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Autore: ErZa_chan    10/02/2017    1 recensioni
Lancio un altro grido, mentre percepisco il dolore che attraversa il mio corpo, sempre più forte.
Tengo gli occhi chiusi, il buio mi sommerge completamente: tutto quello che sento è l'orribile squarciarsi della mia pelle e lo scricchiolio disumano delle mie ossa. [...] Il cuore mi batte all'impazzata e perdo totalmente la concezione della realtà: il mondo intorno a me diventa solo un ammasso indistinto di suoni e odori e sento di poter cedere da un momento all'altro.
No.
Devo resistere al dolore.
Non voglio morire.
Non posso morire.
Io voglio vivere.
________
Due ragazze francesi, prive di memoria, vengono ritrovate in un bunker sotterraneo durante una missione dello S.H.I.E.L.D. Non ci vuole molto perché scoprano di essere state vittime di orribili sperimenti e, affiancate dai migliori agenti del paese, cominceranno a scoprire che, nascosto nel loro passato, c'è qualcosa di molto più temibile di quanto pensino.
[Post-Avengers, Pre Capitan America TWS]
[OC(s)xAvenger(s)]
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo dieci

Catch my name for kicks
Thinking I would be right by your side
I don't feel adequate
Thinking I'm a monster in disguise
We've gone down every list
Stuck but I have got to begin to resist
Caught up with the fact that life will be dark.

Gravel to Tempo-Hayley Kiyoko

Il risveglio non è piacevole quanto lo immaginavo. Qualcuno mi scaraventa giù dal divano dove sono accoccolata e rovino malamente al suono, mugugnando infastidita.

"Che cazzo.." formulo con voce ancora impastata dal sonno.

"Non. farlo. mai. Più. "

Un cuscino mi sbatte in faccia con prepotenza, svegliandomi del tutto. Un'Anaëlle furiosa è in piedi davanti a me e brandisce con fare violento la coperta che, fino a qualche secondo fa, mi avvolgeva.

"Mi sono svegliata ed eri sparita, ho temuto che avessi fatto qualche stronzata delle tue!"

"Dai..non ne faccio così tante." cerco di difendermi.

La coperta mi arriva in faccia in malo modo e capisco che Anaëlle fa sul serio.

"Perché l'hai fatta entrare?" urlo in direzione di Natasha che assiste alla scena con le braccia conserte e un'espressione divertita stampata in faccia.

"Chi sono io per mettermi in mezzo a due sorelle che si sono appena ritrovate?" mi domanda con fare innocente.

"Non so, forse una super spia russa super agile e super prepotente?" rispondo.
Natasha si stringe nelle spalle e non muove un singolo dito per venire in mio soccorso mentre Anaëlle mi afferra per il bavero del pigiama e mi scaraventa di nuovo sul divano.

"Scusa."-esalo alla fine, coprendomi il viso con le mani-"Scusa, non lo farò più, promesso."

Anaëlle tace e abbasso un attimo le mie difese per controllare che stia bene quando una cuscinata di colpisce nuovamente. 
Sta volta le blocco il polso prima che possa scappare e la tiro a me, abbracciandola.

"Scusa."- le mormoro nuovamente, accarezzandole i capelli-"Non ti lascerò mi sola, promesso."

Anaëlle sbuffa indispettita ma non ribatte ulteriormente e tiro finalmente un sospiro di sollievo mentre mi giro in direzione di Natasha che, in tutto questo tempo, non ha smesso di osservarci un secondo, godendosi la nostra piccola rissa.
**
Se anni fa qualcuno le avesse detto che un giorno si sarebbe ritrovata con due sorelle che facevano a botte nel soggiorno di casa sua, Natasha avrebbe pensato che quel qualcuno fosse matto. Invece eccola lì,  ad assistere ad una scena che non può che farla sorridere sebbene cerchi di mascherarlo. 
In pochi mesi Anaëlle e Camille hanno travolto la sua vita, in particolare quest'ultima: la fredda e razionale Natasha l'aveva allontanata, come faceva con tutti coloro che conosceva e Camille, con la sua testardaggine e la sua insolenza, si era fatta spazio nella sua bolla privata, senza demordere neanche per un secondo.
Natasha le è segretamente grata per questo ma, avedo una dignità da mantenere, cerca di non darlo troppo a vedere, sapendo che Camille, in qualche modo, ne è già a conoscenza senza bisogno di troppe parole.
Natasha sospira mentre si perde nei suoi pensieri.
Il fatto che il passato delle due sorelle sia tormentato e così simile al suo la fa rabbrividire spesso e, durante i primi mesi di addestramento le aveva detestate, vedendoci riflessa sé stessa molti anni prima. 
Quando aveva detto a Camille che, se avesse potuto, le avrebbe uccise entrambe, sapeva di non star mentendo: meglio morire che vivere un vita fatta di sofferenza, in cui la sola esistenza era una lotta perenne contro i propri demoni.
Forse assolvere due ragazze così giovani da un peso come quello le era sembrata la scelta più giusta, più misericordiosa, ma adesso che le guarda azzuffarsi come due gattini sul suo divano Natasha capisce finalmente il significato delle parole che Camille le aveva detto quella notte in terrazza.

