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Autore: Justice Gundam    18/02/2017    3 recensioni
Reborn, un continente sconosciuto, dove smog nero e piogge acide rovinano ancora di più gli edifici fatiscenti che costeggiano le strade della capitale Reborn City. Intere città ridotte in rovina, Pokemon in fuga, e dietro le scene, un'organizzazione che tira i fili per i propri terribili scopi. Questo mondo ha bisogno di eroi... e sarà qui che, mentre Ash e Misty affrontano il loro viaggio attraverso Unima, accadimenti misteriosi porteranno Vera, Drew, Max ed Hitomi, in una corsa contro il tempo per fermare il Team Meteora e riportare un raggio di luce agli abitanti di quel mondo crudele. (Contestshipping)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Drew, Max, Nuovo personaggio, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Anime
Capitoli:
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Pokemon: A World Reborn


Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

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Capitolo 44 - Di ritorno a Reborn


Per qualche motivo, in quel momento, il clima che si respirava nella claustrofobica metropoli di Reborn City era diverso da quello a cui molti erano ormai da troppo tempo abituati. Sembrava quasi che la notizia della sconfitta subita dal Team Meteora per mano della resistenza avesse cominciato, anche se non in maniera del tutto ufficiale, a fare il giro della città, sferrando un colpo significativo alla fama di invincibilità che la diabolica organizzazione terrorista si era fatta. Adesso si cominciava a vedere un po' di gente che, timidamente, riprendeva un lavoro che aveva da tempo abbandonato per paura, o portare a passeggio i loro bambini e i loro Pokemon per le strade considerate più sicure.

Mentre si guardavano attorno, Pietro ed Aya avevano l'impressione che anche le strade, normalmente ingombre di sporcizia ed immondizia, fossero un po' più pulite. Certo, non era cambiata da un giorno all'altro, la situazione, e Reborn City era ancora un luogo pericoloso, infido ed infernale... eppure, in qualche modo, si sentiva che il pessimismo che permeava la grande metropoli era almeno un po' diminuito.

Sfortunatamente, non si poteva dire esattamente la stessa cosa del pessimismo che Aya provava in quel momento, malgrado la vittoria che avevano ottenuto sul Team Meteora.

"Beh, Aya... come puoi vedere, qualcosa stiamo facendo." disse Pietro, avvicinandosi alla ragazza dai capelli viola, ma restando comunque ad una certa distanza in modo da non urtare la sua sensibilità. "Magari non è molto, ma oggi qualcosa è cambiato. Queste persone... stanno cominciando ad avere un po' più di fiducia nel nostro futuro."

Aya scosse la testa, rifiutandosi ostinatamente di credere che le sue azioni potessero avere un qualche effetto positivo. "Chissà... forse la loro non è altro che un'illusione, Pietro. Io... non mi faccio più nessuna delusione. Non mi aspetto mai niente, e quindi non resto delusa quando le cose vanno male. Ho imparato che in un mondo come questo, è il modo migliore per vivere senza che ti venga spezzato il cuore." affermò.

Pietro sospirò, con infinita pazienza. Era quasi incredibile vedere come Aya sembrasse determinata a non vedere nulla di positivo. "Lo sai, Aya... secondo me dovresti smetterla di punirti. Tu non sei una persona orribile... hai fatto degli errori, va bene. E chi è che non ne fa? IO sono sicuro che Cain non ti odia. Insomma, è da un bel po' di tempo che io e lui ci frequentiamo, e non mi ha mai dato l'impressione di serbare rancore nei tuoi confronti."

"Ma è proprio questo che mi fa disperare, non lo capisci?" esclamò Aya, cominciando ad alterarsi. "Come fa a non odiarmi per quello che gli ho fatto? Lui dovrebbe non voler nemmeno sentir parlare di me! Che razza di sorella sono stata? Quando... quando Cain ha avuto finalmente il coraggio di parlare apertamente di quello che è... mamma gli ha voltato le spalle, e adesso si rifiuta persino di riconoscere la sua esistenza. E io... io non ho fatto niente per farle cambiare idea. Sono rimasta lì ad ascoltare tutte quelle cose orribili che la mamma diceva del sangue del suo sangue, e non ho fatto nulla per difendere Cain... non merito forse tutto il suo disprezzo?"

"Evidentemente, Cain non la pensa così." continuò Pietro, dando un'occhiata al Dragalge che fluttuava leggiadro al fianco di Aya. Il cavalluccio marino velenoso sembrò alzare le spalle - o meglio, quello che per lui era l'equivalente delle spalle - e scosse la testa rassegnato. Aveva già provato lui stesso a far ragionare Aya, senza eccessivi risultati. Ma Pietro non era tipo da mollare così facilmente. "Perchè non resti qui e non provi a parlare con lui? Sono sicuro che riuscirete a chiarirvi, una buona volta."

Ma la ragazza non volle ascoltare ragione. "No... è inutile, finirei soltanto per sentirmi ancora peggio, e io ho già abbastanza stress nella mia vita senza dovermi preoccupare di quello che pensa mio fratello di me." affermò. "Tornerò nella Palude Mercurio. E' il posto più adatto ad una come me, immagino. Se proprio ci tieni... puoi dire a mio fratello, quando torna, che sua sorella lo saluta, per quello che le mie parole possono valere."

"Va bene, lo farò. Se ancora non ti senti pronta per parlare con lui, rispetto la tua decisione." rispose Pietro. "Comunque... sappi che se hai dei problemi, e vuoi parlare con qualcuno, io sono sempre qui. Non farti convincere dalle parole di quel dottore da strapazzo. Tu sei una persona migliore di lui."

"Se lo dici tu..." rispose Aya, voltandosi e dando un calcio ad un sasso, che rotolò in un tombino a qualche metro di distanza. "Comunque... se proprio non potete fare a meno di me per qualche motivo, sapete dove trovarmi. E ditelo anche a quei ragazzi di Hoenn, se per caso dovesse venire loro voglia di cercarmi."

"Grazie del tuo aiuto, Aya... non credo che saremmo riusciti a farcela senza di te, dico davvero!" affermò il giovane esperto di Pokemon Roccia, facendo fermare la ragazza un attimo prima che lei e il suo Dragalge iniziassero ad allontanarsi. "E come ho detto... sappi che io sarò sempre qui, se vuoi una mano."

