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Autore: DeadlyNadder 92    02/02/2017    1 recensioni
Sono passati mesi, ormai Astrid e Bruta sono al corrispettivo del nono e ottavo mese di gravidanza.
Le cose a Berk vanno meravigliosamente, eccetto qualche piccola litigarella tra Moccicoso e Bruta che andava a finire nei migliori dei modi.
Straordinario è l'avvenimento che anche se la ragazza era incinta riuscivano sempre a trovare modi particolari per fare l'amore.
Diciamocela tutta, anche Hiccup e Astrid non si risparmiavano ma tutto quanto in certi parametri. Era quasi arrivata al termine della gestazione e Hiccup voleva evitare qual si voglia danno fisico sia hai figli che alla donna amata.
Cinque anni dopo,Tufo e Hel si frequentano ancora. Sembrano essersi aiutati a vicenda nel migliorarsi.
Pensate che ora Tufo si dimostra per quello che è senza alcun timore!
Gambedipesce e Vör pensano ancora in un futuro insieme. Le loro insicurezze sono molte, ma si aiuteranno a superarle e fortificarsi.
Stoick e Valka? Beh, loro sono ancora a Berk e ci rimarranno per tanto altro tempo.
Skaracchio invece? Forse avrà trovato l'amore, chi lo sa.
Una cosa è certa....Alcuni di loro non si conosceranno mai abbastanza.
Allert: Sporadici spoiler su Dragons: Race to the Edge.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Intanto su Berk, in sei ore precise, il Terribile Terrore arrivò puntuale planando davanti al naso di Hiccup che attendeva spazientito risposta dalla sua guerriera.
'Non ti preoccupare, sta bene, lo sai com'è fatta!' lo rassicurò Astrid, ma il Capo proprio non ne voleva sapere. Era pur sempre in mano a Dagur, un ex nemico divenuto amico per poi i
inspiegabilmente tornare momentaneamente nemico.
Non appena vide il foglio arrotolato e legato sul corno della piccola creatura, il giovane si chinò per prendere la pergamena e ringraziarlo del lavoro appena svolto.
Intorno a lui, ormai, si erano riuniti tutti quanti in attesa di udire le parole che Vör aveva scritto. 
I più preoccupati in quel momento erano Gothi, Stoick e Valka. Era pur sempre loro nipote, andavano capiti!
 
"Cosa dice?"
 
"Sbrigati Hiccup!"
 
"Capo datti una mossa, se sei lento così anche nella vita separata dal ruolo di Capo allora Astrid fa in tempo a trovarsi un altro!"
 
"Che. Non. Sarai. Tu."
 
"Certo che no, chi la vuole Astrid quando ho te, zuccherino mio adorato!"
 
"Tacete voi due e trovatevi una stanza! Abbiate rispetto almeno per i bambini che dormono. Semmai dovessero svegliarsi e sentire certe cose sono certa che ripeterebbero e, questo, non va bene!
E tu Hiccup, ti prego, datti una mossa!"
 
"State calmi tutti quanti, per favore."
 
"Come sta Dragonsdóttir?"
 
La voce di Hel risuonò cupa all'interno della stanza.
Al suo fianco Tufo andò a porre nuovamente la domanda a cui non venne data risposta dai presenti.
Sembrò essere uscita dalle profondità terrene, dove il Regno dei Morti veniva scosso dall'imponenza della sua Sovrana, Hel.
Tutti rimasero a guardarla in silenzio, la sua pelle sembrò essere di due tonalità diverse, come se da un lato stesse divenendo scura... fortunatamente quell'impressione era dovuta solamente all'ombra proiettata del marito che la stringeva per mano.
 
