Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: RedFoxx    08/02/2017    3 recensioni
Sasuke si trova a over decidere per la sua vita: felicità o dovere? Dovrà trovare la sua via tra il mondo delle case editrici e scrittori famosi. Non posso scrivere molto, altrimenti vi svelerei tutto, ma spero di avervi incuriosito abbastanza da leggerla ❤️
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Itachi, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Salve a tutti ☺️ Vi racconto come è nata questa ff. Una sera stavo ascoltando alcune canzoni di Ruelle (😍) e tra i video mi compare quello di Shadowhunters, la scena del matrimonio di Alec (che aggiungo, di sottofondo ha una delle canzoni più belle di Ruelle). Mi sono innamorata di quel video, quindi questa one-shot è liberamente ispirata a quella scena. L'ho scritta ieri sera di getto, quindi perdonate eventuali errori di battitura ecc. Le parti in corsivo sono avvenimenti avvenuti nel passato, le parti in grassetto sono i pensieri dei personaggi. Spero vi piaccia ☺️ Un bacio

RedFoxx



 

Questione di scelte






 

A ogni essere umano è stata donata una grande virtù: la capacità di scegliere.
 Chi non la utilizza, la trasforma in una maledizione – e altri sceglieranno per lui.


(Paulo Coelho)







La chiesa era gremita di persone. Dalle porte aperte, entravano i raggi del sole, testimoni di quella bella giornata estiva. Un leggera brezza dava sollievo alle persone sedute sulle panche, in attesa. La sposa si stava facendo attendere, come vuole la tradizione, secondo una regola non scritta. Sasuke si lisciò per l’ennesima volta le pieghe inesistenti della giacca. Il completo, rigorosamente bianco avorio, risaltava il suo incarnato chiaro, in contrasto con i capelli e gli occhi neri come la notte. Sistemò la cravatta. Si sentiva mancare l’aria, ma attribuì la cosa al caldo. Dal taschino, spuntava un fazzoletto bordeaux piegato a regola d’arte. I due colori, bordeaux e bianco, erano il tema scelto dalla sposa. Tutte le decorazioni richiamavano i due colori.

 

Ad un tratto, l’inizio della marcia nuziale mise a tacere il vociare delle persone. Sasuke si girò per vedere l’entrata della sua sposa.

 

Sakura Haruno era aggrappata al braccio del padre. Era davvero bella, nel suo abito da princiessa, un trionfo di tulle. In vita, un nastro bordeaux segnava la fine del pezzo sopra dell’abito e l’inizio della gonna, annodato in un discreto fiocco sul fianco e scendendo leggero, perdendosi tra le pieghe. I capelli di un delicato rosa, erano acconciati in una morbida crocchia da cui cadevano alcune ciocche ribelli di boccoli.

 

Era raggiante. Non aveva nulla da invidiare al sole.

 

Sasuke sentì una fitta allo stomaco e si passò nuovamente le mani sulla giacca. Emise un leggero sospiro, cercando di scacciare pensieri scomodi.

 

Incrociò lo sguardo della ragazza e si costrinse a sorridere. Un sorriso tirato, che non si estese agli occhi. Con quelli, sondava le panche gremite di gente, cercando incosciamente una determinata persona.

 

Devo mettermi il cuore in pace.

 

Emise un breve sospiro. Attese che Sakura desse un bacio sulla guancia al padre e tese la mano, per aiutarla a salire i gradini. La guardò e nei suoi occhi verdi vide felicità. Al contrario dei suoi. Non riusciva ad odiarla. Non era colpa sua, in fondo.

 

Solo mia. Sono debole.

 

Per rimediare alla sua freddezza, prima di lasciarle la mano, le si avvicinò, sussurrandole piano «Sei bellissima.»

 

La ragazza, arrossendo, diede una leggera stretta alle loro mani intrecciate, come a segnalare che accettava il complimento.

 

«Anche tu.»

 

Si lasciarono e restarono ai loro posti, come concordato durante le prove. Il prete cominciò a parlare, ma Sasuke si era già perso nei suoi pensieri.

 

 

 

«Forza Sasuke, muoviti che siamo in ritardo.»

 

Il padre, Fugaku Uchiha, camminava a passo spedito lungo il corridoio. Sasuke stava quasi correndo per stargli al passo.

