Titolo: Twelve
Fail-Safe Ways | Dodici
Infallibili Modi
Autore: Michelleypie
Traduttore: gigia990
Rating: R
Warning: SPOILER DH!
Note del Traduttore: Ho letto questa fan fiction qualche tempo fa su
Checkmated e l’ho trovata assolutamente
fantastica. Sono una serie di Missing
Moments basati sui dodici capitoli di cui è
formato il libro che Ron regala a Harry il giorno del suo compleanno: Dodici Infallibili Modi per Incantare una Strega.
N.B. L’edizione italiano traduce il titolo del libro come
Dodici Passi infallibili per Sedurre una
Strega. Io mi sono presa la libertà di tradurlo in modo diverso,
più letterale. La fic consta in tutto di
tredici capitoli e ho iniziato a tradurla sotto consenso dell’autrice.
Che altro dire, spero che vi piaccia, Michelle non vede l’ora di sapere
cosa ne pensate C:
Buona lettura!
Twelve Fail-Safe
Ways
1. Oro Solido
Con l’avvicinarsi del mezzogiorno, il sole di inizio luglio fece curiosamente
capolino nella stanza di Ronald Weasley, facendosi domande sul suo desiderio di
rimanere dentro in una giornata così bella. Dopotutto, se fosse successo
un paio di anni fa, un giorno come oggi sarebbe stato perfetto per far prendere
a Ron la sua Cleansweep e andare a vedere chi dei suoi
fratelli o Ginny era disponibile per una partita a Quidditch.
Oggi però non ne vedeva il senso.
Non ci sarebbe stato Quidditch
quest’anno.
L’anno scorso, sarebbe stato più che deluso di questo.
Quest’anno, benché deluso, questo pensiero non
lo sconvolgeva tanto quanto il fatto di essere stato così vicino
a stare con Hermione nell’anno passato e di essere riuscito a rovinare tutto.
Aveva rovinato tutto per Lavanda Brown, per di più.
Beh, forse dato il tempismo e lo stato delle cose nel mondo intorno a
loro, non era esattamente la cosa peggiore che potesse capitare.
Sì, forse, se ci fosse stato un lato positivo in tutte le orribili
cose che stavano succedendo, era che ora Ron aveva finalmente una ragione
valida per ritardare i chiarimenti con Hermione.
Ora non era il momento. Ron non aveva dimenticato facilmente quanto fosse
stato strano per Harry baciare una ragazza mentre stava piangendo. E, no, Ron
lo sapeva – la prima volta che avrebbe baciato Hermione Granger, lei non
sarebbe stata in lacrime.
La prima volta che avrebbe baciato Hermione Granger…ora, questo era
terribilmente ottimista per qualcuno che nel corso dell’anno, è
riuscito quasi ad uscire con lei, scaricarla per pomiciare con una ragazza di
cui gli è importato a malapena per mesi, e perdere temporaneamente la
sua amicizia al punto da doversi quasi avvelenare per riaverla. Il pensiero di
riuscire a baciare la sua migliore amica – di riuscire a baciare Hermione – non era qualcosa in cui
poteva sentirsi ottimista in tempi brevi.
Eppure, nonostante lui fosse cosciente del fatto che lei doveva essere
una pazza anche solo per dedicargli più di un secondo dei suoi pensieri
dopo tutto quello che le aveva fatto l’anno
passato, non riusciva a non sentire un senso di speranza.
Non riusciva a togliersi dalla testa il ricordo di quel particolare
pomeriggio al Lago…
~
In una tranquilla macchia di prato a Hogwarts,
lontano dai rimanenti visitatori del funerale di Silente, Harry stava fissando
il Lago. Appoggiato contro un grosso albero poco distante da Ron e Hermione -
la quale, persino in un momento come quello, era riuscita a procurarsi uno dei
suoi libroni alla disperata ricerca di “maggiori informazioni” -
stava semplicemente seduto, senza dire niente.
Solo qualche minuto prima, i tre avevano parlato rapidamente
dell’anno seguente, cosa che li aveva stancati talmente da farli
desiderare solamente di sedersi e rilassarsi.
Abbastanza stranamente, Ron aveva provato uno strano senso di sollievo.
Aveva bisogno di tempo per rendersi conto delle molte cose di cui avevano
già discusso. Cos’altro c’era da dire, comunque? Silente era
morto, loro non sarebbero tornati a Hogwarts
l’anno dopo, Harry aveva deciso di scaricare Ginny (cosa che aveva
procurato a Ron una sensazione piuttosto strana allo stomaco senza aver avuto
il bisogno di parlarne), e loro tre avrebbero passato tutto il prossimo anno o
anche di più a caccia degli Horcrux senza
avere la minima idea di dove iniziare.