"Ancora non capisco perchè dovresti volerlo fare... ma ti ringrazio lo stesso, Pietro." rispose Aya con voce flebile, come se avesse paura di farsi sentire. Dragalge si voltò verso Pietro e gli fece un cenno di ringraziamento con la testa, prima di seguire la sua allenatrice. In breve tempo, Aya e Dragalge si erano dileguati tra le fumose strade di Reborn City, e Pietro tirò un sospiro e sorrise lievemente, facendo tra sè i suoi migliori auguri ad Aya.

"Immagino che ci vorrà un po' prima che possa parlare di certi argomenti con Aya, ma non importa. Rispetto i suoi spazi." disse il ragazzo dai capelli arancioni. "Immagino che adesso sia ora di tornare al lavoro. Miss Saphira e gli altri avranno senza dubbio trovato qualcosa di interessante, tra le scartoffie che c'erano in quella tana."

"Rhydon?" sentì la voce rude del suo Rhydon che lo richiamava. Il Pokemon Terra/Roccia era uscito in quel momento dell'edificio della Yureyu Corporation, evidentemente recando delle notizie importanti, e richiamò il suo allenatore con un cenno della testa. "Rhy rhydon!"

"Sì, arrivo subito, Rhydon!" esclamò il giovane chitarrista. "C'è qualcosa di nuovo? Avete trovato qualcosa di particolare, tu e gli altri nostri compagni?"

Il rinoceronte bipede ghignò e tirò fuori qualcosa che stava nascondendo dietro la schiena, in modo da fare una piccola sorpresa al suo allenatore. Incuriosito, Pietro si avvicinò di qualche passo al suo Pokemon, e vide che nella mano destra portava uno strano oggetto fatto di una pesante lamiera metallica colorata di arancione brillante, la cui forma richiamava la sagoma di una casa stilizzata... e sorrise eccitato quando capì di che oggetto si trattava.

"Quella è una Copertura, Rhydon! Dov'è che l'avete trovata?" chiese. Raggiunse rapidamente il suo Pokemon ed esaminò lo strano oggetto, in modo da assicurarsi che fosse autentico.

Il Pokemon rinoceronte grugnì contento e indicò l'interno dell'ex-sede centrale della Yureyu con un cenno della testa. "Rhydon! Rhydon!" grugnì, facendo capire che avevano trovato quel prezioso oggetto in qualche stanza o in qualche magazzino abbandonato della vecchia sede. Lo porse al suo allenatore, che ringraziò con un cenno della testa, e lo mise nel suo zaino.

"Ottimo lavoro, Rhydon!" esclamò Pietro, accarezzando il suo Pokemon sulla testa. Rhydon grugnì nuovamente, come se fosse stato un grosso gattone che faceva le fusa. "Quando vorrai, non appena ne avremo la possibilità, ti farò evolvere in un Rhyperior! Adesso però... immagino che ci sia da sentire quello che ha da dire miss Saphira sulla nostra attuale condizione. Il Team Meteora non farà passare tutto questo sotto silenzio, e torneranno presto all'attacco, se li conosco."

"Rhydon!" esclamò Rhydon, facendosi serio di colpo. Anche lui comprendeva che ormai il proverbiale dado era stato tirato, e che da quel momento in poi avrebbero dovuto aspettarsi rappresaglie sempre più feroci...

"Hey, perdente! Guarda che stiamo aspettando tutti te!" esclamò la voce beffarda e maligna di Fern. Il buon umore di Pietro fece una picchiata quasi verticale, e una venuzza pulsante affiorò sulla sua nuca quando il giovane esperto di Pokemon Roccia si voltò e vide il suo rivale in piedi a braccia conserte e a gambe accavallate sulla soglia d'ingresso, che lo guardava come se fosse un verme disgustoso. "Mentre tu eri qui ad amoreggiare con la tua fidanzatina, miss Saphira stava dando una bella occhiata a tutti i documenti che siamo riusciti a trovare in quel letamaio. E adesso abbiamo bisogno di riunirci tutti... anche quei perdenti che sono andati al monastero Apofillide con quell'effeminato e quel maschiaccio."

"Guarda che quei due hanno un nome, si chiamano Cain e Vittoria!" fu la reazione infastidita di Pietro. Rhydon scosse la testa, anche lui abituato all'arroganza di Fern, e mise una mano sulla spalla di Pietro, per dirgli di non farsi provocare. "Hmph... arrivo, stai tranquillo. Anch'io sono curioso di sapere come vanno le cose. Mi sono unito alla resistenza proprio perchè volevo anch'io liberare il mio popolo e il mio paese dal Team Meteora, quindi anch'io ho tutto l'interesse a sapere cosa c'è di nuovo."

"Allora non farti attendere." tagliò corto Fern, rientrando nell'edificio. Pietro lo fissò malamente mentre il ragazzaccio con gli occhiali rientrava nei bui corridoi della vecchia sede della Yureyu, poi richiamò il suo Rhydon e rientrò a sua volta, sperando che Saphira fosse in procinto di dare loro buone notizie riguardo il gruppo che si era diretto al Monastero Apofillide...

A sua insaputa, una figura oscura e misteriosa, avvolta in un impermeabile e composta di ombre vorticose, osservava con interesse. Il misterioso Shade, l'entità oscura che Vera ed alcuni dei suoi compagni avevano incontrato nella Fabbrica Abbandonata, restò a fluttuare in aria per qualche istante senza dire nè fare nulla, parzialmente mimetizzato tra le nuvole di smog nero che permeavano il cielo di Reborn City...

Poi, senza una parola, Shade si voltò e scomparve nel nulla, avendo visto ciò che gli interessava sapere...

 

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"Molto bene. Vedo che ci siete tutti, o quasi." affermò Saphira, dando un'attenta occhiata a tutti coloro che si erano riuniti in quella sala, che sicuramente una volta era stata una sala per convegni. "Manca Aya... ma immaginavo che lei non fosse una che si presta molto al gioco di squadra. Beh, non importa. Vorrà dire che le parlerò la prossima volta."

Le sorelle minori di Saphira, Laura e Charlotte, erano al suo fianco, accompagnate rispettivamente da Lilligant e da Ninetales. Sulle sedie della sala, in prima fila, sedevano Amaria, Florinia e Julia, mentre poco indietro c'erano Noel, Anna, Heather e Shelly. Le due bambine più grandi si erano trattenute almeno il tempo di sentire cosa avesse da dire la leader della resistenza, e farsi un'idea della situazione prima di iniziare il loro addestramento. Fern sedeva in disparte, con l'aria di chi non aveva nessuna voglia di mischiarsi al basso popolo. In effetti, sembrava quasi offeso per qualche motivo...

