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Autore: inlovewitharry    14/02/2017    0 recensioni
"Qualche volta penso che ti abbiano estratta perché sapevano che ti avrei amato." La storia completa di Annie e Finnick, iniziando dalla Mietitura di Annie fino alla fine di Mockingjay. Annie's POV [Traduzione della fanfiction inglese di frombluetored] IN REVISIONE.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair, Mags, Nuovo personaggio, Vincitori Edizioni Passate
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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(PROSSIMO AGGIORNAMENTO: bio del profilo)
Capitolo 5: Scores
 
• nel capitolo precedente: Annie e Finnick parlano di strategie ed Annie fa credere ai Favoriti di essere una pazza. Finnick promette a Annie di far recapitare una lettera alla sua famiglia.
 
 
Cara Cora,
In questo momento sono seduta nel salotto dell’appartamento del Distretto 4 al Centro di Addestramento e Finnick Odair è addormentato contro le mie gambe.
 
Prima che tu impazzisca (scommetto che hai già fatto cadere la lettera e hai chiamato Marv nella stanza e gli hai letto quella frase, vero? Lo hai fatto. Ti conosco, Cor. Saluta Marv da parte mia), dovrei chiarificare come Finnick è finito ad addormentarsi nel pavimento. Lui era seduto e stava dicendo a Mags e a me le notizie che aveva sentito sui Giochi di quest’anno, ma si è addormentato perché qualcuno potrebbe aver scambiato il caffè con la caffeina con quello senza. È stata Mags, ma non dico niente.
 
Comunque, io ero nel divano e lui era seduto nel pavimento sotto i me e alla fine, eccomi qui con il vincitore dei 65esimi Hunger Games addormentato contro di me. Ho pensato che avresti voluto saperlo. Vorrei che tu lo avessi potuto vedere; era letteralmente nel bel mezzo di una frase quando si è interrotto e dormiva. Non ho mai visto nessuno fare una cosa del genere.
 
È quasi mezzanotte qui e domani devo andare a fare il punteggio individuale. Vorrei terribilmente che tu potessi essere qua per così tanti motivi. La Capitale è così colorata, Cora. È un posto esotico pieno di neon gialli, luminosi come i pesci in un acquario; blu profondi, fedeli all’acqua marina; verdi accesi, vividi come la nuova erba che cresce vicino a casa in primavera; e rossi irritanti, più rossi del sangue. Vorrei poter spiegare meglio, perché penso che sarebbe un ultimo regalo bellissimo da darti. Un’immagine mentale vivida del posto in cui non dovrai mai andare (e sono grata per ciò). Le persone della Capitale si vestono in modo così inusuale. Si tingono la pelle con quei colori accesi e si fanno tatuaggi e forme su di essa. La mia stilista ha triangoli multicolori che si uniscono insieme sul suo corpo. È strano, ma mi conosci. Più strano, meglio è.
 
C’è anche un pensiero, qui, che mi mette molto a disagio. Dovresti vedere la sete di sangue che hanno, Cor. È bruttissimo. Mi fa venire la pelle d’oca. Non hanno veramente problemi con i Giochi. Infatti, si congratulano con me per essere ‘onorata’ di essere stata scelta per parteciparvi. La nostra accompagnatrice è completamente innamorata dei Giochi e parla frequentemente di come reagirebbe lei se fosse lì dentro, ha detto persino che vorrebbe poter essere un tributo. Ho pensato che Finnick le avrebbe tirato il coltello che aveva in mano.
 
Sto pensando un sacco a te, Arnav e papà. Siete nella mia mente ogni momento, non importa cosa io stia facendo, o se io vi voglia lì o no. Credo che anche voi mi abbiate pensato? Cora, il mio cuore mi duole mentre scrivo ciò. So che questa sarà l’ultima cosa che ti dirò mai e non è neanche a faccia a faccia. C’è così tango che volevo fare, così tanto che volevo vedere, così tante parole che volevo dire, così tante albe e tramonti che volevo ammirare. Li sento tutti dentro di me e pesano parecchio. Ogni giorno sento come se stessi trasportando in giro una bara di legno solida. Occupata, ovviamente.
 
Continuo a pensare all’estate in cui Arnav ha compiuto sei anni. L’estate in cui siamo tutti andati nella barca di papà e siamo rimasti nel mare per minimo un mese. Giuro che qualche volta sento l’odore dell’oceano e il sale e percepisco l’umidità dell’aria. Di notte riesco a sentire i rumori della barca e le vele che sbattono. Ma soprattutto, posso vederci tutti e quattro sdraiati di schiena sul ponte mentre guardiamo il cielo. Era il blu più scuro che io abbia mai visto e sembrava che non ci fosse neanche un centimetro senza le stelle brillanti di ogni dimensione. Le stelle non sono così qui. Non ci sono neanche. Viene tutto dalle luci brillanti, dice Mags. Io ci credo.
 
