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Autore: Okimar    04/02/2017    1 recensioni
Camilla e un uomo divorziato senza figli. Gaetano e l'ex che gli lascia un messaggio disperato in segreteria.
Claudia e una bambina innocente che le richiama alla mente ricordi dolorosi. Paolo e un conducente di tram quasi in pensione.
La prof e il vicequestore si ritroveranno dalla parte sbagliata della giustizia. Al loro posto indagheranno una vecchia conoscenza di Camilla e il capitano dei carabinieri, uniti in un caso che sembra richiamarsi a altri. Dove amore e sangue si tingono entrambi di rosso. Fino alla lotta finale contro il Male.
A furia di gridare al lupo...
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Camilla Baudino, Gaetano Berardi, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Sei tutto ciò che ho

 

-Bene, ma adesso che facciamo?- domanda lei frenetica.

-Ma tu non ti riposi mai?- chiede lui disperato. Camilla smania dalla voglia di risolvere questo caso, tuttalpiù il fatto che sia direttamente coinvolta. -No, Camilla- le dice con tono quasi paterno ma non gli riesce bene. Lei si limita a sbattere le ciglia con fare indifferente, quindi lo fissa.

-Ci siamo dentro insieme ma io voglio uscirne- puntualizza con tono deciso.

-Io invece no, voglio rimanerci invischiato completamente!- scuote la testa -Camilla, se ci beccano a indagare é la volta buona che mi mandano a spasso... e ti deportano.- sospira scocciato sedendosi sul divano, lei fa lo stesso sul tavolino perfettamente davanti a lui. -Non possiamo, non dobbiamo e non dovremmo neanche volerlo.-

-Anche altre cose non avremmo potuto, dovuto volerle...- gli rinfaccia direttamente -...non ho bisogno del tuo aiuto, me la caverò da sola.- Gaetano ride di quella ragazzina troppo orgogliosa con la passione del giallo. -Che c'è? Sei tu che hai spesso usufruito del mio aiuto e non il contrario!- lui non dice niente ma lei nei suoi occhi vede il trailer che sta scorrendo nella sua mente: lei che lo abbracciava disperata, lui che la consolava, la sopportava e l'aspettava...

-...Un po' mi mancano i tempi in cui dopo aver detto qualcosa ti scusavi dandomi del lei... almeno ero un'autorità.- Camilla non risponde, non é neanche sicura che ci sia un'allusione, vede solo il dolore dell'uomo per l'accusa (e la conseguente perdita del ruolo) e in parte anche per lei.

-Gaetano, stai tranquillo! Recupererai il tuo lavoro e tornerai a essere il commiss... vicequestore Berardi, tu poliziotto e io la professoressa...-

-Basta, chi vogliamo prendere in giro? Non saremo mai solo il poliziotto e la prof, non almeno in tempi brevi.- Camilla abbassa gli occhi come colta in fallo. -...promettimi che non indagherai su questo caso, solo questo.- le prende le mani ma lei le ritrae immediatamente. -Niente dita incrociate dietro la schiena... Camilla, io non sono tuo marito- contemporaneamente dispiacere, ironia, rimprovero in questo ordine.

-Non ti posso promettere niente. Non dipende solo da me! Hai presente Eracle, Edipo...? Non dipende solo dal povero sfigato di turno ma anche dal Fato, Zeus, destino, Dio o come lo si voglia chiamare! Io posso provare a non indagare ma loro verranno a cercare me quasi sicuramente. C'è qualcosa di superiore dietro a ciò che ci succede? Non lo so, ma tu stesso hai ripetuto molte volte che non credi nelle coincidenze... ecco! Prendi questa come prova che io sono legata al giallo senza per forza che ciò mi conduca a te: quando eri via e io sono tornata dalla Spagna single- Gaetano si maledice mordendosi le labbra per trattenere ingiurie contro sé stesso che non avendo il dono dell'onniscienza non ha potuto saperlo per cogliere l'unica possibilità concreta che ha avuto in questi anni. Non ricorda subito alcuni particolari: Eva, Tommy. -insomma, ho trovato un altro al tuo posto (in tutte e due i sensi) e ho conosciuto Marco- più rimpianto o gelosia? -eppure anche senza il tenebroso Berardi, le indagini hanno continuato a far parte della mia vita.-

-Ok, Camilla, lo posso capire ma io vorrei solo proteggerti, proteggere entrambi. Lo capisci?- lei annuisce decisa.