 

All’alba dei suoi 25 anni e una laurea in Lettere conseguita a pieni voti, il padre aveva deciso che era ora di introdurlo nel mondo delle case editrici. In quel momento erano nella redazione di Haruno & co. ed erano diretti nell’ufficio del direttore Kizashi. Fugaku, per evitare discorsi di favoritismi, voleva chiedere ad un’altra casa editrice di permettere al figlio di fare il periodo di stage. Dovevano appunto trovarsi per decidere e chiudere le ultime pratiche.

 

Bussarono alla porta del direttore e sentirono delle risate provenire dall’interno, insieme ad un “avanti” perso negli schiamazzi.

 

Seduti ai lati opposti della scrivania trovarono Kizashi scherzare con un giovane uomo. Era biondo con una carnagione abbronzata e il tutto stonava con i colori tipici dei giapponesi. Quest’ultimo si girò regalando un sorriso ai nuovi arrivati e rivelando dei profondi occhi azzurri come il cielo.

 

«Prego entrate. Ho l’onore di presentarvi Naruto Uzumaki, autore di punta della nostra casa.»

 

«Non esagerare, Kizashi. Piacere di conoscervi, sono Naruto Uzumaki.»

 

I tre si presentarono, finché Fugaku gli chiese come mai non avesse mai sentito il suo nome. Kizashi s’intromise per rispondere, non lasciando il tempo di proferir parola.

 

«Per il semplice motivo che questo ragazzo pubblica sotto un altro pseudonimo. Ama la privacy. Sicuramente avrete letto un manoscritto di Kurama Namikaze.»

 

Sasuke strabuzzò gli occhi. Aveva tutti i libri scritti da lui e li adorava. Mai si sarebbe immaginato di incontrarlo lì.

 

«Sai Naruto, Sasuke vorrebbe cominciare un periodo di stage qui, quindi vi vedrete spesso. Sarà nel team che curare il tuo prossimo libro.»

 

Vide il biondo squadrarlo. Finse non chalance, infilando le mani in tasca e guardandolo serio. Cercò di darsi un’aria professionale. Le labbra di Naruto si piegarono in un sorriso sghembo.

 

«Non vedo l’ora di lavorare con te.»

 

 

 

 

«In piedi.»

 

Si riscosse dai suoi pensieri e si alzò, come tutti.

 

Recitò la preghiera, la sua voce persa tra la moltitudine delle altre. Finita, si risidette. Con la coda dell’occhio vide suo fratello Itachi, seduto poco distante da lui. Aveva accettato di fargli da testimone, anche se non approvava lontanamente questo matrimonio. In quel momento aveva lo sguardo serio, puntato di fronte a sé.

 

Il prete riprese la predica.

 

 

 

Lo stage era iniziato e i due si accorsero subito che i loro caratteri erano gli opposto. Naruto era solare e prendeva le cose con leggerezza, soprattutto il suo lavoro. Il moro al contrario era spesso serio, di poco parole, ma molto diligente in ambito lavorativo. Al momento, stavano litigando perché Naruto non stava rispettando le scadenze. Il moro era stato mandato dal suo capo a casa dell’autore, per farsi consegnare altri due capitoli del libro. Erano seduti sui due divani, uno di fronte all’altro. Naruto, nonostante fossero le 16, stava sorseggiando un martini.

 

«Dovevi consegnarli ancora settimana scorsa! E poi si può sapere perché bevi a quest’ora?»

 

Naruto bevve l’ultimo goccio e si alzò, dirigendosi verso l’angolo bar.

 

«È sempre ora per un martini.» Affermò, come se fosse ovvio. Lo guardò da sopra la spalla. «Posso offrirtene uno?»

 

Sasuke si passò le mani sul volto, esasperato. Era come parlare con un bambino. Un bambino di 28 anni, ricco e scrittore eccezionale.

 

Sentendo il divano affondare, capii che l’altro si era seduto di fianco a lui, e a confermarlo, fu il profumo di Naruto che lo investì.

 

Era il profumo più buono al mondo.

 

Alzò lo sguardò e si trovò il viso dell’altro a pochi centimetri dal suo. Puntò lo sguardo sulle labbra carnose dello scrittore, ora piegate in un sorriso insolente.

 

«Mi farai diventare matto.»

 

Naruto gli soffiò una risata, a pochi millimetri dalle sue labbra, prima si coinvolgerlo in un bacio.

 

«Lo so.»

 

 

 

«Sasuke.»

 

Si riscosse e il dolore al fianco gli fece capire che il fratello gli aveva tirato una gomitata.