Ho realizzato oggi che continuo a pensare a quella gita e a quella notte. È perché è probabilmente la più felice che io abbia mai vissuto. Arnav continuava a dire quella battuta pessima sul marinaio e il cane e tu continuavi a ridere istericamente ogni volta che lo diceva anche dopo aver oltrepassato le venti volte, e papà stava sorridendo di più da quando è morta la mamma, ed Arnav era sdraiato con la sua testa nella mia spalla per tutta la notte. I suoi capelli odoravano di erba, ricordo anche quello.
 
Voglio che tu sappia che tu, papà ed Arnav avete reso la mia vita bellissima. Mi avete sempre amato incondizionatamente e non avete mai chiesto qualcosa in ricambio. E tu specialmente, mia sorella che sa cosa fare in ogni situazione e mi tiene insieme quando io sento che tutti i miei nodi si stanno sciogliendo. Mi sono divertita così tanto a condividere la mia infanzia e la mia breve vita da giovane adulta con te, e non cambierei i ricordi che ho per niente, neanche per un biglietto per uscire da quei Giochi.
 
Voglio che tu lo ricordi quando guardi i Giochi. Non so cosa tu vedrai, non so cosa succederà. Ma so che morirò nell’Arena. E va bene. Tu starai bene. Non importa quanto orribile possa sembrare, in quanto dolore io sembri stare, sappi che sto pensando a quella notte nella barca di papà, che non ho paura e sono felice. Sono felice per ciò che ho vissuto, sono felice per la mia famiglia più di tutto.
 
Ho un paio di cose che devo chiedere a te e al resto della famiglia e io sto già riconoscendo il tuo consenso a queste, quindi sappi che ci tengo. Prima cosa, voglio che tu e Marv abbiate un sacco di bambini. Amali come hai amato me e saranno così felici. Poi, voglio che tu dica ad Arnav che lo amo più di quanto le balene amino il pesce e i pesci amino il plankton. Dì a papà che amo anche lui e sono così riconoscente per tutto quello che ha fatto.
 
Mi sono fatta scappare a Finnick che tu sei una fan, quindi sono sicura che farà scivolare una foto autografata nella busta, così che essa possa essere il regalo da parte mia per tutti i compleanni che mi perderò. Mi ha anche promesso che darà ad Arnav delle lezioni di tridente quando vuole, e gli ho già detto che ci tengo molto. Mi sta facendo un grosso favore spedendo questa lettera – un favore che lo potrebbe mettere in grandissimi problemi – quindi non importa cosa tu possa pensare sul modo in cui si occupa di farmi da mentore nell’Arena, sii gentile con lui. So quanto testarda tu possa essere, quindi considera anche questo come ultimo desiderio.
 
Voglio anche che voi sappiate che nei giorni precedenti all’arena, io sono stata felice. Qualche volta estremamente e dolorosamente triste, ma allegra e serenamente contenta altre volte. Non voglio che voi pensiate che i miei ultimi giorni di vita siano stati squallidi. Ho formato dei ricordi così belli che andranno direttamente nella lista dei miei momenti preferiti della vita, non importa la situazione in cui mi trovo, e devo la maggior parte di essi a Finnick. Non ho parole per esprimere quanto mi sbagliavo sul suo conto. Hai totalmente il diritto di dire ‘te l’avevo detto’. Me lo immagino mentre lo dici. Sì, Cora, hai ragione. Avevi ragione. È semplicemente meraviglioso. E non intendo che il Finnick che si vede in pubblico sia meraviglioso; è carinissimo, ma non è niente come Finnick nel privato. Finnick nel privato è qualcosa di diverso da se stesso. Pensa in modi simili ai miei e non perché siamo stati vicini per così tanto tempo che siamo praticamente la stessa persona come io e te, ma perché siamo fatti della stessa roba, qualsiasi cosa sia e in qualsiasi modo sia successo. Lui capisce me, non quello che dico o che non dico o quello che faccio o che non faccio, ma me come persona. È bizzarro, ma è stato un tale sollievo. Non so cosa avrei fatto senza di lui. È un grande amico e uso quella parola con completa e totale onestà. Ci tengo a lui e mi fido di lui. È strano come andiamo così tanto d’accordo, anche se ci siamo tecnicamente appena incontrati, ma io amo così tanto le cose strane e insieme siamo strani in modi divertenti e meravigliosi. Qualche volta mi rende triste, perché penso che diventeremmo gli amici migliori se il tempo non corresse.
 
Ringrazialo da parte mia la prossima volta che lo vedi, ok? Non mostrargli solo questa lettera, perché non ha bisogno di un’altra ondata di aria nel suo ego già immenso.
 
Dovrei davvero andare a dormire ora. Penso che finire questa lettera sia più difficile che nel treno per la Capitale. Mamma ha sempre detto che avevo problemi nelle separazioni. Mamma ha sempre ragione, direi.
 
