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Autore: Obli__vion    14/02/2017    0 recensioni
"Le rose sono il simbolo dell’amore, passione, gelosia e tradimento, l’amore a prima vista di una persona verso un’altra... Scusa, probabilmente non te fregherà più di tanto ma le rose sono il mio fiore preferito e poi ho notato il tuo tatuaggio sul polso”
Io nel frattempo ho riconosciuto la persona con cui sta avendo una conversazione, ma non voglio rovinarle la sorpresa e non dico niente e cerco di mantenere la calma
“Diciamo che ho imparato qualcosa in più... Si a quel tatuaggio sono molto affezionata, rappresenta il mio gruppo preferito e il componente a cui sono più legata diciamo” e nel frattempo alza lo sguardo e rimane di sasso a momenti potrebbe avere un collasso, ma riesce a mantenere la calma e diventa leggermente rossa in faccia
“Mi piacerebbe proprio conoscere questo gruppo e il membro a cui sei affezionata.. magari se hai voglia puoi descriverlo, magari lo conosco -ride- comunque a parte questo, da quanto tempo segui noi e la nostra musica?”
Genere: Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jared Leto, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sento bussare alla porta, non so nemmeno che ore siano, ma fuori c’è il sole.
Ancora mezza addormentata prendo il telefono, che ho posato sul comodino la sera prima, sono le 14:30.
Abbiamo decisamente dormito parecchio, continuano a bussare alla porta in modo insistente.
Mi alzo dal letto ancora mezza rincoglionita camminando un po’ a destra e un po’ a sinistra fino ad arrivare davanti ed aprirla.
Non so se sto sognando o meno ma mi ritrovo Shannon ed Antoine davanti
“Siete reali?” domando, no perché non vorrei essere presa da allucinazioni
“Certo, siamo solo venuti a svegliarvi e a rompervi le scatole cosa pensavi... No scherzo, ma ti abbiamo per caso svegliato?” domanda Shannon. No ma va conciata così non mi sono appena alzata no ma va
“Ehm si, ma Charlie dorme ancora.. quindi fate piano” dico andando a sedermi, come non detto uno fa una cosa e Shannon va e ne fa un’altra.
Avvicinandosi piano piano al lato del letto dove Charlie dorme, inizia a fissarla, lei dormendo di gusto giustamente non si accorge.
Di solito ti senti osservato anche quando dormi e ti svegli, ma lei proprio zero continua a dormire.
Per svegliarla prende e inizia a farle il solletico ai piedi e di colpo si sveglia e non facendo apposta a Shannon gli arriva una pedata sul fianco e cade a terra scoppiando a ridere.
Charlie lentamente inizia a svegliarsi come si deve e si accorge che non sta sognando nemmeno lei e si fionda sotto le coperte
“Ma voi due che cosa ci fate qui?”
“Cos’è che hai detto? Se esci da sotto le coperte forse si sente leggermente meglio” Shannon ridendo
E vedi lei sbucare da sotto le coperte, stropicciandosi gli occhi
“Ho detto, che cosa ci fate voi due qui, in questo preciso momento” sempre lei, mentre Shannon si rialza e si siede sul letto
“Ecco noi volevamo farvi una sorpresa, per quello siamo venuti, ma dovete fare le valigie e darvi una sistemata perché dobbiamo prendere un aereo, quindi raccattate tutto senza lasciare niente di vostro qui” ci spiega Shannon
“Ma noi non abbiamo i biglietti ecc” dico
“Per quello non vi dovete preoccupare.. noi adesso usciamo, voi mettete tutto in valigia, vi cambiate e fate quello che dovete fare e noi due vi aspettiamo di sotto” e senza dire nient’altro escono dalla stanza
“Ora mi fanno paura e non poco quei due” dico, intanto Charlie si è alzata dal letto e recupera le valigie, mettendomi la mia davanti così da poterla riempire senza dimenticare nulla, lasciando fuori qualcosa da metterci per vestire.
Io leggings e un top nero che lascia un po’ la schiena scoperta, mentre Charlie dei leggings e una maglia un po’ oversize per lei, ci guardiamo intorno per vedere se abbiamo lasciato qualcosa in giro ma è tutto a posto.
Ora tocca solo darci una ripulita e basta, non dobbiamo nemmeno metterci un’infinità di tempo prima di fare tardi, la prima a farsi la doccia è Charlie che dopo venti minuti esce e poi entro io.
Dopo altri venti minuti esco anche io, e mi cambio e mettiamo le ultime cose in valigia per poi chiuderla definitivamente, ci lasciamo i capelli bagnati, tanto con i 30° che fanno si asciugano in fretta anche.
Ci infiliamo le scarpe, prendiamo le nostre borse e valigie, ci mettiamo gli occhiali da sole e usciamo dalla stanza.
Andiamo sempre verso l’ascensore, dove entriamo e schiacciamo piano terra, a quell’ora in hotel non c’è anima viva, sono tutti in giro
“Chissà che cos’hanno in mente quei due” dico
“Ah boh, la cosa è leggermente spaventosa ma allo stesso tempo curiosa.. poi voglio dire...”
“Si ho capito che vuoi dire.. Direi che sì, ci sta fare una cosa così”
“Ecco, quindi si va e vediamo che succede poi” risponde e nel frattempo arriviamo al piano della hall ed usciamo. Loro fermi alla reception ci fanno cenno con una mano per far vedere dove sono e li raggiungiamo
“Pronte?” domande Antoine
“Ovviamente, sempre pronte... solo che dobbiamo ridare la chiave e farci ridare i documenti”
“Ah si giusto.. forse è meglio se vi aspettiamo fuori allora” conclude poi Shannon e noi facciamo cenno di si con la testa.
