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Autore: SmileEle    07/02/2017    0 recensioni
Eleanor è una sedicenne timida, un po' melodrammatica ed è una combina guai. Ha avuto un passato problematico, difficoltà di cui non parla molto. Porta ancora i segni di queste esperienze negative.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Noo!!
Non p-può essere v-vero...
Noooo!!


Buio...

*Driiiindriiiin*.
Stacco la sveglia, sono le 6:45. Mi giro e rigiro nel letto pensando all'incubo che per l'ennesima volta mi tortura. Un incubo che ho già vissuto.
Mi alzo con difficoltà dal mio caldo letto, vado in bagno, mi guardo allo specchio e vedo riflessa una ragazza con i capelli lunghi, castani e scompigliati, con un paio di occhi marroni che danno sul verde, gli stessi occhi della bambina del mio sogno, terrorizzati.
Mi lavo la faccia e decido di farmi una doccia veloce, per scacciare i brutti pensieri.
Prendo dall'armadio la mia divisa scolastica, che consiste in una maglia blu scura abbinata a una gonna invernale anch'essa blu ed entrambi hanno lo stemma della mia scuola.
Mi vesto, metto un po' di trucco e scendo in cucina, dove trovo mia madre.
"Buongiorno mamma, oggi che prepari per colazione?".
"Ciao Eleanor. Ci sono dei biscotti sulla credenza, puoi mangiarli con un po' di latte caldo se ti va." Risponde continuando a sistemare delle carte. Ha un'aria trasandata, dalla morte di mio padre non si è curata più granché.
"Ho finito, vado in bagno." Dico bevendo l'ultimo sorso di latte.
Non ho proprio un bel rapporto con lei, ma entrambe facciamo finta di niente.
Vado in bagno a lavarmi i denti e mi spruzzo addosso il mio adorato profumo un po' ovunque.
Sento il clacson della macchina della mia migliore amica Ada che mi avvisa del suo arrivo. È due anni più grande di me e la conosco da quando sono nata, le nostre mamme erano compagne e amiche di liceo. Mi tratta e mi protegge come se fossi la sua sorellina minore. È una persona molto puntuale, precisa ed educata, un po' il contrario di me, forse è per questo che le voglio molto bene. È il tipo di ragazza modello da cui bisogna prendere l'esempio.
Cerco di sbrigarmi a indossare le mie All Stars nere per non farla aspettare troppo. Saluto mia madre gridandole che vado a scuola, come risposta ricevo un semplice ok, e infine esco di casa.
Chiudo la porta alle mie spalle e mi fiondo sullo sportello per buttarmi letteralmente addosso alla ragazza con i capelli corti e corvini e dalla pelle biancastra, a mo' di saluto. Mi stacca con difficoltà per l'improvvisa mancanza di ossigeno causata da me.
"Come fai ad essere di buon umore anche la mattina?" ha un tono perplesso.
"Sai come sono, dovresti solo ringraziare il cielo se oggi non è una giornata no!".
Mi metto comoda sul sedile.
Mi lancia un'occhiata pensando alle mie parole ed esclama: "Sì, hai proprio ragione!".
Mette in moto la sua auto bianca e parte.
È molto contenta di poter finalmente guidare, è fresca di patente e non vedeva l'ora.
È una fortuna anche per me, così quando ho voglia di andare a fare shopping non può più rifiutarsi con la scusa del mal tempo o perché non le va di camminare a piedi.
Durante il tragitto verso la scuola accendo la radio in cerca di qualche traccia orecchiabile. Trovata la canzone inizio a osservare fuori dal finestrino. Scorgo una scuola elementare e noto molti bimbi sorridenti e altri che fanno i capricci perché vogliono stare con i genitori o vogliono tornare a casa. Noto una bimba in particolare per la notevole somiglianza che ha con me, è mano nella mano con suo padre e parla tranquillamente con lui durante il piccolo tragitto che le spetta per arrivare. Mi viene un po' di nostalgia, ripenso a mio padre e al bel rapporto che avevo con lui. A un certo punto l'immagine della bambina e suo padre sfuma e rimane solo il marciapiede vuoto che fisso nell'attesa che scatti il verde del semaforo, capisco che era tutto il frutto della mia immaginazione.
"Eleanor, a che pensi?" Chiede Ada notando la mia assenza.
"Nulla di particolare." Mi giro verso di lei e faccio comparire sul mio viso un falso sorriso per rassicurarla, ma noto che mi guarda con uno sguardo d'intesa.
"Mi dispiace non la bevo, ma va bene vuol dire che non ne vuoi parlare." Si gira a guardare la strada.
Strano, non si arrende molto facilmente, probabilmente ha capito tutto.
Finalmente arriviamo a scuola, posteggia l'auto, mette il freno a mano e scendiamo.
