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Autore: paoletta76    17/02/2017    0 recensioni
Il principe ereditario.
L’avevano pagata tremila sterline per uccidere il prossimo re d’Inghilterra.
Le mani di Sarah tremavano, ora che aprendo quella busta incontrava la foto del bersaglio insieme a quel pacchetto di banconote.
E’ così alto, il prezzo per la tua libertà?
(post 3x07)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Robert
 
Bellissima. Come Cenerentola al ballo, da sperare che non svanisse allo scoccare della mezzanotte.
Lo lasciò ridere, di fronte alla minuscola smorfia con cui sollevò la gonna ai lati per non inciampare.
 
- Tutto bene?
- Non credo che il mio cuore regga fino a domani, Robert. Ha ragione tua sorella: sei pessimo.
- Eri pronta a scomparire, mia regina?
- Stavo preparando le dimissioni, quando mi hai mandato Jasper.- replicò lei, con un pizzico di pepe.
- Sul- sul serio?
- Sul serio. Il mio posto non è-
- Bene. Dimissioni accettate, da questo momento non sei più la mia assistente.
- Ti odio. Tantissimo.- un pugnetto sulla spalla, il broncio da bambina.
- Credo che ti bacerò, in conferenza stampa.
- Non oserai.- ora gli puntava davanti l’indice, costringendolo a raccoglierla fra le braccia e meritando un bacio fra i capelli – oh, beh. Così è meno sfacciato. Così può andare, vostra maestà. Andiamo?
- Dopo di voi, mia regina.
 
Una grandine di flash li investì, al loro ingresso nella sala delle conferenze. Sarah si guardava intorno affascinata e meravigliata, ma non sembrava avere più paura.
Neanche quando quella domanda la investì in pieno come un’ondata in alto mare.
 
- Vostra maestà, da quanto appreso tramite i social, avete scelto come vostra regina la donna che solo pochi mesi fa vi portava in ospedale l’omaggio del popolo e veniva derisa da vostro zio. La stessa donna che avete assunto come assistente personale. La conoscete veramente?
- Che cosa intende dire, miss Gale? – rispose con cortesia alla giornalista, ma non riuscì a mascherare quella vena d’irritazione nella voce.
- Intendo dire.. lady Grant non ha sangue nobile. Che si sappia, non è propriamente una lady.
 
Voltò lo sguardo verso la donna al proprio fianco, aspettandosi una reazione sopra le righe. Niente. Sarah intrecciava le dita e le stringeva appena, come le aveva visto fare tutte le volte in cui era stata sotto pressione. Ma il suo viso si manteneva alto e tranquillo.
La vide piegarlo appena, chiedere il permesso con un cenno e allo stesso modo le concesse la parola.
 
- Permettetemi di rispondervi in prima persona.- la sentì replicare, leggera – e sì, avete ragione. Non sono una nobile, non la sono mai stata. La mia vita ha avuto alti e bassi, ho percorso più volte a piedi le vie di Londra, come tutti i cittadini di questo Paese rimasti in grave difficoltà con la crisi economica. E, mi creda, ci sono stati tempi duri che non augurerei al peggiore dei miei nemici. Momenti che mi hanno portato ad un passo dal cancellare una vita e dal distruggere la mia. Persone che, approfittando della mia disperazione e della mia ingenuità, mi hanno messo una pistola fra le dita chiedendomi di uccidere l’erede al trono.
 
Il mormorio di alzava, nella sala. Altri flash, mentre i giornalisti prendevano compulsivamente appunti e il cuore gli balzava in gola.
 
- Sarah..- la mano sul fianco di lei ora tremava – ti prego.
- No.- fu la risposta, velata – è nostro dovere essere sinceri, con la nazione. E’ nostro dovere dare loro la verità. Sono la donna mandata ad uccidere il principe Robert Henstridge. La donna che non ha portato a compimento la missione, perché è colma di difetti, ma mai, mai potrà uccidere un uomo. E non conta chi lui sia: il sangue ha lo stesso colore per tutti. Meritavo di essere trattata come Ted Pryce, lo merito ancora. Il senso di colpa mi accompagnerà per tutta la vita. Ma l’uomo che ho accanto ha voluto perdonarmi, e continua a farlo ogni giorno. Ha letto in me qualcosa che non sono capace di vedere neppure io. A me, che sono minuscola al suo confronto, ha donato il suo cuore. A me ha teso la mano, chiedendomi di restare alla sua destra. Questa mattina io volevo fuggire. Non era giusto, non ne sono degna. Io amo l’uomo che è, ma è questa, la verità. Non lo merito, non l’ho mai meritato. Come non sono degna di diventare la vostra regina.
 
