Delle braccia che la sorreggevano.
Al livello delle spalle, due arti maschili, familiari, la presero e le evitarono un'altra rovinosa caduta a terra. Questo fu quello che Hitomi sentì poco prima di svenire.
In quel periodo le capitava spesso: la squadra femminile della Shutoku doveva affrontare, seppur in un'amicale, la squadra nazionale Giapponese nel giro di un mese.
Hitomi voleva dare il meglio di sé stessa, e per far ciò aveva deciso di allenarsi un minimo di 6 ore consecutive al giorno.
Ma evidentemente il suo esile corpo, seppur allenato, aveva i suoi limiti; ingenuamente lei aveva ignorato le preoccupazioni di Kiyoshi e Kuroko, le raccomandazioni di Riko e Kagami, gli sguardi minatori di Hyuuga, Yuki e Lizzy.
E ciò aveva un prezzo da pagare, con tutta evidenza.
Le gambe avevano ceduto e la vista stava andandosene, creando luci psichedeliche che in altri casi sarebbero causate solo da uno sfortissimo stropicciamento degli occhi. L'ultimo pensiero fu "non di nuovo", poi due braccia maschili, forti, coperte da un cappotto marrone, che la presero alla svelta, ed il vuoto.

"Sei proprio incorreggibile, Hitomi-chan."
La voce di Kiyoshi spezzò il silenzio che padroneggiava nella stanza. 
Il vociferare di mamma e papà rieccheggiava nel corridoio.
"Sei la pupilla della tua squadra, non hai bisogno di sforzarti così. Ah, e lo so che sei sveglia."
Rumore d'acqua che casca e un panno umido, caldo, le venne posato in fronte. 
"È sveglia?" Mamma.
"Si, ma non apre gli occhi. Si starà maledicendo tra sé e sé, vero Hitomi-chan?"
Kiyoshi la conosceva come le proprie tasche, ed anche quella volta ci aveva azzeccato. Avrebbe avuto molto da insegnare a Kuroko.
"Sai, Kiyoshi-kun," la madre di Hitomi poggiò un vassoio sul comodino, probabilmente pieno di biscotti al cioccolato e con due tazze di latte caldo, come era solita fare fin quando Kiyoshi e Hitomi giocavano assieme, da piccoli. "A volte penso che il basket non sia lo sport per lei. È di salute troppo cagionevole per uno sport che ritiene così tanti sforzi... mi fa preoccupare parecchio questa ragazza."
Kiyoshi si lasciò scappare un sorriso, ridacchiando e prese una tazza.
"Sawako-sama, la capisco, mi creda. Quando sua figlia mi chiese di insegnarle il basket, ne rimasi stupefatto e pensai che avrebbe abbandonato in fretta. Ma le assicuro che ha un talento innato per questo sport... conosce i suoi limiti, sta solo cercando di allargarne i margini. Non si preoccupi. Io e Tetsuya Kuroko ci occuperemo di lei. E, Hitomi-chan... il tuo latte e biscotti."