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Autore: ClosingEyes_    13/02/2017    2 recensioni
Arrivi ad un punto che il tuo cuore ormai è stanco, ti abitui a vivere nell'umiltà e non ti interessa più essere una persona migliore, butti alle spalle anni e anni di sacrifici perché sai che ci sarà sempre qualcosa a bloccarti.
Ma una magia bastò per cambiare la mia vita, in un ristorante, con un Ferrari di troppo e un freddo pungente.
Quest'aria di Natale in anticipo fa miracoli.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Ma perché tu non ha sviluppato i miei stessi sensi?!-.
Con quanta pazienza riuscivo a fare le domande alle cinque di mattina, lo sapevo solo io.
Eravamo al Gate, da sole, abbiamo rifiutato di farci accompagnare, era già abbastanza duro così, non era necessario farci piangere davanti a tutto l'aeroporto.
-Rin non te lo spiegherò una terza volta, quindi stammi a sentire-.
-Come d'altronde ho fatto fin ora-.
-Se avessi ascoltato ora sicuramente non me lo staresti chiedendo-.
Aveva la faccia della disperazione Kagome, era esausta, più di me, di subire le mie stupide domande per almeno sei ore di viaggio.
-Inuyasha è stato chiaro: è possibile trasmettere i geni demoniaci prima della gravidanza, solo se si è demoni completi  e visto che io non sono incinta e il mio ragazzo è un mezzo demone, sono ancora umana-.
Ma per me continuava a non avere senso, d'altronde come tutta questa storia dei geni demoniaci e di gravidanze incerte.
Sapevo solo che una volta imbarcate, non saremo più tornata indietro, dovevamo vivere la nostra vita a New York senza opporci.
-Sono davvero esausta-.
-A chi lo dici Rin, al pensiero che domani si torna a lavoro mi viene l'angoscia-.
-Sesshomaru mi ha lasciato gestire l'azienda in sua assenza, chi sta peggio?!-.
-È un folle-.
Glielo avevo detto anche io.


Ero così stanca, ma così stanca che avrei voluto solo dormire, ma purtroppo gli impegni sono dietro l'angolo e il tempo per riposare era zero.
Innanzitutto il mio primo pensiero era quella palla di pelo di Chris che, come avevo previsto, non appena mi vide fece una corsa verso di me, strusciandosi contro le mie gambe.
-Scusami Chris se ti ho lasciato da solo, ora resterò qui-.
-Rin che dici se per un po' resto qui?-.
-Sono d'accordo, puoi restare quanto vuoi-.
Magari poteva aiutarmi con il lavoro, considerato che lei di tour ancora non ne voleva sapere.
Ogni tanto era solita partecipare a quei gala di beneficenza, oppure a qualche spettacolo.
Chissà cosa stava facendo Sesshomaru, se stava bene soprattutto.
-Chris come dobbiamo fare con quel cagnaccio?-. 
Lo presi in braccio, strapazzandolo quanto giusto, dopo tutto quel tempo passati lontani.
Guardandomi intorno, capì che era il momento di mettere in ordine quella casa, c'era fin troppa polvere per il mio naso e starnuti, si doveva dare una ripulita.
Approfittandone che Kagome si avviò a casa sua per prendere ciò che le serviva, mi spogliai mettendomi comoda e , armata di Santa pazienza, presi pezze, scope, secchi e detersivo per dare una bella sistemata.
A casa mia c'era il giorno delle pulizie due volte al mese, considerato però quanto fosse piccola, era facile mettere in ordine tutto, invece questa casa è immensa.
Potevo chiamare la cameriera, ma probabilmente le pulizie mi avrebbero fatto distrarre , non era il caso di pensare a Sesshomaru e piangermi addosso.
Piuttosto gli avrei dimostrato che di me ci si può fidare. 
In quella accozzaglia di libri sulla mensola nel suo studio, c'era così tanta polvere che non sarebbe bastato un panno solo per pulirlo tutto: c'erano tantissime scartoffie, tra cui anche documenti dell'azienda, buttati a caso come se fossero fogli di poco valore.
Era arrivato il momento di darmi alla pazza gioia, avrei sistemato tutti quei fogli per argomento e data, così poi raggrupparli sarebbe stato più semplice.
-Questi sono documenti fiscali, questi sono contratti, questi altri spese varie..-.
Certo che erano davvero tanti, non era facile sistemarli come si deve tutti.
Bussò intanto il campanello, Kagome era arrivata con le sue molteplici valigie, meno male che aveva detto che si portava giusto poche cose.
-Ti sei portata mezza casa dietro?-.
-Probabile, che stai combinando, sei tutta disordinata-.
-Sto mettendo in ordine alcune scartoffie, mi aiuti?-.