"Sono contenta che tu non l'abbia fatto, non tanto perché questa vita in cui mi sento completamente persa mi piaccia, per nulla, ma per il fatto che tutto questo vale la pena di essere visto."
Natasha ha sempre saputo che il gesto di Clint,  la scelta di salvarle la vita, avesse un valore immenso, ma solo ora che guarda Anaëlle e Camille si rende finalmente conto di quanto una vita come la sua, come la loro, segnata da momenti orribili e violenza inaudita, abbia un effettivo valore.
Natasha capisce finalmente che la sua vita valeva la pena di essere salvata, proprio come la loro.

"Quello è un sorriso?!" urla Camille con la delicatezza che la contraddistingue e Natasha scuote la testa, divertita.

"Forse." le concede e l'espressione di Camille è qualcosa di impagabile mentre esulta senza ritegno.

"Finalmente una soddisfazione." commenta e Anaëlle le batte il cinque, come sono solite fare.

Il loro legame talvolta è infantile, ma Natasha non può fare a meno di trovarlo estremamente affascinante: ha sempre pensato che amare qualcuno sia un peso ma, nei momenti difficili come quelli che hanno passato Anaëlle e Camille, non può che essere un sollievo.
Natasha aveva avuto un'unica amica alla Red Room, Marina (*). Era una bambina meno avventata della piccola Romanoff e sicuramente più ingenua, forse proprio per questo era morta che aveva appena vent'anni.

"Per questo l'ho uccisa" si corregge immediatamente Natasha.

Le avevano ordinato di farlo, considerandola un elemento debole in occasione di una missione sotto copertura. Marina aveva fatto l'errore di mostrarsi felice nel suo ruolo, col suo ragazzo e il loro stupido gatto che lei adorava e la Red Room non poteva certo lasciare che si allontanasse così dai loro insegnamenti.
Natasha le aveva sparato alla fine della missione e aveva esitato, non si vergognava ad ammetterlo. Aveva esitato guardandola negli occhi e vedendoci la sua migliore amica, la sua compagna di fughe, di missioni e di allenamenti.
Ma le aveva sparato lo stesso, insieme al suo gatto e il suo tanto amato ragazzo, perché quelli erano gli ordini e, se avesse disobbedito, sarebbe stata punita.
Marina è uno dei suoi tanti demoni, uno dei ricordi che la Red Room non ha scalfito, lasciato nella sua mente perché la plasmasse, la facesse diventare quel mostro senza cuore che era la Vedova Nera.
Natasha si riscuote da quei pensieri solo quando il telefono sul tavolo squilla con prepotenza nel silenzio mattutino.
La russa si appresta a rispondere mentre vede lampeggiare sullo schermo il nome di Maria Hill, poi quel che rimane del sorriso sul suo volto svanisce del tutto.

**

Vedo Natasha sbiancare e capisco che è successo qualcosa che deve averla scossa parecchio, così cerco il suo sguardo, ma sembra totalmente assorta nella telefonata con la Hill, così lascio che attacchi prima di tartassarla di domande.

"Cosa succede?" incalzo.

"Tutto bene?" mi fa eco Anaëlle, sciogliendosi dal mio abbraccio.

Natasha si morde l'interno della guancia, tic che tradisce il suo nervosismo quando non deve mantenere una maschera di fredda professionalità e annuisce.
"Preparatevi."-ci ordina poi, cercando qualcosa all'interno delle tasche della sua giacca di pelle nera-"Quando avete finito raggiungetemi alla macchina." dice poi, facendo tintinnare delle grosse chiavi scure.
"La Maserati là fuori?" dico, strabuzzando gli occhi.
Natasha si stringe nelle spalle
"È veloce."- si giustifica poi-"E noi abbiamo fretta."
**
Quando entriamo nella base dello S.H.I.E.L.D non mi sorprendo nel vedere Clint e Cap che ci aspettano insieme alla Hill. Non appena li nota, Anaëlle si dirige verso e di loro e sfodera uno di quei suoi soliti sorrisi cristallini mentre Clint le scarruffa i capelli in un gesto affettuoso.
Se non fosse così legata ad Occhio di Falco, al quale momentaneamente sembra rivolgere tutte le sue attenzioni, sospetterei che Anaëlle abbia una piccola cotta per il Capitano, visto che sembra sempre andargli incontro o sorridergli candidamente.

