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Autore: effy_14    16/02/2017    3 recensioni
La vedeva da lontano alzarsi sulle punte e, a tratti, fare piccoli saltelli per arrivare ai mandarini più alti. Questa volta non lo aveva chiamato e non se ne stupiva.
Non gli sarebbe costata nessuna fatica fisica andare da lei e sollevarla come tante volte aveva fatto, ma sarebbe costato al suo orgoglio, alla sua mente e lo sapeva anche al suo cuore.
Una ZoNa che parla di passato e presente.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti, questa è la mia prima storia e vorrei solo fare una piccola premessa, ovvero la mia visione di Zoro e Nami e della loro "storia".
Per me il loro rapporto è cambiato da prima a dopo il time-skip e non per decisione di Nami. Ancora non so cosa sia successo, cosa è successo a lui, ma piano piano spero di riuscire a farlo uscire nelle mie storie, quindi per ora teniate presente questo quando leggete le mie storie. Infatti tutte le mie storie saranno un parallelo tra momenti prima e dopo. Ora vi lascio alla lettura e vi ringrazio già. =) Effy



Era una giornata come tante su quella che non si poteva definire una nave come tante. Non solo per la sua strana forma con una testa di ariete a fare da padrona a prua, ma soprattutto per lo strambo equipaggio che la abitava.
Agli occhi degli altri sarebbero sembrati, più che una ciurma di pericolosi pirati, uno sgangherato gruppo di mocciosi che non facevano altro che cacciarsi nei guai, ed era esattamente quello che pensava anche il componente più anziano della ciurma in quel momento.
Stava cercando di riposare, attività preferita oltre al bere ed all’allenarsi, ma gli era presso che impossibile dato che, quello che sarebbe dovuto essere il suo capitano, e il cecchino di bordo non facevano altro che correre per il ponte urlando e inventando giochi assurdi per passare il tempo.
In quei momenti si chiedeva chi glielo avesse fatto fare di seguire quello strambo ragazzino che gli aveva promesso di aiutarlo in tutto e per tutto a realizzare il suo sogno senza nemmeno conoscere la sua storia.
Un ghigno si fece largo sul suo viso a quel pensiero, non sarebbe mai tornato indietro, quella di seguirlo era stata la decisione giusta da prendere e solo la prima delle prime strambe decisioni che avrebbe preso poi.
Ma ce ne era una in particolare lo rendeva agitato ogni volta che tornava nella sua mente, come stava facendo anche ora. Nervoso si sistemò meglio e tirò su le gambe fino ad incrociarle spostando le braccia da dietro la testa a sopra le ginocchia piegate.
Non si era fidato di lei sin da subito, avvertita qualcosa che lo frenava dal lasciarsi andare, dal comportarsi in modo naturale e dall’abbassare la guardia. L’aveva salvata dagli scagnozzi di Bagy quasi fosse stata una cosa naturale e scontata, senza conoscerla e senza mai guardarla in faccia, era solo una ragazza bisognosa di aiuto, ma poi aveva incrociato il suo sguardo e ci aveva letto qualcosa di più, qualcosa che nemmeno lui aveva capito e che lo aveva messo in allerta.
Quando al Baratie aveva rubato la loro imbarcazione si era sentito preoccupato e sollevato allo stesso tempo. Sollevato dal fatto che non ci sarebbe stata più a creare quello strano stato di inquietudine che lo prendeva durante ogni scontro al rischio che lei si facesse male, lui non aveva tempo per pensare ad un ragazzina imbranata.
Il suo capitano, però, gli aveva impartito un ordine ben preciso, riportarla a loro a qualunque costo e lui suo malgrado avrebbe dovuto obbedire. Poi era successo tutto velocemente: lo scontro con il suo acerrimo nemico e la ferita che gli aveva lasciato, l’inseguimento con Usop e Jonny, la cattura da parte degli uomini pesce, insomma come nulla si era ritrovato legato come un salame a bordo di una piscina con quel sudicio mezzo pesce che lo insultava.
Quando era arrivata lei, e si era rivelata per quello che era, la rabbia per essere stato preso in giro avrebbe voluto impadronirsi di lui ma dentro di se non riusciva ad essere del tutto convinto; infine quello sguardo nei suoi occhi e la sua pazzia.
Si era buttato mani e piedi legati in acqua, il solo ricordarlo lo agitava! Aveva messo la sua vita in mano a quella ragazza con i capelli rossi che fino a quel momento, apparentemente, non aveva fatto altro che ingannarli, senza nessuna certezza che lei lo avrebbe salvato.
Ma era successo, lei lo aveva ripescato e successivamente anche liberato, anche se ancora oggi non riusciva a spiegarsi come avesse potuto, lui che aveva un sogno, un ambizione, una promessa da mantenere buttare la propria vita nelle sue mani.
 
