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Autore: A Midsummer Night_s Dream    12/02/2017    4 recensioni
Mar dei Caraibi, 1657
Da anni, un pirata freddo e senza scrupoli solca le acque dei sette mari animato dall’odio e della vendetta verso colui che tempo addietro sterminò la sua famiglia.
William Alexander Spencer.
Una donna nobile dalla rara bellezza, incantatrice per l’aspetto angelico, ma astuta come una volpe e per nulla innocente, ignara si dirige tra le fauci di un destino che cambierà per sempre la sua vita.
Lady Helena Elisabeth Hughes.
Cosa fareste se la donna che più desiderate fosse la stessa che più odiate?
Cosa fareste se l’unico uomo in grado di salvarvi la vita fosse lo stesso che potrebbe uccidervi?
Odio. Amore. Tormento. Passione. Chi vincerà?
«Odio e amo. Per quale motivo io lo faccia, forse ti chiederai.
Non lo so, ma sento che accade, e mi tormento.»
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Grazie a chi continua a seguirmi nonostante la lunga attesa. Spero di poter leggere ancora le vostre considerazioni e opinioni, sperando di non annoiarvi.
Buona lettura e a presto, Martina.


S
ensazioni


  



H
elena chiuse occhi, lasciandosi cullare dal dondolio della nave che diventava sempre più rapido e scostante, segno che una grande tempesta era in arrivo.

Quella sera il cielo sembrava rispecchiare il suo animo.
Piangeva con lei, pronto ad urlare il suo dolore attraverso la potenza dei propri tuoni.

Una lacrima solitaria solcò la guancia della giovane donna e un sorriso ironico le curvò labbra.


Che fine aveva fatto il suo spirito battagliero? La sua voglia di vivere?

Inabissati nel mare, insieme alla sua nave e ad un futuro ormai lontano.
Partita per essere data in sposa e finita su una nave di pirati, tra le grinfie di un demonio.

Helena si strinse ancor di più le ginocchia al petto, mentre un singhiozzo le squarciava il petto.
Fin dall'inizio si era dimostrata restia a quel matrimonio combinato dal padre.
Inutili si erano dimostrate le sue proteste, lui aveva già scelto e di certo non si premurava della sua opinione al riguardo.


In fondo, era solo una donna in un mondo governato da uomini.
E il potere per loro veniva prima di ogni cosa, anche dell'amore e della famiglia.
Almeno per Sir Henry Hughes.


Il potere è grandezza, cara. Chi ha la fortuna di ottenerlo deve custodirlo e preservarlo, a costo della sua stessa vita. Non vi sarà mai amore che possa contare più del potere.

Questa era forse la sua punizione? Eppure un futuro in cui vedeva se stessa accanto ad un uomo sconosciuto, più grande di lei di quindici anni, non le andava a genio neanche adesso che si trovava in una situazione ben peggiore.

Non riusciva ad accettere un destino passato all'ombra di un uomo che non avrebbe mai amato e che non l'avrebbe mai amata, ma usata come un mezzo di scambio per raggiungere i suoi scopi, alleanze e un guscio che avrebbe portato in grembo un erede. Solo questo, nulla di più.

Un espressione schifata le si dipinse sul volto dinanzi a quello scenario orrendo, scacciò via la lacrima con un movimento stizzito della mano.
Non aveva alcun senso continuare a piangere su qualcosa che ormai non le riguardava più. Dubitava fortemente che quel matrimonio oramai avrebbe avuto luogo.

Chi l'avrebbe più voluta adesso che era stata irrimediabilmente compromessa? Era ancora pura ma la sua reputazione ne sarebbe uscita a pezzi dopo che la storia del suo rapimento avesse fatto il giro di tutte le malelingue della società, del ton.

Nessun uomo l'avrebbe più guardata, pensando che fosse stata la schiava sessuale di sporchi pirati.

Un sorriso sardonico le piegò le labbra, non era forse questo che volevi piccola ed ingenua Helena?
Hai ottenuto la tua libertà, tesoro, e un biglietto di sola andata per l'inferno.




La tempesta alla fine arrivò ed Helena non riuscì a chiudere occhio durante quelle tormentate ore notturne, la nave oscillava così tanto che temeva si inabissasse da lì a poco.

Stanca di girarsi a vuoto, con un gemito di protesta si alzò dal lettino, le gambe tremanti e un dolore martellante in testa. 


 Sentì dei passi veloci avvicinarsi e riconoscendo a chi appartenesseo non rimase stupita quando vide il demonio entrare nella cabina mormorando un'imprecazione a bassa voce.

E qualcuno lassù doveva davvero odiarla perchè tutto accadde molto velocemente, la nave iniziò a rollare più bruscamente del dovuto e un grido impaurito scappò dalle labbra della donna che cercò qualcosa a cui aggrapparsi per non cadere rovinosamente sul pavimento ma non trovò nulla e chiuse gli occhi, in attesa del freddo e doloroso impatto.

Eppure questo non avvenne, due possenti braccia si strinsero attorno alla sua esile vita mentre una voce rabbiosa le sussurrava all'orecchio. "Stai forse cercando di ammazzarti, dannata donna?!"

Per un breve istante l'imbarazzo imporporò le guance di Helena nel sentire il calore e l'ampio petto dell'uomo addossato al suo ma durò un breve battito di ciglia prima che una furia cieca le scuotesse le membra.

"Nessuno vi ha chiesto di salvarmi, maledetto!" urlò, allontanando con non poca difficoltà le braccia dell'uomo attorno a sè e cercando al contempo di trovare il giusto equilibrio per restare in posizione eretta. "Quasi vi importasse della mia vita!"

