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Autore: Elsa Maria    03/02/2017    0 recensioni
I punti di sutura, parola che nella sua etimologia indica il "lavoro di mano". La sutura è una pratica chrurgica che, tramite l'uso di ago e filo, congiunge i due lembi di un taglio per favorirne la cicatrizzazione.
Il medico si era raccomandato con lui: “Non faccia saltare i punti di sutura, se dovesse accadere la ferita non si rimarginerà nel modo corretto.”
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[Tony!Centric-Stony] [Post Civil War] [Songfic: Stitches - Shawn Mendes]
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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My lover



Ago, filo e lavoro di mano, sono gli ingredienti per una buona sutura- così gli aveva detto il medico mentre chiudeva abilmente a mano il filo, che aveva passato da parte a parte i lembi gonfi della ferita; una delle tante.
Tony pensava di sapere cosa volesse dire soffrire, chi meglio di lui poteva? Aveva sopportato un padre degenere, una madre assente, una vita vuota, un genio sprecato, una figura rovinata e un cuore mai sfiorato, protetto da una spessa cortina di ghiaccio. Non si era mai ritenuto vivo, non appieno, nulla che andasse oltre il respirare, mangiare, soddisfare la sua libido, Tony Stark era sempre stato un cosciente morto ambulante. Nessuno però se ne era accorto, per questo si era detto: Va bene, tranquillo! suo padre gli aveva insegnato bene ad ostentare sicurezza e a buttare qualunque problema nell’alcool, un metodo semplice e funzionale brevettato Stark Industries, ma non poteva mentirsi: aveva consumato se stesso su questo metodo, non pentendosene. Mai.
 
“È solo un livido, basterà il tempo per farlo passare.”
 
Era solo un livido su cui continuava a battere il colpo, non un taglio profondo, al suo vecchio se stesso bastava un po’ di tempo e tutto passava, aspettando la prossima botta.
Eppure qualcosa era cambiato, perché tutto è destinato ad un cambiamento. Non sapeva se fossero stati gli eventi, o la consapevolezza dell’aver colpito troppo volte quel livido, che gli aveva fatto tendere le braccia verso l’alto per acciuffare un filo di ragnatela.
Gli Avengers.
 
“Per questo rigonfiamento basterà riposo e un po’ di pomata, mi raccomando di rinfrescare ogni tanto la fasciatura.”
 
Una famiglia, persone che avevano cancellato suo padre, restituitegli l’affetto di sua madre, dato una reale utilità al suo genio, una vita vera, ma soprattutto un cuore bagnato dalla cortina di ghiaccio sciolta. Era stato quello l’inizio di tutti i suoi mali.
 
“Certo che il Capitano Rogers non ha risparmiato un colpo.”
 
Ora di quel nome che fino al giorno precedente avrebbe urlato, non rimaneva che un mormorio stretto fra i denti.
Si era lasciato incantare dalle stelle, dalle strisce e anche dalla tuta aderente, come una falena attratta da una fiamma. Girava intorno alla luce, girava e girava, poi l’ala toccò il fuoco e bruciò.
 
“Invece, per l’ustione, le prescrivo questa crema.”
 
Innamorarsi non era cosa per tutti, lui l’aveva imparato da suo padre, non aveva mai amato, per questo neanche lui avrebbe mai potuto farlo. Sapevano comprare e possedere qualcosa, esporla e lasciarla a marcire, dimenticata. L’amore era cosa per pochi, Steve Rogers era uno di questi, lui sapeva farlo e bene. Era stata come un’onda troppo alta da affrontare, ma lui aveva comunque deciso di dominarla, ora affondava, verso l’infinito fondo, non riuscendo a morire; travolto dall’ignoto.
 
“Signor Stark, tenga un fazzoletto, ha gli occhi lucidi, posso immaginare quanto facciano male queste ferite.”
 
No, neanche lui si aspettava un dolore tanto forte. L’abbandono che aveva provato ora si era tinto di varie sfumature: scuse, rimpianti, rancori, odio, dolore, tutti quei sentimenti umani che aveva abbandonato e soffocato con l’alcool adesso non erano che accompagnati dal sapore dolce amaro del whisky. Tony non aveva mai creduto a Steve durante le notti in cui aveva invocato il suo nome, mentre l’altro lo possedeva, notti in cui Tony Stark si spogliava dall’armatura di Iron Man divenendo solo Tony, per lui, le notti in cui c’erano solo loro, nessuna guerra, nessun motivo superiore, nessun Bucky o l’adolescente di Brooklyn, durante quelle notti Steve lo chiamava: Amore mio con una dolcezza per lui inafferrabile, stringendolo tanto forte per fornire prova di quelle parole, parole che per lui valevano più di qualunque oggetto, essendo l’unica cosa che non possedeva; in quegli attimi unicamente loro Tony sapeva che Steve mentiva, che quel Amore mio non era che una buona menzogna da raccontargli per farlo stare bene. Steve sapeva amare, quanto ferire.  Lui, però, colpevole della sua stessa fine e complice delle bugie dell’altro, ricambiava quel nomignolo con altrettanta dolcezza, per quanto estranea. Lo afferrava, subito dopo, per la schiena, schiacciando i palmi delle mani sulle scapole per possedere quanta più area poteva, spingendolo contro il suo corpo.
 
