Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: Asia Dreamcatcher    06/02/2017    3 recensioni
Johann Schmidt è tornato e con esso le ceneri dell'oscura Hydra, pronta a risorgere.
Ma Teschio Rosso non è solo e Steve Rogers e gli Avengers dovranno vedersela con nuovi nemici. James Barnes sarà costretto, ancora una volta, a lottare contro i propri fantasmi, sperando di non soccombere.
Mentre gli echi di una nuovo guerra risuonano, Captain America e Vedova Nera si ritroveranno ad affrontare una sfida inaspettata, che potrebbe cambiare tutto per sempre.
Terza parte di "Se il passato è alle tue costole, ti volti e lo affronti"
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Se il passato è alle tue costole, ti volti e lo affronti'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
06 Buonasera gentili lettori! Spero che abbiate passato un weekend migliore del mio... Fortunatamente una nuova settimana è iniziata e direi che parte alla grande con questo nuovo aggiornamento!

Buona Lettura!





http://i1171.photobucket.com/albums/r557/JasmineL211/DE.jpg?t=1486301407








Capitolo Sei: Decisioni Difficili

Quando si effettua una scelta, si cambia il futuro”

~ Deepak Chopra



Natasha espirò piano e aprì gli occhi di giada ancora appannati dal sonno, allungò una mano dietro di lei, infastidita constatò che Steve non era al suo fianco. Si voltò immergendo il viso nel cuscino del compagno, passò la mano sul ventre si sentiva tranquilla, la nausea per il momento era tenuta a bada.

«Sei sveglia?».

Il capitano entrò nella stanza con in mano un vassoio che appoggiò fra le coperte pesanti.

Natasha si mise a sedere osservando incuriosita il pane tostato, la spremuta e la frutta che quasi traboccava dal vassoio.

«Non sapevo bene di quale avessi avuto voglia...» si giustificò l'uomo. La russa gli lanciò un'occhiata eloquente;

«Ahn, ecco cosa stavi cercando ieri sera in internet» disse con tono falsamente esasperato, in realtà intenerita da quella premura.

Steve alzò gli occhi al cielo;

«Okay lo ammetto. Ho solo cercato di capire come potevo aiutarti per... le nausee mattutine... e così sono sceso stamattina dal fruttivendolo»

«E hai comprato ogni tipo esistente di frutta su questo pianeta...» Natasha ridacchiò, afferrò un chicco d'uva e se lo portò alle labbra, prese un po' di pane tostato e ne diede un pezzo al compagno, ringraziandolo con un bacio.

Steve si appoggiò alla testiera del letto e abbracciò Vedova, che appoggiò il capo sulla sua spalla, la strinse e le posò un delicato bacio fra i capelli. Nessuno dei due parlò, paura e eccitazione si mischiavano insieme in un circolo infinito; l'uno poteva percepire la tensione dell'altra e solo restando insieme, in quel letto che sapeva così tanto di loro, quella sensazione poteva essere contenuta, soffocata. Natasha avrebbe voluto restare lì, abbandonata a lui, con discrezione cercava di ritardare il più possibile il momento in cui avrebbe dovuto affrontare le conseguenze di quella scelta perché sapeva che da quel momento in poi sarebbe stata l'incertezza a governarla. E per lei quella condizione era intollerabile.

D'altra parte Steve era restio a lasciare quel letto, quell'appartamento, perché finché erano lì il resto del mondo non esisteva e niente poteva accadere. Se fosse stato per lui avrebbe nascosto Natasha e il loro bambino fin quando gli sarebbe stato possibile. Un istinto protettivo primordiale lo pervadeva, il solo pensiero che qualcuno, da lì in avanti, potesse anche solo sfiorare la sua famiglia gli mandava il sangue al cervello. Espirò piano.

A malincuore, sciolse la presa da Natasha ed entrambi iniziarono a prepararsi.