 

Si era alzato in piedi senza accorgersene e ora lui e Sakura erano uno di fronte all’altro. La ragazza gli sorrise, diede il suo bouquet di rose rosse all’amica Ino che a sua volta le porse un foglietto.

 

Le promesse.

 

La ragazza lo guardò per l’ultima volta prima di prendere un respiro profondo e leggere.

 

Gli prometteva di amarlo, di non tradirlo. Di stargli accanto. Di essergli amica. Di essergli amante.

 

Sasuke sentì improvvisamente caldo e slacciò l’unico bottone della giacca.

 

Quando Sakura finì, si girò verso suo fratello. Itachi gli rivolse uno sguardo carico di significato. Gli stava intimando a tornare indietro finché poteva. Sasuke gli abbozzò un sorriso e itachi scosse impercettibilmente il capo. Dalla tasca tolse un foglietto e glielo porse.

 

Lo sposo lo aprì e lesse. Lo fece in maniera meccanica, senza sentimento. Poteva sentire lo sguardo di riprovero del padre perforargli la schiena. Quando finì, accartocciò malamente il foglio e lo ripose nella tasca.

 

 

 

«Ti sposerai, Sasuke.»

 

Il padre era andato a fargli visita al lavoro. Aveva iniziato la conversazione lanciando una bomba simile. Neanche un ciao prima.

 

«Dobbiamo salvare l’azienda. Mi sono accordato con Kizashi e ti unirai a sua figlia Sakura, in matrimonio. È l’unico modo per non far affondare questa famiglia.»

 

Conosceva la ragazza. Lavorava anch’essa nella casa editrice e ci aveva fatto amicizia. Era sveglia e brava in quello che faceva.

 

«Ma… io-»

 

Fugaku, inflessibile, continuò il suo discorso. «Per la famiglia. Quel disgraziato di Itachi si è già rifiutato. Per questo ho voluto che tu facessi lo stage qua. Avresti già preso famigliarità con il posto. Sposata la ragazza, avrai accesso ai suoi soldi. Anche se così non fosse, Haruno sarà più propenso ad aiutare l’azienda del suo genero.»

 

Sasuke non sapeva cosa dire. Non aveva mai detto a nessuno che fosse gay, men che meno a suo padre, estremo conservatore. L’aveva sempre nascosto bene e non se n’era mai accorto nessuno, tranne Naruto. Il biondo gli aveva confessato di sentirsi attratto da lui dal primo istante che si erano visti, nell’ufficio di Kizashi Haruno. Si scoprì che la cosa era reciproca, quando Sasuke riuscì a scendere a patti con il groviglio di sentimenti che provava. Ma un matrimonio…

...per un attimo il suo pensiero tornò a Naruto.

 

 

La famiglia prima di tutto.

 

«Non ti deluderò, padre.»

 

 

 

 

«In piedi. Ora, come da tradizione nella famglia Haruno, ci sarà uno scambio di oggetti.»

 

Da secoli nella famiglia di Sakura, i sposi, prima delle fedi, si scambiavano un oggetto. Di solito ci si scambiava qualcosa che per la persona era importante. Il messaggio era che ci si fidava talmente tanto dell’altro, da affidargli ciò che ci è più caro. La ragazza gli porse una penna stilografica d’epoca. Era stata costruita un centinuaio di anni prima, seguendo il brevetto depositato dal governo francese.

 

Sasuke la prese delicatamente e la pose sul cuscinetto che gli porgeva itachi e da questo prese un braccialetto. Apparteneva da secoli alla sua famiglia e aveva molto valore.

Ma non per lui.

 

Sakura gli porse il braccio e lui glielo legò al polso.

 

 

 

 

 

«Non posso dirti cosa fare Sasuke. Devi decidere tu.»

 

Il ragazzo era in piedi di fronte alla vetrata del suo appartamento. La vista da lì era spettacolare, sui grattacieli della città. I colori del tramonto si riflettevano sulle finestre degli uffici, rendendo il momento più spettacolare del normale. Una mano stringeva un bicchiere di scotch, l’altra era affondata nella tasca dei pantaloni. Sasuke gli era capitato li a casa, come faceva spesso ultimamente, ma stavolta annunciandogli il suo imminente matrimonio.

 

Sasuke era ancora seduto sul divano, i gomiti appoggiati sulle ginocchia e le mani congiunte.

 

«Non capisci. Non posso tirarmi indietro.»

