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Autore: Liry_chan    12/02/2017    0 recensioni
Cosa accade quando tutto sembra ormai risolto e il destino ci pone davanti a nuovi bivi, nuove scelte e nuovi incontri che potrebbero cambiare la nostra vita?...Sanzo e compagni stanno per scoprirlo nel viaggio di ritorno verso casa, a est...
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cho Hakkai, Genjo Sanzo Hoshi, Nuovo Personaggio, Sha Gojyo, Son Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO UNO
Gone to the est

I problemi a ovest ormai erano stati risolti e i demoni sconfitti. I quattro pellegrini sulla strada del ritorno. Stremati, soddisfatti per la vittoria ma con una sensazione strana, quasi di vuoto, che non li abbandonava. In auto c'era silenzio.
La città che si stagliava all'orizzonte era enorme. Un agglomerato di case di pietra e fango.
Goku «Ho fameeeee!»
Gojyo «E piantala stupida scimmia, sembri un disco rotto... in caso tu non l'abbia notato lì davanti c'è una città dove potrai riempire quel buco nero che hai al posto dello stomaco!»
Hakkay «Su state buoni! Ancora un po’ di pazienza e finalmente ci riposeremo...»
Quando raggiunsero le prime case, li accolsero squallore e fatiscenza. La povertà e la miseria si respiravano in ogni granello di polvere; i bambini che si accalcavano intorno a jeep per chiedere l'elemosina erano cenciosi e talmente tanti da bloccarne il cammino.
Quella che sembrava una guardia li cacciò duramente, minacciandoli con un manganello «Sgombrate, piccoli pezzenti!! Se vi becco ancora a elemosinare vi sbatto dentro e butto le chiavi!»; dopo uno sguardo all’aspetto di Sanzo, con eccessiva ossequiosità si rivolse ai quattro «Onorevoli viaggiatori vogliate perdonare quei mocciosi! Non si rendevano conto di chi stavano importunando... sapete, questa è la parte più povera della città; di sicuro vi sarete persi ma se me lo concedete sarò onorato di indicarvi in quale albergo potrà alloggiare una persona del vostro rango, Venerabile Sanzo.»
Il bonzo fece scorrere lo sguardo intorno.
Sanzo «Qui andrà benissimo... diteci qual è il posto più vicino dove trascorre la notte e trovare un pasto caldo»
Guardia «Ma... siete sicuro? È un quartiere poco raccomandabile, i crimini sono all'ordine del giorno... insisto per...».  L'occhiata sprezzante del monaco lo gelò. Quindi riprese sconsolato «come desiderate. Girato l'angolo troverete una locanda, “La strega zoppa”. Buona fortuna» e con queste parole si congedò.

Gojyo «Altro che locanda, questa è una vera e propria bettola! Perché non hai dato retta a quella guardia? Sei proprio un bonzo tirchio!»
Goku «L'importante è che si mangi... ho fameeee!»
Gojyo «Insomma la vuoi piantare!!!»
Hakkay sorrise alla megera dietro il bancone «Spero che la signora non sia la strega dell'insegna... vorremmo affittare una camera per quattro e possibilmente cenare»
Vecchia «Speri bene giovanotto. Ti sembro zoppa forse?! Ah ah ah, mi piaci quattrocchi! Dei bei ragazzi come voi si meritano le mie camere migliori. Però ho solo stanze doppie, dovrete sistemarvi a coppie. Seguitemi»
Le camere “migliori” erano poco più che sgabuzzini ma, considerato il resto, dignitose e abbastanza pulite.
Gojyo «Ehi, non voglio stare con la scimmia e neanche col bonzo corrotto»
Goku «Nemmeno io voglio stare con te pervertito d'un kappa... anzi non vuole starci nessuno, russi come un treno merci!!»
Hakkay «Va bene tireremo a sorte!»
…e finirono insieme proprio Gojyo e Goku.

Hakkay «Sanzo sei stranamente silenzioso. Di solito non perdi occasione di sfogarti con quei due ragazzini... li senti? Stanno litigando di nuovo...»
Sanzo «Sono solo stanco... in effetti, se poi non dovessi pagare i danni, sparerei a quegli idioti attraverso la parete!»
In realtà ciò a cui pensava il bonzo era la cameriera, che aveva attirato la sua attenzione mentre erano nella hall. Da principio gli era sembrata un ragazzo, per via dei capelli estremamente corti e gli abiti
larghi che non ne lasciavano intuire le forme. Non riusciva a spiegarne il motivo eppure la sua mente continuava a tornare alla ragazza e la cosa lo infastidiva. Più tardi scesero per la cena ma della giovane donna non c’era traccia.
Il buio calò silenzioso. Tutto il chiasso che fino a poco prima riempiva le strade sembrava essersi spento col sole.
Verso mezzanotte Sanzo si svegliò di soprassalto con una sgradevole sensazione. Istintivamente cercò nell'oscurità il sutra che aveva riposto nel comodino accanto al letto. Vuoto...
Cercando di placare la rabbia e l'agitazione, accese la luce e svegliò Hakkay da un sonno profondo.
Hakkay «Che senso ha rubare il sutra ora? Ukoku è morto, lo hai ucciso tu stesso e non vedo chi altri potrebbe avere interesse a...»
Sanzo «Ricordi cosa ha detto la guardia? I crimini sono all'ordine del giorno... Non credo che il furto sia legato al potere del sutra; a un occhio inesperto potrebbe sembrare un oggetto antico e di valore da poter rivendere...»
Hakkay «Un furfante qualunque quindi. Questa è una buona notizia; almeno abbiamo la certezza che il ladro non sia uno psicopatico che vuole distruggere il mondo!»
Sanzo «Spiritoso... invece è un problema. Significa che non c’è nessun indizio o traccia da seguire. Il sutra potrebbe finire ovunque»
Hakkay «Ok, capito. Vado a svegliare Goku e Gojyo...»
Sanzo non riusciva a capacitarsi di non essersi accorto di nulla. Si era lasciato fregare da un ladruncolo qualsiasi; proprio lui, la cui responsabilità era custodire il sutra, aveva abbassato la guardia pensando di essere al sicuro.

