Anime & Manga > Dragon Ball
Ricorda la storia  |      
Autore: Diamont Duchess    11/02/2017    2 recensioni
Il Torneo del Potere era giunto alla fine; dei dodici universi partecipanti solamente uno è sopravvissuto.
Il Gran Sacerdote Daishinkan, attendente di Zen'o e padre gli angeli, osserva la realizzazione del suo tetro disegno.
" [...]Come un lampo, vide scomparire quel terzetto lontano, diretto verso l'unico Universo vittorioso e sopravvisuto. Ora un silenzio surreale avvolgeva l'arena e Daishinkan, voltandosi attorno, per la prima volta si sentì solo."
[One shot - What If - Accenni di WhisxBeerus ]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Lord Bills, Whis
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                                  ✧

Le mani giunte dietro la schiena e lo sguardo chino, il Gran Sacerdote Daishinkan osservava anche l'ultimo Universo vinto sparire, osservava senza alcun sentimento le divinità morire sotto i suoi occhi ed il suo ultimo figlio disattivarsi fino a data da definirsi.
Queste erano state le regole che il grande Zen'o aveva stabilito in questo Torneo del Potere che aveva visto tutti gli Universi partecipare in pompa magna, ognuno con dieci validi guerrieri che s'erano scontrati all'interno di un'arena da lui stesso progettata.
Un solo vincitore, un solo Universo era rimasto in piedi. La morte per i perdenti, la regola più tremenda e giusta che aveva trovato ora compimento nel suo ultimo atto.
L'Universo 6 si era dimostrato valido e scaltro, aveva vinto.
Daishinkan socchiuse gli occhi, ora voltato verso le divinità che potevano gioire per essere sopravvissute alla distruzione, ma ciò che lesse all'interno degli occhi degli ultimi partecipanti fu l'odio ed il rancore che sapeva non avrebbe mai avuto fine.
Il Gran Sacerdote si soffermò qualche secondo nell'osservare lo sguardo del Distruttore Champa dove un filo di lacrime minacciava d'uscire; del resto come biasimarlo, aveva perso suo fratello da poche ore e per quanto giocasse ad essere forte, anche Champa doveva possedere un cuore. Ancora nessun sentimento di pietà o rammarico si faceva strada nel petto di Daishinkan, ma sapeva che adesso avrebbe dovuto affrontare lo sguardo della figlia, unico Angelo sopravvissuto della loro famiglia, senza difficoltò voltò il capo verso la più bella delle sue figlie che ora aveva il volto solcato da lacrime di dolore e rabbia.
Dunque il dolore, non la gioia d'essere i vincitori, faceva da padrone in quelli che sarebbero dovuti essere dei festeggiamenti?
Daishinkan non seppe ( o forse non volle spiegarsi ) comprendere la rabbia che vide luccicare negli occhi chiari di Vados, alzò appena le sopracciglia quasi a voler riprendere l'Angelo che non pareva intenzionato a perdonare il terribile genitore.
Prima del Torneo tutti erano venuti a conoscenza delle tremende regole, prima di quell'infasto giorno che aveva portato la morte in ogni Universi, tutti gli Angeli avevano supplicato dinnanzi ad un padre irriconoscente e sordo di tornare a considerare il proposito di distruzione totale.
Daishinkan ricordava bene quel momento mentre voltava le spalle all'Universo vittorioso, aveva visto tutti i suoi figli supplicarlo in maniera indegna, di certo non appartenente alla loro categoria di divinità angeliche, suppliche che non aveva raggiunto le sue orecchie. Il Sacerdote rispondeva, come aveva chiarito più volte, solamente a Zen'o, anche la sua famiglia sarebbe venuta dopo i capricci e le volontà del grande Re del Tutto.
" Daishinkan, è stato uno spettacolo magnifico. " con queste parole Zen'o accolse il Sacerdote che cercò di sfoderare il miglior falso sorriso che potesse uscire dalle sue labbra.
" Tutto ha rispettato la sua volontà, grande Zen'o. Ora possiamo congedare i vincitori. " con tono grave, Daishinkan annunciò simbolicamente la fine del Torneo inchinandosi al cospetto del Re. Tirò un profondo sospiro mentre le urla dei perdenti riecheggiavano nella sua testa. Aveva visto i suoi figli disattivarsi l'uno dopo l'altro, perché non riusciva a provare dolore?
Era pur sempre un genitore, pur sempre un padre che aveva allevato amorevolmente tutti i suoi figli, ma ogni dettame di Zen'o andava rispettato immediatamente.
