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Autore: JeremyGender    15/02/2017    2 recensioni
Jeremiah e i suoi amici, dopo le loro recenti disavventure, sono alle prese con una delle feste che mette più in agitazione babbani e no; San Valentino.
Come si stanno preparando i nostri maghi italiani a passare la festa degli innamorati?
[Spin off - Speciale San Valentino- Jeremiah Pule. Le ombre del passato. ma si può leggere anche anche se non la si è letta.]
Genere: Comico, Fantasy, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
- Questa storia fa parte della serie 'Le avventure di Jeremiah'
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Storia partecipante alla challenge 'Press Start' indetta da zenzero91 sul forum di EFP 

Oggetti: cappello a punta, cristallo, orecchini magici.

Citazione: "Sono più sudato di una ninfomane in chiesa", "Ogni enigma ha una soluzione!", "Serve un motivo per voler salvare qualcuno?"

 

‘Secondo me sei ridicolo!’
‘Dai che sei cattiva! Non è vero Merlino, stai molto bene.’
Davanti a me il mio migliore amico, Merlino De Pasci, auror e don Giovanni, indossava un completo da sera blu notte, con tanto di cappello a punta, e stava ammirando il suo riflesso allo specchio.
‘Ti prego non lo illudere. Quel panciotto poi, non si può guardare! Sembri mio cugino Rabi il giorno del suo bar mitzvah.’
La criticona era invece Zaafira Ayari, strega dalla doppia vita: bancaria babbana di giorno e direttrice de Il Pispiglio, la rivista che prometteva di diventare la nuova bibbia del gossip magico, la notte.
Ma perché fai così?’ chiedo guardando la mia amica.
‘Jeremiah, serve un motivo per salvare qualcuno? Quella quando lo vede conciato così se ne scappa.’
Io sono Jeremiah Pule, il guardiano del Villaggio Ippocampo, riserva naturale che ospita, tra le altre specie, la colonia di ippocampi più grande d’Italia e neo professore di Cura delle Creature Magiche a Kairawan l'Arcaica Scuola Siciliana di Magia e Stregoneria.
‘A proposito di questo, si può sapere alla fine chi è questa misteriosa fortunata?’ chiedo.
‘E’ Stella Poppy, una bambolona bionda che vende filtri e pozioni d’amore. L’ho fatta intervistare e fotografare per lo speciale di San Valentino de Il Pistillo e, ovviamente, Merlino, che ormai è la mia ombra, c’ha provato con lei!’
‘Zaafi sei solo gelosa perché non porto te alla Locanda delle Sirene.’ Risponde Merlino lisciandosi la giacca.
‘Figurati! E’ così pacchiano quel posto, con quegli orribili lampadari di cristallo e quei vasi pieni di rose blu ovunque. Io amo il rosa, e infatti stasera andrò al Giardino delle Fate.’
‘Ah… quindi anche tu oggi hai un appuntamento. E con chi?’
‘Nikolas Baudelaire!’
‘Quel Baudelaire? Quello con la maledizione?’ chiedo.
‘Maledizione, che parolona. Diciamo che la sua famiglia è sempre stata un po’ sfortunata ma gli ho fatto intervista e servizio fotografico e, vedendolo in mutande con gli addominali scolpiti e le chiappe belle sode, diciamo che ho sorvolato il fatto che al terzo scatto lo studio ha iniziato a prender fuoco. Inoltre mi ha regalato questi per scusarsi.’ Così dicendo si porta i capelli di lato e mostra con orgoglio un paio di grandi e luccicanti orecchini magici, in grado di far cambiare colore agli occhi di chi li indossa.
‘Questi invece non sono pacchiani.’ Commenta Merlino a bassa voce.
‘Praticamente è un’agenzia matrimoniale questa rivista. Non hai trovato nessuno per me?’ chiedo sconfortato.
‘In realtà ha chiesto di te Opalina La Pazza, ma non ritenuto il caso di dirtelo.’
‘Una bambolona bionda a Merlino, uno muscoloso per te e chi chiede di me? Una megera! Che in più ha tentato di mangiarmi al primo anno a Kairawan! Immagino che gioia un San Valentino con lei. Entrare nelle case dei babbani, rapire bambini e mangiare i loro cuori a lume di candela in qualche stamberga.’
