Il viaggio di ritorno stava procedendo bene: avevano preso l’autobus, poi il taxi ed ora erano sul treno. Heiji era esausto: aveva risolto due casi nel giro di poche ore e, come se non bastasse, quel cretino di Kudo aveva osato prenderlo in giro. Ora che ci faceva caso, Kazuha era un po’ strana: da quando aveva parlato con Ran – chissà cosa si erano dette, quelle due pettegole! – era diventata di colpo nervosa e tremolante, come se fosse in ansia di qualcosa. Ma chissà che cosa …?

A dire la verità, ogni volta che Kazuha incontrava o Ran o Sonoko – o peggio, entrambe – cominciava a parlottare, sussurrare, ridacchiare e arrossire.

“Ah, donne!”pensò Heiji corrugando nervoso la fronte. In effetti, quelle tre stavano tramando qualcosa… Inutile indagare: Heiji avrebbe preferito mille volte disinnescare una bomba, rispetto ad avventurarsi tra i discorsi di quelle tre. Che, tra l’altro, non era poi così diverso …

Adesso che ci stava pensando, però, prima che lui corresse da Shinichi per sapere i dettagli della “Confessione di Londra”, Kazuha stava cercando di dirgli qualcosa, ma lui aveva pensato bene di ignorarla e correre via.

Mentre parlava aveva del rossore sulle guance… Inoltre, mentre lui stava facendo il lavaggio del cervello a Kudo –n per strappargli delle informazioni utili –, l’aveva sentita urlare qualcosa; purtroppo, però, non aveva capito cosa aveva detto… Una cosa tipo “Io sono” e poi non aveva capito più niente.

Che fosse qualcosa di importante? Probabile, visto che, da quel momento, non avevano parlato molto.

Decise di indagare, il grande detective.

Si girò e la guardò tutta: stava guardando il paesaggio scorrere veloce fuori dal finestrino, con la testa appoggiata al vetro in cerca dei raggi tiepidi del Sole primaverile. L’espressione pensierosa si faceva largo sul suo volto delicato, mentre le sue labbra – così invitanti, che il detective tante volte avrebbe voluto assaggiare – mimavano le parole delle canzoni che stava ascoltando con le auricolari.

Le sfiorò il braccio con la propria mano. Voleva parlarle, approfittando che, data l’ora – erano le 6:30 del mattino! –, non c’era quasi nessuno sul treno, specialmente nel vagone in cui si trovavano loro.

Come previsto, Kazuha si girò togliendosi le auricolari e lo guardò negli occhi, provocando una piacevole serie di farfalle nello stomaco del ragazzo.

<< Senti, devo farti una domanda. >> disse sempliciotto.

<< Parla. >> rispose senza entusiasmo lei.

<< Cosa mi stavi dicendo prima? >> chiese inclinando la testa.

Lei arrossì velocemente.

<< P-prima q-quando? >> balbettò Kazuha, cercando di prendere tempo.

<< Stanotte, subito dopo che ho risolto il caso. >> disse lui.

Kazuha non rispose. Non era certo il momento adatto per una dichiarazione d’amore! E non lo era neanche quando aveva urlato ai quattro venti i suoi sentimenti – accidenti a Ran! – e si era ritrovata davanti l’agente Takagi …

<< Nulla. Non t-ti volevo dire n-nulla … >> rispose la ragazza abbassando lo sguardo triste.

<< Kazuzu. >> la chiamò, sollevandole il mento con le dita. << Dimmelo. Dimmi le stesse identiche parole di stanotte, che hanno invogliato Ran a correre via con Conan. >>

Si avvicinò leggermente al suo volto e, guardandola negli occhi, le sussurrò:

<< Dimmelo, perché se è quello che penso mi renderesti davvero felice. >>

E Kazuha arrossì ancora di più. Poi prese fiato.

<< Io volevo dirti che… Da molto, moltissimo tempo … I-io … S-sono … >>

<< Innamorata di me? >> la interruppe Heiji sorridendole malizioso.

Kazuha si sentì svenire: ma come cavolo aveva fatto a …?!

<< Effettivamente è l’unica spiegazione plausibile. Tutte le volte che mi sorridi, il tono di voce che mi riservi quando non sei infuriata… Il tuo rossore sulle guance adesso … >> disse lui sorridendo.

La ragazza annuì leggermente, sempre con lo sguardo basso.

<< E sai perché te l’ho chiesto? >> chiese ancora il detective avvicinandosi ancora di più alle labbra di lei.

Kazuha negò con la testa.

<< Te l’ho chiesto perché speravo tanto che i miei sospetti fossero giusti. >> le sussurrò a fior di labbra, per poi unirle con le sue, baciandola lentamente.

E quando lei sorrise, accarezzandogli la guancia, lui non perse tempo e approfondì il bacio, accarezzandole le spalle.

Fu Kazuha ad allontanarsi e a mettere fine al bacio, giusto per appoggiare la testa sulla spalla del suo ragazzo e chiudere gli occhi, con un sorriso ebete e beato sul suo volto.

Era lo stesso sorriso da idiota che aveva Heiji stampato in faccia, che intrecciò le dita con quelle di Kazuha, per poi appoggiare la testa su quella della sua ragazza e chiudere gli occhi.

E i due ragazzi si addormentarono felici, ignari di aver sbagliato a prendere il treno, che li stava portando dall’altra parte del Giappone …

THE END?

Angoletto dell’Autrice!!

Finalmente sono tornata con questa “cosah” che ho scritto un annetto fa. Ho deciso di pubblicarla perché avevo un po’ di astinenza verso questi due piccioncini … Spero di non aver fatto un guaio ^^’’

Ovviamente questa OS è ambientata dopo l’episodio 707 [numerazione italiana] “Illusioni e Veleni – quarta parte”.

E niente, non ho più nulla da dire.

Ah, sì, una cosa ce l’ho:

Shish.

Heiji: Sei simpatica come una pozzanghera di fango.

Grazie :)

Vi invito a lasciare una recensione, sono accette anche le neutre/negative ^^

See Soon Everyone!!

Channy