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Autore: Ste_exLagu    06/02/2017    1 recensioni
Aggiunto prologo
Hanamichi si trasferisce negli Stati Uniti e viene ispirato da un Telefilm, e comincia a scrivere a dei futuri figli. Comincia con la prima lettera in cui comincia a dare qualche notizia del suo primo anno allo Shohoku, e accenna all'incontro con Kaede.
Fa parte della serie Tutta la vita in un secondo. Nella linea Temporale si posiziona dopo "un secondo" e dunk"
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa, Nobunaga Kiyota
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Tutta la vita in un Secondo'
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Ste: piccola nota



Schema temporale “tutta la vita in un secondo” attraverso l’età di Hanamichi



16 Anni - Lui era la mia vita

-Un secondo

22 Anni - Dunk

28 Anni -Baka Dohao [momento della scrittura delle lettere]

30 Anni -[momento della lettura delle lettere]







Busta 1 Bis



L’altro vostro padre mi ha coinvolto in questa cosa. Ho letto cosa ha scritto, è scemo, vi conosciamo già, vi abbiamo già adottato mentre scriviamo queste lettere, anche se sospetto che lui la sua l’abbia iniziata prima che la nostra famiglia si allargasse.

Potremmo fare l’elogio della stupidità adolescenziale.

Vi daremo queste lettere ai vostri quattordici anni.

Per ora avete dodici anni, siete la coppia di gemelli più assurda che esista. Vi abbiamo conosciuto quando ne avevate dieci, sono solo due anni che questa famiglia è completa. Il vostro papà Hanamichi ed io ci siamo messi insieme verso la fine del liceo, e poi siamo venuti qua negli Stati Uniti, siamo stati fortunati dal Giappone in quel periodo ci siamo mossi in tre, anche se in squadre diverse ed in università diverse.

Io ho una grossa fortuna, sono sempre stato portato per le lingue, quando stavo a Kanagawa ero in una scuola prestigiosa, con corsi personalizzati, ero la stella della mia squadra di basket, ed ero sempre allegro e spensierato. Anche il mio essere omosessuale non mi ha mai fatto sentire inadeguato, la mia famiglia, per mia immensa fortuna è sempre stata aperta e tollerante con tutti, quando ho con fessato ai vostri nonni che mi piacciono i maschi, loro non hanno fatto una piega, mi hanno abbracciato e mi hanno raccomandato di trovare un bravo ragazzo.

Ero al secondo anno, e le cose stavano andando sempre meglio, nel basket, sentimentalmente meno, ma ero felice, circondato da amici, e da rivali fortissimi. Ci stavamo preparando per il torneo invernale quando una notizia squarciò il velo di sicurezza e immortalità che caratterizza i sedici anni. Di punto in bianco un mio coetaneo si è tolto la vita. Lo conoscevo, di vista, da molto tempo, c’eravamo già scontrati a basket fin dalle elementari, io lui ed anche il vostro allenatore. Lo Shohoku ne è rimasto distrutto, fino al momento in cui hanno deciso di reagire in modo costruttivo.

Ma di questo vi parlerà Hana, io voglio parlarvi di lui, di come mi son trovato a sognarlo ogni notte.

Era il primo anno, e con il Kainan eravamo una delle teste di serie del torneo nazionale di basket estivo, io mi ero ucciso di allenamenti e alla fine mi ero guadagnato il posto da titolare al primo anno, la scuola che frequentavo aveva uno dei più importanti club di basket e c’erano poche possibilità di entrare in squadra, anche perché solo chi manteneva una media in classifica molto in alto poteva puntare a quei posti. Ero un esaltato, immaginatevi con questo traguardo, che in pochi erano riusciti a raggiungere, raggiunto dopo pochi mesi dall’inizio della scuola “Sono il rookie numero uno” lo urlavo a destra e a manca. Ci siamo scontrati con una squadra assurda, ci siamo scontrati con lo Shohoku, e l’ho visto uno nuovo, un esaltato, uno che faceva un chiasso infernale, secondo solo al mio.

In Giappone la mentalità è molto più ristretta e lui era un fenomeno da baraccone con i capelli rossi, lunghi che ne incorniciavano il volto. Mi è mancato il fiato, era come un rumoroso e chiassoso raggio di sole. Dovevate vederlo in campo, è stato faticosamente esilarante, ma lì per lì ero infuriato, ho giocato come se gli Oni mi avessero posseduto. Lui non era ancora bravo, ma aveva l’istinto giusto.

Quando ho fatto la doccia ho dovuto accendere l’acqua gelida, e ancora i miei compagni di squadra di allora tirano fuori questa storia per prendermi in giro.
Ah quanto eravamo spensierati, dopo la partita abbiamo festeggiato. Ma ormai mi ero fissato, dovevo disintegrare quel rossino, ma puntualmente andavo a vederne le partite, l’ho visto migliorare ogni volta, ogni avversario gli ha insegnato qualcosa, ogni avversario ha trovato guai con lui. Si intravedeva il suo talento, ma la mia testa cominciava a farmi fare pensieri sconci su di lui, avrei voluto conoscerlo, ma non avevo nessuna scusa.

Avevo quindici anni, ricordatevelo, ero giovane e stupido, confesso, l’ho pedinato per giorni, forse mesi, ma non riuscivo a trovare una scusa per approcciarmi a lui. Ero distrutto, avrei voluto conoscerlo, avrei voluto parlargli.

Dopo qualche mese, ormai il “fattaccio” era successo, ho scoperto che lui giocava a street basket in un campetto poco distante dal mare, faceva i 3 contro 3. Dopo una di queste partite ho fatto l’unica cosa che conoscevo l’ho sfidato in un one to one. Ricordo che mi ha stracciato, e io ci sono rimasto malissimo, lui ha usato il suo fisico contro il mio.

Non so di cosa abbiamo parlato dopo, non me lo ricordo, ricordo solo che pendevo da quelle labbra carnose, ero ipnotizzato da lui. Era triste, era strano, era bellissimo e così fragile.

Sono sempre stato molto sicuro di me, ma davanti a lui prendevo la consistenza del formaggio fuso. Da quel giorno, dopo gli allenamenti passavo a giocare con lui in quel campetto, a mangiar qualcosa con lui, a parlare di ragazze. Si lui mi parlava di ragazze, e io facevo lo gnorri, cercavo di non apparire stupido ma io avrei voluto solo zittirlo con un bacio, ma non capiva. Pensavo fosse etero, e mi ero arreso. Col passare del tempo, lui ha ripreso a giocare con la sua squadra e il nostro era diventato un appuntamento fisso.


  
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