Durante il mio primo anno a Kairawan, per evitare di assistere a una partita di quidditch, io e Merlino avevamo avuto la brillante idea di entrare nella Foresta Tetra, una foresta buia e fitta di nebbia che si trova nell’area ovest dell’isola dove sorge la scuola. Fortuna volle che quel giorno anche Opalina La Pazza, famosa attivista del partito Megere Free che vorrebbero la totale libertà di caccia per le Megere su tutto il territorio senza restrizioni, si trovava nel bosco perché si stava dirigendo a un incontro con L’Emiro (la preside di Kairawan) Dahlia Von Grable su un’isola neutra nei pressi della scuola. Fatto sta che vedendoci tra i due Opalina aveva scelto di rapire me per via della mia pelle ancora liscia, al contrario di quella di Merlino che iniziava già ad avere un accenno di barba. Il pronto intervento di Ozain, l’inquietante custode della foresta, mi aveva salvato appena in tempo. Da allora le Megere, giustamente, sono state bandite dai territori limitrofi alla scuola.
‘Amico come fai per un piccolo incidente successo più di 10 anni fa…’ dice Merlino.
‘Ti devo ricordare che, nonostante fossi io quello ad essere rapito, dalla paura hai pianto una settimana e hai dormito nel mio letto per più di un mese?’ dico guardando Merlino con gli occhi torvi.
‘Ero preoccupato per te. Ti volevo già bene nonostante eri un rompiscatole. Dovresti ringraziarmi invece di prendermi in giro. Ingrato!’ risponde il mio amico lanciandomi un cuscino dal divano del salone.
Col la magia schivo il raggio del cuscino che finisce su l’orso impagliato del primo piano che reagisce con un ruglio offeso.
‘In ogni caso non sarò solo stasera, il mio Valentino sta arrivando, sta percorrendo proprio ora il portico d'entrata.’
I miei amici si affacciano curiosi dalla finestra e scoppiano a ridere.
Un alpaca dal soffice manto nero cammina in modo buffo verso la porta d’ingresso.
Quando entra in casa si fionda subito su Zaafira mentre Merlino, che è infastidito, per non dire terrorizzato, da qualsiasi tipo di animale, si allontana veloce.
‘Belladonna amore mio. Come mai hai deciso di trasformarti in una pecora dal collo lungo?’ dice Zaafira accarezzandogli la lana.
In realtà Belladonna era un oscuro molle, creature che non hanno una forma stabilita e possono trasformarsi in qualsiasi animale vogliano, magico e non.
‘Mi sa proprio che io e Belladonna passeremo la serata a mangiare una pizza in riva al molo’ dico già gustandomi, col pensiero, una delle squisite pizze che Zia Mirtilla, la sorella più piccola di mia madre che viveva con noi, riusciva a fare.
‘Magari incontri Rondo e ti si aggiusta la serata.’ dice Zaafira ammiccante.   
‘Quante volte te lo devo dire, si chiama Rodon!’
Rodon è un giovane e bellissimo tritone che vive nei mari della riserva. E da anni sono innamorato di lui.
‘Non vorrei mettervi fretta ma mi sembra già tardi, dovreste andare adesso.’ dico ai miei amici guardano uno dei tre orologi da polso che indosso.
‘Merlino stai bene? Sei più sudato di una ninfomane in chiesa.’ Chiede Zaafira guardando Merlino che, affettivamente, era visibilmente agitato.
‘Sono solo un po nervoso. Stella è molto bella, non vorrei rischiare di fare, ehm, brutta figura.’ dice dopo un po’.
‘Stai tranquillo, con tutti gli intrugli che ha quella stanotte sarai un Minotauro!’ lo rassicura Zaafira poggiandogli una mano sulla spalla a mo’ di rassicurazione.
‘E’ solo che è una ragazza così misteriosa, a volte mi lascia spiazzato.’
‘Tranquillo amico, ogni enigma ha una soluzione, e conoscendoti, pur di portartela a letto, le troverai tutte.’ dico io poggiandogli la mano nella spalla libera.
‘E ora cortesemente sparite, Belladonna è pronto e, dall’odore che arriva dalla cucina, mi sa che anche la pizza lo è. Merlino ti prego portati via Zaafira prima che se la mangia tutta. Buona serata e grazie di essere passati. Lo so che infondo passate ogni anno solo perché il vostro unico e vero innamorato sono io.’ dico abbracciandoli forte.
‘Amico un po’ più piano, mi sgualcisci il vestito.’
‘Come se non si speri che dopo cena questo vestito faccia un bel volo’
 
Mentre siamo abbracciati, in fondo al corridoio una figura avvolta nel buio, ci guardava con aria disgustata.
Estrasse da un sacchetto che teneva al lato della gonna una chiacchera al pistacchio, un dolce babbano, e, con un incantesimo, la riempì di zucchero a velo.
‘Che schifo l’amore!’ disse Zia Melissa con la bocca piena ritornando nel suo studio.


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