Poco dopo arriva il receptionist
“Avete bisogno?” domanda, no vabbè se siamo qui non è che facciamo i gioppini voglio dire
“Si, le restituiamo la chiave della stanza e paghiamo il conto perché abbiamo avuto un contrattempo e partiamo prima... se ci può ridare i documenti per favore” dice Charlie
“Ah mi dispiace, spero che vi siate comunque trovate bene qui.. certo i vostri nomi e cognomi prego”
“Sisi ci siamo trovate bene.. Allora io sono Chloe Miller e lei Allison Smith”
“Ok, un momento che controllo” e passa a rassegna tutti i documenti fino a trovare i nostri che ci porge e ci dà anche il conto così paghiamo anche.
“Grazie mille, speriamo di tornare presto.. arrivederci” diciamo in coro salutando, prendendo le valigie ed uscendo.
Fuori, i ragazzi ci aiutano a mettere le valigie sul taxi, per poi salire e dirigerci verso l’aeroporto.
Durante il tragitto non vola una mosca, io ho bisogno decisamente del mio caffè mattutino, ma in testa ho solo in mente dove possono portarci.
Arrivati all’aeroporto, scendiamo e scarichiamo le valigie ed entriamo
“Ora che siamo dentro ecc.. potete dirci dove siamo diretti?” domanda Charlie, io mi guardo in giro per vedere dove poter prendere un caffè
“Non riuscite proprio a resistere.. Abbiamo preso 4 biglietti per Londra” Shannon risponde.
Io da che sono assorta dalla ricerca del mio caffè da prendere, mi giro
“Cosa? Cioè oddiooo” dico, Charlie è tipo spiazzata, come incredula alla cosa
“Si, Londra.. il volo parte tra un’ora.. quindi se avete da fare ecc avete un’ora” sempre Shannon
“Oddio, grazie.. cioè non sappiamo che dire” stavolta a rispondere è Charlie
“ Io andrei a prendere un caffè, tanto per iniziare.. Poi non so voi” dico
“Te se non bevi un caffè almeno al giorno, non ti toglie il medico di torno né..” mi dice Charlie
“Tzè scusa ma il caffè è caffè” rispondo e scoppiamo a ridere, e ci dirigiamo al primo bar che troviamo.
Al bar ordiniamo tre caffè e un the freddo ai frutti di bosco, dopo averli ritirati e pagati, andiamo a prendere qualcosa da mangiare e qualche giornale, poi andiamo a sederci, aspettando che annuncino il nostro volo.
Mentre aspettiamo, io faccio come al mio solito.
Avanti e indietro irrequieta, sembra essere un routine ogni volta che prendo un aereo.
Sta fobia prima o poi deve passare, gli altri invece sono belli tranquilli, a volte mi guardano in modo strano, tranne Charlie che sa che ho paura
“Ellie tutto bene?” mi domanda Shannon un po’ turbato
“ Si cioè no, non lo so... è sempre così quando prendo un aereo, ho il terrore che cada” rispondo
“Ah... ma stai tranquilla che non succederà nulla” dice, beh a dirlo è un conto visto che qui sono tutti tranquilli tranne io, che anche se sono sopra una grata per dire il cuore mi va in gola a momenti
“Si spera..” dico mettendomi poi seduta e cercando di stare tranquilla.
Charlie e Shannon ritornano poi a parlare tra di loro e lei appoggia la sua testa sulla sua spalle, mentre Antoine ritorna ad ascoltarsi la musica e io faccio lo stesso guardando gli aerei che partono e inizio a pensare dove posso essere diretti.
Si sono il controsenso fatto a persona.
L’ora passa e chiamano il nostro volo, Shannon da a me e Charlie i nostro biglietti, poi prendiamo le nostre valigie e andiamo al nostro gate, dove percorriamo poi il corridoio, mostriamo biglietti e passaporto, e poi saliamo definitivamente, andando ai nostri posti.
Shannon e Charlie hanno i posti vicini, lei vicino al finestrino e lui a lato del corridoio. Io invece sono vicino ad Antoine.
Lato del finestrino per me e corridoio per lui.
Dopo aver poggiato il mio leggiadro sedere alla poltrona, mi sistemo per bene e mi metto comoda, questo si fa sempre per dire naturalmente, prendo le cuffie e il telefono dalla borsa, contemporaneamente, il comandante annuncia che stiamo per decollare e di allacciarci le cinture di sicurezza.
Dopo averle allacciate, l’aereo inizia a muoversi, piano piano saliamo, decido di prendere le cuffie e metterle nelle orecchie e far partire la musica, chiudendo gli occhi anche.
Più l’aereo sale più mi sale l’ansia, cosa normale all’inizio, poi tutto tranquillo e lentamente riapro gli occhi.
Il volume della musica non è  nemmeno tanto alto che sento la hostess che annuncia che il volo è diretto, e non dura molto.
Grazie a Dio.
Alzo il volume, appoggio la testa al finestrino e inizio a guardare fuori.
Le varie città, i boschi, le case sono così minuscole vedendole dall’alto, le nuvole che coprono a volte anche la visione del panorama, decido di fare una foto, per ritrarre il paesaggio, e ne faccio anche altre come ricordo del viaggio insieme agli altri.
Ci stiamo divertendo e questa cosa mi fa stare bene.
Dopo un’ora e venti di volo, tra il ridere, fare le foto, anche a tradimento.
Perché ad un certo punto Shannon e Charlie si sono addormentati uno appoggiato all’altro, se sa solamente che le ho fatto questa foto, probabilmente prima mi mangia e poi mi abbraccia, e anche Antoine che a momenti con la faccia tocca l’appoggia braccio.
Ci siamo fatti un bel paio di risate.
Il comandante ci dice che stiamo per atterrare e di allacciarci nuovamente la cintura di sicurezza, e chi l’ha mai tolta se non per fare le foto.
Piano ma non proprio in modo delicato,l’aereo atterra.
Quando finalmente si ferma, ci slacciamo tutti quanti la cintura, prendo la borsa e ci infilo il telefono con le cuffie e quant’altro, idem fanno gli altri e in fila indiana scendiamo dall’aereo, passando poi sempre per il corridoio ed entriamo in aeroporto.
