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Autore: Imbranata09    18/02/2017    5 recensioni
Dal capitolo 1^
Ho sempre creduto al colpo di fulmine. Quello che ti fa scoprire innamorata di una persona in pochi istanti. In quel momento in cui gli occhi di due innamorati si incontrano e non esiste più nulla intorno a loro. Non ci sono i problemi di lavoro, i colleghi impiccioni, i figli che strepitano per essere ascoltati, le bollette da pagare, … non esiste niente se non la persona amata.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Cap. 40°
"Ritorni"

Non ho giustificazioni per la lunga assenza e per avervi abbandonate a pochi, pochissimi, capitoli dalla fine della storia.
Ho vissuto un periodo veramente stressante, dividendomi fra mille impegni. 
Ora, che ho finalmente riacquistato i miei ritmi, terminerò la pubblicazione della storia e vi prometto di farlo entro il mese!



Pov  Edward

Ottobre 2015

Sono già passate 5 settimane dalla nascita di Joshua ed oggi torneremo a San Francisco per il matrimonio di Emmet e Kate. Festeggeremo  anche Halloween lì, così da passare qualche giorno in più  con la famiglia di Bella. Emmet, infatti, ha stretto una salda amicizia con James e Jasper e li ha voluti al suo matrimonio. E va d’amore e d’accordo con Renee, si capiscono al volo!

Queste prime settimane di vita di Johua sono volate. E’  un bambino relativamente buono. Ma è pur sempre un neonato con le sue esigenze e necessità. Quando ha fame piange e non c’è nulla che riesce a calmarlo. Se c’è Erin vicino la sua attenzione viene catturata da lei e, questo, lo distoglie dalla fame. Ma, purtroppo, Erin non può essere sempre presente!
Con il passare dei giorni sono arrivati anche i primi dolori addominali, le classiche coliche neonatali. Le avevo rimosse dai miei ricordi di Erin. Anche lei ne ha sofferto ed è andata avanti fin quasi all’inizio dello svezzamento. Spero che con Joshua i tempi siano più stretti. Soprattutto quando si presentano di notte le sue urla riescono a svegliare veramente tutti.
I primi tempi è stata veramente dura: il lavoro non mi ha permesso di prendere lunghi momenti di pausa ed Erin, giustamente, richiedeva le nostre attenzioni. Inoltre, Bella è stata contattata pochi giorni dopo il parto per allestire una mostra di un autore che ha riscosso un diverso successo in Europa che ha deciso di affacciarsi sul mercato americano. Sono stato orgoglioso che abbiano pensato a mia moglie per questo importante lancio e, malgrado il momento, l’ho incoraggiata ad accettare. Inoltre sta finendo di vendere i quadri della collezione degli O’Brian. Anche con loro è andata molto bene, soprattutto visto l’urgenza che avevano di liquidità da investire nell’azienda e per sanare i debiti.

Fortunatamente abbiamo Mary che è disponibile ad aiutarci con i bambini. Erin è relativamente grande. A volte viene in ufficio con me, soprattutto quando Bella è impegnata. Altre volte preferisce stare alla galleria con la madre. Le piace osservare l’organizzazione di una mostra e cerca di aiutare con piccoli suggerimento. Ed ha stretto parecchie amicizie a scuola creando una bella cerchia di amicizie. Per cui spesso è a casa di amiche oppure sono a casa nostra. Ha piccole attività quotidiane: frequenta un corso di nuoto e ho contattato un istruttore per insegnarle ad andare a cavallo.

L’arrivo di Joshua ha particolarmente incuriosito Erin di quello che è accaduto alla sua nascita. Mi ha fatto  numerose domande: in quale ospedale sono nata? Anche io sono stata allattata? Ero grande o piccolina? Vi ho fatto aspettare tanto prima di nascere? Dormivo o piangevo la notte?
Ad alcune domande è stato facile rispondere. Altre mi hanno messo parecchio in difficoltà, perché hanno riguardato la madre biologica e i sentimenti che provava quando abbiamo saputo della sua presenza.  In un certo senso ha anticipato la domanda che mi aspettavo durante l’adolescenza: sono nata per sbaglio o sono stata voluta? Non è stato facile farle capire che l’abbiamo amata dal primo momento in cui  abbiamo saputo di lei. E che abbiamo atteso con ansia la sua nascita, proprio come accaduto con Joshua. Non so se è stata soddisfatta della mia risposta ma, finora, non ha espresso altre curiosità sulla madre. O meglio. Ha completamente identificato il ruolo della madre con Bella e, oramai, si può definire una bambina serena. Tanto da non frequentare più la psicologa, se non per brevi incontri mensili di controllo e di fare una vita come tante bambine della sua età.

