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Autore: _ Arya _    19/02/2017    5 recensioni
Killian Jones, 29 anni, vive a Londra con suo fratello Liam ed è co-proprietario di un pub. Un incidente ha rovinato la sua vita portandogli via la fidanzata, la loro bambina non ancora nata e una mano. È seducente e di bell'aspetto, ma dietro la sua maschera da duro nasconde un'anima profondamente ferita, che cura impegnandosi a limitarsi ad avere soli relazioni occasionali.
Emma Swan, 18 anni, vive coi suoi genitori e suo figlio Henry. Ufficialmente lavora alla boutique di moda della sua amica Regina, ma in realtà segue una cacciatrice di taglie per imparare il mestiere. Ha avuto un'infanzia difficile segnata da malattie e prese in giro: quando la sua vita è migliorata ci ha pensato il suo primo ragazzo a ributtarla nel baratro. Pur soffrendo ancora di depressione, è una ragazza forte e indipendente e non mostra mai le sue debolezze.
Quando Liam convincerà il fratello a provare ad unirsi ad un gruppo di supporto, i destini dei due ragazzi si incroceranno: saranno troppo diversi o riusciranno ad unirsi e rimettere insieme i pezzi delle loro anime?
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Liam Jones, Neal Cassidy, Regina Mills
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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A ghost from the past