Pietro si sedette accanto a Noel ed Anna, e la bambina con i codini gli rivolse un sorrisone radioso, tenendo tra le braccia il suo Jirachi di peluche. Pietro ricamiò il saluto, arruffando i capelli neri di Anna con un gesto della mano, poi si voltò verso Saphira che si era schiarita la voce e stava iniziando il suo discorso.

"Riconosco che è stata una battaglia difficile, per tutti noi." affermò la leader della resistenza, con fermezza. "E devo fare i complimenti a tutti voi per l'impegno che avete dimostrato e per la vostra abnegazione. Senza di questo, e senza un buon lavoro di squadra, non saremmo riusciti a fermare il Team Meteora. Abbiamo ottenuto un'importante vittoria su di loro."

"Tsk... e in tutto questo, nessuno che riconosce il mio contributo..." brontolò Fern a bassa voce. Saphira lo guardò male, ma decise di passarci sopra e continuò il suo discorso.

"Non è tutto qui, se non altro." continuò. "Ho ricevuto notizie dall'Accademia Apofillide... notizie che mi fanno piacere, ma anche notizie che gettano un'ombra di incertezza sul nostro futuro. Il Team Meteora ha subito un duro colpo, ma è tutt'altro che sconfitto, ed è adesso che cominceranno con la loro repressione più feroce."

"Da un lato... abbiamo ricevuto la conferma che Vera e i suoi compagni hanno completato il loro addestramento e che la sensei di apofillide, la nostra alleata Kiki Mikael Argall, ha consegnato a Vera un Mega Bracciale. Forse, con un po' di pratica e di allenamento, Vera potrà accedere alla Mega Evoluzione, dando un apporto a dir poco straordinario a noi della resistenza."

"Sapevo che Vera ce l'avrebbe fatta! Nostra me l'ha sempre detto!" affermò felice la piccola Anna. Heather borbottò qualcosa tra sè sul fatto che bisogna essere proprio ridotti male per dare ascolto a quello che dice una bambola di pezza... ed Anna sembrò sentirla, visto che si voltò di scatto verso di lei con espressione comicamente offesa. "Hey! Un po' di rispetto per Nostra! Lei non ha mai sbagliato nel giudicare le persone, e sa che Vera ha una luce dentro di sè che vuol dire che è una persona straordinaria!"

"Va bene, va bene... non sono dell'umore giusto per litigare con una più piccola di me, in ogni caso..." borbottò Heather. Shelly si massaggiò la nuca e fece un cenno ad Heather per invitarla a non arrabbiarsi... e Saphira richiamò l'attenzione di tutti schiarendosi la voce.

"Sfortunatamente... queste buone notizie vengono controbilanciate da notizie meo liete." affermò la comandante della resistenza. "La sensei Kiki... è sfortunatamente perita durante uno scontro con il Team Meteora. Il leader dell'organizzazione, Lord Solaris, ed alcuni dei membri più in vista del Team Meteora hanno cercato di distruggere il monastero, assieme a tutti i suoi abitanti, con una macchina PULSE di modello sconosciuto."         

Dall'uditorio si levarono delle esclamazioni di sgomento e cordoglio... tranne che da Florinia e Fern.

"La... la sensei Kiki è morta?" chiese Amaria con espressione contrita. "No... quindi... questo vuol dire che Vittoria ha perso la sua sensei... povera Vittoria, quanto mi dispiace... e adesso, cosa succederà?"

"Beh... non si può dire che la situazione sia molto facile, questo è poco ma sicuro. Abbiamo... perso da una parte, ma dall'altra abbiamo vinto. Certo... la perdita della sensei Kiki è un colpo non indifferente per noi della resistenza." ammise Charlotte. "Questo vorrà dire che Vittoria non potrà tornare qui a Reborn City, almeno non finchè non avrà rimesso a posto un po' di cose lì all'accademia e non potrà lasciarsi dietro una situazione quanto meno stabile. Tuttavia, Vera e i suoi compagni stanno tornando a Reborn City, proprio adesso mentre stiamo parlando."

"Allora... se permettete, andrò io ad accoglierli al molo." si offrì Amaria. "Dopotutto, non credo proprio che il Team Meteora abbia intenzione di attaccarmi proprio adesso. Ma voi... cosa farete, adesso? Ora che... la sensei Kiki non c'è più... avremo bisogno di tempo per riorganizzare i nostri compagni nella zona di Apofillide, e non so se Vittoria sarà pronta per un tale onere."

"Me ne rendo conto, Amaria. Ma in questo momento non abbiamo esattamente il tempo di restare fermi a pensare. Dobbiamo sfuggire al Team Meteora, e per rendere loro più difficile raggiungerci, ci ritireremo nelle zone più selvagge di Reborn, dove i nostri nemici non hanno tutto il controllo che hanno qui." continuò Saphira. "E per fare questo... credo che il rifugio Belrose, ai piedi del Monte Tanzanite, sia un buon nascondiglio, almeno per adesso."

"Beh... quanto meno... è un posto abbastanza tranquillo." affermò Laura con un piccolo sospiro di sollievo. "Noel, Anna... voi venite con noi, vero? E' meglio se venite... così avremo la possibilità di proteggervi..."

"Mi sembra giusto." disse Noel con un lieve sorriso, un'espressione che non era solita per il bambino dai capelli neri. "Anna, Nostra, a voi va bene, vero?"

"Certo! Anche Nomos è contento, vedo!" esclamò festosamente Anna, apparentemente dimentica della situazione difficile in cui si erano trovati soltanto qualche giorno prima. "Verranno anche Fern e Pietro, vero? Non possiamo certo restare separati!"

"Hmph... non che mi faccia piacere stare con questo pagliaccio da circo, ma immagino che non ho molta scelta, a questo punto." affermò Fern, riferendosi chiaramente a Pietro, che non ebbe altra reazione che alzare le spalle per non dare a quel bellimbusto la soddisfazione di farlo arrabbiare, e il ragazzaccio con gli occhiali strinse i denti frustrato.

"Tsk... ma tu guarda che roba... si fanno tante premure per quella stupida mocciosa di Hoenn soltanto perchè è riuscita a farsi dare un Mega Bracciale... per pura fortuna, sono pronto a scommetterci... mentre il mio talento non viene riconosciuto e sono costretto a stare con inetti come Pietro e quella lesbica lì... e mocciosi come quelle due stupide amichette... una delle quali è la figlia di un agente del Team Meteora, potrei aggiungere." pensò tra sè Fern. "Più resto qui, più ho l'impressione di stare sprecando il mio tempo..."