"La lettera dice:
Sto bene, non vi preoccupate.
Andremo direttamente all'Isola delle Dèe, Dagur mi accompagna li e mi aspetterà per riportarmi a casa insieme a Gambedipesce, Gustav, Curvazanna, Patatona e Occhidifalco.
Non mi ha fatto nulla, è rispettoso e non insistente, anzi.
Si è rivelato un ottimo conversatore ed è riuscito a farmi sentire a mio agio, abbiamo parlato di tutto e di più. 
Mi ha portata in tante Isole che distano una a due ore da Berk, un'altra da tre e l'ultima da quattro. Sono bellissime!
Ho anche trovato alcuni draghi nuovi e erbe medicinali, pazzesco non è vero?
Dagur è stato molto gentile, mi ha fatto da dono alcuni abiti che ha cucito a mano. Vi stupirete nel sapere come ha preso tutti i miei gusti, dai più pudici a quelli più svergognati! No, non leggere questo davanti a tutti, ti prego! Mi vergogno! 
Oh Thor, cosa cielo ho detto... Ti prego cancella dalla memoria di tutto questo, di che ti sei sbagliato, che sei stanco, che ho scritto più svariati e non quello!
Ma perché mi affanno così tanto? Tanto è inutile, ora tutti lo sapranno... Che figura da idiota ho fatto, beh, almeno spero di avervi fatto ridere!
Sono riuscita a chiarire la situazione a concluderla nel migliore dei modi.
Torneremo in nottata, e sarò sana e salva.
Nota: Guai a te, Hiccup, se leggi queste ultime righe a tutti.
Prepara un Contratto di Alleanza tra i Berserker e gli Hairy Hooligans, abbiamo la loro protezione su ogni aspetto.
I dettagli li detterò in presenza di entrambi, a tavolino."
 
Il gruppo tirò un sospiro di sollievo, una successiva risata venne esposta alla luce delle parole della vichinga che, in quel momento preciso, insieme a Dagur, stava varcando il suolo Divino.
'E' sempre uguale, non cambia mai.' andò a confessare improvvisamente Hel soffocando a stento alcune risate. Si stupirono di come d'un tratto la Thorston sembrò aver dimenticato la lite con Vör. Ma tutto cessò non appena Bruta andò a chiedergli se era tutto passato con l'assente, la risposta fu un secco no.
Stoick rise più del solito, si stupirono anche di questo.
Forse più per quel che disse durante la risata.. Quel semplice commento a riguardo del fatto che Vör riuscisse ad ottenere risultati in tempi brevi a differenza degli anni che impiegava lui. 
Commento che fu concordato anche da Astrid per quanto riguardasse il marito!
 
 
 
"Sono preoccupato..."
 
"Per cosa, scusa?"
 
"Come per cosa?
Snotra ha appena detto che sono morte diverse persone dentro a quel bosco e sono passate tre ore da quando Gambedipesce è entrato li!"
 
"Gustav, tesoro, non ci pensare."
 
"Raccontami ancora di Berk!"
 
"Ancora Hlín?
Non è che vuoi sapere di qualcuno in particolare?"
 
"Di questa Valka, di Drago Bludvist, della Grande Bestia Selvaggia e di Eret!"
 
"Soprattutto di Eret, mh Hila!"
 
La fanciulla dai capelli castani distolse lo sguardo verso Snotra che rimaneva ferma e in piedi davanti all'entrata della foresta.
Da quando l'Ingerman aveva messo piede nella foresta non si era spostata neanche di un millimetro dal suo posto.
La mora Fulla sospirò profondamente, una piccola gomitata assestata al fianco del futuro marito e questo subito incominciò a parlare a ruota libera su quei argomenti che richiese la Dèa.
Dèa che non appena udì la voce del Larson subito si mise composta seduta su una roccia ascoltando attentamente ogni singola parola.
E fantasticava, Hlín, su come potesse essere fisicamente questo fantomatico Eret. Con i suoi capelli neri legati, i tatuaggi sul volto, i muscoli, la pelle segnata da cicatrici e gli occhi magnetici. 
E sognava, Hlín, su come potesse conoscerlo senza che Snotra la scoprisse.
Con la segretezza di una ladra, con il piano più folle e pazzo che mai le fosse saltato in mente e con il cuore in tumulto come ben rare volte le accadeva.
Passarono lunghissimi minuti, minuti in cui la castana aveva raccolto il volto tra le mani guardando Gustav che parlava ancora con aria sognante.
Espressione che lasciò intendere apertamente a cosa stesse pensando, che lasciò leggere spudoratamente i pensieri e le idee che si stava facendo sull'attraente Eretson. 
Un fruscìo di fogliame attirò l'attenzione di tutti i presenti, un flebile rumore di passi farsi largo nella foreste che andò ad echeggiare sordo alle orecchie dei presenti.
Il delicato rumore di un bastone accompagnare quei passi e degli acuti borbottii dire qualcosa di incomprensibile all'udito.
Era una voce roca, stanca, troppo anziana per essere quella del giovane Gambedipesce che lentamente usciva allo scoperto.
Degli ululati scoppiarono come un incendio improvviso mentre un gracchiare interrompeva il silenzio più totale.
Le tre Dèe guardarsi in silenzio, il cuore tremare e l'anima vibrare all'unisono per pronunciare la stessa identica cosa.
Si alzò Hlín, che si affiancò immediatamente a Snotra mentre veniva raggiunta anche da Skuld e Fulla che andò a stringere il polso alla rossa.
 