In aeroporto, attendiamo l’arrivo delle nostre valigie sul nastro trasportatore, che in men che non si dica le vediamo arrivare e le recuperiamo al volo così poi, ci avviamo alle scale mobili che ci permettono di andare al piano di sotto e uscire definitivamente.
Fuori dall’aeroporto, attendiamo il nostro taxi, c’è un caldo che nemmeno all’ombra puoi stare.
Tutto ad un tratto, sentiamo il telefono di uno di noi suonare, apro la borsa per vedere se è il mio, ma lo schermo è nero, Charlie fa lo stesso ma non è nemmeno il suo
“Ehm Shannon ti sta suonando il telefono” dice di punto in bianco Antoine, Shannon tira fuori il telefono dalla tasca dei jeans
“Pronto...” e poi si allontana per parlare
“Scusate la domanda... ma noi dove alloggiamo? No perché andare in giro con le valigie è leggermente scomodo” dico
“Si.. ecco, non lo sappiamo nemmeno noi, o meglio Shannon ha visto alcuni Hotel, ma poi non so che cos’abbia deciso o fatto”
“Ah quindi... decidiamo all’ultimo se non sa nemmeno lui dove andare” subito dopo Charlie
“Esatto.. Ora aspettiamo che finisca di parlare al telefono e chiediamo a lui direttamente.. è più per voi anche”
“Si sarà anche più per noi.. ma è più per le valigie, sono abbastanza ingombranti quando si va in giro..” concludo, nel frattempo Shannon ha chiuso la chiamata e torna verso di noi
“Chi era?” domanda Antoine, magari pensava fosse qualcuno che li vuole ingaggiare
“Era mio fratello –da che stavo cazzeggiando guardandomi in giro, mi giro verso di lui-  ha detto che è in viaggio e non ho capito bene, dove sia diretto”
“Ah come il suo solito direi.. comunque vorremmo sapere, dove alloggiamo, almeno per posare le valigie e andare a fare un giro poi”
“Ah si giusto, di certo non organizzavo tutto senza scegliere un posto dove dormire, alloggiamo al Royal hotel, è uno degli hotel dove alloggiamo quando vengo qui con la Band” concludendo in risposta.
Nel frattempo il taxi è arrivato, carichiamo le valigie, saliamo e partiamo subito senza perder tempo.
Il tragitto dura più o meno una mezz’ora, arrivati scendiamo prendendo le valigie.
Saliamo la piccola rampa di scalini che ci divide dall’entrata, poi entriamo nella porta girevole che ci permette di entrare direttamente.
Entrati, io e Charlie restiamo leggermente a bocca aperta.
La hall è immensa, stile moderno, la reception è divisa in tre parti con dei computer per le prenotazioni, in mezzo un tavolo rotondo con un vaso enorme di rose rosse e dei petali poi sparsi in esso, con poi delle sedie e tavolini per l’attesa anche.
Shannon sventola una mano davanti alle nostre facce per richiamare la nostra attenzione
“Scusate se vi disturbo nell’ammirare l’hotel, ma avrei bisogno dei vostri documenti per registrarvi”
“Ah si giusto aspetta” gli risponde Charlie, tiriamo fuori il portafoglio e gli diamo la carta d’identità e va da uno dei tre ragazzi che ci sono lì per assistere, mentre noi ci andiamo a sedere in uno dei tavolini a disposizione e attendiamo.
Dopo aver compilato le varie scartoffie, e aver dato le diverse chiavi, Shannon torna verso di noi
“Sono tutte stanze matrimoniali per tutti quanti con vista naturalmente, il piano è il 5.. direi che stasera possiamo andare a mangiare qualcosa e andare a bere qualcosa poi in un bar, anche perché l’uomo qui presente domani deve volare via a New York, che ne dite?” domanda
“Per me va bene, penso anche per Ellie – io annuisco facendo anche il pollice- anche perché ormai sono quasi le 17, ora che facciamo tutto ecc si fanno come minimo le otto e Antoine si deve svegliare presto ”
“Si per me non ci sono problemi, come serata tranquilla va bene” conclude Antoine dicendo poi la su.
Ci alziamo dalle sedie, prendiamo le valigie e andiamo verso l’ascensore, dove attendiamo che arrivi al piano terra dal terzo piano.
Facendo un paio di fermate al secondo e primo piano, finalmente arriva e le porte si aprono e saliamo.
Schiacciamo il 5, le porte si chiudono e l’ascensore inizia a salire di piano in piano, fino ad arrivare al 4 e fermarsi, le porte si aprono, noi ci stringiamo come sardine, perché è entrata un bel po’ di gente che deve scendere, per poi richiudersi e arrivare finalmente al nostro piano.
Le porte si riaprono nuovamente, noi chiediamo permesso e con grazia o almeno ci proviamo per farci spazio, e finalmente usciamo.
Le stanze dei ragazzi sono più o meno a metà corridoio, mentre la nostra è in fondo, lo percorriamo, la chiave c’è l’ha Charlie
“Charlie che stanza è la nostra?” le domando
“È la numero -prendendo e guardando la chiave- 459”
“Allora siamo arrivate, è questa qui” dico, Charlie prende la chiave magnetica inserendola nella fessura e la porta di colpo si apre.
Io con la mano apro del tutto la porta, ma rimaniamo ferme li, come se avessimo timore ad entrare per vedere com’è.
Quando ci sentiamo prendere sottobraccio e portarci dentro in camera, ci giriamo ed è Shannon che
“Ma che cosa ti salta in mente, ho perso 12345679 anni di vita” dico mentre metto la valigia stesa a terra vicino al letto, idem Charlie
“Beh non volevo farvi spaventare, ma siete rimaste fuori per non so quanto tempo, che quando sono uscito per scendere per andare al bar a prendere un caffè vi ho viste e pensavo che vi servisse una spinta per entrare –alla faccia della spinta direi-.. allora come vi sembra la stanza?” domanda buttandosi sul letto. Noi intanto apriamo le valigie che sono finite vicino al letto
“È a dir poco stupenda”  dico.