Era un po' incerta, ma si è fatta convincere dalla mia faccia disperata e dai miei occhioni per pregarla .
-E va bene, dammi qualche minuto che mi cambio-.
Mentre era alle prese con la sistemazione dei suoi capi, continuai quella estenuante impresa di far sembrare quello studio il posto più ordinato e accogliente possibile: dopotutto era così bello, quei mobili in legno antico, con il profumo di cera appena passata, il tocco delicato su quella superficie liscia che ti faceva riscoprire la bellezza dei vecchi tempi, quando i materiali utilizzati erano di altra qualità.
Kagome mi sorprese nella sua velocità, subito si mise a lavoro, cercando insieme a me di dare un senso a quel disastro.
-Allora Rin, a che punto sei?-.
-Ho messo in ordine tutta la parte fiscale, manca la parte dei contratti e varie spese aziendali-.
Eravamo entrambe con i capelli in aria, non solo perché ormai avevamo passato ore a sistemare quei stramaledetti fogli, ma anche perché Chris non faceva altro che mettere le sue zampette ovunque, anche sul mobile appena lucidato.
Misi l'ultima cartella sistemata sulla mensola, ma un libro, non di certo leggerino, mi cadde sul piede, facendomi uscire un urlo da far saltare anche Kagome vicino a me.
-Rin ma che combini sei impazzita forse?!-.
-Mi è caduto questo dannato libro sul piede maledizione-.
Abbassai lo sguardo, notando una scritta curiosa sulla copertina: I demoni cane, stirpe e cultura.
Riflettendoci bene, Sesshomaru era una specie di cane, anche Inuyasha con quelle buffe orecchie e anche il loro padre.
-Kagome guarda..-.
-Un libro sui demoni cane, leggo?-.
-Si-.
Era davvero un libro enorme, sicuramente più di duemila pagine, chissà cosa aveva di tanto segreto al suo interno.
Kagome sfogliava quasi annoiata le pagine, come se in realtà non fosse per nulla suo interesse leggerle, quindi mi presi il libro dalle sue mani e, mettendomi gli occhiali, incominciai a leggere qualche riga.
-I demoni cane sono una stirpe ormai quasi estinta, se non per alcuni esemplari ancora in vita. Questi si nutrono di carne umana e il sangue di questi è un elisir di lunga vita per loro-.
Kagome quasi tremò, si stava spaventando.
-Inuyasha quindi potrà mangiarmi?!-.
-Kagome dici qualcosa di giusto per piacere-.
Nei primi capitoli non c'era molto da sapere in realtà, erano tutte cose di cultura generale, ma il sesto capitolo mi colpì.
-I demoni necessitano di marcare di nuovo il loro territorio, quindi devono uccidere per dimostrare di essere i più forti, solo allora di trasformeranno-.
Quindi Sesshomaru è andato lì solo per uccidere e per trasformarsi?.
-Rin sei sicura di quello che leggi?- Kagome mi prese il libro dalle mani, mettendosi gli occhiali e leggendo quelle infinite pagine che parlavano di mostri al di là del normale, senza cuore, meschini, senza interessi e pietà.
-Effettivamente questo libro la fa nera la situazione-.
-Anche troppo secondo i miei gusti, meglio chiuderlo-.
Tentai di riprendermi il libro, MA Kagome si sottrasse , leggendo sconvolta una pagina.
-Qui dice che quando un demone cane completo trasferisce i suoi geni ad un individuo non uguale a lui, esso può avere mutazioni, anche gravi a livello psicologico, può diventare un " Demone assetato di sangue". Ciò dipende dalla volontà dell'individuo a volerlo essere, poiché questo implicherà anche la durata della sua vita-.
Sarei potuta essere un'assassina quindi e se avessi bevuto sangue umano sarei durata in eterno.
-Kagome non succederà mai, tranquilla-.
-Qui dice che invece i mezzo demone hanno la possibilità di trasmettere solo mezzo gene, se non ci fosse trasmissione di esso, probabilmente la loro stirpe morirebbe-.
-Ma come è possibile?-.
-Però strano, Inuyasha è nato dall'unione di una umana con un demone completo-.
-Credo che se mai io e Sesshomaru avessimo un bambino, sarebbe mezzodemone sicuro-.
-Non ci pensiamo, meglio chiudere questo libro-.
In realtà avrei voluto leggerlo ancora un po', scoprire qualcosa in più su Sesshomaru, su di me, su cosa mi stava accadendo, ma lascerò che sia il tempo a fare il suo corso su di me.
Kagome posò il libro nella libreria, chiudendola con la chiave, per sigillare quella specie di " mostro della verità" che c'era al suo interno.