-Emma. Mi dispiace se... se sono piombato così, senza averti detto nulla. È solo che ti ho scritto e tu non hai mai risposto e io...
-Non credi che magari non ti ho risposto perché non voglio avere niente a che fare con te?!
Lo guardavo, e sentivo le lacrime scivolare lungo le mie guance senza che potessi fare nulla per fermarle. Non volevo piangere, non meritava una reazione del genere da parte mia, ma non avevo più il controllo del mio corpo. E della mente. In una frazione di secondo riaffiorarono immagini dolorose che avevo faticato a dimenticare, e solo da pochi mesi avevo smesso di rivedere ogni notte. Adesso, invece, erano più nitide che mai, e bloccarle sembrava impossibile.
Avevo sempre creduto di essere forte. Avevo creduto di poter superare qualsiasi cosa a testa alta, ormai, invece mi sbagliavo. Non ero forte, non quanto avrei voluto. Mi era capitato di immaginare questo momento, e nella mia testa mi ero limitata a guardarlo, voltarmi ed ignorarlo. Poi, avevo immaginato che se avesse cercato di fermarmi, mi sarei voltata e gli avrei dato un pugno, per fargli capire che non ero più la ragazzina spaventata e incapace di difendersi di una volta.
Ma forse... forse lo ero ancora, dopotutto.
-Emma, per favore... io vorrei solo...
-Perché sei qui?- singhiozzai, cercando di recuperare le mie facoltà fisiche e mentali -Ti avevano dato tre anni. Ti mancano almeno sei mesi. Perché diavolo sei qui?!
-Mi hanno fatto uscire prima per buona condotta.
E dalle lacrime, passai a una forte risata incontrollata. Buona condotta? Dopo quel che mi aveva fatto avevano anche avuto il coraggio di ridurgli la pena per “buona condotta”? E cosa mai poteva aver fatto per meritarselo? A mio avviso erano già pochi quei tre anni, perché il dolore che aveva inflitto a me, sarebbe durato tutta la mia vita. Forse l'avevo superato, fino ad un certo punto, forse un giorno l'avrei fatto del tutto. Ma non avrei mai dimenticato.
-Possiamo parlare come due persone civili? Per favore.
-Se solo fossimo entrambi due persone civili, lo farei. Ma tu...
-Avanti, basta fare la bambina, per favore! Sono passati più di due anni...
-E quindi?! Questo cambia ciò che mi hai fatto, Ryan?! Davvero? Pensi che il tempo possa cambiare il fatto che tu mi abbia violentata? Perché è questo che hai fatto!- gridai, riuscendo finalmente a prendere coraggio e sputargli in faccia ciò che non ero riuscita a dirgli in tribunale, due anni e mezzo prima. Eravamo soli in un vicolo, certo, ma a due passi dalla piazza, e se solo avesse provato ad avvicinarsi mi sarei messa a gridare. O forse non ne avrei avuto bisogno, forse questa volta sarei stata in grado di difendermi, se avessi mantenuto il sangue freddo.
-Lo so e mi dispiace, dico davvero. Ma io non ero in me e... ero ubriaco... e...
-Non posso crederci- sussurrai, ora allibita -Non sei nemmeno in grado di prenderti le tue responsabilità. Ti ricordo che ero ubriaca anch'io. Forse non quanto te, ma un vero uomo non avrebbe mai certe idee, neanche se si fosse scolato dieci bottiglie di vodka!
Restammo in silenzio a guardarci e quando mi squadrò mi venne da vomitare, anche se cercai di reprimere il più possibile il ricordo delle sue luride mani addosso. Tutte le scuse del mondo non sarebbero bastate perché lo perdonassi, ma se almeno avesse ammesso le sue colpe, chiedendo perdono, forse avrei almeno iniziato a considerarlo una persona.
-Mi dispiace. Che altro posso fare, Emma? Tu mi piacevi davvero e vorrei tanto avere la possibilità di mettere le cose a posto e magari... magari, di uscire con te, una volta.
Non seppi se ridere o meno, quindi rimasi a fissarlo dubbiosa. Se quella era una barzelletta, allora era davvero molto divertente; se era serio... no, non potevo neanche pensarci, non poteva essere serio, o allora era più stupido di quanto pensassi. Molto più stupido.
