Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Il Comico    11/02/2017    3 recensioni
Harry Potter è un uomo complicato. Dopo aver sconfitto Voldemort ha scelto di combattere per proteggere i più deboli, gli indifesi e impedire che una nuova guerra magica devasti il mondo. Durante il suo viaggio Harry incontrerà numerosi personaggi, numerosi eroi, cercando di salvare il mondo da un male sconosciuto. Sarà proprio dopo uno di questi viaggi che raggiungerà un'isola maledetta e si preparerà a compiere il suo destino.
Si, perchè tra assassini, metaumani, stregoni e velocisti Harry dovrà combattere la sua sfida più grande, per difendere il suo mondo e la sua nuova famiglia.
Ma, questa volta non sarà solo.
Questa storia coinvolgerà principalmente l'universo della CW, in quanto molto più semplice da gestire di quello incasinato dei fumetti e molto più ricco di elementi di quello dei film. Non mancheranno comunque riferimenti anche ai film. Spero che la storia vi piaccia e che possiate darmi consigli per poterla sviluppare al meglio, in modo che possa sempre divertirvi e intrattenervi.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Yuri | Personaggi: Draco Malfoy, Dudley Dursley, Harry Potter, Hermione Granger
Note: AU, Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Triangolo | Contesto: Altro contesto, Da VII libro alternativo
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Premessa: non posseggo niente di tutto ciò. Se possedessi almeno qualcosa di quello che sto per raccontare allora sarei molto, molto, più ricco. Harry Potter appartiene a J. K. Rowling, in qualsiasi forma e contesto, mentre Oliver Queen e tutti gli altri supereroi sono proprietà della DC, della Vertigo, della Warner Bros. e della CW.



Capitolo 1.
Scontri.



Il mondo è un luogo complesso, un luogo fatto di scelte e di sfide, di segreti inimmaginabili e incredibili meraviglie. Un luogo dove reale e irreale coesistono più di quanto i comuni mortali possano immaginare. Amanda Waller ne sa qualcosa. La donna aveva appena vissuto le peggiori ventiquattro ore della sua vita e il mondo era stato appena messo a rischio proprio a causa sua: l’essere conosciuto con il nome di Incantatrice si era ribellato e aveva devastato la città, la sua città, impadronendosi dei codici di tutte le testate atomiche nelle sue mani, anzi, nella sua stessa mente! Amanda era stata addestrata in molte cose ma mai si era sentita violata e vulnerabile come in quel momento. La sua squadra suicida era stata subito mobilitata, certo, ma l’intera città era stata protetta da una cupola magica, diventando impenetrabile per chiunque, compreso il pipistrello di Gotham e il tizio in calzamaglia di Metropolis.
In quel momento, quando ogni speranza era andata totalmente persa e il mondo si è ritrovato ad un passo dal baratro, lui è arrivato.
Era vestito con una divisa nera e un lungo cappotto marrone con avanbracci di un materiale simile al bronzo. Al petto una spessa cinta di cuoio piena di tasche e ai piedi stivali di pelle nera alti fin quasi al ginocchio. Sulla manica del cappotto portava i gradi di un capitano dell’esercito. Era completamente sporco di polvere e sangue, tanto che era quasi impossibile riconoscere il colore della sua pelle ma gli occhi verdi brillavano alla luce del potente marchingegno dell’Incantatrice.
I suoi occhi brillavano di una luce innaturale, tanto potenti da strappare la sua mente annichilita al controllo mentale della strega millenaria con uno sguardo ardente di una volontà non sua.
Veloce, un gruppo di zombie creati dalla strega lo attaccò ma lui riuscì ad allontanarli e immobilizzarli con fili d’argento usciti da un bastoncino di legno stretto nella sua mano destra, agitato in un complicato quanto rapido movimento, riportandoli alla loro forma normale.
Come per magia.
“Se vuoi battermi dovrai fare qualcosa di più, Dea” disse il giovane con tono di sfida prima di evocare, sempre con una rotazione del suo bastoncino di legno, un tornado di vento azzurro.
Se non l’avesse visto lei stessa non ci avrebbe creduto ma quell’incantesimo era riuscito a travolgere lei come i soldati zombie e gli altri prigionieri, tenuti in stato catatonico per chissà quali informazioni, e a strapparli tutti al suo controllo, liberandoli e mettendoli tutti al sicuro. Un esercito fermato da un solo uomo.
L’Incantatrice ruggì furiosa, emettendo un suono raccapricciante che riecheggiò fra le strade. Una creatura enorme dal corpo di fuoco e metallo alta almeno tre metri apparve dal nulla e caricò il giovane, lui però scomparve immediatamente, riapparendo subito dopo alle spalle del mostro, il fratello dell’Incantatrice, e dalle sue mani fuoriuscirono spessi fili d’oro che ne avvolsero il corpo e ferirono le carni divine. Solo un braccio si era salvato da quel supplizio e subito la bestia lo allungò a dismisura dirigendolo contro il giovane, il quale riuscì a scappare nascondendosi tra le colonne dell’edificio, subito distrutte dall’arto magico.