Ti voglio per sempre bene.
 
Con amore,
Seashell.
 
OuOuOuOuOuOuOuOuOuO
 
 C’è un istante in cui sai che qualcosa di brutto succederà. È questa sensazione nel tuo stomaco e nei polpastrelli delle dita e nel retro del tuo collo. È intenso e senza fine, consuma ed è sconfortevole.
 
Mi sento così ora. Mi sono sentita così in diversi momenti da quando ho camminato verso la Mietitura.
 
Sto pranzando da sola nella sala da pranzo, anticipando nervosamente io momento in cui cominceranno a chiamare di nuovo i tributi per i punteggi. Ho un’idea generale di cosa farò, ma non sono interamente sicura di non immobilizzarmi quando entro nella stanza ed incasinare tutto.
 
Hanno appena chiamato il tributo maschio del Distretto 1 quando sento delle urla.
 
Distinguo la voce di Chiron immediatamente, avendoci vissuto insieme per alcuni giorni. Sta urlando come un matto, così furioso che non riesco a comprendere neanche una parola di ciò che dice. Mi alzo in piedi e stringo le mie mani, non completamente sicura se dovessi andare nel corridoio per vedere se tutto è a posto o starne fuori completamente.
 
La preoccupazione vince contro la cautela e mi dirigo esitante verso la porta. Il carattere irascibile di Chiron è qualcosa che ho visto solo in un’altra occasione ed ero così terrorizzata di quanto lo sono ora.
 
Sbircio fuori dalla stanza e Chiron è in piedi davanti a Osmium – il ragazzo del 2 – e la sua faccia è rossissima. Sta gridando e gesticolando con rabbia e Osmium ha le braccia tese e i pugni serrati, come se stesse aspettando la goccia che fa traboccare il vaso per tirargli un pugno.
 
“Chiron!” chiamo.
 
Entrambi si zittiscono immediatamente, girandosi a guardarmi. Chiron sta respirando affannosamente e gli occhi di Osmium sono sbarrati.
 
“Cosa succede?” gli chiedo.
 
Una volta fatta la domanda, sembra provare abbastanza vergogna di star urlando contro Osmium. Lui apre la sua bocca e poi la chiude, con gli occhi che guadano attorno selvaggiamente.
 
Osmium approfitta di questo momento e dà una spinta a Chiron. La testa di Chiron si gira di scatto per guardare Osmium ed ha un’espressione dura.
 
“Fermi!” urlo mentre Chiron alza il suo braccio. “Andrete entrambi nei guai!”
 
Osmium contrae le sue mani e sogghigna. “Aspetta solo di essere nell’Arena, 4. Aspetta solo.” Dice a Chiron.
 
Va via, lasciandomi da sola nel corridoio con un Chiron arrabbiato.
 
Io rimango in piedi, con le mani nei fianchi, aspettando di vedere cosa farà Chiron. Abbassa la testa. Stiamo così per un intero minuto, senza muoverci e senza dire niente. Sembra turbato.
 
“Stai bene?” gli chiedo gentilmente.
 
Tiene la sua testa abbassata.
 
“Che importa? Tanto saremo morti presto.” Esclama.
 
Mi avvicino di un passo, mantenendo una distanza di sicurezza tra di noi.
 
“Quindi? Siamo ancora vivi ora.” Dico.
 
Lui scrolla le spalle.
 
“Mi sono solo stancato degli sfottò,” spiega. Distretto 1 e Distretto 2 non hanno fermato il loro assalto nei confronti di Chiron.
 
Li sento chiamate il tributo femmina del Distretto 1. Il mio cuore comincia a battere più velocemente e il mio stomaco si torce a disagio. Ci sono rimasti pochi tributi prima del 4.
 
“Se non ti dispiace dirmelo, perché non vuoi far parte dei Favoriti?” chiedo infine.
 
Lui fa una smorfia.
 
“Ti ricordi il tributo dell’anno scorso?” chiede. “Sophia Belhalm?”
 
Ci metto qualche secondo per dare un nome ad una faccia, ma mi ricordo abbastanza bene. Sophia si è fatta volontaria a quattordici anni, molto probabilmente sperando di seguire i passi di Finnick. È stata in un’alleanza con i Favoriti per un totale di trenta minuti prima che loro la tradissero e la pugnalassero a morte. Dichiararono che non avevano davvero bisogno di lei. E se Chiron fosse in qualche modo connesso a lei, spiegherebbe perché è stato così astiosamente contrario ad unirsi al gruppo dei Favoriti, così tranquillo e misero praticamente ogni minuto di ogni giorno, così diffidente della maggior parte di noi.
 
“La conoscevi, vero?” chiedo.
 
Lui annuisce. “Era la mia migliore amica. Ci conosciamo da – oh no, direi che sia sbagliato. Ci conoscevamo da quando eravamo neonati.”
 