"A questo proposito... sappiamo qualcosa di quello che succede a Zirconia? Serra ci ha mandato qualche rapporto, di recente?" chiese Julia.

Charlotte annuì. Domanda sensata, dopo tutto... Zirconia non era molto lontana dal Monte Tanzanite, ed era da un po' di tempo che avevano messo da parte ciò che stava accadendo in quella zona di Reborn, visto che la loro attenzione era occupata a problemi molto più urgenti. "Beh... in effetti, Senna non ha mandato notizie rilevanti da un po'... tranne il fatto che in questi giorni, la Chiesa d'Alfa ha cominciato a farsi più attiva." affermò la ragazzina coi codini, giocherellando con un accendino. Accese una fiammella e la guardò con evidente piacere per qualche istante, prima di spegnere l'accendino e rimetterlo in una tasca della sua giacca. "Non sappiamo ancora se sono in qualche modo legati al Team Meteora, ma non è il caso di sottovalutare questa possibilità. Per sicurezza, cercheremo di stare lontani da Zirconia, almeno per adesso."

"Signorina Saphira, ma che cos'è la Chiesa d'Alfa?" chiese Anna, parlando anche per il fratello gemello che restava in pensieroso silenzio. "Nostra e Nomos vorrebbero saperlo!"

"In realtà vorremmo saperlo entrambi noi, ma lasciamo perdere..." commeentò Noel a bassa voce.

"Giusto, voi non potete saperlo..." continuò Saphira. "La Chiesa d'Alfa è una sorta di setta religiosa che sta facendo una certa quantità di proseliti, in questi ultimi tempi. Venerano Arceus come il creatore di tutte le cose, il che è anche logico... ma i loro metodi per convertire le persone ai loro insegnamenti sono... alquanto discutibili, se posso usare un termine moderato."

"Diciamo che più che altro cercano di fare il lavaggio del cervello alla gente." fu il commento di Charlotte. "Quindi... Heather, Shelly, dovunque voi vogliate andare ad allenarvi, state attente alla Chiesa d'Alfa."

"Se li incontro... saranno dei buoni sacchi da allenamento." tagliò corto Heather. Shelly, non altrettanto sicura di sè, si limitò ad annuire in silenzio.

"Detto questo... Saphira, pensi che sia il caso di partire?" chiese Laura, dando una rapida occhiata ad un orologio ancora attivo ed in perfetto orario attaccato al muro della stanza. "Tra un po' farà buio, e potrebbe essere la nostra migliore possibilità di andarcene da Reborn City prima che il Team Meteora ci attacchi di nuovo."

"Sì... sono d'accordo, Laura. Stavolta non ci coglieranno di sorpresa." affermò la comandante della resistenza. "Okay... allora, ragazzi, avete mezz'ora di tempo per raccogliere tutte le vostre cose. Poi, fuggiremo tramite i vecchi tunnel della metropolitana, e raggiungeremo le terre selvagge appena fuori da Reborn City. Da quel momento in poi, non dovrebbero esserci ulteriori problemi, almeno per un po'."

"Avremmo guadagnato un po' di tempo sul Team Meteora. Tempo che potrà risultare utile per allestire ulteriori preparazioni e rafforzare le nostre difese in previsione di un nuovo attacco nemico." disse Florinia, atona ed apatica come sempre. "La strategia appare razionale e solida a questa unità."

Amaria sospirò e si sfregò la nuca con una mano. Erano passati così tanti anni, e ancora Florinia non riusciva a gettarsi alle spalle quello che era successo. Forse era il caso di parlarne anche con Titania, visto che lei più di Julia ed Amaria era rimasta coinvolta in quello sfortunato episodio...

"Ottimo... allora, Amaria, tu occupati di andare a prendere Cain e i nostri compagni di Hoenn." disse Saphira, rivolta alla giovane esperta di Pokemon d'Acqua, che annuì in segno di assenso. "Poi, cercherete di raggiungerci al nostro rifugio. Immagino che tu sappia dove sia, giusto?"

"Sì, Saphira... non ti preoccupare, sono già stata lì diverse volte." affermò Amaria. Tra sè, sperò che questo le avrebbe dato la possibilità di rivedere Titania, era già da un po' di tempo che non si vedevano, e Amaria cominciava a sentirne la mancanza. "Va bene, voi andate pure... Heather, Shelly... ovviamente, non c'è bisogno che mi raccomandi anch'io di stare attente, vero?"

Heather incrociò le braccia e sbuffò. "Uff... Amaria, guarda che anche se siamo le più giovani allenatrici della resistenza, non siamo mica nate ieri." affermò. "Tranquilla, sappiamo come cavarcela."

"S-sì, certo..." rispose Shelly. "Staremo... staremo molto attente. Non ci faremo prendere dalla... Chiesa d'Alfa."

Saphira annuì soddisfatta. Se non altro, tutto ciò che c'era da fare nell'immediato era chiaro. "Perfetto." disse infine, alzandosi dal suo posto. "Allora, preparatevi e cominciamo ad incamminarci. Dobbiamo far perdere le nostre tracce al Team Meteora il prima possibile."

Rapidamente, i membri della resistenza si alzarono dai loro posti, e mentre tutti gli altri andavano a raccogliere i loro effetti personali e si preparavano al lungo viaggio attraverso i sotterranei di Reborn City, Heather e Shelly restarono lì dov'erano per un po', prima di guardarsi negli occhi e scambiarsi un cenno di assenso e di comprensione. Era giunto il momento di prendere ognuna la sua strada, almeno per il momento. "Okay, Shelly. Io... ti devo ringraziare per tutto quello che hai fatto per me, e mi devo ancora scusare... per tutte le volte che non sono stata una buona amica per te." affermò la piccola domatrice di draghi. Sentì una sensazione di nostalgia e di solitudine nel suo cuore, e si rese conto di non essersi aspettata che allontanarsi da Shelly, anche se solo temporaneamente, sarebbe stato tanto difficile per lei... ma era una cosa che doveva fare, e poi, chissà, magari Shelly sarebbe stata più al sicuro senza lei che attirava quelli del Team Meteora come una calamita.

"Ti ho detto, Heather... non ti preoccupare per questo." disse Shelly, sorridendo un po' tristemente. "Io... ti faccio tanti auguri... e quando ci rivedremo... vedrai che sarò diventata molto più forte."

