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Autore: lovelyvampire    05/02/2017    0 recensioni
Le mani in tasca e le vans nere consumate. E' seduto così vicino che potrebbe fondersi con il mio corpo e la sua felpa è leggerissima, penso che come me stia congelando. I suoi respiri si fanno più lenti e so che sta cercando qualcosa da dire, ma so anche che non ce la farà perché lui a queste cose non sa rispondere e per me va bene comunque.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Faccio un tiro, la sigaretta è ancora lunga, l'ho appena accesa. Le mie dita sono fredde perché l'aria è gelida e le scale su cui sono seduta cominciano a diventare scomode.
- E' morta mia madre – dico, faccio un altro tiro e mi permetto di guardarlo negli occhi perché so che lui mi sta già osservando e che si aspetta che io ricambi.
Quei cazzo di occhi blu mi divorano l'anima, anche in momenti come questi e a volte vorrei solo scapparne via.
- cazzo – sussurra.
Le mani in tasca e le vans nere consumate. E' seduto così vicino che potrebbe fondersi con il mio corpo e la sua felpa è leggerissima, penso che come me stia congelando. I suoi respiri si fanno più lenti e so che sta cercando qualcosa da dire, ma so anche che non ce la farà perché lui a queste cose non sa rispondere e per me va bene comunque.
Il suo indice si posa sul mio mento ed il pollice mi sfiora le labbra che immagino siano rosse e gonfie per il freddo.
Ci fissiamo ancora, in silenzio.
Non ero attaccata a mia madre, a malapena la vedevo. Era sempre in giro con qualche uomo diverso. Sempre lontana, sempre distante e sempre disinteressata a me. Perciò ora sento un vuoto. Sono triste, non perché l'ho persa, ma perché è una tragedia in più da aggiungere alla lista delle tragedie nella mia vita.
Però mentre lo guardo mi sento come se stesse cercando di riempire quel vuoto e mi sembra di poter respirare meglio per un attimo.
Sto per fare un altro tiro, ma lui si avvicina e mi bacia. Mi bacia come se potesse alleviare tutto il mio dolore con le sue labbra sottili e screpolate. Mi bacia come se mi stesse parlando, come se anche tutte le parole del mondo non fossero abbastanza.
Tiro un sorriso con l'angolo della bocca, uno leggero, impercettibile quando torna a guardarmi. So che l'ha notato e so che sa che è il mio modo di rispondergli.
Torno ad osservarmi le scarpe, faccio un altro tiro, la sigaretta che si accorcia e gliela passo.
- Cosa facciamo ora? - dice sfilandomela dalle mani, sfiorando le mie che poi tremano leggermente.
Mi piace come usa il plurale, come a dirmi che in questa situazione ci è fino al collo anche lui con me, nonostante non c'entri nulla, nonostante non sia sua madre.
Tiro un lungo sospiro e faccio spallucce, - non lo so -.
Ho voglia di piangere, ma non penso lo farò davanti a lui, o almeno ci provo. Non mi piace quando la mia vulnerabilità si mostra, nonostante con Louis sia successo più di una volta.
- Non ce la faccio più – rido, rido leggermente e mi sembra così fuori luogo che comincio a pensare che sia una risata nervosa. Comincio a pensare che le lacrime usciranno e mi spaventa un po'.
Louis torna a baciarmi, torna a mostrarmi che lui è lì con me tramite il contatto fisico perché le parole non sono il nostro forte.
- non dovrebbe importarmente, perché cazzo la vedevo una volta ogni chissà quanto. Quando ricordava di avere una figlia – comincio a sputare e lui mi ascolta senza battere ciglio, spostando lo sguardo dai miei occhi alle mie labbra.
- ma cristo ci sono quei piccoli momenti, di quando non avevo più di cinque anni, in cui ogni volta mi portava in giro e mi comprava un cazzo di gelato e io le volevo bene. E quei momenti non se ne vanno -
La sigaretta mi cade dalle dita e le lacrime dagli occhi. Vorrei smetterla di piangere perché fin troppe persone mi rivolgono sguardi incuriositi quando passano. E perché Louis ha già supportato più di quanto dovrebbe con me che aggiungo solo problemi a quelli che lui ha già, con un fottuto padre violento ed una madre malata.
- mi dispiace – dico e lui mi fa cenno di no con la testa,
- Mio padre continua ad essere violento nonostante ora che sono maggiorenne, eppure continuo a pensare a quando raccontava delle barzellette idiote prima di diventare un ubriacone e mi dico che forse potrebbe tornare lo stesso uomo - si ferma per guardarmi e passa un altro dito sulla mia guancia bagnata.
- anche se lo odio, una parte di me sa che è mio padre -
Mi lascia una scia di svariati baci sulla guancia, fino alla mascella e poi ricomincia.
Sono grata che mi rassicuri in questo modo che con stupide parole che poi si rivelano sbagliate, come 'andrà tutto bene' o 'domani starai meglio'. Perchè non andrà tutto bene ed io non starò meglio. Perchè questa vita di merda rimarrà la stessa che mia madre sia viva o no ed il dolore sarà presente come sempre lo è stato.
Mi sposta i capelli di lato e lo sento fermarsi sul mio viso con le labbra poco distanti dalla mia bocca. I suoi occhi sono chiusi e respira ancora più piano di prima. Una sua mano è intrecciata con la mia e l'altra, che non tiene più la sigaretta ormai più piccola di prima, è posata sulla mia guancia con fare così delicato, come se avesse paura di toccarmi. Il suo pollice che mi accarezza.
Porto la sigaretta alle labbra e poco dopo il fumo esce bianco e chiaro nel buio della sera e della luce fioca dei lampioni.
- Non ti meriti questa merda – sussurra lentamente, dolcemente, così a bassa voce che forse non l'avrei sentito nemmeno io se non fosse per la sua bocca sulla mia pelle.
- Non merito nemmeno te se per questo – lo dico guardando la strada, con i passanti che passano ignari e le macchine che fanno da sottofondo, perché, Cristo, quanto mi è difficile dire queste cose. Lo penso più di quanto tenga ad ammetterlo perché lui è fin troppo buono per me ed io non sono altro che cattive notizie.
Credo di averlo detto con il respiro spezzato perché poi i suoi pollici sono sulle mie guance e penso che delle lacrime le stiano percorrendo.
- Hei, hei, mi meriti perché sei la ragazza più bella che abbia mai visto. Anche quando piangi – dice e la sua voce potrebbe essere ciò di più bello che io possa sentire in questo momento.
Rido.
- Devo andare all'obitorio domani, verresti con me? -
Annuisce guardandomi ancora negli occhi, i suoi blu quanto l'acqua di notte e poi poso il capo sulla sua spalla, lasciando che il freddo mi travolga, che le sue dita tornino a legarsi alle mie, accendendo l'ennesima sigaretta della serata.

 



Del tipo che non pubblico da vent'anni quindi non trinciatemi.
Niente, è una cagata scritta un po' così, guardando l'episodio di Shameless in cui Monica muore.
E del tipo che Louis ha quell'aria -non so perchè- di qualcuno con così tanti problemi nella vita o almeno per me ha l'aria di un personaggio da descrivere così.
Potrei farne una vera fan fiction, ma per ora mi limito a farne una one-shot perchè sto scrivendo altro.
E niente, subitemi.

 

 

 

 

  
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