La spia indossò un paio di jeans chiari e constatò, con un'occhiata critica, che le stavano giusti. Giusti. Di solito aveva bisogno di una cintura, ma evidentemente ora ne avrebbe fatto a meno. Si infilò un caldo maglione bianco, si ravvivò i voluttuosi boccoli e si voltò verso il capitano.

Steve tese la mano e lei gliela afferrò riacquistando calore.

«Pronta?»

«Andiamo».


Arrivarono all'Avengers Tower che il sole era coperto da spesse nubi e l'aria preannunciava neve.

Si fermarono ad uno dei livelli inferiori dell'edificio, che solitamente non frequentavano, dove si trovava l'ufficio di Helen Cho, lì a New York.

La dottoressa sollevò prontamente lo sguardo da alcune carte e accolse i due Avengers con un sorriso pacato.

«Perdona il poco preavviso» esordì il capitano prendendo posto accanto alla compagna.

Helen scosse il capo facendo capire che per lei non era stato un problema, anzi.

«Come stai Natasha?» domandò interessata, invece.

Vedova si prese un'istante prima di rispondere; mise a fuoco la stanza, si soffermò sul quadro italiano dietro la donna e sfiorò distrattamente il ventre.

«Meglio... Ho deciso di tenere il bambino»;

La dottoressa annuì sorridendo, afferrò una cartella vuota e vi scrisse, con calligrafia fine, 'Romanoff'.

«Allora questa è una domanda che ti farò spesso» digitò qualche tasto e comparvero alcuni file «Come vanno le nausee?»;

«Credo di essere stata graziata stamattina – e lanciò un'occhiata a Steve – ma persistono» affermò sincera. Per quanto detestasse avere a che fare con scienziati e dottori, era inutile ormai essere restii, non si trattava più di lei e basta.

Cho annuì poi si fece seria;

«Non vi mentirò, la situazione non è certo delle più semplici» si soffermò un attimo su entrambi che annuirono gravi «Si tratta di una gravidanza straordinaria: non solo per il trattamento che ti ha reso quasi sterile Natasha, ma anche per il corredo genetico di questo bambino. Sarà unico nel suo genere – sia Steve che Natasha pur consapevoli di ciò si sentirono lievemente a disagio – il tuo fisico si deve preparare ad accogliere qualcosa che non aveva previsto, non sarà una gravidanza rose e fiori e io farò tutto ciò che è in mio potere perché ne tu ne il bambino vi troviate in pericolo di vita...»

«Che cosa!?» si intromise Steve con voce strozzata, sentendosi male a quelle parole, l'idea che Natasha potesse addirittura rischiare la vita era insopportabile.

La spia gli afferrò la mano con dolcezza ma fermezza. Si guardarono negli occhi.

Glielo stava chiedendo, gli stava chiedendo di avere fiducia in lei, di non indietreggiare di non avere paura, perché altrimenti anche lei avrebbe ceduto, non poteva farlo senza di lui.

Il capitano strinse la sua mano, pur con il timore nel cuore, inspirò e annuì.

«Non ho paura del dolore» affermò lei sicura e con una punta di sfida nella voce.

«Ho bisogno che tu ti fida di me» obiettò la dottoressa. Natasha inspirò, percepì la presa di Steve farsi più forte;

«Mi fido».

Helen sospirò:

«Ci saranno esami da fare, oltre ai soliti prescritti per ogni gravidanza, vorrei che tu facessi una villocentesi»

«Di cosa si tratta?» domandò il capitano leggermente in ansia;

«E' un test invasivo che permette di prelevare dei frammenti di tessuto coriale, un componente della placenta per intenderci, che poi analizzerei in laboratorio, ciò ci permetterebbe di ottenere informazioni su eventuali anomalie cromosomiche o... genetiche-»

«Potrebbe nascere con malformazioni o malattie?» domandò Natasha brusca.