Mi addolora. Se fa male così tanto a me, non posso immaginare quanto doloroso sia per lui.
 
“Mi dispiace.” Dico onestamente.
 
Lui scrolla di nuovo le spalle. “Non è colpa tua. Ecco perché odio l’1 e il 2. E perché odio la Capitale e tutto di ciò. Mi ricorda così tanto l’anno scorso, guardare la sfilata, i punteggi e le interviste, chiedendomi cosa stesse facendo nel mezzo di tutto questo. Ora lo so e non posso neanche condividerlo con lei, perché è morta.” Incrocia le braccia con forza intorno al suo petto.
 
“È dura non avere qualcuno cin cui condividere le cose.” Dico.
 
Non dice nient’altro e il suo nome viene chiamato trenta minuti dopo. Sono così tesa che dimentico di augurargli buona fortuna.
 
Quando viene chiamato il mio nome, in qualche modo mi alzo in piedi e poi mi muovo così velocemente sul pavimento che sembra quasi che io stia scivolando. Il mio desiderio che questo inizi si è trasformato in un desiderio di finirla il più presto possibile.
 
Sono in piedi di fronte al terrazzo e tengo stretto l’orlo della mia maglietta. Loro mi fissano in attesa. Sono vestiti in modo eccentrico come tutti gli altri nella Capitale. Penso che anche le differenze tra il nostro stile aiuti la Capitale a non simpatizzare con coloro che mandano a morire. È anche difficile per me vederli come persone simili a me, quindi immagino che loro abbiano problemi simili con noi tributi. Dopo tutto, se qualcuno fosse drasticamente diverso da te stesso, dov’è la prova che siano come te? Non ce n’è. È tutto un casino.
 
Mi schiarisco la gola. Non riesco a guardarli negli occhi quando parlo.
 
“Il mio nome è Annie Cresta. Distretto 4.” Sussurro.
 
Il Capo-Stratega di quest’anni annuisce. “Facci vedere allora, signorina Cresta.”
 
Mi giro ed esamino la stanza. I miei occhi finiscono nella corda. Cammino rapidamente lì e cado nel pavimento vicino. Impiego solo pochi minuti per fare un nodo abbastanza largo. Dopo ciò, lo tiro sopra la mia spalla e cammino verso i manichini a bersaglio. Prendo uno dei coltelli vicino all’area dei bersagli e lo sento molto più pesante di quello con cui ho fatto pratica. Questo mi preoccupa.
 
Quando mi preparo per tirare il nodo, in piedi davanti al bersaglio, realizzo che non ho spazio per mettere il coltello mentre faccio questo gesto. Mi immobilizzo. Se mettessi il coletto per terra, mi toglieranno dei punti per aver lasciato la mia arma per terra in un punto dove me la potrebbero rubare. Se la tenessi in mano e provassi a tirare il nodo con una mano, mancherei probabilmente il bersaglio.
 
Ignorando tutte le regole di sicurezza, porto il coltello dalla mia bocca e mordo la fine smussata della lama. L’acuto odore metallico mi ricorda il sangue.
 
Stringo così tanto la lama per impedire una sua caduta che mi fa male fisicamente. Tutto quello che so è che non vorrei che il peso del manico lo tirasse giù, facendolo scappare dalla presa della mia bocca, perché probabilmente mi farei male. Avrei dovuto provare a morderlo dal manico, ma è troppo tardi ora.
 
Mi trovo ad esitare comunque, perché è molto diverso tirare il coltello a qualcosa che sembra più o meno un umano, piuttosto che ad un pezzo di schiuma. Mi ripeto più volte che non è una cosa viva e poi lo tiro in avanti. Si infilza solidamente nella pancia del manichino – non esattamente dove stessi puntando, ma in un punto abbastanza critico da non fare molta differenza.
 
Faccio qualche passo indietro dalla scena dell’omicidio organizzato e poi mi giro per guardare la terrazza.
 
Gli Strateghi annuiscono.
 
“Grazie, signorina Cresta.”
 
Annuisco. Le parole mi scivolano via prima di riuscire a pensare a cosa stia dicendo.
 
“Grazie a voi per aver guardato,” dico.
 
Alcuni sembrano sopresi dalla mia frase e io mi insulto mentalmente. Grazie per aver guardato? Sì, grazie per avermi guardato mentre dimostri come ucciderò gli altri tributi che cercheranno di uccidermi nei Giochi dove solo una persona può sopravvivere, sono veramente grata che voi ci abbiate speso del tempo. Grazie mille.
 
Sto camminando fuori quando il Capo-Stratega risponde.
 
“Fidati, il piacere è tutto nostro.”
 
Questo è poco ma sicuro.
 
OuOuOuOuOuOuOuOuOuO
 
Appena entro nell’appartamento, Annora mi afferra la mano e mi porta nel salotto.
 
