Storie originali > Nonsense
Ricorda la storia  |      
Autore: Meissa    01/06/2009    4 recensioni
Qualsiasi cosa succeda, Alice cammina, borsa in spalla e sacchetto in mano, e arrivata ai binari del treno si siede sulla prima panchina vuota e prende una bottiglietta d'acqua dalla borsa. Beve un sorso, la rimette in borsa, si liscia il cappotto, e composta guarda passare i treni.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ad Alice, la miglior amica che si possa desiderare.
Ci sono persone che quando vai da loro senza preavviso
non fanno domande e ti fanno salire.
Lei è una di queste. Grazie per esserci, sempre.

Mille grazie a De Gregori per il titolo
e alla Li, per avermi aiutato nella scelta dei generi.
Love, tesoro.


Alice


Alice cammina, borsa in spalla e sacchetto nell’altra. Percorre il sottopassaggio e sale le scale, arriva al binario e si siede sulla prima panchina che trova, prende una bottiglietta d’acqua dalla borsa e si ferma a guardare i treni.
Sul binario opposto, un uomo oltrepassa la linea gialla e, allo sferragliare del treno che si avvicina, si butta sulle rotaie, il treno è un diretto e non si ferma, è troppo veloce e il corpo si schianta sul binario, senza che il conducente possa fare nulla. Frena di botto, ma è troppo tardi, il corpo è sfracellato sulle rotaie, il sangue macchia la locomotiva e il vetro, le cervella colano macabre lentamente.
Nel caos di gente che strilla e urla, Alice ripone la bottiglietta in borsa e guarda passare i treni.

Le stazioni di notte non sono un bel posto, un uomo si avvicina a una signora anziana e le strappa la borsetta. Alice cammina nel sottopassaggio, borsa in spalla e sacchetto in mano, mentre inservienti e semplici passanti si fermano a rincorrere il ladro e aiutare la signora, che ha urlato per farsi sentire e ora si tiene la mano sul cuore, attorniata da una piccola folla.
Alice va avanti, sale al secondo binario, trova la prima panchina vuota e prende l’acqua dalla borsa. Beve un sorso, la rimette in borsa e liscia il cappotto, e composta guarda passare i treni.

C’è un comizio domani, ci sono manifesti in tutta la città. Alcuni ragazzi distribuiscono volantini, per strada, magari saranno stanchi e avranno freddo. Gliene viene allungato uno, Alice scuote la testa, sale le scale e arriva sino ai binari, borsa in spalle e sacchetto in mano. Si siede sulla prima panchina, e prende l’acqua dalla borsa; un uomo in manette viene trascinato via dalla polizia, sotto gli sguardi curiosi e critici della gente. Alice beve dalla bottiglietta, la mette in borsa, e quando le passa davanti urlando e divincolandosi, si liscia il cappotto, e guarda passare i treni.

Alle otto di mattina la frenesia sembra impossessarsi delle persone, pendolari si riversano a fiumi dai treni e altri combattono per salirvi, agitati, nervosi con le valigette nere e i completi in giacca e cravatta.
Alice con calma cammina lentamente, borsa in spalla e sacchetto in mano, non si lamenta e arriva sino alla prima panchina libera. Si siede, si liscia il cappotto e poggia la borsa di fianco a sé.
“Signorina, ma cosa fa, non sale? Questo è l’ultimo treno per arrivare in orario a Bergamo, il prossimo è tra un’ora!”
Alice scuote la testa e prende la bottiglietta d’acqua dalla borsa di fianco a sé, sotto lo sguardo allibito dell’uomo nel suo completo nero, la cravatta perfettamente annodata e la ventiquattrore in mano.
“Cosa?! Ma se non va a lavoro, allora che fa, eh?” domanda asciugandosi una goccia di sudore sulla fronte con un fazzoletto, le sopracciglia corrugate.
Alice beve un sorso d’acqua, richiude la bottiglietta, la ripone in borsa, poi sorride lievemente, guardando l’uomo davanti a sé.
“Guardo passare i treni,” risponde serena.
L’uomo la guarda, gli occhi larghi, la bocca aperta, sbraita qualcosa, agita la ventiquattrore, e poi si allontana, sconfitto.
Alice non l’ha degnato di uno sguardo, si liscia il cappotto e composta guarda passare i treni.





Fine, per vostra fortuna. Non so nemmeno se sia nonsense, se sia adatta o meno a questa sezione, è un qualcosa che avevo in mente di scrivere da parecchio e ora l’ho fatto. Lascio a voi qualsiasi giudizio e se ritenete che non sia adatta, che abbia qualcosa che non va, prego, sbizzarritevi, così che possa evitare di fare le stesse stronzate gli stessi errori le prossime volte, sempre che ce ne siano –di prossime volte, di errori, hai voglia!- Ok, mi eclisso.
   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Nonsense / Vai alla pagina dell'autore: Meissa