"Anch'io, Shelly. Anch'io." disse la bambina più piccola. Con un po' di esitazione, Heather e Shelly si guardarono negli occhi... poi si diedero un cinque per dimostrare che il patto che c'era tra di loro era infrangibile. "Il Team Meteora ci deve un conto molto salato, e noi glielo presenteremo."

"Hai ragione..." concluse Shelly con un cenno della testa e un sorriso abbozzato. Amaria restò un po' in disparte, a guardare le due amiche che rafforzavano la promessa che si erano fatte... e si chiese se, quando erano più giovani, anche lei e Titania erano così. Beh, inutile stare là a lambiccarsi il cervello. Era il momento di andare a prendere Vera e gli altri all'imbarcadero, ed era meglio non essere in ritardo.

"Amaria!" si sentì chiamare dalla voce di Pietro. La giovane donna dai capelli smeraldini si voltò verso il ragazzo esperto di Pokemon Roccia, guardandolo per chiedergli se c'era qualcosa che volesse dire, e Pietro disse rapidamente la sua. "Senti... è probabile che incontrerò mia sorella tra non molto. Le devo dire qualcosa da parte tua?"

L'esperta di Pokemon d'Acqua annuì con un sorriso un po' triste. Sapeva che Pietro e Titania non andavano esattamente d'accordo, e apprezzò il fatto che, nonostante tutto, il giovane esperto di Pokemon Roccia avesse avuto questa premura nei suoi confronti. "Beh... sì, se tu potessi, mi farebbe molto piacere..." affermò. "Dì a Tania che per adesso va tutto bene, e che spero di rivederla presto."  

"Ricevuto..." rispose Pietro con un'alzata di spalle e un sorriso ironico. "Allora, ci vediamo tra qualche giorno, okay? Tu porta Vera e gli altri al rifugio di miss Saphira e delle sue sorelle."

"Ricevuto! Non mancherò!" concluse Amaria, sentendo, per la prima volta dopo tanto tempo, una flebile speranza che si accendeva in fondo al suo cuore. "Buona fortuna a tutti voi... tra non molto, sento che riusciremo a sferrare un colpo decisivo al Team Meteora!"

Saphira fece un raro sorriso, e guardò verso le sue sorelle, prima verso Laura e poi verso Charlotte. Le loro espressioni dicevano tutto quello che c'era da sapere sulla loro convinzione. Finalmente, la vittoria della resistenza contro il regno di terrore del Team Meteora non era più un miraggio...

 

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Il repellente odore degli effluvi della città raggiunse le narici di Max, mentre il traghetto si avvicinava al molo di Reborn City. Il ragazzino con gli occhiali si mosse una mano davanti al viso nel tentativo poco fruttuoso di allontanare il fetore, ma restò al suo posto sul ponte mentre la costa si avvicinava. Non poteva dire che gli mancasse questo luogo pericoloso, infido e contaminato, ma se non altro, gli dava un minimo di sicurezza sapere che i loro compagni della resistenza sarebbero stati lì ad accoglierli. Quantomeno, sembrava che i loro tentativi di opporsi al Team Meteora cominciassero a dare i loro frutti.

"Okay, ragazzi, siamo arrivati!" disse Max rivolto ai suoi compagni, mentre la nave si avvicinava al molo e ai magazzini abbandonati. Dando un'occhiata verso l'imbarcadero, il ragazzino con gli occhiali riuscì a vedere una figura snella ed alta, dai lunghi capelli volor verde acquamarina che si stagliava su un pontile, separata dal resto delle persone che attendevano, e riconobbe subito che si trattava di Amaria. "E credo che miss Saphira abbia già mandato qualcuno ad accoglierci!"

"Ah, guarda un po'! C'è la nostra Amaria!" affermò Cain, raggiungendo Max accompagnato dal suo fedele Nidoking. Il Pokemon Veleno/Terra, del tutto indifferente all'odore penetrante di rifiuti ed acqua di scolo che proveniva dagli scarichi sulla costa, guardò verso Amaria e agitò una mano verso di lei per salutarla. "Hey, Amaria! Amaria, ci senti? Siamo qui!"

"Ah... è venuta Amaria ad accoglierci?" chiese Vera, raggiungendo il fratello minore e il giovanotto dai capelli viola accanto alla ringhiera del traghetto. A quel punto, anche Amaria si era accorta di loro, e cominciò ad agitare la mano nella loro direzione. Vera si aggrappò alla ringhiera e, sentendosi un po' più su di morale, ricambiò il gesto della giovane esperta di Pokemon Acqua. "Hey, Amaria! Amaria, siamo qui!"

Nel giro di pochi minuti, il traghetto raggiunse il molo ed attraccò, lasciando che i passeggeri scendessero. Vera e i suoi compagni scesero rapidamente, e un istante dopo, Vera si ritrovò avvinghiata in un caloroso quanto un po' troppo impetuoso abbraccio da parte di Amaria, sollevata e felice di rivederli tutti... o quasi.

"Vera! Amici miei, sono felice di rivedervi... anche se mi dispiace per quello che è successo alla sensei Kiki... abbiamo saputo quello che è successo da alcuni nostri informatori... e credetemi, siamo davvero tutti spiacenti per quello che avete passato. Non immaginavamo che il Team Meteora si sarebbe spinto a tanto."

"Va tutto bene, Amaria... dopotutto, la sensei Kiki non aveva comunque molto da vivere." affermò Drew, vedendo l'espressione contrita che per un attimo era apparsa sul volti di Vera e della maggior parte dei suoi compagni. "Se non altro, ha avuto la possibilità di scegliere come affrontare i suoi ultimi momenti, e ci ha aiutato a diventare più forti. Ora... credo che possiamo tenere testa molto meglio al Team Meteora."

"Flygon..." affermò il Flygon di Drew, aprendo un po' le sue ali da insetto mentre atterrava planando a fianco del suo allenatore. Il drago-insetto indicò Vera con un cenno della testa, e la bambina dai capelli castani mostrò il Mega Bracciale che aveva ricevuto della sensei negli ultimi istanti di vita di quest'ultima.

"La sensei Kiki mi ha consegnato il suo Mega Bracciale. Lo ha affidato a me, convinta che ne avrei saputo fare buon uso." spiegò Vera. Dietro di lei, Max, Ortilla, Hitomi e Cain erano scesi dalla nave, e si erano messi un po' in disparte sul pontile, attendendo che Vera e Drew finissero di dare le dovute spiegazioni ad Amaria. "Vittoria, purtroppo, non è potuta tornare a Reborn City con noi... ora che la sensei Kiki non c'è più, lei e Cal sono rimasti indietro per gestire l'accademia, e immagino che da qui in poi dovranno più che altro farci da supporto."

