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Autore: OcaPenna    14/02/2017    3 recensioni
CROSSOVER (Lucifer-Supernatural), SPOILER!: Ciao a tutti! Visto che ho un po' di idee diverse che mi frullano in testa ho pensato di presentarvele e scegliere con voi quale sviluppare. Quello che state per leggere va inteso come un PILOT, un assaggio che getta possibili basi per una storia.
Vi propongo un crossover che gioca sull'idea di sostituire il personaggio di Lucifero di Supernatural con quello di Lucifer della serie omonima. Il contesto sarebbe quello della 12esima stagione di Spuernatural ma anche della prima stagione di Lucifer (con aggiustamenti per entrambe, ovviamente).Il giochino porta tutto un filo OOC ma, hei, senza sfida non c'è gusto!
Mi raccomando, le vostre RECENSIONI sono essenziali per decidere se sviluppare l'idea in una vera e propria storia. Baci Baci a tutti e divertitevi!
Genere: Angst, Azione, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Crowley
Note: Cross-over, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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ANGOLO DELL'AUTRICE

Il gioco che vi propongo è questo: nei prossimi giorni pubblicherò alcune one-shot che sono assaggi (le segnalo col termine PILOT) di storie che ho in testa e tra le quali non riesco a decidermi così decidiamo insieme quale potrebbe funzionare meglio. 
Per farlo le vostre recensioni sono ovviamente vitali per cui vi prego, vi prego non trattenetevi! Piuttosto lasciatene di negative perchè anche quelle mi servono moltissimo.

La prima proposta che vi faccio è questa:

Mettiamo che Lucifero di Supernatural sia Lucifer e che Mazekeen sia il demone che, una volta uscito dalla gabbia, è diventato il suo braccio destro. Dopo la faccenda con Amara se n’è andato a Los Angeles ad aprire il Lux e ora Crowley e Castiel l'hanno trovato e spiato. Non sembra pericoloso ma sempre meglio premunirsi...
 
 

Patto col diavolo


«Che posto è questo?»
 
Crowley si voltò verso l’angelo.
 
«Sul serio?» ridacchiò tra sé «un’eternità di divertimento la tua»
 
Stupido pennuto.
 
Castiel sbuffò. Odiava lavorare con quel demone: non capiva metà dei suoi sproloqui, poi c’erano gli insulti, la violenza e il puzzo. Puzzava di zolfo e scotch, era vomitevole. Non aveva idea che i demoni sudassero tanto.
E adesso erano finiti nella tana di Lucifer in persona, in quel posto assurdo che sembrava uno dei locali dove era stato a volte con Dean, solo più grande, molto più grande, più ordinato e più freddo. Si chiese perché suo fratello si fosse infilato in un posto così assurdo e a quale tortura servissero quel pali che andavano da dei grossi cubi neri al soffitto.
 
«Ciao Maze!»
 
«Crowley!» disse la demonessa in latex (poco latex) nero oltre il bancone sputando la vodka che stava bevendo.
Una gigantesca rastrelliera incorniciava quel corpo da pantera, perfino nella reazione poco composta di poco prima aveva mantenuto un certo modo felino di muoversi.
 
«Con un angelo!» aggiunse dopo un istante sgranando gli enormi occhi scuri e saltando il bancone con due lame nelle mani.
 
Una pantera con dei grossi artigli.
 
Castiel fece scivolare la lama angelica l’ungo la manica del trench fino a ritrovarsela stretta in mano.
 
«Hei hei hei, signori...signori...» disse Crowley che non aveva nessuna intenzione di ritrovarsi in mezzo a una rissa tra i due. «Maze, mia cara...» aggiunse in tono pratico ma la demonessa lo interruppe prima che potesse continuare.
 
«Da quando te la fai con gli angeli, cane?» e c’era disprezzo nella sua voce ma la tensione dei muscoli pronti a scattare rendevano quel corpo ancora più attraente.
 
A Crowley quel riferimento non piacque. Ingoiò il rospo a malincuore stringendo le labbra tra loro in un gesto istintivo per contenere la rabbia. Chi si credeva di essere quella troia?! Lui era il Re e prima che ricomparisse quel damerino di Lucifer era lei a portare il guinzaglio per lui! O ma gliel’avrebbe fatta pagare… e nella sua mente contorta baluginarono un paio d’immagini stuzzicanti.
 
