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Autore: RomioneInLove    02/02/2017    3 recensioni
In una fredda notte di settembre trascorsa tra le vecchie mura di Grimmauld Place, tra batticuori, lacrime e sospiri, Ron e Hermione ritrovano il coraggio di difendere ciò che hanno abbandonato e in qualche modo trovano la forza di mantenere anche una vecchia e silenziosa promessa alla luce fioca di un nuovo giorno.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Sweet and hurt 


“La mattina dopo Harry si svegliò in un sacco a pelo sul pavimento del salotto. Una striscia di cielo era visibile tra le tende pesanti; aveva il colore azzurro fresco e limpido d'inchiostro annacquato, era tra la notte e l'alba e tutto taceva, tranne i respiri profondi e tranquilli di Ron e Hermione. Harry guardò le sagome scure che si disegnavano sul pavimento accanto a lui. Ron, in uno slancio di galanteria, aveva insistito perché Hermione dormisse sui cuscini tolti dal divano, quindi lei era più in alto. Il braccio le ricadeva sul pavimento, le dita a pochi centimetri da quelle di Ron.
Forse si erano addormentati tenendosi per mano.”
(Harry Potter e i Doni della Morte - Capitolo 10, pagina 167)




La luce fioca e pallida della luna filtrata dalla finestra illuminava debolmente nella penombra i mobili polverosi e ammuffiti del salotto del numero 12 di Grimmauld Place. 
Dal cielo  color inchiostro cadevano lenti piccoli fiocchi di neve, danzavano leggiadri sospesi nell’aria per poi depositarsi delicatamente sul suolo freddo, unendosi al manto candido che rivestiva il panorama che Hermione osservava rapita. 
Le occhiaie sotto gli occhi e le gambe stanche, mentre il peso opprimente di ciò che è impossibile prevedere incombeva sulle sue spalle minute, ma il divano sembrava il posto meno adatto dove passare la notte e riposarsi sembrava estremamente inadeguato quando ancora si doveva finire di programmare il programmabile, si doveva definire nei dettagli il piano per entrare e uscire sani e salvi dal Ministero e poi, chiudere gli occhi malgrado la stanchezza che la opprimeva e  dormire era più doloroso del previsto, una finestra che si affacciava direttamente nei pensieri che la tormentavano per settimane e contro cui combatteva costantemente.
Tuttavia, quel paesaggio la rilassò più del dovuto, facendole gettare un’occhiata al divano che avrebbe dovuto occupare, osservando i suoi amici profondamente addormentati. 
Un sorriso spontaneo le incurvò appena le labbra non appena i suoi occhi incontrarono la figura di Ron, le gambe lunghe distese e le spalle incurvate sotto una coperta.
Il sorriso si allargò impercettibilmente pensando che stavolta avrebbe potuto contemplarlo silenziosamente, senza preoccuparsi di essere colta in flagrante.
Si avvicinò cautamente a lui e il suo sorriso finalmente si aprì, i suoi occhi si bearono del suo viso dolcemente addormentato e le guance senza un motivo apparente si imporporarono.
I muscoli del viso distesi, le palpebre abbassate, le labbra screpolate e leggermente schiuse, le ciocche rosse che gli accarezzavano la fronte nivea; il rossore si fece inspiegabilmente più intenso ed una mano involontariamente si mosse, accarezzando con le punte delle dita le ciocche morbide dei suoi capelli, ma che in un gesto brusco riportò lungo il fianco.
Fece rapidamente marcia indietro e si risedette su una scomoda ma elegante sedia accanto al tavolo, esaminando attentamente una venatura di quest’ultimo mentre i suoi pensieri galoppavano veloci verso un paesaggio diverso, più colorato, più vivo.
E poi il buio. 
Anche lì il cielo si tinse d’inchiostro e le nubi avvolsero il sole e come un mantello grigio coprirono la luce e i colori. 
Un tocco a malapena percettibile la fece sussultare mentre  la realtà grigia e cupa riprendeva forma davanti ai suoi occhi stanchi. Uno sguardo familiare, azzurro e penetrante, si intrecciò con quello di lei ed il suo profumo per un attimo le annebbiò piacevolmente i sensi. 