“Com’è andata?” chiede. Mi porta verso il divano e mi fa sedere. Poi si siede su una sedia vicino alla poltrona occupata momentaneamente da Mags.
 
Lancio un’occhiata al salotto, aspettando di vedere Finnick spuntare da qualche parte, ma non è da nessuna parte. Questo mi confonde, dato che la scorsa notte quando ero nervosa mi aveva promesso che sarebbe stato di sopra tutto il tempo, pronto per sentire come fosse andata appena uscita.
 
“Dov’è Finnick?” chiedo. Guardo di nuovo le loro facce e Mags sta facendo una smorfia. Annora, invece, non sembra per niente turbata. Scrolla via la domanda con uno scrollo della sua mano assurdamente fresca di manicure.
 
“Oh, aveva del lavoro da fare nella Capitale. Tornerà prima di cena.” dice.
 
Cerco al meglio di non sembrare delusa. Annora se la beve con lo stesso entusiasmo con cui probabilmente ha comprato quel vestito illuminante che sta indossando. Mags, d’altra parte, mi guarda tristemente.
 
Rimango lì seduta fino a quando Annora mi scocca un’occhiata così tagliente che mi fa ricordare la sua domanda.
 
“Oh, è andata benino.” Dico. Non ho alcun desiderio di raccontarla con grande dettagli. Annora, invece, ha un grande desiderio di sentire tutto di essa, persino che scarpe stesse indossando il Capo-Stratega.
 
Dopo aver sofferto per le sue domande per minimo un’ora, lei si sente soddisfatta dato che la sua immagine mentale è ormai completa.
 
“Credo che tu prenderai qualcosa tra cinque e serre. Saresti potuta andare più in alto, se non avessi esitato. Perché lo hai fatto?” chiede.
 
Avevo spiegato la mia esitazione nel tirare, ma non avevo spiegato perché. Sembra una cosa così sciocca ora come lo era prima.
 
“Sono abituata a prendermi un secondo per riprendermi prima di tirare. Mi aiuta con la mira.” Fingo. Mi sento colpevole quasi subito dopo averlo detto, e distolgo gli occhi e inizio a fissare il tappeto. Non ho le parole per spiegare ad Annora – un’amante avida dei Giochi e di tutta la violenza di cui sono caratterizzati – che non sopporto la violenza. Che fa male al mio cuore e alla mia testa a fa tremare la mia mano. Che la prima volta in cui ho visto un Pacificatore frustare pubblicamente qualcuno, ho pianto per due ore. Quindi non dico niente.
 
Dopo la mia sessione di racconto dettagliata, Annora mi lascia per andare nella stanza di Chiron per provare a farsi dire qualcosa in più. Mags ed io rimaniamo in silenzio fino a quando lei mi chiede una cosa. Non sento la prima volta, ma lei si ripete.
 
“Lui voleva essere qui, non là.” Dice.
 
Non deve chiarificare di chi stia parlando e io non fingo che lei debba farlo. Lei sa che nonostante io provi a fingere l’incontrario, mi importa il fatto che lui non sia qui.
 
“Va bene così. Sono un po’ delusa, ma sono sicura che Annora adorerà avere il lavoro di ridirgli tutto quando tornerà.” Dico, sorrido, pensando a quanto sarà entusiasta Annora, e a come la storia si trasformerà in una di quelle telenovele drammatiche della Capitale. Che è precisamente il motivo per cui sono sicura che Finnick la interromperà il più gentilmente ed educatamente possibile per chiedermi a me di raccontare.
 
Mags scuote la testa.
 
“Vorrà sentirselo raccontare da te.”
 
“Pensavo che sarebbe stato proprio il caso.”
 
Tiro i miei capelli a disagio. Mi chiedo che punteggio riceverò. Se fosse qualcosa meglio di un voto scadente, ho paura che i Favoriti si renderanno conto che io ho esagerato il mio lato sensibile quando ho parlato con loro. Qualcosa mi dice che non saranno molto contenti di essere stati ingannati. Spero quasi che il mio punteggio sia atroce.
 
“Quindi qual è il vero motivo della tua esitazione per tirare il coltello?” chiede casualmente Mags. Le lancio un’occhiata di scetticismo e lei inizia a ridere. “Bambina dolce, solo Annora poteva credere ad una cosa del genere. Sei terribile a dire le bugie.”
 
Sorrido imbarazzata. “Sì, sono sempre stata abbastanza pessima a mentire.”
 
Lei mi fissa, in attesa, fino a quando ridico quella parte della storia in completa onestà.
 
“Ho paura che sarà così nell’Arena. Che quando dovrò farlo, mi immobilizzerò e poi sarò morta.” Dico.
 