-Invece di prendermi in giro, perché non te ne vai? Senti, non ho tempo da perdere, ho un appuntamento quindi ciao, a mai più rivederci.- tagliai corto. Dato che i miei muscoli si erano risvegliati dal loro stato di trance, decisi di lasciar perdere e andarmene, così mi voltai senza il minimo ripensamento.
Fu quando mi sentii afferrare per il polso che il mio cuore iniziò a battere subito all'impazzata, e sentii che da un momento all'altro avrebbe potuto perforarmi il petto e balzare fuori.
-Ryan, toglimi subito le mani di dossi o mi metto a gridare- dissi, con un fil di voce -Hai un'ordinanza restrittiva.
-Piccola, non voglio farti nulla...- sussurrò, senza sciogliere la presa -Cos'hai fatto alla mano?
-Niente che ti riguardi.
-Swan? Mi sembrava di aver sentito la tua voce. Che sta succedendo qui?!
-Killian!
Bastò la sua voce perché il mio cuore tornasse a farsi più leggero, tanto che trovai perfino la forza di strapparmi via da quella stretta infernale. In men che non si dica mi rifugiai tra quelle braccia forti che mi restituirono tutto il calore in una frazione di secondo.
-Swan, che succede qui?
-Questo è il tuo fidanzato?
-Problemi?- mi voltai verso quel verme, ora finalmente in forze -Preferisco un uomo ad un ragazzino viscido, Ryan.
-Ryan?- mi interruppe Killian, lasciando scivolare la presa su di me sorpreso -Quel Ryan?
Annuii, per poi vedere la rabbia e l'odio crescere nei suoi occhi, tanto da diventare scuri come non li avevo mai visti. Poi fece un passo avanti fino a ritrovarsi davanti al ragazzo, che lo squadrava con aria insolente. Per un solo attimo trovai la scena quasi comica, dato che il più grande superava l'altro di parecchi centimetri.
-Come osi avvicinarti a lei? So cos'hai fatto alla mia Emma, quindi se vuoi che mi comporti da persona civile ti conviene sparire e non farti vedere mai più.- lo minacciò poi, e io fui indecisa se intervenire per chiedergli di lasciar perdere, o lasciarlo continuare.
Tuttavia quel “la mia Emma” detto con tanto orgoglio e perfino una nota di gelosia, fece risvegliare le farfalle nel mio stomaco, che si misero a battere freneticamente con le loro ali. Nessuno si era mai riferito a me in quel modo, a parte i miei genitori.
-Fatti gli affari tuoi, non mi fai paura. Voglio solo parlare con Emma.
-A me sembra che lei non abbia alcuna voglia di parlare con te. Sparisci.
-Senti, tu non sei nessuno per dirmi cos... AHIA!
Neanche me ne resi conto quando Killian lo colpì con un pugno, così forte da farlo finire per terra dopo un solo colpo. Quello sarebbe stato sicuramente il momento giusto per intervenire, ma non lo feci: il mio uomo gli aveva fatto ciò che io avrei dovuto fare dal primo momento e non provai la minima pena per quel topo di fogna.
-Tu sei pazzo! Io ti denuncio e poi vediamo!- esclamò, per poi gridare di nuovo di dolore quando venne colpito da un calcio al ginocchio.
-Ah sì?!
-Emma, stanne fuori, ci penso io...
-No, lasciami fare- insistetti, parandomi davanti a lui mentre il verme tentava di rialzarsi -Tu provaci a denunciarlo. Secondo la legge non dovresti essere qui, mi stai importunando.
-Ma io non ho...
-Silenzio! Dovresti starmi ad almeno 200 metri di distanza! Mi importuna anche solo la tua presenza, ti ho chiesto di andartene non appena ti ho visto! E in ogni caso, a chi pensi che crederebbero? A te oppure a me?
Quando riuscì a tirarsi su decisi di togliermi lo sfizio e colpirlo anch'io, facendolo scivolare di nuovo a terra, esattamente dove doveva stare uno come lui. Non ebbe neanche il coraggio di rispondermi, così si limitò a borbottare delle stupide scuse prima di correre via con la coda tra le gambe. E quando sparì dalla mia vista, finalmente mi concessi di perdermi di nuovo tra le braccia del mio meraviglioso uomo e lasciar sfogare tutte quelle lacrime che avevo trattenuto fino a quel momento. E lui, senza dire niente, mi strinse ancora più forte a sé, posandomi tanti piccoli e teneri baci sulla nuca.
