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Autore: Rinalamisteriosa    15/02/2017    0 recensioni
Mentre l’acqua scorre carezzevole prima sul viso e poi su tutto il corpo, chiude gli occhi e osa concentrarsi su un volto in particolare: focalizza e inquadra l’immagine delicata della giovane donna che ama e che vorrebbe al suo fianco per tutta la vita. Vorrebbe lei. Al momento è solo un’illusione che lo culla, ma sarebbe bello se un giorno diventasse realtà.
[Modern!AU | SanoChizuru | Dedicata a shurei, perché questa è la sua coppia preferita :D]
{Partecipa all’iniziativa “Baci Rossi e Blu - Corsa di San Valentino” indetta dal forum Torre di Carta e Fanwriter.it}
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chizuru Yukimura, Heisuke Todou, Sanosuke Harada
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Hakuouki (AU)
Prompt:
“Lei è diventata il mio pensiero fisso. E non la voglio ignorare – non la posso ignorare.” (Two weeks notice – Due settimane per innamorarsi) [Citazione anime-film-telefilm n°20]

N° parole: 1390
Iniziativa: “Baci rossi e blu – Corsa di San Valentino” indetta dal forum Torre di Carta e Fanwriter.it

 

 

 

 

 

 

 

 

Si sa che dopo un’intensa giornata di lavoro, dopo aver sopportato il caldo dovuto a un moto quasi ininterrotto, dopo aver resistito alla tentazione di prendere a pugni un collega per la sua pignoleria gratuita, si prova il bisogno naturale di lavare via fatica, sudore e rabbia.

Sanosuke non fa eccezione, anzi è ben felice all’idea di una doccia rilassante, la trova di conforto.

Una volta a casa, raggiunto il bagno sbottona, sfila e toglie ogni indumento per poi posizionarsi sotto il getto d’acqua che ha precedentemente preparato, regolandolo alla temperatura giusta con la manovella. 

Avverte subito gli effetti benefici che la doccia gli dà, il suono ovattato delle gocce trasparenti sulla pelle, un senso di pace e una migliore apertura ai suoi pensieri più profondi.

Mentre l’acqua scorre carezzevole prima sul viso e poi su tutto il corpo, chiude gli occhi e osa concentrarsi su un volto in particolare: focalizza e inquadra l’immagine delicata della giovane donna che ama e che vorrebbe al suo fianco per tutta la vita. Vorrebbe lei. Al momento è solo un’illusione che lo culla, ma sarebbe bello se un giorno diventasse realtà.

 

 

Sa benissimo che a seguire il suo amico d’infanzia potrebbe accadere di tutto - ma proprio tutto -, però Chizuru è troppo buona, quindi si lascia convincere ancora una volta dal suo sorriso fiducioso e dalla sua faccia tosta.

Dopo aver chiesto in prestito a Nagakura-san la copia delle chiavi dell’appartamento di Harada-san, Heisuke-kun l’ha letteralmente trascinata con sé e via, è partito in quarta con la sua macchinina azzurra e adesso entrambi stanno per intrufolarsi in casa sua.

Attento a non fare il minimo rumore, il ragazzo dai capelli castani e dagli occhi verde-acqua apre la porta d’ingresso e si gira verso la coetanea.

«Chizuru-chan, mi raccomando. Se conosco bene Sano-san, abbiamo i minuti contati!» l’avverte, entrando a passi felpati. Chizuru deglutisce incerta, imitandolo e dando anche un’occhiata intorno. Vergognandosi appena, perché da quando si conoscono è la prima volta che mette piede a casa sua.

 

 

 

Tale desiderio, tuttavia, si prospetta arduo da realizzare, poiché lei è innanzitutto la figlia del suo datore di lavoro, il proprietario della fabbrica in cui Sanosuke si spacca la schiena da ben cinque anni, ma che, tutto sommato, gli garantisce una paga dignitosa.

E poi perché si è informato ed è a conoscenza di altri spasimanti che potrebbero garantirle un futuro migliore.

Sospira ignaro di non essere più solo in casa, riapre gli occhi, afferra il flacone dello shampoo e passa a insaponarsi con un accorto massaggio i capelli rosso fuoco.

 

 

«Heisuke-kun... allora? Hai trovato quello che cerchi?» domanda lei in un sussurro.

Vede l’amico frugare dentro una specie di armadio-ripostiglio contenente scatole di cartone, cianfrusaglie, oggetti vari, un paio di sci e persino degli scarponi allineati contro il muro.

«No. Qui di quel baule non c’è neanche l’ombra, accidenti! Dove può essere?».

Assottiglia lo sguardo e pensa, mentre Chizuru si sente nuovamente inquieta.

 

 

 

Francamente però non ha alcuna voglia di rovinarsi l’umore nel pensare a quelli, perciò Sanosuke torna a concentrarsi sulla lunghezza e sulla morbidezza di quei capelli, sulla pelle liscia e invitante, sul sorriso dolcissimo e disarmante, su quanto è piccola, deliziosa e apparentemente fragile la sua amata.

Lei è diventata il suo pensiero fisso.

E l’acqua lava via il sapone e tutto il resto.

 

 

«Non resta che dividerci, temo. Io salgo su in terrazza, tu cerca dove puoi. Ricorda però che la camera da letto è off-limits… Presto, presto!» decide l’altro.