“Ho provato ad usare le buone con te ma tu mi hai costretto a usare le cattive, ricordatelo!” il ragazzo apparve nel centro della stanza, proprio davanti la bestia e, mentre il braccio magico stava per agguantarlo, dalla bacchetta fuoriuscì un gigantesco getto di fuoco che presto assunse la forma di un enorme serpente fatto di fiamme che comincio a divorare l’intero edificio, avvolgendo tra le sue spire la bestia che, inutilmente, provò ad attaccarlo, venendo però distrutta dalla fiamme.
Subito il fuoco svanì come era apparso, lasciandosi dietro solo resti di metallo fuso e cenere.
“Non provarci più, sciocca dea. Io non cedo facilmente a semplici illusioni come le tue e non mi piace che si giochi con la mia mente.” Disse il giovane misterioso, facendo levitare sopra la sua testa l’ammasso di metallo fuso ancora ardente che era stato la bestia, scagliandolo addosso alla strega e travolgendola.
La strega si rialzò subito, scagliando al giovane palle di fuoco, parate come da un muro invisibile. “Bombarda Maxima!” quel colpo prorompente, simile all’esplosione di una granata, colpì in pieno petto l’Incantatrice, facendola crollare a terra, quasi svenuta.
Dal suo bastone di legno fuoriuscì una rete d’argento che la imprigionò, paralizzandola e impedendole ogni via di fuga.
“Sai, questo era un periodo tranquillo per me, erano due anni che non andavo in missione. Ero venuto in città per semplici questioni diplomatiche, stavo solamente assaggiando un caffè da Starbucks, prima che tutto questo casino mi rovinasse la giornata. Peno che, a questo punto, tu sappia cosa sto per farti: Legilimens!” il getto di luce colpì la strega causandole forti convulsioni che fecero tremare tutto l’edificio e la strana cosa che aveva creato con i detriti della città.
“Capisco.” Affermò il giovane a bassa voce. “Quindi tu possiedi una giovane archeologa impicciona e questa cosa roteante qui sopra è un’arma sismica.” Affermò il giovane stringendo saldamente la sua bacchetta di legno, con sguardo meditabondo.
“Questo mi farà male.” Un getto di luce arancione si scagliò contro la torre di luce dietro l’Incantatrice, facendo saltare in aria l’enorme arma con un poderoso boato, disintegrando i detriti e divorandoli prima di estinguersi. Amanda alzò la testa, vedendo nuovamente il cielo pulito, sgombro da quella macchina infernale.
Il ragazzo crollò in ginocchio, sputando sangue, mentre la strega si liberava dalla rete d’argento.
“Cosa credi di fare, maledetta! Crucio!” la strega millenaria si ritrovò nuovamente scagliata a terra, in preda ad un’atroce agonia, le sue urla disumane e strazianti a riempire la stanza.
“Liberami o le vostre bombe distruggeranno questo mondo primitivo!” sputò l’Incantatrice in preda alla rabbia e al dolore.
“Scusa, mi stai minacciando? Io ho annientato ogni singolo soldato del tuo esercito, ho spezzato il controllo che avevi sulle loro menti, ho ucciso il tuo divino fratello e, sempre io, ho distrutto la tua arma piegandoti al mio volere! Io ho stuprato la tua mente, maledetto parassita magico, e ho provveduto a evitare il disastro: ho cancellato dalla tua mente il ricordo di ogni codice, ho cancellato dalla tua mente la capacità di usare quelle armi quindi, ora, le tue minacce non mi fanno nulla! Crucio!” le gridò addosso il mago continuando a torturarla.
Exorcizo te, anima immonda!” un vento di tempesta travolse la donna mentre un getto di luce violetta la colpì nel petto, sollevandola di qualche metro da terra.
Exorcizo te,omnis spiritus immundus!” il corpo venne contratto da forti spasmi mentre un’alone di luce la ricopriva, bruciandole la pelle e un fuoco purpureo le fuoriusciva dagli occhi e dalla bocca spalancata.
Ergo draco maledicte adjuro te. Cessa decipere humana creatura!” Amanda vide il cuore della strega brillare dalla valigetta ai suoi piedi prima di sgretolarsi del tutto, mentre la donna si sgretolava in pezzi e veniva spazzata in un lampo di pura luce che avvolse l’edificio.
L’uomo rimase immobile per qualche istante davanti l’ammasso di bitume che era ormai l’incantatrice prima di dirigersi verso qualcosa. Al centro della stanza, rannicchiata in posizione fetale, la professoressa Moon giaceva svenuta, completamente nuda.
Il giovane, con un rapido colpo di bacchetta, curò le ferite marginali del suo corpo prima di voltarsi via, senza dire una parola.