Mi guarda pensierosa. Le rughe intorno ai suoi occhi si muovono verso l’alto mentre pensa. “Penso che se il manichino avesse provato a farti male, saresti stata capace di farlo. Una cosa è pensare di uccidere un innocente, un’altra è usare un’arma per allontanare qualcuno che vuole ferirti.”
 
Non ci avevo pensato prima.
 
“Credo che non ci sia modo di sapere come reagirò in quel tipo di situazione fino a quando io non ci sarò davvero dentro.” Mormoro.
 
Lei annuisce e la sua faccia si allarga in un sorriso saggio. “Hai detto bene.”
 
Abbasso lo sguardo alle ginocchia. Mi fa sentire meglio ma anche peggio sapere che non ci sia in modo per scoprire come mi comporterò.
 
“Qualcos’altro ti consuma dentro?” chiede Mags.
 
La guardo, sapendo che lei possa ancora leggermi in faccia che io vorrei che Finnick fosse qui. Non importa davvero tanto, comunque. Certo, vorrei che lui fosse qui, ma tornerà presto e non posso aspettarmi che lui sia qui tutto il giorno, anche se farmi da mentore è il suo lavoro. È sicuro dire che è andato sopra e oltre le sue responsabilità da mentore, quindi se vuole prendersi un paio di ore libere, per me va bene.
 
“Sto bene.” Rispondo.
 
“So che sto bene. Mi preoccupo solo che tu possa pensare che il ragazzo avesse voluto andare dov’è andato, ma non è vero. C’è una grande differenza tra lasciare un posto perché vuoi farlo o lasciarlo perché devi assolutamente farlo.” spiega.
 
Mi chiedo in quale situazione lui abbia dovuto assolutamente lasciare un posto. È Finnick Odair, praticamente scrive le sue leggi qui nella Capitale (e anche a casa, ora che ci penso).
 
“Ci sono delle commissioni che Snow gli fa fare. Non sono piacevoli per lui e lui preferirebbe molto essere qui, invece. Me lo ha detto e poi, io conosco quel ragazzino come il palmo della mia mano.” Risponde alla mia domanda non espressa ad alta voce.
 
Mi vergogno, allora, come se lei pensasse che io lo giudico e penso male di lui e lei deve quindi difenderlo.
 
“Non lo giudico male per non essere qui. Anche se avesse volito andarsene di sua volontà, mi sarebbe andata bene.” Dico velocemente.
 
Lei sorride gentilmente. “Lo so, Annie. Volevo solo che tu lo sapessi.”
 
Annuisco, sentendomi meglio, ora che lei sa che non ce l’ho con Finnick. So che i due sono vicini, quindi se dice che lui ha fatto una cosa per una determinata ragione, io ci credo. Mi domando se si siano avvicinati prima dei suoi Giochi o dopo. Infatti, non sono sicura che lei fosse la sua mentore.
 
“Eri la mentore di Finnick?” chiedo.
 
Lei ride. “Lo sono ancora!”
 
Ghigno, pensando a tutte le circostanze in cui ho visto questo fatto realizzarsi.
 
“Hai ragione.”
 
Lei stira fuori le sue gambe e le sue ginocchia scricchiolano. Lei le massaggia per qualche istante e poi mi guarda di nuovo.
 
“Gli voglio tanto bene. Non ho mai avuto una mia famiglia, ma quel ragazzo è mio figlio, in tutti i modi.” Dice.
 
Non posso evitare di sorridere al pensiero improvviso di un piccolo Finnick che afferra la mano di Mags mentre camminano insieme per le strade del Distretto 4.
 
“Posso dire che anche lui ti vuole tanto bene.”
 
Lei sorride. “Siamo stati molto fortunati il giorno in cui ci hanno messo come tribute e mentore.”
 
Lei rimane in silenzio per qualche lungo istante poi si gira a guardarmi, cogliendo il mio sguardo.
 
“È buffo fortunati possono essere certe coppie di mentore e tributo.”
 
Sto cercando di analizzare la sua frase quando la nostra conversazione viene interrotta.
 
“Aw, Mags, pensi davvero che questo sia il luogo e il tempo ideale per fare da creatrice di coppie?”
 
Finnick entra nella stanza, vestito con un completo bianco con dei bottoni così bianchi che sono quasi certa che essi siano il vero affare.
 
Mags distoglie lo sguardo da Finnick, alzando il naso.
 
“Scusa, Finnick, non ho sentito una parola di quello che hai appena detto. Il mio apparecchio uditivo è spento.” Dice.
 
Finnick rotea gli occhi e poi sorride verso di me.
 
“Beh allora, mia cara amica!” dice. Si siede nel divano vicino a me. “Com’è andata?”
 
Mags sgattaiola fuori dalla stanza nello stesso modo dell’altra notte e io ridico l’intera e onesta storia a Finnick.
 
“Non preoccuparti nemmeno della tua pausa. Sembra che tu abbia fatto così bene! Buon lavoro, Annie.” Ghigna.
 
