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Autore: nikita82roma    14/02/2017    7 recensioni
Una rapina in una gioielleria. Un giorno come tanti. Un caso come tanti. O forse no.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
- Questa storia fa parte della serie 'Partner in Crime. Partner in Life'
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Arriva quel momento in cui si riceve una telefonata ed il mondo cambia, per sempre, ma non ne sei ancora consapevole, pensi che sia una delle tante telefonate che arrivano al distretto, di quelle che richiedono la presenza sulla scena del crimine. Così quella mattina, era stato Ryan a dire a tutti che c’era stata una rapina in una gioielleria: il rapinatore era scappato lasciandosi una scia di sangue dietro. Aveva guardato la sedia di Castle ma era vuota, lo sapeva, era un gesto istintivo cercare la sua presenza il suo sorriso, quello scatto che faceva ogni volta che sentiva squillare il telefono e qualche volta se ne era uscito con una frase infelice, “Che bello un omicidio!” ma non perché fosse insensibile, Castle era la persona più sensibile che conoscesse, solo perché così poteva stare con lei, ma questo lo aveva capito solo molto tempo dopo. Quella mattina, però non era lì, aveva degli affari urgenti con la sua casa editrice, il nuovo libro di Nikki Heat sarebbe uscito di lì a poco e lui doveva decidere alcune cose prima della stampa. Un ladro che scappa, non si sarebbe perso un granché, non c’erano teorie folli da elaborare o qualche controverso profilo del killer, solo un uomo in fuga da trovare e partenti delle vittime da consolare, normale amministrazione, purtroppo, e New York era piena di questi pazzi che non si rendevano nemmeno conto di come un loro gesto distruggesse più che una vita, ma quella di tutte le persone che gli volevano bene. 

 Quando arrivarono sul luogo i colleghi della pattuglia di zona erano già lì ed avevano recintato l’area fuori dalla gioielleria. Un’ambulanza stava portando via un uomo ferito all’esterno, durante la fuga. Dentro il locale c’era Lanie, anche lei era già arrivata, intenta a lavorare su uno dei corpi a terra. Tre cadaveri, le avevano detto al telefono. Un cliente e due commesse. Un terzo commesso era stato solo ferito in modo non grave e lo stavano medicando all’interno i paramedici.
Passarono oltre il nastro che delimitava la scena del crimine mentre gli agenti faticavano a tenere lontani curiosi e giornalisti immediatamente accorsi, attirati dagli spari in una zona così centrale della città. Kate mentre camminava a passo svelto fece una smorfia, c’era qualcosa che le mancava mente si stropicciava le mani, era la tazza di caffè caldo alla vaniglia che Rick le portava ogni volta, non lo aveva preso nemmeno al distretto, lei con quella macchina andava poco d’accordo e poi il caffè di Castle aveva tutto un altro sapore.
Non si era accorta di essere rimasta indietro e che i suoi colleghi erano già entrati mentre lei era persa nei suoi pensieri. Vide Ryan uscire con la faccia stravolta e le scappò un mezzo sorriso, Kevin era quello che peggio sopportava la vista delle scene del crimine e dalla suo volto quella doveva essere particolarmente cruenta.

- Forse è meglio che resti qui Beckett - le disse preoccupato.

- Andiamo Kevin lo sai che non mi impressiono facilmente! - gli sorrise passando oltre ed andando dentro. Anche Esposito e Lanie sembravano provati, eppure era una sparatoria, in tanti anni avevano visto di peggio tra cadaveri smembrati, decomposti o orrendamente mutilati.

- Avete chiesto i nastri alla sorveglianza ed interrogato il commesso? Magari può dirci qualcosa di utile. - Chiese la detective avanzando verso Javier.

- Kate… - la chiamò l’ispanico con un filo di voce.

- Chi è la vittima? Aveva i documenti con se immagino. - continuò Beckett

- Non è necessario vedere i documenti. - disse Lanie.

- Beh allora? - Indicò il telo che copriva il corpo.

- Sarebbe meglio che non guardassi Kate - continuò l’amica 

- Dai Lanie! Non sono impressionabile come Ryan - non la stette a sentire e spostò il lenzuolo bianco. Ogni traccia di sorriso scomparve dal suo volto.

- No! - Riuscì solo a gridare - Non doveva essere qui, doveva essere alla Black Pawn! Perché era qui? 