Mi sembrava di essere alla ricerca del tesoro perduto in quella casa, abbiamo trovato un sacco di oggetti messi a caso, sulle mensole, sul marmo del camino, addirittura in cucina: non lo facevo così disordinato a Sesshomaru.
-Hei Rin, guarda che ho trovato?-.
Mi voltai verso Kagome che, quanto era carina con tutti i capelli scompigliati lo sapevo solo io, dalle sue mani pendeva un oggetto brillante, una collana abbastanza pesante suppongo.
-Cosa è quel coso gigante?-.
-Credo una collana, però è pesantissima-.
Era una collana fatta di perle di mare, con un ciondolo a cofanetto d'oro e al suo interno una pietra che potesse sembrare un'Ametista.
-Sarà qualche oggetto in particolare?-.
-Non lo so, non trovo neanche il suo cofanetto per riporla dentro, certo che questa casa è un macello-.
Improvvisamente la pietra incominciò a brillare, con una luce continua e accecante, tanto da far buttare la collana a terra.
-Kagome che succede?-.
-Non lo so Rin, ho una brutta sensazione-.
Dalla pietra uscì una nube violastra, che man mano prendeva la forma di un animale, quale non saprei specificarlo, sembrava un misto fra un lupo e una volpe: i suoi denti però erano reali, acuminati, macchiati di sangue, come le sue piccole pupille che si intravedevano in quella massa multiforme.
Non so ma questo aveva a che fare con quel libro, ne ero certa, una delle due doveva per forza prendere quel " manuale di istruzione per animali fantastici" e cercare un sistema per rispedire questo essere nella pietra.
-Kagome, muoviti con calma e vai a prendere il libro-.
-Rin sei sicura?-.
-Prima che me ne pento, muoviti-.
Sembrava che il demone volesse me, cercasse solo me, però avevo come l'impressione che mi stesse scrutando l'anima, avevo freddo ma le finestre erano chiuse, cosa mai voleva da me quel demone.
Mi mossi lentamente verso la scopa, pensando di difendermi ma invanamente e più mi allontanavo più si avvicinava a me, era impressionante come quel demone dipendesse dalla mia ombra.
Un momento, l'ombra, forse è quello che lo attira, ma Kagome che fine aveva fatto.
Guardai la sua "coda", notando che proseguiva fino allo studio, possibile che si sia impossessato di Kagome.
-Kagome, a che stai? Questo cucciolone ha fame-.
-Miao-.
Maledizione Chris, proprio adesso dovevi uscire; si guardarono, per un momento infinito e , nonostante la sua piccola statura, Chris si mise sulla difensiva, gonfiando piano il suo pelo e cacciando gli artigli.
Ma era diverso, i suoi occhi stavano diventando man mano sempre più rossi, percepì il battito del suo cuore aumentare e anche le dimensioni del suo corpo non erano le stesse: i suoi denti acuminati fuoriuscivano dalla bocca, ma erano così appuntiti da fare paura.
-Rin, prima che si prenda la mia anima, aiutami-. 
Kagome stava strusciando a terra, nella speranza di darmi il libro il prima possibile, per risolvere questa maledetta situazione.
-È un demone delle tenebre, un segugio dell'aldilà, ruba le anime e spedisce le vittime nell'oltretomba.
L'unico modo per fermarlo è distruggerlo con una spada in grado di tagliare ciò che non esiste nel mondo reale-.
Da dove la prendevo questa spada?! Non avevo la minima idea di come si usasse, al massimo potevo prendere un coltellino.
-Può influenzare qualunque creatura ci sia nelle sue vicinanze, trasformandola in una belva feroce-.
Ecco perché Chris ha quei occhi, era l'effetto del segugio.
Mi sentì prendere alle gambe, ero ormai immobile: Kagome era a terra stanca, stanca di combattere con quel demone che le stava portando via l'anima, maledizione non potevo permetterlo!.
Dove sta Sesshomaru quando veramente ne ho bisogno maledizione, grandissimo stupido.
-Maledizione!-.
Ma il segugio si ritrasse, tolse le sue luride zampe da Kagome e mi vide: aveva gli occhi sbarrati, terrorizzato da ciò che aveva appena visto, ma questo non lo fermò, almeno con me.
-Che c'è ora hai paura, cagnolino?!-.
Chris si avvicinò a Kagome, tentando di proteggerla, mentre io ero ancora in stato di shock e l'ombra del segugio era ancora sulla mia pelle.
Mi accorsi solo dopo che in realtà mi ero trasformata, ancora una volta in una situazione di pericolo.
Ma nonostante ciò non riuscivo a muovermi, mi era impossibile, non sapevo cosa fare.
