Salve!
È la prima volta che
scrivo una storia NaruSaku! Mi rendo perfettamente conto di
com'è finito Naruto
e non ho scritto questo oneshot con l'intenzione di provocare qualcuno.
Semplicemente ho
seguito il mio istinto e
spero piacerà a chi ama questo pairing.
La dedico a Giorgia, Lorena
e Ninive senza il cui supporto non l'avrei mai pubblicata.
Solo
un attimo.
I
suoi capelli le
ricaddero sulla guancia, sfiorando l'acqua che sospinta da quella
carezza,
s'increspò, emettendo un debole suono. La compiangeva? La
rimproverava? Se lo
chiese d'istinto.
Sakura s'immerse ancor
di più nella vasca, fino a celare quasi completamente il
volto. Una parte di
lei voleva nascondersi lì per sempre. Non riusciva a sentire
nulla, la sua
mente era prigioniera di quel momento. Quella risata…
quell'incontro di
sguardi… quel
gioco di luci nel bosco
che aveva oscurato il suo bel volto maschile per poi illuminarlo,
tentandola
ogni volta ad avvicinarsi di più. Non poteva
dimenticare… la foresta si era
resa loro complice, isolandoli dalla realtà, spingendoli a
rivivere i ricordi e
ritrovarlo, ora uomo, più cinico forse, ma più
bello e al tempo stesso così
fragile… lui che non si era mai arreso di fronte a nulla e
aveva strappato la
vittoria a costo di rimetterci la vita. Lui… così
folle, così stupido… semplicemente
Naruto.
Solo con lui era
tornata a sentirsi… viva.
Era stato un attimo.
Non riusciva a
ricordare come. Era caduta? L'aveva afferrata lui? Ad un tratto si era
ritrovata stretta fra le sue braccia ed il suo cuore, nel sentirlo
così vicino,
aveva smesso di battere.
Aveva percepito il suo
respiro accarezzarle il volto e quei meravigliosi occhi si erano
scuriti quasi
vinti da una dolce malia.
Era stato un attimo.
Aveva cercato di
respirare. Si era ritrovata a stringere le mani contro il suo torace.
«Sakura.» Un suono. Un
bisbiglio roco.
Una scia di brividi
aveva sfiorato il suo corpo.
Avrebbe dovuto
infrangere l'attimo. Indietreggiare. Allontanarsi. Un passo ed ecco che
si era
ritrovata stretta ancor di più contro di lui ed ogni cosa
era svanita dalla sua
mente. Tutto si era perso in quelle meravigliose mani così
grandi, così calde
che sembravano volerla marchiare.
Era stato un attimo. Il
frammento di un istante.
La loro essenza si era
fusa in bacio appassionato, famelico, irresistibile così
devastante da spezzare
la loro volontà spingendoli a spogliarsi, spezzando ogni
secondo con una
fremente carezza, le dita che pressavano la pelle dell'altro,
graffiando nei
momenti di follia.
Lui era suo e lei era sua. Appartenevano a
l'un l'altro e niente poteva
separarli.
La sua mente si era
riempita di quei pensieri, inebriandosene come una dolce droga.
Sakura rabbrividì
piano. Il suo corpo si risvegliò.
Naruto aveva
sprofondato il volto contro il suo collo ed il suo nome era uscito da
quella
labbra roventi mentre la mordeva piano, spingendosi dentro di lei.
Lo aveva accolto dentro
di sé. Lo aveva cercato, perseguitato con carezze, baci, lo
aveva costretto a
restare dentro di lei ad essere parte di lei e lui si era piegato
dolcemente
alla sua volontà, con gli occhi colmi di una gioia che mai
aveva visto davvero.
Lei gli aveva gettato
le braccia al collo, sprofondando le mani fra quei magnifici capelli
biondi,
vinta da un'emozione che mai aveva conosciuto prima.