Un lampo sorpreso attraversò lo sguardo del capitano prima di scoppiare in una risata divertita. "Ritira gli artigli, piccola tigre. Non sono dell'umore giusto per sopportare le tue crisi isteriche da bimba offesa."

Helena fece per ribattere ma uno sguardo omicida del demonio la fece desistere dal farlo.


Si avvicinò alla scrivania usandola come appiglio mentre non perdeva d'occhio l'uomo a pochi passi da lei.
I suoi indumenti erano grondanti d'acqua, i capelli corvini incollati al volto e lungo la curva sensuale del collo in cui piccole gocce scendevano veloci, incontrandosi e unendosi per poi sparire sotto il colletto della camicia... Helena conficcò le unghia nel legno mentre il ricordo di poche ore prima, quel bacio preso con potenza e possessione, le scaldava il ventre in una strana quanto piacevole sensazione.

"Se la notte continua così non mi rimarrano più indumenti asciutti..." mormorò l'uomo a se stesso, ignorandola completamente e togliendosi con agilità felina la camicia.
Helena ebbe il tempo di vedere il guizzo del suoi muscoli possenti, l'addome casellato ed abbronzato ricoperto da una lieve peluria che spariva al di sotto del calzoni...

"Ma cosa fate?" urlò isterica, girandosi velocemente mentre un caldo e violento rossore le ricopriva le guance.


Alexander portò lo sguardo sorpreso ed infastidito sulla figura della donna mentre la osservava voltarsi velocemente.

"Sono fradicio, ho appena finito il mio turno di guardia e non ho intenzione di rimanere con questi abiti addosso rischiando di beccarmi un dannato accidente!"

"Ma non siete solo! Ci sono anchi'io e voi non pot-"

"Tesoro, sono nella mia cabina e faccio ciò che voglio" mormorò Alexander con voce improvvisamente bassa e roca, puntando lo sguardo sulle natiche sporgenti dai calzoni troppo grandi per lei. "Pensavo che questo punto l'avessimo ormai chiarito."

"Siete un mascalzone!"


"Mh... sono stato definito in modi ben peggiori, tesoro" rispose senza abbandonare per un solo attimo le sue dolci curve e avvicinandosi a lei.

"E non chiamatemi così, non ne avete nessun diritto" questa volta la voce di lei tremò per poi spezzarsi quando le fu vicino e la strinse tra le proprie braccia da dietro.


"Ne sei davvero sicura?" le mormorò all'orecchio, godendosi la morbidezza del suo corpo e accostando a lei sfacciatamente il proprio desiderio.

Era più alto di lei di sue spanne e si godette l'estasiante visione dei suoi seni floridi al di sotto della camicia prima di tuffare il volto all'incavo del suo collo dove inspirò fortemente il suo profume dolce, stringendola ancora di più a sè.

"Cosa..."


"Sh... Parli troppo, sai?"

Le posò un caldo ed umido bacio sul collo e un sorriso gli sfuggì quando sentì il corpo della donna tremare e il suo respiro spezzarsi.

Un gemito di sorpresa e protesta le uscì dalle labbra, ma lui quasi non lo avvertì mentre conituava a lambire quel piccolo paradiso di carne pallida e morbida. Iniziò a salire con le mani lungo il petto di Helena, arrivando alle sue rotondità stringendole dolcemente mentre lei sussultava.

"Perfetta"


"Per favore, no..." supplicò la donna, cercando di ribellarsi e scappare dalla sua presa.
Alexander si svegliò di colpo, guardando con occhi lucenti di desiderio la donna che metteva distanza tra di loro e sentendo la rabbia salirgli dentro per il potere che ancora una volta le aveva concesso di avere su di lui.

"Nessuna supplica mi fermerà la prossima volta, milady" mormorò con scherno, mentre una sensazione pungente e sgradevole gli montava dentro. Il suo rifiuto.
"Mi appartieni e ti avrò, volente o no!" sibilò sprezzante, afferrando una camicia asciutta e uscendo dalla cabina col volto livido per la collera.




                                                                                      -

Il sole le riscaldava il volto languidamente, mentre l'aria salmastra le riempiva le narici ed Helena si trovò a ridere di vero cuore per la prima volta da quando aveva messo piede su quella maledetta nave.

Osservò gli occhi cristallini di colui che si era rivelato un vero amico in un branco di lupi. "Gabriel, sei un vero mascalzone! Come hai potuto sedurre e poi abbandonare quelle povere donne!"

"Ma non è colpa mia! Loro chiedono di essere amate ed io mi offro loro come umile servo, dovrebbero ringraziarmi Helena e non maledirmi!"

No, la sua finta espressione affranta era troppo! La giovane si piegò in due, le mani strette sull'addome che le doleva per il troppo ridere. "Basta, ti prego! Rischio di morire soffocata così!"


La tempesta era finalmente finita, il sole sorgeva alto in cielo e questo sembrò migliorare l'umore del capitano ma era destinato ad avere vita breve perché ebbe il tempo di fare pochi passi sul ponte della nave dopo essersi cambiato per l'ennesima volta e aver impartito alcuni ordini ai propri uomini in stiva che sentì la sua cristallina risata espandersi nell'aria.

Voltò la testa di scatto in quella direzione, trovandola a pochi metri da un uomo... stringeva il braccio di Gabriel sorridendogli complice.

Chi le aveva permesso di uscire dalla cabina? E per quale dannato motivo quei due stavano così vicini e lei osava toccarlo?

Una furia cieca gli bruciò il petto, la vista gli si oscurò per un attimo mentre incideva a passo di guerra verso i due.


"Ah, una nuova tempesta sta per abbattersi su questa nave e stavolta nessuno si salverà!" mormorò un vecchio uomo della ciurma a prua osservando l'intera scena con occhi stanchi.








   
 
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