«Come ho detto questa è una gravidanza straordinaria, non sappiamo come si combinino due DNA così modificati e se questo suo corredo genetico lo potenzierà semplicemente come è successo a Steve o gli causerà degli scompensi. Questa procedura ci darebbe modo di sapere in che percentuale il feto sia sano».

Steve inspirò, suo figlio o sua figlia sarebbe potuto nascere malato a causa sua... quel pensiero lo trafisse come la peggiore delle pugnalate. Gli occhi gli pizzicarono e solo la presa salda di Natasha lo salvò.

«Fallo, qualsiasi cosa... fallo» mormorò la russa.

«Lo potremmo fare tra qualche settimana» asserì Helen, poi guardando le loro facce tese gli sorrise incoraggiante «Sentite, so che non vi ho dato notizie facili da digerire finora, voglio solo che abbiate chiaro cosa state per affrontare, non è facile ma già il fatto che questo bambino ci sia significa che è forte e ci sono buone probabilità che tutto vada per il meglio. D'accordo?» i due si ritrovarono ad annuire persi.

«Bene, allora volete conoscerlo?»

I due Avengers sgranarono lo sguardo sorpresi.

Natasha si sdraiò sul lettino e si sollevò il maglione mentre Steve si mise al suo fianco. I loro cuori battevano trepidanti all'unisono.

Helen distribuì il gel sul ventre della russa che sussultò impercettibilmente impreparata.

Il monitor si accese e Cho strinse gli occhi per qualche momento poi le sue labbra si distesero;

«Ah eccolo! Vedete – disse disegnando un piccolo cerchio con il dito – è proprio qui».

Steve e Natasha si sporsero verso il monitor, non si distingueva benissimo eppure lo videro ugualmente, quel feto di pochi millimetri che si muoveva appena.

«Incredibile...» sussurrò il capitano in venerazione;

la spia cercò la sua mano e la trovò subito pronta a sostenerla.

«Siccome ormai sei di cinque settimane dovrebbe sentirsi...» Helen tacque soddisfatta.

Dei forti e rapidi battiti iniziarono a propagarsi nella stanza.

«E'...» il capitano boccheggiò incredulo, la dottoressa annuì sorridente;

«Sì è il suo cuore».

Natasha in religioso silenzio allungò la mano verso lo schermo e vi premette le dita contro, come se desiderasse ardentemente toccare quel bambino che era solo ancora un'embrione. Una lacrima scelse dolcemente lungo la guancia.


La porte dell'avveniristico ascensore si aprirono con un musicale 'din' e Natasha e Steve si ritrovarono nell'ampio e sofisticato soggiorno.

Immediatamente numerose teste si voltarono nella loro direzione. Sharon, Bucky, Jace, Alex, Niko, Sam, Maria, la famiglia Barton al completo, Tony e persino Nick Fury – tanto che la spia e il supersoldato gli lanciarono un'occhiata incredula – li stavano attendendo in silenzio.

Natasha sentì l'impellente bisogno di fuggire, in che guaio erano andati a cacciarsi? Sospirò:

«La notizia si è sparsa in fretta...» bisbigliò al compagno che ridacchiò nervosamente sentendosi fissato in quel modo.

«Sì sono incinta! E sì terremo il bambino» esordì con una punta di esasperazione nel tono ma stringendosi impercettibilmente al capitano che aveva il potere di infonderle più serenità.

Ci fu un attimo di immobilità generale, i respiri si cristallizzarono dopodiché come una bolla che arriva al punto di rottura tutto iniziò a muoversi.

Alexandra si precipitò da Natasha con un sorriso tanto luminoso che rischiava di abbagliare, e mai come in quel momento la donna seppe di aver fatto la scelta giusta.

La ragazzina la abbracciò d'impeto prima di staccarsi mortificata;

«Scusami Nat-» ma la spia le circondò le spalle magre e le portò una ciocca dietro l'orecchio, lei arrossì.

