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Autore: Geh__    13/02/2017    3 recensioni
E si sa, se sei uno Stark non puoi avere una vita tranquilla, figuriamoci se tuo fratello è Iron Man.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, T’Challa/Black Panter
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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La partenza era stata una delle cose più stressanti che Emma avesse mai affrontato in tutta la sua vita.
“Dopo Montecarlo, tutto viene dopo Montecarlo”.
Innanzitutto,  c'erano state le migliaia di spiegazioni che Emma dovette dare ai suoi amici e ai suoi colleghi.
In secondo luogo, non potette dire dove andava, quindi dovette inventare che andava in un posto sperduto della Russia e che quindi sarebbe stato meglio se non l'avessero raggiunta. “Davvero, mi hanno detto che è orribile”.
E terzo, le valigie: Emma aveva sempre avuto un grosso problema con le valigie. Lei riponeva i vestiti ordinatamente (o almeno così credeva), ma magicamente questi diventavano una grossa palla, che la costringevano a sedersi sopra per riuscirla a chiudere. Inutile dire che la stessa cosa capitò con i quattro bagagli che aveva preparato, ma dopo interminabili lotte riuscì a non farli scoppiare. “Altro che Iron Man”.
Arrivò all'aereoporto alle 5.30 in punto, come Tony le aveva detto, e quando entrò nel suo jet privato, lo trovò al computer con aria applicata.
«Che stai facendo?»
Tony non staccò gli occhi dallo schermo, nè tantomeno le rispose fin quando non ebbe finito.
«Buongiorno, Naso Rifatto»
Emma gli rispose con un mh poco convinto che fece sorridere Tony.
«Provo pietà per quei poverini che devono lavorare con te, sei sempre così affabile»
«Tra quanto arriviamo?»
Tony controllò l’orologio e le rispose «Tra una decina di ore».
Emma non vedeva l’ora di arrivare, di conoscere quel posto e la gente che ci viveva. Voleva sapere tutto ciò che c’era da sapere ma specialmente voleva vivere quella esperienza a pieno. Quando sarebbe tornata a New York non doveva avere alcun tipo di rimpianto.
«Credo proprio che mi addormenterò, ci si vede tra 5 ore»
«Conoscendoti potresti svegliarti direttamente in Wakanda»
«Non lo escluderei»
Questo però non accadde, perché Tony si era ritrovato con una bomboletta di panna spray tra le mani. Guardò prima Rhodey per capire cosa ne pensasse, e lo sguardo torvo con cui lo rispose gli fece capire bene come la pensava: morirai.
«Oh no, moriremo tutti per una crisi isterica. Abbiate coraggio, miei prodi compagni di viaggio»
E con queste parole iniziò a riempire la sorella di panna sulla faccia e sui capelli, la ragazza si svegliò dopo mezz’ora perché si sentiva la faccia… bagnata. Dopo che si trovò la mano piena di panna arrivò la crisi isterica che Tony aveva preannunciato.
«Che hai fatto… COSA HAI FATTO?!»
«Ti ho riempita di panna. Credevo fosse ovvio» le rispose Tony ridendo, poi rivolgendosi a Rhodey, continuò «…davvero, e lei si sarebbe laureata con la lode?»
Emma prese la bomboletta di panna urlando epiteti poco gentili nei confronti del fratello, e i due passarono i restanti 10 minuti a lottare con la panna sotto gli occhi sbigottiti di Happy e la totale indifferenza di Rhodey che iniziò a leggere un giornale.
Si fermarono quando Emma si sedette su una poltrona affannando.
«Dio Tony, ora dovrò lavarmi a cambiarmi. Grazie tante»
Tony le fece un inchino e le disse «Ma ti pare».


*  *  *


Il resto del viaggio passò tranquillo, sempre tra vari sfottò e vari insulti tra i due fratelli. Aggiungiamo anche i lamenti di Happy e Rhodey.
«Siamo quasi arrivati. Allacciate le cinture, che tra poco decolliamo»
Emma guardò fuori dal finestrino, e rimase incantata per il lago Turkana che sotto di loro si estendeva e che poco a poco si avvicina sempre di più.
Quando scesero dall’aereo, la prima cosa che tutti notarono (e grazie tante) era la gigante statua di una pantera che, minacciosa, proteggeva la città.
«Fammi indovinare… la pantera nera?»
«Ah, ecco che viene fuori la lode!»
Emma gli diede un pugno sul braccio e gli stava per rispondere, ma si dovette fermare perché T’Challa, il Re, gli stava andando incontro.
Quando arrivò, Tony, Rhodey e Happy abbassarono il capo, Emma li fissò prima stranita, ma dopo che ebbe capito li seguì a ruota. Poteva giurare di aver visto un mezzo sorriso sul volto del Re.
«Vostra Altezza»
«Wamkelekile Wakanda. E’ un piacere avervi qui, signor Stark»
«Anche per me, e volevo ringraziarti anche per aver accettato mia sorella»
T’Challa si girò verso Emma, e lei piena di imbarazzo abbassò nuovamente lo sguardo.
«Vostra Altezza»
«Sono sicuro che vostra sorella sarà eccellente nel suo lavoro anche qui. Ora, sarà meglio se entrassimo»
T’Challa si avviò verso il palazzo, e tutti lo seguirono senza fiatare.