Quando siamo tutti e quattro a passeggio, i miei figli sono un vero spettacolo e mi sento veramente orgoglioso della mia famiglia. Sono orgoglioso quando siamo al centro commerciale ed Erin e Bella sono alla ricerca di vestiti mentre io rimango fuori dal negozio con Joshua.  In attesa seduto su una di quelle panchine in cui gli uomini passano i loro pomeriggi mentre le loro donne fanno shopping. È proprio in quei momenti che si avvicinano signore di ogni età e osservando il piccolo, non possono fare altro che constatare l’evidenza: è bellissimo! Moro come la madre e gli occhi, pare, siano i miei. È ancora presto per stabilirlo. Ed è lungo!  In quelle situazioni Bella diviene una belva. Odia le ragazze che mi avvicinano. Sostiene che lo fanno per arrivare a me! Ed Erin, che osserva tutto ciò che la madre fa, non è da meno mettendo in imbarazzo le ragazze.

“Dio, Edward! Sembra che stiamo traslocando!” mi guardo intorno e osservo tutto quello che Bella ha preparato per passare una settimana a San Francisco.  Vestitini per Erin e Joshua e, poi, pannolini, ciucci e  biberon in abbondanza. Tisane e bavaglini. Passeggino e ovetto.  I nostri bagagli si limitano ad una sola valigia.
“Mami, il mio vestito da damigella lo hai preso?” arriva anche Erin con il suo piccolo trolley dove ha sistemato qualche gioco da portare con se. Bella ha voluto responsabilizzarla e, mentre noi abbiamo sistemato il vestiario, le ha chiesto di preparare un piccolo trolley con i suoi passatempi che potranno servirle a San Francisco, giusto per non annoiarsi.
“No! Ci ha pensato zia Kate ed oggi pomeriggio andremo per le prove”

“Signora Masen, posso cominciare a caricare le valige in macchina?”  nell’atrio ci sono Mike, Jake e Mary. Quest’ultima, credo, non vede l’ora di vederci fuori casa. Avrà una settimana di ferie e sono veramente meritate. Anche perché non sono in grado di dirle quando potrà prendersi qualche altro giorno di pausa! Credo che anche Jack non veda l’ora di vederci fuori dai piedi. Per lui non è stato facile abituarsi alla mia nuova condizione familiare. Prima dell’arrivo di Bella si limitava ad accompagnare me e gestire il team della sicurezza familiare. D'altronde è un ex agente CIA con molta esperienza sulle spalle. Ora, spesso e volentieri, Bella lo incarica delle piccole commissioni, anche di andare a comprare i pannolini con urgenza oppure di scarrozzare Erin e le sue amichette per la città.  Ho provato a spiegare a Bella che lui non è un tuttofare ma è il responsabile della nostra sicurezza con delle qualifiche da far invidia ai migliori bodyguard ma, quando è stanca oppure sta facendo più cose contemporaneamente, non c’è nulla che riesca a farla ragionare.
“Grazie, Jake e sorridi! Tra mezz’ora saremo fuori dai piedi per una settimana! Sono sicura che Edward ti mancherà ma noi tre …. Ti riposerai!” sghignazzo alle parole di mia moglie ma, per rispetto di Jake, mi volto per non farmi accorgere da lui.
“Signora Masen, approfitteremo tutti di questi giorni per ricaricare le batterie!” e con grande classe si avvia verso la macchina per caricare i bagagli!
“Beati voi! Per noi sarà solo maggiore stress! Vero Edward?” concordo perfettamente con mia moglie ma non ho il tempo di risponderle perché mia figlia è impaziente di partire!
 
 


“Papà ma quando partiamo?” siamo in aereo da una mezz’ora. I miei uomini se ne sono andati da un pezzo. Joshua ha appena finito la sua poppata ed adesso lo sto cullando per farlo addormentare. Bella si sta sistemando ed Erin si sta annoiando.
“Tesoro, stiamo attendendo la nonna, zia Rosalie e Angel! E devono arrivare anche zia Esme e zio Carlisle che ha avuto un’emergenza in ospedale e arriverà con un pochino di ritardo” mi guarda scocciata.
“Hai messo fretta alla mamma e a me. Perché non lo hai fatto anche con loro?” Erin, quando ragiona come un’adulta, fa veramente paura! E devo ammettere che questa parte del carattere è tutta mia! Ha perfettamente ragione ma non posso spiegarle che ho già chiamato due volte le nostre ospiti per sollecitarle a fare presto. In realtà Erin non ha molta voglia di vedere la nonna. Con lei ha un rapporto molto duro perché la bambina timida e spaventata di tutto è scomparsa lasciando il posto ad una che risponde con garbo dicendo quello che pensa. Anche quando non è piacevole quello che ha da dire! A volte la devo richiamare. Ma sono così orgoglioso di lei! Tirando fuori il suo carattere mi sono reso conto di quanto mi somigli e già la immagino, un giorno, prendere il mio posto alla guida della mia azienda. È per i miei figli che ho acquisito le azioni dei miei familiari e mi faccio in quattro tutti i giorni per arrivare sempre a nuovi traguardi. Li immagino quando prenderanno il mio posto e ognuno sceglierà la specializzazione che preferisco. Ancora non conosco le inclinazioni di Joshua, ma vedo bene Erin  ad occuparsi dell’aspetto legale dell’azienda.