Se avessi provato a colpirlo in realtà mi sarei ferita da sola, perché ormai era sopra di me, ma pensai che era l'unica alternativa possibile: pregando di non morire, mi conficcai gli artigli nella gamba e sentì un mugolio provenire dalla bocca del lupo volpe.
Riuscì ad alzarmi e portare Kagome  in camera, chiudendola all'interno insieme a Chris che più di allontana da quel mostro, più riprendeva la sua forma da gatto di casa.
-Bene, una spada, dove mi sembra di aver visto una spada?-.
Mi ricordo che una volta vidi un'arma abbastanza importante, mi pare era nello studio proprio, il giusto che serviva per togliere di mezzo quella seccatura.
Ma nello studio non c'era o, per meglio dire, la vetrina dove era posizionata era vuota.
Bene, adesso sì che eravamo nei guai fino al collo.
Mi sentì prendere alla gola, mi mancava l'aria e il cuore non faceva altro che sbattermi nel petto dalla paura di morire, maledizione.
-Lurido essere-.
Ma per una volta la fortuna ha voluto aiutarmi: si spalancò la porta dell'appartamento, riuscì ad intravedere una figura alta e snella, con i capelli dello stesso colore di Sesshomaru, legati in una coda alta.
-Perchè mio figlio non sta attento a dove mette le cose!-.
Un momento, figlio?! Quella era la mamma di Sesshomaru?! Maledizione non sono pronta a conoscerla, e ora che faccio.
-Dunque tu sei la ragazzina che ha invaghito mio figlio-.
Prese la collana da terra, richiamando con una velocità impressionante il segugio dell'aldila, facendomi cadere sonoramente a terra, che dolore.
-S..si Signora, piacere Rin Futokami-.
-Si va bene, non ti ci abituare, non sopporto gli umani-.
Che caratterino che ha questa demone, di certo non andremo d'accordo io e lei.
-Vedo che mio figlio ti ha dato il privilegio di essere un'umana con poteri demoniaci, interessante. Dove si trova quello scellerato incosciente?!-.
Certo che come mamma si preoccupa molto del figlio, lo vorrà bene come vuole bene alle sue rughe.
-È a Edimburgo, aveva delle questioni da risolvere-.
-Ancora con quel clan? Sono secoli che ci combatte e ancora non capisce che Naraku torna in vita dopo cinque anni dalla sua morte. Che stupido figlio che ho-.
Quindi il mio " sacrificio" è stato tutto inutile.
-Vuole fermarsi qui?-.
-Non amo ripetermi-.
Giusto, lei non sopporta gli umani.
-Come volete-.
-Se vedi mio figlio digli che deve venire a trovare sua madre, questa intanto la prendo io-.
La pietra dell'aldilà era nelle mani giuste, almeno per il momento.
Sbattè la porta uscendo, che maleducata , veramente una suocera con i fiocchi mi sono scelta.
-Rin?-.
Kagome si era svegliata, finalmente, stava bene non aveva riportato nessun graffio o lesione.
-Kagome come stai ?-.
-Cosa è successo, perché sanguini dalla gamba?!-.
Giusto, la ferita.
-Nulla di che, ora va tutto bene-.
Sarà che la mamma di Sesshomaru avrà sentito l'odore del mio sangue, se no come ha fatto a trovarmi.
-E il segugio?-.
-È venuta la mamma di Sesshomaru, ha fatto tutto lei, a quanto pare quella collana era la sua-.
Kagome mi guardò sconvolta, ma preferì non dire nulla, piuttosto si alzò dal letto che era molto più pimpante di me.
-Devi curarti quelle ferite-.
Non era cambiata di una virgola, sempre prima gli altri e poi se stessa.
-Kagome ma sto bene-.
-Zitta e fammi vedere-.
Non avevano per nulla un bel aspetto, erano davvero orrende.
-Mica ti sei iniettata il veleno?-.
-Ma credo di no, perchè?-.
-Dobbiamo chiamare Sesshomaru-.
Ottimo, in che guaio mi sono cacciata adesso.





Intanto a Edimburgo..

-Sarà stata una buona idea farle tornare a casa? Qui potevate averle sotto controllo-.
-Padre è stata la scelta migliore, dopotutto Rin e Kagome sono responsabili-.
-Su Kagome avrei qualche dubbio, lei dipende da tutti-.
Improvvisamente alzarono tutti e tre lo sguardo al cielo, sentendo un odore familiare, nauseante per Sesshomaru.
Davanti a loro si materializzò una figura di una demone, quella che poco tempo prima aveva "aiutato" Rin ad uscire dai guai.
-Cosa ci fai qui?-.
-Inu caro non sei felice di rivedere la tua ex moglie?-.
-Madre, cosa volete?-.