-Certo che lo capisco, l'ho sempre capito che ti piace fare l'eroe dall'armatura splendente, senza macchia e senza paura.- Gaetano dovrebbe prendersela ma sorride immaginandosi in calzamaglia.

-Mi stai prendendo in giro?- domanda retorica.

-Dai, smettila. La finiamo con questo interrogatorio, comiss..- lui la guarda ridendo.

-Proprio non ti entra in testa, eh?-

-No- scuote la testa -per me resterai sempre il mio commissario.- si rende conto di quello che ha detto e vorrebbe cambiare versione, ma è troppo tardi e sarebbe troppo ridicolo. Gaetano fa quella cosa che la manda fuori di testa, avvicinandosi al suo viso le sussurra sulle labbra:

-Tuo?- lei non respira guardandolo e a voce appena percettibile, quasi ultrasuono, risponde:

-Mi sono sbagliata...- lui fa segno di no con il dito.

-Eh no, volevi proprio dire tuo commissario... comunque anche tu sei la mia prof prediletta.- sussulta a quell'aggettivo perché è lo stesso usato dal suo primo fidanzatino serio la prima volta che l'ha vista. L'uomo si accorge di questo sbalzo e le accarezza affettuosamente la spalla. -Non hai niente da fare?- le chiede con fare pensieroso.

-Direi di no, e tu?- ribatte lei rapidamente e con fare ironico.

-Nemmeno. Quindi...- quei puntini di sospensione sono pericolosi eppure magici come l'attimo prima di un bacio, ma anche di essere investito da un tram. -...se ce ne andassimo a fare un giro?- la prima reazione di Camilla é un sorriso divertito. Meglio di niente! pensa lui.

-E dove, vicequestore?- sottolinea apposta il grado. Gaetano ridacchia, sembrano due diciottenni poco tempo prima o dopo la maturità. Risponde con qualcosa di totalmente inaspettato. -Rotta per casa di Dio, stiamo volando alla festa!- canta a cappella perfettamente intonato.

-Ehm... cosa dovrei dedurre da questo?- domanda lei imbarazzata al posto suo. Lui le prende la mano e gliela apre, all'altra chiude due dita quindi le mostra il risultato -8...- lo ripete -...8...- poi di colpo capisce e prima che lui agisca esclama -3. 883.-

-Vedi che sei perfetta come investigatrice, commissaria Baudino?- Camilla ride e poco tempo dopo, superata la questione del poter allontanarsi dalla città in quanto non ancora ufficialmente iscritti nella lista degli indagati, sono sull'auto di Gaetano, musica a palla, overdose di 883/Pezzali.

-Ma come hai fatto a sapere che ci sarebbe stato anche Max?- chiede lei ancora stranita dal corso degli eventi. Era davvero tornata ragazzina e si stava dirigendo a un concerto di uno tra i suoi cantanti preferiti col suo fidanzatino. Si sentiva in questo modo. -Ma l'hai mai visto il video?- domanda canticchiando benvenuti al dream hotel! Gaetano non fa altro che ridacchiare felice e spensierato con accanto la persona che ama. -É una figata pazzesca! Direbbe mia figlia.- si appresta a correggersi.

-Sí, l'ho visto...- risponde dolcemente lui, violando le norme di sicurezza e guardandola per un attimo in questa nuova veste. Lei sorride imbarazzata.

-...scusa, non so cosa mi stia succedendo! È che le sue canzoni sono così pure e naturali che mi riportano indietro a quei tempi...-

-Non devi scusarti di niente! Sei ancora più bella quando ti sciogli dalla formalità... che facevi nel lontano 1995?- domanda poi, lei resta stupita che conosca addirittura l'anno Allora é un estimatore anche lui!

-Non avevo ancora Livietta ma ero giá sposata... era ancora quel magico periodo dei primi anni, quando ti trovi davanti delle difficoltà pensi al cavaliere che sconfigge il drago per liberare la principessa e non gridi addosso all'altro anche solo per tensione!- Camilla sospira e Gaetano, fermo al semaforo, le posa una mano sulla sua come segno di conforto. In questi momenti dovrei esultare perché sta praticamente dicendo che il suo matrimonio é k.o. ...invece mi sale il dispiacere pensando a quanto sia stata male lei, indipendentemente da noi -Tu?- l'uomo assume un'aria pensosa.

