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Autore: MizukiShima28    15/02/2017    5 recensioni
[Nick x Judy]
Pensò alla fortuna che gli era stata concessa, quella di conoscere Judy. Insomma, quante erano le possibilità di incontrarla in una città così vasta come Zootropolis? Poche. Ma si vede che il karma quel giorno era dalla sua parte. Quella coniglietta non lo aveva solo reso il primo agente volpe, ma lo aveva anche cambiato – se non stravolto. Lui avrebbe dato qualsiasi cosa per lei, ed era sicuro che lei avrebbe fatto lo stesso per lui; l’unica cosa di cui non era sicuro, era se lei contraccambiava il suo amore. Quel giorno, lei gli disse di adorarlo, ma c’è una bella differenza tra adorare e amare. E lui l’amava. Oh, eccome se l’amava.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Judy Hopps, Nick Wilde
Note: Lime | Avvertimenti: Furry
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Felice san Valentino! <3


La volpe era in piedi davanti al distributore delle bevande, e come suo solito si stava gustando un caffè fumante. Però quella mattina era diversa – lo percepiva – ma non era solo l’aria profumata di rose a rendere speciale quel giorno, o le innumerevoli coppie di fidanzatini che vagabondavano per le vie della città. C’era un qualcosa che gli trasmetteva un senso di romanticismo, qualcosa che andava al di là dei semplici bigliettini d’amore colmi di frasi fatte e rifatte. E quel qualcosa non tardò ad arrivare.
«Ehi Nick!» chiamò quella voce che ormai era diventata musica per le sue orecchie.
Gettò il bicchiere di plastica vuoto nel cestino, e appena si voltò fu preda di un abbraccio così forte da rischiare la frattura di qualche costola.
«Uho, da quando sei così forte Carotina?» fece ricambiando la stretta – gesto che gli ricordò molto quell’abbraccio sotto il ponte, dopo che si era scusata durante il caso dei mammiferi scomparsi.
«Stai dicendo che di solito sono debole?» la coniglietta si staccò appena dalla presa, e abbassando lo sguardo, Nick si accorse della busta legata al braccio della collega. Qualcuno le aveva fatto un regalo?
«Che cos’hai lì?»
La partner alzò verso di lui il sacchetto rosso fiamma, adornato con pois bianchi a forma di cuore.
«Per te!»
La volpe guardò il regalo con la stessa espressione di quando vide Judy porgergli la penna-carota con cui l’aveva ricattato durante il suo primo caso, cioè con dolce sorpresa. E a proposito di dolce, dall’interno della busta iniziò a salire un certo odorino a lui familiare, però aveva un ché di confuso.
«Non starai mica cercando di sniffarlo per capire che cos’è, vero?»
«Sai che non lo farei mai.»
La coniglietta sorrise, e al tempo stesso sbarrò poco gli occhi. Poi scrollò le spalle e dirigendosi verso l’arena, esclamò:
«Beh, è meglio andare.»

 
~


Come sempre, il loro compito era di vigilare le strade di Savana Centrale. Dal finestrino, Nick poteva vedere molte dozzine di mammiferi, e molti di loro si teneva per zampa o facevano intuire di essere fidanzati – si vede che limonare in pubblico non era un problema per loro. Per poi non parlare dei festoni, delle bancarelle e dei palloncini rossi e rosa a forma di cuore, che non facevano altro se non aumentare la sua malinconia nel non averle ancora confessato i suoi sentimenti che provava da tempo nei suoi confronti. All’inizio era molto più semplice, quando la prendeva in giro e lei fingeva – o almeno credeva che stesse fingendo – di essersi offesa, quando ancor prima di essere ricattato con quello stratagemma della registrazione la guardava come una semplice scocciatura, una piccola coniglietta ottusa che non avrebbe mai realizzato il suo sogno di diventare una vera poliziotta.
«Nick, va tutto bene?» chiese lei, accostando l’autovettura al marciapiede.
«Certo, perché non dovrebbe?»
La coniglietta sospirò col naso, e fissandolo a quattr’occhi, continuò: «Non saprei, magari perché è già da un bel po’ che stai in silenzio, senza dire nulla, e quando ti guardo sembri essere stato a un funerale. Che ti succede?»
I suoi occhi viola campanula avevano un brutto effetto sul suo equilibrio mentale, soprattutto quando lo interrogavano con quella passione e insistenza di chi non vuole lasciar nascosta nient’altro che la verità. Ed era quello che stava facendo in quel momento.
«Carotina, sei gentile a preoccuparti per me ma non ho nulla, puoi stare tranquilla.» la rassicurò, anche se quelle parole da attore consumato non la convincevano granché.
 
~


Passarono altre due ore, e si fecero le sette – il loro turno di ronda era terminato. Stavano tornando in centrale, e per tutto il tempo della pattuglia l’unico suono all’interno dell’auto era quello della radio; almeno finché Nick si decise a parlare.
«Allora, che fai di bello stasera?» la volpe cercò di caricare quella frase con il più disinteresse possibile, così da non farle intuire dove voleva andare a parare.
«Niente di speciale. Sono stanca morta e credo che andrò a letto presto.» sbadigliò lei, e dopo un momento continuò. «Perché?»
Beccato.
«Così, e credo farò la stessa cosa.» mentì lui, ma lei era troppo distratta per capirlo.