“Signor Masen, siamo pronti per il decollo” alzo la testa verso il mio pilota e sorrido. Mi conosce da anni e non penso mi abbia mai visto nella mia veste familiare. Con un paio di jeans e un pull leggero. E i capelli scompigliati perché, ora che ci penso, non mi sono pettinato prima di uscire di casa!
“Stiamo aspettando gli ospiti. Appena arrivano ….” ed eccole che, finalmente, sono anche loro a bordo.
“Edward, senza che utilizzi quel tono saccente. Siamo qui e possiamo decollare!” mia madre è a bordo e penso che stiano per cominciare le 5 ore più lunghe della vita di tutti noi! Con Rosalie la situazione sta migliorando. È stato Emmet che, quando è venuto a conoscere Joshua,  mi ha aiutato ad aprire gli occhi su nostra sorella. Certo. il suo carattere è veramente particolare. Ma ho capito perché ha assunto certi atteggiamenti nei miei confronti. In un certo senso noi eravamo simili. Entrambi abbiamo avuto un figlio da single. Non siamo mai stati fortunati nelle nostre storie amorose e siamo stati per anni i pettegolezzi più hot della Boston che conta. Le nostre strade si sono divise quando Bella è entrata nella mia vita ed ho costruito una famiglia.
“Buongiorno Signora Masen. Come sta?” Bella cerca sempre di essere carina con mia madre. Come d'altronde io mi sforzo di essere gentile con suo padre. Ma, entrambi, con  scarsi risultati.
“Isabella, come vuoi che stia? Sto andando al matrimonio del mio figlio maggiore perchè non sono riuscito a fargli capire quale grave errore stia facendo. Ed ha deciso di rimanere a vivere San Francisco e lavorare per la famiglia della futura moglie. Perché qui non ha più niente. Ha venduto la sua parte di società a suo fratello e sono convinta che in questo c’è lo zampino di Kate. Lo vuole lontano dalla sua famiglia” scuoto la testa stanco di sentire sempre la solita solfa. Fortunatamente è Rosalie a rispondere.
“Mamma, ti avevo chiesto di non ripetere più queste parole. Emmet si sta per sposare con Kate che è veramente deliziosa. La donna giusta per lui. E noi tutti parteciperemo al loro matrimonio perché siamo felici di questa unione!” ho visto poche volte Elisabeth senza parole e sono orgoglioso di mia sorella.
Fortunatamente arrivano anche gli zii e spero che l’atmosfera diventi meno tesa. Come Bella, mi avvicino anche io a salutarli.
“E mia nipote non mi viene a salutare?”  ancora una volta mia madre richiama l’attenzione su di se e non è gentile il suo modo di rivolgersi a mia figlia, ma lei non si lascia abbattere.
“Nonna, sarei venuta a salutarti. Ma aspettavo che smettessi di borbottare!” la mia piccola tigrotta! Dovrei intervenire e rimproverarla ma per una volta lascio correre!
“Erin Masen!”  ci pensa la nonna a rimproverarla. Ma mia figlia è già con Angel pronte a scegliere il film che vedranno durante il volo.   
“Questo sarà un viaggio mooooltooo lungo!” sorrido alle parole di Bella pronunciate appena si è accomodata accanto a me. La abbraccio attirandola a me ed insieme scherziamo delle smorfie che fa Joshua mentre dorme.
Fortunatamente Esme e Carlisle intavolano diverse conversazioni leggere e il tempo passa più velocemente di quello che pensassi.