******************

Xiao-mei stava appollaiata sul parapetto del ponte e rigirava tra le mani quello strano rotolo dall'aspetto pregiato.
No. In realtà non aveva affatto un'aria preziosa, anzi. Era sgualcito e più che antico sembrava solo vecchio e consunto. Però Xiao-mei era brava a capire le persone. Le bastava un'occhiata. E quello che le aveva rivelato il giovane monaco biondo era che quell'oggetto aveva un valore inestimabile; almeno per lui. “Un monaco capellone”, si ripeteva. “Affascinante e capellone. Ma i monaci non dovrebbero essere tutti anzianotti e pelati?”

******************

Il gruppo decise di separarsi cercando nel circondario ogni indizio che potesse metterli sulla pista giusta.
Sanzo stava per uscire dalla locanda quando improvvisamente gli tornò in mente quella ragazza. Tornò sui suoi passi e chiese informazioni alla vecchia strega.
Vecchia «Niente donne qui! Ve la immaginate una squinzia di cameriera con la gentaglia che alloggia da noi? Ehm... senza offesa, ovviamente non mi riferivo a voi»
Sanzo «Ma questa sera ho visto chiaramente una ragazza servire ai tavoli...»
Vecchia «Ve lo ripeto, niente donne! Prima era di turno Aku... effettivamente quel giovane ha un che di effeminato... vi sarete confuso. Comunque vi garantisco che è un maschio, al 100%!»
Sanzo sorrise «E dove posso trovare questo... Aku?»
Vecchia «Mah... viene da noi due volte a settimana, non so dove viva. Chiedete nel quartiere, lo si vede gironzolare qui intorno, di tanto in tanto»

Sanzo raccolse più che altro informazioni vaghe e confuse. Quasi tutti conoscevano Aku, almeno di vista, ma stava sempre in luoghi diversi e si spostava in continuazione. Era impossibile sapere dove trovarlo di preciso a meno che non fosse lui a cercare te. L'unica certezza erano le sere in cui lavorava alla locanda ma Sanzo non poteva aspettare altri quattro giorni.
Mentre rimuginava sul da farsi un ragazzino pelle e ossa, sbucato dal nulla, gli andò a sbattere contro e solo dopo che se l'era già svignata, il monaco si accorse che la sua Shourejyu era sparita. Cercò di inseguirlo ma svoltato l'angolo si trovò in un vicolo cieco e del moccioso non c'era traccia.
Sanzo «Al diavolo questa maledetta città!». Neanche il tempo di voltarsi e fu il buio.
Qualche istante dopo riaprì gli occhi di scatto. La fitta di dolore alla nuca lo attanagliava ma nello stordimento vide una figura che, agile e veloce come un felino, metteva K.O. tre loschi energumeni.
Era Aku.
Xiao-mei «Ehi biondo tutto bene? Mi sa tanto che questa serve più a te che a me!» e lanciò la pistola al giovane monaco che si stava rialzando.
Con una mano Sanzo afferrò l’arma al volo mentre con l’altra si tamponava il sangue che colava dalla ferita «Ti aspetti forse un ringraziamento?»
Xiao-mei «Sarebbe carino visto che ti ho appena salvato il culo! Da queste parti gira brutta gente e questi tre stavano per darti il benservito!»
Sanzo «Quindi il tuo diabolico piano prevedeva prima di farmi fregare la pistola e poi correre in mio soccorso, così pieno di gratitudine ti avrei scucito una bella ricompensa...?»
Xiao-mei «Più o meno l’idea era quella» strizzò l’occhio. Continuò indicando i tre malviventi a terra «...in realtà loro non erano previsti. Volevo solo darti un’occhiata più da vicino per vedere come avresti reagito…»
Il bonzo alzò un sopracciglio «Reagito… a cosa? Al furto di beni personali e all’aggressione?»
Xiao-mei «...uff come sei pignolo! E poi ti ho detto che quei tre non dovevano esserci.» si avvicinò e mise un fazzoletto sulla ferita sanguinante di Sanzo «Mi dispiace per la tua testolina bionda»
Era troppo vicina. Quella strana ragazza sapeva di fiori freschi e sapone, l'ultima cosa che si aspettava di sentire in un posto del genere. Invece di allontanarla malamente come avrebbe fatto di solito, Sanzo si sorprese a fissarle la curva del collo.
Xiao-mei «Non ci pensare biondo, non sei il mio tipo...» mentre si allontanava gli gridò «Fai controllare quel bernoccolo!»
Sanzo arrossì.

Idiota. “Sono un idiota” si ripeteva da quando era tornato alla locanda.
Goku «Sanzo che ti è successo? Stai bene? Hai trovato il ladro? E' stato lui a ridurti così?»
Sanzo «Si, si sto bene... è solo un graffio, smettila di assillarmi!»
Hakkay medicava la ferita con aria perplessa «Stai dicendo che non hai trovato il ladro del sutra ma ti hanno derubato di nuovo... poi sei riuscito a riavere la Shourejyu ma prima ti hanno ferito... mmh»
I tre compagni di Sanzo si scambiavano  occhiate interrogative.
Sanzo «Che diavolo sono quelle facce?! Che c'è, non mi credete?»
Goku «No... cioè si, ti crediamo... è solo che siamo preoccupati; non è da te farti cogliere così alla sprovvista»
Gojyo «La scimmia ha ragione! Si può sapere che ti prende? E' da ieri sera che sei strano... Si insomma, più strano»
Sanzo non rispose e tra se pensò di nuovo “Idiota”.