Sentì le sue dita sfiorarle la guancia pallida in un tocco leggero prima di portale un boccolo scuro e ribelle dietro l’orecchio. 
In un gesto brusco, simile a quello compiuto da lei poco prima, Ron allontanò in fretta la mano dal viso di Hermione, come scottato, mentre le sue orecchie e le sue gote si tinsero di un rosso fiammante ed un sorriso imbarazzato gli arricciò labbra rosee e piene.
“Quando mi sono svegliato e ho visto che il divano era vuoto mi sono preoccupato.” Spiegò velocemente, schiarendosi ripetutamente la voce e grattandosi distrattamente la fronte mentre prendeva posto in una sedia di fronte a lei, lo sguardo ancora basso e imbarazzato.
Hermione annuì impercettibilmente e sentì ancora una volta le guance avvampare e uno strano ma familiare calore invaderle il petto e spazzare via il ghiaccio depositato nel suo cuore, facendolo palpitare prepotente contro la sua gabbia toracica e, inevitabilmente, facendola sentire viva come non si sentiva da tempo tempo, forse troppo.
“Cosa stavi facendo, comunque?” Domandò il rosso, iniziando ad esaminare minuziosamente una venatura del tavolo quasi con lo stesso interesse di Hermione qualche secondo prima. 
“Stavo dando un’altra occhiata alla mappa del Ministero e alle note che abbiamo appuntato in questi giorni, sarei dovuta andare a riposare ma...”
“Hai pensato bene di ricontrollare un’ultima volta prima di andare a dormire, e poi una volta ancora, e un’altra, perché la prudenza non è mai troppa.” Terminò Ron al posto suo, con un sorriso più allegro ad illuminargli il viso lentigginoso.
“Già. E tu, come mai ti sei svegliato?” 
Deglutì appena non appena il rosso rialzò lo sguardo su di lei, mostrandole dei cerchi scuri sotto gli occhi azzurri e leggermente arrossati mentre la punte fiammanti ed estremamente in disordine  dei suoi capelli incorniciavano il suo viso pallido e stanco. Vederlo in quello stato fu come ricevere una pugnalata al cuore.
“T-ti va se ti preparo qualcosa da bere?” Propose titubante Hermione dopo qualche secondo di silenzio, quando ormai era certa che la risposta non sarebbe mai arrivata,  e dopo il cenno d’assenso del ragazzo si alzò in piedi verso la cucina alle sue spalle. 
Ron rabbrividì appena quando percepì la mano della sua amica accarezzargli in un movimento lento le spalle. Si abbandonò ad un sospiro prima che il grosso macigno che lo aveva svegliato poco prima ripiombasse irruente sul suo petto. 
Scattò immediatamente in piedi e si affacciò alla finestra aprendola leggermente  non appena sentì il respiro affannarsi e chiuse gli occhi, distendendo la pelle a contatto con le carezze fredde del vento, lasciandosi cullare dal suo fruscio che si divertiva a far svolazzare i suoi capelli fulvi. 
Perse la cognizione del tempo quando sentì la mano piccola di Hermione a contatto con il suo braccio scoperto da una canottiera verde ed istintivamente si voltò per incontrare il suo sguardo intenso e tristemente preoccupato. 
“St-stai bene, Ron?” 
Ron rispose solo dopo quale secondo, lasciandosi cullare dalle carezze rilassanti di lei che percepiva sulla sua pelle fredda e scossa dai brividi.
“Io..credo di..si...certo, perché non dovrei?”
“Sei sudato...e per di più sei bollente!” Si alzò sulle punte dei piedi e gli  appoggiò una mano sulla fronte, sussultando e spalancando gli occhi. 
“Allontanati  immediatamente da questa finestra. Sei forte diventato pazzo?!” Esclamò  Hermione in una perfetta imitazione della signora Weasley, allontanandolo bruscamente dalla finestra e chiudendola con un gesto irruente che per un attimo rischiò di svegliare Harry. 
“Non è niente di che...è solo un po' di febbre...non è il caso di..” Ma non fece in tempo a terminare la frase che sentì le mani di Hermione sollevare i bordi della canottiera. 
