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Autore: icydarcystormy26    14/02/2017    3 recensioni
Erano passati ormai due mesi, ma Darcy e Stormy non avevano ancora superato per nulla la morte della sorella e, soprattutto, continuavano a portare rancore per la nipote, rancore che durerà a lungo.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Trix
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Buongiorno Abigail!”.
Abigail aprì gli occhi di scatto per poi cadere dal letto. Alzò subito lo sguardo, notando la presenza della cugina. Celeste, infatti, era in piedi davanti a lei, con le mani giunte appena sotto il ventre.
“Celeste!” disse Abigail alzandosi. “Ma sei impazzita?!”.
“Ti ho svegliata in piena notte e ti sorprende questo?” chiese Celeste.
“Ma che ore sono?” chiese Abigail coprendosi parte della faccia con la mano.
“Le sei” rispose Celeste.
“Ancora le sei?” chiese Abigail sedendosi sul letto. “Io voglio dormire” disse poi appoggiando la testa sul cuscino.
“Mi dispiace, ma ho bisogno di te per la questione di cui ti ho parlato questa notte, e non avrò tempo da dedicare a questo per il resto della giornata, dobbiamo farlo ora” disse Celeste incrociando le braccia.
“Mh, non ho voglia” disse Abigail. La voce era ovattata dato che aveva la faccia schiacciata contro il cuscino.
“Dai, su. Me lo avevi promesso” disse Celeste sedendosi sul letto. “Guarda che ti ho portato la colazione”.
Abigail alzò la testa dal cuscino e si voltò verso Celeste.
“Cosa mi hai portato?” chiese.
“Latte macchiato e un cornetto” rispose Celeste facendo un sorriso malizioso.
“Con la crema o col cioccolato?” chiese ancora Abigail.
“Con la crema” rispose Celeste.
“Allora va bene” disse Abigail mettendosi seduta per poi lanciare uno sguardo sognante al vassoio poggiato sul comodino.
“Ti fai comprare così facilmente?” chiese Celeste mentre la cugina iniziava a mangiare.
“Il cibo è una cosa seria” rispose Abigail con ancora un boccone in bocca.
“Immaginavo” rispose Celeste alzando gli occhi al cielo.
***
Celeste ed Abigail si stavano dirigendo verso la biblioteca.
“Sono le sette” disse Abigail guardando l'orologio che aveva al polso. “Non dovresti andare a fare da assistente alla zia?”.
“Ho fatto spostare la prima riunione di oggi alle otto e mezzo” disse Celeste.
“E loro ti hanno ubbidita senza obiettare?” chiese Abigail.
“Ho detto loro che era stata la zia a mandarmi” disse Celeste. “Il mio è un lavoro stressante, sarei una stupida a non cercare almeno di sfruttarlo a mio vantaggio”.
“In effetti hai ragione, ma cosa dirà la zia?” chiese Abigail.
“Sta ancora dormendo. Le ho spostato la sveglia, quando si sveglierà le dirò che non l'ha sentita la prima volta e che ho fatto spostare la riunione a nome suo per non farle far tardi” rispose Celeste.
“Fammi capire, ma a che ora ti sei svegliata questa mattina se hai avuto il tempo di preparati, spostare la sveglia della zia, spostare la riunione, prendermi la colazione e venirmi a svegliare alle sei?” chiese Abigail leggermente sconvolta.
“Verso le cinque, più o meno” rispose Celeste.
“E poi ci sono io che perdo dieci minuti per capire chi sono e dove mi trovo” disse Abigail.
“In ogni caso, in biblioteca c’è Liam. Ci sta aspettando da circa mezz'ora; credevo che ce l'avresti fatta a preparati in mezz'ora” disse Celeste.
“Scusa se sono una persona normale” disse Abigail alzando le mani.
Celeste ed Abigail entrarono nella biblioteca del palazzo.
“Ehm, ascolta Abigail, non c’è solo Liam…” disse Celeste.
“In che senso non c’è solo…” disse Abigail, ma fu interrotta da un'altra voce.
“Buongiorno ragazze” disse un ragazzo spuntando da dietro una libreria. Doveva essere dell'età di Celeste. Aveva i capelli di un rosso chiaro, tendente all'arancione, e gli occhi marroni.
“E pel di carota, sarebbe?” chiese Abigail più a Celeste che al ragazzo.
“Lui è Rod, è il fratellastro del cugino di Liam” disse Celeste.
“Parentela molto stretta” constatò Abigail.
“Rod!” disse Liam spuntando da dietro un'altra libreria. “Ti avevo detto di aspettarmi. Scusatelo ragazze”.
“Non preoccuparti” disse Celeste. Si alzò sulle punte per raggiungere la sua altezza e gli stampò un bacio sulla guancia.
“Oh” disse Abigail, facendo una faccia disgustata e girandosi dalla parte opposta.
“Sbrighiamoci, non abbiamo molto tempo” disse Celeste.
“A cosa ti serve esattamente questo incantesimo?” chiese Liam.
“Preferirei parlarne quando saremo soli” rispose Celeste abbassando il tono di voce.
“Che c’è? Non ti fidi di me, ghiacciolina?” chiese Rod.
“Ma esattamente lui perché è qui?” chiese Abigail indicando il ragazzo.
“Ti do fastidio, per caso?” chiese Rod con aria strafottente.
“Oh santo cielo” disse Abigail coprendosi gli occhi con una mano.
“Lui conosce bene il runico, ci aiuterà nella traduzione” disse Celeste.
“Se con aiutare intendi fare tutto il lavoro da solo” disse Rod.
“Guarda che io ti aiuterò” disse Liam incrociando le braccia.
“Quindi io non servo a nulla? Perfetto, torno a dormire” disse Abigail frettolosamente.
“Beh, veramente ci sarebbe un piccolo compito per te” disse Celeste facendo un gesto con la mano.
“Cioè?” chiese Abigail con sguardo incerto. Dopotutto, aveva capito di essere sfruttata da tutti, e conoscendo il tipo di piani di Celeste, sapeva che non si preannunciava nulla di buono.
“Beh, sai, Rod ha anche un fratellino…” iniziò Celeste.
“Dovrò occuparmi di lui? Mi aspettavo qualcosa di peggio, per me va bene” disse Abigail. “Quanti anni ha?”.
“Mesi” disse Celeste. “La sua età può essere espressa in mesi”.
“Oh santo cielo, sapevo che c'era qualcosa sotto” disse Abigail posandosi una mano sulla fronte.
“Non preoccuparti, è un bambino dolce e calmo” disse Liam. Proprio in quel momento, si sentì un pianto.
“Arrivo, Zacky” disse Rod correndo dietro la libreria da cui era spuntato poco prima.
“Zacky?” chiese Abigail.
“È il soprannome che gli da Rod, comunque…buona fortuna” disse Celeste.