Guardo l'orario dal mio orologio, è squadrato e di color argento con la mimetica blu e grigia, e rimango sorpresa nel vedere che sono ancora le 7:50. Prima che Ada prendesse la macchina eravamo solite arrivare in ritardo.
Nota il mio stupore. "Facci l'abitudine adesso ho la macchina!" Fa un sorriso a trentadue denti e mi mostra le chiavi del suo veicolo molto soddisfatta.
Decidiamo di dirigerci al bar della scuola per vedere se incontriamo il nostro solito gruppetto di amici.
In lontananza vedo Aria, intenta a leggere un libro. È una ragazza graziosa, con occhi marroni e grandi nascosti dietro un paio di occhiali da vista, i capelli all'altezza delle spalle e con un fisico snello, ma un po' bassina.
Accanto a lei c'è Gioele, uno dei ragazzi più carini della scuola che si porta a letto qualsiasi oca gli giri in torno, ma è molto simpatico. Quando vuole sa anche essere altruista e per me questo conta molto. È muscoloso,ha gli occhi azzurri e i capelli neri rasati ai lati e con un ciuffo che spesso lega in una coda.
Noto Andrea che si avvicina a loro per salutarli. Ha i capelli castani e gli occhi verdi. Lo trovo molto carino, anzi no, bellissimo. Sono innamorata di lui dal primo momento in cui l'ho visto, ne è a conoscenza solo Ada, non mi va di rovinare l'amicizia, rovinando anche il gruppo.
Raggiungiamo il tavolo in cui sono seduti e salutiamo tutti.
"Buongiorno!" diciamo all'unisono io e Ada.
"Buongiorno a voi". Ci saluta Aria aggiustandosi gli occhiali che le stanno un po' larghi e riposando gli occhi sul libro che ha tra le mani.
"Buongiorno bellezza". Interviene Gioele stampandomi un bacio sulla fronte e fulminando Ada con gli occhi. Fra loro non corre buon sangue ed è molto strano perché prima erano amici, ma non mi soffermo troppo su questo. Ho chiesto spesso spiegazioni ad Ada, ma lei ha sempre cambiato argomento.
Lei per tutta risposta fa l'indifferente e non risponde alle frecciatine di Gioele, facendolo sembrare stupido.
Osservo Andrea che oggi è tra le nuvole. Vedo avvicinarsi Beatrice, una poco di buono, nonché la sua fidanzata. Va dritta da Andrea baciandolo, senza salutare nessuno. Mi guarda come per marcare il territorio. Sta con lui solo perché è un bel ragazzo ed è ricco, ma è troppo innamorato per capirlo.
Mentre osserviamo tutti la scena, suona la campana che segna l'inizio delle lezioni e io rimango ancora un po' a fissare i due piccioncini pensando a come vorrei essere al posto di quella vipera.
A un tratto vedo una mano agitarsi su e giù davanti ai miei occhi, che mi riporta alla realtà.
"Vuoi rimanere qui tutto il giorno o ti decidi a venire con me e Aria in classe?" Dice Gioele con un sorriso che incanterebbe chiunque. A quel punto mi alzo e ci incamminiamo verso la nostra aula.
Aria e Gioele sono i miei compagni di classe e per l'esattezza Gioele è il mio compagno di banco, frequentiamo il terzo anno di liceo; Ada va al quinto e prima era compagna di classe di Andrea, solo che, essendo stato bocciato, è rimasto al quarto.
Appena entriamo in classe notiamo che ci sono solo alcuni dei nostri compagni. Ci sediamo ai nostri posti e prepariamo i libri per la prima ora di letteratura.
"Oh no!" Sento esclamare alla mia destra.
"Che succede?" Mi volto a guardare Gioele.
"Ho dimenticato il libro. Dimmi che almeno tu ce l'hai, sennò il professore ci mette una nota." Sembra un po' agitato, ma è strano dato che non gli interessa più di tanto della scuola.
"Sì, non preoccuparti" lo rassicuro rivolgendogli un sorriso.
"Grazie mille Eleanor. Come farei senza di te?!" Dice contento della mia risposta.
"Sopravviveresti." Rispondo scherzando.
"Ti sbagli!" Afferma "Nessuno può sostituirti". Sussurra avvicinandosi al mio orecchio.
La sua vicinanza mi fa venire i brividi e quel tono un po' serio mi fa diventare rossa, così gli sorrido e mi giro dall'altra parte per non farglielo notare.
Entra in classe la professoressa e iniziamo la lezione.
Le prime tre ore passano veloci e appena suona la campana dell'intervallo ci dirigiamo tutti fuori.
Esco dall'aula persa nel mio mondo. A un tratto mi sento trascinare con forza di nuovo dentro l'aula, rimango sorpresa da quel gesto mi giro per vedere chi possa essere così brusco e mi ritrovo davanti...





Angolo dell'autrice: Salve a tutti! Piacere, sono una nuova scrittrice e mi auguro che questo primo capitolo vi sia piaciuto. Vi ringrazio dell'attenzione e per chi volesse può lasciare un commento, ne sarei grata. Alla prossima.

-lifenight.
  
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