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Autore: Oducchan    14/02/2017    0 recensioni
Per la quinta volta consecutiva, Sanada si agita leggermente, cercando di spostarsi in una posizione che sia un poco più comoda su quella cosa su cui Yukimura gli ha ordinato di stare reclinato.
[Sanada - Yukimura]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shonen-ai | Personaggi: Genichirou Sanada, Seiichi Yukimura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nick autore: Oducchan
Titolo: In tempore
Fandom: Prince of tennis

Personaggi: Sanada Genichirou, Yukimura Seiichi
Pairing: implied SanaYuki (circa)
Genere: generale, fluff, sentimentale
Avvisi: NN

Rating: giallo
Conteggio parole: 1033
Note:

Per il COW-T, parole chiave "lenzuolo"-"debole"-"nudo"
In tempore

Per la quinta volta consecutiva, Sanada si agita leggermente, cercando di spostarsi in una posizione che sia un poco più comoda su quella cosa su cui Yukimura gli ha ordinato di stare reclinato. Cerca di non muoversi troppo, soltanto qualche minuscolo millimetro, perché non vuole essere sgridato un’altra volta.
Ma ovviamente, l’occhio del Figlio di Dio è più acuto delle sue intenzioni, e lo sfregamento della matita sulla carta si interrompe proprio mentre cerca di sistemarsi.
-Sanada- lo rimprovera Yukimura con voce dolce, ma comunque pericolosamente affettata. Sanada arrossisce istantaneamente, sentendosi colto sul fatto. Alza lo sguardo, cercando di non apparire fuori posto come il realtà è di sicuro di essere.
-Yukimura, sei sicuro che questo è…- cerca di chiedere, stringendo spasmodicamente il lenzuolo che copre a malapena le sue zone più private (ma che, mannaggia a lui, continua a scivolargli giù dalle gambe). È quella la parte più imbarazzante di tutte, perché gli è già capitato in passato di posare per Yukimura e doversi trasformare in un modello anatomico vivente, ma questa è la prima volta che gli è stato chiesto di farlo… restando completamente nudo. Se non per quel lenzuolo.
-Per l’ultima volta: sì, Sanada. Sono molto, molto sicuro- lo interrompe Yukimura, riprendendo a disegnare. Sanada sussulta, appena appena, nel sentire il suo tono esasperato –Te l’ho già spiegato: mi serve che tu mi faccia da modello, ma solo dal collo in giù. Al posto tuo disegnerò la faccia di qualcun altro, in modo che nessuto ti possa riconoscere e che il tuo onore e tutti quei tuoi valori da samurai a cui tieni molto siano preservati. Ora, per piacere, resta fermo, altrimenti dovrò cancellare tutto e ricominciare da capo. E tu non vuoi restare qui altre due ore, mi sbaglio?-
Sanada prende un profondo respiro, borbottando un “mattaku” tra i denti serrati. A quest’ora avrebbe potuto starsi allenando, sia a tennis che a kendo. Oppure fare pratica di calligrafia. O studiare. Insomma, ci sono migliaia di altri modi in cui avrebbe potuto impiegare il tempo, anziché essere lì. Nudo. Di fronte a un ragazzo per cui prova qualcosa di troppo intenso, qualcosa che ricade sempre nei limiti del consono e dell’appropriato.
Inconsciamente, si muove di nuovo, cercando di coprirsi le cosce un po’ di più.
Yukimura smette di lavorare un’altra volta. 
-Sanada, se questo è troppo… impegnativo, per te, posso chiedere a…-
-NO- urla immediatamente, prima che si renda conto che non c’è assolutamente motivo per reagire in quel modo e si dia una metaforica manata mentale. Yukimura lo guarda stupefatto, come se gli fosse appena cresciuta una testa extra da entrambe le spalle. –No- continua, in tono più calmo e controllato –Va bene così. È solo che… perché devo farlo stando così tanto svestito?!-
Yukimura sbatte le palpebre, prima che arrici un poco il naso come fa quando sta pensando intensamente. Il suo sguardo scivola, dalla sua faccia alle sue spalle, poi si abbassa al suo petto e poi rotola, quasi distrattamente, lungo gli addominali ben delineati, fino all’addome, e poi…
-Yukimura!- Sanada praticamente squittisce, sentendo le guance ad andare a fuoco dalla vergogna; istintivamente, dà uno strattone al lenzuolo affinché lo copra con un’altra manciata di centimetri di stoffa. Non si è mai sentito così tanto conscio di sé stesso, del proprio corpo e delle proprie reazioni, nemmeno nei momenti che per anni hanno condiviso negli spogliatoi, al termine degli allenamenti. Perciò, perché mai deve sentirsi in queso modo, proprio ora?!
-Cosa c’è che non va, Sanada? Non è la prima volta che ti vedo nudo. Non è nemmeno la seconda o la terza, a voler essere precisi- con quella sua impressionante capacità di leggerlo come un libro aperto, Yukimura dà voce ai suoi pensieri, nascondendo poi la bocca dietro una mano curata con una risatina, probabilmente trovando le sue reazioni particolarmente divertenti. Poi la sua espressione cambia, e i suoi occhi si addensano, si fanno più intensi, quando si alza, gira attorno al cavalletto che sostiene la tela su cui stava lavorando, e gli si piazza di fronte, sporgendosi appena verso di lui e senza interrompere nemmeno per un secondo il contatto visivo tra i loro sguardi.
-O forse- sussurra, e Sanada trema, perché il suo respiro è un alito caldo sulla sua pelle fredda –Vuoi che io ti guardi. Che guardi te e nient’altro-.
Genichirou quasi schizza fuori dalla propria pelle, snetendosi sbiancare. Non è questo! Vorrebbe urlare Non è questo quello di cui si tratta ma non può, non riesce, la lingua gli si è incollata al palato e si sente la gola secca, chiusa, perché la verità, la grande, terribile verità, è che è sempre stato, e sempre sarà, troppo debole per opporsi veramente alla voltoà di Yukimura. È troppo debole, completamente soggiogato e preda di quella bellezza delicata e di quel talento maestoso nel tennsi e di quegli occhi brucianti e penetranti, lo è al punto che non può impedirsi di annuire, ed esporsi completamente. Il collo, il torace, le gambe, la propria anima.
Yukimura sorride, soddisfatto.
-Comportati come il bravo bambino che sei e ti darò un premio quando avrò finito- mormora, così vicino alla sua bocca che percepisce quelle parole come una lunga scia di baci. Sanada inspira, scosso. Poi ringrazia tutti gli dei che conosce che sono in quella stanza da soli, e che non c’è nessun altro in casa.
-Non ne ho bisogno. Solo… datti una mossa, tarondoru- borbotta, muovendosi un’ulteriore volta e poi trovando una posizione definitiva. Yukimura batte le palpebre, preso alla sprovvista, ma poi ride, spintonandolo giocosamente su una spalla.
-Stai zitto, vecchietto! E ora resta fermo- ordina, per poi tornare di corsa di fronte al suo lavoro e raccogliendo la matita per ricominciare da dove si era interrotto.
E ora Sanada trova che può, decisamente, mettersi in posa per il suo capitano, immobile come una montagna. Perché anziché preoccuparsi di preservare la propria modestia e tormentarsi in futili pensieri, può invece focalizzarsi soltanto sul volto splendido che studia la tela con corrucciata concentrazione, e rilassarsi. È nelle mani migliori possibile, e può anche indulgere in un po’ di tranquilla nullafacenza, per una volta, se questo gli permette di condividere un momento speciale con Yukimura Seiichi.
   
 
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