La camera con vista sulla città, le pareti bianche, il letto ampio e matrimoniale con doppi cuscini, dietro una parete di legno di color nero dove appese ci sono delle lampade piccole, a entrambi i lati dei comodini.
In uno c’è il telefono per chiamare se si ha bisogno, sotto i finestroni grandi con delle tende nere e una lampada nel lato opposto dal letto in fondo, ci sono due poltrone e un tavolino piccolo rotondo, davanti al letto una scrivania grande con un’altra sedia, e attaccata al muro un televisore al plasma.
Mentre dal lato del comodino con il telefono c’è un enorme armadio con specchiera.
Il bagno è appena si entra sulla sinistra; finito di sistemare le cose ci sediamo un momento sulle poltrone
“Non sappiamo veramente come ringraziarti Shan, non è da tutti fare una cosa del genere diciamo, anche perché ci siamo conosciuti 48h fa per dire, anche se vi abbiamo seguiti da tutta una vita in pratica... Grazie veramente” dice Charlie anche da parte mia, Shannon rimane li per li colpito, probabilmente nessuno glielo dice spesso
“Ecco non so che dire... io l’ho fatto perché siete state le prime persone –guarda specialmente Charlie- che avete trattato me come una persona normale e non come il membro di una band e basta, mi siete state simpatiche e spero che possa nascere anche una buona amicizia tra di noi, ma penso che questa sia già nata oltre al fatto che di me sapete un bel po’ di cose.. ma ora vi lascio che dovete prepararvi e io devo fare lo stesso..A tra poco” e con un cenno di mano saluta ed esce poi dalla porta.
Noi, più di me Charlie, rimaniamo colpite dalle sue parole.
Ci ha definite sue amiche, io ancora sono incredula a questa cosa, vedo Charlie sorridere ed è un sorriso sincero e felice e  viene da sorridere anche a me, solo che è leggermente immersa nei suoi pensieri
“Charlie, Charliiie? Allison chiama Charlie ci sei?”
“Eh si si scusa, stavo pensando a quello che ha detto Shannon prima... Ci sono rimasta, ma, mi fa anche piace aver sentito quello che ha detto”
“Avevo immaginato che eri immersa nei tuoi pensieri, si ci sono rimasta anche io, è stato molto gentile e carino nel dire quelle parole, e soprattutto ci considera sue amiche”
“Si cioè, oddiio non mi sembra nemmeno vero guarda... cioè è capitato tutto così dal nulla” dice buttandosi nel letto
“Nemmeno a me, ma lo è... io comunque, vado a farmi una doccia che ne ho bisogno” e vado verso il bagno.
Anche il bagno è stile moderno, la doccia con vetro trasparente e l’appoggia asciugamani appesa, la vasca con idromassaggio con sopra di essa uno specchio grande.
Un lavandino enorme di granito e sopra uno specchio altrettanto enorme, dopo aver ammirato tutto questo, inizio a spogliarmi.
Afferro la maniglia della doccia e la apro, la parete scorre ed entro dentro.
Apro poi il getto dell’acqua calda, chiudo la doccia ma lasciandola un pochino aperta in modo tale che il vapore esca e non si crei una cappa.
Il getto è talmente rilassante che ci sto sotto per non so quanti minuti, poi inizio a lavarmi i capelli e infine il corpo; rimango ancora un paio di minuti sotto l’acqua e poi la chiudo.
Riapro la doccia, prendo uno dei tanti asciugamani appesi grandi e lo avvolgo intorno al corpo, poi ne prendo uno più piccolo e faccio lo stesso avvolgendoci i capelli.
Apro la porta del bagno ed esco
“Finalmente, alla buon ora dire... c’hai messo quasi un’ora!” esclama Charlie
“Tzè mi sono rilassata e me la sono presa un po’ comoda” dico guardandola e alzando gli occhi
“Eh ho notato gioia... ora vado io così poi, mi preparo e finalmente poi possiamo andare” dice dirigendosi e sparendo poi dentro al bagno.
Vado verso il comodino al lato del mio letto, prendendo un completo intimo di pizzo bianco, mi asciugo e poi lo metto. Dopo di che vado verso l’armadio lo apro, tiro fuori dei Jeans skinny strappati sulle ginocchia neri, una maglia bianca a maniche a tre quarti, ricamata fino a sopra il seno che prende anche dietro la schiena, per poi scendere liscia normale.
Inizio a mettermi i jeans, rimanendo solo con reggiseno, e prendo il phone e inizio ad asciugarmi i capelli.. nel frattempo Charlie esce dal bagno e va dritta a prendere le cose posizionate sul letto, preparate prima mentre io ero in doccia e ritorna in bagno a cambiarsi.
Finito di asciugarmi i capelli, attacco la piastra e attendo che si scaldi un attimo, per tirare via quel poco di volume e gonfiore che hanno assunto i capelli dopo averli asciugati e lasciandoli poi sciolti.
Dopo di che mi metto la maglia e mi trucco.
Metto del fondotinta, la matita e il mascara e infine del rossetto rosso.
Charlie intanto è uscita dal bagno
“Beh che dici, può andare?” domanda per essere sicura.
Indossa un paio di pantaloncini eleganti a vita alta blu scuro con delle stampe medio-grandi di fiori.
Penso peonie color magenta, con delle tasche.
Poi ha una maglia a fascia sempre blu scuro con le stesse stampe dei pantaloni che scende morbida lasciando travedere un filo di torace e i suoi tatuaggi
“ Può andare eccome. Sei stupenda.. ma che scarpe ti metti però? Tacco o no?”
“La solita esagerata, ma stai bene anche tu.. avevo pensato a dei sandali marroni e ci abbino anche la pochette di quel colore”
“ Io non esagero mai.. comunque grazie, volevo stare comoda più che altro”
“Lo avevo notato –mettendosi a ridere– forse è meglio che ci muoviamo” dice Charlie mentre si allaccia i sandali.