"Le hai aggiornate?" domanda Maria a Natasha, andando dritta al punto. La russa scuote la testa

"Non avevo informazioni sufficienti." risponde poi, col suo tono professionale.

L'agente Romanoff è in azione, non c'è quasi più traccia della Natasha che solamente stanotte mi ha portato una tazza di the e una coperta sul suo divano.
La Hill annuisce comprensiva, poi si rivolge a me e Anaëlle con la freddezza che la caratterizza:

"Da poche ore lo S.H.I.E.L.D ha individuato una cellula che effettua sperimentazioni umane. Grazie ad alcuni contatti siamo riusciti ad invididuarne la posizione." spiega.

"Francia?" provo a indovinare.

"San Pietroburgo." mi risponde.

Vedo Steve e Clint scrutare Natasha, come se si aspettassero una qualche reazione da parte sua. Lei invece rimane impassibile, le braccia incrociate sotto il seno, lo sguardo fisso su Maria.

"Russia?"-commenta Anaëlle -"Abbiamo prove del fatto che sia parte al progetto Guardian?"

"No."-replica la Hill-"Ma sospettiamo che vi possa esser un collegamento. Questo è quello che scopriremo noi."-aggiunge -"Insieme a Rogers, Barton e voi due."

"E Stark?" -domanda Steve-"Potremmo non farcela da soli."

"Ci serve massima discrezione."-risponde Maria-"Stark non è esattamente ciò che definierei silenzioso."

"Per quanto possa concordare"-interviene Natasha-"Steve potrebbe avere ragione. Se è ciò che penso, Maria, non andranno giù leggeri."
Sento della preoccupazione nelle sue parole  e cerco di decifrare la sua espressione impassibile, senza troppi risultati. 
La Hill sembra rifletterci un attimo, poi finalmente annuisce; evidentemente i pareri degli agenti di livello così alto contano molto anche in situazioni critiche.

"L'attacco a questa base servirà anche da diversivo." -riprende la Hill-"L'agente Romanoff raggiungerà un suo contatto per cercare informazioni riguardanti questo progetto Guardian."

"Se si concentrano su di noi non avranno modo di seguirla." -commenta Steve-"Potremmo darle una finestra di tempo libero."

"Un attacco inaspettato potrebbe distrarre anche i piani amministrativi di questa associazione, nessuno noterà Nat per un po'." conclude Clint.

Okay, quindi se ho capito bene Natasha non verrà con noi in Russia. Ho come la netta sensazione che non sia solo dovuto al contatto che deve raggiungere, visto gli sguardi apprensivi che le hanno rivolto Clint e Steve poco fa.
Comincio a pensare che vi possa essere un collegamento col passato di Natasha, con la Red Room che mi ha nominato più volte. Forse era localizzata proprio a San Pietroburgo il che spiegherebbe la preoccupazione notevole di Natasha, quasi conoscesse già ciò a cui andremo incontro.
Il pensiero di affrontare un'altra missione come quella in cui sono rimasta schiacciata dalle rovine senza Natasha al nostro fianco mi fa esitare,  forse addirittura mi spaventa. Natasha è il mio punto di riferimento e, per quanto odi ammetterlo, penso che mi sentirei persa senza le sue pungenti battute in punto di morte.

"Voglio andare con l'agente Romanoff." dichiaro. L'occhiataccia della Hill è immediata e lo sgomento generale si percepisce chiaramente.
Imparerò mai a stare zitta? Perché parlo sempre prima di pensare?

"Voglio dire, se ci sbagliassimo? E se le stessero alle calcagna nonostante il diversivo? Non sappiamo quanti siano e anche sono sicura che salterebbero molte teste, Natasha potrebbe non uscirne indenne. Dico bene?"

Ci ho provato, almeno sembra che io abbia fatto un ragionamento coerente, forse sembro addirittura intelligente.
"Ha ragione."- Santo Clint, prima o poi gli dovrò dire quanto bene gli voglio.-"Nat se a cava tranquillamente da sola, ma un supporto non può certo fare male."

"Agente Romanoff?"-La Hill si rivolge a Natasha, rimasta in silenzio-"Ti invito a considerare il fatto che Camille è inesperta e una potenziale minaccia per la tua copertura."