Si girò verso Sesshomaru con un movimento quasi metallico, era furibonda, chiaramente infastidita dalle azioni del figlio.
-Irresponsabile di un figlio, non hai percepito nulla in queste due ore?-.
-Dovevo?-.
-Si dia il caso che tua madre si sia scomodata ad aiutare quella snervante e incosciente umana ad uscire da un bel guaio-.
Sesshomaru di irrigidì immediatamente, cosa aveva combinato Rin stavolta, tanto da richiedere l'aiuto di sua madre.
-Va avanti-.
-Credo che una delle due abbia attivato la pietra dell'aldilà, aprendo il varco e facendo uscire il segugio-.
Sesshomaru strinse i pugni, mentre Inuyasha era più confuso che mai, non aveva per nulla idea di cosa fosse questa pietra e quanto fosse pericolosa.
-Spero ti sia comportata a dovere-.
-Ho solo evitato di farla morire, l'amica sua era sana e salva se ti interessa , mezzodemone-.
Inuyasha non appena capì che stava parlando di Kagome, andò in agitazione, ripetendo più volte di voler tornare indietro, avevano bisogno di loro più di quanto credessero.
-Ti ho portato solo queste notizie, invece vedo che tu persisti con Naraku-.
-Sparite-.
-Come vuoi, ma non dire che non ti ho avvisato-.
Si librò in cielo, sparendo dalla vista dei tre demoni che se prima erano leggermente preoccupati per la sorte di Rin e Kagome, adesso erano davvero ai limiti dell'ansia.
-Cerchiamo di risolvere questa situazione il prima possibile-.
Sesshomaru si voltò di spalle, furioso non tanto con Rin, ma con se stesso.
-Ancora una volta non sono riuscito a proteggerti-.
Un sussurro nel vento che volerà chissà dove.







Intanto la situazione continuava a peggiorare: la mia ferita era tremenda, l'unica consolazione che avevo era quel decotto di alloro che  Kagome aveva letto sul libro demoniaco, come rimedio ai veleni mortali, ma la mia febbre saliva ancora di più e il mio sforzo di mantenere i sensi in allerta era minimo.
-Rin non svenire e resisti, sto cercando altri rimedi-.
Le foglie di alloro sulle ferite bruciavano da morire, se volevo alzarmi Kagome doveva aiutarmi perchè ogni passo per me era una tortura.
-Non chiamare Sesshomaru finché non te lo dirò io, cerchiamo prima di risolvere questa situazione-.
-Sei sicura Rin?-.
-Dammi questo libro-.
Mi presi il libro cercando altri rimedi, ma in realtà non c'era granché da vedere, molte piante non esistevano nel nostro mondo, ovviamente quelle più efficaci.
Piansi, avevo paura, paura di morire, c'era scritto che il veleno di un demone ti uccide in tre giorni, Sesshomaru non sarebbe tornato in tempo.
-Basta, io chiamo Sesshomaru-.
-NO!-.
Non ho mai urlato così forte, non con tutta questa rabbia, ma cosa mi sta succedendo.
-Kagome, esci da qua dentro insieme a Chris, mi sta succedendo qualcosa di orribile-.
Kagome non sapeva cosa realmente fare, era terrorizzata, ma sempre più convinta di chiamare Sesshomaru.
-ESCI!-.
Corse fuori, chiudendomi la porta a chiave, con Chris in braccio che miagolava spaventato.
Di fronte a me c'era uno specchio, uno specchio abbastanza grande da farmi vedere ciò che stavo diventando: i miei occhi erano rossi come il fuoco, i miei canoni così affilati da pungermi da sola, i miei artigli erano pieni di veleno e pian piano i miei capelli stavano perdendo il loro colore naturale.
Intorno alle mie gambe vi era una nube nera, impregnata di odore demoniaco, tremendo per il mio olfatto. 
-Aiutatemi...-.
Le mie lacrime non erano più semplici gocce, ma sangue che colava sulle guance, bruciandomi quasi la pelle.
-Ho bisogno di te, Sesshomaru-.
Prima che muoio.



-Qui sopra dice che il primo stadio è proprio la trasformazione, il secondo è la perdita dei sensi e il terzo la morte-.
Kagome tremava mentre componeva il numero di Sesshomaru, aveva bisogno di parlare con lui, che l'aiutasse perchè da sola non ci sarebbe riuscita.
Gli squilli sembravano una corsa contro il tempo, un ticchettio continuo che rimbombava nella sua testa come un suono sordo e assillante.
-Pronto?-.
Scoppiò in lacrime sentendo la sua voce, era stanca e spaventata e sapeva che sua sorella stava morendo.
-Sesshomaru aiutami per favore!-.
-Kagome cosa succede?-.