"E' qui..."
 
Gustav si grattò la testa, i suoi occhi si portarono su Curvazanna che, come lui, era all'oscuro di quello che stava accadendo.
Eccolo.
Dopo tre ore e quaranta minuti di pura preoccupazione, Gambedipesce si mostrò nuovamente a tutti.
La borsa, visibilmente appesantita, pendeva faticosamente di lato lasciando capire che al suo interno custodiva qualcosa di prezioso.
I suoi passi si fecero sempre più pesanti sino a portarlo alla luce del sole. 
Quel sole che timidamente splendeva alto nel cielo, quel sole che fece vibrare di luce propria l'arma che l'Ingerman impugnava saldamente. Impavido di quanto pericolosa e potente potesse essere.
Fece altri passi.
Eccolo fermarsi davanti a loro, il capo alzarsi e la barba divenire come argento alla luce che si sprigionava in quel posto. 
Gli occhi, di quel verde smeraldo, rivelarono alle tre Dèe; o quasi tutte; un presagio positivo che da tempo attendevano.
Snotra strinse le mani a Fulla e Hlín, un sorriso tirato e fintamente tranquillo si manifestò sulle sue vermiglie labbra. 
 
"Gambedipesce degli Ingerman, sei il primo in almeno 160 anni che è riuscito ad uscirne vivo.
Dimmi, ora, hai recuperato tutto quello che ti è stato richiesto?"
 
"Osate per caso dubitare di me, Snotra degli Ǽsir?"
 
La voce di Gambedipesce si manifestò impetuosa, capace di scuotere l'intera foresta che sembrò cadere foglia dopo foglia. 
La donna trasalì, lasciò le mani delle due Dèe e afferrò tra le mani la cartella contrassegnando con una mastodontica X la riuscita della prova.
 
"Gambedipesce, sei tornato vivo!"
 
"Non potevo abbandonare Vör per nulla al mondo."
 
"Quella è la sacra lancia di...."
 
"Odino...."
 
A quel nome, il biondo vichingo si voltò di scatto verso Hlín.
La ragazza abbassò lo sguardo imbarazzata, lentamente però lo fece risalire verso il Capo che dando un paio di colpi di tosse richiamò a se l'attenzione di tutti. 
Gambedipesce si tolse la borsa e la porse delicatamente a Fulla che la prese senza porre la minima domanda. L'unica cosa che disse fu un sussurrato 'Grazie' udibile unicamente da lui.
 
"Le statue sono all'interno della borsa, le ho fasciate in delle foglie così che non si rovinassero."
 
"La lancia.
Come l'hai trovata?"
 