"Sì, capisco... se non altro, adesso abbiamo inflitto un colpo significativo al Team Meteora." rispose Amaria con un sospiro. La ragazza si guardò attorno, e Vera ebbe per un attimo l'impressione che si stesse perdendo in chissà quali cupi pensieri... ma se ne riscosse subito, e si schiarì la voce. "Ehm... ad ogni modo, anche qui abbiamo avuto a che fare con il Team Meteora. Poco dopo che siete andati via, il Dr. Connal e Sirius hanno intercettato il nostro gruppo, e sono riusciti a rapire i bambini... solo Pietro è riuscito a sfuggire al Team Meteora e a dare l'allarme."

"Accidenti... sembra proprio che al Team Meteora non si sfugga, finchè si è in questa città..." affermò rammaricata Ortilla. Alty storse il naso per un istante, prima di riprendere il discorso.

"Taria taria... altaria?" chiese la graziosa Pokemon Drago/Volante. Ortilla fece un cenno con la testa alla sua Pokemon, e tradusse ad Amaria quello che voleva dire.

"Alty stava chiedendo se alla fine siete riusciti a recuperare i bambini..." chiese Ortilla, sentendosi sollevata quando Amaria si illuminò in volto, sorrise e fece un cenno affermativo con la testa.

"Sì... per fortuna, grazie anche all'aiuto di Saphira e Laura, siamo riusciti a liberare Heather, Shelly e tutti gli altri." rispose la ragazza dai capelli smeraldini. "Anche se... beh, è per questo che Saphira mi ha mandato da voi, in realtà. Ha voluto che fossi io ad accogliervi, perchè lei e il resto del gruppo si stanno dirigendo al rifugio Belrose, ai piedi del Monte Tanzanite. Reborn City sta cominciando a diventare troppo pericolosa per restarci a lungo... ci muoviamo in un territorio dove il Team Meteora non ha più il vantaggio."

"Il Monte Tanzanite?" chiese Hitomi, parlando per la prima volta da quando il viaggio di ritorno era iniziato. "Mi sembra di aver già visto qualcosa... è in una regione montuosa a nord di Reborn City, giusto?"

"Esatto..." rispose Amaria. "Mentre stiamo parlando, Saphira e gli altri stanno cercando di farsi strada verso una delle poche zone di Reborn che ancora non è sotto il completo controllo del Team Meteora. Dobbiamo cercare di raggiungerli lì, passando per un'altra strada che raggiunge la città di Zirconia. Credo che sarebbe una buona idea passare di là per controllare la situazione."

"Nidoking?" chiese il Nidoking di Cain.

"Come mai Zirconia? Fatemi indovinare... la Chiesa d'Alfa comincia a farsi sentire?" chiese il ragazzo dai capelli viola.

Quel nome giungeva del tutto nuovo a Vera e ai suoi compagni di Hoenn. "La... Chiesa d'Alfa? E di chi si tratta, esattamente?" fu la domanda di Max. "Spero che non ci troveremo ad affrontare anche loro oltre al Team Meteora, sarebbe una seccatura in più che non è davvero il caso di sobbarcarsi."

"Beh... diciamo che si tratta di un gruppo religioso... o meglio, lo erano fino ad un po' di tempo fa, ma adesso si sono fatti più aggressivi nel diffondere il loro verbo." affermò Amaria. "Professano che sia stato Arceus, il Pokemon primordiale, a creare questo mondo ed ogni forma di vita su di esso. E fin qui, non ci vedo nulla di sbagliato. Il problema è... che perseguono questa loro convinzione con fin troppo zelo, e cercano di convertire tutti coloro che considerano dei miscredenti o degli atei... anche con la forza, se necessario."

Vera soppresse una risatina. Se solo avessero saputo che lei stessa, non molti mesi prima, aveva visto Arceus con i suoi stessi occhi... probabilmente l'avrebbero presa per pazza o per sacrilega.

"Capisco... quindi potrebbero essere una minaccia anche loro." affermò Cain, un po' preoccupato. "Come se non avessimo già abbastanza guai con il Team Meteora... ma non importa, almeno sappiamo cosa fare e dove andare. Amaria... adesso si fermeremo per un attimo al Pokemon Center per riorganizzarci un po', poi seguiamo Saphira e gli altri al rifugio Belrose, va bene?"

"Certo... mi sembra giusto che vi rilassiate un po' e facciate riposare un po' anche i vostri Pokemon." disse Amaria, dando uno sguardo ai Pokemon che erano rimasti fuori dalle Pokeball. Davano tutti l'impressione di essere diventati più forti e più tenaci, grazie agli allenamenti che avevano fatto. Certo, un po' di riposo dopo quel periodo così intenso era un loro diritto. "Ad ogni modo, non tratteniamoci a lungo. Non si sa mai quando il Team Meteora deciderà di tornare all'attacco."

"Abbiamo dovuto affrontare Lord Solaris e Blake..." rispose Vera. "E temo che anche con tutti i miglioramenti che abbiamo fatto, non siamo ancora alla sua altezza. Quell'uomo è un allenatore davvero formidabile... se non altro, adesso che la sensei Kiki mi ha affidato il suo Mega Bracciale, so che almeno una possibilità ce l'abbiamo."

"Anche se non è Lord Solaris la prima delle nostre preoccupazioni..." affermò Max, facendo corrugare un po' la fronte in segno di dubbio alla loro accompagnatrice. "Ma di questo ne parleremo dopo, è una cosa di cui è meglio che parliamo anche con miss Saphira..."

"Okay, capisco." affermò Amaria, comprendendo che in effetti era più importante sfuggire ai loro inseguitori, almeno per il momento. "Va bene, allora facciamo un salto al Pokemon Center, e poi cominciamo a seguire Saphira e gli altri. La nostra battaglia contro il Team Meteora è solo all'inizio."

Vera annuì, in accordo con la giovane allenatrice di Pokemon d'Acqua... e il gruppo cominciò ad avviarsi, incamminandosi lungo il molo e raggiungendo l'edificio dai vivaci colori che spiccava tra il grigiore della metropoli, con trepidazione e convinzione al tempo stesso...