“C-che cosa hai i-intenzione di fare, H-Hermione?” Le chiese bloccandole bruscamente le mani e guardandola sconvolto, le orecchie in fiamme e gli occhi spalancati in modo quasi inverosimile.
“Ti spoglio, mi pare evidente!” Sbottò risoluta, le guance dopo pochi secondi divennero cremisi e di scatto le sue mani lasciarono il tessuto morbido della maglietta di Ron. 
“È bagnata fradicia, è opportuno che te la tolga se non vuoi peggiorare la tua situazione..” Mormorò guardandolo di sottecchi e giocando nervosamente con alcune pellicine delle sue dita. 
“S-si, giusto.” Furono le uniche parole che Ron riuscì a spiccicare, al culmine dell’imbarazzo.. 
“Vado a prenderti qualcosa di più pesante.” Esordì Hermione dopo qualche istante di silenzio e, ben attenta a non incrociare il suo sguardo, si voltò e si chinò verso il borsone blu scuro del ragazzo.
“Questo dovrebbe andar bene.” Sussurrò toccando la consistenza pesante del maglione che aveva appena tirato fuori. 
“Ecco, tieni. E non ti azzardare a protestare ancora se non vuoi che ti affatturi.” Borbottò  in seguito con l’indice sollevato e puntato contro il suo petto prima di dargli  il maglione e  voltarsi di nuovo. 
Ron si rivesti ostentando un sorriso compiaciuto sulle labbra e si sedette sullo scomodo divano del salotto senza staccare un attimo gli occhi dalla figura di Hermione in movimento. 
Era bella, pensò contemplandola silenziosamente mentre trafficava con un pentolino, e le orecchie si arrossirono immediatamente per l’imbarazzo, non era ancora del tutto abituato a vederla sotto una luce differente  e a pensarla in un certo modo  e puntuale come un orologio svizzero sentì ancora una volta un famigliare e fastidioso calore infiammargli il viso e scaldargli il petto. 
Il profumo leggero di the alla vaniglia lo fece riemergere dai suoi pensieri.
Vide Hermione avanzare lentamente verso di lui con due tazze fumanti in mano e in qualche modo sentì un moto di sollievo aggiungersi al confuso miscuglio di emozioni che gli pulsava nel  petto e un formicolio all’altezza dello stomaco quando le sue dita sfiorarono appena quelle di lei. 
“Grazie, Hermione.” Mormorò portando il liquido caldo alle labbra mentre la riccia prendeva posto sul bracciolo bitorzoluto del divano su cui anche lui era seduto.
“Miseriaccia! È bollente questa roba, Hermione!”In tutta risposta  portò gli occhi al cielo e scosse la testa rassegnata, mordendosi furiosamente il labbro per non scoppiare a ridergli in faccia.
“Perlomeno ti sei riscaldato almeno un po'?”
“Mi sono solo ustionato terribilmente le labbra, se proprio lo vuoi sapere!”Sbottò risoluto, posando a terra il the e incrociando le braccia al petto, sotto lo sguardo inspiegabilmente divertito di Hermione. 
“A volte sei proprio un bambino.” E con un sorriso che le aleggiava sul viso afferrò la bacchetta e con un incantesimo di appello evocò una coperta patchwork che aveva ritenuto bene mettere in valigia prima della partenza. 
“E questa, a cosa mi serve?”
“Voi maghi non usate le coperte per riscaldarvi?” Chiese la ragazza avvicinandosi impercettibilmente a lui.
“Beh, in genere usiamo la magia, ma...” Ma le parole gli morirono in  gola quando con le sue esili mani gli avvolsero la coperta attorno al  corpo, guardandolo con tanta tenerezza che per un brevissimo istante credette che stesse per sentire le  labbra rosee e morbide di Hermione muoversi lente e vogliose contro le sue. 
“Ma?” Quando Hermione lo riportò inesorabilmente alla realtà sbatté istintivamente un paio di volta le palpebre prima ritrovare il viso grazioso e candido di Hermione a pochi centimetri dal suo.
