Dopo la Battaglia di Hogwarts Luna era andata a vivere in una casa sull’albero vicino casa del padre.
Adorava esplorare, e il suo lavoro era quello di erbologista al Ministero. Per quel lavoro girava sempre un po’ per i boschi magici di tutto il mondo.
 
Quella giornata dei suoi appena compiuti ventiquattro anni, sembrava iniziata normalmente. Si era svegliata alle 6.45 e si era lavata, mentre faceva colazione controllava la posta: una rivista del CAVILLO, qualche promemoria dal Ministero, due o tre riviste di natura magiche e due babbane.
Alle 7.35 era passata dal padre per salutarlo e alle 7.55 si era materializzata nell’atrio del Ministero.
Entrò nell’ascensore diretto all’ufficio del Ministero della Magia, Hermione Granger.
 
-Buongiorno Hermione!- la salutò entrando nel suo ufficio.
 
-Ciao Luna, come va?- rispose la donna, era seduta su una sedia girevole babbana e i suoi capelli crespi erano legati in una coda bassa, aveva una camicia bianca che le copriva il pancione rotondo in cui aveva la sua prima figlia che sarebbe nata a breve, poi un jeans e una felpa viola.
 
-Abbastanza bene, tu?-
 
-Io sto bene e grazie per quelle foglie di thè, erano deliziose!- ripose Hermione riferendosi al regalo che l’amica che le aveva fatto il giorno precedente.
 
-Prego! Cosa mi aspetta oggi?- chiese educatamente Luna.
 
-Okay, oggi è arrivato un erbologista da New York, vorrei che tu ti occupassi un po’ di lui. Si chiama Rolf Scamander e ha la tua età.- le annunciò Hermione sorridendo e poi facendole l’occhiolino.
 
Luna si morse il labbro, ovviamente a disagio, la salutò e uscì dalla stanza dirigendosi verso l’ufficio di Erbologia magica del Ministero.
 
Varcò la soglia e vide un ragazzo che aveva l’aria molto disorientata. Era davvero un bel ragazzo: capelli castano chiarissimo che le sembravano venati d’oro, occhi azzurro cielo, pelle chiarissima e vide che si stava mordendo il labbro inferiore.
 
Fece un respiro profondo e gli si avvicinò, da quando era così insicura?!
 
-Tu devi essere Rolf.- gli disse sorridendo, lui annuì e lei gli tese la mano in segno di saluto.
 
–Io sono Luna.-