«Non sono di cristallo – scoccò un'occhiata al capitano al suo fianco – anche se qualcuno potrebbe dire il contrario» affermò divertita, Steve alzò gli occhi al cielo.

«Congratulazioni ragazzi!» un Jace più contenuto abbracciò entrambi con gli occhi lucidi. Niko strinse la mano del capitano e si scambiarono uno sguardo complice. Nessuno meglio di lui sapeva cosa significasse una gravidanza del genere.

«Andrà bene» gli assicurò Niko a voce bassa abbracciando la donna, poi si scostò elegantemente per lasciare spazio ad una Sharon fremente.

«Qualsiasi cosa Nat, qualsiasi cosa» le sussurrò commossa, abbracciandola forte. La spia le sorrise «Grazie».

«Ragazzi non smettete mai di sorprendermi!» trillò Sam abbracciando, o meglio stritolando, insieme a Bucky il povero Steve. Ne era certo quei due non gli avrebbero dato tregua.

James si scambiò un'occhiata con Natasha, lei gli fece un semplice cenno per ringraziarlo ancora una volta.

Fu il turno dei piccoli Barton elettrizzati all'idea di poter, finalmente, avere un cuginetto.

«Mamma papà come nascono i bambini?» celiò innocentemente Lila gelando sul posto tutti gli adulti, per non parlare del solitamente calmo arciere che sbiancò e non di certo perché era ancora degente.

«Grazie tante Nat!» sospirò Clint mentre la stringeva premuroso «Sono davvero felice per te»;

«Speriamo di esserlo anche alla fine...» mormorò l'amica con lieve sorriso triste. L'arciere gli strizzò l'occhio.

«Tony non dirmi che ti sei commosso?» lo prese in giro la donna mentre il magnate gli si avvicinava con lo sguardo non proprio fermo;

«Ti piacerebbe Rossa! Mi è solo entrato un elefante nell'occhio» borbottò ironico Tony, congratulandosi con entrambi.

«Ora non potrà più essere lui il bambino della situazione» trillò sarcastica Pepper Potts appena sopraggiunta con un sorriso radioso dipinto sul volto magro e fine.

«Pepper!» si lamentò Tony «Voglio che tu mi dica quando mai mi sarei comportato in modo infantile!? E sii ben specifica cosicché potrò smontare ogni tua illazione!». La donna nemmeno a dirlo ignorò prontamente il fidanzato e fece gli auguri a Natasha, mentre il resto del gruppo ridacchiava e benediva quella santa donna.

Fury li fissò con l'occhio buono e scosse il capo con l'ombra di un sorriso:

«Voi due...» si limitò a dire. C'era una nota di fierezza mista a contentezza nella sua voce. Lasciò che l'atmosfera fosse ancora per un po' leggera, quasi spensierata, poi con colpo di tosse riportò tutto all'ordine.

«Purtroppo ci sono delle cose di cui discutere...» il suo tono non lasciava spazio ad equivoci. Natasha e Steve lo sapevano, quel bambino non aveva scelto uno dei momenti migliori per venire al mondo.

«Che succede?» domandò il supersoldato assumendo ancora una volta il suo ruolo di Captain America.

Sharon e Maria si scambiarono uno sguardo d'intesa;

«Si tratta dello S.H.I.E.L.D., ci è stato comunicato che lo scopo primario dell'intrusione dell'Hydra era l'evasione dell'ex agente Grant Ward.»

«Chi è esattamente?»

«Faceva parte della squadra scelta di Coulson, era uno Specialista, quindi potete capire da soli è un soggetto altamente preparato, in realtà si trattava di un agente dormiente dell'Hydra addestrato da Garrett. Ha creato non pochi problemi a Coulson e alla sua squadra, stanno ancora raccogliendo i pezzi...» spiegò Sharon mostrando alcune immagini del ragazzo.