Il tempo si era reso
schiavo della loro follia finché sazi, esausti, non erano
sprofondati nell'oblio
dei sogni.
Era stata lei a
svegliarsi per prima. Incapace di muoversi, era rimasta ad osservare il
suo
volto. Così pacifico, così meravigliosamente vivo
e tenero; Naruto dormiva come
un angelo.
Il suo angelo.
Turbata da quel
pensiero, si era allontanata silenziosamente, sentendosi vincere
dall'agonia. Si
era letteralmente costretta ad andarsene. Una parte di lei avrebbe
voluto solo
restare lì, accanto a lui ma con che coraggio?
Aveva tradito Sasuke.
Ma la cosa più grave
era la sua incapacità di sentirsi in colpa.
Le sue mani si
strinsero convulsamente intorno alle ginocchia, spingendole contro di
sé.
Troppi anni di
solitudine aveva affrontato. Era diventata una donna lontano da lui. Erano diventati due
estranei.
Era questo che faceva
male, realizzò con improvvisa consapevolezza. Quando
chiudeva gli occhi, tutto
ciò che vedeva era il sorriso di Naruto.
Era simile al sole quel sorriso, così caldo,
così forte da spazzar via
ogni paura.
Quante battaglie
avevano affrontato fianco a fianco?
Per tutto questo tempo,
pensò Sakura, ho vissuto accanto a lui, rifiutando di
ammettere che me ne stavo
innamorando.
Ogni giorno. Ogni ora.
Ogni secondo.
Aveva scelto Sasuke per
le ragioni sbagliate. Voleva guarirlo dalla sua oscurità,
convinta che solo lei
potesse riuscirci. Aveva chiamato amore qualcosa di non vero.
Quella verità bruciava.
Faceva male.
Aveva sprecato anni credendo
di amare qualcuno di cui ormai conosceva a stento il nome, tanto era
diventato estraneo,
quando l'amore della sua vita, quello vero, era rimasto accanto a lei e
le
aveva sorriso dal profondo del cuore ogni giorno, cercando di renderla
felice.
Faceva male… quella
meravigliosa sensazione di libertà.
Il suo cuore perse un
battito.
Sakura sprofondò il
volto nell'acqua, chiudendo gli occhi. Si sentiva come se una terribile
maledizione fosse stata spazzata via. Finalmente non era più
cieca ma a quale
prezzo?
Si sentiva stanca,
disorientata, sfinita.
Era accaduto troppo
velocemente. Aveva bisogno di tempo per elaborare. Se fino a quel
giorno,
qualcuno le avesse detto che bastava un gesto per spazzar via ogni
convinzione,
forse non gli avrebbe creduto e persino ne avrebbe riso.
L'acqua l'accarezzò
dolcemente, diventando sempre più fredda e lei si
ritrovò a desiderare il suo
tocco. Ma con che diritto, si chiese.
Naruto
non stava forse costruendo un futuro con Hinata?
Il panico la travolse. Sakura
si ritrovò disperatamente a desiderare di sprofondare nel
sonno così da non
risvegliarsi più.
Ad un tratto percepì un
suono. Era sordo, deciso. Qualcuno stava bussando alla porta di casa.
Prima
ancora che il suono si ripetesse, prima ancora che parlasse, lei sapeva
già chi
era.
«Sakura, apri.»
Pur questo, sentendo la
voce di Naruto, si ritrovò a sussultare. Il cuore prese a
batterle con
violenza. Una parte di lei esultò, l'altra quasi urlo
d'agonia. Non era il
momento, pensò disperatamente.
«Sakura so che ci sei.»
Il tono della sua voce
aveva quella tipica nota testarda che non ammetteva repliche. Doveva
aprire. Sarebbe
rimasto lì o colto dall'impulso, avrebbe rotto la porta pur
di vederla.
Quando voleva, Naruto
sapeva essere così spietato, così…
ottuso, pensò tremando piano. Avrebbe dovuto
immaginare che mai, per nessuna ragione le avrebbe permesso di
nascondersi.