-Ti ha fatto qualcosa, tesoro?
-No...- singhiozzai, senza neanche tentare di sottrarmi da quella presa -Sto piangendo perché mi vergogno. Prima che tu arrivassi... sono stata una debole. Avrei dovuto prenderlo subito a pugni invece sono rimasta... paralizzata! Come una stupida! E se... se fossi stata con Henry!- gridai, prima di riprendere a piangere frustrata nell'incavo del suo collo. Dovevo darmi una maledetta svegliata, dovevo essere in grado di reagire anche da sola, anche quando non c'era nessuno a sostenermi. Chi mi garantiva che non l'avrei mai incontrato, mentre passeggiavo con Henry? Se non avessi avuto la prontezza adeguata, avrebbe potuto scoprire che quel bambino meraviglioso, in qualche modo, era anche suo figlio... e temevo le conseguenze in maniera inspiegabile.
-Non permetterò che si avvicini a tuo figlio, Emma. E non si avvicinerà mai più neanche a te.
-Me lo prometti?
-Te lo prometto. Te lo giuro.- mi assicurò, e per qualche ragione gli credetti. Non sapevo come avrebbe fatto, non sapevo neanche se esisteva un modo per evitare che succedesse – a parte cambiare città – ma suonò così serio che fu impossibile non credergli. In più, avevo capito che fosse un uomo che teneva fede alle sue promesse.
-Vuoi che ti accompagni a casa?
-No...- borbottai, dopo una breve pausa -Voglio un hamburger.
Così, entrambi scoppiammo in una grande risata, e Killian mi strinse ancora più forte di prima, facendomi sentire ulteriormente meglio, come solo lui riusciva a fare da qualche tempo.
-Ti prenderò l'hamburger più gigante che fanno, va bene?
-Va bene! E... Killian?
-Mh?
-Partiamo. Voglio dire, per il tuo compleanno. Voglio venire, ho deciso che voglio venire...
-Questa è la notizia migliore che tu potessi darmi, Swan! Ti sei appena guadagnata anche una grande razione di patatine fritte!
-Bene!- risi ancora e mi alzai sulle punte per baciarlo sulle labbra: sentivo l'esigenza fisica di farlo. Quell'uomo creava dipendenza, ormai ne ero certa. Dopo aver ricambiato, mi cinse le spalle perché potessimo finalmente dirigerci verso l'uscita del vicolo per rintanarci al Burger King, dato che il tuono che aveva appena squarciato l'aria non suonò affatto rassicurante.
Io feci lo stesso, ma calcolai male le distanze e mancai la sua schiena. O meglio, toccai un punto un po' troppo basso della sua schiena. A nulla servì il fatto che corresi subito il tiro sollevando velocemente la mano, dato che Killian si fermò subito per guardarmi con un sorriso malizioso.
-Wow, Swan, trovato qualcosa che ti piace?
-Sta zitto.
-Guarda che puoi toccare se vuoi, non mordo.
-Smettila.- insistetti, guardandolo male e sferrandogli una bella ginocchiata sulla gamba. Al suo lamento sorrisi trionfante. Tuttavia il mio momento di gloria durò ben poco, dato che un istante dopo, inaspettatamente, mi sentii afferrare per il fondoschiena.
-Ora siamo pari.
-Porco! Siamo in pubblico!
-Oh, vuoi dire che se fossimo stati soli avresti apprezzato?
Invece di rispondere gli allontanai la mano e lo schiaffeggiai, e continuammo così per gli ultimi metri che ci separavano dalla nostra cena, per poi ricomporci una volta dentro.
E ancora una volta, era riuscito non solo a rassicurarmi, ma a farmi tornare il sorriso senza neanche impegnarsi. Avrei evitato di raccontare l'accaduto ai miei, sicuramente sarebbe stata una ragione per mio padre per ribadire che fosse violento, ma a me aveva fatto piacere, a dire il vero. Potevo anche sostenere il fatto che la violenza fosse sbagliata, ma a mio parere a volte ci voleva.