"Ehy!"-protesto -"So essere silenziosa se voglio."
Natasha alza un sopracciglio, come se mettesse in dubbio quella mia affermazione .
"Davvero." aggiungo, col tono più serio che riesco a fare.

"Per me va bene." -esala alla fine-"Posso gestirla."

"La smettete di parlare come se non fossi qua?" esclamo, nascondendo non troppo bene quella nota compiaciuta nella mia voce.

Una risata sommessa accompagna la mia affermazione, poi Anaëlle prende la parola

"Dove si trova il contatto dell'agente Romanoff?"
È preoccupata, lo percepisco chiaramente. Lentamente scivolo al suo fianco e le stringo la mano.

"Norvegia."-risponde Natasha-"Si è ritirato in uno dei pochi posti difficile da raggiungere, nascosto sotto falso nome. In pochi siamo in grado di rintracciarlo, ma lui si fida di me."

"Potrebbe essere una trappola?" domanda ancora An, apprensiva.

"Se sei una spia, c'è sempre questo rischio." afferma Clint.

"Staremo attente, An, te lo prometto."-la rassicuro-"Sei tu quella che si butta nella mischia o sbaglio?"-aggiungo, sorridendo-"Non preoccuparti per me, starò bene."
Anaëlle annuisce, esitante, poi mi stringe in un abbraccio, il secondo in questa giornata.

"Hai promesso di non lasciarmi sola." mi ricorda.

"Promis juré.(*)" le ripeto, sottovoce.

"Promis juré." mi risponde, stringendomi.

"Voi due, se le si torce un solo capello vengo a cercarvi."- intimo poi a Clint e Steve-"Riportatemela tutta intera."

"Baderemo noi a lei, Camille." mi rassicura il Capitano.

Possibile che ogni volta che lo guardo io rimanga incanta da quegli occhi azzurri? Come si fa ad essere così belli? 
La gomitata di Anaëlle dritta nelle mie costole mi riscuote e non posso fare a meno di ridere a sentirla sbuffare seccata.
Forse la cotta se l'è presa sul serio, alla fine.
"Partiremo tra due ore, ci terremo in contatto costantemente, sono stata chiara?" ordina Maria.
Annuiamo tutti insieme, poi schiocco un bacio sulla fronte di Anaëlle

"Non morire, An."
"Neanche tu, Cam."
La lascio andare lentamente, come se fosse così fragile da romperla, poi saluto Steve e Clint con un cenno del capo e mi appresto a seguire Natasha fuori dalla stanza.
Mi giro un'ultima volta ad osservare Anaëlle che discute dei dettagli del piano d'attacco col resto del team e sento lo stomaco stringermisi in una morsa ferrea.
L'idea di lasciarla andare da sola mi terrorizza, ma non dubito delle sue capacità neanche per un istante. Non poter essere lì per proteggerla, però, mi spaventa terribilmente.

"Starà bene." -Natasha mi rivolge la parola per la prima volta dopo quelle che paiono ore.-"Cap e Clint avranno cura di lei."

"Hai una fiducia incrollabile nei tuoi compagni di squadra." commento, sorpresa.

"Se la sono guadagnata."-mi risponde-"Prima del progetto Avengers, Clint era il solo al quale avrei affidato la mia vita, adesso non è più così. Salvare il mondo ci ha uniti notevolmente." scherza e sorrido alle sue parole.

"Stark è compreso in questo discorso?" domando, ridendo davanti alla sua espressione.

"Purtroppo si."-commenta-"Anche Stark è parte del team, uno degli Avengers: ha salvato il mondo, a modo suo."

"Scenico?" domando

"Terribilmente."
Ridacchio a quella risposta e salgo in macchina con Natasha, allacciandomi la cintura e guardandola afferrare il volante.
È nel momento stesso in cui mette in moto che un sorriso si allarga sul mio volto, nonostante le preoccupazioni causatemi dall'imminente missione: per la prima volta da quando sono lì, sono contenta di fare parte del team degli Avengers, di essere un agente dello S.H.I.E.L.D. 
Sfrecciamo sulla strada ad una velocità folle con una destinazione precisa: Norvegia.



Chiacchiere dell'autrice:
Salve a tutti! Eccoci qua con un altro capitolo e la fine della prima parte della storia! Che dire, spero che vi sia piaciuta. Mi farebbe tanto piacere sentire un vostro parare in merito prima dell'inizio della seconda parte.
Un grazie di cuore a tutti quelli che leggono,
Erza

(*) è come il "giurin giurello" italiano, un modo di dire un po' infantile che è rimasto ad An e Cam dalla loro amicizia da bambine <3
  
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