Il Silenzio era, senza alcun dubbio, d’oro.
L’unica cosa che sembrò assomigliare a una conversazione fu
l’occasionale tacita interazione tra Ron e Hermione. Ogni volta che Harry
si muoveva o sembrava che stesse per dire qualcosa, Hermione, con i suoi
consueti tentativi di far condividere alle altre persone i propri sentimenti, reagiva
istantaneamente, riuscendo ad allontanarsi dal libro in modo da spostare il suo
sguardo su Harry e guardarlo con preoccupazione. Ron le rivolse
un’occhiata per ricordarle che, se lui avesse voluto parlare,
l’avrebbe fatto e lei non avrebbe dovuto pressarlo per ottenere
informazioni.
Lei sapeva cosa significasse quello sguardo.
Esattamente come lui sapeva cosa lei stava pensando quando rivolse
un’occhiata ansiosa a Harry.
Lei tornò al suo libro, seguendo il tacito consiglio di Ron.
Non c’era più bisogno di pronunciare nessuna parola; loro si
conoscevano semplicemente così bene.
Dopo un po’, la consuetudine di tentare di attirare
l’attenzione di Harry e fallire sempre miseramente cominciò ad
essere piuttosto stancante. Il ronzio delle voci lontane diversi metri e il
tranquillo suono cullante del Lago in continuo movimento sembrò
infiacchire i tre ancora di più. Ron seguì lo sguardo di Harry
oltre l’acqua, guardare il cielo che ricambiava innocentemente lo sguardo
come se nessuno di loro avesse preoccupazione alcuna. Guardando lo stesso
paesaggio, Ron si ricordò degli anni passati, quando l’unica
preoccupazione che aveva era l’idea di stare qualche settimana lontano da Hogwarts, lontano Harry…lontano da lei…
E poi lo sentì.
Un piccolo peso appoggiarsi contro la sua spalla. Lui sapeva benissimo di
cosa si trattava; poteva quasi vedere la massa dei soffici capelli scuri di
Hermione con la coda dell’occhio, senza aver bisogno di girarsi per
guardare. Molto lentamente, lui si sporse per vedere e con grande sorpresa di
Ron, Hermione era ora troppo esausta per guardare più il suo libro. Si
era addormentata e aveva scelto la sua spalla come cuscino.
Molto attento a non svegliarla, Ron si prese un momento solo per
guardarla. Sì, lui poteva guardare…solo finché lo sguardo
di Harry fosse rimasto fisso sul paesaggio lontano e la sua mente altrettanto distante.
Lei sembrava così in pace. La preoccupazione che si era
impadronita del suo viso fino a qualche momento prima era scomparsa e sembrava che
lei si sentisse perfettamente salva, perfettamente soddisfatta, sdraiata
lì contro di lui ed entrambi appoggiati contro il solito enorme tronco.
Lui capì che avrebbe potuto farlo per lei; anche se era solo per
pochi momenti di sonno, anche se era solo perché era successo
perché in quel momento era lui ad esserle seduto accanto –
l’avrebbe aiutata a preservare quello stato di tranquillità in cui
si trovava ora.
Una folata di vento soffiò improvvisamente, e Ron la maledì
sottovoce, sperando che non avrebbe distratto Harry
abbastanza da direzionare la sua attenzione verso l’attuale posizione di
Hermione o che non avrebbe allontanato Hermione da lui.
Harry dedicò al vento la stessa considerazione che aveva dedicato
a loro due e sembrò che anche lui si stesse pian piano addormentando.
Hermione emise un piccolo piagnucolio e le sue ciglia si sollevarono appena, ma
non si mosse altrimenti. La sua testa rimase sulla spalla di Ron, il quale era,
per la prima volta, felice di essere in procinto di addormentarsi.
Sentendo un impulso improvviso, Ron rivolse lentamente il suo sguardo
verso Harry. Il suo corpo riposava contro il tronco dell’albero poco
lontano da Ron, la sua testa abbassata, i suoi occhi verdi nascosti sotto le
palpebre chiuse, e sembrava di star recuperando il sonno che gli era mancato nelle
passate due settimane. Ron era sollevato; non solo per il fatto di vedere il
suo amico riuscire a riposarsi un po’ come meritava, ma perché il
suo impulso poteva essere messo in atto.