Io sorrido a trentadue denti. Un silenzio confortevole cade tra di noi.
 
“Oh, e Finnick?” chiedo.
 
“Mhm?”
 
“L’ho fatto con i capelli sciolti.”
 
OuOuOuOuOuOuOuOuOuOuOuOuO
 
I punteggi li fanno vedere dopo cena.
 
Siamo tutti seduti intorno alla televisione. Chiron sembra completamente a suo agio. Io, invece, sono molto più nervosa di quanto pensassi. Dopo dieci minuti di ribalzamento della mia gamba destra, Finnick mette una sua mano nel mio ginocchio con fermezza, e fa fermare la mia gamba. Lo guardo.
 
“Andrà tutto bene,” mormora. Lo guardo negli occhi, cercando di assicurarmi che non mi stia mentendo. Niente sembra farmi capire che lui sia disonesto, così annuisco.
 
Fanno una breve introduzione in cui spiegano di nuovo sistema dei punteggi e poi iniziano a leggerli. Julius riceve un nove e Sapphire un dieci. Aly prende otto e Osmium segue Julius totalizzando nove punti.
 
I due tributi del tre prendono due sette e poi tocca a Chiron ed a me. Sento una breve sensazione di gelosia per il Distretto 12, che ha il maggior tempo per prepararsi per tutto.
 
“Chiron Siot, con un punteggio di… 10!”
 
Chiron sembra piuttosto scioccato, ma ciò si trasforma velocemente in un’espressione di rilievo. Per non farsi uccidere immediatamente dai Favoriti per vendetta, aveva bisogno di un punteggio abbastanza alto per essere visto come un intimidatore. Penso che un dieci sia perfetto per lui.
 
“È fantastico, Chiron!” mi congratulo con lui.
 
Dopo altre congratulazioni e una pacca sulla spalla, loro dicono io mio nome.
 
“Annie Cresta, con un punteggio di… 6!”
 
Finnick allaccia un braccio intorno alle mie spalle e mi dà una stretta amichevole. Ha di nuovo l’odore di qualcun altro, e non di se stesso. Non penso che mi piaccia.
 
“Molto bene, Annie! Hai fatto bene da sembrare competente ma non sarai un obiettivo immediato.” Dice.
 
Mags mi da due pacche sul braccio. Annora dice qualcosa di simile a, beh, potrebbe essere andata peggio!
 
Finnick si ritrae e picchietta il mio naso in modo giocoso.
 
“Chi lo avrebbe mai detto che la nostra piccola Annie Cresta ce l’aveva tutto dentro!” sussurra.
 
Cerco di lanciargli un’occhiataccia, ma mi esce male. Alla fine ci rinuncio e gli sorrido, il che mi viene molto meglio.
 
Annora inizia una conversazione su quanto sia eccitata per le interviste e smette di parlare qualche volta per sentire brevi risposte delle altre persone. Finalmente sembra finire le cose da dire, dopo un po’, e poi inizia a canticchiare contenta. Lascio viaggiare la mia mente mentre guardo fuori dalla finestra verso le strade affollate della Capitale.
 
“Annora?” chiedo.
 
Lei alza lo sguardo esaltata. Finnick si gira per guardarmi.
 
“Sì? Vuoi che io dica alla tua stilista della nuova sfumatura di rosa neon?” chiede. Ci metto un momento per realizzare che quello era l’argomento del suo discorso precedente. Ammetto di essermi estraniata quando ha incominciato a spiegare perché l’arancio sia un colore estivo e non autunnale.
 
“Stavo solo pensando… vedo una grande quantità di bambini nella Capitale, ma non ho mai visto una donna incinta.” Dico.
 
Lei ride velocemente ed ha il tono della risata nervosa ed imbarazzata.
 
“Oh, Annie! Perché mai dovresti vederla?” chiede.
 
Non so come rispondere.
 
Finnick si intromette.
 
“Annora, nel Distretto 4 fanno le cose in modo diverso. Le donne vanno fuori liberamente quando sono incinta.” Dice,
 
Sia io che Annora eravamo incoscienti si facesse in modo diverso da un’altra parte.
 
“Alle madri non importa?” chiede Annora, completamente scandalizzata.
 
La sua domanda mi confonde alla grande.
 
“Madri?” chiedo. “Sono loro le madri.”
 
Il corpo di Finnick si sposta leggermente verso destra. Il suo corpo è caldo contro il mio e per un minuto sento come se stesse cercando di proteggermi da qualcosa, ma non capisco cosa.
 
“Una volta nato il bambino, sì!”
 
Le sue parole mi confondono.
 
“Annie, le donne nella Capitale assumono altre donne per portare e poi partorire i loro bambini. Queste donne stanno nella casa della madre che aspetta il figlio fino al parto.” Spiega Mags.
 
Sono così scioccata da non ricordarmi di nascondere l’emozione.
 