“Chi sei?” chiese Amanda Waller a bocca aperta mentre lui, a passo lento, si dirigeva  verso la porta.
“Nessuno” rispose lui, svanendo nel nulla, la sua voce ormai un eco lontano in quella folle giornata.
Ma non era nessuno: alcuni frammenti dello scontro erano stati registrati dai più potenti satelliti in orbita e adesso tutti i governi del mondo si chiedevano la stessa cosa: chi era quell’uomo?
Aveva subito una brutta lavata di testa dallo stesso presidente e dal consiglio di sicurezza delle nazioni unite. Nemmeno lei sapeva per certo chi fosse quel giovane ma quella sera lo avrebbe scoperto. Per questo, in fondo, era lì, seduta davanti un tavolo di un lussuoso ristorante con quel diplomatico indiano. Appena arrivato, l’uomo vestito con un elegante completo marrone si era seduto sorridendole, mostrandole i denti straordinariamente bianchi, lisciandosi i capelli corti mentre la luce delle candele metteva in evidenza la sua pelle ambrata.
“Scusi il ritardo signora Waller, ma soffro ancora per il viaggio in aereo.” Affermò lui come scusa.
“Immagino che il viaggio dall’India sia stato scomodo.”
“Al contrario solo che io sono un tipo piuttosto sedentario quindi, se lei permette, vorrei arrivare subito al motivo per cui mi ha convocato e poi andare a dormire.”
“Chi è Harry Potter?”
Bingo!
“Non so di chi lei stia parlando.” Affermò l’uomo improvvisamente pallido, mentendo spudoratamente.
“Lei lo sa invece, signor Parvati. Le mie ricerche sul misterioso uomo di cui tutti i governi parlano, l’eroe di New York, mi hanno portato a questo nome ma nessuno sembra nemmeno osare parlare di lui. Per questo l’ho contattata.”
“Mi dispiace ma ci sono trattati che mi impediscono di parlare con lei di certi argomenti.”
“So tutto dello statuto di segretezza e conosco il patto di collaborazione tra Magici e Non-Magici del ’98.”
“Ho sentito alcune storie su di te, Amanda Waller. Sembra che quelle storie fossero vere.” Disse l’uomo sospirando frustrato.
“Mi parli di lui.”
“Harry Potter è una leggenda, una storia che i maghi oscuri si raccontano la notte: non comportarti male o Harry Potter ti verrà a prendere. Sono molti i suoi soprannomi: campione della luce, prescelto, l’uomo che ha vinto, il padrone della morte. Ma il primo di tutti è stato il bambino che è sopravvissuto. Se lei conosce il patto del ’98, se lei conosce i maghi, allora conosce il più grande mago oscuro di tutti i tempi: Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. Harry Potter era la sua nemesi, dalla nascita, e per anni lo ha combattuto fino a quando, durante la battaglia di Hogwarts del 2 maggio del 1998, non lo ha sconfitto per sempre, ponendo fine alla guerra. Per tre anni ha servito negli Auror, dando la caccia a tutti i più pericolosi maghi oscuri d’Europa, tutti gli ex-sostenitori del Signore Oscuro, rinchiudendoli per sempre. Ha ricevuto titoli su titoli, poi “puf”, svanito nel nulla, solo una storia tra tante altre. Alcuni dicevano che era morto, ucciso in un duello. Baggianate, non è ancora nato chi può sconfiggerlo. No, Harry Potter è, diciamo, salito di livello, diventando membro di quella che chiamerebbe una task force di maghi leggendari, come la sua squadra suicida. Sappiamo per certo che ha sconfitto un Signore del Caos e ha abbattuto la setta del Serpente. So che è stato anche attivo a Gotham, dopo l’evasione di molti pericolosi criminali guidati dal signor Theo Galavan e che ha sconfitto una creatura aliena a Metropolis, un certo Doomsday se così si chiamava. Questi sono fatti certi, il resto solo sussurri nella notte. Dicono che la più grande beffa del diavolo sia stata far credere agli uomini che non esiste e Harry Potter è il diavolo in persona.” Affermò Parvati a voce bassa, provando a non farsi sentire, guardandola nervosamente per tutto il tempo come se solo dicendo quel nome lui potesse apparire.
“Quindi lei lo ritiene un pericolo.” Chiese implicitamente la Waller.
“Un grande pericolo, per i suoi nemici. Intendiamoci signora Waller: Harry Potter può essere terribile e spaventoso, come una tempesta o un vulcano in eruzione. Io l’ho visto una volta sola in azione ed è stato come guardare il sole: terribile, si, ma anche meraviglioso. Lui non uccide, mai, e il suo operato non può essere giudicato, è semplicemente troppo grande, lui è troppo grande perchè si possa. Egli farà sempre la cosa giusta, non importa quanto terribile questa sia.”
“Lei lo ha visto e non gli ha sparato nonostante sia così pericoloso?”
