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Autore: Minori Kuscieda    03/02/2017    5 recensioni
Dal testo:
"E lui, per la prima volta nella sua vita, c'era cascato.
Aveva abbassato la guardia, affezionandosi più di quanto non avesse mai fatto in quegli anni sulla Terra."
Abbiamo visto giusto: il grande e scontroso Piccolo trasformato nello zio-babisitter della piccola Pan.
Piccoli pensieri sull'affetto che il Namecciano prova verso la figlia di Gohan, il suo allievo, verso una bambina che ha l'abilità (o la colpa?) di essere, come tutti i bambini, adorabile e innocente (e un po' troppo vispa).
Se siete curiosi leggete e, se vi va, lasciate un commentino.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Pan, Piccolo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AUTORE: Minori Kuscieda
LUNGHEZZA: Oneshot (1023 parole)
PERSONAGGI: Junior, Pan
PROMPT: Non so, è nata per caso
RATING: Verde
GENERE: Slice Of Life; Fluff
NOTE/AVVERTENZE: ///

-Incastrato.-
(da una bambina)

Dovette ammettere a se stesso che ne era rimasto folgorato, incantato, quando l'aveva vista, per la prima volta, circa sei mesi prima.
Non lo confessò subito e, soprattutto, non davanti a qualcuno: non sarebbe stato normale. Almeno, non per lui.
Eppure quella bambina aveva un non-so-che di adorabile che l'aveva portato a sciogliersi dentro non appena, guardandola dentro quella culla anche leggermente grande per lei, gli aveva regalato un sorriso sdentato ma dolcissimo.
E lui, per la prima volta nella sua vita, c'era cascato.
Aveva abbassato la guardia, affezionandosi più di quanto non avesse mai fatto in quegli anni sulla Terra.
Nemmeno lui riusciva a capire il perchè, e non credeva potesse dipendere dal fatto che quella bambina fosse la figlia di Gohan, il suo allievo.
O meglio, non solo.
La piccola Pan era una bambina vispa e allegra, molto curiosa, quasi irrequieta, fin troppo piena di energia. Insomma, tutte cose giustificabili con la presenza di sangue Saiyan.
Ma da dove la bambina avesse cacciato quel suo lato adorabile, Piccolo ancora non l'aveva capito.
Satan, Goku e Chichi, i nonni, li aveva scartati all'istante.
Da Videl? Beh, probabile.
Ma poco importava. Il fatto era che lui era completamente stregato da quel cucciolo paffuto.
Quasi tutti i pomeriggi andava a trovare la neo-famiglia a Satan City e si fermava sempre un paio d'ore a parlare con Gohan del più e del meno e a ricordare eventi passati, mentre Videl girava per casa svolgendo le faccende domestiche e Pan giocava sul tappetino ai piedi del divano, in un posto lontano dai pericoli e dove la madre potesse sempre tenerla d'occhio.
Ogni tanto Piccolo le si avvicinava per farla giocare, in modo abbastanza impacciato, in caso si stesse annoiando e fosse pronta a frignare per ricevere attenzioni. 
Ma niente di più.

<< Davvero, grazie, ci fai un favore a tenerci Pan per questi tre giorni. Vorrei chiedere alla mamma ma so che ha già troppo da fare con Goten e papà. >>
Incastrato.
Di nuovo
.
Lui, che era sempre abituato a stare in disparte e ad osservare tutto da lontano, senza lasciarsi sfuggire niente.
Proprio lui. 
Aveva provato a rifiutare ma Gohan aveva messo in campo tutte le sue migliori tecniche di convincimento e persuasione, e alla fine il Namecciano si era convinto, forse anche preoccupato all'idea che Chichi non avesse le forze per stare dietro ad una neonata, troppo occupata a tenere a bada il figlio e, soprattutto, il marito (si chiedeva quanto ancora sarebbe durata prima di un attacco di cuore).
<< Ti ho lasciato un foglio con alcune indicazioni che potranno esserti utili attaccate al frigo. La stanza degli ospiti è quella alla fine del corridoio, sulla destra. Fa come se fossi a casa tua, è il minimo! >> Aggiunse Videl afferrando la valigia da mettere in macchina.
Tornò in casa, prese la piccola dal seggiolone e la baciò sulla fronte << Ciao tesorino, ci vediamo presto. >> Le disse, e mentre la bambina le sorrideva, la mise in braccio ad uno spiazzato Piccolo che si ritrovò il codino corvino legato all'insù della bambina che gli solleticava il naso ad ogni movimento della testolina.
<< Da oggi starai un po' con lo zio Piccolo. >> Aggiunse Gohan infilandosi la giacca e schioccando un sonoro bacio sulla guancia della figlia << Fai la brava. >> E uscì di casa.
Piccolo rimase per una manciata abbondante di secondi con la bambina in braccio, immobile, come in uno stato di trance, ma quando la manina di Pan iniziò a dargli piccoli colpi sulla guancia si risvegliò ricordandosi di avere quel cucciolo a cui badare.