-Ecco vedi per colpa mia Rin è ferita e si è ferita da sola con i suoi artigli e credo si sia iniettata del veleno e ora sta male e..-.
-Sto arrivando, non ti avvicinare a lei per nessun motivo-.
Chiuse la chiamata, lasciando Kagome in balia delle urla di Rin di disperazione e nelle sue più profonde paure.
-Chris, ci siamo solo io e te adesso-.
Strinse a se il gatto, cercando una consolazione provvisoria, mentre nel suo cuore sperava in tutti i modi che tutto andasse per il meglio, che Sesshomaru facesse presto prima che potesse realizzarsi uno dei suoi peggiori incubi.



 Da quella chiamata passò un giorno , quasi due, affinché lei vedesse finalmente Sesshomaru.
Kagome si limitava a parlarmi da dietro alla porta, cercando di tranquillizzarmi, farmi sorridere e pensare che presto sarei potuta uscire.
-Come te la passi?Hai fame?-.
-L'unica cosa che sento è la tua voce, tra un po' non sentirò neanche la mia-.
-Rin ti prego resisti, Sesshomaru sta arrivando-.
Mi girava tantissimo la testa, era davvero pesante per me mantenere gli occhi aperti e la mente vigile, ero così esausta che mi sarei voluta abbandonare fra le braccia di un Morfeo letale, ma lo avrei fatto se fosse l'ultima spiaggia su cui approdare.
-Tu credi che andrà tutto per il meglio?-.
-Lo spero, sono giovane per morire-.
Sentì delle lacrime dall'altra parte della porta, dispiaciuta di aver detto quella frase, se avessi potuto abbraccerei Kagome, dicendole che non la lascerò mai da sola, che staremo sempre insieme.
Era pur vero però che il veleno mi stava ormai entrando nelle vene, mancava poco per arrivare al cuore e fermarlo del tutto, la mi preghiera andò a Sesshomaru, che facesse in fretta a venire, che mi placasse questo immenso dolore che provo.
-Kagome non piangere-.
-Vorrei aiutarti Rin e non ci riesco-.
-Tu lo hai fatto, hai fatto tanto per me, ma non parliamo così perché sembra sul serio che me ne stia andando ma non è vero-.
Non ne ero certa, ma dovevo pur mentirle per farle capire che io c'ero ancora, e ci sarei stata anche dopo se fossi passata a miglior vita.
Menzogne, le uniche cose che fanno restare su alcune certezze, perché la verità fa troppo male per sbatterla in faccia, fa male dirsi addio dopo anni di vita, è un rompere un filo che prima era indistruttibile.
Ma la vita è perfetta, anche se ci sembra bastarda, in realtà è una delle cose migliori che potesse mai capitare all'essere umano.
Che monologhi stupidi, eppure non sento più niente.
Kagome dove sei? Kagome?!.
In un sospiro la mia vita si sgretola.





Non sentivo nulla, se non il fruscio del vento di primavera, avvolta in un morbido manto di fiori e di erba, perfetto come il rumore piacevole del fiume che scorre lungo la riva.
I miei occhi si aprirono sotto ad un cielo azzurro che più azzurro non si può.
-Ma dove mi trovo?-.
Era forse quello il paradiso? Ero davvero morta quindi?.
Eppure mi alzavo da terra solo con l'anima, il mio corpo restava li, inerme, sul prato, cosparso di fiori bianchi e neri.
Perchè i fiori neri? Forse perché sono morta contaminata dal demone, ma perché allora posso vedermi.
-Rin..-.
Sentì una voce femminile, dolce e gentile, dietro alle mie spalle: mi voltai e la vidi, aveva gli occhi verdi e i capelli ghiaccio raccolti in un morbido chignon , la sua pelle era cosparsa di segni azzurri, come se fosse una dea, una dea bellissima.
Aveva un vestito morbido bianco che le cingeva le curve, accompagnato da due medaglioni d'oro sulle spalle, era davvero perfetta, aveva un bracciale che partiva dal polso e arrivava fino al gomito, sembrava una divinità greca.
-Voi chi siete?-.
-Sono Hayes, la governatrice  di questo bellissimo mondo che vedi-.
-Cosa volete da me?-.
-Oh tesoro io nulla, piuttosto cosa vuoi tu da te stessa-.
-Cosa voglio io da me?-.
Mi guardò sorridendo, porgendomi la mano per alzarmi, ma io non volevo separarmi dal mio corpo, non ero pronta a morire.
-Il tuo corpo resterà lì, inerme, non ti preoccupare-.
Mi fidai delle sue parole e mi condusse lungo un sentiero.
Era davvero strano, c'erano tutti i miei ricordi, da quando ero piccola ad oggi, alla mia morte.