Rod tornò dai ragazzi con un neonato in braccio.
“Lui è Zacky” disse Rod dando i bambino ad Abigail. “È il mio fratellino”.
“Avevo intuito” disse Abigail guardando il bambino.
“Qui ci sono i pannolini, il biberon e tutto ciò che potrà serviti” disse Liam porgendole un borsone. Abigail lo prese e si appoggiò la tracolla sulla spalla.
“Sono sicura che passerò inosservata” disse Abigail alzando un sopracciglio.
“È ancora presto; vai in camera tua e stai con lui” disse Celeste.
“Ma ho la lezione con mia madre, come faccio?” chiese Abigail mentre Zacky iniziava ad agitarsi.
“Durerà un'ora, mettilo a nanna, fai la lezione e torna nella tua stanza. È semplice” rispose Celeste.
“E va bene, qualcos'altro?” chiese Abigail.
“No, è tutto” disse Celeste.
“Guarda che era in senso ironico” disse Abigail girandosi verso l'uscita. “Io vado, altrimenti si farà troppo tardi” disse per poi uscire dalla biblioteca.
“Vengo anch'io” disse Celeste avviandosi verso l'uscita. “Non combinate disastri”.
***
“Celeste!”. Stormy corse verso di lei per poi appoggiarsi alla parete per l'affanno. “Scusa, è tardissimo”.
“Non preoccuparti, ho fatto spostare la riunione, si terrà fra mezzora” rispose Celeste.
“Oh, grazie Celeste” disse Stormy facendo un sospiro di sollievo. “Non so proprio cosa sia successo, ho sempre sentito la sveglia”.
“Forse questa volta eri troppo stanca, dopotutto sarebbe il minimo dopo ciò che hai fatto questa notte” disse Celeste. “Comunque, la colazione è in ufficio, ho revisionato la lista degli impegni di oggi e tutti i rapporti degli esploratori sono in ufficio messi in ordine di importanza”.
“Che efficienza” commentò Stormy avviandosi verso il suo studio.
“Sei riuscita a scoprire qualcosa grazie alle tue traduzioni?” chiese Celeste affiancando la zia.
“Molto, in realtà. Ma te ne parlerò per bene dopo…cosa c’è dopo la riunione?” chiese Stormy.
“Beh, ho inserito una mezzora di pausa” rispose Celeste controllando su di un foglio che aveva in mano.
“Bene, allora te ne parlerò dopo la riunione” disse Stormy.
***
Abigail camminava avanti e indietro per la sua camera con Zacky tra le braccia. Il bambino piangeva disperato da ormai mezzora ed Abigail non riusciva a calmarlo.
“Dai, Zacky” sussurrò Abigail fermandosi e iniziando a cullarlo dolcemente. “Io vorrei fare da babysitter ai gemellini, così mi farai cambiare idea”.
Continuò così per altri cinque minuti, mentre Abigail continuava a cullarlo ed a camminare avanti e indietro.
“Va bene…forse hai fame” disse Abigail posando il bambino sul letto. Accanto al bambino si trovava il borsone con le sue cose. Abigail lo aprì e tirò fuori un biberon già pieno di latte. Avvicinò il biberon alla bocca del bambino, ma Zacky la chiuse quasi ermeticamente.
“Evidentemente non hai fame…” sussurrò Abigail posando il biberon sul letto. Prese dal borsone un pannolino ed iniziò lentamente, quasi timorosa, ad aprire quello che aveva addosso il bambino.
“Che schifo” disse Abigail tappandosi il naso con una mano. Iniziò lentamente a far passare il pannolino sporco sotto le gambe del bambino, ma proprio quando questo fu tolto, Zacky fece la pipì, non prendendo per un pelo Abigail, che si era prontamente spostata.
“Zacky!” disse Abigail guardando il pavimento, su cui appariva una piccola pozzanghera giallognola. “E questo come dovrei spiegarlo all’addetto alla pulizia?! E poi hai macchiato anche le lenzuola!”.
In quel momento Celeste entrò nella stanza.
“Abigail! Stavo passando di qui prima, si sentivano dei pianti! Cerca di far atten…ma che diavolo è successo qui dentro?!” chiese Celeste ammirando lo spettacolo che le si pareva davanti: Abigail era a carponi sul pavimento, poco più avanti di lei appariva una pozzanghera sospetta e sul letto c'erano un pannolino sporco, delle macchie sospette quanto la pozzanghera ed ovviamente Zacky, che continuava a dimenarsi piangendo.
“Possibile che non ti si possa lasciare da sola un minuto?!” chiese Celeste riprendendosi dalla shock iniziale.
“Non è colpa mia, sai non vivo tra i neonati!” disse Abigail alzandosi. “E poi quel bambino è posseduto!” disse poi indicando Zacky.
“Non è posseduto, è solo un bambino” disse Celeste avvicinandosi al letto. “E, ti prego, dimmi che quella non é…”.
“Pipì” rispose Abigail incrociando le braccia. “Comunque dovresti aiutarmi a pulire tutto prima che arrivi l'inserviente”.
“Ma scusa cosa ti importa di quello che penserà?” chiese Celeste allargando le braccia.
“Ma allora non hai capito che tipo di persone lavorano qui?! Sono tutti impiccioni e chiacchieroni, sicuramente la “notizia” giungerebbe a mia madre, e o mi darebbe dei pannoloni per incontinenti o capirebbe che è successo qualcosa!” disse Abigail alterandosi.
“Va bene, va bene, ti aiuterò. Comunque avresti anche potuto mettere un asciugamano per non far sporcare le lenzuola” constatò Celeste incrociando le braccia.
“Lo so, Celeste, lo so! Potresti aiutarmi senza criticarmi?” chiese molto gentilmente Abigail.
“Cavoli, sei suscettibile” commentò Celeste. “Porterò le lenzuola a lavare, tu prendi uno straccio e pulisci questo schifo”.
“Come hai fatto ad elaborare in così poco tempo un piano così efficace ed elaborato?” chiese Abigail sarcasticamente.
Celeste incrociò le braccia, alzando gli occhi al cielo.
***
Celeste entrò di corsa nell'ufficio di Stormy, con un bicchiere d'acqua in mano.
“Ecco l'acqua zia” disse poggiando il bicchiere sulla scrivania, ancora col fiatone.
“Sei andata a prenderlo su Andros, per caso? Perché mi sembra di averti mandata a prendermi dell'acqua circa dieci minuti fa” disse Stormy con un sopracciglio alzato.
“Scusami zia, non accadrà più” disse Celeste con fare un po' sottomesso.
“Lascia stare, siediti qui” disse Stormy indicando la sedia che si trovava nel lato opposto della scrivania. Celeste fece quello che le aveva detto Stormy.