Io prendo le mie Vans nere Old School con la linea bianca, recuperiamo entrambi le nostre borse, la chiave della stanza ed usciamo.
Ripercorriamo il corridoio fino ad arrivare davanti all’ascensore, dove saliamo e stavolta arriviamo direttamente al piano terra ed usciamo.
Percorriamo la hall pensando di trovarli già giù che ci aspettano ma non è così, abbiamo fatto prima noi di loro.
Decidiamo di andare al bar dell’hotel ad aspettarli.
Dopo circa dieci minuti, e il tempo di due coca-cola li vediamo arrivare.
Antoine è il primo che si vede.
Vestito con una maglia scura e un paio di jeans chiari e delle converse, poi vediamo arrivare Shannon, jeans neri, maglia a maniche corte molto probabilmente sotto e un blazer nero sopra, con le Oxford nere come scarpe.
Charlie quando lo vede rimane come si può dire rapita per com’è vestito e lui quando alza lo sguardo e intravede gli occhi blu di lei lo stesso.
Quei due si sono presi un bel colpo di fulmine.
Tutti quanti insieme, decidiamo di andare a piedi al ristorante.
L’hotel è poco distante dal centro di Londra.
Usciti dall’hotel ci incamminiamo.
Camminiamo per le strade di Londra in cerca di una pizzeria o anche un ristorante per poter mangiare, ma o sonoo troppo piene o c’è d’aspettare, così continuiamo a camminare.
Quando notiamo una piccola pizzeria “Bravi ragazzi” in fondo alla strada, non è molto affollata e non bisogna aspettare tanto, e decidiamo di andare li.
Apriamo la porta della pizzeria ed entriamo uno alla volta. Lo stile è molto moderno.
Ad accoglierci è una ragazza 
“Buonasera, per quattro?”
“Buonasera.. Si”
“Prego da questa parte” ci dice, noi la seguiamo, ci fa sistemare in un posto abbastanza isolato e con poca confusione, noi ci sediamo e lei va a prendere quattro menù che ci posiziona poi sul tavolo.
“Sono indecisa su che pizza prendere...c’è ne sono troppe” dico in preda all’indecisione
“Esatto troppe, anzi c’è ne sono troppe che non abbiamo nemmeno mai provato o sentito sinceramente.. ma per non sbagliare vado sulla mia solita wurstel e patatine e ciao” dice Charlie 
“Come tagliare la testa al toro – rido- mi sa che faccio anche io così” dico chiudendo il menù, i ragazzi se la stanno ridendo sotto i baffi senza farsi troppi problemi, intanto la ragazza torna
“Avete scelto?” domanda
“Ehm si.. Allora una pizza wurstel e patatine –ride-, una al prosciutto crudo, una salame piccante e infine una ai frutti di mare” risponde Shannon
“Ok, mentre da bere?” 
“Io direi.. quattro birre medie, o preferite altro?” sempre Shannon che domanda, noi facciamo cenno come per dire che va bene, la ragazza prende i menù portandoli via.
Mentre attendiamo il bere e le pizze naturalmente, chiediamo a loro 
“Com’è suonare e lavorare insieme, ed essere sempre in movimento e vedere posti nuove e le persone che incontrano?” il primo a rispondere è Antoine dicendoci
“È  un’esperienza veramente unica decisamente ed emozionante per di più, suonare  gli è sempre piaciuto anche comporre e mixare musica” nel mentre è arrivata la birra
“Facendolo per mestiere è ancora più bello, i posti che visitiamo ne valgono veramente la pena di essere visti, riescono a darti un sacco di emozioni e un segno interiormente, la gente e le persone sono sempre molto accoglienti, poi suonare davanti a tutte quelle persone ti rende e ti fa stare davvero bene con te stesso perché sai che stai facendo qualcosa che ti appassiona, qualcosa in cui hai sempre creduto sin da ragazzo e che non puoi farne veramente a meno.. la musica è veramente qualcosa che non potrai mai lasciare” concludendo poi Shannon e nel frattempo sono arrivate anche le pizze e iniziamo a mangiare.
Mentre ceniamo, Shannnon ruba dei wurstel a Charlie il che lei fulmina lui per scherzare, ridiamo e scherziamo
“Scusate se mi intrometto, non saranno affari miei.. ma come mai domani devi partire?” domanda Charlie
“Ma va tranquilla, non ti mangio mica per avermelo chiesto... Ho un altro evento a New York domani, mi dispiace lasciarvi perché mi state simpatiche nonostante ci conosciamo appena, ma il lavoro chiama e devo andare” risponde
“Si lo so.. ma non a tutti fa piacere quando si domandano certe cose personali alla fine... Aaah eh beh si non farmici pensare va.. forse è meglio continuare a mangiare” dice Charlie, e continuiamo a mangiare le nostre pizze, ridendo e scherzando.
Talmente erano grandi che per finirle ci abbiamo messo un po’, ci rilassiamo stiracchiandoci un attimo
“Sono leggermente piena” dico
“Non dirlo a me, penso che esco dal locale rotolando” dice Shannon, rimaniamo ancora seduti per un po’ per poi alzarci, e andare a pagare... Shannon sta per ripagare un’altra volta
“FERMO! Questa volta offriamo noi, voi andate fuori ad aspettarci” dice Charlie, lui povero si spaventa e con fare un po’ colpevole rimette via il portafoglio ed esce insieme ad Antoine, dopo aver pagato li raggiungiamo anche noi e ci rimettiamo in marcia.
Londra di sera è stupenda, con tutte le luci e lucine che illuminano i vari quartieri e le strade, il London bridge anche esse illuminato, la ruota panoramica altrettanto,  non puoi che non essere rapito da quanto fosse bella di sera Londra, che a momenti non guardando dove cammino sto inciampando in una panchina e per fortuna che nessuno sta guardando se no avrei fatto una gran figura di merda plateale e continuo a camminare come se  nulla fosse.