Pov Bella

Sicuramente quello appena concluso è stato il viaggio più esasperanteche abbia mai fatto. Elisabeth ha passato tutto il temp a lamentarsi. Nulla le va bene. Il matrimonio di Emmet è sbagliato. Siamo stati degli incoscienti a cambiare scuola ad Erin. Rosalie non sta facendo nulla per trovare un marito. Io personalmente sono una sciocca a volere un’attività mia. Sono la moglie di Edward e questo è già un lavoro a tempo pieno. Il tempo! Anche il meteo  non è più quello di una volta. Avevano previsto bel tempo a San Francisco per questo fine settimana ed, invece, pare sarà nuvolo! Esme più volte ci fa segno, a tutti noi, di lasciar perdere. Non vale la pena risponderle.
Appena atterriamo e  terminate le procedure di sbarco, noto che abbiamo tutti una gran voglia di allontanarci da Elisabeth!

“Ahhh! Finalmente siete arrivati!” Kate, in attesa con Emmet, ai piedi dell’aereo ci viene incontro sulla scaletta per abbracciarci e baciarci.
“Dov’è la mia bellissima Erin?”
“Ziaaaaa!” Erin vola nelle braccia della zia mentre Emmet, si sbaciucchia Angel rimasta in disparte ed intimorita dalla sua fidanzata che ancora conosce bene.
“Che educazione. Prima si salutano i nipoti e poi la propria madre. La donna che lo ha partorito con 20 ore di travaglio visto che pesava oltre 4 kg!” eccola Elisabeth pronta a far sentire in colpa il figlio, proprio come ha fatto con noi durante tutto il viaggio.
“Tranquillo, Em! In questi giorni sono io il figlio da rinnegare. Ho osato iscrivere Erin ad una scuola quasi pubblica e Bella lavora! La gente penserà che siamo sull’orlo di un tracollo finanziario! E’ difficile che tu riesca a fare peggio di me” sentiamo tutti le parole di Edward, anche se sussurrate e a tutti scappa da ridere.

“Bella, la tua famiglia è già arrivata ed i ragazzi stanno organizzando una serata per soli uomini per questa sera. Così noi faremo una festicciola solo per ragazze. Rosalie, tu sei dei nostri!” Kate è veramente eccitata e devo ammettere che, sentirla parlare, mi fa capire quanto mi manchino le mie amiche. Tanya, per via del lavoro la sento quotidianamente ed è venuta spesso a Boston. Ma con lei gli incontri sono stati pochi.
“La festa è anche per noi? Siamo ragazze!” Erin si avvicina alla zia con aria speranzosa.
“No, Erin. Voi trascorreremo tutte insieme il pomeriggio a provare i vestiti per il matrimonio. Ma questa sera   ci sarà una simpatica baby sitter ad occuparsi di voi! È una festa per sole adulte” le bambine non sembrano convinte ma quando Kate racconta quello che ha previsto per loro, si distraggono e pare non ci pensino più.
 
È inutile sottolineare che non appena mettiamo piedi nella villa Denali, Edward, che ha in braccio Joshua, viene circondato dai nostri parenti ed amici. Tutti, coloro che ancora hanno avuto l’opportunità di conoscerlo e quelli che lo hanno visto solo nelle ore successive al parto, sono curiosi. L’orientamento è unanime: a parte il colore dei capelli è la copia del padre! Ogni tanto, con mio marito, ci fissiamo negli occhi e ridiamo! Ci aspettavamo una scena del genere. Renee è la prima a togliere il bambino dalle braccia di Edward, il quale mi raggiunge e mi abbraccia.

“Mi sembra di essere di troppo! Noi possiamo andare” ridiamo mentre assistiamo al passaggio di Joshua dalle braccia della nonna a quelle di zio James. Che piange!
“Non ci posso credere che la mia sorellina è mamma!”
“Ha fatto sesso, James!” è Emmet a provocarlo facendo ridere la comitiva.