“Allora, ieri sera sono riuscita a tradurre gran parte del capitolo e ho scoperto che ci servono delle cose; io non posso allontanarmi da qui, perciò ho bisogno che tu vada in biblioteca per cercare informazioni” spiegò Stormy mentre scriveva qualcosa su un foglio.
“Che tipo di oggetti sono? E cosa devo cercare esattamente in biblioteca?” chiese Celeste.
“Questa è la lista degli oggetti che ci occorreranno, capirai tutto da sola” disse Stormy porgendo il foglio su cui stava scrivendo poco prima a Celeste.
“Va bene zia, cercherò di fare il prima possibile” disse Celeste alzandosi ed accingendosi ad uscire.
“Aspetta Celeste, non ho finito” disse Stormy rimanendo seduta. Celeste, udendo quelle parole, si bloccò e si girò verso Stormy. Per qualche motivo, lo sguardo della zia non la convinceva; sembrava che lei stessa fosse insicura su cosa dire.
“Ehm…no, nulla. Vai pure” disse Stormy scuotendo leggermente la testa. Celeste la guardò per qualche secondo, insicura su cosa fare, poi si decise ad uscire.
Stormy si alzò in piedi e si avvicinò alla finestra, una delle poche presenti al castello, che Stormy teneva sempre un po' aperta, a causa della sua claustrofobia. La spalancò completamente, per poi affacciarvici. Il delizioso vento mattutino iniziò ad accarezzare dolcemente il viso ed a spostarle lievemente i capelli. Quello per lei era una ricarica ed allo stesso tempo una specie di rifugio rassicurante. Ogni volta che aveva un'insicurezza, era arrabbiata o era triste per qualcosa, usciva fuori o si affacciava alla finestra per sentire su di lei le dolci carezze del vento. Aveva appena evitato un discorso che cercava di fare da un paio di giorni, ma come ogni volta si era tirata indietro per timore. Quella boccata d'aria l'aveva rassicurata e calmata, ma sapeva che non sarebbe potuta andare avanti così ancora per molto. Chiuse gli occhi. Quella deliziosa arietta fresca era una dipendenza per lei, non avrebbe mai voluto lasciare quella posizione, ma purtroppo non aveva molto tempo da dedicarvici. Riaprì gli occhi e guardò l'orizzonte. Il cielo era quasi completamente limpido, costellato da qualche piccola nuvola bianca. Allungò la mano al di fuori della finestra e nuvoloni grigi iniziarono a ricoprire il cielo ed iniziò a soffiare un vento tempestoso. Stormy sorrise osservando il panorama che aveva creato.
“Così va anche meglio…” disse Stormy incrociando le braccia.
***
Abigail entrò nella stanza in cui era solita prendere lezioni dalla madre.
“A volte credo che tu lo faccia a posta ad arrivare così in ritardo” disse Darcy guardando la figlia assottigliando gli occhi e mettendosi le mani sui fianchi.
“Ritieniti fortunata che sia venuta” disse Abigail incrociando le braccia e guardando la madre con lo stesso sguardo che Darcy le aveva rivolto prima.
“Abbassa i toni, signorina!” disse Darcy puntando il dito verso sua figlia. “Sarei potuta andare a farmi una passeggiata, ma sono qui per farti una lezione che ti servirà, quindi portami rispetto”.
Abigail fu costretta ad annuire, anche se controvoglia. Sua madre sapeva essere molto calma, ma quando perdeva la pazienza, specialmente con lei, capitava anche che alzasse le mani.
“Bene” disse Darcy vedendo sua figlia annuire. “Oggi vedremo di sistemare quell'attacco penoso che fai”.
“Si chiama “Solletico ipnotico”, e non è penoso, è solo da perfezionare” disse Abigail imbronciandosi ed incrociando le braccia.
“Non essere ridicola! Un attacco di questo tipo, anche se funzionasse, avrebbe un effetto molto limitato” disse Darcy alzando gli occhi al cielo, esasperata. “Ora impegnati e fallo come ti ho detto io”.
“Perché il tuo modo di fare le cose è sempre ed assolutamente il migliore, giusto?” chiese Abigail alzando un sopracciglio.
“Ascolta Abigail, ti avviso che sono al limite della sopportazione. Farai le cose a modo mio perché te lo dico io, e finché vivrai sotto il mio tetto dovrai fare ciò che ti dico!” disse Darcy avvicinandosi lentamente alla figlia fino ad esserle a pochi centimetri di distanza.
“E va bene” disse Abigail sospirando ed abbassando lo sguardo.
“Forse iniziamo a capirci” disse Darcy allontanandosi dalla figlia. “Devi solo riporre nelle raggio ipnotico lo stesso tipo di energia che riponi nelle sfere d'oscurità”.
“Non è la stessa cosa, è più complicato” sussurrò Abigail guardando uno dei bersagli presenti nella stanza.
“Avanti, prova” disse Darcy indicando con la mano i bersagli.
Abigail si concentrò e provò a fare ciò che le aveva detto la madre. Lanciò il suo raggio ipnotico contro il bersaglio, scalfendolo appena.
“Che pena” commentò Darcy guardando il bersaglio. “Sul serio non sei in grado di fare di meglio? Io alla tua uccidevo e ammaestravo orchi”.
“Devi per forza umiliarmi così?” chiese Abigail incrociando le braccia.
“Non perdere tempo in chiacchiere! Abbiamo ancora circa due ore per perfezionare questo attacco” disse Darcy per far zittire Abigail.
“Lo so, ma…come sarebbe a dire due ore? La lezione non sarebbe dovuta durare un'ora?” chiese Abigail agitandosi.
“Si, ma hai fatto dieci minuti di ritardo, quindi per punizione rimarrai qui un'ora in più” disse Darcy.
“Ma…ma io non posso rimanere qui per due ore” disse Abigail sempre più nervosa.
“Perché? Hai qualcosa da fare? Qualunque essa sia cancellala o rimandala, tu oggi rimani qui per due ore” disse Darcy dopo aver scosso la testa.
“Beh, ecco…non è una cosa rimandabile…” disse Abigail mettendosi una mano dietro la testa.
“Ah si? Potrei sapere di cosa si tratta?” chiese Darcy alzando un sopracciglio.
“Sono affari miei” disse frettolosamente Abigail.
“Ok, io sono qui per fare lezione, se hai intenzione di passare il resto del tempo a fare la misteriosa puoi anche andartene” disse Darcy avvicinandosi nuovamente alla figlia.
“È esattamente ciò che vorrei fare, al momento” disse Abigail mantenendo uno sguardo fisso con la madre.
Darcy rispose alla provocazione della figlia con un sonoro schiaffo sulla guancia.
“Hai intenzione di continuare?” chiese Darcy incrociando le braccia e guardando severamente la figlia.
Abigail fissò la madre per qualche secondo per poi scuotere lievemente la testa.
“Perfetto” disse Darcy girandosi, dando le spalle ad Abigail. “Ora concentrati e sferra un attacco decente!”.
