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Autore: E Kerstberg    12/02/2017    1 recensioni
C'era un tempo in cui le storie divennero leggende e i suoi protagonisti eroi immortali dai quali le generazioni successive possono trarre spunto, ma cosa accadesse se una delle storie più amate di sempre in realtà non fosse come ce l'hanno tramandata? Cos'ha da nasconderci il manoscritto di Hugo? Quali segreti ha da rivelarci?
A volte, nulla è come sembra..
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Claude Frollo, Esmeralda, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Intanto per le vie della città animata non solo dal continuo via vai di gente ma anche dagli spettacoli che ogni giorno i gitani creavano per intrattenere i parigini, arrivò accompagnato dal suo bianco destriero un uomo vestito con una scintillante armatura quasi fosse venuto fuori da una favola dei cantastorie dove salvano la principessa dal perfido drago per poi farne la sua sposa; ma quest’uomo non aveva visto principesse, né perfidi draghi ma solo orrore, sangue ed eventi indescrivibili con le parole.
Stava ricontrollando la mappa per essere sicuro di andare nella direzione giusta ma riguardando le strade si accorse che tutto lì segnato era sbagliato, così la appallottolò e si rivolse al suo cavallo “Uno lascia la città per qualche decennio e quelli lì ti cambiano tutto”; rassegnatosi provò a chiedere indicazioni per il palazzo di giustizia a qualche guardia che passava per di lì ma non ricevette alcuna risposta.
Rimessosi in cammino, s’imbatté in un gruppettino di gitani che si stava esibendo in un angolo della strada e una bambina,affascinata da quei suoni intriganti, voleva andare da loro data la sua curiosità ma sua madre la strattonò via dicendole di stargli alla larga perché,secondo molti, erano gente che rubava; incuriosito dalla musica che stava attirando i vari passanti, lasciò qualche monetina nel cappello e ad un tratto la ragazza che stava danzando si girò nella sua direzione, l’uomo rimase semplicemente incantato non tanto dalla grazia dei suoi movimenti ma da quel viso semplicemente delicato dal quale risplendevano quei meravigliosi occhi verdi paragonabili agli smeraldi del sultano ottomano; lei,notato il suo sguardo, si voltò piano di lato e battendo un piccolo colpo al tamburello, invitava il gentil straniero a cercare di scoprire i suoi segreti ma quel piccolo corteggiamento venne interrotto da un ragazzino che li avvisò dell’arrivo delle guardie. Loro cercarono di andare via assieme alla loro capretta che prese il cappello ma sfortunatamente, le monete caddero e,avvisando prontamente la sua padrona/amica, la ragazza dagli occhi verdi si chinò per raccoglierle; improvvisamente due guardie le si pararono davanti.