“Vuoi dire che le donne portano i loro bambini nel Distretto 4? E vanno fuori in pubblico durante la gravidanza?” chiede Annora.
 
Annuisco passivamente.
 
Sembra che le differenze tra la Capitale e i distretti siano più grandi di quanto pensassi. La Capitale è completamente distaccata dall’empatia e dalla connettività umana. Va oltre il fatto di non riconoscerci come persone; a loro non interessa proprio niente al di fuori di loro stessi. A loro piacciono i Giochi perché fanno parte dell’intrattenimento, quindi non importa cosa accada agli altri. Certo, possono essere gentili nei loro piccoli modi di gentilezza, ma sento che loro non abbiano la minima idea di cosa voglia dire sacrificarsi. Rifiutano di creare una vita perché è un sacrificio e invece pagano qualcun altro per farlo al loro posto. L’arroganza della Capitale si è estesa così tanto da rendere la gravidanza una vergogna e farla diventare una cosa da chiudere a chiave. Un’inconvenienza che solo le persone che riceveranno delle cose materiali in cambio desiderano fare. Hanno screditato uno degli atti più nobili che un umano possa fare e per qualche ragione questo mi sciocca ancora di più dei Giochi, più della moda, più dell’architettura. O magari è solo che questo, combinato con tutto il resto, rende la Capitale qualcosa di più incomprensibile di prima.
 
“Che cosa tremenda!” dice Annora.
 
Voglio spiegarle che quello che fanno loro è tremendo. Che sono scioccata dalla loro cultura e dal modo in cui vivono. Ma so che non potrei mai farglielo capire.
 
Solo più tardi quella sera riesco a parlare di come io mi senta.
 
“La Capitale è un posto molto corrotto.” Dice Finnick.
 
Siamo di nuovo seduti suk tetto. Stavamo giocando ad un gioco con le carte della Capitale insieme ad Annora e Chiron, ma il momento è velocemente finito quando Annora ha cominciato a ridire le sue morti preferite nella storia dei Giochi arricchendole di dettagli sui suoi colori preferiti. Devo aver avuto uno sguardo annoiato, perché Finnick si è offerto di portarmi su nel tetto per farmi prendere un po’ di aria fresca. Ne avevo disperatamente bisogno.
 
“Sai, non ci avevo davvero pensato fino a d’ora. Cioè, sapevo che loro facessero cose sbagliate, ma lo attribuivo ad una differenza tra culture. Il… disgusto per il loro stile di vita non mi aveva veramente colpito prima di oggi.” Dico.
 
Finnick si avvicina e giocherella con i miei capelli. È un gesto così affezionato e confortevole che mi calmo all’istante. Lui fa scivolare le sue dita tra di essi e li intreccia e poi scioglie tutti e poi inizia di nuovo il ciclo.
 
“Mia madre diceva sempre che la parte migliore di essere un genitore fosse imparare ad amare qualche cosa più di quanto una persona ami se stesso.” Dice. “Non penso che qualcuno qui sappia cosa vuol dire.”
 
Allaccio le mie mani intorno al mio corpo e annuisco con lui.
 
“Prima vai via dalla Capitale, meglio è.” Dice Finnick, quasi più a se stesso che a me. “È un posto orrendo. Il Distretto 4 ha i suoi difetti, ma è meglio di questo.” Fa una pausa. “Ovunque è meglio di qui.”
 
Seduta qui, a guardare le luci dei giganti schermi riflettersi sulle strade al di sotto, con Finnick che fa passare le sue mani tra i miei capelli, non posso evitare di pensare che questo non sia così male come lui mi continua a dire. Almeno non proprio qui, e non in questo momento. Non ho niente da dire sulle altre parti.
 
OuOuOuOuOuOuOuOuOuOuOu
 
• angolo della traduttrice: Ciao ragazzi: vi faccio un “regalo” di San Valentino! La storia inizia a prendere forma. Cosa ne pensate dei Favoriti? – so che questo è il primo schizzo, andando avanti ne sapremo sempre di più sul loro conto. Fatemi sapere le vostre opinioni! Come sempre, lasciate una recensione – se mi accorgo che recensite in tante persone accorcio i tempi di traduzione! Vi lascio il mio account twitter (@silvxa) per informazioni o per fare semplicemente una chiacchierata.
 
• Nel prossimo capitolo: cosa ha fatto il piccolo Chiron per prendersi un dieci? Finnick e Annie si preparano per le interviste – lui si pare sempre di più – e presto sarà il momento in cui Annie dovrà fare l’intervista…
 
• Altre fanfiction in traduzione: ♤ I’ll Take it Shaken not Stirred – Harry Potter, si svolge nell’era dei Malandrini.  http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3526627&i=1
♤ Lessons Learned – Harry Potter, Nuova Generazione. http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3614005&i=1
 
  
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