“Nessuno spara al diavolo, signora Waller. E se poi sbagli? Lasci che le dica questo: c’è chi non crede in Dio eppure lo teme. Bene, io credo in Dio e temo solo Harry Potter. Non lo cerchi, signora Waller, se è fortunata non ne sentirà più parlare ma se lo cerca egli verrà da lei, non come l’eroe generoso ma come il dio vendicatore e allora non potrà mai più scappargli. Che Dio la protegga.”
Così parlò il mago indiano, lasciando la potente Amanda Waller sola con i suoi pensieri e le sue paure.
Harry Potter, il mago, aveva sentito storie su di lui e sembrava fossero tutte vere. Lui era un essere potente, un guerriero impavido con un codice d’onore, e finora era stato molto utile proteggendo la gente. Che stava dicendo, quel bamboccio era stato fenomenale, davvero incredibile! Un guerriero come lui, con il suo potenziale, sarebbe stato perfetto per l’Argus.
Si. Harry Potter doveva essere suo!


Tre settimane dopo.


La vita può essere difficile, può portare meraviglie incredibili l’attimo prima e distruggere il tuo spirito l’attimo dopo, togliendoti tutto quello che ami in un colpo solo. Harry Potter ne sapeva qualcosa. A ventiquattro anni Harry Potter era il più giovane Auror pluridecorato della storia. Uccisore del più grande mago oscuro di sempre, a soli diciassette anni, Harry Potter poteva vantare un curriculum da fare invidia a chiunque: sopravvissuto al veleno della bestia di Serpeverde (che, insieme alle lacrime di Fenice, ancora scorreva nelle sue vene) Harry si è preparato per sconfiggere il terribile Lord Voldemort e, dopo la sua caduta, si è subito unito agli Auror e ha cominciato a dare la caccia a tutti i maghi oscuri del mondo, affinchè potessero essere giudicati dalla corte dei maghi.
Questo gli ha permesso di entrare a far parte di un gruppo di agenti scelti dall’ICW. Aveva una patente speciale che gli permetteva di utilizzare le maledizioni senza perdono, di violare i più potenti incantesimi difensivi senza che la legge potesse torcergli un solo capello, nemmeno quella dei babbani. Oltre a lui esistevano solo quattro agenti con quella speciale patente.
Spesso il suo era il ruolo di un semplice diplomatico, un uomo che doveva coordinare le operazioni tra magici e non magici. Era stato così a Metropolis o a Gotham prima di cominciare la battaglia. Era stato così anche a New York.
Era riuscito anche a sposarsi, con Hermione e Ron venuti apposta dall’Australia per celebrare il suo amore con Ginny.
E poi tutto finito.
Harry si accese una sigaretta nel buio della sua camera di motel, la prostituta al suo fianco dormiva ancora, le aveva dato abbastanza da potersela permettere tutta la notte. Da quando era stato a New York doveva cambiare una città al giorno per evitare di essere preso dagli uomini della Waller. Mai vista una persona così desiderosa di ringraziarlo!
Sapeva di aver fatto molto rumore questa volta e che le sue imprese degli ultimi anni stavano per venire tutte a galla, presto si sarebbe dovuto nascondere dalle grida degli ammiratori impazziti.
E dal governo, soprattutto il governo, di qualsiasi stato.
Forse gli avrebbero dato una medaglia o forse lo avrebbero preso e trasformato nella loro arma personale. Non voleva rimanere lì per scoprirlo.
Si accorse del rumore troppo tardi.
Le squadre entrarono dalle finestre, dalla porta adiacente e dal bagno nel retro. La prostituta gli aveva preso la bacchetta, spada e pistola erano troppo lontane perché potesse richiamarle.
Era solo, al buio, disarmato e fiacco contro tre squadre di soldati scelti dall’esercito americano armati fino ai denti.
Ma, ancora, non voleva reagire, non era giusto. Sarebbe stato troppo facile.
“Piaciuta la scopata, bambina?” chiese Harry aspirando dalla sigaretta come se nulla fosse. La ragazza cercò di ignorarlo sentendo però ancora un piacevole dolore tra le gambe. Era la sua missione sedurlo e disarmarlo, era stata addestrata anche per questo e aveva eseguito il suo compito alla perfezione ma non poteva negare, almeno a se stessa, quanto sporca si sentisse per l’eccitazione che non aveva smesso di tormentarla.
“Signor Potter, lei è dichiarato in arresto con l’accusa di aver ucciso una persona durante l’attacco a New York, non opponga resistenza.” Disse un soldato puntandogli contro il mitra.
“No.”
La temperatura della stanza scese immediatamente di qualche grado mentre gli agenti non sapevano bene come reagire a quel punto.
“Questo è un ordine, signor Potter.” Continuò il soldato davanti a lui sotto lo sguardo indagatore di Harry. I profondi occhi verdi del giovane mago.
“No.”