-Sai che non me lo ricordo? Sono passati 18 anni... mi sa che ero agli inizi... la prima promozione seria.-

-Ti sei distinto subito dalla massa!- lo prende in giro lei. Gaetano sorride, non sta facendo altro da quando sono partiti, eppure non ha problemi... anche se può sembrare banale continuare a farlo.

-Ce l'hai una foto di quei tempi?- domanda a bruciapelo.

-Mia? Qui?- dopo l'iniziale stordimento la donna, riprendendosi, cerca nella borsa il portafoglio e da quest'ultimo estrae un quadratino piuttosto consumato. -Te lo faccio vedere alla prossima sosta, però.- sentenzia con tono tutt'altro che serio, ma continuando a prenderlo in giro.

-Miseria quanto eri già bella!- sarebbe stato più appropriato un "ammazza quanto eri figa!" ma non é nel suo stile.

-Ho fame.- Camilla deve aver bevuto qualcosa che le ha dato la testa, oppure il loro sugo era drogato. -Quanto manca?- chiede con tono leggermente scocciato.

-Tanto- risponde solamente lui per fortuna così posso stare più tempo con te! Altrimenti non posso mai stare con te. Non eravamo mai stati così tanto tempo insieme senza che un telefonino suonasse, qualcuno precipitasse da altezze, mariti o amanti sparse qua e là..

-...non hai elaborato nessuna ipotesi sul nostro caso?- Eccola! lo guarda innocentemente in attesa.

-No e neanche tu dovresti... ma possibile che dobbiamo avere sempre come terzo incomodo il mio mestiere?- a questo sfogo di Gaetano, lei reagisce in uno dei grandi classici femminili. Vedendola muta che guarda in basso immediatamente si pente. -Lo sai cosa intendevo!-

-Anche tu come Renzo odiare questo mio vizio, non l'avrei mai immaginato!- esclama con tono deluso.

-Odiare, Camilla?- se fosse diverso avrebbe le lacrime agli occhi, ma il suo dolore é privato e resta dentro di lui. -No! Io non odio affatto la tua passione- la corregge -io la amo. La amo, prima di tutto perché senza di questa non so se ti avrei mai conosciuto, in secondo luogo mi hai sempre aiutato moltissimo e io spero di averti dimostrato in tutti i modi la mia gratitudine.- lei sorride, non é abituata a sentirgli dire così tante cose insieme, i discorsi lunghi sono inusuali per Gaetano. -Non sono geloso della tua capacitá. Vorrei averla? Certo, mi sarebbe utile. Ma se per averla dovessi sacrificare te, allora no. Penso di non essere un agente completo proprio perché, le tue abilità, tu, mi completi.- é una specie di dichiarazione, la migliore che abbia ricevuto dopo quella per il suo matrimonio. É commossa ma le lacrime non sono mai state il suo forte, forse ne ha versate troppe in gioventù.

-...grazie... mi spiace ma non mi viene altro da dire... mi fai sentire che ancora valgo qualcosa proprio mentre tutto il resto cerca di persuadermi del contrario.- lui sorride ma fa molta più fatica di lei a trattenere le lacrime, allora furbescamente conoscendo più o meno l'ordine delle canzoni, ne cerca una finché non la trova.

Avrei voluto essere un bravo studente, un bravo figlio, un bravo fidanzato... o almeno uno dei tre... avrei voluto andare via quando questa cittadina l'ho sentita stretta addosso, non la credevo più mia... Gaetano canta con una tale malinconia che Camilla non può fare a meno di leggerci il dolore che ha provato nel corso della sua vita e qualche lacrima scorre sulle sue guance. Per fortuna lui sta guardando fisso verso la strada e quindi non può notare la sua reazione. O questo é per lo meno quello che crede la donna, in realtà lui si é accorto ma non sa di preciso cosa sarebbe la cosa migliore da fare.. o forse sì: continuare a cantare. Avrei voluto stare anch'io in un posto dove il mio destino non fosse già scritto... poi ho capito che dovunque andassi io c'ero sempre, ero sempre con me...