Continuiamo a camminare per le strade di Londra, quando ci fermiamo improvvisamente
“Che ne dite se entriamo qui a bere qualcosa?” domanda Antoine
“Mmmh si dai, almeno facciamo qualcosa” risponde Shannon, ed entriamo tutti quanti.
Dentro, c’è un marasma di gente, non c’è nemmeno un posto a sedere, la musica è alta ma non troppo, e si può parlare senza urlare, così ci fiondiamo dritti al bancone.
Per richiedere l’attenzione dei barman, abbiamo dovuto urlare e muovere diverse volte le mani fino a quando uno dei due  non ci ha notati.
Finalmente cioè come fai a non notare delle persone che a momenti ti fanno un’insegna luminosa con scritto ‘HEI SIAMO QUI’ in grande
“Cocktail per tutti?” ci domanda
“Mmmh si, una caipiroska alla fragola, una vodka alla fragole e red bull, un long Island e un OldFashioned” dico, ci mettiamo a parlare del più e del meno, finché non si avvicina da nulla questa ragazza che si mette vicino a Shannon che inizia a provarci con lui.
Lui sembra starci e iniziano a parlare e a flirtare tra di loro.
Nel frattempo i nostri cocktail sono pronti e iniziamo a berli, a parlare e a ballare un po’ sul posto, Shannon non ci ha quasi calcolati diciamo, Charlie ha balbettato qualcosa
“Charlie che hai detto?” le domando
“Niente... Anzi no, ho detto se quella cretina, doveva venire qui a rompere le palle a noi... vedi te come se la mena poi”
“Sbaglio o sei gelosa?”
“Chi ioo? Ma va cosa stai dicendo, dico solo che potrebbe mandarla a fanculo e stare con noi come stava facendo fino a prima che questa non si presentava”
“Si sei gelosa e lo diventi quando qualcuno t’interessa o ci tieni, e in questo caso direi entrambi... si lui di certo così non sta migliorando la situazione, a meno che non vuole vedere se sei gelosa o meno.. non so”
“No per niente... boh non lo so guarda è meglio che non guarda va” dice finendo il suo cocktail, ma fa apparire che è tutto a posto ai ragazzi, come fa a volte non me ne capacito.
Siamo qui da un bel paio d’ore e Antoine si avvicina dicendo che dobbiamo andare. Prendo Charlie per una mano ed usciamo, Shannon finalmente smolla quella tipa, Charlie passa davanti a lui, senza nemmeno dargli retta o conto ed usciamo.
Fuori, ci incamminiamo per tornare in hotel.
Antoine, io, Charlie e Shannon,tutti fila stile Sex and the City per le strade di New York.
Nessuno parla al momento, ma vedo che Shannon a volte cerca Charlie per darle un abbraccio o anche solo prenderle la mano, ma lei fa per scansarsi, come se non dovesse nemmeno prendere e guardarla.
Poi lui si avvicina e ritenta e lei si scansa una seconda volta, a vedere la scena mancavano solo i pop corn in quel momento, io mi metto a parlare con Antoine dei vari impegni che hanno nei mesi a venire e dal nulla 
“Ma la vuoi piantare di prendere e venire qui e rompere.. Perché non vai a farlo a quella con cui stavi parlando prima così, voglio ricordarti che siamo solo amici, quindi stai un attimo nel tuo, grazie!” dice Charlie leggermente irritata e incazzata. Shannon ci rimane un pochino male e si ammutolisce di colpo e sta nel suo. L’aria non è più delle migliori, meno male che l’hotel non è molto distante e manca poco, se no la vedo molto dura.
Siamo finalmente arrivati, l’ultimo pezzo è stato a dir poco imbarazzante e teso, nessuno ha parlato e si è calcolato più di tanto.
Entriamo dentro, ognuno va per i fatti propri, Shannon non prende l’ascensore insieme  
con noi, e va su per le scale, ci aggiungerei anche che voglia di farle a quest’ora e Antoine va con lui.
In ascensore non vola una mosca.
Conoscendo Charlie quand’è così incazzata vuole stare per i fatti suoi per un po’ e sbollire un attimo e poi parla tranquillamente per sfogarsi.
Mi suona il telefono  e lo tiro fuori.
E’ una notifica di Instagram di qualcuno che ha messo mi piace ad una foto, così poi mi metto a vedere qualche post qua e là fino a quando l’ascensore arriva al nostro piano.
Usciamo, giriamo il piccolo angolo e vediamo che le porte dei ragazzi si chiudono contemporaneamente, noi continuiamo ad andare dritte fino ad arrivare davanti alla nostra stanza ed aprirla.
Dentro, appoggiamo le nostre cose sul letto, poi Charlie va in bagno e si strucca, io mi metto a guardare fuori dalla finestra per qualche istante
“Beh come serata non è stata tutto male in fin dei conti...” dico stanca del silenzio, alzando lievemente il volume della voce per farmi sentire
“Mh se.. diciamo che poteva anche andare meglio alla fine..” dice tornando in camera
“Né vuoi parlare che dici?”
“Eh dirti cosa? Che se potevo a quella l’avrei fatta evaporare in cinque nano secondi e a lui gli avrei preso la testa e sbattuta sul bancone.. non c’è l’ho con te scusa.. è che mi ha dato fastidio come ha fatto per tutta la sera e dopo per tornare in hotel... li mi ha fatto girare ancora di più”  sbottando di colpo
“Si al bar poteva avere un altro tipo di atteggiamento... non ci ha praticamente cagato di striscio.. e poteva evitare di fare il lecchino diciamo, dopo che stavamo tornando... è normale che ti sei incazzata”
“Si grr se solo ce l’avessi davanti lo prenderei a sberle... puoi dirmi gelosa o meno ma.. ma mi ha dato troppo fastidio.. anzi lasciamo stare e andiamo a letto che ne parliamo poi domani che almeno con una sana dormita sempre se mi viene da dormire, il nervoso passa” dice mettendosi il pigiama e infilandosi a letto.