" Daishinkan, mi sta ascoltando? " Zen'o pareva innervosito; come sempre il suo attendente doveva perdersi dietro ad assurdi pensieri, il piccolo Re comprendeva immediatamente quando Daishinakan covava qualcosa nella testa e nel cuore, ma adesso quel silenzio iniziava ad irritarlo.
" Certamente, grande Zen'o. Mi perdoni. " vergognosamente Daishinkan alzò lo sguardo verso il Re che sembrava ancora disturbato dal suo silenzio, avrebbe dovuto placare quel nervosismo, sapeva bene come fare. " Cosa è piaciuto di più al grande Zen'o? "
" Oh, quando Son Goku stava quasi per cadere dall'arena e si è trasformato salvandosi velocemente. Mi sono divertito tanto, Daishinkan. Quando ne organizzeremo un altro? "
Tetro quanto pericoloso, Zen'o sorrideva mentre tendeva la mano al suo gemello del futuro, si erano divertiti entrambi in questa carneficina.
" Non appena verranno proclamate nuove divinità, creati Universi, bisognerà aspettare che la vita si formi e si evolva. Allora ne organizzeremo un altro torneo, come vostra volontà. "
" Bravo Daishinkan, bravissimo " i due piccoli temibili Re battevano le mani mentre le loro guardie, responsabili della loro incolumità, si preparavano al lungo viaggio che avrebbero dovuto sostenere per trasportare i due Zen'o a palazzo.
Il Gran Sacerdote, una volta che vide scomparire le due divinità supreme, potè tirare l'ennesimo sospiro di sollievo: far innervosire Zen'o significava essere così vicino alla morte, quasi poterla sfiorare e sentirne l'odore.
Risollevato, ora si voltò verso la figlia che si accingeva a lasciare, con le divinità vittoriose, quel campo da battaglia e di morte.
Avrebbe voluto salutarla e scambiare qualche parole, ma Vados non pareva essere propensa nemmeno a degnare di uno sguardo il proprio padre.
" Vados, tuo padre vuole salutarti. " la voce sibilante di Champa, stretto tra l'Angelo ed il Kaioshin, fece capolino in quel silenzio. Il Distruttore vedeva con quanto astio la propria attendente non pareva intenzionata a voltarsi verso il genitore che rimaneva, con le mani giunte, in attesa di un cenno da parte dell'unica figlia superstite.
" Non ho nulla da dirgli, Lord Champa. " il tono di voce dell'Angelo fu alto, pronunciò quelle parole con l'intento d'essere vista mentre nuove lacrime sporcano il bel viso, un tempo lieto, dell'Angelo che aveva vantato d'essere bello quanto potente.
" Vados..." il Distruttore allungò la paffuta mano verso quella dell'Angelo, la strinse con inusuale forza, era così raro che Champa si concedesse questi momenti assieme al suo Angelo, ma quella era la prima ( e sperava ultima ) volta che vedeva Vados così distrutta. Come biasimarla, del resto, aveva perso la sua famiglia e tutto ciò che aveva sempre considerato eterno, aveva osservato il sadismo ed il servilismo del padre che aveva condannato i suoi stessi figli al martirio.
Che padre era quello che aspettava un suo sguardo?
Poteva definirlo ancora padre?
" Per me è solo un assassino, Lord Champa. Andiamo, non abbiamo nulla da fare qui. "
Quella parola raggiunse le orecchie di tutti i presenti, ma colpì con inusuale forza il cuore privo di emozioni del padre che parve sussultare dinnanzi a quell'epiteto.
Non mosse nessun muscolo per fermarla adducendo che forse il dolore aveva deviato la mente di sua figlia ora non capace di comprendere appieno le volontà di Zen'o.
Come un lampo, vide scomparire quel terzetto lontano, diretto verso l'unico Universo vittorioso e sopravvissuto. Ora un silenzio surreale avvolgeva l'arena e Daishinkan, voltandosi attorno, per la prima volta si sentì solo.
 
                            ◜Zᴇɴ'ō 's ᴘᴀʟᴀᴄᴇ◞
 
Grandi saloni ed una calda luce, un incedere lento ed uno sguardo stanco accompagnavano Daishinkan verso gli appartamenti dei suoi figli.
Non c'era stato momento in cui la mente sempre sveglia di Daishinkan non avesse echeggiato quell'epiteto, vomitato con eccessiva durezza, dall'unica figlia sopravvissuta.
"Assassino" , era stato appellato in questo barbaro modo senza comprendere con esattezza la motivazione. Aveva tirato su una figlia tanto sciocca dato che questa non comprendeva quanto folle potesse essere mettersi contro Zen'o?
Non riusciva a darsi una spiegazione, decise di cercarla nella buio della solitudine al quale da sempre era stato destinato fin dalla nascita.