-Gaetano... l'altro giorno te l'ho detto, non so neanche perché... forse sono rimasta troppo sorpresa, ma canti veramente bene. Hai una bellissima voce, un'ottima dizione... e un'affascinante accento. - forse non gli aveva mai fatto tanti complimenti in vita sua come quel giorno, lui invece non faceva che dirle o farla sentire sia bella che intelligente, arguta, speciale... importante. E anche se solo in debito della loro amicizia, pure lei avrebbe dovuto cominciare a fargli provare queste sensazioni, perché sono veramente un balsamo per la vita, un appiglio a cui aggrapparsi nei momenti di oscurità come questo...

Intanto la canzone sta per arrivare alla fine... Camilla mentre sente quell'uomo cantare metabolizza un pensiero che come succede spesso, da un po' le galleggiava nella mente senza avere la minima intenzione di affondare. Se sono giusto oppure no, se sono a posto o pessimo, se sono il primo o l'ultimo, ma sono tutto ciò che ho... se sono bravo oppure no, se se sono furbo o stupido, se sono scuro o limpido, ma sono tutto ciò che ho... tutto ciò che ho... comprende da un lato la profonda solitudine che ha vissuto Gaetano e si rende conto di tutte le volte che le l'ha abbandonato, del suo egoismo giustificato, di quando era scappata dopo che lui l'aveva consolata, o l'aveva illuso. Sì, perché deve almeno ammetterlo a sé stessa: non può pensare di dire la verità se pensa di essersi sempre comportata come moglie madre irreprensibile. Una madre irreprensibile non sarebbe andata a casa sua sospettando cosa volesse dirle e farle, o se ci fosse andata non sarebbe restata immobile fino all'ultimo sperando in quel maledetto bacio per poi togliersi dopo essersi lasciata sfiorare... sembrava un po' il gioco del vedo-non vedo, producente ma poco concreto. No, una donna coi piedi nelle sue sole scarpe gli avrebbe detto, vedendolo avvicinare "Mi spiace Gaetano ma non posso" e si sarebbe alzata subito. E se anche non fosse subito balzata in piedi per lo meno sarebbe fuggita immediatamente, non sarebbe rimasta a guardarlo guardarla sentendosi in colpa e soprattutto non avrebbe risposto sul perché non potesse baciarlo con "Non lo so" ma chiarendo che era sposata, aveva una figlia... un'altra vita che non lo comprendeva... Ma tutti questi se, se, e questo spropositato uso del condizionale e del congiuntivo! Chi voglio prendere in giro, lui o me stessa? Non me ne sono andata subito e ho reagito poco bruscamente perché temevo che se avessi fatto la cosa giusta l'avrei sicuramente perso...

Ma il suo pensiero fisso non era questo, seppur c'entrasse. Anche nei pensieri riusciva a perdersi per strada, anzi, peggio ancora, non c'è labirinto intricato quanto i meandri della propria mente. Insomma, sentendolo cantare quella canzone che aveva sentito moltissime volte si rende conto di una cosa nuova (é proprio vero che la nostra percezione funziona a livelli e ogni nuovo approccio rivela qualcosa di nuovo): la prima parte, tra vari pentimenti e desideri di essere diverso da quello che é, verteva sull'accettare sé stessi perché in fondo, l'unica compagnia che avremo sempre, per forza di cose, é la nostra. Infatti la compagnia più difficile da sopportare é la propria, che sia l'io in tutto e per tutto, coscienza o grillo parlante, inconscio, subconscio; succederà più di una volta nella vita di desiderare che quella vocina si spenga ma quando accadrà, sporadicamente, ci sentiremo persi. Questa si riassume in un modo semplice: solitudine. Quello che Camilla aveva sperimentato in università, quando era stata costretta a scegliere tra l'amicizia (ma nemmeno un'Amicizia con la A maiuscola) e lo studio che l'avrebbe portata a raggiungere i suoi obiettivi e l'indipendenza. Aveva preferito la solitudine e i risultati non erano poi così negativi. Si mette a ridere perché il filo dei suoi discorsi mentali le ricorda una frase di Oscar Wilde... "Spesso sostengo lunghe conversazioni con me stesso e sono così intelligente che a volte non capisco nemmeno una parola di quello che dico" sentendola ridere e non comprendendone la ragione, Gaetano si interrompe un attimo, ma è solo un attimo, appunto.