Di quei giorni Piccolo ricorda la routine che si era venuta a creare: i giochi che Pan adorava e che facevano sempre, le passeggiate nei prati e al parco, il biberon del latte, le notti passate a cullarla perchè non ne voleva sapere di dormire, i pianti per la mancanza dei genitori, la sua vocina nel tentare di pronunciare correttamente "mamma" e "papà" quando cercava la donna o l'uomo in giro per casa, le sue smorfie per farla ridere. 
Si era sentito alquanto ridicolo in alcune occasioni.
Ma il sorriso di quella bambina valeva assolutamente lo sforzo.
Pan, dal canto suo, aveva imparato che lo zio Piccolo era un compagno perfetto di giochi, paziente e amorevole. Era strano, ai suoi occhi di bambina molto piccola, ma lei non ci faceva caso: non avendo altri mezzi, l'unica cosa che poteva donargli per ringraziarlo, a modo suo, erano i sorrisi e i piccoli abbracci che gli dava stringendosi al suo braccio mentre il Namecciano cercava di farla addormentare distesi nel letto.
Lei sperava, e in cuor suo sapeva, che lui apprezzava.
Ovviamente, tutto era racchiuso in quei pochi e semplici pensieri che una bambina di pochi mesi poteva mettere insieme.
Piccolo non conosceva a fondo i bambini, eppure, quella situazione surreale, impossibile fino a meno di un anno prima, iniziava a stargli bene.
A piacergli.

E prima ancora di rendersene conto, i tre giorni erano passati e i due giovani coniugi erano tornati a casa. Appena entrati avevano salutato allegramente i due che si trovavano intenti a leggere un libro di favole con animali parlanti sul divano.
La bambina si era agitata alla vista della mamma e Piccolo aveva lasciato che la donna la prendesse in braccio. Chiuse il libro e lo posò sul divano, alzandosi.
<< Rimani a pranzo da noi? Dobbiamo ringraziarti in qualche modo. >>
<< Non ce ne sarà bisogno, andrò a casa. Videl, Gohan, ci vediamo prossimamente. >> Salutò, e fece per uscire dalla porta quando una vocina raggiunse le sue orecchie.
<< Piccoyo. >> 
Pan, in braccio alla madre, si era sporta fuori la spalla di Videl con la mano verso di lui, per richiamarlo, regalandogli un sorriso più grande degli altri.
Piccolo sorrise impercettibilmente. 
<< Dai, resta, anche Pan te lo sta chiedendo. >> Insistette Gohan << Prima di sera sarai a casa tua, ora resta ancora un po' con noi, e con lei. >>
Il Namecciano inspirò ed espirò.
Chiuse la porta di casa che aveva lasciato aperta.
L'avevano incastrato.
Di nuovo.
Per la terza volta.

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-Angolo di Minori.-
Ciriciao! Se vi state chiedendo cos'è questa cosa che avete appena letto, tranquilli.. Me lo sto chiedendo anche io. *risata nervosa*
Allora, se non si era capito, si, adoro scrivere storie dove ci sono protagoniste i bambini (Bra nella scorsa e Pan ora, e chissà, forse ce ne saranno altre).. Adoro Pan in Super, cioè, è troppo adorabile *^*
Ancor di più adoro il legame "da zio" che si viene a creare con Junior, insomma, cioè, il Namecciano baby sitter, incredibile.
Così ho voluto scrivere una cosuccia su questi due, concentrata un po' sui pensieri di Junior che si trova praticamente spiazzato dal fatto che si, in poco tempo, la bambina lo abbia praticamente stregato con la sua dolcezza. Cose non da lui, insomma, si può immaginare, però rese possibili dalla piccola Pan e dal suo essere come tutti i bambini: innocente e adorabile.
E poi, vogliamo parlare di quando lo chiama 'Piccoyo'? Guardo il video dove lo dice almeno una volta al giorno *O*
Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate! Grazie mille, alla prossima (non vi libererete presto di me muahahah), Mino-chan :3 
  
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