La voce di Beckett tremava, senza riuscire a guardare in basso. Cercava risposte nei suoi amici, risposte che nessuno poteva darle. Lanie le si avvicinò per abbracciarla ma scacciò via la sua mano repentinamente.

- Era qui per ritirare un anello. - Era la voce del commesso in fondo alla stanza attorniato dai paramedici che gli stavano medicando un braccio. Si avvicinò a lui, come un automa.

- Il signor Castle era qui per ritirare un anello - ripeté l’uomo - Per la sua fidanzata, presumo. Era molto felice, voleva farle una sorpresa per San Valentino.

Kate annuì tornando indietro. 

- Dobbiamo chiamare Martha e Alexis. - Disse Esposito - Ed anche questa fidanzata della quale non ci aveva detto nulla. Tipico di Castle, lasciarci sempre fuori dalle notizie veramente importanti! - L’ispanico sorrise amaro trattenendo a stento le lacrime, commosso anche lui.

Beckett si piegò sul corpo, facendo segno agli uomini della scientifica di aspettare. Si inginocchiò vicino a lui, scostò il telo e gli scoprì il volto. Sembrava sorridere, sembrava veramente felice. Lo accarezzò, gli spostò il ciuffo che gli copriva la fronte, sempre fuori posto. Non riuscì più a trattenere le lacrime né i singhiozzi. Lo scoprì ancora vedendo il punto esatto sul petto dove era stato colpito e lo colpì urlando che non doveva farlo, non doveva essere lì. Vide la mano di Castle protesa lungo il corpo tenere una scatolina tra le dita. La sfiorò chiudendogli la mano sotto la sua, stringendolo. Il viso di Kate era ormai completamente rigato dalle lacrime, e stava lì, vicino a Rick e non voleva che lo portassero via. Che lo portassero via da lei. Non era pronta a dirgli addio.

- Forse nell’anello c’è inciso il nome della sua donna. - Esposito catturò l’attenzione de Kate che si voltò a guardare il collega con un’espressione straziata. Prese la scatola ma non riuscì ad aprirla e Javier gliela prese dalle mani e tolto l’anello dalla sua posizione naturale lesse l’incisione all’interno.

- Nulla, solo una parola, Always - disse l’ispanico con tono contrariato.

Quella parola pronunciata da labbra diverse le fece male più che se avessero sparato a lei, e sapeva bene cosa si provava.

- Always… - Ripeté Kate in un sussurro e per lei il mondo sparì in quel momento. Non c’erano più gli agenti della scientifica, i suoi colleghi, i paramedici, nessuno. C’era lei. C’era Castle. 

Poggiò la fronte su quella del suo scrittore, lasciò che le lacrime che scendevano bagnassero anche il suo volto. 

- Non dovevi farlo Castle, non dovevi venire qui, non dovevi lasciarmi sola. Ti amo Castle.

Gli accarezzò il volto chiudendo gli occhi, sperando che quando li avrebbe riaperti non si trovasse lì, che tutto quello fosse solo un incubo che era nel suo appartamento e Rick dormiva ancora vicino a lei. Lo aveva baciato quella mattina quando era già vestita, poco prima di uscire. Lui si era svegliato e le aveva solo detto che quella sera avrebbero festeggiato a lungo ed aveva una sorpresa per lei. Le aveva chiesto un altro bacio prima di uscire e lei era tornata indietro perchè non poteva rifiutarglielo. Era stato l'ultimo. Il loro ultimo bacio. Aprì gli occhi ed era sempre lì, e Castle sembrava sempre che stesse sorridendo, ma lei proprio non ce la faceva.

 - Ti amo BabeAlways

Le labbra di Kate sfiorarono quelle di lui e non avevano più il suo calore, ne fu spaventata, come se non se lo aspettasse. Lo baciò e fu il bacio con più amore e dolore che gli avesse mai dato e si lasciò andare su di lui, macchiandosi con il suo sangue, più che la pelle e i vestiti, l’anima.
Esposito e Lanie avevano sentito le sue parole pronunciate a voce più alta di quanto lei volesse.
Javier le si avvicinò aveva ancora lui in mano quell’anello che avrebbe dovuto unire i suoi amici per sempre ed invece li aveva divisi tragicamente. Lo sentì come scottare tra le mani, non era una prova, non lo sarebbe mai stato, lui lo aveva preso e lo avevano toccato già troppe mani che non dovevano. Esposito si chinò per appoggiarlo vicino alla mano di Kate poggiata sul petto di Rick.
Non c’era bisogno di rintracciare nessuna donna.

   
 
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