#siamoancoravivi
Alcuni ci hanno
definito, noi della Flotta Stellare, "primitivi" e non a torto. In un
certo senso noi assomigliamo più ai nostri antenati di un paio di
secoli fa che alla gente d'oggi. [...] Per il
momento, tuttavia, la Flotta Stellare deve ricorrere ancora a noi
"primitivi".
- James T. Kirk
Quando il Dr. McCoy si mostrò oltre la
porta del Capitano, la scena era abbastanza famigliare
da passare come non descrittiva nel suo cervello.
«Ah, Bones, vieni pure», lo chiamò dalla scrivania Jim, con le spalle ancora umide e
la maglietta appoggiata sulla schiena, «che ore sono?»
«Non così tardi da essere irrimediabile.»
E l'altro gli sorrise continuando a
guardare il libro.
«Ma non abbastanza per un capitolo, Jim.»
Questa volta si guadagnò una breve risata e uno sguardo.
«Una pagina?»
«Solo se hai ancora del brandy
sauriano», acconsentì il dottore, lasciandosi cadere sulla
sedia; non resistette a tirarsi il colletto dell'alta uniforme, «tira
fuori la diplomazia in me.»
Ma aveva già perso l'interesse del suo
interlocutore: un pallido gesto di mano -un invito a servirsi- e gli
occhi incollati sulle lettere davanti a sé.
Bones fece schioccare la lingua e si
fece strada verso la vetrinetta.
Fidarsi di Spock a trovare una nuova
ossessione a Jim.
~
Jim aggrottò la fronte.
«Spock, ne sei sicuro? Dopotutto, chi
meglio di te?»
Il vulcaniano annuì brevemente col capo.
«Esatto, Jim: se l'ambasciatore
Spock è la mia controparte, egli è ciò che sarei alternativamente
stato, quindi siamo la
stessa persona, e se
siamo la stessa persona, non c'è distinzione tra ciò che è mio e suo. Ergo, chi meglio di me può decidere di
come disporre dei miei averi?»
Spock non ritirò la mano tesa.
«Gradirei che tu lo avessi, Jim.»
Jim non disse hai usato il
presente.
Jim non disse non so se voglio.
Jim non disse semplicemente niente e accettò il libro tra le mani.
Erano seduti sul pavimento della stanza
di Spock -dalla porta del bagno aperta poteva vedere la sua, di stanza:
la luce completamente diversa, il pavimento meno caldo, l'odore di
nuovo.
Avevano passato parte del pranzo e del
primo pomeriggio giocando a scacchi, poi Spock aveva voluto "mostrargli
una cosa".
Si era rivelata essere una cassetta di fattura palesemente vulcaniana
-le linee fini ma funzionali- contenente possedimenti sempre vulcaniani ma per niente familiari.
«Erano dell'ambasciatore Spock.»
«Oh.»
Ed eccoli lì, un paio di oggetti più
tardi e un sasso in gola.
(aspettative)
(aspettativeaspettativeaspettativeaspettative)
Jim accarezzò piano il libro, cercando
di concentrarsi sulla curiosità verso di esso.
Era di carta, come non ne facevano più
-era un po’ surreale tenerne uno tra le dita, invece di
vederlo di sfuggita tra le teche dell'Accademia.
Sfogliò delicatamente le prime pagine,
sentendo le spalle sciogliersi al rumore -strano, gli piaceva.
Charles
Dickens
Tales of
two Cities
Barnes
& Noble, 2008
Quello gli fece spalancare gli occhi.
«Non è una replica, è davvero antico!», e alzò immediatamente lo
sguardo sull’altro, «non dovrebbe stare in un museo?»
Sbatté un attimo le ciglia, saggiando la
consistenza della copertina tra le dita; un dubbio: «Non sono cose facili da
reperire, potrebbe venire dall'altro universo?»
Il suo primo ufficiale inclinò appena la
testa.
«Impossibile: qualsiasi effetto personale l'ambasciatore avesse portato con sé oltre il tunnel spazio-temporale è
andato distrutto con la sua navetta», Spock continuò a parlare,
tenendo fissa l'attenzione sui suoi movimenti; «tuttavia credo che esso ritenga una
certa importanza.»
Jim annuì, continuando a sfogliare
-questa volta il fondo.
«Ovviamente, se no perché affannarsi a
trovare un qualcosa tanto raro e specifico.»
Calò il silenzio, e Jim si lasciò
osservare mentre rigirava il libro tra le mani, leggeva i quarti di
copertina, stuzzicava il piccolo strappo della sovra copertina e la
toglieva per sbirciarci sotto -scoprendo che il libro gli piaceva molto
di più a rilegatura nuda.
Tuttavia non resistette alla tentazione di alzare un sopracciglio al
vulcaniano, pur proseguendo imperterrito nella sua
esplorazione.