 

***

 

KILLIAN POV

-Mamma, quando vieni vorrei farti conoscere Emma.- feci a bruciapelo, dopo aver mandato giù un abbondante sorso di rum.
Ci avevo pensato fin dalla sera precedente, dal momento in cui avevo salutato Emma. Nonostante le mie insistenze, mi aveva accompagnato al locale ed era rimasta dietro al bancone per quasi due ore. Non potendo far altro per via del polso non ancora guarito, aveva dato una mano a me e Robin a servire i clienti che chiedevano birra, whisky e altre bevande che non richiedevano miscele. Ci era stata molto utile a dire il vero, ed era andata via soltanto quando la situazione si era calmata.
Ci eravamo salutati con un lungo bacio, e guardandola andar via avevo preso quella decisione. Era un grande passo per me, perché voleva dire ammettere ulteriormente che si trattasse di una relazione seria, nonostante fosse ancora tutto nuovo.
Non solo lei rimase di sasso, ma anche Liam, accanto a me, che per poco non fece cadere il suo bicchiere d'acqua.
-Killian... certo! Assolutamente, mi farebbe davvero molto piacere. Quindi hai seguito il mio consiglio, alla fine.
-Già. In realtà volevo prenderle dei cioccolatini come mi hai consigliato, ma poi le cose sono andate diversamente... ma insomma, è andata comunque bene.
-Più che bene, sembra un ragazzino innamorato!- mi prese in giro Liam, per poi ridere insieme a mia madre. Io mi finsi offeso quanto possibile, ma in cuor mio sapevo che aveva ragione. Con Emma stavo bene, ero felice e mi sentivo proprio così: un ragazzino innamorato.
-Dai, non prendere in giro tuo fratello! È una cosa positiva!
-Non ho mica detto il contrario!- si difese, alzando le mani -Ma penso che lo prenderò in giro fino a che non mi stancherò, lui non mi ha di certo risparmiato!
-Non è colpa mia se la tua ragazza si chiama Elsa ed è identica a quella del film...- gli feci notare con una mezza risata -Ma puoi dire quello che ti pare, non mi fa né caldo né freddo.
-Lo vedremo fratellino!
-Ragazzi, insomma! Non avete più 15 anni!
-Scusa mamma- borbottammo all'unisono, per poi scambiarci un'occhiata in cagnesco. Forse, dopotutto, sarebbe stata davvero una buona idea iniziare a cercarmi un posto tutto mio. A giorni avrei compiuto 30 anni, non potevo continuare a vivere con mio fratello ancora a lungo.
-Comunque... le ragazze vengono in viaggio con voi?
-Sì... Emma me l'ha confermato ieri, anche se non ha idea di dove andiamo. Diciamo che sarà una sorpresa, ma le piace viaggiare, quindi...
-Che idea romantica!
-Non è un'idea romantica- farfugliai, e la risatina divertita di Liam mise a dura prova la mia pazienza -E' un'idea originale. Divertente. Diciamo che ha bisogno di svagarsi un po'...
-Bene. Quando verrò organizziamo una cena e invitate le vostre ragazze! Sono davvero molto curiosa di conoscerle, dato che probabilmente diventeranno mie nuore...
-Mamma!
Se non altro, in questo momento fu chiaro come mai fossimo così bravi a punzecchiarci a vicenda: era una dote di famiglia. Speravo solo non avrebbe detto una cosa del genere davanti ad Emma, o non l'avrei biasimata se fosse scappata a gambe levate. Per quanto la ragazza mi piacesse, avevo deciso di non pensare al futuro, per ora, e godermi il presente. Avremmo costruito la nostra storia giorno per giorno, senza troppe ansie e preoccupazioni. Era meglio così per entrambi.
-Va bene, ora vi lascio. Ci sentiamo prima che partiate magari... comunque ho già preso il biglietto aereo, ci vediamo tra due settimane. Fate i bravi, mi raccomando!
-Siamo sempre bravi, almeno io!- la rassicurai con un gran sorriso a trentadue denti -Ciao mamma!
-Lo terrò d'occhio io, tranquilla. Ciao mamma!
-Ciao ragazzi!
Dopo aver spento skype, chiusi direttamente il computer per sdraiarmi comodamente sul divano. Ero un romantico? Forse un po'. Ma non volevo farle una sorpresa per essere romantico, semplicemente per il gusto di sorprenderla. Ero convinto che sarebbe stata contenta, ma non volevo perdermi la sua espressione di meraviglia per nulla al mondo.
-Liam... se in questi giorni Emma dovesse passare a casa, non farti sfuggire dove andiamo, per favore.
-Non ti preoccupare fratellino, il tuo segreto è al sicuro. Quindi fai sul serio con lei, eh?
-Sì. Sì, è così. Ci sto provando, almeno... sto facendo del mio meglio. Senti, Emma... Emma ha avuto un passato difficile alle spalle, e ieri ha rivisto il suo ex, il padre di Henry... che non sa di esserlo. Io non so come comportarmi. So che voglio proteggerla, perché quel ragazzo non è una brava persona... ma non so se tenerla lontana dal passato è la cosa giusta per lei. D'altro canto, però... l'ho vista così spaventata, che... io non lo so...
Mi presi la testa tra le mani, cercando di schiarire la mente. Avevo imparato sulla mia pelle che il modo migliore per lasciarsi alle spalle i fantasmi del passato era affrontarli. Ma sarebbe stato così anche per lei? Non l'avevo quasi riconosciuta, davanti a lui. Il terrore nei suoi occhi, il dolore... era stato tutto così intenso anche solo visto da fuori, che avevo avuto l'impulso di ucciderlo. Ero davvero felice di non averla spaventata con quegli scatti di violenza che non ero stato in grado di controllare davanti al verme.
No, forse dopotutto sarebbe stato meglio aiutarla a dimenticarlo, e sperare che non si sarebbe mai più ripresentato davanti a lei. Se non altro, col viaggio avrebbe potuto distrarsi e pensare solo a divertirsi, lontano da tutti i problemi.
-Senti... io non posso dirti cosa fare, perché la conosci meglio di me. Se non ne hai idea, però, parlale esplicitamente... è sempre la soluzione migliore. Non tenerti le cose dentro. Ok?
-Sì, hai ragione. Grazie. Beh, ora vedo di mettere il suo nominativo sul biglietto aereo.