Darcy si avvicinò ad una scrivania presente all'interno.
Abigail si girò e si accinse ad uscire.
“Abigail! Torna qui, subito!” disse Darcy girandosi di scatto. Stava forse per avere un mancamento, ma si appoggiò alla scrivania. Abigail non sembrava essersene accorta, quindi fece finta di nulla lasciando uscire fuori la figlia.
***
Celeste era in biblioteca, letteralmente sommersa da libri. Era da circa un'ora che sfogliava libri in cerca di notizie interessanti riguardo gli oggetti.
“Ma a che diavolo potrà servire un amuleto anti-individuazione?” disse Celeste leggendo la lista.
“Forse facendo scontrare la forza dell'amuleto con quello dell'incantesimo anti-individuazione di Menlok, si annulleranno a vicenda infrangendo l'incantesimo” disse Abigail avvicinandosi alla cugina.
“Possibile. Ma tu cosa ci fai qui? Non dovresti badare a Zacky?” chiese Celeste chiudendo il libro che aveva in mano.
“Ascolta, io non posso farcela ancora a lungo, vedete di sbrigarvi” disse Abigail.
“Non preoccuparti, ho parlato con Liam e Rod, hanno detto di essere a buon punto, non dovrebbe volerci ancora molto” disse Celeste.
“Bene, perché allora non mi parli di questo incantesimo che vuoi effettuare” disse Abigail sedendosi accanto a Celeste.
“Ti interessa così tanto?” chiese Celeste.
“Voglio sapere per quale nobile causa sto facendo da babysitter ad un piccolo diavolo” rispose Abigail incrociando le braccia.
Celeste si guardò intorno con fare circospetto, probabilmente assicurandosi che Liam e Rod non potessero ascoltarle.
“Ascolta, questa è una cosa di cui non dovrai parlare con nessuno. L'incantesimo è di un genere molto complicato e sarà molto difficile da effettuare, ma per me varrà sicuramente la pena provare. È un incantesimo che serve a…far rivivere” spiegò Celeste guardando un po' timorosa Abigail, aspettando una sua reazione.
“Celeste, è un incantesimo impossibile, non funzionerà” disse Abigail dopo qualche secondo di silenzio.
“Lo so che molto probabilmente non funzionerà, ma anche quella bassissima probabilità che funzioni a me basta per sperarci” disse Celeste.
“Celeste, se questo incantesimo non funzionerà, cosa molto probabile se non sicura, tu starai molto peggio di ora” disse Abigail.
“Credimi, se neanche ci provassi vivrei costantemente col dubbio, e sarebbe peggio” disse Celeste.
“Se mia madre e la zia lo scoprissero ti farebbero milioni di domande sul tuo sentirti senza una famiglia” disse Abigail.
“Si, è probabile” disse Celeste sorridendo. “Ma loro non dovranno saperlo, ok?”.
“Non preoccuparti, non dirò nulla” disse Abigail. “Ma…toglimi una curiosità, perché vuoi farlo?”.
“P-perché voglio farlo?” chiese Celeste incredula. “E c’è anche bisogno di dare delle motivazioni?”.
“Sul serio, vorrei saperle” disse Abigail in modo calmo.
“Beh…perché io vorrei far rivivere mia madre. Lei mi manca, specialmente in questo periodo, e riaverla con me è sempre stato il mio più grande desiderio” disse Celeste con un modo di parlare che lasciava intendere che stesse dicendo un ovvietà.
“Tu stai cercando la perfezione, vero?” chiese Abigail alzando un sopracciglio.
“La perfezione?” chiese Celeste non capendo.
“Vuoi avere la perfezione; dopo anni di maltrattamenti ti sei finalmente ricongiunta con le tue zie, ti sei messa con Liam, ehm…credo che tu abbia trovato anche un'amica, o almeno è ciò che credo io, e ora vorresti anche tua madre indietro…stai cercando la perfezione. Ma sai, mia madre mi diceva spesso che non esiste e mai esisterà la perfezione” disse Abigail.
“C’è sempre una prima volta” disse Celeste alzando un dito.
“Vedremo come finirà” disse Abigail sospirando. “Ora aggiornami un po', come procede per quanto riguarda l'incantesimo per spezzare quello di Menlok?” chiese Abigail.
“Beh, a quanto pare serviranno due oggetti; un amuleto anti-individuazione e un incalanatore di energia particolare, aveva un nome impronunciabile” disse Celeste.
“Sarebbe meglio per il momento dedicarsi di più a questo, altrimenti la zia inizierebbe a sospettare qualcosa” disse Abigail guardando una pila di libri presente accanto a Celeste e prendendone uno.
“Ci avevo già pensato, è per questo che sto facendo ricerche su questo e non sto stressando Liam e Rod affinché finiscano in fretta” disse Celeste. “Ma non preoccuparti, non devi aiutarmi. Piuttosto va a controllare che Zacky non si svegli”.
“Ti avverto: un giorno me la pagherai per questo” disse Abigail per poi girarsi e uscire.
“Vedrò di stare attenta” urlò Celeste per farsi sentire dalla cugina.
***
Abigail entrò nella sua camera e per poco non cadde quando vide al suo interno Stormy, girata di spalle rispetto alla porta. La ragazza cercò di uscire silenziosamente, ma non riuscì nel suo intento.
“Abigail, vieni immediatamente qui” disse Stormy voltandosi verso la nipote.
Abigail guardò timorosa la zia per poi avvicinarvici. Solo in quel momento si rese conto che la donna aveva tra le braccia Zacky, che dormiva beatamente.
“Potresti gentilmente spiegarmi questo?” chiese Stormy cercando di mantenere la calma.
“Beh…” iniziò Abigail mettendosi una mano dietro la testa. “Lui…è un bambino che mi sono fatta affidare da una serva. Volevo darlo a te così che tu potessi esercitati…”.
Abigail guardò timorosa la zia, aspettando una sua reazione. La sua faccia non prometteva bene; sembrava volesse chiederle se fosse pazza.
“Credo che dovremmo farti un corso sulle scuse, perché questa è la più penosa che io abbia mai sentito” disse Stormy alzando un sopracciglio.
“Beh… lui in un certo senso è nostro parente, dovremmo imparare a conoscerlo” disse Abigail facendo un sorriso forzato.
“Temo di non comprendere ciò che la tua la sanissima mente sta pensando” disse Stormy iniziando a perdere la pazienza.
“Lui è il cugino del fratellastro del fidanzato di tua nipote, dovresti proprio fartelo amico…” disse Abigail.
“Basta Abigail, dimmi cosa ci faceva qui questo bambino, chiunque egli sia” disse Stormy.
“Ehm...zia, ma sbaglio, o la pancia sta iniziando a crescere?” disse Abigail tentando disperatamente di cambiare discorso.