Arrivati al dipartimento, si salutarono e ognuno prese la propria strada – lui del suo appartamento e lei della metropolitana.

Se continui così non glielo dirai mai, rifletté mentre camminava per le vie della strada, illuminate solo dalla luce fioca dei lampioni. L’aria era fresca, e il pavimento gelido sotto le sue zampe echeggiava a ogni suo passo.
D’altra parte è meglio così, se glielo dicessi potrei rovinare la nostra amicizia e non mi vorrebbe più vedere, e non la biasimerei… No, meglio non correre un rischio del genere.
Salì le scale, e una volta entrato nel suo appartamento si lasciò sprofondare sul divano, al limite della malinconia. Poiché era ancora presto per andare a dormire, accese la tv e andò alla ricerca di un qualcosa di decente da vedere.
«Lo sai che ti amo.» «Anche io ti amo di bene.»
Cambiò canale.
«La verità è che… Mi sono innamorato di te» «Scusa, ma io ti vedo solo come un amico.»
Cambiò canale.
«Allora? Gliel’hai detto?» «Non posso. Io amo te, non lui.»
L’unica che non potrebbe accadere, pensò ormai rassegnato.

Nel momento in cui si alzò per andare a letto, sentì il campanello suonare.
Esitò nel girare il pomello della porta, però venne quasi immediatamente invaso da un senso di consolazione nel vedere che la sua Judy era venuta fin lì, solo per lui.
«Ehi» sorrise lei. La volpe notò che si era cambiata, e che ora portava dei fuseaux neri e una magliettina viola il cui colore esaltava quello degli occhi.
Davvero tenera e… carina, nella sua semplicità.
«C-carotina, ma che ci fai qui alle dieci di sera?» chiese, cercando di nascondere i balbettii causati dall’incommensurabile bellezza che si era ritrovato davanti.
«Volevo solo passare una serata con te, ma se ti disturbo…» lasciò in sospeso il continuo, convinta di aver sbagliato a venire fin lì e allo stesso tempo turbata dal fatto che l’amico era piuttosto sorpreso quando l’aveva vista.
«No, no, no, al contrario! Dai, entra.»
Dopo che la coniglietta ebbe chiuso la porta, si ritrovò ai piedi il regalo che gli aveva dato quella mattina, e con una certa delusione gli domandò: «Non l’hai ancora aperto?»
Lui, percependo il tono con cui gliel’aveva chiesto, decise che era arrivata l’ora di farlo, e con un «Dammi» si era fatto passare la busta che lei teneva stretta tra le zampe.
Il primo regalo era un cd dell’ultimo singolo di Jobbie Williams* “Love my life”, mentre il secondo era una scatola piena di cupcakes ai mirtilli.
Qualche minuto dopo passato tra “grazie, non dovevi” e “non preoccuparti”, iniziò un dibattito su quale film avrebbero visto alla tv.
«Ma perché non vuoi vedere “The fur in our stars*”?»
«Lo sai che non mi piacciono i polpettoni rosa e strappalacrime!»
La coniglietta, per tutta risposta, abbassò le orecchie e lo sorprese col suo sguardo più tenero che avesse mai visto, ottenendo così la sua resa incondizionata.

E’ passata solo mezz’ora? Uccidetemi, sospirò Nick in silenzio. Ruotò leggermente la testa, e ne trovò una piccola Judy sull’orlo delle lacrime. Però fu il gesto di poco dopo che lo colse alla sprovvista: la coniglietta – senza staccare lo sguardo dallo schermo – posò una sua zampina su quella della volpe, e lentamente finì col stringergli tutto il braccio.
Se sapevo che era questa la pena da subire, non contestavo così tanto!
 