Attentamente, Ron inclinò appena il capo, poggiando la sua bocca sulla
testa di Hermione. Riuscì a sentire la morbida e crespa sensazione dei
suoi capelli e ad annusare il saponoso profumo di pulito del suo shampoo.
Chiuse gli occhi e molto lentamente le baciò la testa, godendosi tutto;
la calda sensazione del suoi capelli contro il suo
volto, contro le sue labbra.
Voleva farlo da mesi, da anni; e ora c’era riuscito. Doveva
assaporarlo finché poteva.
Si rimise dritto, chiedendosi se lei avesse notato qualcosa.
Ancora persa nel suo sonno tranquillo, lei non sembrava essere cosciente
che qualcosa di diverso fosse accaduto. Anche Harry, seduto all’angolo,
era ancora addormentato come lo aveva lasciato prima.
Ron tornò a guardare Hermione, ma prima che i suoi occhi potesse
incontrare di nuovo
la sua
figura poggiata contro la sua spalla, venne distratto da due teste rosse a
qualche metro di distanza.
Fred e George.
Nello stato di delusione in cui si trovava, si era dimenticato che i due
non erano ancora tornati al negozio. Se qualcuno fosse dovuto saltar fuori nel
momento più imbarazzante possibile, sarebbero stati naturalmente loro
– anche se fossero stati lì solo per poche ore. Stavano in piedi
paralizzati, le loro giacche di pelle di drago le uniche caratteristiche salienti
che Ron poteva guardare in modo da evitare le loro espressioni.
L’avevano visto.
Gli avrebbero fatto patire le pene dell’inferno, lo sapeva. Dal
momento in cui Hermione sarebbe arrivata alla Tana, avrebbero fatto in modo di
farle sapere che, mentre stava dormendo, quello scemo di Ron aveva deciso di
provarci con lei.
Eppure, c’era qualcosa di curioso nella loro reazione.
Non sembrava che stessero ridendo di lui.
Bizzarro.
Dopo tutte le battute che avevano fatto su Lavanda, dopo tutte le prese in
giro che aveva subito per tutti quegli anni, non stavano ridendo dopo averlo
beccato mentre baciava la sua migliore amica mentre dormiva?
Nonostante questo, non erano neanche seri.
Scambiarono uno sguardo con lui, quasi congratulandosi. Era lo stesso sguardo
che aveva visto nei loro occhi quando stavano pianificando il negozio di
scherzi anni prima ed era venuta loro un’idea che li aveva resi
elettrizzati.
Poi Fred sussurrò qualcosa a George che fece annuire George
entusiasticamente; un sorriso machiavellico, ma non minaccioso, sul suo volto.
Ron rivolse loro un’occhiata per chiedere di cosa diavolo stessero
parlando quando George sollevò i pollici nella sua direzione e Fred
decise di rompere il ghiaccio della “non presa in giro” mimando un
bacio sulla testa di George, ridendo. Ron si guardò intorno e
trovò un sassolino, che lui prese rudemente e lanciò verso di
loro. Questo li fece ridere anche più forte e si avvicinarono di qualche
metro.
«Ce ne andiamo, fratellino» sussurrò George, guardando
ancora la testa di Hermione appoggiata comodamente al braccio di Ron. «…A
meno che tu non pensi di aver bisogno di un po’ di supervisione»
«Vaffanculo»
«E’ questo il modo di parlare ai tuoi fratelli che non vedi
da mesi?» schernì Fred. «Menomale che la mamma non
c’è»
«In ogni caso, proseguiamo,» disse
George, ghignando. «Vi vedremo entrambi alla
Tana. Ma dovrò dire a mamma di mettere il lucchetto alla tua porta.
Precauzione, sai!»
Prima che Ron potesse lanciare un altro sassolino contro George, i due
avevano salutato e si erano allontanati velocemente. Ron non pensava di averne
l’energia in ogni caso. In più, dopo il funerale di Silente,
c’erano cose più importanti di cui preoccuparsi.
In quel momento, Ron sentì le ciglia di Hermione sbattere contro
il suo braccio e la vide guardare in su nella sua
direzione. Il suo sguardo era inizialmente uggioso e addormentato, ma dopo
pochi secondi lei sembrò realizzare la posizione in cui lei si era
appena svegliata.
I suoi occhi si spalancarono.
«Oh, Ron, mi dispiace!» disse a bassa voce. «Non
intendevo…»
«Va tutto bene» la rassicurò Ron, «Eri stanca.»