******************

Xiao-mei non riusciva a prendere sonno; tornava con la mente a quel vicolo. Per difendere quel capellone aveva rischiato di compromettere il suo vero piano. Il bonzo c’era cascato come un pivello, per la seconda volta; Xiao-mei non lo faceva così sprovveduto o forse... era proprio il contrario: era stato così astuto da costringerla a uscire allo scoperto. Non poteva certo sapere che era stata lei a rubare il rotolo eppure, vedendola, ebbe la sensazione che il monaco avesse capito. Tutto sommato era meglio così, in questo modo gli era debitore e forse sarebbe stato più incline ad accettare la proposta che Xiao-mei voleva fargli.
“Ha gli occhi viola” pensò. “Si ma questo che c'entra adesso”. Era solo uno stupido monaco capellone che si era fatto fregare due volte... affascinante però, con quell'aria imbronciata e gli occhi viola. Xiao-mei si alzò dal letto e in piedi davanti allo specchio si tirò un ceffone: “Piantala! E concentrati sull’obiettivo ”.

******************

Il mattino seguente, al tavolo dove erano seduti i quattro, insieme al caffè la vecchia strega portò una busta sigillata. Goku senza aspettare la aprì e lesse “Se vuoi rivedere il tuo prezioso rotolo tutto intero porta 1.000.000 di $ sotto la terza arcata del ponte di sud-ovest, all'ingresso della città.” “P.S. Vieni da solo. Ti aspetto a mezzanotte”.
Gojyo «E' uno scherzo vero? Per caso nella busta c'è anche un orecchio o un dito del sutra?» sghignazzò.
Hakkay «Mmh... questo ladro è un idiota... o ha un gran senso dell'umorismo ed è più furbo di quel che vuol far credere. L'esperienza ci insegna a non sottovalutare mai il nemico»
Sanzo era silenzioso. Si portò una mano alla fasciatura sulla nuca «Farò come c’è scritto» disse infine «stiamo al gioco e vediamo quali sono le sue reali intenzioni»
Goku «Si ma dove li prendiamo tutti quei sol...» non finì la frase che Sanzo gli spiattellò l'harisen in fronte.

******************

Xiao-mei stava seduta sul muretto sotto la terza arcata del ponte di sud-ovest, all'ingresso della città, le gambe penzoloni nel vuoto. Sotto di lei lo sciabordio del fiume. Vide il monaco arrivare. Era solo per fortuna, così sarebbe stato più semplice. “Ci siamo” pensò.
Xiao-mei «Sei puntuale»
Sanzo «E' uno dei miei tanti pregi Aku... o dovrei chiamarti...?»
Xiao-mei «Ok, dopo la botta di ieri credo ti spetti sapere il mio nome. Mi chiamo Xiao-mei. Gli amici mi chiamano... no in effetti non mi chiamano, non ho amici. Tu puoi chiamarmi Xiao-mei. Il tuo nome bonzo?»
Sanzo «Sanzo. Genjo Sanzo. Tu puoi chiamarmi Venerabile Sanzo»
Xiao-mei «Mmh...biondo andrà benissimo»
I due si scambiarono una penetrante occhiata e, anche se impercettibilmente, sorrisero.
Sanzo «Allora hai intenzione di restituire ciò che mi appartiene o dobbiamo continuare questa farsa ancora a lungo?»
Xiao-mei rimase qualche istante in silenzio cercando le parole giuste «Ok. Ma devi portarmi via da qui»
Sanzo «Se hai intenzione di buttarti di sotto e vuoi che ti fermi per ripagare il mio debito, ci sto! Ma diamoci una mossa, comincio ad avere sonno. Per colpa tua la scorsa notte non ho dormito un granché»
Xiao-mei «Wow sei anche spiritoso! Mi sto scompisciando dalle risate… sai bene cosa intendo.  Rivuoi il tuo rotolo e io voglio andarmene da questa città, perciò: TU mi porterai VIA-DA-QUI» scandì.
Sanzo girò sui tacchi e fece per andarsene «Scordatelo! E per tua informazione quel rotolo è uno dei sacri sutra dell’origine celeste: non ha valore sul mercato e tu non sapresti che fartene»
Xiao-mei «Sarà anche come dici ma quello che conta è che ha valore pe te! E ti ricordo che sei in debito con me, ti ho salvato la vita! Comunque se non ci tieni a riavere questa cartaccia... vuol dire che la getterò nel fiume!»
Sanzo «Fai pure»
Xiao-mei sbuffò «Sai... come baro fai proprio schifo» 
Sanzo si voltò e facendole segno di raggiungerlo rispose «Senti chi parla»

******************

Quando il monaco presentò Xiao-mei al resto del gruppo e spiegò il motivo della sua presenza, i tre rimasero senza parole al punto che Gojyo neanche ci provò con la ragazza.
All'alba jeep ripartiva con a bordo un passeggero in più.
Hakkay «Allora... Xiao-mei giusto? Posso sapere come mai hai escogitato un simile espediente per ottenere un passaggio? Non era più semplice chiederlo e basta?»
Gojyo strizzandole l'occhio «Già... una ragazza così carina sicuramente non avrebbe problemi a trovare qualcuno disposto ad accompagnarla dove vuole»
Sanzo, guardandola nello specchietto retrovisore, notò che Xiao-mei si era fatta seria.
Xiao-mei «Sicuramente» ripetè. «Il problema si presenta quando le ragazze carine e squattrinate devono ripagare la generosità di chi le aiuta con tanto altruismo»
Nessuno le chiese altro e la conversazione finì lì.
Il viaggio proseguiva in silenzio. La nuova arrivata dormiva per gran parte del tempo, accasciandosi alternativamente addosso a Goku e a Gojyo. Sanzo non la perdeva, discretamente, di vista controllando dagli specchietti. Ciò che aveva detto Xiao-mei dopo la partenza lo aveva in qualche modo turbato ma si rese conto che la cosa che più lo infastidiva era la strana sensazione che provava nel vederla appoggiata sulla spalla di Gojyo.