Altri pensieri stavano per entrare nella sua mente e confonderlo quando una voce lo riportò alla realtà - Zoro!!Zoro!!Puoi venire qui??-
La sua voce, era lei e lo stava chiamando. Non si mosse di un millimetro sperando che non rispondendo la ragazza avrebbe desistito, ma un secondo richiamo, già più isterico, gli fece capire che no, non avrebbe mollato.
Si alzò di malavoglia e si diresse verso l'agrumeto che la ragazza aveva fatto costruire sulla nave prima della sua partenza dal suo villaggio. Anche quella volta non vedendola a bordo aveva sperato, anche se non  troppo, che lei avesse cambiato idea e non volesse più partire con loro, ma poi, quando questa si era buttata sulla nave, aveva
provato uno strano sollievo a saperla li, con loro, con lui.
Scosse la testa a quel pensiero e si concentrò sull'immagine davanti a se: la navigatrice
in pantaloncini e canottiera che svuotava un cesto di mandarini in un cassa di legno, in
un modo così delicato che Zoro si incantò a guardarla.
- Che vuoi mocciosa?? -
- Puoi darmi una mano con i miei mandarini, devo coglierli e non arrivo a quelli più alti – Il verde alzò gli occhi sulle piante e constatò ad alta voce che non ci sarebbe arrivato nemmeno lui, sebbene più alto di lei.
- Infatti non devi farlo tu ma io...sulle tue spalle!
Si girò di scatto a guardarla sconvolto, cosa aveva appena sentito?? Avrebbe dovuto farle da appoggio per raccogliere i suoi mandarini?? Ma soprattutto avrebbe dovuto avere le sue cosce attorno alla testa completamente nude, vedendo la lunghezza dei pantaloncini che Nami portava in quel momento??
- Non ci penso neanche a farti da scaletta!!- Si fermò un secondo a riflettere – Non puoi usare una scala, Usup potrebbe farla in un attimo! – lo sguardo che gli arrivò gli fece intuire di aver detto qualcosa di sbagliato - Oh certo così basta una folata di vento o un’onda un pochino più forte e rischio di cadere!! - rispose saccente la compagna.
- Beh ma perchè io?! Chiedilo a qualcun altro!!- Disse stizzito e un po' imbarazzato lo spadaccino.
- Oh andiamo buzzurro..cosa ti costa..sollevi pesi ben più alti di quello che pesa il mio corpo..vedilo come un allenamento!!-
- Ti ho già detto di no...per farti da servetto c'è Sanji, quindi chiedi a lui!!-
La ragazza stava per perdere la pazienza e urlare ma si trattenne per, appunto, non attirare l'attenzione degli altri, lei aveva chiesto a lui per la miseria, perchè non poteva accontentarla.
- Senti..io l'ho chiesto a te perché posso chiederlo solo a te..è un lavoro delicato e ho bisogno di sapere che chi mi sostiene non tenterà di rubarmi tutti i mandarini- facendo capire che si riferiva alla fame costante del capitano - di farmi cadere - simulando un tremolio alle gambe tipico di Ussop - o di toccarmi qua e la!- riferendosi alle manie del cuoco - Quindi mi servi tu, che non mi ruberai i mandarini, non mi farai cadere e soprattutto che non tenterai di approfittare delle mie grazie, visto che a te certe cose non interessano-
Se il discorso iniziale lo stava per convincere la parte finale lo fece stizzire non poco, facendogli uscire le parole di bocca senza nemmeno che se ne accorgesse.
- Come ti permetti ragazzina?!? A me certe cose interessano eccome!!-
Appena vide i suoi occhi, prima sbattere sconvolti per ciò che aveva appena sentito, ma subito dopo illuminarsi e assottigliarsi maliziosamente si diede mentalmente dell'idiota, come poteva essergli uscita una frase così?? Ok era vero che, da uomo quale era, certe cose interessavano anche a lui, ma non di certo come interessavano a quel pervertito con le sopracciglia a ricciolo.
Stava per ribattere qualcosa ma lei lo fermo con un tono canzonatorio - Aaaah hai capito lo spadaccino..zitto zitto..e invece alla fine sei un pervertito come tutti!! - Una fragorosa risata usci dalla bocca della ragazza facendo innervosire ulteriormente il verde che, rosso per la rabbia e la vergogna, cercò di salvarsi in qualche modo.