Adesso gli agenti erano nervosi. Il ragazzo non aveva fatto nulla, non si era mosso ma continuava a guardarli, spaventandoli, tenendo le redini della situazione in un modo che non avevano previsto. Non era così che le cose dovevano andare!
“Voi non siete qui per arrestarmi, siete qui per sfiancarmi. Siete carne da macello, inviata dalla Waller per farmi sudare, per mettermi alla prova. Voi siete dei sacrifici ma questo è il vostro giorno fortunato perché io non ho intenzione di attaccarvi.” Affermò il mago senza spostare lo sguardo dal suo interlocutore.
“Potrei farvi a pezzi e strappare la pelle dalle vostre carni in modo da lasciare un messaggio a quella donna e farmi lasciare in pace. Potrei farlo, ma non lo farò. Tu chiamerai la Waller, ora, e le dirai di venire qui e risolvere questa faccenda. “
“Non sono ai tuoi ordini.” Rispose il soldato esitante, pensando a cosa era meglio fare.
“Lo sei da quando ho salvato la tua ragazza a New York, agente Flag.”
Circa mezz’ora dopo un elicottero atterrò davanti il pulcioso hotel messicano in cui Harry Potter si era nascosto. Amanda Waller, vestita con un tailleur blu, scese irritata dal mezzo di trasporto, provando a capire come i suoi uomini avessero potuto cedere tanto facilmente a Harry Potter.
Entrò nella stanza e lo vide, ancora nudo, fermo, seduto sul letto mentre tutti i suoi agenti gli puntavano addosso i loro fucili terrorizzati.
“Pensavo che gli inglesi sapessero come presentarsi davanti a una signora.”
“Lo farò quando ne vedrò una.” Rispose il giovane a tono.
Era arrogante, le piaceva.
“Sai perché sono qui, vero?”
“Preferisco che sia tu a dirlo.”
“Mi servi Harry. Ho bisogno di te.”
“Non avrei mai immaginato che le cose sarebbero degenerate fino a questo punto. Cosa posso fare per te Amanda?”
“Ho bisogno che lavori per me ad un caso.”
“La risposta è no.”
“Prego?” chiese lei, il tono improvvisamente minaccioso.
“Mi hai sentito bene, Amanda Waller. Io non lavorerò per te, per nessun motivo al mondo.”
“Posso costringerti.”
“Non puoi. Non sono uno di quei rifiuti umani che usi per la tua squadra suicida. Non puoi arrestarmi, nessuna legge al mondo è valida con me. Sono protetto dall’ICW e dalla NATO. Non puoi costringermi a fare nulla.”
“Non ho bisogno di arrestarti. Ci sono altri modi per convincere una persona, altre corde che si possono toccare.”
“Spero tu non stia dicendo quello che credo.” Disse Harry per la prima volta guardandola negli occhi.
“Sta a te, signor Potter, difendere i tuoi amici.”
“Fa attenzione, Amanda Waller, non reagisco bene alle minacce, benché meno a quelle rivolte ai miei amici.”
“La rabbia di un uomo buono non mi spaventa, avete troppe regole.”
“I brav’uomini non hanno regole e non vuoi scoprire perché io ne ho così tante.”
I due si guardarono negli occhi senza dire nient’altro, la tensione all’interno della stanza era palpabile.
“Durante la guerra ci sono troppi soldati e chiunque può essere un eroe ma, nel momento più buio, quando la scelta era impossibile, quando una vita innocente doveva essere sacrificata per il bene del mondo, per evitare che tutti bruciassimo, lui è stato l’eroe nel giorno in cui era impossibile esserlo. Sempre nascosto a tutti, sepolto nella nostra memoria mentre facevamo finta che nemmeno esistesse quando più di tutti lui era degno, mai crudele o codardo, senza mai mollare, senza arrendersi mai. Dicono che i grandi uomini si forgiano sul fuoco e dal fuoco della guerra dei maghi è nato Harry Potter.” Disse Amanda con voce bassa, colpendolo più di quando lui tenesse a dimostrare.
“Da dove le hai prese queste parole?”
“Dal discorso fatto dall’Ambasciatrice inglese Hermione Granger in onore dei cinque anni dalla fine della guerra contro il più potente Signore Oscuro di tutti i tempi. L’uomo che tu hai sconfitto non per la gloria e nemmeno per vendetta. L’uomo che hai sconfitto per salvare chi amavi.”
Stesero per qualche minuto in silenzio, studiandosi con lo sguardo.
“Se lavorerò con te ci saranno delle regole: niente omicidi, lavoro da solo, ogni assegno per la mia collaborazione andrà a un conto fiduciario intestato a Theodore Lupin, non lavorerò per te, sarò un consulente, sia ben chiaro e se nel frattempo capitasse qualcosa ai miei amici ti giuro, ti giuro, che ti pentirai di avermi conosciuto.”
Amanda sorrise.
“Abbiamo un accordo.”
 
Due mesi dopo.