“Coraggio zingara dove hai preso questi soldi?”disse la guardia prendendole il cappello “Per tua informazione li ho guadagnati” ribatté la ragazza riprendendo il maltolto “Gli zingari, i soldi non li guadagnano” “Li rubano”aggiunse l’altra guardia da dietro la ragazza cercando di prendere il cappello pieno di soldi “E voi sapete tutto sul rubare?” “Una piantagrane,eh?”aggiunse il collega cercando di prendere ciò che era della ragazza ma lei gli tirò un calcio e l’altra disse “Forse un giorno ai ceppi ti calmerà i bollori!”; ad un tratto la capretta tirò due incornate alle malcapitate guardie al fine di liberare la sua amica per allontanarsi da loro.
Le guardie partirono all’inseguimento ma il cavaliere biondo prese le redini e strattonò il suo cavallo al fine da bloccarle riuscendoci meravigliosamente e aggiunse sottovoce “Achille, seduto!” così Achille fece ciò che gli aveva chiesto il suo padrone sedendosi direttamente sulla povera guardia scatenando le risa dei passanti che assistettero alla scena. “Oh, cielo mi dispiace.. Cattivo cavallo, cattivo. E’ davvero impossibile, non posso portarlo da nessuna parte” ogni singolo passante inclusa la ragazza risero alla scena buffa e,nonostante il suo collega stava chiedendo aiuto per liberarsi del cavallo, la guardia preoccupata per la loro credibilità, sguainò il piccolo coltello verso l’uomo per infliggerli una lezione ma il cavaliere estrasse la spada dicendo “Dicevate.. tenente?” e l’uomo, riconosciuto chi fosse davvero il cavaliere, si mise molto ingenuamente sull’attenti battendosi la testa e condussero il capitano verso il palazzo di giustizia ma egli, lasciati un momento quei due soldati davanti a lui che intimavano ai passanti di spostarsi per fare largo al capitano, vide due scudi d’oro e li mise nel cappello di un mendicante intento a fumare una pipa e ripartì infine alla volta della sua meta; se solo fosse rimasto qualche minuto di più avrebbe scoperto sotto quel pesante manto la giovane gitana e,attaccatele, la sua capretta.
Davanti a lui, si ergeva il palazzo di Giustizia; fatto costruire dai primi giudici della città nel 1110 per onorare la giurisprudenza e poi rimaneggiato nel 1240 per volere di Luigi il Santo ponendolo vicino alla reggia reale, questo luogo non era solo un tempio dove il re si riuniva con la sua corte di avvocati, giuristi, glossatori e giudici ma anche dove essa veniva rispettata seppur in maniera spietata; dalla nomina di Monsieur Bernard de Beauvoir avvenuta il 23 aprile 1433 e rimasto in carica fino alla morte nel 1463, il palazzo era divenuto un luogo di sofferenza e depravazione dove nessuno era al sicuro: qualsiasi persona che avesse commesso un crimine anche il più banale, veniva rinchiusa nelle segrete dove le guardie di Bernard il Bello così come lo chiamavano i gitani, si divertivano ad infliggere le torture più terribili ai poveri malcapitati e c’è chi riuscì a fuggire come il precedente re dei gitani Amis Deneau che portava uno squarcio sulla schiena inflittogli di persona dal giudice per aver rubato,secondo lui, un prezioso gioiello mai ritrovato alla principessa Iolanda regalatole da sua madre, la regina Maria d’Angiò, in occasione del suo matrimonio con il duca Amedeo IX di Savoia. Tutti pensavano che con la morte di Bernard il Bello, il regno di terrore poteva finire ma dopo pochi mesi in cui il suo successore Claude Frollo era stato nominato formalmente dal re, egli mostrò la stessa identica natura del suo predecessore. Forse anche peggio.