Dopo alcuni giorni di arido deserto cominciarono a vedere qualche sprazzo di vegetazione e di lì a poco giunsero a un'oasi dove potersi rifocillare.
L'acqua che sgorgava dalla fonte tra le rocce era fresca e formava un piccola pozza. Intorno si trovava qualche vecchia capanna diroccata che ancora offriva un riparo sufficiente per gli occasionali viandanti. Goku senza pensarci un attimo si tuffò nelle acque limpide, seguito a ruota da Gojyo. Hakkay preparava il bivacco. Sanzo si trovò da solo con Xiao-mei ,che stava perlustrando la zona con lo sguardo. I loro occhi si incrociarono. Lei gli sorrise.
Xiao-mei «Grazie»
Sanzo «Non ti sembra presto per ringraziare?»
Xiao-mei «Tu dici?»
Sanzo «Hai chiesto di portarti via ma non mi hai specificato fino a dove... potrei anche mollarti qui»
Xiao-mei «Hai intenzione di farlo?»
Sanzo «No»
Xiao-mei «Allora è il caso di ringraziarti. Comunque anche se mi lasciassi qui sarebbe già una vittoria... hai ragione, non ho detto qual’era la mia meta perché comunque la cosa più importante per me era andare via»
Sanzo «Dovevi proprio odiarla quella città!»
Xiao-mei rifletté qualche secondo poi decise di fidarsi e confidare a Sanzo la verità «Sono nata in una famiglia ricca...» cominciò.
«Ero amata e coccolata da tutti coloro che mi circondavano, avevo tutto quello che una bambina può desiderare. Però in seguito a degli investimenti sbagliati, i miei genitori caddero in disgrazia e per tirare avanti contrassero molti debiti con gli strozzini.
«Una notte ci fu un grande incendio che distrusse la nostra casa e tutti i nostri averi... mio padre, mia madre e praticamente tutti quelli che mi erano cari, morirono nel rogo. Dissero che fu una tragica disgrazia: ero piccola non stupida… capii che non si trattò affatto di un incidente.
«Scampai alle fiamme per puro caso; di notte spesso sgattaiolavo dalla domestica che si occupava di me: uscivamo in giardino a guardare le stelle e aspettavamo il sorgere del sole, mentre lei mi raccontava storie fantastiche. Aveva 22 anni. Era molto bella e dolce… non aveva altro, la sua bellezza, il suo buon cuore e una ragazzina orfana di cui prendersi cura. Eravamo rimaste sole così diventammo l’una la famiglia dell’altra»
«All'inizio fu molto dura. Poi, pian piano, le cose cominciarono a migliorare. Di giorno stavamo assieme; mi faceva studiare e mi insegnava a fare i lavori di casa»
Sanzo ascoltava in silenzio.

«Non mi accorgevo che usciva di nascosto tutte le notti. La mattina il pane era in tavola e il fuoco acceso. Non chiedevo da dove venissero i soldi che ci permettevano una vita dignitosa. Quando capii, avrei preferito non sapere. Ero così spaventata all'idea della povertà che decisi di ignorare la cosa, anche se me ne vergognavo moltissimo.
«Qualche anno dopo, avevo circa 15 anni, di ritorno dal mercato si avvicinò a noi un uomo. Sembrava conoscerla e io compresi subito che si trattava di uno dei suoi clienti. Rimasero in disparte qualche minuto a discutere poi si allontanò da lui furibonda, mi prese per un braccio e trascinò via. Quella sera il motivo fu chiaro. A casa nostra si presentò lo stesso uomo. Ubriaco, violento. Urlava che lei non aveva il diritto di negargli carne fresca e che, con o senza il suo permesso, mi avrebbe presa lo stesso. Cominciarono a litigare furiosamente; poi lui cercò di afferrarmi e lei si mise in mezzo per permettermi di scappare. Non feci in tempo... la scaraventò contro il muro, uccidendola davanti ai miei occhi»
Xiao-mei ora stava piangendo. Lacrime di rabbia.
«Avrei dovuto essere terrorizzata, sconvolta, addolorata... invece tutto quello che riuscivo a provare era... niente. Un guscio vuoto. Quando finì, mi lasciò sul pavimento con il sangue di lei che mi impiastricciava i capelli.  Fu allora che lo feci. Presi il coltello caduto accanto a me e gli tagliai la gola… non aveva neanche finito di rialzarsi le brache» Xiao-mei lo disse con una strana calma, come se la cosa non la riguardasse. Dopo un momento di pausa respirò a fondo e riprese «Per rispondere alla tua domanda... odio quella città con ogni fibra del mio essere. Da quel giorno non ho fatto altro che cercare di sopravvivere aspettando il momento di poter finalmente scappare via»
Sanzo si avvicinò e lentamente le asciugò una lacrima rimasta a metà sul suo viso «Un'altra sopravvissuta...» disse piano «Benvenuta nel gruppo. Ma sappi che per quanto andrai lontano non potrai mai fuggire dal tuo tormento se non riesci a lasciare il passato alla spalle»
Mentre si allontanava Xiao-mei gli disse «Un giorno se vorrai raccontarmi la tua storia, io ti ascolterò»
Il monaco senza voltarsi rispose «Un giorno, forse...»

