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Autore: RaidenCold    16/02/2017    1 recensioni
Era da molto che desideravo scrivere una storia su Bullet e Ragna, ho sempre pensato che fossero due persone molto simili e volevo descrivere un incontro tra queste due teste calde che non si fermasse a quei pochi dialoghi presenti nel gioco.
Nella città di Kagutsuchi è la "festa degli innamorati", e Ragna il cupo mietitore e Bullet la mercenaria decidono di passare la giornata assieme, il primo per sfuggire agli scherni della vampira Rachel, l'altra per una "missione" personale; ma un appuntamento tra due "tsundere" è una cosa tutt'altro che semplice...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ma che diamine prende a tutti?”

Coppiette di qua, coppiette di là, coppiette ovunque; a Ragna non dispiaceva per una volta camminare per le strade di Kagutsuchi passando del tutto inosservato, ma tutti quegli amanti che si scambiavano baci svenevoli e regalini gli davano il voltastomaco.

“Non mi meraviglio che un bifolco come te non riesca a comprendere tale contesto.”

Ragna conosceva quella vocina altezzosa, e quando si trovò davanti un grosso ombrello nero, riconobbe subito sotto di esso l’elegante ragazza dall’eterno aspetto fanciullesco:

“Che vuoi ora coniglio?!”

“Abbai con l’impeto di un cane rognoso, e ne odori la medesima fragranza…”

“Sei venuta qua per infastidirmi?”

Rachel si sfregò tra le dita uno delle sue bionde e lunghe code:

“Vedi, caro il mio cagnaccio, oggi è la festa degli innamorati.”

“E che diavolo di cafonata è?”

“Lo dice il nome stesso, e se ti guardi attorno troverai conferma nelle mie parole.”

“Quindi che vuoi da me?”

Rachel sorrise beffardamente:
“Nulla, ti osservavo mentre ti aggiravi solo e confuso e ho ritenuto opportuno fornirti spiegazioni.”

“Non hai niente di meglio da fare?!”

“Tranquillo, ora mi congedo, non ho alcuna voglia di stare un secondo di più vicino ad una bestia della tua risma.”

La fanciulla scomparve smaterializzandosi, ma Ragna non riusciva a togliersi dalla testa quel sorrisetto fastidioso, e cominciò a realizzare che cosa si celasse dietro le parole di Rachel: «Dannato coniglio, scommetto che ti divertirai da morire nel vedermi girare solo come un imbecille per tutta la città mentre questi sciroccati sono in festa!»

Poi fra la folla, vide un paio di shorts molto familiari…

 

“Ehi tu! Ti andrebbe di celebrare questo giorno con me?” - domandò energicamente Bullet al ragazzo, che spaventato da quel tono minaccioso e dal suo sguardo truce fuggì terrorizzato.

“Accidenti, ho fatto scappare anche questo…”

Bullet si stava aggirando da ore per la città in cerca di qualcuno che le facesse compagnia, ma nonostante fosse una ragazza piuttosto avvenente – per non parlare del suo abbigliamento provocante – il timore che infondeva nelle sue vittime, unito alla penuria di ragazzi single per via della festività, rendeva il suo compito incredibilmente arduo. Era stato Bang, il ninja, a metterle in testa quella crociata romantica, dicendole che una persona irrequieta come lei avrebbe dovuto trovare qualcuno con cui rilassarsi e passare la festa degli innamorati; sfortunatamente Bullet, avendo sempre vissuto tra il mondo delle battaglie e quello dei mercenari – ambienti decisamente poco romantici – non aveva idea di come approcciarsi ad una persona dal punto di vista sentimentale.

“Ehi, culona!”

“Questa voce…”- Bullet si voltò di scatto mettendosi in posizione di guardia: “… Ragna the Bloodedge! Vuoi forse affrontarmi, cupo mietitore? Fatti sotto, oggi intascherò la succulenta taglia sulla tua testa!”

Ragna sospirò e abbassò le mani lentamente per fare cenno alla ragazza di calmarsi:

“Rilassati, non voglio combattere.”