"Non l'ho trovata.
All'interno della foresta mi sono accorto che sulla corteccia di otto alberi ci sono delle linee. Se le si uniscono formano tre triangoli che si incastrano tra di loro; proprio al centro, ho sentito come una vibrazione. Sembrava come se la terra si stesse spezzando a metà sotto i miei piedi, per intenderci. 
E...
Ecco, ho seguito quella vibrazione e quando mi sono accorto che proveniva da dentro un albero non ho esitato a cercare una apertura per tirarla fuori.
Ad essere sinceri non sapevo che fosse proprio in quel punto la mia fidata Gugnir, ho solamente seguito il suo richiamo.
Non ho rotto nessuna corteccia, ho solamente visto un incavo nascosto da delle foglie e l'ho usato a mio vantaggio.
Per orientarmi ho scritto tutto il tracciato che ho fatto da quando sono entrato, poi ho diviso la zona in sezioni e le ho controllate una a una. 
La prima statua, quella di Frigg si trovava nella parte più oscura della foresta; a nord-ovest dalla zona 16. Bisognava trovare un modo per tirarla fuori da un cespugli di rovi, era abbastanza facile. Aggirare il problema, nulla di più!
La seconda statua, quella di Freyja si trovava nella parte più luminosa della foresta; a sud-est della zona 23. Anche qui la cosa era semplice. Sono dovuto passare dentro ad una grotta sorvegliata da un orso, l'unico problema era uno solo... era in letargo e la cosa era abbastanza facile. Fortuna che a complicare le cose ci si sono messi due massi franati dalla grotta. Uno è caduto davanti all'entrata, io odio il buio, mentre l'altro mi ha sbarrato la strada.
E qui subentra la parte difficile.
Ho dovuto scavalcare il masso stando attento a non rompere la prima statuina. Ironia della sorte quando l'ho superato, beh, tadhan.... un fiume.
Allora mi sono tolto i stivali, attraversato il fiume e rimesso gli stivali, percorso qualche altro metro sino a raggiungere un albero dalle foglie rosse; ho scavato sotto le sue fronde proprio dove un raggio di sole era più intenso delle altre parti.
Così l'ho trovata.
A dirla tutta ho impiegato due ore, le restante due ho esplorato il luogo e ho raccolto alcune erbe che saranno utili a Vör e a Gothi e anche qualche sassolino di degustazione per Muscolone e Patatona."
 
"Tu ci hai fatto preoccupare due ore in più solo per raccogliere delle erbe?"
 
"Si, perché?"
 
"Ti rendi conto quando ci siamo spaventati quando non ti abbiamo visto arrivare entro la terza?"
 
"Mi dispiace, ma dopo aver pensato alla sfida ho deciso di pensare anche alla mia donna. Quando torniamo a Berk voglio farle una sorpresa e, con questo, vuol dire che gliele farò trovare tutte quante catalogate con i loro nomi e le proprietà che hanno."
 
"Come hai affrontato Geri e Freki?"
 
"Non li ho affrontato.
Cioè si, ma al tempo stesso no.
Abbiamo impiegato diversi minuti per capirci, ma alla fine questi due lupacchio--- Va bene, non vi chiamo più così ora smettetela di ringhiarmi contro!
Dicevamo?
Ah si!
Alla fine questi due lupi hanno capito che non ero pericoloso tanto che hanno accettato il cibo che gli ho dato."
 
"Tu avevi del cibo con te?"
 
"No, durante il percorso ho trovato della frutta e degli animali morti. 
Gli animali li ho sepolti nelle zone in cui li ho trovati, la frutta invece l'ho portata con me. 
Certo, sono carnivori ma hanno comunque accettato delle more e delle fragole. 
E, ecco, si... ho allungato le mani verso di loro e loro sono venuti sotto di essa permettendomi di accarezzarli.
Quando abbiamo stretto amicizia gli ho chiesto di rimanere li, ma loro testardi mi hanno seguito di nascosto. Quello che non si vede, si sente.
Sono davvero due bellissimi esemplari, difficili ma bellissimi."
 
"Gambedipesce degli Ingerman, sei pronto per una delle tre prove finali."
 
"Snotra, non crede che possa bastare?
Sarà di sicuro stanco, dovrà riposarsi."
 
"Questa volta a dover tacere sei tu Fulla e non Hlín.
So io cosa devo fare, quando devo smetterla e quando devo continuare.
Quando ho detto che deve affrontare la prima delle ultime tre, è cosi. 
Mi hai capito?"
 
"Quale sarà la prossima?"
 
"Quanto equilibrio possiedi?"
 
"Ehwn, non molto."
 
"Ma che dici!
Quando eri Thor Spaccaossa saltavi dai tetti e atterravi in perfetto equilibrio sul suolo!"
 
"Li era una cosa, qui è decisamente diverso Gustav.
Da queste tre ne va la possibilità di sposare Vör. Non mi interessa quanta stanchezza provo o quanto stress sto accumulando, devo farle tutte entro domani. 
Il sole sta calando, tra un paio di ore è sera e tra tre è notte.
Quando lei rientra voglio stare li a darle in bentornato.
Quindi muoviamoci e andiamo!"
 