Io intanto vado in bagno, dove mi strucco e lavo la faccia e torno poi in camera, dove mi metto il pigiama e mi infilo a letto anche io, nemmeno il tempo di toccare il cuscino che io mi addormento di colpo.
Non so che ore sono, ma sento Charlie che continua a muoversi e infine una porta chiudersi, ma non do molta importanza e continuo a dormire.
Mi sveglio di botto, grazie al telefono che è in camera che continua a suonare, girando la testa a lato del posto di Charlie vedo che lei non c’è.
Preoccupata la chiamo al telefono ma non risponde, vedo se magari è in bagno ma nemmeno, a piedi scalzi prendo ed esco dalla camera ancora in pigiama.
Busso alla porta di Antoine
“Scusa la tenuta, ma per caso Charlie è qui da te?”
“No non è qui, aspetta però” dice tutto mezzo addormentato ancora e torna in camera ed esce di nuovo
“Shannon” busso ma niente “Shaaannon!” ribusso di nuovo
“Ellie che c’è? Hai una faccia a dir poco turbata”
“C’è che Charlie non si trova, non è che è qui con te?” io e le mie domande idiote mattutine dopo quello che è successo ieri
“Come non si trova? E comunque non penso che dopo ieri sera, le sarebbe venuto in mente di venire qui... Hai provato a chiamarla?” mi domanda
“Beh si effettivamente incazzata com’era... Si più e più volte ma non mi risponde, entra la segreteria”
“Riproviamo, dammi il numero” mi dice, così senza pensarci gli dico il numero, ma dalla sua faccia non penso che abbia risposto
“Niente... esce la segreteria... forse è meglio che ci cambiamo e andiamo a cercarla”
“Si anche perché in giro per Londra in pigiama non è il massimo” dico ed esco insieme ad Antoine dalla stanza e dirigendoci nelle rispettive nostre.
In camera, mi infilo un paio di pantaloni della tuta neri e una maglia bianca a maniche corte, vansslipon nere, poi vado in bagno dove mi lavo faccia e denti e mi raccolgo i capelli facendomi la coda alta. Prendo la borsa e la chiave ed esco.
Trovo i ragazzi già fuori,e scendiamo tutti insieme.
Una volta al piano della hall chiediamo alla reception ma dicono di non averla vista, così usciamo e andiamo in giro per Londra a cercarla.
Ci dividiamo ma dandoci comunque sia un punto di riferimento per ritrovarci evitando di perderci. Passo a rassegna le stradine, un paio di quartieri ma niente.
Provo a richiamarla al telefono ma niente, tra l’altro il tempo non promette nemmeno bene oggi.
A momenti inizia a piovere.
Riprovo per l’ennesima volta ma ancora niente, messaggi ma nessuna risposta, nel tornare indietro al punto di ritrovo ha iniziato a piovere.
Fantastico devo dire, e chiamiamo un taxi per tornare in hotel.
Tornati in hotel continuo a pensare dove possa essere andata a finire, probabilmente si sarà svegliata perché non riusciva a dormire o ha dormito male, ma non è nemmeno possibile che non si trovi da nessuna parte... decidiamo di andare al bar dell’hotel.
Li ordiniamo due caffè e un cappuccino, poi prendiamo anche qualcosa da mangiare e ci andiamo a sedere in uno dei tavolini che ci sono, parliamo e tiriamo fuori varie idee di dove poteva essere
“Forse o meglio è colpa mia.. diciamo che potevo evitare, non doveva sembrare che ci stessi provando perché ci stavo solo parlando. Alla fine era solo una che parlava tanto e basta.. ho decisamente dato l’impressione più sbagliata” dice Shannon
“Eeehm l’impressione è stata quella, più che altro a lei le ha dato fastidio il modo, e da li si è incazzata e poi è scoppiata... ma queste cose le devi dire a lei se solo la trovassimo o rispondesse al telefono” dico, mentre Antoine se ne sta zitto e sorseggiando il cappuccino si guarda in giro, io e Shannon continuiamo a parlare
“Ragazzi.. Ragazzi... RAGAZZI!” dice Antoine richiamando la nostra attenzione
“Che c’è?” in coro io e Shannon
“Eccola lì..Charlie” indicando in un tavolino abbastanza isolata mezza addormentata che faceva colazione, così ci alziamo e andiamo verso di lei
“Charlie! Oddio finalmente ti abbiamo trovata, ti abbiamo cercato ovunque, in hotel, in centro a Londra.. Ci hai fatto prendere un colpo e 34567 anni di vita a tutti, ti ho chiamata ma entrava sempre la segreteria” dico
“Scusa.. Anzi scusatemi, ma non sono riuscita a dormire stanotte così ho preso il telefono e sono scesa al bar. Poi sono tornata di sopra ma mi sono chiusa fuori perché la chiave l’ho lasciata dentro e non volevo svegliarti, così sono scesa di nuovo qui al bar e ho iniziato a trafficare con il cellulare che si è scaricato. Per quello non rispondevo e infine mi sono addormentata qui... davvero scusate” dice con una faccetta triste
“L’importante è che ti abbiamo trovato e ora siamo tutti più tranquilli.. e io vorrei chiederti anche scusa per ieri...” dice Shannon precedendomi.
Io guardo Antoine e con un solo sguardo capiamo che dobbiamo lasciarli da soli per chiarire la cosa e torniamo nel nostro tavolino a finire di fare colazione.
Lui finisce di bere il suo cappuccino e io finisco di mangiare la mia brioches al cioccolato e intanto guardiamo quei due che si stanno chiarendo.