La felicità era solo un momento temporaneo che custodiva nel cuore, felicità che aveva provato nell'allevare i suoi figli e vederli crescere uno dopo l'altro.
Aperta la porta che dava alla stanza dei suoi figli, ricordava bene quanto affetto i suoi figli nutrivano per quel genitore severo, ma affabile quale era stato.
Lo spettacolo che si presentò dinnanzi agli occhi di Daishinkan sarebbe stato insopportabile per qualsiasi genitore, ma non per chi come il Sacerdote aveva rinchiuso ogni sentimento lontano dalla sua persona.
Aperta la porta, lo sguardo del Sacerdote andò a posarsi su tutti i figli, immobili in un rigor mortis scaturito dalla loro disattivazione, stesi nei propri letti.
Chiusa la porta alle sue spalle, il padre passò in rassegna uno ad uno le sue creature mentre nel cuore sentiva una piccola crepa aprirsi.
Non avrebbe più sentito le loro risate, i loro discorsi e loro assurdi liti per il cibo.
Il suo cammino andò ad arrestarsi dinnanzi al letto del suo figlio minore, Whis, che anche quello stato pre morte non pareva ledere l'innata bellezza del suo volto.
Chiusi gli occhi, il Sacerdote ritornò indietro con la memoria al momento in cui aveva detto addio al suo piccolo Angelo.
Cosa riusciva a ricordare?
Il profumo del sangue toccò per primo la sua memoria, ma non fu sufficiente per evocare il ricordo completo del figlio.
Finalmente riuscì a scorgerlo mentre udiva la proclamazione dei vincitori e dei perdenti.
Lo sguardo di Whis non era diretto verso il padre, no, semplicemente verso il suo Dio Beerus che sembrava pronto al suo destino più di quanto Whis lo fosse.
" Padre, la prego. Risparmi Lord Beerus, si prenda me. Lord Zeno, prendete me al posto di Lord Beerus " quanta indignazione aveva provato il padre a quelle parole?
Un moto di disgusto come nel passato ora nel presente colorò le labbra del Sacerdote mentre continuava a passare in rassegna quel ricordo.
" Non essere sciocco, Whis. Ti prego.. " aveva udito queste parole sussurrate del Dio Beerus reputato immaturo, ma quel giorno aveva dato sfoggio d'innata intelligenza.
" Whis, conosci le regole. Fatti da parte. "
Due lacrime scivolarono giù dagli occhi di Whis, a suo dire non era la disattivazione a preoccuparlo, ma la morte del suo Dio.
Nessuna pietà parve muovere il genitore nemmeno quando quelle lacrime portavano il suo nome.
" La prego..." parve supplicarlo ancora una volta quando, d'improvviso, Daishinkan ricordava d'averlo visto stringere la mano di Beerus dinnanzi a tutti i presenti.
Non aveva compreso fino a quel momento cosa legasse l'Angelo al suo Dio, ma nemmeno un sentimento quale quello che avrebbe potuto provare suo figlio per il Distruttore avrebbe fermato il sadico divertimento di Zeno.
Tutto si concluse in un sospiro: Beerus parve accasciarsi assieme al Kaioshin al suolo, Whis strinse il corpo ormai esanime del Distruttore più e più volte chiedendo perdono e ricordando forse tutti i momenti passati assieme.
Morto Beerus, era una questione di secondi ed anche Whis avrebbe detto addio per un po' di tempo alla vita, ma non prima di aver sussurrato qualcosa al padre.
L'Angelo si voltò verso il padre, tra le mani conservava solamente ciò che rimaneva degli abiti di Beerus ora scomparso nell'etere, duramente osservò il Gran Sacerdote.
Il ricordo nella mente di Daishinkan si fece vivo ed il cuore prese a battere con più forza.
" Assassino. " questa fu l'unica parola che ricordava uscire dalla bocca di Whis prima della sua disattivazione.
Ora lo guardava rigido in quel letto, tra quanto tempo avrebbe potuto rivedere i suoi occhi ed udire la sua risata?
Era il figlio più eccentrico, forse quello a cui teneva di più.
Allungò la mano conscio di quanto, una volta sveglio, non avrebbe più potuto avvicinarsi al figlio dopo l'accaduto.
Gli aveva strappato Beerus, gli aveva strappato l'Universo e la vita.
Daishinkan sfiorò appena il volto del figlio comprendendo ora il dolore delle perdita.
Non erano gli Universi ad essere morti, quando aveva optato per la distruzione, aveva concesso ai suoi figli d'odiarlo per sempre.
" Perdonami, figliolo.. " e due lacrime solcarono il volto del Sacerdote, ora privato dei figli per l'eternità.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Diamont Duchess