 
Protego Horribilis!” un muro invisibile bloccò il potente mostro prima che si avventasse sul gruppo dietro di lui. Non aveva ancora ben capito come fosse arrivato a quel punto.
In quel periodo doveva indagare sul famigerato Grigorij Rasputin, un famigerato stregone ucciso nel 1917 e nel 1944. Rasputin era improvvisamente tornato in vita dopo sessant’anni per aprire i cancelli della dimensione infernale. Gli aveva dato la caccia nei sottoborghi del mondo magico ma, nel corso dei decenni, si era protetto dannatamente bene.
Rasputin aveva radunato attorno a se un esercito di soldati e antichi demoni e la sua èlite era ancora peggio. Aveva dalla sua parte un cyborg nazista dalla forza e riflessi sovraumani, una donna dotata di eterna giovinezza, una giovane strega con problemi a contenere il proprio potere e un sacerdote egizio immortale con millenni di addestramento nell’uso di ogni arma e in ogni arte del combattimento. Adesso avevano raggiunto il cancello di pietra del regno degli inferi e solo lui poteva fermarli.
Beh, lui e la sua spalla.
Durante la sua caccia a Rasputin aveva incontrato un famoso archeologo esperto in cultura egizia, Carter Hall, e aveva scoperto che era la reincarnazione del principe Khufu, l’uomo falco.
Hawkman.
Lui era ossessionato dalla studentessa di National City rapita da Savage, sostenendo che era la reincarnazione della sua amata sposa.
Quindi ora era lì, a Mosca, davanti a Rasputin trasformato in un Behemoth fatto da centinaia di tentacoli, un cyborg nazista, una teenager dal potere illimitato piena di odio, un assassino immortale e una bella donna armata fino ai denti e dalla sua parta aveva solo un uomo con le ali da pennuto.
“Carter, quando te lo dico io, attacca Kroenev, a Rasputin penserò io!” disse Harry sforzandosi di mantenere su lo scudo magico.
“Dobbiamo prima occuparci di Chai-yra!” gli gridò quello alle sue spalle, la corazza di bronzo in dosso e la mazza chiodata in mano.
“Fidati di me, vi aiuterò a fermare Savage ma adesso  dobbiamo fermare i suoi compagni. Spiega le ali!”
Nel momento in cui fece cadere lo scudo Hawkman spiegò le sue ali diretto contro il cyborg, lasciando Harry da solo a combattere contro il demone/stregone russo.
Il Behemoth gli saltò addosso solo per subire un potente getto di fuoco contro il muso che la distrasse un attimo.
Subito una serie di potenti reducto si abbatterono contro la pelle blu del mostro, cercando invano di perforarla mentre un’enorme tentacolo si abbatteva su di lui.
“Sei potente, Rasputin, molto più potente di quanto potessi immaginare. Hai ingannato due volte la morte ma non ci sarà una terza volta! Bombarda Maxima!” il colpo lacerò il fianco della besta facendone sgorgare un sangue blu cobalto ma non aveva il tempo di esultare, la compagna di Rasputin, Ilsa, stava per intervenire.
“Ehi donna! Excelsiosempra!” le urlò il mago inglese scagliandola in aria e poi a terra, ai piedi della porta di pietra dove la ragazza stava aprendo il portale. Evocò una corda d’argento per paralizzarla ed evitare che interferisse.
“Meno una …” prima però che potesse esultare alcuni tentacoli lo catturarono, stritolando il suo corpo tra le loro spire.
Incanalando la sua energia emise un getto di potere luminoso dalla bacchetta stretta in pugno, un getto così potente da bruciare i tentacoli che lo stavano avvolgendo.
Artis Temporus!” il vortice di fiamme si sprigionò dalla sua bacchetta avvolgendo la creatura e corrompendone le carni.
“Addio Behemoth di Rasputin! Confringo!” l’esplosione fece saltare in aria la bestia, distruggendo anche parte del mausoleo in cui erano rinchiusi.
Si voltò e vide che il rituale era già in atto, la ragazza, Corvina, aveva aperto una porta tra i due mondi mentre dal cielo tinto di sangue cominciavano ad apparire gli Antichi, i signori degli inferi, i distruttori di mondi.
Hawkman era impegnato su due fronti: stava combattendo sia contro Savage sia contro Kroenev mentre, dietro di lui, una donna terrorizzata cercava di scappare.
Lui sapeva chi era.
Kendra. Kendra Saunders. Tranquilla Kendra, non stai impazzendo. Io sono Harry Potter e sono un mago. Io salverò sia te che l’uomo che ti sta proteggendo ma tu devi aiutarmi a farlo. Kendra, devi ricordare chi sei davvero, chi sei stata! Ricorda l’amore che hai provato e abbraccia il tuo vero io!”
“DI CHE STAI PARLANDO!” gridò la giovane nella battaglia.
Everte Statim!” un getto di energia fuoriuscì dalla bacchetta di Harry scagliando Savage contro la parete opposta.