«Dobbiamo vedere Lucifer» disse Castiel.
 
«Haha, certo! Lucifer non vuole vedervi»
Quell’angioletto aveva un tramite niente male e quel suo modo di atteggiarsi con un palo nel culo… doveva essere un gran bel porco per farsela con Crowley.
Quasi quasi a Maze stava passando la voglia di scuoiarlo.
 
«Dov’è Lucifer?» Castiel non aveva intenzione di mollare, la lama angelica stretta in una mano e il bisogno di tornare ad ammazzare qualche demone per sentirsi di nuovo un Angelo del Signore.
Tutta quella faccenda del lavorare con Crowley non gli piaceva e non era solo un problema olfattivo: era lontano dal Paradiso da molto e sentiva che la vicinanza di quell’essere non lo aiutava a mantenere pura la sua grazia.
 
La domanda indispettì Maze: era riluttante ad ammettere di non avere idea di dove si fosse cacciato. Da quando erano sulla terra il suo capo era diventato… strano… e adesso quella storia della detective! Due volte su tre non aveva idea di dove si cacciasse.
 
«Ma guarda un po’ chi si vede»
 
Parli del diavolo…
 
«Il mio fratellino con il mio cucciolo preferito» disse Lucifer superando Castiel con una pacca sulla schiena affettuosa che fece trasalire l’angelo e raggelò il sangue nelle vene al demone. Non che il Diavolo sembrasse far nulla per apparire minaccioso, anzi c’era nel suo modo di camminare mentre andava verso il bancone di mogano un’ostentata rilassatezza: una mano lasciata cadere lungo il fianco, l’altra infilata nella tasca del completo Prada.
 
Bel completo, pensò distrattamente Crowley.
 
«Cosa posso fare per voi?» chiese Lucifer poggiandosi al banco con un fianco.
 
Bel completo e bel tramite: alto e slanciato in quella stoffa blu marino che cadeva alla perfezione sulle spalle ampie, due begli occhi scuri e le labbra di un rosa accesso che esaltavano il solito sorriso da schiaffi, quello non cambiava mai.
Prima o poi sarebbe riuscito a prenderlo a calci nel culo, ci sarebbe riuscito eccome!
 
«Non dirmi che sei ancora offeso per quel giochino del guinzaglio» aggiunse Lucifer notando il broncio del demone «ammetto che forse è stato un po’ pesante...»
 
«Un po’ pesante?» pensò il demone sentendo salire la rabbia «giochino?!» lo aveva umiliato davanti all’interno Inferno, lo aveva legato, gli aveva fatto indossare quei, quei vestiti assurdi!
 
«Mi hai fatto lavare l’Inferno con la lingua!» gli abbaiò contro Crowley senza riuscire più a trattenere la rabbia.
 
«Beh, avevi complottato contro di me, mi avevi tradito e fatto rinchiudere in una gabbia con mio fratello. Siamo pari direi» nonostante il tono petulante Lucifer non solo non sembrava per nulla arrabbiato ma piuttosto divertito.
 
«Vogliamo proporti un patto» si fece avanti Castiel a cui non importava un bel niente delle umiliazioni di Crowley.
 
«Un patto! La serata si fa interessante» disse Lucifer sfoggiando un gran sorriso «molto bene! Ma meglio andare in un posto più… intimo» disse con un’occhiata alle lame che ne Maze ne Castiel avevano riposto.
 
Tra poco il Lux avrebbe iniziato la sua vita di locale notturno ed era saggio che le Britney non si trovassero nel mezzo di una discussione tra il fratellino e Maze.
 
 
 
 
 
 
 
 
Il piano superiore del Lux era un lussuoso attico arredato con un impeccabile stile contemporaneo. Non eccedeva nel lusso ma giocava con gusto tra la sobrietà e la ricercatezza. Crowley avrebbe optato per qualcosa di più teatrale ma doveva ammettere che una parte di lui avrebbe voluto avere la stessa eleganza. Per non parlare dello scotch! Il diavolo aveva versato due bicchieri di un delizioso Aultmore single malt, doveva essere in vena di carinerie e se voleva ottenere che gli sbollisse la rabbia ci stava riuscendo.
 
