però – Shiobani e Yakomu si incamminarono alla ricerca di forme di vita intelligenti.

Harudo allora cominciò a correre.

   
 
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