******************

Sanzo trascorse il resto del pomeriggio in disparte, gironzolando pensieroso. Il racconto di Xiao-mei aveva toccato corde profonde in lui. Ciò che più lo tormentava era il sentimento nuovo che stava provando. Dalla morte del suo maestro non aveva stretto legami con nessuno, fatta eccezione per i suoi compagni: sapeva che quei tre erano in grado di cavarsela in ogni situazione. Erano sopravvissuti, proprio come lui. Proprio come Xiao-mei… forse per questo aveva deciso di portarla con sé. Ciò nonostante sentiva il bisogno di proteggerla, di prendersi cura di quella ragazza così forte e fragile al tempo stesso...
Amore... La parola gli attraversò la mente come una lama gelata. Scosse la testa e ricacciò quel pensiero scomodo da dove era venuto ma subito un altro si presentò ad irritarlo ancora di più: l'immagine di lei addormentata sulla spalla di Gojyo.
Si buttò sotto il getto di una cascatella. “Che mi prende” pensò. “La conosco appena... non è stata certo la sua storia strappalacrime a...” chiuse gli occhi. In un respiro tutta la vita, dal momento in cui il suo maestro fu assassinato, gli scorse davanti.
“Empatia” sentenziò infine “ecco tutto”.

Hakkay «Hai fatto il bagno vestito? O è uno scherzo di Goku?» disse al bonzo che si avvicinava gocciolante.
Sanzo «La prima. Sentivo caldo»
Lo sguardo che gli lanciò mise a disagio il monaco: Hakkay aveva capito che qualcosa non quadrava. Hakkay capiva sempre più del necessario, constatò con disappunto Sanzo.
Hakkay «Sicuro che vada tutto bene?»
Sanzo «Che vuoi dire?»
Hakkay «Parlo di Xiao-mei. Mi chiedevo come mai ti sia lasciato convincere così facilmente a  portarla con noi»
Sanzo «Erano le sue condizioni per ridarmi il sutra… non è che avessi molta scelta»
Hakkay «Parli seriamente? Di solito quelli che osano anche solo pensare di mettere la mani sul sutra li fai secchi senza pensarci due volte»
Sanzo «Non sono uno che spara alle donne»
Hakkay «...»
Sanzo «Ok, non sparo quasi mai alle donne...»
Hakkay sorrise. In quel suo modo disarmante e inquietante al tempo stesso.
Sanzo «Dannazione Hakkay! E va bene... non ho sparato a lei! Soddisfatto ora?!»

La conversazione fu interrotta da Goku che arrivava al galoppo gridando “Cenaaaaaa”.
La notte era rischiarata dalla luna piena. Xiao-mei si alzò senza fare rumore; sentiva il bisogno di  un bagno dopo giorni di viaggio nel deserto torrido ma aveva atteso che tutti dormissero. Scivolò piano nell'acqua fresca e subito si sentì rinfrancata.
Ripensò alla cena; Sanzo si era comportato come se nulla fosse eppure era certa che anche il bonzo avesse l'animo tormentato dai fantasmi del passato... “Mi sbaglio forse?” si chiese. “Non credo... probabilmente è abituato a reprimere e nascondere i suoi veri sentimenti”. Sapeva bene cosa significava: era l'unico modo per andare avanti. In questo mondo mostrarsi vulnerabili voleva dire soccombere. Tuttavia... sentì una profonda affinità con quel giovane, affascinante monaco.
No, non poteva permettersi un sentimento come l'amore. Non adesso. Non lui.

Sanzo sedeva su una pietra nell'ombra della vegetazione, per non farsi vedere. “Disonesto” pensò. Sentendo Xiao-mei alzarsi aveva deciso di seguirla, senza un motivo preciso. E adesso era lì, al buio a osservarla. Aveva distolto lo sguardo nel momento in cui la ragazza si era spogliata ma si sentiva in colpa comunque. Che ci faceva lì? Avrebbe voluto accendersi una sigaretta ma così si sarebbe rivelato.

Xiao-mei «Ehi biondo, mi stai spiando?»
Sanzo trasalì e quasi gli venne un colpo. Per fortuna l'oscurità lo copriva altrimenti Xiao-mei si sarebbe accorta del suo terribile imbarazzo.
Sanzo «Non è mica reato voler prendere una boccata d'aria»
Xiao-mei «No certo... ma nascosto qui al buio si potrebbe pensare che tu stia tramando qualcosa!» lo schernì.
Sanzo «Sono riservato e mi piace la tranquillità... ma se ci tieni tanto ad avere un pubblico posso svegliare Gojyo!»
Forse lo disse con tono un po’ troppo acido perché la ragazza girò sui tacchi e fece per andarsene.
Sanzo «Mi... dispiace» disse.
Xiao-mei si fermò «Scusami tu... credo di essere un tantino suscettibile su certi argomenti» si sedette accanto a lui «E mi dispiace se, raccontandoti la mia storia, ho risvegliato anche in te ricordi dolorosi»
Sanzo «Perché pensi una cosa del genere?»
Xiao-mei «È una specie di dono... sono brava a capire le persone»
Anche se immersi nell'ombra, Sanzo ebbe la sensazione di essere nudo sotto lo sguardo della ragazza. Si sentiva vulnerabile e il suo cuore accelerò i battiti. Voleva alzarsi e scappare ma al tempo stesso non riusciva a separarsi da lei. Cercò di sviare il discorso.
Sanzo «Che mi dici di quei tre? Hai capito anche loro? ...non che ci sia un granché da capire» provò ad ironizzare.
Xiao-mei si prese qualche minuto per rispondere «C'è molto più di quel che appare... secondo me vi accomuna un passato di sofferenza e tragiche esperienze. Lo hai detto tu che siete dei sopravvisuti... a volte però è facile dimenticare che queste sofferenze hanno origine tutte da un sentimento di grande amore. Ed è questo che vi unisce, non il dolore. Trovandovi, siete diventati parti della stessa anima e ognuno ne rispecchia particolari caratteristiche: Goku è l'aspetto vitale e istintivo. Gojyo la passione e l'ardore. Hakkay l'equilibrio e la temperanza. E tu... rappresenti la forza e la concretezza»
Sanzo «Penso che tu ci stia sopravvalutando»
Xiao-mei «Non credo proprio! Comunque non montarti troppo la testa biondo, avete anche un sacco di difetti!» scoppiò in una risata, poi continuò «Per questo sei diventato un monaco. Un Sanzo.  Ci vuole davvero una grande forza d’animo e una grande determinazione per ricoprire quella carica. Non so bene cosa rappresenta il sutra che porti sulle spalle ma a parer mio è una responsabilità davvero impegnativa per una sola persona»
Sanzo era sconcertato. «Devo ammetterlo. Hai davvero un dono...»