“Kendra! Devi ricordare!” Le urlò Harry mentre attaccava Kroenev che aveva quasi strappato un’ala a Carter. Il guerriero robotico gli lanciò contro una delle sue lame, ferendolo di striscio alla gamba. Harry provò a lanciargli alcune maledizioni perforanti ma era troppo veloce e sempre più vicino. Non gli restava che provare una cosa:
Ebulbio Maxima!” le bolle esplosive si espansero tutte attorno al suo avversario, facendo saltare i suoi pezzi meccanici, stordendolo. Non voleva ucciderlo, nonostante tutto.
Il soldato si rialzò a fatica, scagliandosi contro di lui così Harry non ebbe più scelta. Niente lo avrebbe fermato eccetto questo:
Sectumsempra!” il colpo perforò il cranio dell’assassino, distruggendolo. Una parte di lui voleva ringraziare Piton per quello ma, a dire il vero, non avrebbe mai più potuto fare una cosa simile.
Un pugnale vagò verso il suo petto ma con un rapido immobilus Harry riuscì a bloccarlo a mezz’aria. Alzò lo sguardo e vide Savage con in mano una lama maledetta che aveva visto nei libri di scuola anni prima: era il pugnale della maledizione che lo rendeva immortale. Il pugnale imbevuto del sangue di Khufu e Chay-Ara. Stava per gettarsi contro Kendra ma con un incantesimo di disarmo Harry riuscì a far volare la sua lama in alto, nelle mani di Carter, mentre Savage cadeva a terra con un tonfo poco aggraziato.
“Non mi priverete della mia vendetta.” Sputò Savage con sguardo allucinato guardando i suoi tre avversari.
“Vendetta? Tu ci hai condannato a questa vita di tormenti. A questa continua morte.” Rispose con rabbia Carter, mentre Kendra li guardava confusa.
La terra sotto i loro piedi venne scossa da un forte terremoto, segnale che presto il rito sarebbe stato compiuto e i demoni sarebbero stati liberi.
“Non c’è tempo per questo. Dismundo.” L’incantesimo fece crollare a terra Savage, completamente in lacrime, terrorizzato.
 “Questo lo terrà impegnato fino a quando non avremo risolto questioni ben più importanti.” Disse Harry stanco, tamponandosi la ferita nella gamba.
“Non possiamo, siamo vicini a spezzare la nostra maledizione!” gridò Kendra improvvisamente attirando l’attenzione di Carter.
“Kendra, vuoi dire che tu ricordi?” le chiese l’uomo togliendosi la maschera di bronzo dai lineamenti di falco per poterla finalmente guardare negli occhi e cercare lo sguardo di chi aveva tanto amato.
“Si, Khufu.” Rispose lei abbracciandolo in lacrime, per potergli finalmente dare un bacio appassionato.
Era per quello che Harry continuava a fare il suo lavoro, vedere meraviglie come l’amore tra Khufu e Chay-Ara, un amore che durava da più di tremila anni, nonostante la loro maledizione, il loro eterno dolore.
Ma non poteva pensarci in quel momento.
Doveva salvare il mondo!
Corse per il mausoleo distrutto, sotto un cielo rosso sangue, sotto gli occhi di demoni antichi, solo per trovarsi davanti una porta tra due mondi, davanti una ragazzina con un fardello troppo grande sulle spalle. Lesse il suo cuore dilaniato, il suo immenso potere, il sangue infernale che scorreva nelle sue vene, lesse il suo animo buono e ferito e decise di salvarla.
Combatti Rachel! Devi combatterli e fermarti! Le gridò con il pensiero, ferendo la sua aura oscura ed evocando uno scudo che proteggesse l’intero edificio.
No. Tu sei nata per questo, figlia mia. Tu aprirai le porte e lascerai me e i miei fratelli portare a compimento il nostro destino, distruggere questa dimensione. Apri le porte, mia progenie! L’entità oscura stava prendendo il sopravvento sulla ragazza mentre stava per giungere alla sua fine. Non poteva permetterlo.
Con la mente evocò tutti i suoi ricordi felici, tutto l’amore che gli era stato donato da Hermione, Ron, i Weasley, Sirius, Remus, Silente…
Ginny.
Il cervo d’argento attaccò le tenebre nella mente della giovane lasciandola libera dall’influenza del padre forse per la prima volta in tutta la sua vita. Vide i suoi ricordi più brutti, scacciandoli, e richiamò solo l’amore di sua madre, solo la gioia e il sorriso dei suoi amici, alimentando il fuoco della speranza che scaccia la paura.
Cosa succede? Chiese lei, risvegliandosi, prigioniera della sua stessa mente, dello spettro di suo padre.
Rachel, combatti con me. Possiamo batterlo e chiudere per sempre la porta alla nostra dimensione. Aggrappati alla mia luce.