Lucifer aveva provato ad allungare un bicchiere anche a Castiel che aveva rifiutato. Le molecole dell’alcohol non avevano nulla di gustoso. Come facesse ad apprezzarle l’arcangelo non avrebbe saputo dirlo.
 
«Allora, immagino abbiate un qualche tipo di leva» disse Lucifer senza smettere di sorridere «sono curioso, di che si tratta?»
 
«Abbiamo le tue ali» rispose Castiel mentre Crowley tirava fuori il telefono per mostrargli una foto di Dean nel conteiner di Lucifer. La foto doveva averla fatta Sam e mostrava un Dean molto soddisfatto con i due pollici alzati e l’aria da ragazzino imbecille in gita scolastica.
 
Il Diavolo sembrò quasi sollevato.
 
«Le mie ali! Ma certo… e cosa vorreste in cambio?»
 
«Rinunci ad ogni pretesa sull’Inferno con un accordo scritto» rispose il demone la voce roca e pacata dalla quale trapelava solo una leggerissima traccia di terrore. Era chiaro che il Diavolo stava giocando con loro ma non sembrava volesse scuoiarli vivi o incatenarli o altro.
 
«E ti impegni a non nuocere agli umani» aggiunse l’angelo.
 
Lucifer si prese il tempo di alzarsi dalla poltrona ed andare ad esaminare con più attenzione la foto prima di rispondere.
 
Si stava divertendo, molto. Gli piaceva da pazzi il modo in cui il fratellino cercava di darsi un contengo, con quel fare impettito da bravo soldatino. O ma lui poteva leggergli dentro, lui sapeva quanto l’umanità lo stesse corrompendo. E il demonietto?! Adorabile. Uno scarto dei gironi mal riuscito che giocava a portare la sua corona… contento lui… aveva sempre disprezzato quelli della sua risma, non era come Maze, una guerriera tutta fuoco e catene, era un piccolo burocrate, ecco cos’era. E se la faceva sotto dalla paura. Lo divertiva da matti. Ma c’era anche qualcos’altro in mezzo a quel marciume, qualcosa che non capiva bene ma gli faceva tenerezza. Decise di non farci troppo caso.
 
«Capisco…» disse fissando il demone. Poi dopo una pausa aggiunse «tanto per cominciare non sono interessato alle ali. Tenetevele» dando una sorsata al super alcolico.
 
Castiel strinse più forte la lama angelica mentre le pupille di Crowley si dilatavano per la paura. Quella storia non poteva finire bene.
 
«Ma» aggiunse Lucifer dopo una pausa «potremmo fare un altro gioco: voi mi dite cosa desiderate veramente e io firmo il vostro patto».
 
Il demone e l’angelo si scambiarono uno sguardo stupito.
 
«Oh, andiamo! Il mio fratellino caduto che lavora con il Re dell’Inferno, sono certo che ci sia una storia affascinante di sporchi e sordidi desideri repressi» il sorriso di Lucifer aveva una piega di perversione che provocò un’inaspettata reazione di lussuria nel corpo di Crowley. Non così inaspettata dopo tutto, aveva sempre avuto un debole per il potere e Lucifer era IL potere e in quel momento si divertiva a farglielo pesare.
 
Il Diavolo lo sorpassò strizzandogli l’occhio per pararsi davanti a Castiel ignorando del tutto la lama che ancora stringeva in pungo.
 
«Avanti fratellino, cos’è che desidera il tuo piccolo cuore d’angelo più di ogni altra cosa? Qual è quell’inconfessabile voglia che ti ha portato a lavorare con questo abominio?» Castiel cercò di resistere a quello sguardo ma anche nei suoi momenti di massima forza si sarebbe piegato di fronte al potere dell’arcangelo.
 
«Vorrei essere umano» rispose «vorrei sentire di nuovo il sapore del cibo, e il caldo. Io vorrei… vorrei che Dean...»
 
«Ohoh! Un umano!» Lucifer aveva un luccichio negli occhi ma Castiel non ne aveva paura. Era cambiato qualcosa in suo fratello, non era più lo stesso dei tempi dell’Apocalisse. Forse l’incontro con loro padre aveva avuto più effetto di quanto pensasse.
«Andiamo, fratellino, la storia si fa interessante...»
«Vorrei che Dean fosse di nuovo orgoglioso di me» disse alla fine non riuscendo a trattenere le parole.
 