“Non cercare di cambiare discorso Abigail! E comunque…si, è cresciuta un po', in ogni caso, vuoi deciderti a parlare?!” disse Stormy, che sembrava stesse per esplodere dalla rabbia.
“Sto badando a lui perché suo fratello non può farlo, così lo ha affidato a Liam, che lo ha affidato a Celeste che a sua volta lo ha affidato a me” disse Abigail cercando d sembrare convincente.
“Non è questo il vero motivo” disse Stormy scuotendo lievemente la testa.
“Perché non dovrebbe?” chiese Abigail alzando leggermente le mani.
“Se fosse stato davvero questo non avresti perso così tanto tempo nell'ideare scuse e nel parlare dei miei cambiamenti fisici” disse Stormy.
“Zia io non posso dirti la vera ragione, cerca di capire” la supplicò Abigail.
“E se io, invece, insieme a tua madre cercassi di capirne la vera ragione?” chiese Stormy.
“Ti prego zia, non dirlo a mia madre” disse Abigail congiungendo le mani e avvicinandole al viso.
“E perché non dovrei?” chiese ancora Stormy.
“Perché mi vuoi tanto bene?” chiese speranzosa Abigail.
Stormy guardò per qualche secondo la nipote, pensosa su cosa fare.
“Ve bene, ma riporta questo bambino da dove è venuto” disse Stormy.
“Grazie zia, ti adoro” disse Abigail saltando letteralmente addosso a Stormy.
“Scendi, sei pesante” disse Stormy scrollandosi la nipote di dosso. “E riprenditi questo coso urlante” disse poi porgendo Zacky, che nel frattempo si era inquietato, ad Abigail.
“Lo riporto indietro come hai detto, grazie ancora zia” disse Abigail uscendo con Zacky.
“Guarda che dopo ne parliamo!” urlò Stormy per farsi sentire da Abigail. Subito dopo scosse la testa. Com'era possibile che si lasciasse sempre convincere da quella peste?
***
Celeste e Stormy erano nell'ufficio di quest'ultima. Celeste aveva trovato le informazioni che le aveva chiesto la zia ed era subito andata a mostrargliele.
“Allora, ho messo dei segnalibri alle pagine che ci interessano” disse Celeste iniziando a sfogliare le pagine di un libro fino ad arrivare a quella su cui era posizionato un segnalibro.
“A quanto pare esistono vari tipi di amuleti anti-individuazione sparsi sui vari pianeti dell'universo. La loro ubicazione dipende dal loro tipo” disse Celeste mentre Stormy l'ascoltava e nel frattempo leggeva la pagina indicatale dalla nipote. “Esistono molti tipi di amuleti, la differenza maggiore dipende dalla gemma che viene usata per crearlo e da ciò dipende anche la potenza dell'amuleto stesso”.
“A noi ne serve uno fatto con uno smeraldo” disse Stormy alzando lo sguardo su Celeste.
“Beh, dalle ricerche che ho fatto quello con lo smeraldo è la varietà più potente, ma anche la più rara” disse Celeste. “Ma ho trovato anche informazioni su quell'amuleto ed ho scoperto che è possibile reperirlo su Domino”.
“Solo su Domino?” chiese Stormy con aria scocciata. “Non voglio rischiare di incorrere in mie certe conoscenze”.
“Purtroppo il libro cita solo Domino, ma se vuoi posso riprendere le ricerche e cercare su altri libri…” disse Celeste alzandosi.
“No, ferma, va bene così” disse Stormy allungando una mano per fermare la nipote. “Piuttosto, siediti, avrei bisogno di parlarti”.
“È qualcosa di grave zia?” chiese Celeste con sguardo preoccupato.
“No, non preoccuparti. È più che altro importante” disse Stormy.
“Ti ascolto” disse Celeste sedendosi.
“Beh, ecco, io…” iniziò Stormy, venendo però interrotta da qualcuno che proprio in quel momento bussò alla porta. Celeste si girò verso la porta, mentre Stormy si alzò per andare vedere chi fosse.
“Cosa c'è?” chiese Stormy dopo aver aperto la porta, trovandosi davanti un servo.
“Mi scusi se la disturbo, mia signora, ma mi è stato chiesto di comunicarle che sua sorella si è sentita male” disse il servo.
“Darcy?!” chiese Stormy. “Cosa le è successo?”. Sentendo quelle cose, Celeste si alzò dalla sedia ed andò a mettersi dietro la zia, per sentire meglio tutto.
“La regina è svenuta pochi minuti fa, al momento la stanno visitando” rispose il servo.
“Mia nipote Abigail è stata informata?” chiese Stormy incrociando le braccia.
“Si, si trova già lì” disse il servo.
“Bene, puoi andare” disse Stormy.
Il servo si inchinò per poi allontanarsi.
***
Stormy e Celeste arrivarono davanti la camera di Darcy. Abigail era già lì e continuava ad andare avanti e indietro nervosamente. Sembrava sul punto di piangere.
“Abigail” disse Stormy andando incontro alla nipote, seguita da Celeste.
“Zia” disse Abigail avvicinandosi alla donna. Era evidentemente spaventata.
“Cos’è successo tesoro?” disse Stormy facendole una carezza.
“Non lo so, dicono che è svenuta, ma è da tanto tempo che la stanno visitando. Insomma, se fosse stato qualcosa di lieve avrebbero finito in poco tempo, giusto?” disse Abigail tutto d'un fiato.
“Aby calmati ora” disse Stormy posando entrambe le mani sulle spalle della nipote. “Non è detto che debba necessariamente essere qualcosa di grave; devono pur sempre fare tutte le analisi del caso”.
“Zia, ma…e se fosse stata colpa mia?” chiese Abigail mentre iniziava a piangere.
“Colpa tua? Ma cosa stai dicendo?” chiese Stormy.
“L’ho trattata male in questi giorni…e se le fosse venuto qualcosa per il dispiacere?” chiese Abigail mentre continuava a piangere.
“Oh, tesoro, non dirlo neanche per scherzo” disse Stormy abbracciando la nipote per cercare di calmarla. “Lo sai che tua madre non è quel tipo di persona”.
“Lo so, ma io l'ho trattata proprio male, sono stata una stupida, e se lei…” disse Abigail, finché Stormy non la strinse a lei impedendole di finire la frase.
“Tesoro, calmati adesso” disse Stormy iniziando ad accarezzarle la nuca. “Smettila di incolparti, non è stata colpa tua”.
“Questo non puoi saperlo…” disse Abigail continuando a piangere. “Zia, io non voglio perderla…”.
“Piccola, basta ora” disse Stormy per poi posarle un leggero bacio sulla nuca.
Oltre a Darcy, Stormy era l'unica in grado di calmare la nipote. Nonostante questo, però, Abigail non sembrò calmarsi del tutto.