“Ma che peccato, io invece avevo proprio intenzione di…”

“Sei terribile.”

Bullet inarcò un sopracciglio perplessa:

“Che intendi?”

“Ho visto come ti aggiri cercando di addescare il primo che passa… e lo fai in modo davvero terribile.”

La ragazza arrossì e mostrò i denti stizzita:

“N-non sono affari che ti riguardano, mietitore!”

Ragna le si avvicinò lentamente fino ad essere proprio dinnanzi a lei, che tuttavia ancora restava in guardia:

“Senti, oggi è giorno di festa, a te va di rovinarla a tutti per una schermaglia?”

“Vorresti stipulare una tregua?”

“Se la metti così…”

Bullet sciolse infine la guardia e si ricompose:

“Dunque che vuoi da me mietitore?”

Ragna si grattò la testa con lo sguardo perso per aria, poi dopo alcuni istanti di esitazione prese a parlare:

“Ecco, diciamo che ho fatto una sorta di scommessa con un’amica, la quale è convinta che non riuscirò a trovare nessuno con cui passare la giornata. Anche tu mi pare sia abbastanza disperata, che ne dici quindi di stare qualche ora assieme, così almeno sembrerà che siamo una di quelle stupide coppiette?”

Bullet si portò la mano sul mento e cominciò a rimuginare per qualche secondo, dopodiché:

“Hai detto che dobbiamo solo sembrare una coppia giusto?”

“E ti sembra che io starei davvero con una come te?!”

“La cosa è reciproca !” - imprecò di contro Bullet -“Non sei esattamente la persona con cui vorrei passare una giornata… tuttavia ho deciso che accetterò la tua proposta, però ad una condizione!”

Ragna sospirò:
“Sarebbe?”

“Se dobbiamo sembrare una coppia, voglio che tu mi tratti proprio come un ragazzo tratterebbe la sua fidanzata! Non parlo di effusioni fisiche, voglio che tu: A mi faccia divertire, B mi porti a cena fuori, ed eventualmente, C che tu faccia una passeggiata con me.”

Ragna si portò la mano sulla fronte dandosi un buffetto:

“Ma pensa te… va bene, vedrò di inventarmi qualcosa!”

 

“Come hai detto che si chiama questo posto?”

“Luna Park.”

Bullet si guardava attorno con gli occhi sgranati per lo stupore:

“Quante luci! Oh, e quello cos’è?”

“Si chiamano montagne russe.”- le rispose Ragna senza emozione.

A quel punto Bullet si rese conto che si era lasciata andare eccessivamente, e cercò di ridarsi tono facendosi tutta seria:

“Mi piacerebbe testarle.”

“Benissimo, vacci.”

“Rispetta il nostro accordo, mietitore: dovrai accompagnarmi in questa missione.”

Così, partendo dalle montagne russe, Bullet sottopose il povero Ragna ad un’estenuante sessione di giostre da Luna Park, che sembravano non avere mai fine…

“Vuoi fermarti un secondo, culona?!” - urlò Ragna mentre la ragazza partiva per l’ennesima giostra; rassegnato si stravaccò su di una panchina sbuffando.

“Che fai?”

“Time-out! Ho bisogno di una pausa… e poi mi spieghi perché una coppia dovrebbe passare un pomeriggio romantico in questo modo?!”

“Guarda che sei stato tu a portarmi qua!” - ringhiò Bullet.

“Perché in questi stramaledetti posti ci sono anche delle giostre romant…”

Ragna si interruppe di colpo accorgendosi del madornale sbaglio che la sua lingua lunga stava facendo, ma ormai Bullet aveva compreso di cosa stesse parlando:

“Dunque portami su una di queste attrazioni.” - sorrise maliziosa la ragazza, conscia di aver appena ottenuto una vittoria – anche se solo a livello morale – su Ragna the Bloodedge.

Ragna si alzò borbottando e cominciò a guardarsi in giro in cerca di qualcosa che non fosse troppo imbarazzante da fare per, ed il suo occhio cadde sulla ruota panoramica.