-Perché ci sono i miei ricordi?-.
-Ecco vedi, questa è la tua vita, ci stai camminando sopra. Questo è tutto quello che hai sempre avuto e quello è ciò che non hai avuto mai-.
Mi indicò due lati, effettivamente le cose che non ho avuto erano tante, ma adesso non avevano più importanza.
-Perché mi conduci qui?-.
-Tu hai qualcosa da proteggere, non è così? Per questo non vuoi morire-.
Ho tanto da proteggere nella mia vita, anche troppo, non potevo andarmene adesso.
-Ho incontrato l'amore della mia vita, mia sorella che prima non sopportavo, ho una bellissima famiglia-.
-Che però non potrai costruirti-.
Fermi, un momento, in che senso non potrò avere una famiglia, perché mi sta dicendo questo?!.
-Perché mai?-.
-È qui lo scopo della tua missione, hai due scelte- ci fermammo davanti ad un sentiero, con due strade, una era bianca ma con una chiazza nera e l'altra era nera e basta.
-Qualunque sceglierò avrà qualcosa di negativo-.
-Purtroppo sì: se sceglierai la via bianca, non sarai più una demone ma perderai la capacità di avere bambini-.
Un macigno grande quanto il mondo mi cadde sulle spalle, sembrava che la vita mi stesse mettendo alla prova e, in un certo senso, l'avevo appena calpestata.
-E l'altra?- non avevo lacrime, ero un corpo vuoto ormai.
-Sarai una demone, ma tuo figlio porterà la maledizione che hai avuto tu-.
-Quale maledizione?-.
-Morirai per tua stessa causa-.
Il veleno, giusto, quindi lui passerà la stessa mia sorte.
-Sesshomaru lo salverà-.
-Non si può andare contro il destino-.
Sentivo delle voci, forti e chiare, sopra alla mia testa, ma chi è che stava urlando il mio nome?.
-Vedi, quello è il tuo ragazzo e tua sorella che piangono la tua morte-.
Sesshomaru mi aveva fra le sue braccia, stringendomi al suo petto, sporcandogli tutta la camicia di sangue e anche il suo viso era macchiato da gocce rosse.
Kagome stava piangendo, ai bordi del letto, prendendomi la mano fra le sue e pregando il signore che io tornassi in vita.
-Rin ti prego torna in vita, mi hai promesso che saresti rimasta-.
Kagome ma io sono qui, perché non mi vedi?.
-Non ho saputo proteggerti Rin, perdonami-.
Sesshomaru ti prego non dire così, io ci sono, sono con te, tu hai fatto tanto per me.
Basta, non sopportavo vedere così tante lacrime per me, io ho bisogno di loro più di ogni altra cosa al mondo.
-Riportami al mio corpo, devo tornare in vita-.
-Quale strada scegli?-.
Giusto, il sentiero: scelgo la strada che mi porterà alla gioia, non mi importa se non potrò avere figli, piuttosto preferisco che, se per un miracolo nasca, sia libero da ogni maledizione, che abbia sempre il sorriso fra le labbra e che possa vivere felice fin quanto il Signore vorrà.
Non mi importa di strappare quella nuova parte di me che poteva darmi qualcosa di buono, in realtà ho sempre voluto essere così.
-Scelgo la via bianca, perché non c'è mio più grande desiderio di rivedere loro, poi chissà , magari un figlio lo avrò-.
-Non puoi cambiare il tuo destino-.
-O certo che posso, ognuno è artefice del proprio destino-.
Mi incamminai verso quella lunga scia di fiori e di erba, sorridendo fra le lacrime invisibili, perché era lì che volevo arrivare: al mio corpo, alla mia vita, al mio mondo.
Il valore delle cose lo pesi solo quando le perdi, e io per il momento ho rischiato di perdere troppo.







-Kagome, non c'è più nulla da fare, ormai non c'è più -.
Avevo ancora gli occhi chiusi, ma sentivo chiaramente che il mio cuore ha ripreso a battere, che i polmoni si stavano riempendo di nuovo d'aria, avevo la vita fra le mani, era tornato tutto come prima.
Aprì di scatto le palpebre, tossendo ancora per il dolore, sotto lo sguardo incredulo di quei due che non sapevano più cosa pensare.
-Rin, è un miracolo!!!!-.
Kagome si alzò felice, saltellando per tutta la stanza che io fossi viva,  se non avessi avuto un mal di testa atroce, avrei sopportato però tutto sto casino.
-Rin..-.
Mi voltai, Sesshomaru era stanco, sporco di sangue, ma intravidi nei suoi occhi una scintilla di gioia, non aveva perso la speranza e questo mi aveva permesso di tornare alla realtà.