 
*  *  *

 
Dopo avergli fatto fare un giro orientativo del palazzo, Tony si fermò in disparte con Emma. 
«Io e T’Challa dobbiamo parlare di alcune cose…» Tony la fermò prima che lei potesse replicare «…che tu non puoi ascoltare. Ci vediamo dopo»
T’Challa la guardò e mormorò qualcosa in Wakandiano ad un ragazzo.
«Miss Stark, Akin la accompagnerà nei nostri laboratori. Sono sicuro che lei vorrà vedere i posti in cui lavorerà»
Emma annuì e seguì Akin che si era già avviato senza aspettarla.
Quando arrivarono tra i laboratori Emma rimase incantata: era tutto nuovo e le attrezzature erano molto più all’avanguardia di quelle che 
avevano al Presbiterian.
«A New York non ce le avete?»
Fu la voce di Akin a farla ritornare sulla terra, Emma si girò e si accorse che la stava fissando. 
«Non come queste… cavoli, sono magnifiche. Aspetta, ma tu parli la mia lingua?»
«Eh già, T’Chaka non badava a spese. Comunque, tutti qui lo parliamo»
Emma sospirò sollevata, in quei giorni si era preoccupata su come avrebbe interagito con quelli che sarebbero diventati i suoi colleghi.
«Oh, che sollievo. Non conosco nemmeno una parola in Wakandiano»
«Da quel poco che so tu sei un medico, giusto?»
«Giusto. Sono un chirurgo, tagliuzzo la gente»
Akin la guardò stranito e Emma iniziò a ridere. La sua risata però si spense quando vide una capsula di ibernazione. 
«Cos’è? Voglio dire… so cos’è, ma dentro, chi c’è?»
Si avvicinarono, ma il viso dell’abitante della capsula non si vedeva.
«Ci stavo giusto arrivando… credo che tu abbia sentito parlare del Soldato d’Inverno, no?»
Emma si sentì mancare, e Akin se ne accorse, perché le mise una mano sulla spalla.
«Stai bene?»
«Benissimo, scusa, sono solo stanca. Stavi dicendo?»
«Beh, brutta storia, il Soldato d’Inverno si chiama James Buchanan Barnes, e fu preso dall’Hydra durante la seconda guerra mondiale…»
Emma lo interruppe, e si andò a mettere davanti alla capsula per cercare di vedere all’interno.
«Sì, conosco la storia. Vuoi dirmi che qui dentro c’è lui?»
«Esatto. Quello che stiamo facendo è trovare qualcosa che gli possa ristabilizzare il cervello, almeno un minimo»
«E’ quello che dovrò fare anche io?»
«Direi proprio di si. E’ eccitante, non è vero? E’ una corsa verso l’ignoto»
Akin premette qualche pulsante, e all’improvviso il volto del Soldato le apparve avanti. Sembrava un semplice ragazzo che dormiva. 
Emma però vedeva anche l’uomo che aveva ucciso i suoi genitori, e si sentì come se sotto i piedi non avesse niente, come se ci fosse il vuoto. 
Scappò da lì e si mise a correre con un solo obiettivo: Tony.

       *  *  *
Salve!
Eccomi con un nuovo capitolo, questa volta più lungo del precedente. 
Qui vediamo Emma arrivata in Wakanda e scopre che c'è una persona a lei indesiderata. Cosa vorrà dire a Tony? 
Poi, T'Challa è un Re, vive in un palazzo, no? Se mi sbaglio, correggetemi! ahahaha
"Wamkelekile Wakanda" significa "Benvenuti in Wakanda" in Xhosa, la lingua che hanno usato per il Wakandiano in Civil War.
Mi aspetto come sempre una recensione, per sapere cosa ne pensate.

A presto :)
  
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