- Io non sono un pervertito!!E anche se fossi tranquilla perchè i miei gusti sono altri, a me piacciono le donne non le mocciosette!- il suo orgoglio si risollevo per un momento nel vederla cessare di ridere, pensando di aver finalmente messo a tacere quella boccaccia che si ritrovava. Attimo che passo in fretta appena vide lo sguardo deluso della giovane mentre si girava di spalle per non guardarlo. Si aspettava una risposta pungente sul fatto che lei non fosse affatto una mocciosa e così via, invece aveva ricevuto solo le sue spalle curve.
Stava per dire qualcosa, ma lei lo precedette nuovamente girandosi con un sorriso rilassato, in contrasto con lo sguardo che aveva scorto prima - Beh meglio così, almeno
posso stare tranquilla, allora mi aiuti o no??-
Zoro, rimasto per un attimo confuso da quel comportamento e quel cambio repentino così disse solo ok, anche se nella sua testa c'erano fin troppi pensieri.
La vide sorridere cordiale e poi fargli segno di avvicinarsi per farla salire sulle spalle come chiesto.
Si ridestò dai suoi pensieri e fece come aveva detto, si avvicinò alla ragazza e si mise in ginocchio in attesa che la stessa appoggiasse le sue gambe sulle spalle larghe.
La sentì dirsi pronta e tenendo i suoi piedi si alzò con semplicità, già sapeva che non avrebbe fatto nessuno sforzo, Nami era una ragazza esile e non sarebbe certo stato il suo peso a metterlo in difficoltà.
- Potresti tenermi dalle ginocchia? Mi sento più sicura..-
La sua voce arrivò quasi lontana e mono-nota, non chiese niente ed esegui come richiesto. Sarebbe stato tutto tranquillo se, non appena le sue mani si mossero sulle gambe lisce e nude della ragazza, dalle caviglie al ginocchio, non avesse sentito i brividi della ragazza fargli venire la pelle d'oca e la stessa sospirare lievemente. Cercò di ignorarlo, ma come già detto, era pur sempre un uomo, e le sue cosce attorno al suo viso, l'idea della sua femminilità a contatto con la sua testa...
Si irrigidì di scatto per quel pensiero venuto da chissà dove e arrossì d'istinto.
La ragazza si accorse di questo cambiamento e abbassò lo sguardo sul compagno.
- Va tutto bene Zoro?? -
- S-si...tu continua! -
La sua espressione cambiò, ma che gli prendeva a quell'ominide che prima la insultava per la sua "poca femminilità" e poi ora aveva tutta fretta di finire?! Che si fosse accorto dei suoi brividi?! Beh ma non era mica colpa sua, appena aveva sentito le sue mani salire lente dalla caviglia al polpaccio, per poi posarsi sicure sulle ginocchia, il suo corpo aveva reagito per lei.
Si spostò con il peso in avanti per cogliere un altro frutto e lo sentì nuovamente agitarsi sotto di lei. Abbassò lo sguardo e dal suo viso capì, altro che "essere poco donna" Zoro era imbarazzato.
Un risolino uscì dalle sue labbra e il suo cuore si fece inspiegabilmente più leggero, allora non era vero che lei non faceva nessun effetto.
Si mosse ancora un pochino facendo dei versetti qui e là solo per divertirsi un altro po' poi, colto l'ultimo mandarino, comunicò di aver finito.
Il ragazzo, che ringraziò mentalmente la sua forza di concentrazione, per aver retto a quel compito senza fare figuracce, si abbassò facendola scendere, rialzandosi poi trovandosela dritta davanti a lui con un sorriso radioso.
Se questo lo aveva confuso quello che successe un attimo dopo lo avrebbe lasciato senza fiato per più di un secondo.
Con una calma e normalità quasi surreali Nami, dopo aver posato a terra il cestino, aveva appoggiato le mani sulle sue spalle facendolo abbassare quel tanto che bastava per poter arrivare alla sua guancia con la bocca .dove lasciò un delicato bacio.
- Maniaco o no, l'ho chiesto a te perchè so che di te mi posso fidare. Grazie. -
La vide andare via incapace di muovere un muscolo. Senza rendersene conto sfiorò con la mano il punto dove Nami lo aveva baciato sentendolo oltremodo caldo.
Un ghigno si aprì sul suo viso e, anche se non sapeva ancora bene spiegarsi il perchè, ora il fatto di essersi buttato mani e piedi legati in acqua non gli sembrava più un gesto così sconsiderato e senza senso.
Lo avrebbe rifatto, per lei. Come l'avrebbe ri-aiutata a raccogliere i suoi mandarini in un futuro, alla fine lo aveva detto lei, di lui si fidava.
 