Hermione si sfregò gli occhi, cercando di nascondere quanto rosse
le sue guance erano diventate, ma Ron riconosceva il rosso quando lo vedeva.
Specialmente su Hermione.
«Quanto ho dormito?» chiese Hermione, rivolgendo
un’occhiata a Harry.
Non lo so,
pensò Ron, ero piuttosto impegnato
a guardarti dormire e a baciarti mentre non te ne accorgevi. Scusa.
«Solo qualche minuto, credo»
«Era da tanto che aveva bisogno di riposare» disse Hermione,
il suo viso scurito dall’ alone di
preoccupazione che c’era momenti prima. «E’
solo…oddio, Ron, vorrei tanto che lui parlasse con noi. E’
così…-»
«Lo so.
Ma, onestamente, Hermione, ti aspetti che lui inizi a sputar fuori tutto quello
che gli passa per la testa? Magari vuole solo un po’ di pace.»
«Pensi davvero che abbia un po’ di pace tenendosi tutto per
sé in quella maniera?»
Tenendosi tutto per sé…
Perché Ron non ne sapeva niente a riguardo.
Ron non ha mai tenuto una singola cosa per sé.
Ron non si sentiva sicuro nascondendo a Hermione che lei consumava solo
tipo tutti i momenti in cui era sveglio nei suoi pensieri. Non sapeva cosa si
provava a trovare consolazione nel fatto che lei non sapeva quante volte il
pensiero di pomiciare con lei senza ragione entrava nella sua mente. Non aveva
idea di come ci si sentiva a baciare Lavanda e desiderare che invece fosse
Hermione e sperare disperatamente che nessuno lo scopra mai.
Certo. Ron non ne sapeva niente
a riguardo.
«Certe volte…alla gente non piace, sai…parlare di cose»
Lanciò a Hermione uno sguardo pieno di significato, la parte
più piccola di lui sperando che lei sapesse a cosa stava pensando. Lei
ricambiò l’occhiata, i suoi brillanti occhi castani quasi
commossi, e poi allontanò in fretta il suo sguardo, come se fosse
imbarazzata dal fatto di aver capito.
Ron non aveva bisogno che gli dicesse che lei stava provando quelle cose.
Lui la conosceva bene, semplicemente.
Si conoscevano tanto bene.
~
«Patetico»
«Completamente»
Ron scosse la testa, la sua mente fece un brusco ritorno al presente. Mentre
il suo ricordo di come esattamente l’impacciata discussione tra lui e
Hermione in stile “stiamo parlando di Harry, ma in realtà no”
continuava, venne interrotto dalla presenza di Fred e George accanto al suo
letto. Lui sobbalzò e cercò di non sembrare così tetro
come lui sapeva invece di essere. L’ultima cosa di cui lui aveva bisogno
era loro due che lo trovavano depresso.
Questo gli avrebbe procurato settimane di assoluta tortura.
«Si chiama
bussare. Dovete proprio apparire
dovunque?»
«Sì, mamma, dobbiamo,»
replicò Fred. «Non si deve perdere tempo.»
«Parlando di perdere tempo, pensiamo che tu lo
stia facendo un po’ troppo»
«Accasciandoti in giro…»
«…come un cucciolotto malato
d’amore…»
Eccolo. Questo era il momento in cui lui finalmente si rendeva conto di
quello che lo attendeva dopo l’incidente nel parco di Hogwarts.
«Levatevi dalle palle,» disse Ron;
si alzò in piedi e si girò per lasciare la stanza, quando Fred
gli si parò davanti, seguito da George.
«Non così in fretta qui, Lover Boy,»
disse lui, mettendo il suo braccio sulla spalla di Ron. «Almeno
ascoltaci. Come sai, la nostra reputazione con le
signorine ci precede»
«Sì.
Ma, beh, non dare ascolto a Magnolia Baxin su quello
che è successo al Paiolo Magico. Voglio dire, non eravamo noi;
probabilmente un altro paio di gentiluomini incredibilmente belli…-»
«-…o
quelle sorelle, Sandy e Cindy che abbiamo assunto al negozio. Non avevo
esattamente l’intenzione di uscire con entrambe nello stesso momento, ma,
essendo gemelle, capita che siano esattamente uguali; puoi immaginare che
nervoso? Quando credevo che una era Sandy, l’ho
quasi chiamata Cindy, ma quando Sandy ha fatto quella cosa con la
lingua…-»
«Oi! Davvero! Non ho bisogno di sentire queste cose!»
«Consigli, fratellino!»
