Ho sempre pensato che fossi bella, anche con quell’aria da maschiaccio. Ero io quella che si lamentava per tutto, ma che poi si ritrovava a giocare a calcio con la gonna pulita. In quei momenti quasi ti accontentavo: giocavo a calcio per stare più vicina a te.
Era un’amicizia la nostra, perché non andavamo veramente poi così d’accordo e non ci somigliavano nemmeno nei modi di fare. Tu la bambina con i capelli corti, io la bambina con lo sguardo altezzoso.
Eppure, con quella frangetta, con quei capelli corti, con quelle magliette striate di fango, con quelle scarpe macchiate di verde, mi manchi. Mi manca averti vicina, sentire i tuoi abbracci stretti ed i miei sorrisi contro la tua guancia.
Ora, invece, i capelli corti li ho io, anche se continuo ad indossare gonne e guardare tutti squadrandoli in modo vergognoso. Però i tuoi abbracci non me li sento più vicini e non ho più la tua guancia su cui sorridere contro.
Ti direi di andare al mare, adesso, anche se non mi piace. Ti direi di metterci a giocare a calcio, adesso, anche se indosso il vestito troppo corto. Ti direi che ti voglio bene, adesso, come non l’ho mai detto apertamente a nessuno.