Senza capire come fosse successo si ritrovava con le labbra appoggiate a quelle di lei. Un bacio. 
Che strana sensazione. Bella e terrificante allo stesso tempo. Dopo le confidenze sul suo passato, si sarebbe aspettato da Xiao-mei un rifiuto, un ceffone magari. Invece la tenerezza della ragazza nel ricambiarlo lo spaventava più di ogni altra cosa.

Quando si separarono e i loro sguardi si incrociarono, Sanzo non riusciva a parlare. Xiao-mei sembrava terrorizzata quanto lui.
Xiao-mei «Io... non volevo... non so cosa mi sia preso!»
Scappò senza voltarsi.
Merda.
Sanzo, rimasto imbambolato lì, si stava chiedendo le stesse cose. “Come diavolo è successo?” continuava a ripetersi. Si era cacciato in un bel casino. “Sono un monaco Sanzo, non posso... non devo innamorarmi di lei...”.

******************

Il mattino seguente ripresero il viaggio. In auto si percepiva un imbarazzo quasi palpabile. Hakkay aveva notato che durante i preparativi e ancora adesso, Sanzo e Xiao-mei si erano inspiegabilmente e accuratamente evitati.
Hakkay «Allora avete trascorso una notte piacevole?»
Xiao-mei per poco non si strozzò con l'acqua che stava bevendo e Sanzo aveva cominciato a sudare freddo.
Goku «Io ho dormito come un ghiro!»
Gojyo «Tu dormi sempre come un ghiro... sarà perché quella tua testolina vuota non ha di che preoccuparsi!»
Hakkay «E tu Sanzo?»
Sanzo lo fulminò con lo sguardo. «Non sono affari tuoi»
Hakkay si aprì in un grande sorriso «Mi preoccupo per te! Ci tengo che tu dorma bene, altrimenti il mattino seguente sei di pessimo umore e te la prendi con tutti»
Sanzo «Quindi, in realtà ti preoccupi per voialtri!»
Hakkay «Ma certamente! E a giudicare da quel che vedo, stanotte non hai riposato affatto» rispose malizioso.
Gojyo scrutò prima Hakkay, poi Sanzo e di nuovo Hakkay. Poi si voltò verso Xiao-mei che, anche se cercava di nasconderlo, stava arrossendo.
Gojyo «Non trovate che faccia un caldo pazzesco? Hakkay quanto manca alla prossima tappa? Non vedo l'ora di potermi fermare a riposare, ho le chiappe quadrate! E stavolta speriamo che sia in un posto decente, con dei letti decenti»
Xiao-mei gli fu intimamente grata per aver cambiato discorso.
Sanzo scrutò l'amico nello specchietto retrovisore. Alla sua strizzata d'occhio provò un imbarazzo indicibile. “Maledizione. Anche Gojyo!”.

******************

Si erano ormai lasciati il deserto alle spalle. Il villaggio ai piedi della montagna, che raggiunsero qualche giorno dopo, sembrava un piccolo presepe. Trovarono alloggio in una locanda sul limitare del bosco. Presero due stanze, una singola per Xiao-mei. Dopo pranzo Hakkay chiese a Goku e la ragazza di andare a fare provviste. Quest’ultima fu lieta di potersi allontanare un po’ da Sanzo e da quella situazione imbarazzante.
Rimasti soli, Hakkay e Gojyo sottoposero il monaco a una specie di quarto grado.
Gojyo «Lo sapevo! Tutte quelle prediche su quanto io fossi pervertito… senti da che pulpito!»
Sanzo gli puntò contro la pistola «Non so di che parli! Stai lavorando troppo di immaginazione. E comunque rimangiati subito quello che hai detto! Io non sono affatto come te...»
Hakkay «Su Sanzo calmati…» poi rivolgendosi a Gojyo «senza offesa ma… tu sei un pervertito!»
Sanzo adesso ce l’aveva con Hakkay «Piantala di fare il santarellino! È colpa dei tuoi commenti, prima in auto, se questo deficiente fa certi pensieri assurdi!»
Hakkay «Non c’è bisogno di scaldarsi così, a meno che… tu non ci stia nascondendo qualcosa»
Sanzo si bloccò «Non mi sto scaldando! E non ho niente da nascondere… comunque potevi evitare, hai messo in imbarazzo Xiao-mei»
Gojyo «Che sensibilità! Ti sei accorto che era imbarazzata stando davanti? E da quando ti importa degli stati d’animo altrui? Ma soprattutto, perché avrebbe dovuto essere imbarazzata?»
Il bonzo era alle strette; l’insistenza degli amici lo infastidita non poco tuttavia sentiva anche il bisogno di togliersi dallo stomaco la sensazione che lo opprimeva dalla notte del bacio. Alla fine si lasciò cadere sul letto e con la testa tra le mani mandò tutti al diavolo.
I compagni si scambiarono un’occhiata d’intesa.
Gojyo «Sei in un mare di guai… lo sai vero?» sghignazzò.
Hakkay «Così non è che lo aiuti Gojyo. Trovo sia una cosa bellissima che Sanzo provi un sentimento per quella ragazza»
Gojyo «Direi che era ora! Si cominciava a pensare che fossi gay!»
Sanzo gli lanciò un occhiataccia. Sapeva però che Gojyo aveva ragione sul fatto di essere nei guai.
Hakkay «Che cosa pensi di fare?»
Sanzo «Che ti aspetti che faccia? Sono un monaco e non posso…»
Gojyo lo interuppe «Stai scherzando vero?! Sei la peggior specie di monaco che esista… hai più vizi di un vecchio lupo di mare, imprechi come uno scaricatore di porto e in confronto ai tuoi modi il peggior avanzo di galera sembra una signorina di buona famiglia!»
L’attonito silenzio che seguì la diceva lunga su quanto Gojyo potesse avere ragione.
Hakkay «Non puoi sapere cosa ti riserva il futuro… non è stato un caso aver incontrato Xiao-mei, forse è un segno del destino…»
Gojyo «È una visione un po’ smielata, ma Hakkay ha ragione… che ci sarebbe di male?»
Sanzo non rispose. Temeva ciò che gli sarebbe potuto uscire di bocca.