A volte Shannon ha la faccia che gli dispiace e che ride e Charlie la stessa cosa
“Non stanno male insieme secondo me.. Shannon... Shannon non ha  mai fatto così per nessuno” dice dal nulla Antoine e a me il caffè va un po’ di traverso per la notizia
“No per niente.. Aaah i colpi di fulmine.. capitano ma non se ne accorgono subito”dico finendo poi il caffè, e vediamo che loro due ci raggiungono al tavolo e noto che se la stanno ridendo di gusto
“Tutto a posto avete chiarito?” domanda Antoine
“Sisi tranquillo” dice Shannon e Charlie mi fa accenno che mi spiega tutto dopo
“Bene, allora io vi lascio e vado a prepararmi per andare in aereoporto” dice Antoine 
“Aspetta tanto qui abbiamo finito e veniamo a darti una mano e Charlie si cambia” Shannon rivolgendosi a lui, ci alziamo e andiamo a prendere l’ascensore.
Arriviamo, Shannon va ad aiutare Antoine e io e Charlie in camera nostra, così lei mi può dire cosa si sono detti.
Apro così la porta ed entriamo, lei va dritta in bagno che fa quello che deve fare, mentre io mi metto seduta su una delle due poltrone
“Beh allora? Che vi siete detti?” le domando curiosa
“Ha iniziato a parlare, dicendomi che gli dispiaceva per come ha fatto ieri sera... perché ha fatto capire l’opposto e che non è quello da “se non ci stai ne trovo un altra”.. e io gli ho detto che mi scusavo per il tono e come mi sono rivolta ma, mi aveva fatto veramente incazzare e che vedrà che non ricapiti più” dice finendo di vestirsi e sistemarsi
“Sono contenta che abbiate chiarito. Si è dato anche la colpa perché non ti trovavamo più… Pensa un po’”
“Si me l’ha detto e io gli ho detto che se non sono riuscita a dormire era un po’ colpa sua ma che ora è passata... e che ora può stare tranquillo” nel frattempo bussano alla porta e lei va ad aprire
“Volevamo dirvi che noi siamo pronti”
“Ah ok.. stavamo per uscire comunque e scendere” risponde. Dalla voce è Shannon, Charlie si gira, io mi alzo dalla poltrona ed usciamo.
Per l’ennesima volta, riprendiamo l’ascensore e scendiamo.
Antoine recupera i suoi documenti, salda il conto e restituisce la chiave, ed usciamo.
Stavolta non c’è il taxi ma bensì la macchina che ci porterà in aeroporto.
Diamo una mano ai ragazzi passando le valigie di Antoine, poi saliamo e la macchina parte.
Durante il tragitto, parliamo e scherziamo.
Non ci accorgiamo nemmeno di essere arrivati a destinazione, scendiamo e scarichiamo le valigie e ci addentriamo dentro all’aeroporto.
Dentro attendiamo che chiamino il volo per New York.
L’attesa sembra infinita.
Anzi sembra che il tempo non passi più.
Ma finalmente annunciano il suo volo, lo salutiamo e pian piano lo vediamo scomparire tra la gente.
Dopo aver salutato Antoine, ci dirigiamo all’uscita dove saliamo in macchina, per tornare finalmente in hotel.
Arrivati in hotel, la macchina ci lascia all’entrata, dove noi iniziamo a correre perché il tempo è peggiorato.
La pioggia è aumentata, anche se ci siamo comunque mezzi lavati, siamo finalmente dentro e iniziamo a ridere per come siamo messi, e attraversiamo la hall quando Shannon si gira notando una persona famigliare
“Jared ma che diavolo ci fai tu qui?!” domanda
"Ciao Shannon, sono felice anch’io di vederti... Volevo farti una sorpresa"  risponde Jared.
Io rimango di sasso.
"No non è che mi dispiaccia,ma non me l'aspettavo tutto qui... Il solito permaloso!"
Non so cosa dire.
Non ti capita tutti i giorni di incontrare Jared Leto o che ti si presenti.. passati i primi due piani nessuno parla.
Lui ha tirato fuori il telefono ed è andato in uno dei tanti social che ha.
Io mi guardo in giro.
Bisogna spezzare questo silenzio imbarazzante o meglio, questo silenzio che può essere evitato
“State già lavorando a nuova musica?” gli domando, proprio poco invadente come pochi
“Si, abbiamo già qualcosa di scritto e stiamo scrivendo altra musica anche... tu invece studi, lavori, insomma che fai nella vita?” mi domanda
“Non vedo l’ora di sentirla allora –come non fargli intuire che sono Echelon-.. Io lavoro, sono una fotografa... anche per me l’arte da che era una passione è diventata il mio lavoro”
“Un’altra artista quindi... Diciamo che l’arte è un modo come un’altro per esprimere chi si è veramente.. Poi c’è chi trasforma la sua passione nel proprio lavoro.”
“Esatto, come avete fatto voi insomma..”
“Eh si, quando senti qualcosa di tuo come l’arte non puoi mai farne a meno.. Charlie invece che lavoro fa?” mi domanda
“Esatto, ne vuoi sempre di più insomma... Charlie lavora nel campo della moda invece, è una stilista”
“Siete entrambi nel mondo dell’arte, tu in un modo lei in un altro” dice e nel frattempo siamo arrivati al nostro piano
“Si esatto.. la sua è una passione fin da piccola anche” dico
“E’ bello che entrambe abbiate portato avanti questa passione, per poi averne fatto il vostro futuro anche” dice fermandosi davanti alla porta della sua stanza, mentre io annuisco facendo si con la testa
“Vabbè io sono arrivato.. grazie per la chiacchierata e anche per la compagnia.. magari se dopo cambi idea scendi giù e ci raggiungi” dice, come puoi dire no a quegli occhi blu
“Figurati, comunque vedrò, ma penso di sì” rispondo
“D’accordo.. ehm ciao”  lui entrando dalla porta
“Già.. Ciao” dico di conseguenza e vado verso la mia stanza sentendo la sua chiudersi.
Apro la porta della mia stanza, lasciandola chiudere da sola mentre io mi lancio sul letto e inizio a contemplare il soffitto.

   
 
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