 

Naruto sbuffò divertito. «Certo che puoi. Si ha sempre una scelta.»

 

Sasuke scosse la testa arrabbiato. Perché non lo capiva? Si alzò e gli andò incontro pestando i piedi per terra. Gli afferrò una spalla e lo girò.

 

«Non sempre possiamo fare ciò che vogliamo. Non sempre si ha una scelta. Lascia le frasette fatte per i tuoi stupidi romanzi.»

 

«Non sono frasi fatte, teme. È la verità. È la tua vita, devi decidere tu.»

 

«è la mia famiglia. Devo proteggerla. Non posso farla affondare per il mio egoismo.»

 

«Affondare? Ma ti senti? Possono trovare un altro accordo! La tua famiglia non può chiederti questo. Esistono le banche per i prestiti.»

 

Anche Naruto si stava arrabbiando. Come poteva non capire?

 

I toni di entrambi si stavano alzando.

 

«Cosa vuoi saperne tu di famiglie? Sei orfano! Puoi fare quello che ti pare.»

 

Si accorse della cattiveria due secondi dopo averla pronunciata. Sgranò gli occhi e pose entrambe le mani sulle spalle del biondo. Vide un’ombra scura passare negli occhi cerulei dell’altro e farsi terribilmente serio, per poi aprirsi in un sorriso carico di amarezza.

 

«È vero. Grazie per avermelo ricordato.»

 

Si scorlò le mani dell’altro dalle spalle, ingurgitò il resto del liquore in un sorso e si mosse nuovamente verso le bottiglie.

 

Mentre ne stappava una e si versava una generosa dose di liquore, riprese a parlare, sempre dandogli le spalle. Il tono della voce fermo, piatto.

 

«Sai Sasuke, il tuo probema è che sei debole. Non hai il coraggio di affrontare la realtà. Preferisci nasconderti in una vita di bugie ed inganni, invece di dire la verità su te stesso e affrontarne le conseguenze. E mi dispiace per te, davvero. Ma non ho intenzione di stare male per te e per la tua codardia, quindi ti prego.» Appoggiò il bicchiere sul ripiano e si aggrappò con entrambe le mani al bordo del mobile.

 

Sasuke vide i muscoli della schiena contrarsi sotto la camicia bianca. La vide allargarsi e stringersi, mentre l’autore prendeva un respiro profondo.

 

«Vai. Sposati. Vivi la tua vita.»

 

Un tremito lo scosse. Lo stava cacciando. Lasciando. Non poteva biasimarlo. Prese la sua giacca e aprì la porta. Si fermò sull’uscio a guardarlo sorseggiare con amarezza il liquore.

 

Aprì la bocca, come per dire qualcosa, ma non ci riuscì.

 

 

 

«Ora lo scambio delle fedi.»

 

Sul cuscinetto erano appoggiate due semplici fedi in oro bianco. Sakura prese quella più grande e gliela mise al dito, recitando la classica formula di promesse.

 

Sentì il metallo freddo a contatto con la pelle e un peso gli si depositò sullo stomaco.

 

Mi sto sposando. Non posso più tornare indietro.

 

Prese l’altra fede e come aprì bocca, si sentì un frastuono. Le porte della chiesa vennero spalancate, il rimbombo amplificato dalle pareti. Un uomo fece il suo ingresso, fermandosi all’altezza delle prime panche. Sasuke si voltò e rimase paralizzato, la mano con la fedina ancora in aria.

 

Vide Naruto in piedi in mezzo alla navata, erto in tutta la sua statura. Era vestito semplice ma elegante, un completo nero e una camicia bianca. Bello come sempre.

 

Il peso sullo stomaco si appesantì quando vide suo padre alzarsi e andare verso lo scrittore. La voce di Fugaku riuscì a superare i bisbigli dei presenti.

 

«Cosa ci fai qui tu?»

 

Fugaku non era stupido, aveva notato come Uzumaki ronzasse intorno al figlio minore e non voleva farsi mettere i bastoni tra le ruote.

 

Il biondo, con un movimento fluido, tirò fuori un invito al matrimonio.

 

«Sono stato invitato.»

 

Fugaku gli strappò l’invito dalle mani.

 

«Non eri nella lista. Ti prego di andartene.»

 

«Credo che non lo farò. Se me lo chiederanno anche gli sposi...» Guardò negli occhi Sasuke «...allora me ne andrò.»