Il vichingo oltrepassò con determinazione il gruppo mentre le coppie di lupi e corvi gli andavano dietro passo passo.
Hlín e Fulla si guardarono senza dire nulla, Gustav sospirò seguendolo silenziosamente; al suo fianco anche Curvazanna che scuoteva il terreno con i suoi passi mentre la piccola guardiana osservava con occhi sognanti il biondo.
Snotra annuì lentamente, doveva dissuadere ogni parola e pensiero negativo; lui era realmente quello giusto. 
'Andiamo voi due.' rimproverò severamente la rossa che si affrettò a recuperare terreno.
Le cose non si stavano mettendo bene e, a Snotra, non andava a genio tutto ciò. 
 
 
 
"Te l'ho detto, un drago ritrova sempre la sua casa...!"
 
"Si lo so, ma loro due non sono nati qui..!"
 
"Dagur, ti stai dimenticando che IO sono nata qui e che IO sono metà Drago."
 
"Vero, l'avevo dimenticato.
Scusa."
 
"Ancora una svo---"
 
Un urlo squarciò il cunicolo in cui i due si erano addentrati. 
La bionda Vör scivolò all'interno di un cunicolo in discesa, la luce che ne proveniva dalla fine era così accecante che si portò il braccio davanti gli occhi per non vederla.
Non contavano più i ruggiti, i rantolii e altri versi inquietanti che li invitavano ad andarsene; la ragazza e il Berserker dovevano raggiungere quel posto assolutamente.
Dagur gli andò dietro, con la differenza che diede una rumorosa testata al pavimento. Occhidifalco fu coinvolto nel doloroso destino che aveva ospitato i due vichinghi, l'unico che realmente sembrò sfrecciare come una saetta fu Patatona che si affrettò ad accomodarsi alla fine del tunnel per bloccare la caduta dei tre sfortunati. 
La fortuna volle che ci riuscì, solamente che venne trascinato anche lui nel tonfo che interruppe la gioia mite che campeggiava nell'Isola. 
Il Berserker si alzò di colpo, immediatamente andò a mettersi davanti a Vör pronta a difenderla.
L'Uncinato Mortale guardarsi intorno frastornato, il Gronkio scuotere velocemente il capo per poi mettersi immediatamente in assetto di attacco. 
La coda di Occhidifalco mostrare i diversi aculei retrattili. 
 
"Calmi, va tutto bene."
 
La voce della fanciulla risuonò come il tintinnare di mille campanelle, l'aria si alzò andando ad avvolgere le persone con un profumo di erba fresca, salsedine e profumi che mai avevano sentito. Non c'era da stupirsi, abitavano nel bel mezzo dell'oceano e questo era di tutti i giorni ma non di tutti i giorni era vedere due volti nuovi.
Una di loro di avvicinò con espressione corrucciata, tra le mani una rastrello.
Già, molto minaccioso vero? 
 
"Io sono Híldör, voi chi siete?"
 
I due draghi ringhiarono rumorosamente mentre da terra si rialzava una disorientata e dolorante Vör che andò a massaggiarsi la schiena.
Gli sguardi dei presenti soffermarsi prepotentemente sui quattro individui.
 
"Adesso basta voi due, forza, a cuccia. Vi ho detto che va tutto bene.
Piacere di conoscerti Híldör, loro sono Occhidifalco e Patatona.
Noi..."
 
"Non ci interessa il nome dei due animali, siamo interessati a voi due."
 
"Se magari le lasciavate il tempo di parlare a quest'ora lo sapevate.
Io sono Dagur, Capo dei Berserker.
Lei invece è Vör Dragonsdóttir."
 
"Tu che ruolo ricopri per la bionda?"
 
"Io mi chiamo Vör, non bionda!
Lui è un mio amico nonché guardia del corpo.
Siamo venuti qui per Gambedipesce Ingerman."
 
"Gambedipesce degli Ingerman non è momentaneamente disponibile, sta affrontando delle sfide per prendere in sposa la Dèa Superiore."
 