Il cavaliere biondo entrò nelle segrete dove Frollo stava dando l’ordine a uno dei suoi tanti torturatori di fustigare il precedente capitano delle guardie,rivelatosi a suo dire una delusione ma pensava che questo nuovo capitano delle guardie sarebbe stato migliore del precedente; il giudice,avvertita la presenza del giovane cavaliere, si girò e disse “Ah, così questo è il valoroso capitano Febo di ritorno dalle guerre” Febo si mise sull’attenti “Convocato a rapporto come da ordine, signore” “Il vostro stato di servizio vi precede Febo, non posso che aspettarmi il meglio da un eroe di guerra del vostro calibro” “E lo avreste, signore. Ve lo garantisco” “Sì, sapete il mio ultimo capitano delle guardie è stato.. un pochino deludente per me” Ad un tratto si sentì un urlo disumano che fece sobbalzare il capitano e quando questo era cessato nell’oscurità delle mura fredde, Frollo lo accompagnò verso la balconata del palazzo per redarguirlo sulla situazione attuale; gli zingari o gitani erano considerati la feccia della città perché,secondo il giudice, infiammavano i parigini dei loro più bassi istinti con i loro modi barbari e si è rivolto proprio al capitano e alla sua esperienza per fare fronte alla minaccia. “Mi hanno richiamato dalla guerra per catturare indovini e chiromanti?” “Ah, la vera guerra capitano è quella che sta di fronte a voi. Per vent’anni non ho fatto altro che occuparmi degli zingari sistemandoli uno per uno” disse schiacciando tre formiche che si trovavano sul granito della balconata “Eppure, nonostante i miei sforzi hanno prosperato. Ritengo che hanno un luogo sicuro entro le mura di questa città.. Un nido se così si può dire.. Lo chiamano la “Corte dei Miracoli”” “Che cosa dovremo fare al riguardo signore?” Frollo non si espresse con mezzi termini prendendo un pezzo movibile della balconata che rivelò al suo interno una piccola colonia di formiche e lo schiacciò uccidendole; davanti a quell’esempio, De Chateaupers aggiunse infine “Vi siete espresso in maniera esaustiva signore” “Sapete, mi piacete capitano. Andiamo?” chiese il giudice dirigendosi verso il lungo corridoio che portava al palazzo reale dove i due uomini erano attesi in udienza assieme ad altri membri della corte.
Una volta arrivati nell’immenso salone, un’enorme folla era riunita attorno alla camera dove l’ex segretario del defunto sovrano stava leggendo le sue ultime volontà, tutti intenti ad ascoltare per capire cosa avrebbe riservato loro il futuro e sotto quale nuovo re, i membri del consiglio avrebbero giurato fedeltà; “Allora, cancelliere.. Novità?” chiese Frollo ad uno dei membri “No, monsieur Frollo, siamo tutti impazienti di sapere..”. Ad un tratto dalla stanza, uscì un uomo alto sulla quarantina che altri non era che Pietro II di Beaujeau, duca di Borbone noto per essere stato un tempo un combattente formidabile e un genero impagabile secondo le parole del defunto re; “Signori, la smettete di girare come se foste degli avvoltoi attorno ad una carcassa? Lo so che siete impazienti di sapere chi sarà il vostro nuovo re e vi sarà detto a..” ma non ebbe tempo di finire la frase che un altro uomo uscì assieme a una donna iniziando a discutere di fronte alla corte “Ve l’ho già detto cara cugina, se il mio caro defunto zio avesse scelto me, il regno sarebbe stato in mani più capaci!” “Dubitate che il mio operato come reggente possa essere di poco conto, caro Luigi?” “Non ho detto questo, dico solo che voi non avete tanta esperienza e..” “Certo, capisco! Se io fossi nata con un paio di calzoni e un’armatura forse mi avreste dato un po’ più di spago, magari dicendo che ero capace di guidare un regno, come se io non vi conoscessi!” L’uomo giovane rivelò essere Luigi duca d’Orléans nonché cugino della donna, Anne de Beaujeau moglie di Pietro e reggente del successore scelto dal sovrano; il duca si girò verso la corte la quale s’inchinò dandogli riverenza e disse infine con tono solenne “Mio cugino, Carlo sarà il vostro nuovo re e finché non avrà raggiunto la maggiore età, saranno mia cugina Anne e suo marito il duca di Borbone a reggere il trono in sua vece. Così è stato stabilito dalle volontà del re e guai chi osi opporvisi”. Detto ciò s’incamminò velocemente con passo spedito ritornando nei suoi alloggi accompagnato dal segretario Beaujour dove li aspettava il nuovo incarico assegnatoli dalla reggente; mentre suo marito era intento a parlare con i vari membri della corte Frollo e De Chateaupers inclusi, Anne andò in cerca del fratello per dargli la notizia.

Non trovandolo né in biblioteca dove era solito stare né nella sala delle mappe, infine lo ritrovò nei suoi alloggi seduto alla finestra a guardare il cielo terso di nuvole; Carlo di Valois non ha mai pensato di diventare re perché suo padre adorava suo cugino il quale gli assomigliava anche nel modo di guidare la politica del regno e pensava che sarebbe stato lui il nuovo sovrano che tutta la Francia paventava nonostante sin dall’infanzia era stato educato come un futuro re. Appena sentì entrare sua sorella, capì subito com’erano andate le cose e le corse incontro piangendo a dirotto. “Ho paura, sorella cara! Non sono pronto!” Lei lo rassicurò abbracciandolo più forte che poteva e gli disse tristemente“Lo so, caro fratello, lo so.” Oh, se solo avesse avuto dei poteri magici, avrebbe voluto cambiare il destino del suo amato fratellino che ad appena 13 anni era diventato in maniera ufficiosa il nuovo sovrano del Giglio splendente, ma purtroppo lei sapeva che, anche se si sfuggiva al proprio destino, questi come un cacciatore sapeva come trovare le anime sfuggenti per porle davanti ciò che era stato riserbato per loro.
E intanto nell’ombra, si stavano componendo delle trame alquanto pericolose..


Nuovo capitolo della storia, scusate il ritardo nella scrittura ma sono impegnato con un esame alquanto tosto..  Ecco a voi vostra Maestà Carlo di Valois con il suo seguito che aveva davvero 13 anni quando divenne re di Francia; chi starà tramando nell'ombra? Scopritelo nel prossimo capitolo! Ringrazio ancora SLVF per le bellissime recensioni!

A presto

E. Kerstberg
   
 
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