Goku irruppe nella stanza aprendo la porta con un calcio, carico di pacchi.
Hakkay «Avete fatto presto… ma… dov’è Xiao-mei?»
Goku «Torna più tardi. Si è fermata a fare shopping… da femmina» Notando l’inquietudine di Sanzo gli chiese se era tutto ok. L’amico non rispondeva e continuava a fissare un punto imprecisato della stanza.
Goku «Cavoli… credevo che l’amore rendesse felici non che riducesse gli uomini come zucchine!»
Hakkay «In realtà fa entrambe le cose… ma tu come...?»
Goku «…ho capito di Sanzo e Xiao-mei? Datemi pure della scimmia ma non sono mica stupido... anche un cieco vedrebbe quello che c’è tra loro! L’unico che si ostina ad ignorarlo è proprio questo stupido bonzo» disse dando una pacca in testa al monaco.
Sanzo si riscosse. Si rese conto che il giovane uomo che aveva davanti pian piano aveva preso il posto del ragazzino bisognoso di cure, salvato dalla prigione sulla montagna sacra solo pochi anni prima.
Goku «Credi di non avere diritto di essere felice?»
Sanzo «Che ne sai tu di cosa mi rende felice? E poi a te che importa! Dovresti pensare ai fatti tuoi!»
Goku «Sicuro, se non mi importasse niente di te penserei ai fatti miei ma… nonostante il tuo caratteraccio ti voglio bene. Perciò, anche se non ti piacerà sentirlo, la tua felicità mi interessa eccome… sai è così che funziona l'amicizia»
A Sanzo tornò in mente il suo maestro. Suo padre. Un nodo gli si formò in gola, lasciandolo senza parole. Aveva paura di lasciarsi andare ai sentimenti e poi perdere tutto; sarebbe stato vulnerabile e non poteva permetterlo. Non di nuovo.

*******************

Xiao-mei stava in piedi davanti allo specchio. L’immagine che restituiva il riflesso era quella di una giovane donna che indossava un abito semplice, a fiori. Margherite bianche su sfondo celeste. Sulla figura le era del tutto estranea, anche se aveva il suo aspetto. Da quel giorno aveva portato solo abiti maschili e capelli cortissimi. Si studiò attentamente. Sembrava carina. 

Ripensava al bacio con Sanzo. “Uno sbaglio” si disse. Eppure era lì, con indosso uno stupido vestito a fiori. Si sentì ridicola. La commessa che spuntò all’improvviso alle sue spalle la fece trasalire.
Commessa «Allora lo prende?  Sta d’incanto… farà girare la testa a un sacco di ragazzi!»
Xiao-mei arrossì «Non ho intenzione di far girare la testa a nessuno…»
Commessa «Certo, certo… capisco benissimo! Non vogliamo che il fidanzato si ingelosisca eh?» ridacchiò strizzandole l’occhio.
Travolta dalla veemenza della venditrice, Xiao-mei si trovò fuori dal negozio con in mano un sacchetto contenente il vestito a fiori e delle scarpe abbinate.

Quella sera, Sanzo e compagni stavano seduti a un tavolo aspettando che Xiao-mei scendesse per la cena, stranamente in ritardo. Lei indugiava in camera con addosso il nuovo acquisto, nervosa. Aveva deciso di comunicare al gruppo che si sarebbe fermata in quel paesino tranquillo per cominciare una nuova vita. Il vestito a fiori rappresentava un primo piccolo passo.
“Andrà tutto bene” pensò. “Deve per forza andare bene”. Inspirò profondamente ed uscì dalla stanza.
Quando Xiao-mei comparì sulla soglia della sala da pranzo, la bellezza inaspettata della ragazza lasciò i quattro amici senza parole. Sanzo sentì il cuore battere più veloce.
Gojyo «Wow… lo dicevo io che sotto quegli abiti sformati si nascondeva uno splendore!»
Da sotto il tavolo Sanzo tirò un calcione all’amico, che strinse i denti e cercò di rimanere impassibile.
La ragazza nel frattempo era diventata rossa come un peperone. In passato quel commento l’avrebbe messa a disagio ma ora era quasi lusingata; con quei quattro si sentiva al sicuro come non succedeva da tempo. Così sorrise. Con una tale dolcezza che il monaco, guardandola, avvertì qualcosa sciogliersi dentro e pensò “Sono fottuto”.