«Sì, beh, per quanto allettante possa essere, penso di
potermela cavare da solo.»
«Ah,
sì. Ne hai certamente dato prova al Lago,»
disse Fred con un ghigno. «Divertente, George, il libro non diceva di
fare cose romantiche come baciare la tua ragazza sulla testa quando lei
è, sai…cosciente?»
«Qualcosa
del genere, sì. Penso che abbiano anche menzionato che fare la tua mossa
dopo un funerale non è esattamente quel che si dice astuto.»
«Zitti!» urlò Ron.
Eppure, la sua curiosità ebbe la meglio su di lui e si prese un
minuto per pensare. Di che libro stavano parlando?
«Il libro dice anche che dovresti fare qualcosa anche con le mani,
se stai per dare uno di quei bacetti,»
continuò Fred. «Sai, giocare con i suoi capelli o una di quelle
sciocchezze da femmine che piacciono tanto a Angelina»
«Ora, questo è…-» Ron si bloccò. Stava cominciando
a diventare interessante. «Aspettate, Angelina?!
Quidditch-Angelina?
Davvero?»
«Certo, amico» disse Fred. «Non
penserai che si sia scordata di quella notte indimenticabile che le ho fatto
passare al Ballo del Ceppo, vero? Beh, fortunatamente per me, lei è via
per la maggior parte del tempo per il suo lavoro in Egitto, ma quando torna,
rinvanghiamo qualche ricordo felice, se capisci quello che intendo.»
«E nel frattempo, il libro aiuta con tutte le altre,» disse George.
«Okay, di cosa accidenti state parlando?!
Quale libro?»
Fred e George si scambiarono un sorriso e tornarono a guardare Ron.
«Penso che sia
pronto. Che ne dici, Fred?»
«Non ci
può essere momento migliore di questo. Merlino sa quanto vorrei avere
dei nipoti con un po’ di cervello»
Se Ron non fosse stato così curioso a proposito del libro, o
così perso nell’idea che qualcun altro oltre lui vedesse in lui tanto
potenziale da poter stare con Hermione abbastanza a lungo per
generare i nipoti di Fred e George avrebbe ribattuto. La sua mente però, era troppo distratta.
Fred e George lo condussero sul bordo del suo letto e si sedettero ai suoi
lati. George mosse la mano nella tasca interna della camicia che stava
indossando e cacciò un piccolo libro in brossura. La sua rilegatura nera
assomigliava a quella del diario di Riddle, cosa che
fece rabbrividire Ron al pensiero degli altri Horcrux
che lui, Harry e Hermione avrebbe dovuto trovare. Poi, quando guardò la
copertina, le lettere rosso-oro del titolo sembrarono brillare per lui,
attraendo la sua attenzione più di una Veela.
Le lettere del titolo sembravano virili abbastanza da non mettere in imbarazzo
Fred e George per il fatto di possederlo, ma contenevano ghirigori che erano
abbastanza femminili da sapere che chiunque l’avesse ideato conosceva le
ragazze.
«Dodici Infallibili Modi per
Incantare una Strega,» lesse Ron, pensando
che Hermione stessa avrebbe potuto scrivere un libro sulle cose strane che
fanno le ragazze.
Lui si chiese se questo si addicesse alla natura da
so-tutto di Hermione.
«E fidati di noi, sono
infallibili,» disse Fred.
«Oro solido,» convenne George.
«Voglio dire, non badare a quel paio di occasioni che
controbilanciano,» consigliò Fred.
«E’ vero che siamo incappati in qualche guaio ogni tanto…»
«Se riesci a credere che siamo tipi che si mettono nei guai…»
«Ma di
base funziona. Ci ha procurato un sacco di secondi, terzi, decimi appuntamenti.
Roba buona. Incredibile quali idiozie piacciono alle ragazze, giuro»
«Dagli un’occhiata per adesso,»
disse George, guardando Ron con quello che sembrò quasi un accenno di
serietà. «E’ divertente far
impazzire qualcuno che non è la mamma. Ci siamo affezionati alla Granger
in quel senso»
«Non tanto quanto te, ovviamente,»
interruppe Fred.
«Quindi
è meglio che resti con lei. Voglio dire, basta
con i tipi alla Lavanda Brown. Lasciale a noi quelle.»
«Ora che mi ci fai pensare, Lavanda
è ancora single?»
«Fidati di me, non hai bisogno di un libro per Lavanda Brown,» disse Ron, girando le pagine del libro e iniziando
a scorrerne il contenuto. «Semplicemente pomiciaci
fino a stordirla e sarà felice»
«Wow.