 

“Questa macchina è molto lenta…” - commentò Bullet appoggiata alla finestra della cabina in cui erano entrati.

“Dovresti assaporare il momento, o almeno è quello che farebbero due amanti, credo.”

“Quindi è questo quello che fanno gli innamorati? Si chiudono nella stessa stanza e…”

Ragna la guardò leggermente stupito:

“E…?” - domandò curioso.

“Fanno… cose… no?”

“Sai di cosa parli?”

“Certo che lo so, non sono mica nata ieri!”

Ragna sorrise malizioso – questa volta sentiva che il punto della vittoria sarebbe andato a lui:

“Da come ne parli sembrerebbe che tu non abbia mai…”

Bullet arrossì:

“S-sta zitto!”

“Sì insomma, la temuta mercenaria Bullet…”

“Ti ho detto sta zitto!”

“Allora è come pensavo, tu non hai mai…”

“E va bene lo ammetto: non ho mai baciato un ragazzo!” - gridò la ragazza esasperata. Ragna la fissò impassibile per alcuni secondi senza dire nulla, poi scoppiò a ridere smodatamente:

“Maledetto sapevo che mi avresti preso in giro!”

Ragna tentò di placarsi:

“M-ma no, non è come pensi…” - disse tra una risata e l’altra.

“E allora come stanno le cose?” - domandò Bullet ancora rossa per l’imbarazzo.

“Niente, solo che pensavo intendessi un’altra cosa, ma se mi dici che non hai mai baciato nessuno, figuriamoci quello…”

La carrozza si fermò ed i due rimasero in sospeso sulla parte più alta della ruota panoramica:

“Guarda com’è luminosa Kagutsuchi da qui!” - esclamò meravigliata Bullet, e vedendo quell’espressione così infantile sul suo volto, Ragna non poté fare a meno di rimanere per un istante perso nell’osservarla.

 

Entrare nel ristorante più premiato di Orient town non sarebbe stata cosa facile per chiunque, ma con una buona dose di mazzette – e minacce – Ragna era riuscito a ottenere un tavolo per due.

“Accidenti, adesso capisco perché dicono che qua si mangi il cibo migliore di Orient Town…”

Ragna osservava la ragazza leggermente accigliato, indicandole con la mano il tovagliolo:

“Possibile che nessuno ti abbia mai insegnato a mangiare culona?”

“ Mi spiace!” - ridacchiò Bullet pulendosi la bocca sgraziatamente - “Non frequento molto i ristoranti, preferisco cucinarmelo il cibo, e se possibile procacciarmelo…diamine era una vita che non mangiavo così bene, ultimamente non riesco a trovare ingaggi e sto facendo la fame!” - esclamò azzannando una cosciotto d’agnello.
“Mpf…”- sbuffò Ragna: “Ti muovi e mangi come un animale selvatico, però…” - Bullet drizzò le orecchie udendo quel però:

“Cosa vuoi?” - le domandò Ragna sentendosi osservato;

“Però cosa?”

Ragna arricciò il naso borbottando, poi, vedendo che la ragazza non smetteva di osservarlo, decise di terminare la frase lasciata in sospeso:

“… però non sei tanto male in fondo.”

Bullet sorrise con aria accattivante:

“Neanche tu sei così male, mietitore.” - rispose soddisfatta.

Calò un lungo silenzio, durante il quale nessuno dei due osava guardare l’altro in faccia: senza volerlo, c’era stata complicità tra i due, entrambi troppo testardi per ammettere una cosa del genere.

Infine, Ragna decise di spezzare quel silenzio imbarazzante:

“Senti un po’… perché la gente mi accosta spesso a te?”

“Chissà, forse perché abbiamo un taglio di capelli simile…” - nessuno dei due avrebbe chiaramente ammesso di avere lo stesso caratteraccio dell’altro;

“Fortunatamente però, anche se molti sostengono che tra di noi vi sia una qualche somiglianza, non sarò mai identico a te, soprattutto per…”

Ragna si indicò il taglio degli occhi:

“Già… a proposito, perché hai un occhio verde e uno rosso?”