Spock avrebbe capito.
E infatti--
«Stavo solo osservando che la mia
assunzione era esatta.»
«Assunzione?»
«Che sarebbe stato di tuo interesse, e
gradimento.»
Jim aggrottò la fronte.
«Non abbiamo mai parlato di Dickens.»
«Non mi riferivo al contenuto del libro,
ma al libro stesso.»
Questo lo fermò.
Fissò l'oggetto in causa e si rese conto che era vero.
(gli
piaceva che fosse di carta, che pesasse in mano, che fosse antico, che
fosse un simbolo di sapere aperto a tutti, che--)
«Aggiuntivamente, ho pensato a te quando
ho letto l'introduzione.»
E lì l'attenzione si diresse.
it
was the age of wisdom, it was the age of foolishness, it was the epoch
of belief, it was the epoch of incredulity, it was the season of Light,
it was the season of Darkness, it was the spring of hope, it was the
winter of despair, we had everything before us, we had nothing before
us, we were all going direct to Heaven, we were all going direct the
other way—in short, the period was so far like the present period, that
some of its noisiest authorities insisted on its being received, for
good or for evil, in the superlative degree of comparison only.
«Jim.»
E alzò lo sguardo, scottato.
Ma lasciò che gli occhi dell'altro
toccassero i suoi, parlandogli.
«Siamo ancora vivi.»
~
Grazie al cielo la serata era finita, e
soprattutto grazie al fatto che tutti gli ufficiali partecipanti
fossero scusati dal turno alpha il giorno dopo.
Perché ovviamente la Flotta non aveva
perso tempo ad affidare incarichi su incarichi
all'Enterprise nella
sua missione quinquennale.
Dio, era solo la prima settimana e già
gli sapeva fatica a ripeterlo.
Cinque anni rinchiusi nello spazio con
altre 420 persone, alcune delle quali abbastanza vicine a lui da conoscerne la testarda stupidità,
scelleratezza e irritante tendenza a
non ascoltare l'ufficiale medico.
«Dottor McCoy.»
«E spuntano le corna... », roteo gli occhi e si sganciò il colletto.
Spock si fermò davanti a lui, ritto e
impeccabile come se non avessero appena passato quattro ore a
intrattenere la Babele più grande che la galassia e la Federazione potessero radunare.
«Non credo questo sia il momento
per assecondare sulle sue metafore sui miei tratti fisiognomici, sta esibendo sintomi di
affaticamento ed di quell'irritabilità tipicamente umana di cui
lei fa spesso esempio.»
«Un attimo, assecondare? Allora
ammetti di--»
«Volevo solo darle questo.»
Dovette concedere al piccolo grinch in
incognito l'ultima parola, questa volta.
«Uh.»
«‘Uh’ davvero.»
Se Bones fosse riuscito a staccare gli
occhi dall'oggetto ora nelle sue mani, gli avrebbe lanciato
un'occhiataccia.
Ma la frecciatina su come "tentare di
avere sempre l'ultima parola" fosse un tratto umano che i vulcaniani
non sembravano restii a condividere si perse in mezzo a una miriade di
altri pensieri.
Perché wow.
«Siamo noi.»
Perché erano loro, erano tutti loro: più
vecchi, con delle uniformi che non riconosceva -ma il cui stile e le
spille urlavano Federazione- e su un ponte che era pronto a scommettere fosse
quello dell'Enterprise.
«Non esattamente.»
Bones alzò gli occhi dall’holo-foto e lasciò addolcire le spalle,
capendo.
«Non ce n'era bisogno.»
«Eppure ce n'era abbastanza da far sì che, tra tutti i possedimenti che
l'ambasciatore teneva speculativamente nella sua navicella, abbia
scelto di salvare questo negli attimi prima della cattura. Senza
contare il fatto di esserselo portato dietro in una missione di alcun
collegamento logico.»
Il buon dottore evitò di proposito di abboccare a
quell’ultima "esca".
Non era una delle loro solite
discussioni che gli interessava ora.
«Proprio per questo, non dovresti
tenerla tu? Dopotutto, l'Ambasciatore l'ha lasciata a te: avevate un legame.»
Spock non cercò di negare e questo
lo riempì stranamente di orgoglio.
«Anche voi.»
E a Leonard tornarono in mente tutti i
mezzi incontri nei corridoi dell'ospedale durante quelle due settimane
d'inferno in cui Jim era stato morto/in coma, quando era sicuro che
avrebbe perso i denti a forza di digrignarli per andare avanti nella
giornata.
«E per questo ne ho fatto una copia.»
Bones sbuffò, e guardò di nuovo l'immagine -il rosso, i visi felici,
determinati.
«Una per me, te e Jim?»