«Un attimo.»
La voce tremò e fu tutto
ciò che riuscì a dire. Mentre si alzava, il
gelido vento le accarezzò il corpo
ma lei lo ignorò, afferrando l'asciugamano quasi senza
rendersene conto.
Cosa doveva fare? Cosa
doveva dirgli? Si domandò facendosi nervosamente un nodo.
Lei, un ninja, un
medico qualificato, l'erede di Tsunade, si ritrovò a tremare
davanti alla porta
e non senza un notevole sforzo si costrinse ad uscire. Si
fermò sulla soglia,
guardandosi intorno.
Amava il suo
appartamento. Era piccolo, null'altro che un monolocale ma era tutto
suo.
Quando si era trasferita lì, alcuni anni prima, si era
sentita importante,
quasi privilegiata perché stava dicendo addio
all'adolescenza, entrando nel
mondo degli adulti. Quasi le scappò un'amara risata. Tutto
si sentiva tranne
che matura.
«Sakura…»
Una nota impaziente
scandì il suo nome e lei ansimò piano, sentendo
le guance arrossire. Da quando
avevano fatto l'amore, Naruto aveva smesso di usare il "chan".
Una goccia d'acqua
scivolò lungo la sua gamba, ricordandole lo stato in cui si
trovava. Quasi
imprecando, afferrò il corto kimono estivo e lo
indossò, lasciando scivolare a
terra l'asciugamano. La stoffa aderì come una seconda pelle
ma lei lo ignorò,
andando ad aprire prima di pentirsene.
Fu un momento strano.
Il tempo sembrò dilatarsi o forse fu lei ad aprire con
snervante lentezza ma
infine, eccolo lì. Non vi era luce nel corridoio ma era lui.
Era diventato alto,
abbastanza da costringerla ad alzare lo sguardo quando parlavano ma in
quel
momento, non ne fu in grado.
Ad un tratto si sentiva
nuovamente un adolescente e l'unico gesto maturo che riuscì
a compiere fu
spostarsi di lato, così che potesse entrare. Per nessuna
ragione al mondo
voleva che qualcuno li ascoltasse.
Naruto le passò davanti
senza dire una parola e questo fu davvero strano per certi versi, ma
forse,
anche lui stava lottando contro una forte tensione. Infondo,
perché non avrebbe
dovuto?
Si ritrovò a chiudere
la porta quasi senza rendersene conto. La mano rimase lì,
premuta contro la sua
ruvida superfice. Gli lanciò un'occhiata e la vista di quei
meravigliosi
capelli color dell'oro, diventati così lunghi rispetto ad un
tempo, bastò a
farle perdere un battito.
Tutto ciò che
desiderava era sentirli ancora contro di sé…
incapace di reggere la pressione,
gli voltò le spalle e di rimando, lo sentì
avvicinarsi. Il suo cuore accelerò i
battiti, la sua mano si strinse a pugno.
Naruto premete la mano
contro la porta, ad un soffio dalla sua. Sakura percepì,
più che vedere, la sua
mano accarezzarle la punta dei capelli, sfiorandole le spalle.
Il suo corpo fu scosso
dai brividi. Chiuse gli occhi, trattenendo il fiato.
«Mi odi così tanto che
non riesci nemmeno a guardarmi?» le domandò piano.
«Così tanto da voler
cancellare ogni traccia del mio odore?»
Il suo cuore mancò un battito.
Scuotendo il capo ripetutamente, si voltò. «No,
non è così!» gli disse lei con
un fil di voce ma con fermezza. «Avevo bisogno di pensare e
fare un bagno di
solito mi rilassa.»
Incontrò il suo
sguardo, così cupo, simile ad una tempesta e si
ritrovò a vacillare, sentendosi
travolgere dalla voglia di toccarlo. «È accaduto
tutto così in fretta, Naruto.