Vör si portò le mani tra i capelli, un profondo respiro echeggiò dalle labbra della giovane vichinga che incominciò a camminare avanti e dietro creando così una lunga scia di fiori che si incastonavano tra di loro.
Dagur, intanto, parlava animatamente e cordialmente con la donna che continuava a dissuadere che quella fosse realmente la figlia di Thora dato che la si dava morta da diversi anni.
 
"....E poi guardatela.
Non può di certo essere la nostra Dèa Superiore.
Lei è un esempio di grazia e femminilità, delicatezza e bellezza, forza e debolezza allo stesso tempo. 
E' uno scherzo per distrarci e attaccare, non è vero?
Come può una così... così... come dirlo in maniera carino... grassa e brutta essere quella Vör?"
 
Ancor prima che Dagur alzasse la mano per schiaffeggiarla la Dèa si voltò di scatto ruggendogli contro con tale irruenza che lasciò cadere a terra il rastrello mentre le presenti rimanevano ancora più basite dei fiori che dal ruggito.
Alzarono gli occhi verso Vör, lei che ora si sistemò lo scudo dietro la schiena e la gonna con totale indifferenza.
Quella stessa lei che, con gesto secco andò a chiamare a se i due draghi e il Berserker che soddisfatto avvicinò il volto alla donna che ancora tremante rimase a guardare la bionda. 
Solamente un 'Buh!' detto d'improvviso per farla crollare a terra svenuta.
'Smettila di giocare Dagur, vieni.' lo rimproverò la Dèa che elargì dei gentili e cordiali sorrisi alle abitanti che andarono a ricambiare con gli occhi che brillavano.
 
"Vör?!"
 
"Ma cosa stai dicendo Gambedipesce, lei non è qui!"
 
"No, lei è qui.
Quel ruggito che avete scambiato per una caverna che crollava era lei."
 
"Gambedipesce, è impossibile, lo sai dove sta."
 
"Gustav, è la mia donna, la riconoscerei ovunque!"
 
Una sola frase funzionò da ammonimento per il Larson che borbottò a Fulla qualcosa sul fatto che l'Ingerman aveva ragione. 
Fu come una saetta, veloce e scattante come solo rare volte sapeva essere si affrettò ad avvicinarsi al bordo del fiordo che si affacciava sulle numerose case e diversi santuari che si estendevano a vista d'occhio.
Assottigliò lo sguardo, una folata di vento lo investì in pieno andando a coinvolgere anche gli animali e le Dèe che si trovavano li presente. 
Quel profumo era sin troppo riconoscibile per Gambedipesce: Salsedine e Angelica.
Alla sua vista una lunga scia colorata si stava avvicinando a gran velocità.
Subito prese un profondo respiro, la sua voce scoppiò con un urlato nome della ragazza che, da li sotto, la fece bloccare e subito dopo di lei anche Dagur e i due Draghi.
Vör alzò gli occhi al cielo, la mano si portò aperta sulla fronte a farsi ombra.
Un sorriso si espanse sul volto, uno di quelli che fecero sorridere anche il giovane Berserker che si avvicinò a lei sussurrandogli 'Andiamo da lui, forza.'
La biondina si girò verso di lui, l'abbracciò forte e gli stampò un bacio sulla guancia prima di fare qualcosa che lasciò senza parole le abitanti.
Le larghi ali della vichinga si estesero in tutta la loro larghezza mentre la coda ricadeva morbida dietro di lei. Alcune isole squamate si posizionarono sulle sue mani e intorno agli occhi, cosa che portò le donne a fissare prima lei e poi il dipinto che ritraeva una piccola Vör in compagnia della madre, Thora. 
Si alzò lentamente da terra, Occhidifalco e Patatona al suo fianco. 
Fece una capriola e sfrecciò nella parte opposta del richiamo; solo pochi attimi dopo la si rivide tornare come una furia e prendere dalla terra ferma Dagur che rimase a guardarla estasiato.
Ora lei stringeva i suoi polsi, gli chiedeva scusa per la posizione scomoda e che ben presto l'avrebbe rimesso con i piedi per terra.
Ma Dagur rise, non si sentiva così bene dai tempi di Shattermaster. 
   
 
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