 

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Nel frattempo, il gruppo guidato da Saphira si stava facendo strada attraverso i desolati corridoi della metropolitana in disuso, seguendo la leader della resistenza mentre li guidava verso la loro nuova destinazione. Heather e Shelly si erano staccate dal gruppo già da un po', ognuna cercando di raggiungere i luoghi che si era prefissata per condurre i suoi allenamenti... e adesso, il gruppetto guidato dalle tre sorelle Belrose aveva l'impressione di essersi allontanato abbastanza dal centro di Reborn, e che almeno per il momento, il rischio di essere intercettati da qualche pattuglia del Team Meteora era abbastanza remoto. Gli unici Pokemon che si vedevano erano alcuni Zubat e Noibat che svolazzavano rumorosamente attraverso i corridoi, e qualche Rattata che sgattaiolava guardingo tra i binari arrugginiti.

Pietro si guardò attorno, tenendo drizzate le orecchie. Sembrava davvero che non ci fosse nessuno in giro, ma il giovane chitarrista era ormai troppo prudente per pensare che lui e i suoi compagni fossero al sicuro, in qualsiasi luogo della claustrofobica metropoli si trovassero. Per fortuna, almeno per il momento, il gruppo era rimasto unito, e non c'erano stati imprevisti. Nel giro di qualche ora, sperabilmente, avrebbero potuto raggiungere Zirconia e lì ricontattare i loro alleati.

"Ci siamo tutti?" chiese Charlotte, accompagnata dalla sua fedele Ninetales, quando il gruppo si fermò per un istante a riprendere fiato. Era già un bel po' che stavano camminando, e le sorelle Belrose erano preoccupate soprattutto per i bambini, che magari non erano abituati ad un tale sforzo.

"Sì... ci siamo tutti, non abbiamo lasciato indietro nessuno." disse Pietro. Diede una seconda occhiata per assicurarsi che fosse così... e anche se in effetti doveva confessare che non gli sarebbe dispiaciuto se Fern si fosse perso, anche il suo più grande ed inviso rivale era rimasto con il gruppo. "Allora... da qui in poi, proseguiamo verso Zirconia, giusto?"

"Sì... lì dovremmo incontrarci con Serra, la nostra agente nella zona di Zirconia." rispose Laura con un po' di incertezza. "Ad ogni modo... ci vorranno ancora un paio d'ore, credo... e faremmo meglio a riposarci un po'..."

"Tranquilli, ci penserò io a fare la guardia." disse Saphira. Pietro annuì impressionato... quella donna sembrava davvero instancabile nel suo zelo di tenere al sicuro la sua famiglia e i suoi compagni, e sconfiggere il Team Meteora. "Voi stendetevi pure da qualche parte, magari dove c'è un po' meno sporco, e rilassatevi. Ne avete bisogno."

"Grazie, miss Saphira." rispose Noel, tenendo ancora più stretto il suo Cleffa di peluche. Si voltò verso la sorella gemella, che in quel momento si era appoggiata con la schiena al muro, respirando in maniera affannosa. "Anna? Che succede, va tutto bene?"

La bambina con i codini sorrise al fratello gemello, anche se soltanto a vederla si capiva che c'era qualcosa che non andava. Faceva fatica a reggersi in piedi, e anche alla fioca luce delle lampade alogene, Noel riusciva a vedere che era impallidita in volto. "Sì, fratellino, io sto bene!" affermò Anna. "E' solo che... hanf... Nostra non... non si sente... molto bene..."

Anna si mise una mano sulla testa e scivolò a terra respirando affannosamente, tenendo stretta la sua bambola di Jirachi... e Noel, la cui espressione distante era passata rapidamente ad una di preoccupazione e sgomento, si chinò sulla sorella gemella per sentirle la fronte. Era terribilmente calda, arrossata e stava sudando... certo non poteva stare bene, e Noel si chiese con sgomento come fosse possibile che Anna gli avesse tenuto nascosto che stava male per così tanto tempo!

"Sorellina, ma tu stai male! Altro che Nostra!" esclamò Noel, allarmando tutti i membri del gruppetto... tranne Fern che restò in disparte con indifferenza. In breve tempo, Laura raggiunse Anna a sua volta e le sentì la fronte, confermando quello che Noel stava dicendo.

"Tuo fratello ha ragione, Anna... hai... hai fatto il viaggio in queste condizioni?" esclamò la giovane maestra di Pokemon d'Erba, incredula. La febbre di Anna era talmente elevata che stupiva il fatto che fosse riuscita a restare dietro ai suoi compagni per così tanto tempo, anche se stava così male. "Accidenti... questo sì che è un problema. Dobbiamo... dobbiamo portare Anna da qualche parte in modo che possa riposarsi e riprendersi! E cercare una medicina, già che ci siamo!"

"Ma... ma... Anna non sta troppo male, vero?" chiese Noel ansiosamente. "Lei... si riprenderà, non è vero?"

Anna, un po' a fatica, tese una mano verso il fratello gemello, toccandolo su una spalla per dirgli che non c'era nulla di cui preoccuparsi, anche se le sue condizioni apparenti suggerivano il contrario. "Non... non ti... preoccupare... fratellino Noel... io me la caverò... è solo che..." riuscì a dire, prima che un feroce capogiro minacciasse di sopraffarla, e la bambina dai capelli neri si accasciò quasi senza forze contro il muro, abbracciando ancora più forte la sua bambola Jirachi!

"Accidenti, è chiaro che Anna non può andare avanti a lungo..." affermò Charlotte, chinandosi sulla bambina a sua volta. "Sorellina Saphira, che cosa facciamo? Non possiamo restare qui, ma non credo sia una buona idea nemmeno portare Anna con noi..."

Saphira cercò di pensare rapidamente. Non era una situazione molto buona, ma come leader della resistenza, la giovane donna era abituata a pensare in fretta e valutare rapidamente i pro e i contro di ogni soluzione. Con aria ansiosa, Saphira si massaggiò la fronte, e diede la sua risposta. "Certo, restare qui sarebbe una pessima idea. Non abbiamo la possibilità di far riposare Anna e di curarla, e finiremmo per essere raggiunti rapidamente dal Team Meteora." affermò. "Credo che... alla fine, dobbiamo scegliere il male minore. A questo punto, dobbiamo per forza proseguire verso Zirconia... e questo vuol dire che porteremo Anna con noi fin lì. Anzi, io la porterò... voi non preoccupatevi e cercate di starmi dietro."

"Grazie, miss Saphira..." ringraziò Noel, mentre Saphira si caricava in spalla la sorella gemella e la sistemava in modo che stesse meglio che poteva. La giovane donna dai capelli colorati fece un cenno come per dire che non aveva bisogno di ringraziamenti, e si alzò con Anna appoggiata sulla schiena, le braccia della bambina che le cingevano il collo meglio che potevano. Charlotte fece in modo che Anna fosse appoggiata in maniera sicura sulla schiena di Saphira, e Laura prese una bottiglietta d'acqua fresca dal suo zaino e fece bere ad Anna qualche sorso.

