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Autore: misimisi97    13/02/2017    5 recensioni
L’adolescenza dovrebbe essere un periodo spensierato, un periodo dove non t’importa di niente e di nessuno. E’ il momento delle “cazzate”, delle nottate in discoteca, delle sbronze, dei primi amori … Gli anni dell’adolescenza dovrebbero essere i migliori … basta che tu non sia una diciassettenne alta un metro e sessanta, occhi azzurri, capelli castani e non ti chiami Phoebe Gray, la figlia di Anastasia e Cristian Gray.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Phoebe Grey, Theodore Grey
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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L’adolescenza dovrebbe essere un periodo spensierato, un periodo dove non t’importa di niente e di nessuno. E’ il momento delle “cazzate”, delle nottate in discoteca, delle sbronze, dei primi amori … Gli anni dell’adolescenza dovrebbero essere i migliori …  basta che tu non sia una diciassettenne alta un metro e sessanta, occhi azzurri, capelli castani e non ti chiami Phoebe Gray, la figlia di Anastasia e Cristian Gray.

Sono le sette di mattina e invece di prepararmi per andare a scuola sono ancora sdraiata, a rimuginare sulla mia vita quando a un certo punto la porta viene spalancata.

Anastasia: “Phoebe tesoro cosa ci fai ancora a letto?? Forza devi andare a scuola”

P: “Mamma ti prego per oggi posso saltare?”

La mamma mi guarda e sbuffa.

A:” Non ci pensare nemmeno!!”

In pochi minuti  mi alzo, mi preparo e scendo controvoglia a fare colazione. Mrs Jones ha preparato bacon con uova strapazzate e un succo d’arancia. Mi siedo a tavola accanto a mio fratello.

P:” Buongiorno Teddy”
Teddy: “Ciao Phoebe!! Si va insieme a scuola?”

P:” No no preferisco andare a piedi”

Teddy alza gli occhi al cielo.
Mentre mangio le uova entra mio padre, bello e perfetto come sempre. Capisco il perché mamma abbia perso la testa per lui. Si avvicina a me e come tutte le mattine mi bacia la fronte.

P:” Papà non ho più cinque anni”

Cristian:” Ora tesoro non possiamo nemmeno più baciarti?”

Mentre gli faccio una linguaccia mi vibra il telefono. Lo prendo e apro il messaggio. E’ Ava.

“Cugina che ne dici se oggi invece di andare a scuola facciamo brucia e andiamo al nuovo Luna Park che hanno montato settimana scorsa?”

L’offerta è allettante. Se i miei lo scoprissero andrebbero su tutte le furie. Decido comunque di correre il rischio.

“Accetto! Ci troviamo alle 9 davanti a scuola”

Metto il telefono in tasca, prendo frettolosamente lo zaino saluto tutti e mi avvio alla porta.
Prima che potessi uscire papà mi ferma.

C:” Dove vai signorina?”

P:” A scuola …”

C:” Tuo fratello non è ancora pronto, appena avrà finito vi porterà Sawyer”

P:” Papà preferirei andare da sola … ho voglia di fare una passeggiata”

C:” Assolutamente n…”

Anastasia:” Assolutamente si!!!”

Guardo mamma raggiante,vado da lei e le do un bacio. Poi corro in ascensore. Mentre le porte si chiudono sento mamma dire a papà: “ Tesoro ormai è grande”
Meno male ci pensa la mamma.
Poco dopo sono davanti a scuola. Sono le nove in punto e Ava è li che mi aspetta, puntuale come un orologio svizzero.

Ava: “Sei pronta??”

P:” Prontissima”

Andiamo al Luna Park, dove passiamo delle ore da urlo.
Alla fine mentre c’incamminiamo verso casa; parlando le chiedo che scusa ha inventato per venire qui.
Ava mi dice che ha semplicemente detto che sarebbe andata scuola da sola.
Mentre chiacchieriamo prendo il telefono per vedere che ore sono.
Quando lo accendo mi viene un tuffo al cuore.
Ottanta chiamate perse. Trenta di mia madre, cinquanta di mio padre e dieci di Teddy. Guardo inorridita l’ora e mi accorgo che sono le sei di sera.

P:” Cazzo!!”

Ava:” Che succede?!”

P:” Ti rendi conto di che ore sono?!?!”

Ava si rende conto come me che ormai il sole è calato e che l’ora per cui dovevamo essere entrambe a casa è passata da un pezzo.

A:” Merda!! Ci ammazzano tutte e due”

P:”Lo puoi dire forte!!”

Entrambe, senza perdere un attimo di tempo, iniziamo a correre ognuna verso casa propria. Mentre mi avvicino alla mia ho il cuore in gola. Dentro di me continuo a ripetermi quanto sia imbecille e come abbia fatto a non accorgermi che era buio.
Questa volta, anche se mamma fosse intervenuta in mio aiuto, non sarebbe servito a niente. Papà mi avrebbe uccisa. Mi avvio verso l’Escala. Appena arrivo fuori noto due volanti della polizia. Mi sento morire.

Prendo l’ascensore. In quei pochi secondi che sono dentro cerco di inventarmi una qualsiasi scusa ma so già che tutto quello che dirò non servirà a niente.
Ormai sono davanti alla porta. Dentro casa sento provenire diverse voci, tra cui quella di papà che impreca.
Prendo coraggio e alla fine apro la porta.

Nel momento stesso in cui varco la soglia tutti si girano verso di me.

Non riesco a parlare. Vorrei scavare una fossa e saltarci dentro in questo istante. Alla fine mia madre, dopo cinque secondi che è rimasta a fissarmi mi viene incontro, mi abbraccia e scoppia a piangere.

A:” Tesoro eravamo così preoccupati”

 I poliziotti che sono dentro si scambiano qualche occhiata. Alla fine uno di loro parla.

“Beh direi che qui il nostro lavoro è finito. Forza ragazzi lasciamoli soli.”

In poco tempo la casa si svuota. Ognuno torna alle proprie mansioni e nell’atrio rimaniamo solo io, mamma e papà. E papà, in questo momento, è seriamente incazzato.
  
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