“Vuoi che rimanga ad aspettare con te?” chiese Stormy accarezzandole la nuca. Abigail annuì. “Aspetta un attimo”. Stormy si staccò da Abigail e si avvicinò a Celeste, che nel frattempo era rimasta in disparte.
“Ascolta, non me la sento di lasciarla da sola” disse Stormy. “Potresti sostituirmi per un'oretta? Giusto il tempo che finiscano di fare gli esami”.
“Non preoccuparti, ci penso io” disse Celeste. “Appena sai qualcosa però fammi sapere”.
“Ci penso io” disse Stormy.
***
Celeste era nell'ufficio di sua zia Stormy, seduta dietro la scrivania. Leggeva svogliatamente vari documenti diplomatici, ma i suoi pensieri erano ben altri.
E se anche sua zia Darcy avesse fatto la fine di sua madre? Ma Celeste non voleva pensarci, non voleva portare sfortuna; infondo ogni volta che lo faceva le cose andavano male per davvero. Non riusciva inoltre a non pensare a quella considerazione che aveva le aveva esposto prima Abigail, ovvero la ricerca della perfezione. A suo parere, Abigail aveva sempre avuto una vita perfetta. O almeno questo era ciò che credeva lei; una volta entrata nel pieno della sua realtà familiare si era man mano resa conto che la sua vita non era poi così perfetta. In un certo senso aveva sempre sperato di ottenere una vita come la sua, di conseguenza aveva sempre, inconsapevolmente, ricercato la perfezione. La cosa sorprendente era che Abigail fosse riuscita ad arrivare a queste conclusioni in pochi secondi, quando lei aveva dovuto ragionarci un bel po'. Ma ora la “vita perfetta” di Abigail, la sua “vita musa”, come la chiamava lei, rischiava di sgretolarsi con un aggravamento delle condizioni di salute di Darcy. Era un pensiero pessimista, ma Celeste lo era sempre stata. Infondo, la sua era stata una vita formata da una serie di sfortunati eventi e ciò non l'aveva certo portata ad avere un pensiero ottimista. Tutto sommato, però, si era accorta che la sua vita era arrivata più o meno “al pari” di quella della cugina.
Ancora non sapeva che la sua vita, quella che aveva sempre voluto, si sarebbe sgretolata a breve.
***
Stormy ed Abigail erano fuori la camera della strega dell'oscurità, sedute su due sedie che Stormy aveva fatto portare. Abigail si era calmata, ma sembrava essere costantemente sul punto di scoppiare nuovamente in lacrime.
“Aby, vuoi un po' d'acqua?” chiese Stormy.
“No, sto bene così” disse Abigail senza distogliere lo sguardo dalla porta della camera di sua madre, da cui non distoglieva lo sguardo un attimo aspettando che qualcuno uscisse per aggiornarla delle condizioni di Darcy.
“Sei sicura, tesoro?” chiese Stormy malcelando un velo di preoccupazione nella voce.
“Si, sono sicura” rispose Abigail.
In quel momento, un medico uscì dalla stanza di Darcy. Abigail si alzò di scatto, temendo già le peggiori notizie. Stormy si alzò anche lei, ma più lentamente rispetto ad Abigail.
“Parlo io con lui, tu aspetta qui” disse Stormy allontanandosi da Abigail, che la guardò con sguardo incerto sapendo che con tutte le probabilità avrebbe filtrato le notizie da darle.
“Cosa le è successo?” chiese Stormy al medico con tono di voce basso, in modo da non farsi sentire da Abigail.
“Il malessere della regina sembra essere causata da un'entità magica. L'ipotesi sarebbe confermata dalle tracce magiche che abbiamo trovato nel sangue” disse il medico.
“Da cosa crede che sia stato causato?” chiese Stormy incrociando le braccia.
“Forse qualche malattia legata al contenimento del potere, che sono molto frequenti in persone che presentano un potere magico particolarmente grande e sviluppato. Ma potrebbe anche essere qualcosa legato ad un incantesimo da parte di esterni o avvelenamento” disse il medico.
“Ma…crede che sia qualcosa di grave?” chiese Stormy mostrandosi un po' preoccupata.
“Dalle analisi che abbiamo temo proprio di si” disse il medico. A volte Stormy si stupiva di quanto riuscisse ad essere freddo. “Al momento è sveglia, ma è molto debole. Se volete farle visita potete, ma non dovete affaticata. Adesso andrei” disse il medico.
“Certo, vada” disse Stormy abbassando lo sguardo. Sospirò per poi girarsi lentamente verso Abigail, che nel frattempo era rimasta a fissarla, aspettando di essere informata.
“Allora?” chiese Abigail non appena Stormy l'ebbe raggiunta.
“Beh…” disse Stormy cercando di inventarsi qualcosa da dirle.
“Zia, dimmi la verità per favore” disse Abigail capendo al volo le intenzioni della zia.
“Va bene. Non ci sono buone notizie. A quanto pare lo svenimento è stato causato da una fuoriuscita di potere magico, il che è abbastanza grave come cosa” rispose Stormy posando una mano sulla spalla della nipote.
“O santo cielo, lo sapevo” disse Abigail spostandosi bruscamente ed iniziando a camminare avanti e indietro. “Ora come farà? E se il suo potere ne risentisse? E se LEI ne risentisse? E se dovesse aggravarsi e avere una crisi? E se…”.
“Tesoro, calmati ora” disse Stormy. “Andrà tutto bene, vedrai”.
“No zia, non andrà tutto bene” disse Abigail girandosi di scatto verso la donna per poi cominciare a piangere. “Io devo andare da lei”.
“No, ferma” disse Stormy bloccando la nipote che si stava dirigendo verso la camera della madre. “Non vorrai farti vedere da lei in questo stato? In questo momento ha bisogno di un sostegno morale, se ti mostri in questo stato non farai che distruggerla di più”.
“Si, ma se non entro penserà che non mi importa nulla” disse Abigail avvicinandosi nuovamente alla porta della camera di Darcy, prima di essere afferrata per la seconda volta da Stormy.
“Tesoro, aspetta. Asciugati le lacrime e bevi un po' d'acqua, andrà meglio. Queste cose le dico per te” disse Stormy con tono apprensivo.
“Va bene” disse Abigail sospirando. Stormy fece apparire una bottiglietta d'acqua mentre Abigail si stropicciata la faccia con le mani per asciugarsi le lacrime. Dopo che ebbe fatto ciò prese la bottiglietta e bevve un sorso d'acqua.
“Sei un po' rossa in viso, ma va comunque meglio” disse Stormy sorridendo.
Abigail annuì per poi arrivare davanti la porta. Alzò la mano per bussare, ma a pochi centimetri dalla porta si bloccò, rimanendo con la mano sospesa a mezz'aria.
“Che mi tocca fare” sospirò Stormy bussando al posto di Abigail per poi spingere letteralmente Abigail all’interno della stanza.