“M-ma è decisamente meglio il metodo babbano.” Sussurrò Ron, sentendosi improvvisamente e finalmente vivo dopo settimane, percependo il suo corpo attivo e ricettivo come dopo una lunga dormita; erano talmente vicini che il fiato di Ron si infranse sulle labbra  Hermione, facendola sospirare e facendole spostare lo sguardo sulle quelle leggermente screpolate e piene del rosso.
E anche lei sentì la sua pelle e il suo corpo fremere impercettibilmente contro quello vicinissimo di Ron e il petto esplodere silenziosamente in una miriade di emozioni prepotenti ma contrastanti.
Amore. Paura. Tenerezza. Rabbia. Amore.Tristezza. Incertezza.
E ancora amore. 
Sentiva quasi mancarle il fiato per la prepotenza con cui quest’ultima emozione pulsava, scandita dai battiti irregolari del suo cuore. 
Malgrado la situazione avversa in cui si erano ritrovati, malgrado la consapevolezza che bussava puntuale alla porta ogni qual volta si ritrovava a pensare a Ron in maniera decisamente poco consona ad una semplice amica, malgrado l’imbarazzo e il rossore sulle guance, Hermione sentiva che il suo posto era proprio lì, a poco centimetri dal viso pallido e lentigginoso di Ron, immersa nell’azzurro limpido dei suoi occhi e riscaldata dal calore accogliente delle sue  labbra.
“È senz’ombra di dubbio il migliore.”Affermò in poco più di un sussurro, leggero e delicato sulle sue labbra, liberandosi dal reticolo di pensieri che, come ultimamente accadeva, la intrappolavano e la tenevano lontano dalla realtà, lontana dal mondo, dal quel mondo che cercava disperatamente di proteggere. .
“I tuoi capelli sono un disastro, persino peggio dei miei.” Disse un po’, ridacchiando sommessamente e portando gli occhi su i capelli folti e fiammanti di Ron, scompigliati in modo disastroso. 
“P-posso?” Chiese poi, titubante, con la mano a mezz’aria di fronte alle punte alzate dei suoi capelli.
Ron annuì, regalandone inconsapevolmente uno sguardo penetrante, per poi abbassare  lentamente le palpebre, lasciandosi cullare dai movimenti lenti e delicati di Hermione a contatto con le ciocche morbide dei suoi capelli, celando malamente un gemito di piacere che inconsapevolmente fece arrossire prepotentemente le gote dell’amica.
“Adesso va molto meglio.” Disse Hermione, ritirando a malincuore la mano dai suoi capelli e abbozzando un leggero sorriso re incontrò il suo sguardo.. 
“I tuoi capelli non sono un disastro...beh, si...sono gonfi, ma a me piacciono.” Mormorò  Ron sciogliendo l’elastico che teneva legati i capelli ricci e crespi di Hermione in una coda alta. 
“Sei..sei gentile,Ron, davvero...ma dire che i miei cappelli sono decenti, o addirittura belli, è davvero troppo. Mi devo forse preoccupare?” Rise avvicinandosi un po' più  a lui e per un attimo desiderò profondamente leggere lo sguardo indecifrabile che velava i suoi occhi stanchi.
“Non importa, a me piacciono.” Ribadì dopo un tempo che ad Hermione parve infinito, proprio come l’attimo in cui i polpastrelli di Ron sfiorarono la sua pelle nel tentativo di spostarle una ciocca di capelli dal viso in fiamme.
“Soprattutto per questo.” E prolungò il contatto iniziando ad accarezzarle delicatamente la guancia colorata eccezionalmente di cremisi, come le proprie orecchie in quel preciso istante.
Il cuore di Hermione riprese a martellare forte nel petto quando vide il viso di Ron farsi lentamente sempre più vicino. 
Ora poteva contare tutte le lentiggini sparse sulle sue gote e realizzò che avrebbe voluto baciarle una ad una.
Dall’altra parte Ron non era di certo più rilassato. Il cuore faceva capriole vertiginose, mentre sentiva ardere dentro un calore spossante accompagnato dal calore piacevole delle labbra di Hermione ormai a pochi centimetri dalle sue, bramanti di un contatto immediato. 