Ad un certo punto, il mio ometto comincia a piangere. E’ l’ora della pappa e riesco a portarlo via dalla confusione dei nostri parenti.
E mentre il gruppo inizia a pranzare nell’immensa taverna dei Denali, mi allontano per sfamare in tranquillità il mio bimbo. Carmen mi suggerisce di appoggiarmi nello studio di Elazer e così faccio. Poco dopo mi raggiunge Tanya che ne approfitta per aggiornarmi delle mostre e delle vendite di San Francisco. Ci scambiamo i pareri sui nuovi contatti ricevuti e sorrido all'idea che siamo in sintonia!
“Edward ha portato anche i documenti per la nostra società” effettivamente, visto l’andamento delle vendite, Edward mi ha suggerito di costituire una società con Tanya. Ho subito ribaltato a lei la proposta. Non è un’esperta di arte. Ma ha un innato senso degli affari. Forse, proprio quello che a me manca e che sopperisco con la presenza sua e di Edward. Inizialmente Tanya è rimasta sorpresa. Non voleva neanche accettare una quota paritaria. Ma sono stata inflessibile. Entrambe gestiamo una sede. Mentre quella di Boston si dedica ad artisti più tradizionalisti che hanno già un loro seguito, la sede di San Francisco è più trendy ed apre anche ad artisti alternativi e futuristici, a mostre fotografiche e cinematografiche. Per cui non ho avuto dubbi nel cederle la metà della società.
“Perfetto. Dopo di ritagliamo un paio d’ore e diamo vita a questa nuova avventura! Inoltre,  un paio di giorni fa mi ha contattato una donna che vorrebbe parlare con te per un affare importante. Solo con te e non ha voluto anticipare niente. Mi ha lasciato il suo numero dicendo che dovresti chiamarla in settimana. Non chiedermi come, ma sapeva che in questi giorni sei a San Francisco” prendo il bigliettino con il numero e noto che non c’è annotato nient’altro.
“Ma come si chiama?” Tanya scuote la testa.
“Non mi ha detto nulla. Ha eluso più volte la domanda” la cosa mi incuriosisce. Così, finito di allattare Joshua e sistemato nel carrozzino dove dorme tranquillo, mi appresto a fare la telefonata.
“Ehi, di la ti stiamo aspettando. Noi abbiamo già finito il primo!” arriva anche Edward preoccupato perché, in genere, ci vuole veramente poco per allattare Joshua.
“Devo fare una telefonata e arrivo” gli spiego della strana cliente che mi cerca e, incuriosito, rimane anche lui ad ascoltare.

Compongo il numero con una strana sensazione e mi avvicino ad Edward perché il suo abbraccio è, per me, confortevole.
“Buongiorno, sono Isabella Masen e mi è stato dato il suo numero di telefono. Non so con chi sto parlando ma, a quanto pare, lei conosce me!” cerco di essere chiara e professionale. La stretta di Edward alla mia mano mi fa capire che sto andando bene. Dall’altra parte del telefono, dopo un attimo di esitazione, sento una breve risata.
“Salve, Isabella. O Bella. So che lo preferisci. Sapevo che mi avresti chiamata non appena ricevuto il mio recapito. Mi hanno parlato di te ed ho imparato a conoscerti” rimango qualche attimo senza parole e anche Edward è perplesso.
“Posso sapere chi le ha parlato di me e cosa posso fare per lei, Signora …?”
“La mia cara amica Irina. Mentre io sono Claire, la madre di Erin. La vera madre!” mio marito è il primo a riprendersi dalle parole appena udite e, togliendomi di mano il telefono, va diritto a ciò che gli interessa.
“Claire, cosa vuoi da Bella?”
“Edward, è parecchio che non ci sentiamo. Non sapevo nulla del tuo matrimonio. E sei di nuovo papà! Congratulazioni” evidentemente Irina l’ha aggiornata su tutto. La domanda che mi faccio, però, è cosa vuole da me!
“Claire, te lo ripeto. Perché hai cercato mia moglie?” questa volta la donna non svia la risposta.
“Voglio conoscerla. Nulla di più. In fondo sta crescendo mia figlia!”
“Tu non hai una figlia. Hai rinunciato a lei senza neanche volerla prendere in braccio” Edward è duro. Penso che se fossero dirette a me quelle parole, mi avrebbe già trafitto il cuore. Ma, pare, non fare effetto su Claire. Me ne rendo conto perché il suo tono non cambia.
“La verità è che voglio solo conoscere la donna  che è riuscita a divenire la signora Masen. Non voglio nient’altro e non avanzerò pretese su Erin. È tua figlia e non ti ringrazierò mai abbastanza per averla presa con te. Oramai vivo in Francia e a fine mese ripartirò per l’Africa. Dopo questo incontro non sentirete più parlare di me” Edward mi fissa e con lo sguardo gli dico che sono favorevole all’incontro. Così gli dà appuntamento in un bar nella zona del molo per il giorno dopo.
Quando chiude la telefonata entrambi siamo senza parole, persi per i nostri pensieri.
“Sei sicuro che non vorrà contatti con Erin? Che non voglia vantare qualche pretesa su di lei?” la mia più grande paura è che possa intromettersi tra me e la mia bambina. Ma Edward sembra sicuro.
“Credimi. È più probabile che voglia soldi che conoscere nostra figlia. Ma quello che veramente voglio sapere è che rapporti abbia con Irina” mi abbraccia per tranquillizzarmi ma non ci vuole volto per intuire che anche lui sia teso.  Torniamo dai nostri parenti facendo finta di nulla ma, ogni tanto, ci guardiamo negli occhi ed in entrambi vi leggiamo timore.

 
 
 
  
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