Sembra che tu abbia affrontato un’esperienza difficile con lei,» lo canzonò George.
«Terribile» aggiunse Fred.
«Può essere un grosso peso, ma penso che potremmo portarlo
al tuo posto!» disse George.
«Noi?» chiese Fred.
«Devi ancora occuparti della roba con Sandy e Cindy!»
«A questo proposito, dovranno essere un po’ preoccupate dal
momento che la nostra paura pranzo è finita quindici minuti fa e
c’è un mago oscuro a piede libero.»
«Bene allora. Immagino sia tornato agli affari come sempre. Poi
forse un po’ di lavoro se ci riusciamo. Allora, tutto chiaro Ron?»
«Cosa?» chiese Ron, realizzando che
Fred e George erano ancora con lui dopo essersi perso per un momento nel
paragrafo riguardante il complimentarsi per il talento di una ragazza nel
vestire e nel decorare. Fred e George si scambiarono un sorriso.
«Lo lasciamo a te allora» disse George, e con un pop, i due scomparvero.
Ron tornò alla prima pagina del libro con una sorta di intenso
interesse che lui non aveva mai avuto per alcun altro libro avesse mai letto
prima. Lui sperò di vedere la lista dei dodici modi in un posto dove
potesse studiarli tutti in una volta…
…perciò saltò l’introduzione e iniziò a
metà frase.
…contrariamente a quanta si possa credere, un
mago non deve essere ricco, potente o persino bello per conquistare
l’oggetto del proprio affetto!
(Ron ringraziò silenziosamente l’autore per averlo chiarito,
dal momento che lui era fermamente convinto di non essere nessuna delle tre
cose).
Tutto quello che dovete fare è seguire i
nostri dodici passi per conquistare la strega dei vostri sogni, elencati qui e
trattati in ogni capitolo a seguire:
1- Ascoltala.
Beh, okay, Ron la ascoltava. La ascoltava fino allo sfinimento riguardo
al CREPA; non capiva quando lei avrebbe compreso che agli elfi domestici
piaceva la loro sorte e odiavano la sua interferenza. Lui l’ha ascoltata
parlare di tutti gli studi che doveva fare tutto il tempo, anche se lei non
aveva bisogno di farlo perché, contrariamente a lui, era talmente
brillante che non aveva bisogno di lavorare così duro per essere
qualcosa di meglio. Lui la ascoltava e le faceva sapere che la ascoltava.
Magari non sempre nei modi più piacevoli, ma, diavolo, se lo meritava
alle volte. Sebbene lui fosse pazzo di lei, Ron sapeva che aveva un
caratteraccio quando voleva.
2- Falle sapere cosa provi nei suoi confronti.
Okay, beh, c’erano altri undici modi. Avrebbe potuto fare a meno di
uno per ora…
3- Sorprendila con regali e complimenti che non si
aspetta.
Non si aspettava il profumo! Era già a buon punto! Per quanto
riguarda i complimenti, era sicuro di avergliene fatti tanti. Non le aveva
detto quanto straordinaria lui pensava fosse? E deve aver anche menzionato il
fatto che lui pensava che fosse carina. Aveva fatto un commento sui suoi denti
quella volta, no? Sicuramente lei avrà fatto due più due e realizzato che lui pensava che lei fosse bella, no?
4- Rispetta i suoi obiettivi e i suoi sogni, anche
se sono diversi dai tuoi.
Dopo tutte le volte che l’ha sentita lagnarsi degli esami, Ron era
sicuro di averlo fatto. Ma poi ancora, quali erano gli obiettivi e i sogni di
Hermione? Lui sapeva che voleva eccellere in ogni esame, ma non ci sarebbero
stati esami quest’anno. Dove l’avrebbe portata? Cosa voleva? Voleva persino
sposarsi? Voleva
una famiglia? Voleva entrare in un qualche settore lavorativo particolarmente
competitivo dove avrebbe potuto mostrare all’intero mondo magico quanto
straordinaria lei fosse e dimenticarsi completamente di Ron? Lui non avrebbe di
certo potuto rispettare questo – non poteva rispettare la sua scelta di
stare lontana da lui, no?
Beh, ma avrebbe dovuto farlo, no?
Lei se lo meritava…
5- Non parlare del fascino delle altre ragazze in
sua presenza senza prima insistere sul fatto che lei è attraente.
Oh, no…
Il Ballo del Ceppo.