Le sue dita strinsero nervose il tessuto consunto dei suoi jeans mentre il viso di lei si avvicinava impercettibilmente al suo e il suo profumo delicato lo avvolgeva deliziosamente, creando un’atmosfera surreale, quasi magica. E nel frattempo la sua mente proiettava desideri sognati da tanto, forse troppo tempo: la sua lingua che accarezzava delicatamente il labbro superiore di lei, la sua bocca leggermente schiusa, la scoperta del sapore dei suoi baci, le sue piccole e esili mani che stringevano tra le dita le sue ciocche fiammanti, le sue carezze delicate sulla pelle sensibile del collo, le labbra del rosso su quelle di lei, il suo corpo minuto sotto di lui, le mani che vogliose cercavano di entrare sotto il suo maglioncino di lana e che le accarezzavano lentamente il ventre, i suoi gemiti a malapena soffocati...forse la sua immaginazione stava correndo troppo.
“S-scotti, Ron..” Mormorò flebilmente Hermione quando solo le loro fronti erano entrate in contatto, allontanandosi da lui per poi poggiargli le mani sulle spalle.
“Hai bisogno di riposare.” Dichiarò poggiando entrambe le mani sulle sue spalle nell’inutile tentativo di farlo stendere sullo scomodo appoggio del divano..
“Ripetimi perché stiamo facendo tutto questo. Ricordami cosa ci ha spinto a rinunciare a tutto.” Esordì improvvisamente e le sue parole arrivarono ad Hermione come un’ondata fredda e improvvisa di vento in una giornata piovosa in partenza e rivide lo stesso sguardo perso che le aveva mostrato poco prima di lasciare Hogwarts.
“Questo è l’unico modo per non rinunciare davvero a nulla.” Queste erano le parole che continuava a ripetersi come una filastrocca ogni qualvolta la paura le pungeva il petto, rappresentavano il  solo appiglio che le permetteva di non smarrirsi nei meandri dell’incertezza, mentre lentamente ciò che aveva sempre fatto parte di lei volava lontano, come coriandoli portati via dal vento e a lei non restava altro che aspettare, aspettare che quello stesso vento li riportasse da lei.
Senza accorgersene sentì le guance inumidirsi e non poté fare a meno di abbassare lo sguardo mortificata. Non avrebbe dovuto farsi vedere in queste condizioni. Non doveva cedere davanti a lui.
Se lo era promesso, ma era stata schiacciata dal fallimento.
“S-scusami.” Singhiozzò versando altre lacrime copiose sulle sue gote, poi dolcemente raccolte dai polpastrelli di Ron, che col cuore a pezzi e un forte senso di impotenza e rabbia la  osservava senza fiatare. 
“N-non volevo, n-non avrei d-dovuto, i-io..-“ Ma le braccia di Ron un istante dopo la avvolsero e la strinsero prepotentemente a sé, interrompendola e cullandola dolcemente con l’andamento regolare del suo respiro.
“I-io sono un disastro.” La voce strozzata e il corpo tremante scosso dai singhiozzi furono per Ron come uno schiaffo in pieno viso, l’ennesimo forse, ma che lo fece finalmente svegliare. 
“L-lo avevo promesso a me stessa, a-avrei dovuto tranquillizzarti, infonderti sicurezza, e i-invece...Mi sarei dovuta prendere cura di te, Ron. Me lo sono ripromessa poco prima di andare via da Hogwarts, appena abbiamo finito di parlare.”
“Ho promesso la stessa cosa in quel momento anch'io...e ho fallito, miseramente per di più, ma da adesso si ricomincia, Hermione.” Hermione non poté fare a meno che sorridere mentre si stringeva ancora di più al suo petto e il suo odore le annebbiava piacevolmente i sensi, dandole l’impressione di essere circondata da centinaia e centinaia di fumanti calderoni di Amortentia. 
