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Autore: Tsukiso Hoshizora    02/02/2017    1 recensioni
Questa è il mio primo racconto che scrivo.
Spero che vi piaccia..!
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stavo guardando gli altri ragazzi con i loro cellulari, mentre parlavano... Mentre ridevano... Mentre sorridevano...
Io dov'ero? A casa...
Abitavo in campagna, in posto tranquillo come la mia indole.
Un mondo tutto suo.
Cosa stavo facendo, vi stavate chiedendo?
Lavori... Pulizie... Compiti...
E scrivevo.
Si! A me piaceva scrivere...
Scrivere... Scrivere... Scri...vere...
Cosa scrivevo? Tutto ciò che mi frulla nella mia testona grande...!
Piena d'idee... Piena di sogni... Esperienze... Speranze!
Ma anche di tanto, tanto dolore.
Perché dolore? Ci rende forti, no?
Si. Fino a un certo punto.
Quando avevi sopportato fin da sempre dolore da quando sei nato.
Quello. Non ci rende forti.
Ci rendeva malinconici, anzi, in fin di vita.
Dopo che avevi visto la luce, una luce forte, calda e sorridente.
Quella di un amico, compagno e anche parente coetaneo.
Una persona che non per forza ti doveva piacere come incantamento,
Ma, come qualcuno che avevi bisogno di stare accanto.
Dopo che per tanto tempo, eri stato nell'ombra della solitudine.
Una forza oscura benevola, certo.
Però frustrante. Oppressiva.
E poi, quando se ne andava via dalla tua vita, quella luce... Ritorni in quell'angolino della vergogna.
Dove sei sola, dove non c'è qualcuno che subisca la tua stessa sorte.
Ma solo tu come persona.
"Basta" mi dicevo sempre.
"Basta sopportare tutto questo!"
E uscivo dalla mia casa verso la città.
Ci riprovavo ancora una volta...
Ma...
Tutti erano felici nel loro mondi condivisi...
Io volevo dare il mio contributo...
Ma nessuno mi volle...
Quando tutti i cerchi si sono formati in quel prato di gente...
Rimani tu... Solo tu.
Avevo il mio quaderno del mio mondo. Solo quello avevo come amico...
Il mio Quaderno.
Presi quel mio mondo, quello stupido e insignificante mondo, e lo distrussi inferocita.
Era tutto inutile!
Il mio mondo a nessuno piaceva...
Io non volevo essere come una massa che andava verso le tendenze.
"Chi mi vuole, mi segua." Il mio motto era.
Pieno di quella insana malinconia, tornavo a casa...
Aprì il cassetto, pieno di arnesi...
Forchette, cucchiai, coltelli.
Coltelli.? Coltelli!
Lo acchiappavo e avevo deciso di compiere quel gesto estremo.
La mia famiglia era quella solitudine così potente, senza un angolo di luce...
Quella luce... Quella maledetta luce...
Era la persona che volevo bene in assoluto...
Quella luce era calda, piena di vita...
Anche essa soffriva, proprio come me...
Ma ella, scomparve...
E non aveva fatto più ritorno...
Rivoglio ancora, quell'abbraccio...
Rivoglio la mia unica gioia, oltre la scrittura...
Rivoglio...
Là... Mia... Luce...
   
 
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