«Per noi che cosa significa la sua fuga?» domandò Natasha osservando attentamente lo stile di combattimento dell'infiltrato. Fu Maria a rispondere:

«Per voi non cambia praticamente nulla, non ha mai avuto contatti ne con te, ne con Steve o Clint ai tempi in cui operavate nello S.H.I.E.L.D., ma per l'agenzia potrebbe essere un grosso problema, era un agente di livello 7 ed è stato molto vicino a Coulson e ai suoi... Conosce i protocolli, tutto.»

«Una bella seccatura» asserì Clint pensieroso «Hanno valutato l'ipotesi di una spia?»;

La donna annuì grave;

«Stanno ricontrollando ogni profilo, ogni spostamento dei loro agenti... Ma non avranno risultati nell'immediato. Ma c'è un'altra cosa che ci interessa» nel dirlo fece comparire sullo schermo olografico un'immagine. Si trattava di una donna di spalle, non si intravedeva nulla del volto ma solo una dritta cascata di capelli rame che, come un sipario, non faceva intuire nulla nemmeno del suo fisico. Era stata astuta. Davanti a lei lo schermo del computer crepato, come se avesse ricevuto un colpo forte.

«Non conosciamo l'identità della donna, è stata molto brava a non farsi riprendere, quasi sapesse già dove fossero le telecamere e questo fa propendere per l'ipotesi di un infiltrato. Skye è riuscita a recuperare la cronologia del computer e ha scoperto questo» la donna scomparve e al suo posto apparve una lista dettagliata «Questa» si intromise Sharon «E' la lista di tutti i ricettatori di armi chitauriane o di 0-8-4 che lo S.H.I.E.L.D. tiene d'occhio.»

«Stanno cercando di aumentare il loro arsenale?» domandò a quel punto Sam «Cosa significa quel nome sottolineato?»;

«E' quello che ha cercato di occultare, ma fortunatamente Skye è più brava. E' il loro obiettivo: la famiglia Belgioioso». A quel nome sia Bucky e Natasha assottigliarono pericolosamente lo sguardo.

«E chi sarebbero?» chiese perplesso Steve.

«E' una famiglia molto particolare, fanno parte dell'antica nobiltà veneziana. Loro...»

«Organizzano delle aste clandestine. Aste molto particolari» affermò Vedova Nera stizzita «Ogni ultimo dell'anno per i loro potenti e pericolosi ospiti viene indetta questa asta, in cui vengono venduti non solo materiali di contrabbando, di qualsiasi genere e badate bene qualsiasi, ma anche persone. Personaggi ritenuti scomodi o che possono servire a qualcuno per un qualsivoglia scopo. I Belgioioso si occupano di recuperare la “merce” che poi mettono all'asta il trentun dicembre. Sono piuttosto bravi...» fece una pausa e poi si ritrovò costretta a guardare Steve «Io stessa per loro sono una merce rara».

«Stai scherzando?» esalò il compagno allibito;

«Fu quando iniziai a farmi un nome come mercenaria e assassina che entrai nella loro speciale “lista”. Erano in molti a volermi: dittatori, amministratori delegati, signori della guerra o semplicemente nemici... Una volta riuscirono quasi a catturarmi per la loro asta. Da quando sono entrata negli Avengers il loro interesse nei miei confronti è diminuito. Ma scommetto che qui non sono l'unica che sarebbe un ottimo pezzo per loro...»;

«Ha ragione» esordì James cercando di mostrarsi indifferente «Io sono attualmente una merce richiesta e scommetto che se accediamo alla loro lista possiamo trovarci nomi come Stark o addirittura Fury» Sharon e James sbiancarono a quelle parole.

«Prego?» berciò Tony con sguardo oltraggiato;

Bucky si strinse le spalle;

«Beh se la guardi da un altro punto di vista, è sinonimo di pregio essere un obiettivo dei Belgioioso» replicò lui come giustificazione. Il magnate sembrò quasi rilassarsi;

«Mi piace di più la tua versione» affermò indifferente. Il resto dei presenti scosse il capo allibito.