Quasi tre anni dopo, altra nave, stesso equipaggio...
 
La vedeva da lontano alzarsi sulle punte e, a tratti, fare piccoli saltelli per arrivare ai mandarini più alti. Questa volta non lo aveva chiamato e non se ne stupiva.
Non gli sarebbe costata nessuna fatica fisica andare da lei e sollevarla come tante volte aveva fatto, ma sarebbe costato al suo orgoglio, alla sua mente e lo sapeva anche al suo cuore.
La sentì sbuffare e rinunciare a quel compito che testarda non avrebbe svolto con nessun
altro, o almeno così gli piaceva pensare, visto che non aveva chiesto nulla nemmeno a Robin. Avrebbe potuto andare a chiamarla lui per lei, ma avrebbe significato esporsi troppo, forse non doveva fare nulla. Allora perchè non si muoveva da li?!? Un idea balenò nella sua testa e quella che si poteva definire l'ombra di un sorriso si delineò sulle sue labbra.
 
Si sarebbe dovuta decidere a chiedere a Robin di aiutarla anche se la cosa le faceva male. Un'altra delle loro abitudini persa, perchè? Non lo sapeva nemmeno lei. Sapeva solo che tutto era diverso e che ora non avrebbe più potuto chiedere aiuto a lui.
Si avviò verso li suo agrumeto e quando vi arrivò rimase interdetta.
Una scala. Una semplice scala di legno era appoggiata a terra nel suo agrumeto, la guardò con attenzione e appurò che non era una scala normale, aveva dei sostegni particolari, probabilmente per non rischiare la caduta di chi la usava in caso di onde. Ma chi aveva messo lì una scala? Perchè lei avrebbe avuto bisogni di...ma i suoi pensieri si interruppero subito e la domanda che le arrivò in testa fu un'altra, chi?
Corse sotto coperta da Franky, sicuro autore dell'oggetto, convinta più che mai a saperne di più.
- Franky l'hai messa tu la scala nel mio agrumeto?-
- Ehi sorellaaa..hai visto che scala Superrrr!! -
- Si ho visto, ma chi ti ha detto di farla e di metterla lì?? -
Il sorriso del carpentiere si fece diverso, quasi dolce, pensò Nami, e quello che disse fece nascere un espressione diversa anche in lei.
- Qualcuno che vuole essere sicuro che non ti farai male da sola?!-
Il cuore di Nami perse un paio di battiti per poi riprendere velocemente.
Ringraziò il carpentiere e tornò ai suoi mandarini con il sorriso sulle labbra e una certezza, non avrebbe chiesto a nessun altro di aiutarla, forse un giorno lo avrebbe chiesto nuovamente a lui, ma a nessun altro.
 
 
   
 
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