***
“Ciao mamma” sussurrò Abigail per poi chiudersi la porta alle spalle.
Darcy era sdraiata sul letto. Girò a fatica la testa verso la figlia.
“Ciao Aby” sussurrò Darcy tenendo gli occhi semichiusi per la stanchezza e cercando di mettersi seduta.
“Aspetta, ti aiuto” disse Abigail avvicinandosi ed aiutando sua madre a sedersi per poi sistemarle il cuscino dietro per farla stare più comoda.
“Devo necessariamente svenire per essere trattata bene da te?” chiese Darcy appoggiando la schiena al cuscino.
“Lo so…mi dispiace…” disse Abigail abbassando lo sguardo.
“Non preoccuparti” sussurrò Darcy sorridendo lievemente. “Sono felice che tu sia qui con me”.
“E io sono felice che tu stia bene…beh, più o meno…ma almeno sei sveglia” disse Abigail sorridendo anche lei.
“Ehm, non so se sei stata informata sul mio stato di salute” disse Darcy mentre la sua espressione mutava da serena a seria.
“Si, lo so…ma andrà tutto bene, vedrai” disse Abigail cercando di sorridere in modo rassicurante.
“Lo spero Aby” disse Darcy stringendo, per quanto le era possibile, la mano della figlia.
Improvvisamente, lo sguardo di Abigail mutò, diventando spento come quello di un cadavere.
“Abigail?” disse Darcy cercando di alzare completamente la schiena, fallendo. “Abigail!”. Darcy lasciò la mano della figlia, che subito dopo tornò alla normalità.
“Sono stata io” disse Darcy guardandosi le mani con sguardo impaurito.
“Non preoccuparti mamma, è stato un caso…” cercò di rassicurarla Abigail.
“Allontanati da me, potrei farti ancora del male” disse Darcy guardando negli occhi sua figlia.
“Ma no mamma, non accadrà nulla…” disse Abigail allungando una mano verso la madre.
“Va via” continuò Darcy girandosi dal lato opposto rispetto alla figlia, per evitare un contatto visivo con lei.
“Ma mamma, io…”.
“Ho detto va via!” disse Darcy girandosi di scatto ed allungando una mano verso Abigail. Accidentalmente, le partì un incantesimo che arrivò dritto su Abigail, facendola sbattere contro il muro.
A causa del rumore, Stormy entrò nella stanza.
“Abigail?” disse notando sua nipote che dolorante si staccava dalla parete. “Cos'è successo?”.
“L'ho colpita…io non volevo…” disse Darcy mettendosi le mani nei capelli.
“Non è nulla” disse Abigail.
“Andate via, io sono pericolosa” disse Darcy iniziando a respirare affannosamente.
“No mamma, non lo sei” disse Abigail avvicinandosi.
“Io sono…sono…” Darcy non poté finire la frase poiché perse i sensi.
“Mamma!” disse Abigail fiondandosi su di lei.
“Sta ferma Aby, va a chiamare il medico” disse Stormy avvicinandosi anche lei alla sorella. Abigail fece subito come le aveva detto la zia e corse fuori dalla stanza.
“Darcy! Darcy riprenditi” disse Stormy scuotendo la sorella.
Abigail entrò nella stanza seguita dal medico. L’uomo di avvicinò immediatamente a Darcy e tirò fuori una siringa per prelievi. Infilò l'ago nel braccio della strega, mentre Stormy si metteva davanti la nipote per impedirle di assistere a quello spettacolo.
“Vi pregherei di uscire” disse il medico girandosi verso le due.
“Certo, la lasciamo lavorare” disse Stormy uscendo e trascinandosi letteralmente dietro Abigail.
***
“Vedi?! È sempre colpa mia!” disse Abigail camminando avanti e indietro.
“Abigail, tesoro, se continui ad incolparti non farai che peggiorare le cose” disse Stormy arrivando davanti la nipote, che si fermò. “Non è stata colpa tua, semplicemente si è agitata ed è svenuta, tu non c'entri nulla in questo”.
“Zia, credi che…che lei…” disse Abigail non riuscendo a terminare la frase.
“Ce la farà Aby, ne sono più che si sicura” disse Stormy posando le mani sulle spalle della ragazza.
“Come fai a saperlo?” chiese Abigail.
“Lo so e basta. Tua madre è una donna forte, non si farà certo stroncare dalla prima malattia che le capita” disse Stormy.
Abigail si lasciò abbracciare dalla zia, tenendo lo sguardo fisso sulla porta della camera della madre, lasciandosi forse coinvolgere nell'utopia di vedere sua madre uscire sulle sua gambe.
“Zia, entri con me?” chiese Abigail senza staccarsi dalla zia.
“Non credo sia una buona idea; a te fa impressione il sangue, o te ne sei dimenticata?” disse Stormy cercando forse di sdrammatizzare un po'.
“Lo so, è per questo che ti ho chiesto di entrare con me” disse Abigail.
“Fra noi due non saprei dire chi dovrebbe sorreggere chi” disse Stormy.
Abigail fece un lieve sorriso per poi staccarsi da Stormy.
“Ora dovresti tornare in ufficio, è da tanto che sei qui” disse Abigail.
“Sei sicura di voler rimanere da sola?” chiese Stormy preoccupata.
“Credo che riuscirei a sopravvivere” rispose Abigail sorridendo.
“Va bene” disse Stormy facendole una carezza. “Se vuoi questa notte puoi rimanere qui, se può farti sentire più tranquilla”.
“Non credevo che mi avresti mai dato un suggerimento simile” considerò Abigail.
“Intendevo dire insieme a me, era sottinteso” disse Stormy incrociando le braccia.
“Ora ti riconosco” disse Abigail.
***
Stormy entrò nel suo ufficio. Al suo interno vi era Celeste, intenta a leggere uno dei rapporti degli esploratori. Appena vide sua zia entrare, scattò in piedi, impaziente di avere notizie.
“Allora? Ci sono novità?” chiese Celeste mentre si spostava per far sedere la zia.
“Si, e non sono molto buone purtroppo” disse Stormy sedendosi. “A quanto pare c’è stata un'emorragia magica. Potrebbe essere legata ad una malattia legata ai poteri magici o potrebbe essere una conseguenza ad un avvelenamento. In ogni caso, la situazione mi è sembrata abbastanza grave”.
“Ed Abigail? Lei come sta?” chiese Celeste evidentemente turbata dalla scena a cui aveva assistito in precedenza.
“Lei è distrutta, infatti se sono qui è solo perché mi è parso che si fosse calmata, altrimenti non l'avrei lasciata da sola” rispose Stormy.
“Spero che si risolva tutto per il meglio” disse Celeste.
