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Autore: zmarz    02/06/2009    3 recensioni
La storia che tutti noi conosciamo, vista dal punto di vista di Ginny... le sue lacrime, le sue giornate lontane dal trio protagonista... la sua vita dentro Hogwarts, i suoi sorrisi lontana da Harry potter... dove sorridere non era difficile...
Dall'inizio, da quel fatidico primo settembre, da quel dolce primo incontro, da quel primo innocente sguardo... dai primi passi di Ginny fuori dal mondo ovattato della Tana e dell'infanzia, nel suo ingresso nei tortuosi sentieri della crescita fino al suo essere pienamente donna, pienamente lei.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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il binario nove e tre quarti             Il Binario Nove E Tre Quarti

“povero ragazzo, tutto solo…sarà sicuramente figlio di babbani….ehi, Ginny, mi senti?” la voce di sua madre fece tornare Ginevra Weasley alla realtà. “come scusa?” disse la ragazzina, fissando ancora la barriera che il ragazzo aveva superato pochi secondi prima. “niente tesoro…”disse la donna guardando la figlia. “allora Ron, comincia ad andare tu, poi ti seguiamo io e ginny.” Disse la signora weasley al figlio. Ron prese la rincorsa e anche lui andò al di là della barriera. “ora ginny, tocca a noi” disse Molly prendendo la mano della figlia. Presero la rincorsa anche loro e si ritrovarono alla stazione del treno di nove e tre quarti. Come al solito era affollata di ragazzi e genitori. Ginny guardò invidiosa tutte quelle facce allegre che si salutavano: non vedeva l’ora di poter avere anche lei quell’espressione in viso al binario nove e tre quarti. “com’era prevedibile ci siamo perse i tuoi fratelli.” Sospirò la signora weasley, guardandosi intorno. “avviciniamoci al binario tesoro…”. Strinse ancora di più la mano della figlia. “mamma so camminare da sola! Vi raggiungo tra due minuti il treno lo vedo!” esclamò ginny infastidita. “ok” disse la madre guardandola accigliata. “ma che siano due minuti! I tuoi fratelli stanno per partire.”
“sì ma’”rispose la ragazzina allontanandosi dalla madre. “certo che non riesce proprio a capire che non ho cinque anni!” borbottò Ginevra. “beh lo capirà quando l’anno prossimo partirò con tutti gli altri….”
“ehi piccoletta!”la chiamò qualcuno da dietro le spalle. Ginny si voltò furiosa. Nessuno la doveva chiamare “piccola”. Era una cosa che l’aveva sempre mandata in bestia. Alle sue spalle si trovò il viso sorridente di Lee Jordan, il migliore amico di Fred e George. Ginny si rilassò: Lee era l’unico a cui permetteva di chiamarla in quel modo, oltre a suo padre. Il ragazzo non lo faceva per farla irritare, l’aveva sempre chiamata così per la sua corporatura minuta. E Ginny lo accettava. “ciao Lee, come va?” chiese ginny amichevole. “tutto ok. Ho portato una cosa che ha fatto impazzire i tuoi fratelli…. Che ci fai qui tutta sola? Cerchi gli altri?”
“no no… facevo solo un giro…”
“quest’anno è Ron il nuovo arrivato, vero?” chiese Lee scostandosi uno dei suoi riccioli rasta da davanti agli occhi. “già” rispose la ragazzina rabbuiandosi. “dai, l’anno prossimo ci sarai anche tu!” disse lee scompigliandole i capelli. “e non vedo l’ora! Una ragazza come te ad Hogwarts! Ne vedremo delle belle…” Ginny sorrise.  “però non essere triste… sei così carina quando sorridi! Ora vado da Fred e George, che hanno ancora la mia tarantola… poverina!”
“buon anno lee! Ci vediamo quest’estate!”
“buon anno anche a te!” Lee se ne andò. Ginny continuò a girovagare. Voleva molto bene a Lee, come se fosse uno dei suoi fratelli. Ma nemmeno a lui poteva confessare il suo segreto. Il motivo per cui voleva girare da sola era uno: sperare di incontrare Harry potter. Era molto incuriosita da lui: la sua incredibile storia…. E poi si diceva che fosse molto carino. Doveva avere più o meno l’età di Ron. “è inutile. Non ho uno straccio di possibilità di incontrarlo” pensò e si diresse verso il binario dove sua madre aveva trovato Ron e Percy. “ eccoti finalmente. Mancano solo Fred e George” disse la signora Weasley. “stavano aiutando un ragazzo a portare su il baule.” Disse Percy. “almeno non mi devo preoccupare.” Disse la madre. “ehi mamma, indovina chi abbiamo incontrato sul treno?” i gemelli erano scesi dal treno, lo stesso ghigno stampato in volto. “chi?” chiese la donna poco interessata mentre puliva una macchia sul naso si Ron. “quel ragazzo che era vicino a noi alla stazione…”disse Fred “…indovina un po’ chi era?” continuò George.
“chi?”
“harry potter” risposero i due all’unisono. Il cuore di Ginny fece un balzo e i suoi occhi si mossero subito verso uno dei finestrini del vagone. Un paio di brillanti occhi verdi vennero, per un secondo, intercettati dai profondi occhi scuri della ragazzina. Quel contatto durò solo pochi secondi e i due smeraldi scomparvero. “oh mamma, ti prego, posso salire a vederlo….?” Tentò Ginevra. “no ginny, te lo proibisco.” Fu la risposta secca della madre. Ginny sbuffò e sentì le domande stupide che faceva Fred a sua madre. Perché proprio lei non poteva avere la possibilità di conoscerlo?! Oltre a non poter partire e stare ancora un po’ con i suoi fratelli doveva aspettare ancora un anno per conoscere Harry Potter! Proprio lei l’unica della famiglia che ci teneva davvero, l’unica per cui conoscerlo era davvero fondamentale, indispensabile. “forza ragazzi salite, il treno sta per partire!” . Ginny non resistette e scoppiò in lacrime. Non era da lei piangere ma in quel caso non aveva altre alternative. I suoi fratelli cercarono di consolarla, credendo che il suo pianto fosse dovuto solamente alla loro partenza. Dopo che Fred era riuscita a strapparle un sorriso, i ragazzi salirono sul treno e continuarono a salutare la sorellina dal finestrino. Ginny continuò a salutarli, asciugandosi le lacrime e, appena il treno cominciò a muoversi, iniziò a rincorrerlo, ridendo, con gli occhi ancora umidi. Il treno cominciò a prendere velocità e ginny si fermò alla vista di uno sprizzo smeraldino che brillava rivolto a lei. Guardò il treno scomparire all’orizzonte e tornò indietro da sua madre che cercava di asciugarsi i segni della sua commozione lontana dagli sguardo della sua bambina. Ginny come al solito fece finta di non vederla. Prese la mano della mamma e in silenzio attraversarono la barriera del binario nove e tre quarti, dirette verso casa.
  
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