“Sono metà vampiro, e si da il caso che l’odiosa creatura che mi ha morso sia stata la stessa a spingermi ad entrare in questa assurda storia.”

Ragna si voltò stizzito verso Bullet, ma questa lo guardava in un modo che lo spiazzò: sembrava quasi amareggiata.

“E adesso che hai?”

“Nulla, pensavo che un po’ ti stesse piacendo…”

Il ragazzo si morse il labbro e tentò di guardare in un’altra direzione:

“C-che stai facendo culona, perché tutto d’un tratto diventi così docile?”

Bullet riassunse la sua solita espressione feroce:

“Ti ho detto che non è nulla idiota!”

Entrambi capirono che la cosa stava andando troppo oltre, così Bullet si alzò:

“Ti ringrazio per la serata, ma forse è meglio finirla qui Ragna; ora pago la mia parte di conto e domani tornerà tutto come prima.”

Ragna, senza riuscire a darsi una spiegazione sul perché stesse facendo ciò che si accingeva a fare, scattò e la trattenne per la spalla:

“Aspetta, avevi detto che dovevo portarti a fare una passeggiata prima! Che ne è stato del nostro accordo?”

La ragazza guardò stupita Ragna, poi un po’ diffidente acconsentì alla sua richiesta:

“D’accordo Ragna the Bloodedge: tu mi pagherai la cena ed io in cambio concluderò l’ingaggio come stabilito.”

Ragna sorrise con aria di sfida, poi assunse un’espressione dubbiosa:

“Aspetta, ora che ci penso hai detto di non avere un soldo… non è che tutto questo era un tuo piano per mangiare a scrocco?!”

Bullet ridacchiò e uscì di corsa dal locale, lasciando Ragna a pagare il conto da solo.

 

La falce di luna brillava, illuminando la radura ed i suoi pochi alberi, le cui foglie venivano dolcemente agitate da una lieve brezza.

“Dove siamo?”

“Se ti avessi portato in un parco pubblico o roba simile ora saremmo circondati da adolescenti in calore, quindi ho preferito portarti qui.”

Bullet intravide dei ruderi:

“Quello è il luogo dove sono cresciuto.”

“E’ completamente a pezzi…”

“Già ma i ricordi non possono essere distrutti.” - sorrise Ragna ripensando ai giorni passati in quella chiesa vicino al bosco.

Bullet lo osservò sorpreso: non avrebbe mai pensato di vedere un’espressione così mansueta sul volto di Ragna the Bloodedge, e ciò la fece sorridere a sua volta. Chiuse gli occhi e lasciò che il vento le accarezzasse tutto il corpo, annusò i profumi del bosco, l’erba, i fiori, e le foglie, il cui fischio risuonava nelle orecchie come un dolce flauto. Prese la mano di Ragna e gli si avvicinò lentamente, dopodiché sorrise e riaprì gli occhi, e vide che anch’egli stava sorridendo.

“E’ strano vederti senza la solita espressione da cane rabbioso.” - gli disse la ragazza scherzosamente.

“Tsk, anche tu sei diversa dal solito…” - rispose lui sbuffando.

All’improvviso Bullet appoggiò le sue labbra su quelle di Ragna, che in un primo momento si trovò spiazzato, ma dopo qualche attimo di esitazione, ricambiò quel dolce gesto.

Lentamente, Bullet si staccò da lui, sul cui volto era ancora dipinta un’espressione incredula, mentre la ragazza seppur rossa per l’emozione non cessava di sorridere.

“Ho passato una bella serata, ti ringrazio, Ragna the Bloodedge.”

Infine si voltò incamminandosi verso il bosco.

“Ehi! e adesso dove te ne vai?”

Bullet, senza voltarsi, alzò un braccio agitandolo a mezz’aria:

“Sta tranquillo,vado a cercare della legna, così possiamo accamparci per la notte.”

Ragna sbuffò e agitò la testa ridacchiando, poi s’incamminò a sua volta:

“Ma tu guarda che tipo…”

   
 
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