***


EMMA POV

-Allora! Dimmi tutto!- esclamai, buttandomi sul divano insieme a Regina.
Tra una cosa e l'altra, il giorno precedente eravamo entrambe tornate a casa tardi e non avevo avuto modo di chiedere alla mia amica come fosse andato il suo appuntamento. Ero curiosissima, speravo vivamente che si fossero trovati bene anche a trascorrere una serata tranquilla.
-Sempre molto paziente, eh?
-Oh, dai, smettila. È andata bene?
-Sì...- sospirò infine, sistemandosi contro lo schienale -Sai, temevo non avessimo molte cose in comune, siamo diversi... e invece è uscito fuori che non lo siamo poi così tanto. Mi sono trovata bene con lui, abbiamo parlato tanto...
-Quindi non avete passato la serata solo a baciarvi, bene!
-Scema!- esclamò, dandomi una cuscinata -So essere una persona seria!
-Lo so, lo so! Quindi pensi possa funzionare?
-Per ora sì, sono ottimista. È un uomo maturo, ma sa come divertirsi... e questa combinazione mi piace molto. È stato anche sincero... è un po' bloccato e non frequenta donne da tempo, dopo che ha chiuso una relazione lunga dieci anni.
-Dieci anni? Wow. E tu sei la prima con cui esce dopo questa relazione?
-No. L'anno scorso è uscito un paio di volte con una ragazza ma non si è trovato bene... lo ha spaventato coi suoi discorsi sull'avere figli e tutto il resto, e non era pronto.- spiegò.
Era davvero l'uomo ideale per lei. Sapevo che Regina avrebbe voluto avere un bambino, prima o poi, ma non nell'immediato futuro... e sembrava che per Robin valesse lo stesso.
-Gli piacciono gli animali. La sua famiglia ha una tenuta nel Kent con una fattoria. Ha proposto di andare un week-end per portarmi a cavalcare...
-Lui lo sa che sei bravissima?
-No, ed è questo il punto. Se andremo, penso gli farò una bella sorpresa...- disse allegra, poi entrambe scoppiammo a ridere. Avrei voluto potermi trasformare in una mosca per poterli vedere, già immaginavo la sorpresa sul volto di Robin! Regina mi aveva raccontato di essere stata una campionessa di equitazione junior, ma aveva smesso di gareggiare a causa di un incidente a cavallo poco prima dei 17 anni. Si era rotta il braccio e aveva avuto problemi alla schiena, così aveva deciso di lasciar perdere con l'agonistica; non per questo, però, aveva smesso di andare a cavallo. L'anno scorso mi aveva portata nel centro che aveva frequentato, Cirencester, e avevamo fatto una lunga passeggiata a cavallo tra i boschi. Poi avevo fatto il tifo per lei quando aveva accettato la sfida di un vecchio amico per una gara a ostacoli, e non solo se l'era cavata alla grande, l'aveva perfino battuto. Era stato bello conoscere quel lato quasi selvaggio di Regina, tutto il contrario dell'elegante stilista di una boutique di lusso. Aveva mille sfaccettature, e questo la rendeva ancora più affascinante.
-Oh, senti, Jones ti ha invitata al viaggio per il suo compleanno, vero?
-Sì. Sì, sì, e ho deciso di andare. Ci siete anche tu e Robin?
-Esatto! Bene, allora domani o dopodomani, shopping e estetista.
-Che? Addirittura!
-Ovviamente sì, Swan, non ti lascio andare così a...
-Shh! Non so dove andiamo. Vuole farmi una sorpresa.
-Oh! Bene, bene. Allora ci penso io a farti portare le cose giuste. Non ammetto proteste, comunque. Domani chiamo e ci fisso un appuntamento dalla mia estetista.
-Hai anche una ginecologa, per caso?
L'espressione scioccata che si dipinse sul suo volto fu prevedibile, e proprio per questo avevo deciso di buttarla lì senza tanti giri di parole.
Ci avevo riflettuto a lungo, quel giorno, ed ero giunta alla conclusione che forse avrei dovuto prepararmi, perché non potevo sapere come si sarebbero evolute le cose tra me e Killian. Ultimamente si stavano muovendo piuttosto in fretta a dire il vero, quindi non escludevo che saremmo arrivati a fare anche quel passo prima del previsto.
-Non guardarmi così. Voglio... credo... credo vorrei iniziare a prendere la pillola.- confessai infine, arrossendo probabilmente come un pomodoro. Se fosse successo volevo che stavolta fosse sicuro, non era decisamente il momento ideale per gravidanze indesiderate. E in più, dopo il parto, non avevo mai fatto un vero e proprio controllo per assicurarmi che fosse tutto a posto, dato che il sesso era l'ultima cosa a cui avevo pensato. Adesso, però, era diverso. E ovviamente non potevo chiedere alla mia vecchia ginecologa, lavorava con mia madre e questa era decisamente una questione che per il momento i miei potevano fare a meno di conoscere.
-Wow. Non credo alle mie orecchie. Ma sì, posso chiamarla domani mattina stesso, va bene?
-Va bene. Grazie. Ora ti prego, cambiamo argomento. Che c'è per cena?
-Sempre a mangiare pensi! Comunque ho fatto le lasagne, le metto in forno e tra mezz'ora sono pronte! E stasera c'è CSI, spero che Henry non usurpi la televisione a vedere Peppa Pig.
-No, non ti preoccupare! Quando mangia di più si addormenta presto, e lui ama le tue lasagne!