E stavolta tocca a lei sospirare, mentre Heisuke sparisce dalla sua vista senza darle il tempo di rispondere o quantomeno di approvare la sua proposta. Non le rimane davvero che assecondarlo, e sta per varcare la soglia di un’altra stanza quando una delle suddette scatole in bilico si rovescia e tutto il suo contenuto finisce a terra, provocando un rumore che desterebbe l’attenzione di chiunque.

Chizuru lancia un gridolino e sbianca.

«Ops».

In pochi secondi, si rafforza in lei la convinzione di correre da Harada-san e di informarlo sulla loro presenza, cosa che avrebbe voluto fin dall’inizio, perché non può sopportare l’idea di avergli fatto prendere un colpo, oppure che lui pensi siano entrati i ladri e a momenti se lo ritroverà davanti con un’arma improvvisata in mano, arma che poi per vendicarsi del disturbo arrecatogli potrebbe scagliare sul suo amico appena scende.

«Non importa in che stato lo trovo, io devo… devo avvertirlo!».

 

 

 

Un rumore.

Un grido.

Fortunatamente Sanosuke è sempre stato un uomo dai riflessi pronti, perciò senza perder tempo abbandona la sua doccia, recupera un asciugamano da assicurarsi in vita e tutto gocciolante percorre con studiata calma il tragitto bagno-camera.

Allora la porta si spalanca e l’oggetto dei suoi pensieri si materializza di fronte a lui.

È pallida, è preoccupata, ma è proprio lei, Yukimura Chizuru.

Ed è bella pure così, pensa intenerito, anche se una parte di lui gli ricorda che questa scena è assurda, che lei dovrebbe essere ovunque tranne che lì. Ma come ha fatto a entrare?”.

«Chizuru…?».

 

 

*

 

 

 

Chizuru si è convinta e senza pensarci due volte tocca la maniglia della porta, l’abbassa e spinge.

Poi sospira di sollievo, perché inquadra subito l’obiettivo, che è perplesso, giustamente.

«Harada-san, mi dispiace!» esclama immediatamente e in poche, timide parole riferisce tutto quello che è successo, da quando Heisuke ha detto che gli serviva un vecchio baule misterioso - almeno per lei che non sa cosa nasconda - e che doveva essere in quella casa, fino alla caduta della scatola e di tutto il contenuto sparso per metà corridoio.

Inoltre non sa come abbia fatto a parlare, perché accidenti, si nota all’istante che l’uomo è appena uscito dalla doccia e guardare la sta imbarazzando da morire: infatti si tocca il viso e avverte le guance bollenti, come se avesse la febbre a quaranta.

“Non sapevo avesse un fisico così...”.

È bello, è come ipnotizzata, non può nemmeno evitarlo: alla luce dei fatti, Harada-san mostra un’espressione che le fa battere il cuore a mille, esibendo un sorriso comprensivo mentre si avvicina e tende una mano verso di lei.

Questa va a posizionarsi sulla sua testa bruna, accarezzandola gentilmente, e invece l’altra mano l’appoggia sulla sua spalla. La sta bagnando e non le importa, persa com’è a ricambiare quello sguardo intenso e ad attendere una risposta - possibilmente rincuorante.

«Heisuke è il solito birbante», commenta con calma Sanosuke, «dopo gli parlerò. In quanto a te... sono felice di vederti, Chizuru. Non preoccuparti per quello che è successo, si può riordinare».

È felice… di vederla? Davvero?

«Va bene…» mormora, incantata dalle belle parole che la sua voce calda ha pronunciato e da come ha detto il suo nome.

Capisce finalmente cosa passa per la testa di Harada-san, cosa prova per lei, quando si china quel tanto che basta affinché le loro labbra si sfiorino in un semplice bacio a stampo.

Di più non osano, non si spingono. Chizuru si ritrae con il batticuore, i brividi e con un misto di sensazioni positive che si rimescolano nello stomaco si impone di ritornare sulla terraferma.

Sanosuke intuisce quanto possa essere imbarazzata e sfoggia ancora il suo sorriso rassicurante, aggiungendoci però un pizzico di malizia.

«Sei bellissima, sai?».

«Harada-san, il tuo cellulare sta vibrando», lo avvisa Chizuru, arrossendo per il complimento, indicando l’oggetto in questione poggiato su un mobiletto.


«Ehi, Sano-saaan!».

«Fortuna che ho messo il vivavoce, o mi avresti spaccato i timpani, Heisuke!» sghignazza Sanosuke. «Parla con Chizuru-chan, io finisco di asciugarmi e metto qualcosa addosso».

«Heisuke-kun, sei ancora in terrazza?» domanda Chizuru, mentre osserva con la coda dell’occhio l’alto e aitante Harada-san che poco prima ha scoperto ricambiati i suoi sentimenti nascosti.

«Sì, accidenti, sono rimasto chiuso fuori! Non immaginavo che la serratura fosse mezza rotta», si lamenta con il suo solito tono squillante e da finto piagnucoloso – d’altronde lei lo conosce bene.

Chizuru rivolge la sua attenzione al cellulare e se ne dispiace.

«Non preoccuparti. Tra poco saliamo a liberarti», lo rassicura subito.

Frattanto, anche Sanosuke osserva il profilo dell’amata con la coda dell’occhio, e mentre si riveste con una tuta pulita gli altri spasimanti non lo preoccupano più.

Lei è diventata il suo pensiero fisso e non la vuole ignorare - non la può ignorare.

Un giorno il suo sogno diventerà realtà. E magari - perché no? - sarà possibile anche entrare nella doccia e lavarsi in due.

 

  
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