Ecco perché si è infuriata sulla
scale! Lei ha pensato che quando lui stava parlando delle ragazze brutte (le ha
chiamate troll?) stesse pensando a
lei! Come può una ragazza così intelligente essere così
sciocca? E’ ovvio che lui non pensa che lei sia
un troll! Starebbe qui a leggere il libro di Fred e George per conquistare un
troll? Come può non saperlo?
6- Quando siete insieme, dimostra che la conosci e
rispetta i suoi sentimenti facendo quello che le piace e invitandola a fare
cose che le piacciono.
Ron immaginò il suo primo appuntamento con Hermione comportare
loro due seduti nella sala comune lavorando a maglia dei cappellini per gli
elfi e si trattenne a stento dal ridere. Ci riuscì anche meglio quando realizzò che non sarebbero stati in sala comune
quest’anno.
Per alleviare il peso del groppo che gli si era formato in gola,
continuò a leggere…
7- Dimostrale affetto ogni volta che è
possibile, poco importa chi altro c’è intorno.
Dimostrare affetto a Hermione; ora questo non suona male.
Ma ora che Krum le ha dimostrato affetto, come
può competere lui? Come avrà fatto Krum?
Per quanto gli facesse male, Ron immaginò Krum
forzare sdolcinatamente le sue labbra su quelle di Hermione e sentì
l’improvviso bisogno di prendere la sua Cleansweep,
volare in Bulgaria e prenderlo a pugni fino a stenderlo. Ma di nuovo, non era
molto romantico da parte di Vicky, no? Ron avrebbe
fatto quella cosa delle dita nei capelli di cui Fred stava parlando. Se ha
funzionato su Angelina…
8- Fai uno sforzo per diventare amico delle persone
che le sono più vicine, come famiglia e amici.
Bene, quello era facile. Ron aveva incontrato i Signori
Granger diverse volte e aveva buoni rapporti con loro. Per quanto
riguarda gli amici, Ron e Harry erano gli amici di Hermione. Sembrava che molte
poche persone apprezzassero che persona meravigliosa lei era e benché
Ron sapesse che alcune delle sue abitudini non erano esattamente gradevoli, non
poteva fare a meno di chiedersi il perché. Ripensando al modo in cui
Calì e Lavanda erano solite prenderla in giro e dire quanto fosse patetica,
quanto fosse triste che i suoi unici due amici fossero due ragazzi, per uno dei
quali, come Lavanda aveva affermato, “aveva una vera a propria ossessione”,
Ron provò una grande rabbia per se stesso per non aver scaricato Lavanda
dicendole quanto fosse stupida.
Si morse la lingua.
Doveva smetterla di pensare a Lavanda.
Tutto questo era per Hermione, dopotutto…
9- Se è di cattivo umore, permettile di
sbollire la rabbia prima di reagire.
Ovviamente, la persona che leggeva il libro non conosceva Hermione. Non
si poteva non reagire a Hermione; poteva essere esasperante se era in vena. Ma,
ancora, Harry non si è mai scagliato contro di lei, e le poche volte che
lo aveva fatto, Ron aveva provato un improvviso bisogno di pestarlo. Quello era
il lavoro di Ron; era lui che la teneva sotto controllo, che la faceva fermare
e pensare a quello che stava facendo o dicendo, non Harry.
10- Quando è sconvolta, il più grande
conforto è un po’ di intimità.
Ron ripensò al terzo anno, quando Hermione aveva provato a
dimostrare a Ron un po’ di intimità in
forma di abbraccio. Ovviamente, a tredici anni, l’intimità era
molto più intimidatrice, ma nonostante questo Ron desiderò di
tornare indietro a quel momento e circondare Hermione con le sue braccia,
invece che avere uno al suo fianco e uno ad accarezzarle la testa. In
più lui non aveva certo compensato con gli anni seguenti, essendo la
ragione del suo turbamento, invece che quello che la faceva sentire meglio.
Mentre il senso di colpa lo penetrava come un ago arrugginito che gli
scorticava la pelle, lui pensò a tutte le volte che era uscita di corsa da
una stanza per colpa sua e di Lavanda. Lui l’aveva vista tutte le volte,
e, mentre era quasi una bella sensazione all’inizio darle un assaggio di
quello che lui sentiva ogni volta che gli sbatteva in faccia il suo contatto
con Vicky, non poteva fare a me di sentire una
pugnalata di sconforto assoluto e di odio per se stesso. Lui le aveva fatto
questo – lui che non avrebbe augurato quel dolore neanche al suo peggior
nemico lo aveva imposto a lei, l’unica persona che voleva vedere felice.