 

-Mary Margaret...
-No, David. Non dire niente, ti prego. Non ho ancora deciso nulla...- sussurrò la donna, rileggendo il foglio per l'ennesima volta, sperando vivamente di aver capito male. Non era davvero il momento per una cosa del genere, e non aveva alcuna idea di come avrebbero fatto a gestire tutto ciò.
-Dovremmo dirlo ad Emma?
-Io... io credo sia meglio aspettare.- fece David pensieroso, senza lasciarle la mano neanche per un istante.
Già, forse era meglio. Entro pochi giorni sarebbe partita in viaggio col suo ragazzo e non era il caso di caricarla di una notizia del genere, al momento. Sia lei che suo marito volevano che si divertisse e vivesse come una ragazza normale, e finalmente ci stava riuscendo.
Però, più prima che poi avrebbero dovuto dirglielo. E sarebbe stato un gran cambiamento.
Come l'avrebbe presa, proprio ora che sembrava così serena?











 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Come state? Finita la settimana di sanremo siete tornati in pari con le serie tv? Io sì, meno male! E ho iniziato anche Santa Clarita Diet (e quasi finito), su Netflix... è una comedy un po' strana, ma carina e leggera (se avete lo stomaco di ferro ^^" diciamo che ci sono diverse cose che non fanno per tutti lol).
Spero la storia continui a piacere, anche se sono un po' calate le recensioni... ma basta piaccia, che non stia diventando noioso ecc... fatemi sapere in caso, non mi offendo xD
Alla fine Emma e Ryan hanno avuto un confronto, e inizialmente lei non se l'è cavata molto bene... ma neanche lui, dato che non voleva neanche assumersi pienamente le sue colpe e cercava scuse. L'arrivo di Killian le è stato molto d'aiuto, e come vedete non c'era nulla di cui preoccuparsi. Sì, ovviamente l'ha picchiato un po' ma Emma non si è spaventata e neanche è stata contraria... tanto che gli ha dato il colpo di grazie. Magari lo rivedremo, magari no.
Intanto ha dato l'ok a Killian per il viaggio e hanno passato tutta la sera insieme... e lui ha deciso di voler far conoscere Emma alla madre, quando verrà. Per lui è importante dato che l'unica che le abbia mai presentato è Milah...
Anche a Regina è andato molto bene l'appuntamento e le due amiche si sono divertite a confidarsi... e faranno questo viaggio insieme coi loro uomini! E con quell'ultima uscita, sembra che Emma voglia fare un grande passo avanti. Molto grande per lei. Vuole iniziare a prendere la pillola, perché anche se non è ancora pronta, sa di non voler aspettare in eterno... e ovviamente questo ha stupito anche Regina.
I genitori hanno una novità... che ancora non sanno come rivelare ad Emma. Cosa sarà, lo vedremo!
Buona domenica, e volevo chiedere... qualcuno per caso va a una delle due convention di maggio con Colin e Jennifer? :)
Buonanotte! Un abbraccio :*
   
 
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