"Forza, gente, sbrighiamoci..." affermò Pietro, guardandosi indietro per massima sicurezza. Ancora nessuna traccia del nemico, ma i versi dei Pokemon che riecheggiavano per tutta la galleria abbandonata facevano un effetto inquietante che rendeva nervoso il giovane chitarrista. Con tutta la rapidità che era loro possibile, i ragazzi ripresero il cammino verso Zirconia, sperando di arrivare prima che le condizioni di Anna peggiorassero, e che Amaria fosse in grado di guidare Vera e i suoi compagni fino a dove si stavano recando...

 

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Zirconia, una cittadina nelle regioni più centrali di Reborn, era completamente diversa da Reborn City. In quel luogo, dove il Team Meteora non era ancora arrivato, l'uomo e la natura convivevano in relativa armonia, e l'atmosfera che si respirava era di relativa calma e serenità. La città stessa non era particolarmente grande o claustrofobica, anche se gli edifici arrivavano ad un'altezza ragguardevole: diversi di essi toccavano i tre o anche i quattro piani, ma erano intervallati da aree verdi, aiole fiorite e giardini ben tenuti che davano veramente l'impressione che i cittadini tenessero davvero all'ambiente che stava loro attorno.

Era in questo posto che un giovane allenatore di Pokemon, accompagnato dal suo Pikachu, si stava godendo un momento di riposo, dopo le avventure che aveva passato nel tentativo di arrivare fin lì e risolvere un po' di problemi.

"Sembra che oggi sarà una giornata tranquilla, Sparky..." disse il ragazzino, un tipetto sui quattordici, al massimo quindici, anni con i capelli color rosso mattone spettinati e lunghi fino alle spalle, cadenti in un piccolo ciuffo sulla fronte, gli occhi di un colore blu intenso, e un completo da allenatore che consisteva di una maglietta verde acquamarina con sopra una giacchetta blu con le maniche corte verdi, pantaloni lungho verdi e un paio di scarpe viola con le suole nere, oltre che un berrettino blu con una sorta di targhetta gialla sulla parte frontale. Il suo Pikachu, che in quel momento stava camminando tranquillamente assieme a lui, aveva una particolarità che lo rendeva immediatamente riconoscibile, anche in mezzo a tanti esemplari della sua specie - sulla fronte, aveva un buffo ciuffetto di peli  gialli che gli davano un aspetto piuttosto sbarazzino...

"Pikachu..." rispose il Pikachu di nome Sparky, stiracchiandosi con espressione tranquilla. "Pikachu, pika pikachu!"

"Già, ancora faccio fatica a credere che siamo arrivati fin qui..." rispose Richie, appoggiandosi con la schiena ad un albero vicino. "Sai, non avrei mai immaginato che un giorno ci saremmo ritrovati qui a Reborn, in questo posto così pericoloso... pensare che era iniziato semplicemente come una commissione. Ma... se non altro, qui possiamo dare una mano. E' stato anche grazie a noi se il Team Meteora non è ancora riuscito a controllare questa città e questa regione."

Sparky annuì lentamente, guardando gli eleganti edifici che componevano Zirconia. C'era qualcosa di pittoresco in quella cittadina, al punto che guardarla così riusciva a distendere i nervi e calmare la tensione. Chissà se anche il resto del continente di Reborn era così, prima dell'avvento del Team Meteora?

"Pika pika, pikachu..." affermò Sparky, facendosi più serio.

"Lo so, Sparky..." continuò Richie, guardando le Pokeball appese alla sua cintura. Erano cinque, ognuna contenente un Pokemon che Richie aveva catturato e con cui aveva fatto amicizia nel corso dei suoi viaggi. "Dobbiamo essere sempre vigili. Non si può mai sapere cos'abbia in mente il Team Meteora. Anche se ho sentito dire che in questi ultimi tempi... qualcuno sia riuscito a dare loro del filo da torcere."

"Pikachu, pika!" rispose Sparky. Chissà chi erano questi misteriosi individui che stavano mettendo i proverbiali bastoni tra le ruote. Gli sarebbe piaciuto conoscerli, e perchè no, magari anche fare amicizia con loro.

Richie fece per staccarsi dall'albero, e fare cenno a Sparky di venire con lui... quando all'improvviso, gli mancò l'appoggio, e il ragazzino dai capelli rossicci cadde a terra goffamente con un breve grido di stupore!

"Ah! Ma cos... Ow!!" riuscì ad esclamare Richie prima di cadere a terra. Sparky emise uno squittio di stupore e preoccupazione, prima di correre dal suo allenatore a vedere come stava. Per fortuna, Richie non si era fatto male - riuscì a rialzarsi un attimo dopo, strizzando un occhio in segno di imbarazzo e riaggiustandosi il berretto. "Accidenti... va tutto bene, Sparky... ma che diamine è successo? Mi era sembrato di essermi appoggiato su questo albero, e invece..."

"Pika?" esclamò esterrefatto il Pikachu con il ciuffetto, indicando l'albero sul quale Richie si era appoggiato... o meglio dire, il punto sul quale si trovava fino ad un attimo prima, visto che adesso, al posto dell'albero c'era soltanto il vuoto! "Pika! Pikachu! Pika pika!"

"Che cosa...? Non posso crederci... come accidenti ha fatto un albero a sparire?" esclamò Richie, alzandosi e mettendosi a posto il berretto...                       
        
       
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CONTINUA...

Note dell'autore: Sorpresi? Vi aspettavate di rivedere questo personaggio in questo frangente? ^_^
 

Beh, in realtà è stata un po' un'aggiunta imprevista, se devo dire la verità. Ma un mio amico, che è un grande fan di Richie, mi ha suggerito quest'idea, e mi è piaciuta. Non ho dovuto cambiare molto del progetto originale per riuscire ad inserire Richie nella storia... e sono convinto che sarà di grande aiuto più avanti!
 

Per adesso, la resistenza è in vantaggio, anche se solo di un po'. Riusciranno a mantenere qesta situazione? E cosa sta succedendo a Zirconia, per non parlare di questa misteriosa Chiesa d'Alfa di cui si comincia a sentire?
 

Le risposte... cominceranno ad arrivare presto, almeno spero!
 

A presto, e se potete, lasciatemi una recensione, okay?
                   
 
     

  
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