Lucifer sembrò deluso.
«Sul serio? Tutto qui? Oh, dai!» sbuffò di fronte all’aria accigliata dell’angelo «perfino i desideri di voi soldatini sono noiosi!»
Lucifer si voltò con una piroetta di danza.
 
Quel tramite era, beh, era davvero un bel tramite tornò a pensare Crowley con un moto d’invidia e rispetto.
 
«E tu, cagnolino? Che cosa vorresti più di ogni altra cosa?» gli chiesero gli occhi scuri del Diavolo e lui sentì le parole salirgli da qualche remoto angolo dell’anima senza che potesse nemmeno provare a opporsi
 
«Voglio essere amato» si sentì rispondere come in trance.
 
Lucifer sgranò gli occhi e batté le mani come se avesse appena fatto la più sorprendente e ilare battuta del secolo
«Ma non mi dire! Il mio piccolo escremento preferito ha un cuore! Ecco cosa c’è che non va in te…» poi tirando indietro le spalle larghe gli puntò contro un’indice divertito «fammi indovinare» disse sornione «sangue umano… qualcuno ha avuto la bella pensata di cercare di farti tornare umano!»
 
Lucifer scoppiò a ridere di gusto. Che serata meravigliosa, molto meglio di quanto avesse potuto aspettarsi! Non si divertiva tanto da un sacco di tempo.
 
Crowley invece voleva sprofondare e cercava di rintanarsi il più possibile nel suo completo nero. Preferiva il Diavolo quando cercava di porre fine al mondo come un adolescente incazzato!
 
«Sono pulito...» cercò di borbottare come scusa.
 
Che cazzo aveva Castiel da guardarlo in quel modo!
 
Lucifer vuotò il suo bicchiere con un lungo sorso poggiandolo sul tavolo.
 
«Beh, bando ai convenevoli. Firmiamo alla vecchia maniera» disse prendendo tra le mani il viso del demone senza smettere di sorridere.
 
Suggellare i patti con un bacio era una vecchia tradizione e il demone si era divertito più di una volta a imbarazzare le sue vittime con quel giochino. Sapeva che ora Lucifer si stava divertendo con lui. E sapeva che stava prolungando quel bacio apposta per metterlo in imbarazzo, per umiliarlo più di quanto già non avesse fatto. Forse era per questo che gli stava piacendo tanto o forse perché Lucifer aveva le labbra più carnose e buone che potesse immaginare o forse perché baciava maledettamente bene.
 
Quando alla fine le mani di Lucifer lo lasciarono andare l’eccitazione gli era cresciuta al punto da non essere facilmente dissimulabile nemmeno davanti a quel tonto di Castiel.
Sapeva benissimo di essere diventato bordeau per l’imbarazzo, la rabbia, l’eccitazione, tutto! e non osava ne muoversi ne tanto meno alzare lo sguardo dalle proprie scarpe.
 
«Siamo d’accordo allora» sentì dire a Lucifer e poté immaginarlo mentre sorrideva soddisfatto versandosi un altro bicchiere.
 
Crowley lanciò un’occhiata di sottecchi a all’angelo e capì che come lui non vedeva l’ora di sgattaiolare lontano da quel posto. Visto che Lucifer non sembrava aver altro da dire decise che potevano reputarsi congedati e si affrettò a lasciare la stanza con Castiel che lo seguiva dopo un attimo di esitazione.
Erano già quasi all’ascensore quando la voce del Diavolo li bloccò.
 
«Ah, e riguardo ai vostri desideri» e all’improvviso era di fronte a Castiel con una lama angelica che gli apriva la gola e lasciava defluire la grazia dell’angelo in una boccetta di vetro «direi che almeno una serata d’umanità te la puoi concedere» disse guarendogli il taglio con una carezza e infilandosi la boccetta nel taschino della giacca.
 
«E per quanto riguarda te, cucciolino, purtroppo l’amore è una cosa che nemmeno io posso controllare ma» e l’espressione corrucciata si aprì in un gran sorriso «sono certo che se sarai mio ospite per la serata troveremo un valido modo di farti dimenticare la tua miserabile solitudine».


 
   
 
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