Avevo solo bisogno di…»
«Non sono affatto
pentito di quello che abbiamo fatto, Sakura.» la interruppe
lui bruscamente.
«È questo
che voglio sapere. Sei pentita?»
Sakura sussultò.
Circondandole il volto
con le mani, Naruto la costrinse a guardarlo e lei si perse in quel
tocco. Si
perse in quelle iridi che bruciavano di passione. La stessa con cui
l'aveva
amata.
Il suo tocco era stato
così deciso anche quando avevano fatto l'amore eppure, mai
una sola volta,
nonostante fosse diventato molto forte, le aveva fatto del male.
Un bisogno struggente
si fece strada nel suo cuore.
«Ho fatto l'amore con
la donna che ho sempre amato.» le disse scuotendola piano.
«E tu Sakura? Eri
con Sasuke? Lo eri?»
«No.» bisbigliò.
Seppur debolmente, Sakura scosse
il capo. «Non con lui.»
La tensione parve
abbandonarlo di colpo. Lo sentì contro di sé. Lo
lesse nel suo sguardo. Lo vide
in quel sorriso meraviglioso che iniziò a sbocciare piano.
Sakura si sentì come se
stesse vivendo un sogno. Eppure era tutto vero. Il calore delle sue
mani, la
determinazione che gli leggeva nel volto. Quella debole traccia di
incertezza
che le sue parole avevano spazzato via. Era arrivato lì,
determinato a
conquistarla, rischiando ogni cosa solo per lei.
Quale folle donna lo
avrebbe mai respinto?
«Naruto ho fatto
l'amore con te.» disse in un bisbiglio, spingendo il capo
contro di lui. «Solo
con te.» ripeté infinite volte.
Naruto premette il
volto contro il suo capo, sospirando piano. «Ti ho aspettato
per tutto questo
tempo.» le confessò stringendola a sé.
«Ma ogni volta che ti guardavo, non
vedevo che Sasuke nel tuo cuore. Stavo impazzendo.»
Naruto…
«Eppure c'è stato un tempo
in cui mi hai respinta…» ricordò lei.
Quant'era stata giovane e sciocca
all'epoca, pensò con amarezza. «Temevo mi
odiassi.» gli confessò di getto. «Temevo
mi respingessi. Non sapevo come affrontare tutto questo.»
Naruto la costrinse a
guardarlo. «Volevo te. Non una menzogna.»
replicò con fierezza. «Ma quando mi
sono risvegliato e non ti ho trovato, ho temuto di aver visto solo
quello che
volevo.»
Dubbi. Paure. Come una
tempesta erano lì, nella sua mente, ma fra le sue braccia,
Sakura realizzò con
bruciante improvvisa certezza che non c'era niente che non potesse
affrontare. E
lo stesso era per Naruto.
La passione era
sbocciata piegando la loro volontà. L'amore aveva vinto la
tela di menzogna in
cui aveva vissuto. Che importanza aveva se per la ragione non aveva
senso? Finché
lui l'amava, non c'era niente che non fosse pronta ad affrontare.
Naruto non le mai aveva
mentito. Mai l'aveva fatta sentire sola ed abbondonata. Mai aveva
riempito il
suo cuore di tristezza. Aveva creduto in lei anche quando lei stessa
aveva
smesso di farlo.
Naruto, il suo mondo. L'aveva
aspettata pazientemente, ignorando ogni altra cosa.
Il suo Naruto, così
forte, sciocco ed impaziente. Il suo meraviglioso perfetto amante. La
sua metà
del cielo.
Abbandonandosi a quelle
dolce sensazioni, Sakura si alzò in punta di piedi e si
abbandonò contro di
lui. Affondando le mani nei suoi meravigliosi capelli, lo
baciò dolcemente.
Ti amo.
Suonò appena più forte
di un sussurro, più forte di una promessa, eterno come il
tempo.