Xiao-mei attese la fine della cena per esporre le sue intenzioni ma prima che potesse cominciare a parlare si ritrovò sola con Sanzo; gli altri si erano defilati alla velocità della luce, senza che i due avessero il tempo di accorgersene. Per uscire da quel momento imbarazzante disse al monaco di voler fare due passi. Con sua sorpresa lui si offrì di accompagnarla.
La sera profumava di bosco. Passeggiavano l’uno accanto all’altra in silenzio, la strada rischiarata da una luna ormai calante.
Sanzo azzardò un complimento «Quel vestito ti sta molto bene»
Xiao-mei «Grazie, sei gentile a dirlo». Mentre pronunciava queste parole sentì salire qualcosa dal profondo; qualcosa che si tradusse in una risata incontenibile lasciando il monaco interdetto. «Scusa! Ti prego scusami!» disse senza fiato «È che questa situazione mi sembra così… assurda! Io con quest’abito ridicolo, la passeggiata al chiaro di luna, tu che fai il carino… davvero, non ce la faccio!»
Sanzo si lasciò trascinare dalle risa e la tensione che c’era stata tra loro fino a quel momento, si dileguó come nebbia al sorgere del sole.
Xiao-mei «Senti… a proposito di quella sera… ti devo delle scuse. Non dovevo…»
Sanzo non le lasciò finire la frase «Non scusarti. È stata colpa mia, non avrei dovuto nemmeno essere lì…» continuò un po’ imbarazzato «e non preoccuparti per quello che è successo... è stato uno sbaglio ma ormai è acqua passata»
I due sospirarono all’unisono; le parole che si erano appena scambiati decretavano chiusa la loro insolita parentesi romantica.
La passeggiata si era conclusa serenamente e giunti davanti la camera della ragazza stavano per augurarsi la buona notte. Xiao-mei decise di rimandare all’indomani la comunicazione di lasciare il gruppo. Questo pensiero la turbò un poco. Sanzo, accorgendosene, chiese se andava tutto bene. I loro sguardi si trovarono…

Quando aprì gli occhi la notte stava lasciando il posto ai primi chiarori dell’alba. Accanto a lui  Xiao-mei giaceva tranquillamente addormentata. Nuda. Il lenzuolo le lasciava scoperti i seni. Sanzo ne seguì delicatamente il profilo con le dita, fino a raggiungere il lembo di stoffa che tirò per coprirla. Poi la strinse a sé. «Sei così caldo» sussurrò lei.
Sanzo «Scusa, non era mia intenzione svegliarti» e la baciò sul collo.
Cullato dal tepore e dalla tenerezza di quel momento desiderò che la notte durasse per sempre; sapeva che presto sarebbe arrivato il mattino a riportarli alla realtà. Una realtà nella quale, nonostante i suoi sentimenti per Xiao-mei, lui era un monaco Sanzo. Scacciò quel pensiero e cercò di riprendere sonno.
Quando si svegliò nuovamente, trovò la ragazza seduta accanto alla finestra socchiusa. Aveva addosso la sua tonaca e la testa appoggiata alle ginocchia.
Xiao-mei «Ehi biondo, dormito bene?» disse con dolcezza. «Come usciamo da questo casino?»
Sanzo si sollevò un poco ma senza alzarsi dal letto. Finché restava lì era al sicuro. «Non lo so» rispose.
Xiao-mei «Sarai costretto a… scegliere tra noi e la tua investitura?» chiese con un po’ di apprensione.
Sanzo «Probabile. Per i Sanboutsushin non posso avere entrambe le cose»
A Xiao-mei si strinse lo stomaco ma doveva fare quella domanda «Cosa deciderai?»
Sanzo «Quella che rivesto come monaco è una carica per cui si viene scelti, non puoi semplicemente smettere di essere un Sanzo. Se si venisse a sapere, mi obbligheranno a rinunciare a te...»
Xiao-mei sentiva le lacrime salire agli occhi ma le cacciò indietro a forza. Non avrebbe pianto davanti a Sanzo. Lui se ne accorse e, con una dolcezza che non credeva di avere, disse «Ti amo. Non permetterò a nessuno di separarci»

Il sole era alto e di lì a poco avrebbero dovuto rimettersi in viaggio. Hakkay sulla soglia della camera di Xiao-mei era incerto se bussare o meno; sapeva che l’amico si trovava in quella stanza. Quando finalmente si decise, la porta si spalancò e si trovò faccia a faccia con il bonzo.
Sanzo «Dobbiamo parlare»

Intorno al tavolo i quattro stavano facendo colazione.
Sanzo era visibilmente nervoso; mettere a nudo i suoi sentimenti per Xiao-mei davanti agli amici richiedeva uno sforzo per lui notevole.
Fu Gojyo a rompere il silenzio «Allora come funziona… possiamo parlarne apertamente o la cosa è tabù? Tipo che se ne fai accenno vieni fulminato dalla divina provvidenza?!». Aggiunse sottovoce «…e per divina provvidenza intendo che il bonzo corrotto, qui, ci spara dritto in fronte»
Hakkay «Perché guardi me? Chiedi al diretto interessato»
Sanzo inghiottì a fatica il boccone che stava masticando ma non riuscì a pronunciare una sillaba.
Goku «Uff… quanto la fate lunga! Ve lo faccio io un bel riassunto della situazione. I due si amano; conseguenza: sesso (era anche ora…); conseguenza: relazione; altra conseguenza: crisi; motivo della crisi: timore delle conseguenze che questa storia porterà… roba del tipo “il loro amore sarà eterno o Sanzo verrà scomunicato e bruciato sul rogo dell’eresia?”»
La sintesi di Goku lasciò gli altri sconcertati… la scimmia aveva capito tutto e centrato perfettamente il problema. Sanzo avrebbe voluto strozzarlo con le sue mani ma al tempo stesso fu intimamente grato all’amico per averlo tolto da un imbarazzo che non era ancora in grado di gestire.
Gojyo «Ok, non è più un tabù… quindi, che intenzioni hai?»
Sanzo «Per ora non farò niente… una volta tornato al tempio di Keiun vedremo…»
Gojyo «Vuoi dire che non farai niente a parte spassartela con la tua ragazza!»
Il colpo di pistola che seguì lo mancò di poco.
   
 
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