«Come ho detto, solo una copia.»
Guardò il vulcaniano di sbieco, le sue
mani dietro la schiena composte ma il viso aperto.
«Hai notato il problema del nostro prode
capitano con le aspettative provenienti dal passato?»
L'altro annuì con un piccolo cenno di
capo e proseguì: «Inoltre, Jim non ne ha bisogno.»
Quello fece scattare le sopracciglia del
dottore e alzare il labbro superiore oltre che la voce.
«Ah, perché io sì?»
«È ciò che stavo implicando.»
«Ah, tu stavi implicando che io averei bisogno di-- che cosa, una foto
sul comodino da guardare e pensare a ciò che potremmo essere?»
«Non esattamente» specificò Spock, abbassando leggermente la
testa.
Per poi rialzarla.
«Più al fatto che saremo meglio.»
Bones non fece in tempo a tenere stretta
una risata di petto.
«Signor Spock, mi ritengo in dovere di
informarla che la speranza è un'emozione, e che è molto umana.»
«Dottor McCoy, ciò che mi disturba di
più è che lei pensi così poco di me: ciò che volevo esprimere
non era una speranza, ma un obbiettivo.»
Bones lo fissò male, molto.
Spock lo fissò calmo, senza fretta.
Finchè lo spazio si riequilibrò tra
loro e nell'intera galassia.
Spock annuì solo col capo e si voltò, allontanandosi.
Leonard sospirò e guardò nuovamente
l'holo-foto -rosso e bianco così accesi--
«Spock!»
E vide l'altro fermarsi di
spalle, e girarsi appena.
«Siamo ancora vivi.»
Bones non poteva essere sicuro che fosse
sorpresa quella che vide segnata su quel volto, ma che fosse
dannato se non si sarebbe ricordato a vita dello sbuffo divertito che
uscì da quel maledetto naso
da gobiln verde!
(Uno, le vincite, le prende dove può nel dannato spazio.)
***Angolino
del cambia-colore***
Niente, fine.
That’s it, questa è la
storia, questo è quello che accade.
Sono ancora
vivi e questo è il concetto più importante.
P.S. Adoro
Kirk nerd
P.P.S. Questa
ff fa parte della campagna MOAR BONES
P.P.P.S Ho
anche un debole per Spock con comportamenti che su Vulcano l’avrebbero
fatto passare per un punkabbestia.
Vi rubo solo
un po’ di spazio ancora per le note della rubrica “date a Cesare quel
che è di Cesare”
1. La citazione all’inizio di Kirk è presa
dal libro Star Trek: The Motion Picture, precisamente dall’introduzione
scritta dalla stessa mano del caro Capitano.
2. Kirk post doccia con la maglietta sulle
spalle è un ovvissimo omaggio alla TOS perché sì, mi fa tanto aria
casalinga. E dopo l’inizio di Beyond volevo far vedere invece quanto
ora Jim si stia finalmente rilassando, sentendo a casa.
3. Il contenitore da cui provengono gli
oggetti citati nella ff è ovviamente quello del film, ma io ci ho
aggiunto altra roba, oltre la foto e la bellissima camicia.
4. Jim e l’amore per i libri cartacei:
sempre dalla TOS, precisamente dall’episodio Corte Marziale. Nella TOS
i libri sembrano molto più diffusi che nell’AOS perchè in generale
l’AOS ci viene mostrato come un universo parallelo molto più ampio
della TOS: ci sono molti più alieni nella flotta, etc etc >> ho
immaginato che anche i libri cartacei fossero molto più in disuso,
seguendo una linea di ricambio tecnologico più rapida
5. Ovviamente i due pezzi presentati (in
entrambe le lingue, non vorrei escludere nessuno) sono del signor
Dickens e vengono citati in The Wrath of Khan perché quello è lo stesso
libro che Spock regala nel film a Kirk. Ho immaginato che Spock Prime,
arrivato su Nuova Vulcano, abbia voluto ricomprare il libro -che pur
non essendo quello, sempre portava un grande significato.
Ma questo Kirk e Spock non lo sanno --non l’ho detto nella ff, ma
Spock!AOS pensa che la sua controparte abbia comprato il libro in onore
di sua madre Amanda, che era un’insegnante d’inglese.
6. Le alte uniformi vengono sempre dalla TOS
7. “la Babele più
grande...” è un ennesimo
riferimento alla TOS, all’episodio Journey to Babel
8. “E a Leonard
tornarono in mente tutti i mezzi incontri nei corridoi dell'ospedale” *coff* qui è un riferimento interno,
perché questa ff fa parte di una serie che ho scritto sempre su AOS e
in quelle ff post-Into Darkness, Bones e Spock Prime si incontravano.
Concedetemi anche questa licenza letteraria?