-Dovresti essere a Edimburgo-.
-Non ha importanza-.
Ma il momento di gioia si trasformò subito in tragedia, almeno per me.
-Ora non sono più un demone-.
-Questo lo percepisco bene-.
-Mi è stato detto dalla Dea Hayes che io non potrò avere figli-.
-Quella dice sempre un sacco di sciocchezze-.
Si conoscevano quindi?.
-E tu come fai a dirlo?-.
-Vecchia conoscenza di mio padre-.
Ma avevo la sensazione che lei avesse ragione, che forse non avrei potuto avere altro se non il privilegio di vivere una seconda volta.
-Comunque resterò qui qualche giorno, per controllare che le ferite si chiudono correttamente, Kagome tu puoi stare nella stanza degli ospiti, si devono mettere solo le  coperte e lenzuola-.
Era stranamente gentile, forse aveva bisogno anche di mia sorella, per qualunque evenienza.
-Grazie Sesshomaru, sistemerò a dovere, vi lascio un po' da soli e preparo un the-.
Chiuse la porta, lasciando me e Sesshomaru da soli, sicuramente avevamo molto da parlare.
-Come è stato l'incontro con mia madre?-.
Giusto, con quello strano essere che è la mamma di Sesshomaru, davvero molto strana, come lui d'altronde.
-Non so, è un po' strana-.
-Non farci caso, è sempre così: da quando papà l'ha lasciata per un'umana, odia tutta la razza, strano che con te sia stata benevola-.
-Forse perché  sono la tua ragazza?-.
-Si ferma poco su queste frivolezze, avrà visto qualcosa in te che le ricordava me-.
Piuttosto penso che non vede l'ora di togliersi davanti una come me, il suo sguardo era molto freddo e quasi mi sembrò che a primo impatto mi odiasse. 
-Comunque riguardo alla questione dei figli, io vorrei sapere una cosa..-.
-Dimmi-.
-Quando sono venuta a Edimburgo, la questione dei geni demoniaci..-.
Era strano da spiegare, perché se appunto lui mi avesse trasmesso dei geni demoniaco, ciò significa che per trasmetterli doveva per forza avermi messo incinta, cioè non saprei in quale altro modo si possano trasmettere.
Assurdo da parlarne, ma se fossi stata incinta, probabilmente ora io avrei.. avrei..
-Io ho abortito, non è così?-.
Sesshomaru rimase pietrificato dalle mie parole, rotte da singhiozzi imminenti, non sapeva cosa dirmi o tanto meno cosa fare, era più sconvolto di me.
-Quando sei morta, ti ho trovato in un lago di sangue. È probabile che si, tu abbia abortito-.
Se prima la vita era una pioggia alterna, ora era incessante, sulla mia pelle come tante lame pronte ad ucciderti.
-Mi sento vuota..-.
-Però non è detto, i geni si trasmettono anche senza parlare di gravidanza-.
-In che modo scusami?-.
Sesshomaru alzò gli occhi al cielo, sbuffando sonoramente e portandosi una mano alla fronte: mi prese proprio per stupida, in realtà non sapevo come funzionava fra demoni e umani, avevo tutto il diritto di sapere.
-Basta anche solo un rapporto-.
-Quindi le tue ex sono tutt'e demoni adesso?-.
-Non esattamente, si sceglie a chi trasmetterlo e a chi no, io ho scelto te-.
Lui aveva scelto me per portare avanti la sua razza, in realtà io avevo rifiutato questa possibilità per tornare alla vita da semplice umana,ora invece non posso dargli nulla di quello che effettivamente vuole.
-Perdonami, Sesshomaru-.
-Sesshomaru..-.
Kagome entrò nella stanza, con uno sguardo serio e preoccupato, aveva sicuramente pessime notizie.
Si avvicinò a noi, porgendomi il the e , prendendo un lungo respiro , iniziò a parlare.
-Non posso alzare la voce, ma ascoltami: Inuyasha ha detto che sei stato seguito e lui sta arrivando, siamo circondati-.
Sesshomaru strinse la presa sulle mie spalle, facendomi poggiare le guance umide sulla sua camicia, ma cosa stava succedendo ancora.
-C'entra mia madre, giusto?-.
-Hanno seguito il suo odore, nonostante tu abbia mascherato il tuo-.
-Maledetta..-.
-C'è una barriera che durerà due giorni, dopo di che dobbiamo prepararci al peggio-.
E se io nella vita non ho mai avuto paura, adesso, la paura stessa età padrona di me.
"Andrà tutto bene" sarà solo un modo più carino per dire " speriamo che passeremo anche questa".
In realtà di sicurezze ormai, non ne avevo più.



   
 
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