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Autore: Pineapple__    09/02/2017    1 recensioni
I Giorni della Merla, i giorni più freddi dell'anno. Quando tutto sembra addormentato o, peggio, morto, sepolto da una pesante e crudele coltre di neve.
E non sono ricordi gioiosi, quelli che tornano a tormentare Dazai durante gli ultimi giorni di gennaio.
[ODazai] [hints!Dazushi]
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atsushi Nakajima, Osamu Dazai, Sakunosuke Oda
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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DIES MERULA



29 gennaio 2017

Il cielo è coperto di burrascosi cumulonembi, fino all'orizzonte, fino a dove lo sguardo si perde tra i rivoli di fumo delle ciminiere e gli agglomerati di strade e case dipinte di quel grigio scarno che, solo ad una prima occhiata, dona un senso di soffocamento misto a malinconia. Il cielo è minaccioso, cupo, come se stesse solamente aspettando il momento di riversare morte bianca sul genere umano. Lo sguardo dell'uomo si alza, investito da un'improvvisa folata di vento, e la soffice chioma castana si comparte in piccole ciocche burlone che gli solleticano le guance, attizzate dal freddo pungente. Si spegne improvvisamente, il suo perenne sorriso, per lasciar spazio ad un'espressione perduta e silentemente elegiaca, quando egli vede il primo fiocco di neve posarsi al suolo, tra l'indifferenza dei frettolosi passanti.
"Dazai-san?" pigola una voce al suo fianco "Perché ti sei fermato nel bel mezzo del marciapiede?"
"Nulla, Atsushi-kun, non preoccuparti." assicura l'uomo, distogliendo finalmente gli occhi dal vuoto fissato in precedenza.
Li punta in quelli del sottoposto, così lucenti e pieni di vita, tirando un sorriso.
E la morte bianca continua a cadere.
                                                30 gennaio 2013

La morte bianca continua a cadere. Precipita incessante e furente, una bufera che non accenna a mostrare minima clemenza. Le raffiche ululano, spargendo prepotentemente quei fiocchi argentati sulla città e donandole un aspetto lontanamente surreale. Come se la vita si fosse sospesa e la natura fosse -per almeno una volta- l'unica voce in capitolo. Le molle del letto cigolano rumorosamente e, accompagnate dal roboante infrangersi del mare contro le banchine del porto, mettono fine al suo tranquillo ed ingenuo sonno. Gli occhi si assottigliano ed un mugugno, soffocato dalla voce ancora impastate, fuoriesce dalle sottili labbra. Con la vista ancora annebbiata dal precedente sopore, Dazai alza gli occhi, incontrando la sagoma di un uomo alto e nerboruto, lo stesso che si era addormentato al suo fianco svariate ore prima e al quale si era avvinghiato alla disperata ricerca di calore. Osserva, quasi in estasi, la sua figura in controluce, saggiata dal flebile bagliore giallognolo di un lampione. Il suo viso, al contrario, sembra terribilmente impensierito, come se i fiocchi che si riflettono in un magico scintillio nelle iridi azzurre fossero piccoli frammenti di fiamme d'Inferno. Dazai allunga una mano, posandola sulla spalla nuda del compagno. Lui sussulta, senza però voltarsi verso di lui; si limita ad appoggiare la propria su quella di Osamu. 
"Che hai, Odasaku?" chiede l'uomo agghindato da bende.
Sakunosuke non risponde, si limita a sospirare e blaterare qualcosa.
"La sento avvicinarsi." dice, con una voce che Dazai non riesce ad incasellare.
No, non può ancora capire.
                                                  31 gennaio 2017

No, non può ancora capire.
Non riesce ancora a capacitarsi di come odi la neve. Non vuole sentire nuovamente lo scricchiolio della neve sotto gli scarponi, mentre risale quel sentiero in pendenza. Il suo fiato si condensa in sfuggenti nuvolette lattee e, ad ogni pesante passo, la stretta della mano -coperta da un soffice guanto scuro- si fa sempre più serrata attorno al mazzo di fiori. Ferma la sua impotente marcia, giusto il tempo per lanciare un'occhiata a Yokohama che si estende in lontananza, con le sue allegre luci e la sua routinaria vitalità, sorridendo con innaturale tristezza. Riprende la sua camminata, sempre più lentamente, come se ad ogni passo dovesse capitombolare a causa delle gambe instabili. Arrivato sulla sommità della collina, il paesaggio che gli si presenta davanti provoca in lui un insieme di sconforto e privazione. Una coltre bianca ricopre la cima del piccolo promontorio, tra la quale troneggia una lapide solitaria. Dazai si avvicina, incespicando tra la neve che ormai arriva quasi a metà polpaccio, mentre -per la prima volta dopo tanto tempo- grandi e calde lacrime cominciano a rotolare dai suoi occhi ormai ridotti a due arrossati specchi color noce. Abbandona il mazzo di fiori a terra, davanti alla tomba dell'uomo che un tempo aveva follemente amato. Un grido incontrollato si leva nella congelata etere, carico di dolore e pentimento per quello che mai più tornerà. Dazai odia l'inverno, detesta la neve e, specialmente, aborra i Giorni della Merla. 
Perché, durante i Giorni della Merla, quel silenzioso uomo dai capeli rossi sentiva la morte più vicina che mai.
Perché, passati i Giorni della Merla, la natura comincia lentamente a rinascere. Tutto sarebbe tornato, ma non Odasaku.
  
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