Silenzio. Ora nella sala regnava un silenzio colpevole e sospeso, di fronte a quei suoi occhi fieri e lucidi di lacrime.
Le scivolò addosso, piegando il viso contro il suo collo e chiudendo gli occhi.
 
Nella sala si aprì lo scroscio di un applauso.
 
Sarah
 
Il coraggio di una regina. Titolava la prima pagina del Times, la mattina dopo. E la concorrenza era agguerrita ad armi pari, riportando una per una le sue parole.
Eleanor volteggiava fra i corridoi, mostrando a tutti il decollo preso da #QueenSarah e le migliaia di messaggi di sostegno e solidarietà per la prima regina del popolo che il Regno Unito avesse mai visto.
 
La sua porta restava chiusa, la stanza in silenzio nel tepore del primo mattino.
 
Robert l’aveva accompagnata indietro osando l’ennesimo spregio all’etichetta, abbracciandola alle spalle ed accogliendo la sua testa contro la spalla.
Non avevano scambiato una parola, isolandosi dal resto della famiglia per tutta la sera. Lui l’aveva raggiunta sotto la luce della luna e coccolata a lungo, prima di raccoglierla ed appoggiarla sul letto come fosse stato un fragilissimo cristallo.
E poi le si era steso accanto, nascondendola fra le proprie braccia.
 
- Sono stata meravigliosa, vero? – dopo un istante infinito, fece vibrare di nuovo la propria voce contro il suo petto – è bastato un attimo, per rovinare il giorno della tua incoronazione e mandare in frantumi la tua immagine.. la regina perfetta..
- Assolutamente il contrario, Sarah.- replicò lui, costringendola a sollevare il viso ed a guardarlo – e non sono il solo, a pensarlo. Guarda.- raccolse il cellulare dal comodino, si mise a scorrere le ultime news – sei stata sincera col tuo popolo, ti adorano. Ma io di più.- un bacio sulla fronte, uno sulle labbra - andrà tutto bene.
- La fai sempre sembrare facile, tu..
- Io? Sarah, ma ti sei guardata intorno? Mia madre ti ha chiesto di prendere il suo posto. Il suo posto, capisci? Non ti ha mai guardato con tanta ammirazione.. a dire il vero, non ha mai guardato nessuno, in quel modo. E quella giornalista? Accidenti, l’hai sotterrata.. credo ti affiderò tutte le mie conferenze stampa, d’ora in poi.
- Oh, grazie.. lo comprenderemo nel tuo recupero crediti?
- Sì. Forse. Continua a ricordare che sei mia.
- Ah. Che vorrebbe dire-?
- Che mi devi uno di questi – un altro bacio – e uno di questi. E di questi.
Le sue labbra si spostavano sul collo, sulla spalla, e poi giù lungo quanto della sua pelle fosse nudo al suo sguardo. Occhi negli occhi, il sorriso complice. Le sue mani sul viso, poi a segnare il profilo di quelle spalle solide e forti.
Le dita del re scendevano a spogliarla, rubandole l’accesso ai suoi angoli più intimi e segreti. E il sorriso era quello del suo uomo perfetto, mentre la stringeva al proprio calore e la portava lontano con sé.
 
Nocche sulla porta, a risvegliarli nel tepore del primo mattino. L’anta che si apriva senza nessuna richiesta di permesso, sorprendendoli ancora nudi ed intrecciati fra le lenzuola.
Il sospiro della regina Helena, il suo scuotere la testa.
 
In quale lingua ti si devono ricordare i tuoi doveri? Cielo, è completamente andato..
 
Robert raccoglieva i propri vestiti, velocemente e chiedendo ragguagli, cercando disperatamente di salvare la propria credibilità.
A lei non restava che ridere, occhi negli occhi con la suocera.
 
E levati dai piedi, che io e la tua futura regina dobbiamo cominciare a discutere di guardaroba.
  
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