“Già, anche io” disse Stormy. “Ascolta, ho promesso ad Aby che avremmo passato la notte con Darcy, in questo modo si sentirebbe più sicura, ma conoscendola so che mi parlerà per tutta la nota delle sue preoccupazioni e dei suoi timori ed io dovrò rassicurarla. Considerando ciò, credo che dormire sarà impossibile, quindi mi chiedevo se…”.
“Vorresti recuperare adesso qualche ora di sonno?” chiese Celeste capendo al volo la richiesta della zia.
“Beh, si. Tu saresti disposta a rimanere qui?” chiese Stormy, temendo forse di chiedere troppo alla nipote.
“Certo, non preoccuparti” disse Celeste. “Infondo è il mio lavoro provvedere alle tue necessità”.
“Perfetto, gli impegni di oggi li sai già, ma non devi sentirti obbligata a partecipare a tutti, puoi rinviare dicendo che non sto bene o inventa tu qualcosa. Alle sette puoi considerarti libera, ma anche prima se finisci tutto” disse Stormy per poi aprire la porta. “Buon lavoro” disse poi uscendo.
***
Stormy ed Abigail erano all'interno della camera di Darcy. Abigail era seduta su una sedia accanto il letto di Darcy e le teneva una mano. Alla strega era stato prelevato un po' di sangue a causa della pressione troppo alta, ma ora l'ago le era stato tolto ed Abigail non aveva più problemi nel guardarla.
“Dimmi se sei stanca, vengo io al posto tuo” disse Stormy, che invece era seduta su una sorta di divanetto che Darcy usava abitualmente per controllare i documenti che non riusciva a visionare durante la sua giornata lavorativa.
“Non preoccuparti. E poi, hai più necessità tu di dormire” rispose Abigail senza distogliere lo sguardo da sua madre.
“Sono incinta, non malata” disse Stormy incrociando le braccia.
“Devi comunque stare più attenta a queste cose” disse Abigail. “E comunque, se proprio ti senti a disagio, posso ricominciare a stressarti con ogni tipo di attività altamente pazza e rischiosa”.
“No, tranquilla, mi sta bene la mia situazione” disse Stormy alzando le mani.
“Come sta andando la ricerca per lo zio Derek?” chiese Abigail girandosi verso Stormy.
“Io e Celeste abbiamo ottenuto qualche risultato, ma abbiamo dovuto sospendere tutto per venire qui. Comunque devo dire che siamo a buon punto” rispose Stormy.
Abigail annuì per poi ricominciare a fissare sua madre, senza realmente vederla. Sembrava stesse riflettendo su qualcosa.
“Secondo te” sussurrò poi Abigail. “È questo che prova Celeste?”.
“In che senso?” chiese Stormy.
“Beh…io non so neanche descrivere ciò che ho provato nel provare ad immaginare la mia vita senza mia madre…secondo te lei, ogni giorno, prova la stessa sensazione?” chiese ancora Abigail.
“Non credo che lei provi proprio le stesse cose, infondo a te si aggiunge anche la paura, cosa che lei non prova perché ormai… beh…sua madre è già morta. Ma credo che in un certo senso ci sia abituata” rispose Stormy.
“Non credo che un dolore di questo tipo possa diminuire col tempo” disse Abigail.
“Non intendevo dire questo, volevo dire che forse ora non ci pensa tutti i giorni e quindi non può provarlo. Tu ora non puoi pensare ad altro perché è appena successo…o meglio, non è ancora successo, ma ci stai pensando. Lei invece ormai è andata avanti, quindi non passa tutto il tempo a pensarci” disse Stormy.
Abigail si limitò ad annuire e strinse ancora di più la mano della madre.
“Ehi” disse Stormy. “Non ti accadrà la stessa cosa. Te lo prometto”.
“Parola di strega?” chiese Abigail.
“Beh, per quanto possa essere affidabile…parola di strega” rispose Stormy sorridendo.
 
 
 
 
*In sottofondo si sente la canzone “Hello”*
Ehi, esseri dotati di forza vitale che prima o poi si spegnerà…*piange*. Scusate, e che…è San Valentino e io sono qui, in “abiti da casa”, seduta sul letto con il computer davanti mentre mangio le schifezze più disparate. Ditemi che non sono l'unica, please! Come previsto, ho saltato l'aggiornamento di gennaio (lo so che avete esultato, non negatelo), ma ehi, ehi, ehi, questo capitolo è stato lungo il doppio di un capitolo “normale”, quindi siate contenti…per quanto si possa essere contenti di un tortura raddoppiata. In ogni caso, il capitolo era già pronto ieri, ma ho voluto pubblicarlo oggi perché…perché si, è San Valentino e ho pensato che non devo essere l'unica sola come un cane, e magari potevo farvi compagnia. Colgo l'occasione per farvi gli auguri a questo punto, visto che vi amo tuttiiii! (Beh si, ma non in quel senso…).
Ma prima di andare…una sorpresa. Sono fiera di presentarvi…*rullo di tamburi*
ADAM KADMON!!!
Adam: Che strano posto é questo? E poi perché mi hai chiamato qui proprio il giorno di San Valentino? Coincidenze? Io non credo”.
Me: Ehm…si, perfetto. Allora Adam, cosa ne pensi di ciò che sta accadendo?
Adam: Il simbolo delle quattro T di Trump formano la svastica…coincidenze? Io non credo.
Me: No, non intendevo dire questo. Dicevo, nella mia storia, cosa pensi di ciò che sta accadendo?
Adam: Credo che la tua sia una buff…*lo minaccia con un coltello*, cioè volevo dire una grande opera letteraria che entrerà nella storia della letteratura. Tra l’altro sei nata il giorno prima del giorno della morte di Napoleone, che é anche il titolo di una poesia di Manzoni. Coincidenze? Io non credo.
Me: Riesci a finire una frase senza dire…
Adam: Coincidenze? Io non credo? Io non credo.
Me: Ho capito, sei pazzo. Vuoi rispondere alla mia domanda, ora?
Adam: Va bene. Credo che Abigail possa essere un specie di ibrido, creato grazie a tecniche di ingegneria genetica estremamente avanzate che il governo ci tiene nascoste, ottenuto dall'unione di tre persone creato per alcuni esperimenti ma impiantato accidentalmente nell'utero di Darcy che ha associato la gravidanza ad un rapporto avuto poco prima con un uomo che, guarda caso, è una delle tre persone che ha contribuito alla creazione dell'ibrido. Coincidenze? Io non credo.
Me: Ma sei serio?
Adam: Certo che sono serio. Che letto al contrario sarebbe Oires. Coincidenze? Io non credo.
Me: Ho capito, è stata una buffonata che non ha portato a risultato. A presto Adam.
Adam: Grazie per avermi invitato. E ricorda, quando le cose ti sembrano coincidenze, tu non crederci.
A presto e ancora auguri di buon San Valentinooooo!!!!
Icydarcystormy
 
 
 
 
   
 
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