«Fantastico. E ora come la risolviamo?» disse Sam gettando la testa all'indietro.

Natasha si scambiò un'occhiata con Fury;

«Dobbiamo infiltrarci a quell'asta, semplice»

«Beh è fuori questione che tu faccia da esca!» scattò Steve fissandola scuro in volto.

Se non fosse stata incinta avrebbe replicato. Avrebbe tanto voluto contraddirlo, come faceva ogni volta che lui si preoccupava per la sua incolumità, dirgli che lei sapeva difendersi da sola e che per quanto lo amasse non avrebbe rinunciato a fare il suo dovere per evitare l'infarto a lui. Ma ora la situazione era cambiata... si toccò il ventre, non si trattava più della sua vita, lo sapeva lei e lo sapeva lui. E Natasha aveva deciso di avere quel bambino, e per nessuna ragione lo avrebbe messo in pericolo più di quanto non lo fosse già, lo avrebbe fatto pur andando contro la sua natura di spia e guerriera.

«Non stavo suggerendo questo, Steve.» era pur sempre Vedova Nera e non gli avrebbe mai dato tanto facilmente la soddisfazione delle parole “hai ragione”. Il supersoldato la osservò intensamente, conscio di quanto le fosse costato tirarsi indietro ma al tempo stesso sollevato.

«Molto bene» affermò Fury «Prendiamo atto che la situazione è cambiata. Nessuno a parte questo gruppo presente deve sapere che Romanoff è incinta, per il momento eviterei di farlo sapere allo S.H.I.E.L.D. la loro situazione è delicata». L'intero gruppo annuì sotto lo sguardo vigile della super spia;

«D'altronde ha ragione quando dice che la migliore strategia è infiltrarsi all'asta-»

«Lo farò io» lo interruppe Bucky senza fare una piega. Sharon chiuse gli occhi, l'aveva immaginato e ragionando da spia quella era la tattica migliore. Bucky e Natasha avevano entrambi la giusta esperienza per un piano come quello... Ma giustamente Vedova non era nelle condizioni di agire sul campo, e Sharon intuì che doveva avere altre preoccupazioni circa la gravidanza. Pur col cuore pesante come un macigno annuì.

Steve sospirò come fosse esausto;

«D'accordo gente. Abbiamo poche settimane, cerchiamo di farci venire in mente un piano».





___________________________________________________________________________________________
Ed eccoci al termine di un altro capitolo faticoso (almeno per la sottoscritta), devo dire che emotivamente parlando gli ultime tre capitoli non sono stati per niente facili... Ma spero di aver fatto un buon lavoro anche con quest'ultimo, a voi lettori l'ardua sentenza ;)
Non mi sento di dire molto su questo capitolo... credo parli abbastanza da solo ma ovviamente per qualsiasi curiosità o dubbio sono sempre a vostra disposizione :) Ah, un'ultima cosa l'idea per la ehm "Belgioioso Family" l'ho presa da una puntata di The Blacklist, quindi non è farina del mio sacco, 'diamo a Cesare quel che è di Cesare', mi piaceva troppo come idea e non vedevo l'ora di poterla sfruttare... speriamo di riuscire a cavarcela!

Bene detto ciò! Io, come sempre, ringrazio davvero voi tutti per continuare a seguirmi e darmi il vostro sostegno in ogni modo! (scusate la brevità ma sono un po' di corsa oggi!) Voglio inoltre avvisare chi ha commentato lo scorso capitolo RISPONDERO' ALLE VOSTRE RECENSIONI ENTRO DOMANI A PRANZO (se per caso non riuscissi a rispondere a tutti, perdonate davvero ma ho una giornata piena!) e ci vediamo, tra due settimane,
LUNEDI' 20 FEBBRAIO!


   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Asia Dreamcatcher