Mai figlia, se oserai tradirmi tu verrai spazzata con tutta la tua razza! Gridò l’oscurità pulsante cominciando a diffondersi ovunque, divorando non solo la mente di Raven ma avvelenando le menti di tutti gli uomini. Harry percepì le coscienze di milioni di uomini e donne e bambini, tutti corrotti dall’essere oscuro, ma questo gli permise di conoscerlo, di vederlo.
Quattro occhi, brillanti come fari rossi, occhi carichi di potere e odio lo osservarono, pronti a portare devastazione.
No, padre. Non ti permetterò di fare del male a nessun altro. Un corvo argentato sunì al cervo di Harry nel suo assalto.
Harry si collegò alle menti di tutti gli uomini, di tutti gli innocenti che il demone stava distruggendo e si aggrappò alla loro bontà, alla loro immensa luce per il suo assalto finale. Le corna del cervo divennero dorate e con un assalto finale colpì l’oscurità bruciandola, diradandola per sempre.
“Demone io conosco il tuo nome! Tu sei Trigon degli Ogdru Jahad, distruttore di dimensioni, divinità del caos, portatore di morte e devastazione. Torna nel tuo buco Trigon, io ti esilio tra le dimensioni, privo di ogni potere e condannato a non poter mai più tornare in questo mondo!” così gridarono Harry e Rachel, come una sola persona, un solo spirito, sia nella mente che nel mondo reale, squarciando con un ultimo affondo l’oscurità e privando di ogni energia il portale per gli inferi che si sgretolò alle loro spalle.
Harry strinse a se la ragazzine, proteggendola dal padre che voleva portarla con se nel vuoto eterno.
Nn l’avrai mai, Trigon, in nome degli spiriti di Azarath io ti esilio ne vuoto eterno. Ora va e perdi te stesso, ferito per l’eternità. Ora lasciala!
La luce diradò le tenebre ma, mentre lo spettro ferito di Trigon veniva esiliato e la dimensione infernale svaniva, mentre gli antichi demoni sparivano e il cielo tornava blu notte e la luna bianca, Harry vide strane immagini di isole maledette e guerrieri, strani mostri, un lampo rosso simile a un uomo che corre tra le strade e salva le persone, e morte e rinascita e stregoni ed epoche diverse.
Harry vide in questa tempesta una ragazza, una ragazza dalla chioma bionda, un’immagine strana che durò più di tutte le altre.
Poi tutto tacque.
Si ritrovò steso a terra, tra le braccia la ragazzina in lacrime, terrorizzata da tutto quello che era successo.
“Shh, è tutto finito Rachel, non preoccuparti. Lui non tornerà, lo abbiamo sconfitto insieme. Un cervo e un corvo hanno abbattuto un demone.”
La ragazza continuò a piangere tra le sue braccia mentre lui si alzava per avvicinarsi ai suoi amici. Erano ancora abbracciati ma tenevano in mano il pugnale insanguinato e ai loro piedi stava un mucchio di cenere.
“Andate via, presto l’Argus verrà qui e vi vorranno tra le loro file.”
“Tu che farai?” Gli chiese Kendra, anzi Chay-Ara.
“Mi assicurerò che non vi vengano a cercare e proteggerò la ragazzina. Ha bisogno di un mentore, un mago che le insegni a controllare i suoi incredibili poteri. Non la lascerò a se stessa.”
I tre si guardarono per qualche istante mentre il sole stava per sorgere per un altro giorno, senza che nessuno sapesse quello che era successo o chi li avesse salvati. Ma a loro andava bene così. Non lo facevano per questo, per la gloria. Lo facevano perché erano gli unici che potevano farlo.
Era per questo che Harry lo faceva.
Alzò lo sguardo e vide Carter e Kendra volare in alto, entrambi ad ali spiegate, liberi dopo millenni e pronti a potersi finalmente costruire un proprio destino.
Harry sorrise quando Kendra gli gridò i suoi ringraziamenti, per si nel vento mentre Carter agitava la mazza in aria per dirgli addio. Volavano tra le correnti, tra le nuvole, liberi come nessun altro poteva essere, pronti a guardare avanti, verso un nuovo giorno.
Harry, con ancora in braccio la giovane stanca, si diresse verso il lato opposto, verso le ombre a cui apparteneva.
I suoi passi rimbombavano sulla fredda pietra, tra le macerie di quello che era stato il mausoleo di Rasputin, il grande stregone. Rachel dormiva tra le sue braccia, senza pensare al suo futuro.
Harry invece continuava a pensare a quello che aveva visto: guerra, conflitto, epiche battaglie, eroi, demoni, magia.
La sua mente tornò sovrappensiero alla ragazza della sua visione. Lei sarebbe stata la chiave di tutto, in qualche modo. Non sapeva come lo sapeva ma sapeva che era così.
Harry aveva la sensazione che quello fosse solo l’inizio e doveva prepararsi all’imminente battaglia.
Perché lui era Harry Potter.
Il Prescelto della Magia.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Il Comico