Avrei voluto in passato essere meno innamorato di chi non ha avuto alcun riguardo per me, e avrei voluto dare a te tutto quello che ho dentro e che io troppe volte ti ho negato senza sapere il perché, avrei voluto e solo Dio sa quanto ho cercato di tirare fuori ciò che sento... avrei voluto dirti che prego che qualsiasi cosa accada tu ci sia sempre, tu sia sempre con me... Contemporaneamente Camilla e Gaetano si rendono conto che quelle parole dovrebbe cantarle, dirle lei in ogni caso, così l'uomo tace per un attimo e in questo modo si rende conto che lei a bassissima voce gliele sta dicendo, guardandolo con la coda dell'occhio.

Riprende a cantare nel ritornello sentendo l'eco di ciò che dice: è la voce del suo amore che lo accompagna. Se sono giusto oppure no, se sono a posto o pessimo, se sono il primo o l'ultimo, ma tu sei tutto ciò che ho... se sono bravo oppure no, se se sono furbo o stupido, se sono scuro o limpido, ma tu sei tutto ciò che ho... tutto ciò che ho... tutto ciò che ho.. tu sei tutto ciò che ho... ecco il benedetto pensiero di Camilla: la prima parte dice "sono" la seconda "sei" (tu, l'altro)! Questo non può che significare che prima bisogna amare sé stessi per essere in grado di amare qualcun altro. Quante volte l'ha pensato e non ha avuto il coraggio di dirlo, questo perché sapeva che se si fosse chiesta "e io mi amo?" si sarebbe risposta negativamente... ma ora, adesso si ama davvero, ha imparato a corteggiarsi talmente bene che Dostoevskij sarebbe proprio fiero di lei!

-Questa canzone sarebbe proprio adatta per una ninna nanna... la parte finale intendo... cioè, forse non sarebbe il massimo per certe parole però... però deve essere bello sentirselo dire!- Gaetano non può sapere che lo sproloquio della donna dipende da un dibattito interno avvenuto in lei.

-Sei tutto ciò che ho..- dice con quel tono di voce deciso, fermo, eppure con sfumature di dolcezza e amore vero. Camilla però lascia che sia la parte raziocinante di lei a rispondere e come direbbe sempre il grande scrittore russo, non potrebbe fare cosa peggiore, perché in fondo la sua mente complotta per distruggerla. -Bugiardo.-

-Perché?- le domanda lui rimanendoci male. Possibile che anche a fare esplicitamente ciò che una donna chiede si fallisca ugualmente?

-Hai Tommy, é lui tutto ciò che hai!- l'uomo resta spiazzato.

-Peró...- lei lo blocca definitivamente com'è solita fare, come ha fatto qualche giorno fa quando stavano per baciarsi in casa sua, con Renzo fuori dai piedi, suo figlio e Potty che dormivano sul divano... e per fortuna che quel batuffolo di pelo li aveva interrotti, se no, date condizioni e umori, chissà cosa avrebbero rischiato di fare, davanti a quel piccolo innocente! Ecco, lui aveva preso il bambino in braccio per portarlo a letto e aveva detto "...e dopo" sperando di continuare il discorso ma lei lo aveva respinto dolcemente, come al solito. "Dopo vai a dormire anche tu, é meglio." Meglio? Ma chi può saperlo davvero cos'è meglio? Tanto ogni scelta comporterà la rinuncia più o meno consapevole a qualcosa. Io a lei però, non rinuncio!

-Nessun però, é lui la tua vita e l'unico perché che ti deve spingere all'azione...- Questo perché non stai con qualcuno da amare con la stessa quantità... pensa.

-Non discuto sul fatto che Tommy sia la priorità, ma deriva da me, é mio in un senso anche scientifico genetico, mentre l'amore per la donna della mia vita o quello per gli amici.. com'è che si dice? La famiglia te la ritrovi, gli amici te li scegli.. boh, non ricordo. Quello che vorrei dirti é che non ho solo Tommy... lui é la mia vita razionale ma tu...- ha paura di sentirgli dire quello che teme -tu sei tutto ciò che ho al di fuori della normalità, della logica ... e sei la cosa più bella..- ma lei non gli permette di concludere la frase.

-No, non lo dire.- sospira quasi scocciata. -Meglio se continui a cantare...-

-L'hai voluto tu.- le risponde come se fosse una minaccia, un avvertimento poco amichevole, conoscendo perfettamente l'ordine delle canzoni.


Angolo dell'autrice:
La canzone è ovviamente Tutto ciò che ho degli 883; la citazione che pensa Camilla è invece di Oscar Wilde

  
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