“L’ha subito malamente questo colpo, dovrò anche qui procedere con dei punti di sutura.”
 
Steve non gli aveva mai restituito il suo cuore e mai gli aveva dato in cambio il proprio; freddo al tatto, non si era scaldato con lui. Tony si era limitato solo a nasconderlo, fingere che la mente del capitano fosse con lui quando in realtà pensava al passato, un passato che miracolosamente si era catapultato nel loro presente. Bucky era tornato, Steve Rogers era tornato e non c’era spazio per Tony Stark, forse solo per uno Stark, ma non era lui quello giusto, quello che Steve voleva era ormai seppellito da anni insieme alla moglie in un bel cimitero e in una bella tomba, insieme a tutti i suoi sentimenti. Adesso non gli rimaneva che subirne le conseguenze: ferite non rimarginate, rosse per il gonfiore o per il sangue secco. Non gli era rimasto che un cuore pieno di rabbia.
 
“Ho finito, per qualunque problema non esiti a chiamarmi.”
 
Pensava di sapere cosa volesse dire soffrire, invece aveva scoperto un dolore più grande.
Delle parole non potevano ferire, non più di quanto il suo destino non avesse già fatto, ma nessun “sì” o “ero” furono più dolorosi di un proiettile.
Sarebbe sopravvissuto, ma non avrebbe vissuto.
Il rancore e la rabbia ora erano il suo retaggio, non sarebbe bastato giocare all’eroe per pareggiare i conti.
 
Si guardò attraverso lo specchietto retrovisore, si sistemò gli occhiali sul viso che perfettamente coprivano il livido all’occhio, un sorriso sornione e tutto sarebbe andato.
 
“Non prendermi per il culo, Rogers: tu lo sapevi?”
“Sì.”

You watch me bleed …
 
“Lui è mio amico.”
“Lo ero anche io.”
 
… until I can't breathe …
 
“Rimani giù. Ultimo avvertimento.”
“Posso continuare tutto il giorno.”
 
… I'm shaking falling onto my knees …
 
“Come pianificavate di batterlo?”
“Insieme.”
 
… And now that I'm without your kisses,
I'll be needing stitches …
 
“Vi prego, ditemi che nessuno mi ha baciato.”
 
… I'm tripping over myself….
 
“Fottiti, Rogers.”
 
 …I'm aching begging you to come help.
 
Trattenne una lacrima, poi un singulto, infine i pensieri. Si azzerò con la rabbia.
 
Needle and the thread,
Gotta get you out of my head.
Needle and the thread,
Gonna wind up dead.
 
Per fare una buona sutura c’era bisogno di ago, filo e lavoro di mano, ma c’era una cosa che il medico non aveva considerato: non tutte le ferite si cicatrizzano, il sangue attenderà che la ferita si riapra, riprendendo a scorrere.
 
I'm aching…
 
I'll be needing stitches
 
…begging you to come help.
 
My lover.
 
 
Il medico si era raccomandato: “Non faccia saltare i punti di sutura, se dovesse accadere la ferita non si rimarginerà nel modo corretto.”





Nota dell'autrice:
Dato che la Civil war non finisce mai, c'è sempre bisogno di  un po' di sofferenza targata Stark. 
Sono soddisfatta sì e no da questa fanfiction. Potevo dire di più, potevo esprimerlo anche meglio probabilmente, eppure va bene anche così. Ha un qualcosa che sentivo mentre la scrivevo, ascoltando la canzone di Shawn Mendes ( 
https://www.youtube.com/watch?v=VbfpW0pbvaU ), che alla fine mi ha convinta che non doveva essere che così. Ho scritto questa fan fiction sotto richiesta di una mia cara amica, storia che ovviamente è dedicata a lei. Sembra facile, ma il dover non deludere le aspettative di una persona rende il creare una storia più complesso, fa poggiare l'accento su varie parti della storia che magari non si notano quando si scrive per noi stessi: l'ho trovata un'esperienza interessante, quasi da rifare! 
Non so cosa aggiungere sulla fic, perché è così e voglio lasciare voi lettori uno spazio per esprimervi! Per cui recensite, dite la vostra, fate come preferite, io spero di avervi intrattenuto con un buono scritto! 

Here we Go~

 
   
 
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