 
~
 

Quanto tempo era passato? E che ore erano? Ma la domanda che gli importava di più era: stava ancora dormendo sul divano?
La risposta non si fece attendere. Un rumore lo svegliò completamente, e dopo qualche secondo impiegato a capire che cosa era, realizzò che il film era finito. Fece per alzarsi, ma un peso sopra di sé lo bloccò, e appena si rese conto che erano le gambe di Judy – addormentata lungo tutto il divano – iniziò ad ammirarla nella semioscurità.
Pensò alla fortuna che gli era stata concessa, quella di conoscere Judy. Insomma, quante erano le possibilità di incontrarla in una città così vasta come Zootropolis? Poche. Ma si vede che il karma quel giorno era dalla sua parte. Quella coniglietta non lo aveva solo reso il primo agente volpe, ma lo aveva anche cambiato – se non stravolto. Lui avrebbe dato qualsiasi cosa per lei, ed era sicuro che lei avrebbe fatto lo stesso per lui; l’unica cosa di cui non era sicuro, era se lei contraccambiava il suo amore. Quel giorno, lei gli disse di adorarlo, ma c’è una bella differenza tra adorare e amare. E lui l’amava. Oh, eccome se l’amava.
La volpe abbassò lo sguardo sulla leporide, che dormiva profondamente come un ghiro. Sollevò con delicatezza le caviglie grigie, e alzandosi le riposò sul divano. Poi si chinò accanto a lei, sull’estremità del divano, e iniziò ad accarezzarle una guancia. Sei così morbida e maledettamente tenera…
Scese fino alla schiena, e da lì fino al rigonfiamento del didietro; solo pochi secondi dopo ritrasse la zampa colma d’imbarazzo e vergogna, e capì che quel gesto gli stava provocando un avvampamento all’altezza del basso ventre. Il cuore iniziò a tamburellare più forte, e quella voglia non era ancora passata.
Non succede niente di male se le do un bacio, no? Piccolo piccolo, nemmeno se ne accorgerà.
Si allungò lentamente verso di lei, e facendo attenzione a non svegliarla, le posò un piccolo e breve bacio sulle labbra.
Non sentendosi ancora soddisfatto, la baciò un’altra volta, e un’altra ancora. Arrivato al quarto, quello più lungo e profondo, la coniglietta sgranò gli occhi. In un primo momento non realizzò cosa stava accadendo, sentiva solo il battito accelerato e insistente del suo cuore e le labbra umide di Nick posate sulle sue.
La volpe, sentendo la coniglietta muoversi anche se lievemente sotto di lui, si allontanò di scatto finendo per terra, e notò con puro terrore che si era svegliata e che lo stava fissando a occhi spalancati. Ci mancò poco che gli prese un infarto, e lo stesso fu per lei.
«N-Nick…?» fece la leporide in preda ad un attacco di panico.
«Judy mi… mi dispiace, n-non so cosa mi sia preso…» balbettò, tremante.
Andiamo, non è mica il tuo primo calore Nick! Dovresti sapere come tenere a bada certe situazioni!
Invece no, con lei è diverso…
«Non scusarti, capita.»
«C-come?» chiese, sicuro di aver capito male. Probabilmente aveva la febbre, poiché sentiva le guance – e qualche altra parte del corpo - più calde del dovuto.
«Non chiedere scusa per una sciocchezza del genere.» abbozzò un sorriso, anche se l’imbarazzo e il disagio li stavano inghiottendo poco a poco.
Lui prese un respiro, e tornò a guardarla. «Non è una sciocchezza, Judy. E’ una cosa seria, e sento di non poterlo più tenere nascosto. E’ da un po’ che volevo dirtelo, ma tra una cosa e l’altra ho sempre rimandato. La verità è che… ti amo Judy» L’aveva detto, finalmente! «e non posso farci niente. Lo so che ora potrò sembrarti stupido, ma mi sono innamorato perso di te, ma ti prego» abbassò lo sguardo verso il basso, poiché era sicuro che se avesse incrociato i suo occhi viola sarebbe morto sul colpo. «non voglio che questa cosa rovini la nostra amicizia… non voglio che-»
Non riuscì a terminare la frase che si sentì tirare per la cravatta, e alzando la testa venne travolto dalla coniglietta che prese a baciarlo con una certa forza – ma la verità era che nemmeno lei poteva più aspettare.
Quando si staccarono ansimanti una decina di secondi dopo, il primo a parlare fu la volpe.
«Io… Non so proprio cosa dire…»
«Non dire niente, allora.» schernì lei debolmente, e alzandosi in piedi lo abbracciò, sprofondando la testa nella sua camicia. «Felice san Valentino.» gli bisbigliò in un orecchio.
«Felice san Valentino anche a te.» le rispose ricambiando la stretta, e con un senso di liberazione sulla coscienza.
Finalmente le aveva confessato il suo amore.



*Jobbie Williams, come avrete capito tutti, sarebbe Robbie Williams, mentre “The fur in our stars” è il titolo modificato di “The FAULT in our stars”, ovvero “Colpa delle stelle”.




L’autrice dice:
Lo so che san Valentino era ieri, ma non ho avuto la possibilità di pubblicarlo (grazie mille, sorellina).
Sono felice di come lo abbia elaborato, non so voi ma credo di aver superato me stessa. In realtà avevo progettato la fine in modo diverso, rendendo il tutto un pochino più hot, però potete consigliarmi se pubblicare il continuo (vi avverto, avrebbe il rating "Lemon") oppure no.
Comunque, spero vi sia piacciuto come è piaciuto a me ^^

Come sempre ringrazio Stregattina, Plando, Redferne, Freez Shard e tutti quelli che decideranno di lasciare una recensione – anche se breve è sempre apprezzata ♥

Che fine ha fatto il continuo della serie “Storie di una coniglietta e di una volpe”? Quasi finita, mi scuso per il ritardo D:

Alla prossima! ♥

Lo sapevi che...?
Ho fatto una ricerca, e ho scoperto che il periodo di calore delle volpi va da dicembre a febbraio (più o meno), mentre i conigli non hanno un vero e proprio periodo, poiché sono fertili tutto l'anno, ma se non è così il loro periodo varia da febbraio in poi. Così il mese di febbraio (in cui casualmente cade san Valentino) e diciamo il mese in cui i due periodi "coincidono".

 
   
 
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