 

Sasuke si sentì mancare il fiato. Con la mano che non reggeva la fede di Sakura, andò ad allargare il colletto della camicia.

 

Vide il padre rivolgersi verso di lui.

 

«L’hai invitato senza dirmelo.»

 

Itachi fece un passo avanti, affiancando il fratellino.

 

«Sono stato io. Qualche problema, padre?»

 

Sasuke lo guardò. Itachi era lì, nonostante la discussione con Fugaku l’avesse allontanato dal resto della famiglia. Era li per lui e ora gli stava propronendo un’ultima via di fuga. Un’ultima occasione per gridare al mondo chi fosse veramente.

 

«Pensa alla tua di felicità per una volta, fratellino.» gli bisbigliò, senza spostare lo sguardo dal padre.

 

Sasuke si riempì i polmoni di ossigeno. Gli sembrava di avere il fiato corto, come dopo una corsa. Naruto, nonostante fosse una persona tremendamente orgogliosa, aveva ingoiato quella parte di sé e si era presentato lì. Per lui.

 

Sakura di accorse del cambio repentino nel comportamento del ragazzo e gli appoggiò una mano gentile sul braccio.

 

«Sasuke, stai bene?»

 

Il moro la guardò e la vide sinceramente preoccupata per lui. Non poteva farle questo. Non se lo meritava. Non meritava una persona accanto che non la amasse. Rimise la fede sul cuscinetto e si tolse la sua. Le prese una mano e gliela strinse.

 

Aveva finalmente preso una decisione.

 

«Sakura, mi dispiace, ma non posso. Io non ti amo e non ti meriti di avere qualcuno accanto che non ti possa dare le attenzioni che ti aspettano. Io speravo… davvero-»

 

«Hey.» La ragazza sorrise sincera e gli accarezzò una guancia. «Va tutto bene. Ti capisco. Ti confesso che sono sollevata. Neanche io ti amo, ma entrambi meritiamo di essere felici. Quindi...» gli lasciò la mano e lo girò verso il corridoio centrale della navata, dove ancora in piedi, Naruto e suo padre avevano ascoltato il loro scambio di battute. Il primo serio in volto, il secondo mostrava un misto tra la rabbia e la sorpresa.

 

Sasuke sorrise un’ultima volta a Sakura e le diede un bacio sulla guancia. Si chiuse il bottone della giacca e la lisciò. Il peso opprimente che sentiva prima al petto e allo stomaco era sparito. Guardò le persone nelle prime file e vide sua madre che sorrideva dalla gioia. Capii che lei sapeva. Alle mamme non si può nascondere nulla.

 

Scese gli scalini e si incamminò, lungo la navata. Il padre, furibondo, gli corse incontro.

 

«Che cos’hai intenzione di fare? Figlio ingrat-»

 

«Basta.»

 

Erano a metà navata, uno di fronte all’altro. Sasuke si accorse di non avere più paura di lui, come quando era piccolo.

 

«Faccio la mia scelta, e ne affronterò le consegueze.»

 

Fugaku rimase interdetto e senza parole.

 

Sasuke ricominciò a camminare verso il biondo. Naruto era ancora fermo, in piedi, le mani affondate nelle tasche dei pantaloni. Lo fissava avvicinarsi, carico di aspettative. Sasuke gli regalò il sorriso più bello che potesse mai immaginare, lo prese per il bavero della giacca e lo baciò. S’impossessò di quelle labbra e le coinvolse in un bacio intenso. Tramite quel contatto voleva trasmettergli tutto. Le sue scuse, la sua scelta. Il suo amore.

 

Naruto gli prese i fianchi e avvicinò ancora di più i loro corpi, sorridendo nel bacio.

 

Sentirono una risata provenire da Itachi e un breve applauso. I bisbigli divennero vere e proprie discussioni tra i presenti. Ma a loro non importava.

 

Continuarono a baciarsi, lasciando il resto mondo sullo sfondo.

 


---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Eccomi quaaaa! Sono pronta a ricevere le peggio cose 😂 No okay, sono troppo carini insieme 😍 Capisco che non ci sia sta gran trama sotto, ma ho avuto l'ispirazione sul momento. Per le altre due storie tranquilli, tra due settimane questa tremenda sessione finirà e prometto che aggiornerò entrambe ✌🏼 Lasciate una recensione e fatemi sapere se vi è piaciuta o meno. A presto 😘

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: RedFoxx