Tutto questo stava diventando piuttosto scomodo…
11- Falla sembrare la creatura più bella che
abbia mai calpestato questo mondo.
Ma questo non era il motivo per cui Ron la amava tanto.
Aspetta…aveva appena ammesso di amarla.
E, beh, in effetti era vero. La amava. Ron pensò di essere
piuttosto sicuro di questo fatto. E non la amava perché era bella,
sebbene lo fosse; lo era eccome. Non la amava perché il suo aspetto era
superiore a quello di chiunque altro, perché, sebbene gli importasse di
lei più chiunque altro, sapeva che non era vero.
Ma lo era.
Lei – corpo, anima, spirito, tutto – era quello che lui
voleva più di qualsiasi altra cosa. Non gli sarebbe importato niente
neanche se gli fossero passate davanti un milione di Veela
o di Lavanda Brown. Nessun’altra poteva essere Hermione.
Nessun’altra poteva possederlo nel modo in cui faceva lei;
nessun’altra poteva conoscerlo come lo conosceva lei.
Di sicuro Hermione voleva di più che essere come una di quelle
ragazze che si elettrizzano per il semplice fatto di essere carine. Di sicuro
Hermione era diversa; era più intelligente di così. Lui era certo
che lei non fosse fissata sulle cose superficiali come lo erano quelle altre
ragazze.
Eppure, forse, questa era solo una di quelle cose assurde che piacevano
alle ragazze.
Avrebbe dovuto considerarlo questo…
12- Sta al suo fianco.
Ecco, questo lo era…per la maggior parte del tempo.
Eccetto quelle volte in cui litigavano e lui era l’avversario.
Accidenti.
Tutto questo non sarebbe stato facile.
Ron chiuse il libro frustrato, scese malamente dal letto e si girò
verso il comodino lì vicino. Aprì il cassetto più in alto
e prese la foto che Ginny aveva scattato a lui e a Hermione due anni prima.
Era incredibile; così tanti anni che loro due erano
stati amici e quella era l’unica foto che lui aveva di loro due da
soli. La guardava
ogni
Erano coperti di fuliggine da capo a piedi, ridendo nel tentativo di
togliersela di dosso. Lui si ricordava che risaliva a quando avevano iniziato a
ripulire Grimmauld Place,
quando loro aprirono la porta di un armadio talmente pieno di polvere che li
sporcò completamente entrambi. Naturalmente Ginny non ha saputo
resistere all’impulso di catturare quel momento con la macchina
fotografica e, nonostante la frustrazione di avere quel momento imbarazzante
fotografato, nessuno dei due riusciva a smettere di ridere.
All’inizio, i due guardavano in direzioni diverse, scrollandosi la
polvere di dosso mentre ridevano e cercavano di attirare l’attenzione di
Ginny lontano da loro. Poi però a un certo punto, per una frazione di
secondo si guardarono e Ron ebbe la sensazione che proprio lì e in quel
momento, lui aveva realizzato quanto lui avesse bisogno di lei. Questo –
lavorare insieme, persino nelle prove più scoraggianti, vivere nello
stesso posto, svegliarsi e sapere che lei lo stava aspettando al piano di sotto
– questo era quello che voleva.
E la foto, per quanto fosse stupida, la diceva lunga sulla situazione in
cui si trovavano. Stavano in piedi
coperti dalla polvere e dalla sporcizia della loro elusione e dei problemi che
la vita avrebbe continuato a portare – ma, nonostante questo,
l’avrebbero sostenuto insieme. Lo affrontavano come una squadra. Quello
era abbastanza per renderli felici fianco a fianco,
poco importava quali oscurità li avrebbe inghiottiti. Lui era al suo
fianco in molti più modi che qualsiasi libro avrebbe mai potuto
descrivere, e lo sarebbe stato sempre.
Se solo lei avesse saputo…
Ma lei doveva.
Si conoscevano tanto bene.
To be continued…
E questo
è quanto :D
Se siete
arrivati fino a qui, vuol dire che forse forse
non faccio così schifo come traduttrice. xD
Il
prossimi due capitoli sono già tradotti, ma non so quando li
posterò, perché come vi ho già detto la Maturità
è alle porte e devo concentrarmi su altro ora.
Però
appena ho un momento libero farò in modo di aggiornare questa e la mia
fan fiction Steamy
Amortentia C:
Passate
una buona serata e lasciate un commentino, così
dite a Michelle (e a me xD) cosa ne pensate!
A presto
<3