Anche Ron sorrise, le posò un bacio tra i capelli e a malincuore si allontanò da lei. Hermione lo guardò con aria perplessa quando lo vide alzarsi e togliersi dalle spalle la coperta patchwork, ma quando lo vide appoggiare delicatamente la coperta sulle sue spalle minute si sentì veramente felice dopo tanto tempo, una felicità improvvisa che aveva ritrovato in piccolo gesto di Ron simile ad un piccolo e luminoso raggio di luce che riesce a sconfiggere l’oscurità. E si sentì davvero al sicuro, forse per la prima volta da quando erano scappati dalle nozze di Bill e Fleur, si sentì protetta con quella semplice coperta sulle spalle come se quest’ultima avesse il potere di allontanare da lei il male oltre ad essere  capace di respingere il freddo, e le parve di nuovo di scorgere un libro dalle pagine bianche e immacolate davanti a lei attendere impaziente di essere scritto con frasi d’amore, di gioia, tristezza, di solitudine, e di  essere inciso con i nomi delle persone più importanti della sua vita, e ne aveva la certezza assoluta, tra quella lista il nome Ron spiccava tra  tutti. 
Lo seguì con lo sguardo pensoso, senza abbandonare quel piccolo sorriso che aleggiava sereno sul suo viso, contemplando silenziosamente i suoi movimenti, i suoi gesti, le sue mani che attentamente ordinavano il tavolo ingombro delle mappe e degli appunti consultati da lei più e più volte nel corso della giornata..
Non gli staccò gli occhi di dosso nemmeno per un secondo, senza preoccuparsi di essere colta sul fatto, e si distese tranquilla solo quando Ron prese posto sul suo materasso a pochi centimetri da lei.
Dopodiché il silenzio si distese come un velo trasparente sui suoi pensieri e socchiuse gli occhi quel tanto che bastava per scorgere il viso disteso e apparentemente rilassato di Ron nella fitta oscurità della notte, illuminata solo dal pallore leggero della luna piena. Ma un ultimo pensiero, insistente più che mai, era sfuggito dalla copertura del velo per rifugiarsi in un angolo del cuore. 
“Ron?”
“Hermione?”
“Ti va di ricominciare tenendoci per mano?”
Quella frase era sfuggita dalle sue labbra, spontanea e sicura, testimone del suo ultimo 
pensiero prima di addormentarsi e probabilmente anche  del primo pensiero con cui si sarebbe risvegliata l’indomani.
Un attimo dopo percepì con piacere le dita di Ron sfiorare le sue, cercarle febbrilmente, per poi intrecciarle nel simbolo di quel legame tutto loro che si era rafforzato maggiormente in quella fredda notte di settembre.
Lentamente il sole incominciò a sorgere in un alba fredda, come quelle che avevano inaugurato i giorni precedenti, ma il calore  che si erano donati l’un l'altro la fecero sembrare la più bella di tutte mentre sorgeva lentamente un nuovo giorno per loro, incerto come gli altri e al sapore agrodolce dell’amore e del dolore, delle loro anime candide e dolci ma ferite profondamente da dubbi e incubi, ma tuttavia meno pericoloso ai loro occhi, meno devastante, perché dopotutto, Ron e Hermione si tenevano per mano.

Nota Autrice:
Buona sera potterhead! 
Anche se con estremo ritardo eccomi di nuovo qui nell’intento di scrivere una “Nota autrice” perlomeno decente e nella speranza che la one-shot vi sia piaciuta. All’inizio devo ammettere che l’avevo immaginata in maniera un po' diversa e alcuni punti ancora non mi convincono del tutto, ma se devo proprio essere sincera non vedevo l’ora di pubblicare qualcosa di nuovo e quindi eccomi qui! 
Mi rendo conto di essere un po' ripetitiva nelle note alla fine ma vi chiedo di scusarmi e, se è possibile, perdonare i miei errori di battitura e accettare il mio invito a recensire. Personalmente adoro leggere i vostri commenti e imparare dai vostri consigli, quindi non abbiate timore e fatevi avanti! 
Ringrazio chi ha recensito e aggiunto alle preferite/seguite/ricordare le mie precedenti one-shot e colgo l’occasione per invitarvi a leggerle nel caso non lo abbiate ancora fatto, ed infine mi dileguo per non dilungarmi troppo.
A presto!

S.

















 

 






   
 
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